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Convivo con una borderline


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Ciao a tutti. Convivo da più di otto anni con una donna straniera borderline. E’ proveniente un paese mediorientale problematico per le donne (ma non solo per le donne) e, credo, abbia avuto un vissuto difficile che non mi ha mai raccontato nei dettagli e mi dice anche di un suo matrimonio fallito e forse violento alle spalle. Ha ricevuto dall’Italia il riconoscimento dell’asilo politico ed ora è in attesa della cittadinanza che, se tutto fila liscio, arriverebbe tra un paio d’anni.

Quando la conobbi non sapevo di questo suo disagio e i primi tempi io ero entusiasta ed innamorato di lei per cui l’accettai volentieri in casa. Era anche un periodo difficile ed ero vulnerabile. Subito dopo iniziai, però, a scoprire atteggiamenti inusuali che cominciarono a destare seri sospetti, finché un giorno scoprii un documento rilasciato da un’importante struttura ospedaliera nazionale a Roma (che aveva fornito consulenza per la sua richiesta di asilo politico) in cui le veniva diagnosticato la "presenza di disturbo in asse II con personalità di tipo border (DSM V) e frammentazione identitaria... difficoltà a gestire il proprio mondo emotivo". Io non sapevo nemmeno cosa significasse il termine borderline, se non nell’accezione generale, ma quando iniziai a documentarmi tutto mi apparve più chiaro: scenate di gelosia assurde e senza alcun senso, sfuriate, fughe per strada di notte (per poi ritornare sempre a casa), atteggiamenti infantili che mi mettevano e mi mettono tuttora in imbarazzo con amici e conoscenti, malattie inesistenti, inutili corse al pronto soccorso. L'ultimo evento è di qualche settimana fa, con la sua amica ed il figlio piccolo che era venuta ospite a casa per alcuni giorni e che ha scatenato in lei una crisi di gelosia o non so bene cosa facendomi vergognare con non mai per la situazione assurda e la misera ospitalità.

Ho cercato di supportarla per farla integrare quanto più possibile, aiutandola a migliorare la lingua, prendere un diploma di maturità, la patente di guida, abbiamo viaggiato, ho conosciuto i suoi parenti. Tuttavia non riesce a socializzare facilmente e non ha interessi… se non si sente amata ed è stimolata dall'esterno, stenta a prendere iniziative e rischia di trascorrere giornate intere tra divano e letto col lo smartphone in mano. Ha giusto poche ore di lavoro che però non le riempiono la giornata.

Oggi, però, a causa di tutte queste turbolenze, ma anche per come sono fatto io e per i miei problemi miei irrisolti, non sono più innamorato di lei e lei questo lo ha ben capito. È più triste rispetto al principio ma il suo stato emotivo mi sembra migliorato rispetto ai primi tempi. Inutile dire che i tentavi per invogliarla ad essere seguita sono stati pressoché inutili. In occasione degli ultimi litigi le ho spiegato che è meglio per entrambi che lei vada via e lei ha sempre manifestato questo forte desiderio di ritornare al suo paese d'origine da cui manca da diversi anni consecutivi. Dice però di voler attendere la cittadinanza per sentirsi più tutelata e per avere anche la chance di poter rientrare in Occidente, quando e se vorrà.

Io però mi sento prigioniero a casa mia, mi sento privato della libertà di avere qualche altra conoscenza e di frequentare anche amici liberamente perché lei è comunque gelosa e intelligente. È premurosa nei miei confronti e si occupa di tutto in casa; si attacca disperatamente ad ogni tentativo di non essere abbandonata da me. Io soffro molto i sensi di colpa e anche se mi riprometto di cambiare le regole in casa, poi ritorno alle vecchie abitudini. Avrei il bisogno di libertà, di chi può ubriacarsi e dormire fuori tutta la notte senza che nessuno ne chieda conto. Lei, per contro, passa la notte fuori dopo un litigio, piangendo e disperandosi affinché qualcuno che la salvi e si occupi di lei (sperando forse che questa persona sia sempre io).

Al momento sono abbastanza esausto, e mi sento solo ed incompetente nell'affrontare questa situazione...  sto provando a mantenermi più distaccato dall'ultima crisi ma ci ho già provato in passato e non è semplice vivendo in una casa piccola. Spero che una volta ottenuta la cittadinanza, lei possa rientrare al suo paese ed entrambi cambiare finalmente le nostre vite.

