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IL LIMITE COMUNICATIVO DELLA PAROLA


nello

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La parola il verbo costituiscono di fatto

il limite comunicativo dell'espressione mentale.

La parola è un modello matematico di valori etimologici.

Tu che uso hai della parola?

la parola per te costituisce un limite? un'incapacità figurativa ed emotiva

la parola è un mezzo non un risultato.

la parola è un insegnamento

la parola è libertà intellettuale?

la parola è un'identità culturale?

FRATTAZZO DA VELLETRI

Noto enologo forense

affetto senza donne

da sindrome emicranica.

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cavolo roba da filosofi incalliti...

io nel mio piccolo penso .. a : libertà .. espressione .. poesia ..

tutte cose belle..

anche se aveva ragione magritte :

313b2.jpg

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il limite comunicativo è proprio questo secondo me.

usare la parola non per esprimere la realtà ma per rappresentarla.

la teatralizzazione del linguaggio.

cioè, dire una cosa per significarne un altra usando un sistema rappresentativo e interpretativo del vero.

nel vissuto di ognuno di noi ci sono cose troppo spiacevoli per essere raccontate e cosi' impariamo a creare rappresenatzioni del vissuto distorte che ci rendono " lo spettacolo" fruibile.

accettabile.

impariamo a soggettivizzare ogni visione allo scopo di trovare quella piu' tranquilla quella che crea meno ansia.

spesso capita, così, che due persone non riescano a parlarsi perchè sono in fuga da ansie comuni ma usando rappresentazioni diverse della realtà.

a questo punto pero' nasce il problema della percezione.

perchè la parola nasce da una percezione (chi scrive) .. per poi a sua volta essere ripercepita ( chi legge).

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Ognuno dà il suo valore strettamente personale alle parole che dice, inoltre le parole che dice hanno per lui un valore diverso a seconda dei momenti. Ognuno recepisce queste parole decodificandole a modo suo, in più sempre a seconda dei momenti e degli stati animo. Siamo fatti per non capirci, a parte che sulle cose più semplici, come "ci vediamo alle sette alla fermata dell'autobus", poi anche qui quello decodifica che va bene pure alle sette e mezza, quell'altro ha l'ansia di tardare e arriva alle sei e mezzo. Per il resto, se tu mi dici "ti voglio bene", io posso capire che hai un po' di stima per me, quell'altro -che ha preso qualche fregatura in più- penserà "in che modo sta cercando di fregarmi?". Intendersi su significato delle parole? E' una parola... :cry::wink:

P.S. E in questo nostro gioco forumistico cosa conta oltre alla parola, unico mezzo espressivo che esiste tra noi?

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eppure attraverso la parola si riescono a incidere dei concetti solidamente stabili ...

perchè alla fine, scavando, delle parole chiave che ci aiutano a ricondurci all' altro esistono.

delle parole slegate da tutto come dei richiami .. come i titoli dei topic ..

qualcosa che ci spinge a cercare le famose forme di intelligenza.. senza andare nello spazio.

il tentativo di stabilire dei contatti passa attraverso la semplificazione dei linguaggi.

forse la poesia è proprio il tentativo di tradurre concetti ed emozioni complesse in poche successioni di parole, che tutti possano comprendere piu' o meno inequivocabilmente.

cosi' anche la pittura.

a proposito di questa semplificazione del linguaggio penso al quadro di munch "il grido" .. l' allusione al complesso meccanismo dell' angoscia di morte e alla sensazione che essa provoca è tradotto in un icona.. che ne è la perfetta sintesi.

munch-urlo.jpg

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...Tutto questo è al di là delle parole, emozione forte che ognuno di noi riconnette al proprio vissuto personale, ma in fondo che importa, IL GRIDO è alla fine la nostra comune difficoltà di vivere come esseri umani ignari del proprio destino. Anche le mie povere poesie hanno un valore per me, possono piacere a qualcuno che rintraccerà in esse qualcosa di sè. E forse proprio in questo è la bellezza.

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comunque sono messsaggi..

e comunque tendono a cercare di essere compresi.

forse pero' bisognerebbe domandarsi se vogliamo davvero essere compresi o ci nascondiamo .. dietro parole complesse e discorsi fumosi proprio per non essere capiti ..

