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crisi esistenziale


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in questo periodo sto vivendo delle sensazioni molto sgradevoli. Durante un rapporto con un ragazzo ero portata a pensare che avrei potuto uccidere lui o chi mi stava intorno anche persone sconosciute. Il mio malessere era arrivato a tal punto che ho deciso di lasciare il mio ragazzo. Dopo sono spariti quei pensieri ma ne sono sopraggiunti altri anche se adesso stanno svanendo piano piano anche quelli. Soprattutto ne faccio uno in continuazione: mi chiedo perchè siamo fatti in questo modo. Perchè l'essere umano ha due braccia, due gambe. So naturalmente la spiegazione razionale ma è l'irrazionale che non riesco a spiegare. e' come se avesse perso tutto di significato. Come se le persone ed anche io avessero perso di significato. Fino a qualche giorno fa non avevo più percezione del bene e del male, non sentivo niente ero come morta. non sentivo pena, gioia, dolore, malinconia, tristezza, serenità. Oggi sto un pò meglio ma mi chiedo perchè sono così anestetizzata e perchè mi faccio tutte queste domande. Vorrei precisare che prima del mio ragazzo ho vissuto una storia che mi ha fatto soffrire e nella quale ho messo tanta passione ma poco della mia personalità.

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Ciao,

il primo passo l'hai fatto, il secondo è chiedere aiuto nella realtà per capire a cosa è dovuto tutto ciò.Ti faccio tanti auguri.

Un saluto.

Alessandro Martinelli.

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  • 3 weeks later...

Oggi piove, un temporale estivo pieno di lampi e tuoni. I fulmini sono micidiali, sembrano saette che qualcuno dall'alto, molto arrabbiato con il mondo intero, qualcuno che non riesce a capire l'esistenza dell'essere umano, qualcuno che ha smarrito il significato fra bene e male, qualcuno che vorrebbe distruggerci un po, cosi tanto per cambiare.

Un temporale passeggero, qualche piccolo danno, un po di rumore, giusto per sfogarsi un po per continuare a migliorare.

La nostra vita è piena di questi temporali, lasciali passare e non stare li a pensare perchè....perchè. Le amarezze, le delusioni, le stranezze, fanno parte della vita e delle nostre illusioni.

Dopo un temporale c'è sempre una giornata di sole.

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Ciao lampa, benvenuto.

Certo, come dici tu non c'è bisogno di chiedersi perchè.

Tu per esempio,senza chiedertelo, ma già te lo sei detto perchè. Il tuo racconto è così chiaro. E' proprio una tua fotografia interna. Nitida. Ottica Zeiss.

Quindi chiedersi no, ma percepirsi...

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in questo periodo sto vivendo delle sensazioni molto sgradevoli. Durante un rapporto con un ragazzo ero portata a pensare che avrei potuto uccidere lui o chi mi stava intorno anche persone sconosciute. Il mio malessere era arrivato a tal punto che ho deciso di lasciare il mio ragazzo. Dopo sono spariti quei pensieri ma ne sono sopraggiunti altri anche se adesso stanno svanendo piano piano anche quelli. Soprattutto ne faccio uno in continuazione: mi chiedo perchè siamo fatti in questo modo. Perchè l'essere umano ha due braccia, due gambe. So naturalmente la spiegazione razionale ma è l'irrazionale che non riesco a spiegare. e' come se avesse perso tutto di significato. Come se le persone ed anche io avessero perso di significato. Fino a qualche giorno fa non avevo più percezione del bene e del male, non sentivo niente ero come morta. non sentivo pena, gioia, dolore, malinconia, tristezza, serenità. Oggi sto un pò meglio ma mi chiedo perchè sono così anestetizzata e perchè mi faccio tutte queste domande. Vorrei precisare che prima del mio ragazzo ho vissuto una storia che mi ha fatto soffrire e nella quale ho messo tanta passione ma poco della mia personalità.

Benvenuta Psyco.

Le braccia servono per abbracciare e per fare, lavorare...

Le gambe per camminare...per camminare sulle proprie gambe o dare un calcio a qualcuno...

Quindi ti auguro buon lavoro, buon viaggio, e dentro tutto ciò la possibilità di esternare i tuoi veri sentimenti...

Chi vorresti abbracciare?A chi daresti un bel calcione?Quanto ti fidi di quello che senti? Cosa desideri "mettere in opera", fare, realizzare?

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è vero. non analizzarsi ma percepirsi. Ed è ancora più vera un'altra cosa: che devo esternare i miei veri sentimenti. Non averne paura. Non avere paura di perdere il controllo di me stessa o di perdere qualcos'altro.

Chi vorrei abbracciare? I miei genitori, il mio ex ragazzo

A chi vorrei dare un calcio? C'ho provato: ancora loro, i miei genitori e il mio ex ragazzo.