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Ciao e benvenuto nel forum! Ti sto leggendo e in questi giorni ti rispondo, abbi un pochino di pazienza e vedrai che anche se non rispondono subito, prima o poi ci sono diversi utenti che rispondono mentre i professionisti generalmente ti rispondono in privato, nei messaggi privati.

Ci sentiamo prestissimo!

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Eccomi! Ho un po' di tempo!

In un altro post hai scritto che hai 53 anni circa, quindi sei un uomo adulto e maturo che si conosce bene e che sa cosa vuole dal futuro. Sai che in questo stesso forum ci sono molti giovani di 20-30 anni che non avendo trovato una relazione stabile si sentono vecchi e si sentono di non avere più speranze? Invece tu a 53 anni parli di volerti sentire libero di "ubriacarti e fare tardi la notte", una cosa un po' da adolescente e onestamente anche poco divertente o utile per un adolescente. Quando uno si diverte è bello avere tutti i sensi perfettamente in grado di carpire tutto il divertimento che sta godendo invece di annebbiare i sensi con l'alcool, quindi il concetto di ubriacarsi non mi sembra una libertà ma una schiavitù sciocca di una moda che impone che quello sia un divertimento. 

Comunque, a parte queste mie opinioni, penso che la tua situazione sia più o meno già delineata. Non vuoi ricostruire un amore che hai scelto di scartare per i problemi che hai citato e devi aspettare che lei se ne vada. Quando uno inizia una relazione, e poi la sua amata subisce un incidente e va sulla sedia a rotelle, che si deve fare? Si può scegliere di buttarla, e cambiarla. Si può scegliere di far cessare progressivamente l'amore per lei a causa dell'enorme fatica di prendersi cura di lei senza poter avere in cambio quello che ci aspettavamo prima dell'incidente. O si può scegliere di continuare a coltivare amore e continuare a lottare insieme. 

Certo, non è facile, ma sono scelte. Tu hai già scelto, per te la sua patologia causa dei disagi così grandi che soffocano la tua libertà e quindi vuoi solo chiudere. Sono scelte, nessuno le giudica. Ma a 53 anni, cosa vorrai fare poi? Davvero vivere una vita da adolescente pensando che ubriacarsi è divertente e significa libertà? Gli adolescenti hanno poi tempo, e non sempre, di crescere e cambiare, ma tu? 

Nell'altro post dici che prima pregavi, questo è eccezionale perché va contro il sistema e dimostra che sei una persona che pensa con la propria testa dato che il sistema impone di credere che pregare non serva a nulla. Quindi vedo un pochino di incoerenza, che non è del tutto strana, tutti siamo un po' incoerenti. Da un lato ti conformi totalmente al sistema con il tuo concetto di libertà, dall'altro citi la preghiera che invece è l'opposto del sistema, anche se magari parli di una preghiera meccanica come una parte del sistema impone con le religioni di stato che influenzano ogni nazione. 

Quali sono le tue mete? Non è difficile sapere quello che pensiamo di non volere, non vuoi più lei. Ma sai quello che vuoi? Perché altrimenti il rischio è che lasci qualcosa che poi era meglio non lasciare. Hai tante domande e problemi irrisolti, ma quali sono le tue domande?

 

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@scettica,
grazie per la partecipazione al thread. I tuoi commenti mi stanno aiutando parecchio a riflettere ed è questo il principale intento di questo mio post: ricevere stimoli, input dall'esterno.

Innanzitutto mi scuso dell'insensibilità nei confronti di chi vive una situazione opposta alla mia, come giustamente faceva notare @scettica. Inoltre, il suo esempio dell'incidente e della sedia a rotelle lo reputo un commento sensato e ragionevole che mi sta spingendo a placare in parte la mia frustrazione...  Pero'  il mio amore per questa donna è svanito, purtroppo... e né io, né lei siamo felici come prima. Siamo intrappolati e lo rimarremo ancora per chissà quanto tempo. Quando dicevo dell'ubriacarsi intendevo fare un esempio per estremizzare il concetto, sebbene ultimamente, proprio per allontanarmi dall'infelice realtà che vivo, sto cercando di rifugiarmi sempre di più nell'inutilità dell'alcool e rimanere a casa quanto meno possibile. È forse proprio la consapevolezza di non aver fatto determinate cose in adolescenza, ma piuttosto di aver vissuto come un vecchio, che mi pesa ora come una maledizione. Puo' darsi che sia la cosiddetta crisi di mezz'eta', la paura del giro di boa... che ne pensate? È vera l'affermazione che "non è difficile sapere quello che pensiamo di non volere" ma sapere quello che si vuole ed è hai anche "centrato" che sono solito oscillare tra conformismo e non convenzionalità ma, nel frattempo, mi sento intrappolato e quasi ricattato da questa persona... persona che ha sicuramente bisogno d'aiuto -e d'amore- e che io voglio aiutare come ho fatto finora ma per cui pero' mi sento anche inadeguato. Vorrei ricordare che lei rifiuta qualsiasi forma di cura e di supporto terapeutico. Diversamente, sono io che sto "andando ai matti" e ho inizito a cercare consigli ovunque e supporto terapeutico. Nel frattempo vorrei poter rimodulare al meglio il mio comportamento in casa per trovare quell'equilibrio che mi consenta di riguadagnare quella liberta' che negli ultimi anni mi e' mancata... ma non mi viene affatto semplice.