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La parola è come il colore

dipende come si stende

dipende come si pronuncia

la parola è contenuto

le parole sono contenuto

le prole sono con te ho tenuto

tre anni di matrimonio

pensando che l'oggetto fosse l'unione

e la sembianza la vita

ma mi accorgo nella Val di colla

di trascorrere

il mio tempo Tissot

a Tesserete

organico o non orgasmico

ma non ho più luso connettivo

della pelle semantica

ma che simbiosi avrò?

sconnetto o connetto oppure dinnetto

brighiamo di essere poliedrici ma il cubismo

non sappiamo esprimerlo nè riprodurlo.

Particolari di voci e di pensiere detratti

da tratti di linguaggi periduodenali.

Taratanto a Taranto trattanto mi trattengo

tarantellando la traumaturgica trasposizione

tetraedrica...

ma io cosa voglio?

tra un secolo mi rassecolerò

ad ognuno il suo RE BUS

a me l'autista donna incravattata..

Firmato : MA PER FAVORE!

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  • 2 weeks later...

Le parole fanno paura e spesso limitano, e distruggono la leggerezza e la spensieratezza del momento.

Le parole dovrebbero cambiare nome ogni settimana.

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Le parole fanno paura e spesso limitano, e distruggono la leggerezza e la spensieratezza del momento.  

Le parole dovrebbero  cambiare nome ogni settimana.

Per mia esperienza, molte donne (più degli uomini) hanno bisogno di parole, spiegazioni (a cosa stai pensando?), chiarificazioni a volte impossibili...questo, forse, per vincere le proprie insicurezze di fronte a tutto ciò che non sempre è facilmente spiegabile.

L'uomo invece sa tutto questo, però spesso se ne serve per il suo tornaconto personale, mantenere il silenzio può servirgli per fare meglio i propri comodi. L'uomo tende così ad esprimersi meno della donna (a parole), a volte mi infastidisco con mia moglie perché, ad esempio, davanti a un bel tramonto vuole per forza trovare le PAROLE per definirlo, sottraendo con ciò buona parte all'incanto del momento...

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Le parole fanno paura e spesso limitano, e distruggono la leggerezza e la spensieratezza del momento.  

Le parole dovrebbero  cambiare nome ogni settimana.

Per mia esperienza, molte donne (più degli uomini) hanno bisogno di parole, spiegazioni (a cosa stai pensando?), chiarificazioni a volte impossibili...questo, forse, per vincere le proprie insicurezze di fronte a tutto ciò che non sempre è facilmente spiegabile.

L'uomo invece sa tutto questo, però spesso se ne serve per il suo tornaconto personale, mantenere il silenzio può servirgli per fare meglio i propri comodi. L'uomo tende così ad esprimersi meno della donna (a parole), a volte mi infastidisco con mia moglie perché, ad esempio, davanti a un bel tramonto vuole per forza trovare le PAROLE per definirlo, sottraendo con ciò buona parte all'incanto del momento...

è vero ciò che dici Maurizio, io mi riferivo soprattutto al peso che molte parole hanno, e allora, preferisco il silenzio, il non dover istituzionalizzare tutto con dei significati verbali...poi, almeno per me, anche le emozioni nel silenzio spesso spaventano molto, ma sono senz'altro meglio che le parole, sempre e comunque molto limitanti e "aggressive" perchè piene di significati sporchi di paura (la mia).

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La parola

come spazio occupato

la parola come dinamismo din-amico

dinamometro estensivo

la parola come estensione connettiva

la parola come fittone

Non ho parole

ho pensieri

ho intuizioni emotive silenti.....

SALUTI DA UN TRENO DI GOMME VECCHIE

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La parola

è un'occupazione uditiva

senza contratto a tempo indeterminato

La parola è come una lieta attesa

poi cade a valanga

..penso proprio che ora faccio la centrifuga della lavatrice per sentire le parole dei vicini e amici lontani

la parola non ha un senso interiore

è coercizione comunicativa

Dr. MA CHE HO SCRITTO?

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La parola è un limite quando ci basiamo solo su di essa per comunicare qualcosa. Diventa una forza quando la associamo a tutti gli altri sistemi comunicativi di cui disponiamo. In questo modo , siamo noi a usare la parola , e non la parola che usa noi.

