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Senso di Colpa


giovanni6920

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Ciao amici, visto che sono un'esperto nel farmi troppi sensi di colpa, triste diagniosi del mio primo terapeuta, vorrei condividere con voi che siete interessati a sviluppare con me se ne avete il desiderio, questo tema.

Come prima traccia di questo topic, mi piacerebbe conoscere meglio da dove nasce il senso di colpa. Io provo a dare una risposta a questa domanda, che nasca dal desiderio di sentirsi più sollevati dal fatto di avere fatto una cattiva azione, e quindi con una sorta di punizione, ci solleviamo l'animo!

Personalmente ho una gran confusione su questo tema, e mi piacerebbe scambiare con voi le voste opinioni, la vostra percezione del senso di colpa e se c'è un'impavido coraggioso che possa dare una risposta, allora sii altruista e di la tua! :roll:

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Ciao amici, visto che sono un'esperto nel farmi troppi sensi di colpa, triste diagniosi del mio primo terapeuta, vorrei condividere con voi che siete interessati a sviluppare con me se ne avete il desiderio, questo tema.

Come prima traccia di questo topic, mi piacerebbe conoscere meglio da dove nasce il senso di colpa. Io provo a dare una risposta a questa domanda, che nasca dal desiderio di sentirsi più sollevati dal fatto di avere fatto una cattiva azione, e quindi con una sorta di punizione, ci solleviamo l'animo!

Personalmente ho una gran confusione su questo tema, e mi piacerebbe scambiare con voi le voste opinioni, la vostra percezione del senso di colpa e se c'è un'impavido coraggioso che possa dare una risposta, allora sii altruista e di la tua! :roll:

Condivido la tua interpretazione del senso di colpa. Aggiungerei che il senso di colpa ha una altra caratteristica, non proprio da perseguire, e che lo lega al concetto di "manipolazione" degli altri e di se stessi, come tu già hai evidenziato per una parte.Cioè il senso di colpa mi predispone ad una "riparazione" che spesso è maggiore del male, in quanto tendiamo a far accettare all'altro una nostra ulteriore azione che serve solo, nel tentativo di pareggiare il conto, a far star bene noi principalmente e non l'altro. In questo senso la azione negativa andrebbe semplicemente vissuta come un piccolo fallimento ( non è mai la fine del mondo in fondo...) e soprattutto cercando di capire il perchè del nostro agire: se una cosa la abbiamo fatta e perchè volevamo , avevamo bisogno di farla...a che serve pentirsi? Basterebbe cercar di capire a cosa ci serviva quella data azione, tenendo altresì presente, che spesso, la manipolazione non è mai univoca,ma sempre bilaterale...cioè bisognerebbe anche cercare di capire in che modo l'altro non ha evitato di subire la nostra azione, perchè anche lui aveva bisogno che noi la mettessimo in atto.

Certo mi rendo conto che per verificare la validità di quanto dico, bisognerebbe farsi degli esempi in cui non pensiamo subito al perchè io, per esempio, avevo bisogno che uno mi rompesse la testa...magari è meglio cominciare con un esempio più semplice...: per esempio,perchè hai messo la faccina del roll?Perchè hai bisogno di farmi sentire altruista?

Insomma io ti ho risposto solo perchè mi andava di farlo, non è che adesso mi sento più "buono"... :)

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Ciao Aioblu, se potessi vedere in questo momento il mio viso, vedresti un senso di sodisfazione per via del fatto, che mi sono connesso apposta per vedere se c'era una risposta al topic che ho lanciato quanche ora fa, non so spiegarti con precisione, ma avevo proprio la sensazione che tu saresti stato tra le persone che avrebbero accolto il mio appello nello scambio di opinione su questo tema.

Permettimi di risponderti alla tua affermazione sul fatto che mi hai chiesto se io ho bisogno di farti sentire altruista!

Ho letto tanti dei tuoi interventi che ti reputo una persona intelligente e anche un poco provocatoria, da non credere che pensi veramente al fatto che ho bisogno di farti sentire altruista :evil:

Sei una persona furba, cosa si cela dietro questa tua affermazione!Confessa.......

Come ben avrai capito, il mio era un'invito allo scambio di opinioni e non un desiderio di far sentire altruista, ne a te personalmente,ne altri, in quanto testuali parole del mio precedente Topic: SE C'E' UN IMPAVIDO CORAGIOSO CHE POSSA DARE UNA RISPOSTA,ALLORA SII ALTRUISTA E DI LA TUA!

Non voglio pensare che ti sei etichettato da solo la virtù di ALTRUISTA.

Spero che non prendi quanto sopra detto come un fatto personale, il mio e solo un modo di rispondere in modo libero, senza crearmi tante resistenze, ti dico una cosa, il principio che mi sono posto quando mi sono iscritto a questo forum, è proprio quello di dire tutto quello che mi passava per la mente, e in questo momento sto tenendo fede a questo principio.