Grazie comuqnue ai commenti che mi aiuteranno a riconsiderare o rafforzare i miei pensieri.

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Aggiungo il racconto di quanto accaduto qualche settimana fa.

Lei invita una sua amica da Parigi a stare a casa da noi col figlio di sette anni per circa una settimana. Io ho gradito ben volentieri di ospitarlo perché, lei e il marito, sono stati molto gentili con noi nell'ospitarci qualche anno fa a casa loro per qualche giorno. L'amica e' stata disponibile con lei anche quando, in preda al suo delirio, vaneggiava di voler andare via per sempre e chiedeva ospitalita' per trasferirsi presso di loro (non si sa, poi, per quanto tempo).

Comunque, i primi giorni da noi sembravano OK ma io la cominciavo a notare un po' insofferente. Secondo me qualche parola del figlio -piccolo ma sveglio e con una bella “lingua lunga”- unito a qualche parola dell'amica con cui si confidava in conversazioni, piu' il mio atteggiamento attento e ossequioso nei confronti degli ospiti ha creato il cocktail perfetto per il booom 💥💣💥: e poi scenata, litigio con me e anche con lei; mi ha accusato che l'amica fosse venuta per me (vi giuro, io non sono minimamente interessato all'amica e cercavo solo di essere gentile e ospitale con loro). 

Ha strappato dinanzi all'amica le foto in cui era fotografata con lei, ha trascorso un'intera notte fuori in aeroporto perché doveva partire per sempre (come altre volte), per il nulla, non si sa dove.

L'amica, disperata, non sapeva che fare; era disorientata dalla situazione e comunque preoccupata per lei; voleva anticipare il volo di rientro e per fortuna non capiva bene l'italiano, altrimenti avrebbe intuito le assurde e fantasiose accuse di tresca tra noi. 

Vi giuro, per quanto accaduto io mi sono imbarazzato come non mai.

 

Adesso che l’amica e’ partita, lei vorrebbe che tutto tornasse lentamente come prima o quasi ma io, che ho vissuto gia' queste fughe assurde e inconcludenti, queste imbarazzanti scenate davanti ad altri, occorse improvvise come tempeste a ciel sereno, mi sono un po' rotto le scatole.

In verità avrebbe dove andare (ha in Europa fratelli e sorelle acquisiti con stesso padre ma madri diverse) ma, guarda caso…, lì mai alcuna pianificazione. Capisco pero’ che non c’e’ un gran rapporto tra loro e delle incomprensioni. 

Perciò, credo, che io abbia sbagliato parecchie cose in questi anni di convivenza ed ora lei abbia imparato ad adagiarsi e ricattarmi per bene facendo leva sulla mia bontà e senso di colpa. Una volta manifestai un po’ il mio disagio ad una sua sorella europea (con un carattere diverso dal mio e cioe’ forte, volitivo, sicuro di sé) che candidamente mi disse: “quando stai sbroccando, mandala per un po’ da mio fratello…” (un altro fratello acquisito sempre in un paese europeo) 🙂🙂🙂

 

Mah… tornero’ a pregare e speriamo di uscirne senza gravi traumi… forse e’ una punizione che dovevo scontare

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L'argomento diventa intenso e ci penso un pochino prima di risponderti. 

Purtroppo qui i professionisti rispondono molto raramente e se lo fanno lo fanno solo in casi che loro reputano importanti e rispondono con messaggi privati. Spero che intanto ti abbia risposto anche un professionista appunto nei messaggi privati.