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La parola è un limite quando ci basiamo solo su di essa per comunicare qualcosa. Diventa una forza quando la associamo a tutti gli altri sistemi comunicativi di cui disponiamo. In questo modo , siamo noi a usare la parola , e non la parola che usa noi.

verissimo...però spesso le parole si caricano di significati e quindi ti fanno paura, le "maneggi" male... il punto è la paura dei Significati, se hai paura delle emozioni, hai paura del loro significato nell'uso della parola.

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Già...mi viene in mente che, ancora anni fa , ebbi la malaugurata idea di dire la parola "negro" , riferendomi ad un ragazzo di colore. La mia maestra s'infuriò - ero alle elementari - e mi disse che ro un razzista , poichè "negro" è come dire "sporco neraccio". Io non ne avevo la più pallida idea. Al contrario , da bambino io desideravo essere simile ai bambini africani - mi pareva che avessero una faccia simpatica , più simpatica della mia - ed era proprio questo che stavo dicendo alla mia maestra!!...nonostante ciò , lei si ostinava a darmi del razzista...ed entro poco cominiarono anche i miei compagni...incredibile cosa può combinare una LETTERA di troppo...

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Ecco, questo rappresenta molto bene come la non conoscenza dei significati spesso sia assolutamente liberatoria e faccia agire nel modo più istintivo e "leggero" possibile, questo genere di leggerezza secondo me c'è solo nei bambini, appunto.

So che è un delirio utopico, ma se le parole cambiassero ogni settimana la non conoscenza/l'incoscenza dei significati sarebbe di aiuto nell' uso delle parole, a persone come me sicuramente!

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Eh! Il problema è che il "significato" di una parola...si riduce ad altre parole...la stessa idea di "significato" è legata ad una rappresentazione meramente simbolica delle cose...o classificatoria , se vogliamo...quindi , quello che tu proponi risulterebbe , alla fine dei conti , come un totale annullamento di qualunque "attività significatoria" ( neologismo coniato sul momento ) della realtà...il che potrebbe non essere del tutto un male , da certi punti di vista.

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invece la realtà è fatta di simboli e di significati che si riflettono come in una camera degli specchi .

per cui le parole possone essere usate per dire cose oppure per ingannare oppure per nascondere delle altre cose..

ma per fortuna esiste il dizionario che mette tutti daccordo.

il limite comunque esiste perchè cio' che si dice non corrisponde quasi mai a cio ' che si prova o che si sente o che si pensa.

cioè nessuno di noi scrive cio' che pensa veramente.

perchè nessuno di noi si conosce cosi' affondo .

ognuno di noi interpreta un personaggio complesso che recita la sua parte.

è questo per me il limite comunicativo della parola.

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quindi non dicendo ciò che pensiamo veramente perchè non ci conosciamo affondo praticamente ci pigliamo per il culo senza rendercene conto...

A me sembra di essere incapace di dire ciò che sento nel profondo quando di mezzo ci sono i sentimenti, quello si, nel senso che se devo parlare di lavoro, di opinioni, di vita, di ideologie, tutto è ok ma nel momento in cui mi trovo di fronte alle mie emozioni verbalmente mi blocco...scrivendo è molto diverso perchè mi sento protetta, da cosa non lo so, ma è così. forse dagli occhi..

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le parole che annodano la gola? le più fastidiose

le parole che fanno arrossire? le più complicate

le parole volgari? inutili e prepotenti

le parole del pensiero? infinite...

ci sn parole troppo semplici da dire e pronunciare altre complicate...

perchè nn tutti riescono a dire grazie ad esempio?

perchè nn tutti riescono ad esprimere i propri sentimenti?

perchè alcuni sn tanto "furbi" da risparmiarsi parole sincere e sentite?

e perchè a volte le parole inondano straripano e rovinano un bel giardino coltivato dopo tanto tempo?ecco forse qst le peggiori...

ma le parole servono davvero? io dico di si...se si vuole vivere di sentimenti, credo siano il mezzo più utile che abbiamo...certo le parole senza le mani per fare qlcs sarebero inutili...senza gesti senza sguardi senza sorrisi una parola vale poco meno di un niente...

aveve mai provato emozioni belle qnd qlcn vi parla fissandovi negli occhi?

e avete mai avuto la voglia di uccidere qlcn che vi parla magari mandandovi a fanculo cn un dito...

ognuno è stato dotato di qst mezzo speciale...poi c'è chi è interessato a saper parlare e chi se ne frega...

un uomo che parla bene se è già conquistato il 50%delle persone...

nn so se mi sn fatta capire e se condividete...

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