Il resto è ed è stato un modo per difendermi. Tutto, dai miei pensieri a quelle esperienze di vita per cercare di mettere una pietra sopra ai miei problemi ed inquietudini.

Ed ho capito che le mie reazioni emotive, la depersonalizzazione e gli altri pensieri, sono appunto altro che difese da qualche situazione, e ho capito che c'è sotto un mondo.

Troverò forza in me stessa, nuovi stimoli, nuove ragioni per esistere. E soprattutto pace, lascerò andare i miei schemi mentali, cercherò di lasciarli passare, mi vorrò bene e di conseguenza ne vorrò anche agli altri che in fondo non sono che una proiezione di noi stessi.

E' difficile, ma voglio esserci nel mondo.

Mi piacerebbe trovare ragioni profonde per esistere, ma smetterò di analizzare vivrò e poi ancora vivrò.

Grazie ancora per le risposte. Belle. A cosa servono le gambe? per correre, le braccia? per amare

Non perderò mai più di vista il loro significato: farò ciò che sento...

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Oggi piove, un temporale estivo pieno di lampi e tuoni. I fulmini sono micidiali, sembrano saette che qualcuno dall'alto, molto arrabbiato con il mondo intero, qualcuno che non riesce a capire l'esistenza dell'essere umano, qualcuno che ha smarrito il significato fra bene e male, qualcuno che vorrebbe distruggerci un po, cosi tanto per cambiare.

Un temporale passeggero, qualche piccolo danno, un po di rumore, giusto per sfogarsi un po per continuare a migliorare.

La nostra vita è piena di questi temporali, lasciali passare e non stare li a pensare perchè....perchè. Le amarezze, le delusioni, le stranezze, fanno parte della vita e delle nostre illusioni.

Dopo un temporale c'è sempre una giornata di sole.

ceeerto lampa... lasciamolo passare... tutto torna al suo posto...

e se invece avessi la possibilità di fare il modo che questi temporali non si verifichino piu, o meglio, fare il modo che quando si verifichino, non causino piu quella situazione di sofferenza e di disagio...? che faresti lampa? :LOL:

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si. penso che si debba vivere per amare. Ma non ci credo più.

Per quello che volevo fare nella vita. Ma non ci credo più.

Per la prima cosa: farò ciò che sento, senza più paure.

Per la seconda: cambierò se ci riuscirò con coraggio lavoro e ambiente.

Spero di trovare un senso a tutto. Partendo da me.

Non mi sembra di tenere a qualcosa in particolar modo. Forse perchè non sono stata brava a tirarmi fuori quello che voglio.

Ma è così difficile. Stabilire poi il confine tra il dovere e il potere....

Vorrei vorrei....ma chissà se ci riuscirò...

Io non so perchè ci siamo. Prima avevo uno scopo. Mi dovevo laureare per orgoglio, per chissà quale causa superiore. Poi mi sono accorta che il lavoro è solo un gioco. Se lo trovi non è mai quello che avresti pensato. L'etica se ne va a quel paese. Tutti lavorano per i soldi. E nessuno fa quello che avrebbe voluto fare. Ho provato a cambiare le menti dove lavoro ma non ne ho più la forza nè la voglia.

Avrei voluto fare qualcosa per gli altri. Mi ritrovo a lavorare in un posto dove gli altri sono sfruttati.

Avrei voluto essere amata con il dialogo, l'intelligenza, la cultura, l'affetto, LE PAROLE. Sono stata amata con il contatto fisico, le ansie, le paure, le nevrosi, ed anche l'affetto e poche sono state le parole.

Avrei voluto amare un uomo come mio padre, con il contatto fisico ma intelligente e con il quale parlare molto. Non è possibile. Gli uomini che mi sono piaciuti sono sfuggiti, gli altri li ho avuti e non mi sono bastati.

I miei sono lì ed io sono sempre tra l'incudine e il martello. Sto cercando di amarli ma ogni volta sento salire l'ansia e mi rifugio nei miei cattivi pensieri.

Cosa dire. Penso che l'unica soluzione sia cambiare, dentro fuori, ovunque. Cambiare pensiero soprattutto. E se nella vita dovrò farlo spesso lo accetto. Mi va bene. Non siamo statici.

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Spesso guardiamo in avanti

camminiamo con il corpo e con la mente

e crediamo che solo i cambiamenti ci portino altrove

è vero ma potrebbe essere viciversa una profonda incapacità a destrutturare il presente e la coscienza dell'attualità per prorogare l'impegno e lo sforzo immediato protraendolo ad un futuro non prossimo e per niente fattivo.

Crisi esistenziale?

Insoddisfazione?

Incapacità di affrontare il presente pensando sempre ad un futuro migliore peggiorando il presente?