Allora ti rispondo più tardi

 

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Io credo che tu sei stato fin troppo paziente in questi anni. Lei se ne approfitta ampiamente. Non so rifiuta le cure ma ti ha nasvosto questa cosa importante di lei. Non dico che sia una cosa facile da affrontare ma se si sta in coppia e si hanno certi comportamenti cosí negativi almeno bisogna dire all'altro se si tratta di una patologia. Invece lei ti fa fatto subire tante esperienze senza dirti nulla. Quindi ok lei avrá anche potuto avere brutte esoerienze al suo paese ma questo non giustifica il fatto che stia lí ancora a casa tua nonostante non siate più legati fa alcun sentimento. Quindi in questo caso lei ti sta solo sfruttando. Se tu vai da un terapeuta fatti dire come farla uscire da casa perchè è casa tua e hai diritto di starci con chi vuoi. Lei se ha problemi deve risolverli da sè e non farti sentire non libero a casa tua. E comunque giá deve ringraziare che durante un litigio tu non che hai fatto trovare le valigie con le sue cose fuori da casa. Perchè uno può essere paziente ma poi si arriva ad un limite. Se vuole aspettare la cittadinanza che l'aspetti a casa dei fratelli o di altri. Tu devi poterti sentire libero a casa tua e non c'entra se hai 53 anni o 20 o se gli altri non hanno una relazione. Ognuno ha una vita sua, scelta o subita che sia, e non devi sentirti obbligato a stare con una persona che non ami più e che non fa nulla per curarsi solo perchè gli altri non hanno una  relazione. 

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Il 1/9/2024 alle 19:33 , diamanda ha scritto:

Io credo che tu sei stato fin troppo paziente in questi anni. Lei se ne approfitta ampiamente. Non so rifiuta le cure ma ti ha nasvosto questa cosa importante di lei. Non dico che sia una cosa facile da affrontare ma se si sta in coppia e si hanno certi comportamenti cosí negativi almeno bisogna dire all'altro se si tratta di una patologia. Invece lei ti fa fatto subire tante esperienze senza dirti nulla. Quindi ok lei avrá anche potuto avere brutte esoerienze al suo paese ma questo non giustifica il fatto che stia lí ancora a casa tua nonostante non siate più legati fa alcun sentimento. Quindi in questo caso lei ti sta solo sfruttando. Se tu vai da un terapeuta fatti dire come farla uscire da casa perchè è casa tua e hai diritto di starci con chi vuoi. Lei se ha problemi deve risolverli da sè e non farti sentire non libero a casa tua. E comunque giá deve ringraziare che durante un litigio tu non che hai fatto trovare le valigie con le sue cose fuori da casa. Perchè uno può essere paziente ma poi si arriva ad un limite. Se vuole aspettare la cittadinanza che l'aspetti a casa dei fratelli o di altri. Tu devi poterti sentire libero a casa tua e non c'entra se hai 53 anni o 20 o se gli altri non hanno una relazione. Ognuno ha una vita sua, scelta o subita che sia, e non devi sentirti obbligato a stare con una persona che non ami più e che non fa nulla per curarsi solo perchè gli altri non hanno una  relazione. 

@diamandagrazie per il tuo parere e supporto e scusami se rispondo solo ora. Credo che tu abbia ragione su tutto e che lei, in fin dei conti, approfitti un po' troppo del mio carattere, della mia indole. Si veste da "agnello" e vittima ma forse si comporta, subsolamente, da "lupo". Anche la famiglia, credo, sappia qualcosa ma non agisce per pura comodita'. Non ho mai inteso fino in fondo quanto ci possa essere di innocente ed incontrollato in lei e quanto possa essere, anche in piccola parte, pianificato. Io non riesco a lasciare una persona per strada di punto in bianco o cacciarla; soffro tremendamente di sensi di colpa e sono andato in terapia proprio per liberarmi di questa sensazione di colpa che mi impedisce di trattare con maggior cattiveria le persone che lo meritano. Alla fine la routine mi assopisce di nuovo e, essendo uno che non desidera portare rancore, tendo a ritornare sugli stessi errori e con le stesse abitudini comportamentali che sono in parte concausa di questi problemi e del mio soffocamento. Tuttavia cerco, con piccoli passi, di resistere, di guadagnare terreno un po' per volta, imponendomi piccoli cambiamenti che spero possano dare meno adito nell'adagiarsi. Adesso, dopo l'ennesimo tentativo di integrazione lavorativa andato male, ha deciso di ritornare a scuola (scuola che poco fa aveva lei deciso di abbandonare per cercare lavoro). E' un'oscillazione continua... ma spero' che ci faro' il "callo" e nel frattempo cambio un po' di regole in casa. Grazie ancora 😘

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