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Genitore che non accetta i compagni/e dei figli


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Come comportarsi con un genitore che non accetta i compagni/e dei figli? Non ci sono vere motivazioni alla base del rifiuto, infatti quando sono state chieste spiegazioni il genitore si è limitato ad accampare a sostegno del proprio atteggiamento presunte offese ricevute (non vere) e pretesti molto gretti ed inconsistenti, oltre che alcune circostanze false e inventate. 

Se tale atteggiamento è doloroso per la maggior parte dell'anno, nel corso delle "feste" diventa addirittura insostenibile; infatti si pone il problema di scegliere se lasciar da solo il genitore o il compagno/a. Sembrerebbe quasi che obiettivo del genitore sia distruggere le famiglie nascenti, pur professando, a parole, il contrario. 

Qualcuno ha esperienze e/o consigli in merito? Se qualcuno ci è già passato, è riuscito a risolvere? E se si, come?

Grazie a tutti per la disponibilità.

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Ciao Artemisia, a mio avviso hai 3 possibilità:

1) eviti di trovarti in situazioni fastidiose e limiti/tagli i rapporti col genitore;

2) si parla col genitore e gli si dice che non deve entrare più nel merito di certi argomenti (non parlatene quando c'è lui), in caso contrario si rompono i rapporti;

3) si accetta il genitore per quello che è e lo si ignora quando affronta certi argomenti ed esprime certi giudizi.

 

 

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Ciao pisi, prima di tutto ti ringrazio per la risposta.

Io di solito attuo la terza opzione, ma non pienamente... Nel senso che "cerco" di ignorarlo, e forse dal suo punto di vista lo ignoro, ma dentro di me nascono tristezza e sofferenza.

Inoltre il suo atteggiamento ha ripercussioni anche pratiche... Infatti è possibile frequentarlo solo da sola... con la conseguenza che, ad esempio, in occasione delle cosiddette "feste comandate" (Pasqua, Natale, Capodanno.... ma anche compleanni, onomastici...) questa persona finisce col rimanere da sola. E se è vero che è solo colpa sua, è una situazione che mi provoca un dispiacere enorme... 

Il punto principale forse è questo: è che mi dispiace per lei, ma davvero profondamente e sinceramente; e a nulla mi serve pensare che invece a lei non importi... non riesco a "credere" che sia davvero una persona così.... 

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Sei triste e sofferente perché vuoi bene a questa persona e ignorandolo stai ferendo la parte di te che vorrebbe aprirsi con lui, ma che non le permetti di uscire perché se lo facessi rimarrebbe ferita. Questa situazione ti crea un disagio e sensi di colpa emozionali, poi la tua parte razionale ti fa pensare che la colpa è solo sua, infatti sei l'unica persona che lo sopporta, ma ci soffre.

Tu non riesci a credere che sia una persona così, a mio avviso non lo è, ma lo è diventata: se non si rende conto che i suoi comportamenti fanno allontanare le persone e non fa nulla per cambiare, penso che tu le abbia detto che certe cose non vadano fatte, non ci puoi fare nulla e non puoi aiutare chi non vuole essere aiutato.

Mi dispiace, purtroppo la vita la ha sottoposta a dei traumi, non è riuscita a superarli e riapre continuamente quella ferita che le provoca sofferenza. Un abbraccio 🫂

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