La mente va coltivata con umiltà e costanza

e sopratutto non esiste una soluzione ad ogni cosa

bisogna imparare a dialogare con se stessi e ad accettare la vita anche per le cose semplici e sapersi accontentare.

Direi Aspettando Godot

o i Sequestrati di Altona.

Ciao.

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vero. E' perchè credo in quello che dici che voglio cambiare. Non voglio più sovrapposizioni. Mi accontento di lavorare e non ci cercare altro come carriera o ancora meglio comportamenti finalizzati a ciò che non mi serve (opportunismo).

L'ho capito. Ho destrutturato la realtà. Era quello il problema. Vedere in faccia le cose per quello che sono. E fare ciò che sento. Trovare o almeno tentare di trovare qualcosa che mi faccia star meglio mi pare normale.

Ho fatto un bel pò di considerazioni prima e mi pare di aver somatizzato abbastanza.

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vero. E' perchè credo in quello che dici che voglio cambiare. Non voglio più sovrapposizioni. Mi accontento di lavorare e non ci cercare altro come carriera o ancora meglio comportamenti finalizzati a ciò che non mi serve (opportunismo).

L'ho capito. Ho destrutturato la realtà. Era quello il problema. Vedere in faccia le cose per quello che sono. E fare ciò che sento. Trovare o almeno tentare di trovare qualcosa che mi faccia star meglio mi pare normale.

Ho fatto un bel pò di considerazioni prima e mi pare di aver somatizzato abbastanza.

Bene, la presa di coscienza della propria interiorità è assolutamente positivo.

Ti consiglio e ti auguro di saperti ascoltare con calma così come cambiare se è il caso.

Ciao.

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Il lavoro è un gioco, la vita è un gioco. Come giocarla questa vita nessuno credo possa saperlo meglio di te stessa. Fermati, riflettici, guardati indietro nella tua vita e guarda indietro a te, al tuo ambiente, al tuo Paese, al tuo mondo. Scoprirai cose orribili, cose che l'essere umano (umano?) nasconde perchè certe atrocità meglio ignorarle. Scoprirai come il tuo Dio è generoso con te perchè ti fà pensare, vivere e magiare, mentre più della metà della popolozione patisce di fame e non di illusioni.

Scoprirai guerre infinite solo per farci vivere comodi. Scoprirai guerre di fede, di confini, di supebia, di ragioni storiche, di prepotenza acquisita. Scoprirai gente felice solo di aver riempito lo stomaco ed annichilito la mente, i pensieri, i desideri e i sogni.

Poi guarda avanti, ai "fortunati", a quelli che hanno tutto e che sono alla moda, i tuoi modelli, i "beati". Coloro che pregano che il loro Dio li mantenga in salute, che li faccia vivere nell'abbondanza e nello spreco. Coloro che comandano e sperano che nulla mai cambi in questa vita.

Dopo aver ben guardato sia avanti che indietro, decidi tu dove vuoi stare, decidi tu cosa fare, a che cosa ti servono le braccia e la mente.

Io, cara amica, ho viaggiato molto questo mondo, ho visto anche con gli occhi alcune realtà, ed oggi sai cosa credo?

Alla vita e di quel che sarà.

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A volte ho come l’impressione che tutto sia costruito. Tutto finto, che non rispecchia ciò che l’uomo sente davvero. In realtà ho questa percezione perché sono io. Credo che ho avuto e ancora ne ho paura di tirare fuori qualcosa da me, quello che in fondo c’è sempre stato, soffocato da rapporti familiari dove occorreva fingere di essere più forti per difendersi. Ma al tempo stesso i miei genitori e l’ambiente dove sono vissuta mi hanno dato qualcosa. Forse appunto ne devo prendere coscienza, devo saper prendere tutto ciò che è stato soffocato ma che mi è stato dato. Sentimenti di tenerezza, compatimento, solidarietà, il sentimento dell’amicizia, dell’aiuto, del tendere sempre una mano. E cercare di capire che i sentimenti di risentimento, a volte anche il sadismo, quella violenza fisica repressiva verso chi come una bambina era indifesa e non capiva perché, che cosa avesse fatto di così orribile per meritarsi gli schiaffi, le botte, le grida di non capire niente, di essere una p…., per avere semplicemente parlato durante la cena. Quella bambina brava a scuola, brava nello sport, quella bambina sensibile che si sapeva assumere responsabilità, che sognava con la nonna nel terrazzo guardando le stelle, o che parlava di essere giusti e che siamo tutti uguali già a dieci anni.

Quella bambina che ogni tanto diventava aggressiva nelle parole e nei gesti, che ha osato dare qualche spintone alla mamma e alla nonna e che continua a sognarlo anche oggi, quella bambina che non capiva perché sua madre era così assente, morta. Quella bambina che usciva da sé, dal suo corpo per analizzarsi, per capirne le emozioni. Quella bambina fin troppo analitica, amata morbosamente. Quella bambina che ancora è lì, sempre più piccola però. Ma ancora tanto arrabbiata. E soffocata.

E ora c’è quella adulta, quella che vuole tirar fuori le cose belle della bambina, vuole amare, ci vuole riuscire, vuole fare il lavoro che le è sempre piaciuto, vuole trovare conferma delle cose belle vivendo se stessa e gli altri, vuole sedare la rabbia piangendo.

Questa sono io. E so che là fuori nel mondo è dura perché è difficile trovare spazio per i buoni sentimenti. E’ più facile trovarne per quelli cattivi. E’ più facile trovare spazio per le emozioni represse.

Vediamo. Sono d’accordo: alla vita e di quel che sarà

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come psyco??? non ci credo che non sapevi perchè prendevi gli schiaffi... ora almeno lo sai???

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A volte ho come l’impressione che tutto sia costruito. Tutto finto, che non rispecchia ciò che l’uomo sente davvero. In realtà ho questa percezione perché sono io. Credo che ho avuto e ancora ne ho paura di tirare fuori qualcosa da me, quello che in fondo c’è sempre stato, soffocato da rapporti familiari dove occorreva fingere di essere più forti per difendersi. Ma al tempo stesso i miei genitori e l’ambiente dove sono vissuta mi hanno dato qualcosa. Forse appunto ne devo prendere coscienza, devo saper prendere tutto ciò che è stato soffocato ma che mi è stato dato. Sentimenti di tenerezza, compatimento, solidarietà, il sentimento dell’amicizia, dell’aiuto, del tendere sempre una mano. E cercare di capire che i sentimenti di risentimento, a volte anche il sadismo, quella violenza fisica repressiva verso chi come una bambina era indifesa e non capiva perché, che cosa avesse fatto di così orribile per meritarsi gli schiaffi, le botte, le grida di non capire niente, di essere una p…., per avere semplicemente parlato durante la cena. Quella bambina brava a scuola, brava nello sport, quella bambina sensibile che si sapeva assumere responsabilità, che sognava con la nonna nel terrazzo guardando le stelle, o che parlava di essere giusti e che siamo tutti uguali già a dieci anni.  

Quella bambina che ogni tanto diventava aggressiva nelle parole e nei gesti, che ha osato dare qualche spintone alla mamma e alla nonna e che continua a sognarlo anche oggi, quella bambina che non capiva perché sua madre era così assente, morta. Quella bambina che usciva da sé, dal suo corpo per analizzarsi, per capirne le emozioni. Quella bambina fin troppo analitica, amata morbosamente. Quella bambina che ancora è lì, sempre più piccola però. Ma ancora tanto arrabbiata. E soffocata.  

E ora c’è quella adulta, quella che vuole tirar fuori le cose belle della bambina, vuole amare, ci vuole riuscire, vuole fare il lavoro che le è sempre piaciuto, vuole trovare conferma delle cose belle vivendo se stessa e gli altri, vuole sedare la rabbia piangendo.

Questa sono io. E so che là fuori nel mondo è dura perché è difficile trovare spazio per i buoni sentimenti. E’ più facile trovarne per quelli cattivi. E’ più facile trovare spazio per le emozioni represse.  

Vediamo. Sono d’accordo: alla vita e di quel che sarà

Tutto bello e sano

ma gli altri non sono i cattivi

il mondo e la vita non sono così distinte............. da noi

E' un luogo comune sentirsi degli incompresi più spesso siamo noi che non sappiamo ascoltarci e ci esercitiamo spesso nel dirci.... non ti capuiscono .... i cattivi sono sempre gli altri....

io se sono solo sicuramente me lo merito e non me la prendo con il mondo o con le donne....

i tuoi sentimenti sono positivi ma smettila di credere di essere un'isola felice incompresa.... così fai solo il tuo male perchè non ti adegui alle circostanze della vita e non fai altro che riapprovare te stessa.....

quante alle sberle chi te le dava comunque era una persona intellettualmente "inadeguata" e semplicistica....

ciao.

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Provocatorio ma utile. Si lo so perchè.

E non ha senso.

Quanto al resto del mondo. Lo accetto, la conseguenza non è rabbia e perdita di sentimento e significato.

Solo colpa mia? non credo. Ieri ho letto un libro di 300 pagine in una volta. A chi ne soffre o chi si occupa della tematica lo consiglio: La dissociazione: i cinque sintomi fondamentali. M. Steinberg.

Bello. Interessante.

A chi non dubita del mondo esterno consiglierei la parte della dissociazione nella società come malattia di questo secolo.

Interessante.

Buona lettura.

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Comunque bisogna stabilire un patto di convivenza con il mondo sia interno sia esterno.....................poi mettiamoci quello che vogliamo ma l'esistenza con gli altri è comunque un compromesso

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