Per quanto riguarda la tua risposta, trovo molto interessante quanto mi hai scritto, sinceramente non ho mai pensato al fatto che le azioni avessero un effetto bipolare, come hai affermato tu, o meglio non ne sono pienamente conscio quando faccio un'azione, che potrebbe provocare dei sensi di colpa.

Lasciami dire che dietro una mia azione come penso del resto per la maggior parte degli esseri umani, vi sono un miscuglio di emozioni, ma il punto sta su come si vivono queste emozioni in un determinato momento x fino al punto di provocare sensi di colpa.

Adesso potremmo dilagare il dibattito con il dire che abbiamo delle diverse strutture psichiche che ci fanno agire in un determinato modo, mensionando magari il nostro IO ch eva in contrasto con il SUPER IO, deviato dal nostro INCONSCIO, ma questo è un'altro film.

Comunque grazie AIOBLU e ora che ci penso voglio anche ringrazianrti per via del fatto che hai cambiato il tuo AVATAR, sai ho smesso di fumare da tre mesi e mi dava fastidio vedere te con la sigaretta in bocca. :D

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cosa nasconde... :)

io ho un bisogno che potrei definire assoluto di fare "esattamente" quello che sento di fare. Non sempre è per me agevole capire cosa davvero io desideri...ma non credo che quello che si può desiderare, sentire davvero, possa mai coincidere con l'essere altruista...la (bi)polarità ( da non confondere col disturbo bipolare - ma che sarà poi sto disturbo bipolare?....)è quel concetto secondo il quale in ogni azione puoi ritrovare il bello e il brutto, il buono ed il cattivo, l'amore e l'odio...e tutti gli opposti che ora possono venirci in mente...

da questo consegue che ogni nostra azione potrebbe essere fonte di senso di colpa...

spero di averti chiarito quello che mi chiedevi... :D e che tu fai un altro piccolo sforzo per rispondere alla mia domanda rimasta inevasa... :wink:

Ciao Giovanni.

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Avete mai provato SENSI DI COLPA per essere stati lodati, apprezzati per qualche vostra azione? A me è capitato. vuol dire probabilmente che spesso si fa del bene per sentirsi buoni, bravi ed apprezzati. Dopo però ci si rende conto che non si è stati veramente "buoni", ma c'era molto "io" nel nostro agire...da cui i sensi di colpa al momento degli elogi ricevuti. Non era un po' questa una parte del discorso di aioblu nel blu dipinto di blu? :wink:

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Aioblu, scusami se sono stato evasivo nel mio ultimo intervento, infatti, di tutto ho scritto tranne che dare una risposta al tuo questito. Se ti riferisci al quesito sul perchè ho bisogno di farti sentire altruista, in parte ti ho già risposto, forse inconsciamente ho nascosto tale risposta, ma se proprio devo esprimere alla lettera quello che si cela dietro ad un desiderio di far sentire altruiste le persone, è forse una specie di moneta che mi sento in dovere di dare, alle persone che avrebbero raccolto il mio appello al rispondere al mio quesito. Se penso bene alla mia vita trascorsa fin da questo momento, essa è stata caratterizzata da un comportamento remissivo nei confronti del prossimo, almeno fin quando si è manifestato in tutta la sua potenza la mia psicosi. Dopo di ciò, tutto è stato diverso, non potevo più far finta di niente, e ho dovuto essere sincero e leale nei confronti della mia personalità che si è ribellata, tenendo ben presente che dovevo assumere un nuovo stile di vita. Basta! con il fatto di essere troppo servili nei confronti degli amici dei colleghi, basta! con il rimuginare in silenzio, basta! con quel senso di vergogna dei miei pensieri cosi apparentemente inconfessabili.

La mia vita in un certo senso, dopo la mia prima psicosi, è cambiata radicalmente, come se in un certo senso, sono rinato di nuovo e adesso dopo 5 anni, finalmente sto imparando ha camminare di nuovo, sto crescendo, con una nuova consapevolezza di me stesso, con un nuovo desiderio di manifestare la mia personalità e non copiare la personalità dell'amico del momento e della donna affianco, idealizzando queste persone e mettendole in un piedistallo che sicuramente non meritano, a discapito della mia reale personalità.

Ma tutto questo non deve portare lontano al tema principale sul quele si fonda questo dibattitto del SENSO DI COLPA.

Si mi sento in colpa, e sai per quale motivo, per avere vissuto una vita che volevano le persone ha me vicino, ma non avere vissuto una vita che volevo io.

Tornando a riflettere su quanto si è detto in precedenza, sulla bipolarità, le azioni che facciamo sono fatte perchè le vogliamo noi, perchè in modo consapevole o no le vogliono o le provocano le persone che le subiscono, ma adesso mi sorge la domanda sul perchè; abbiamo così tanto bisogno di sbattere la testa al senso di colpa, suscitandolo a noi stessi o suscitandolo alle persone che ci stanno accanto?

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Aioblu, scusami se sono stato evasivo nel mio ultimo intervento, infatti, di tutto ho scritto tranne che dare una risposta al tuo questito. Se ti riferisci al quesito sul perchè ho bisogno di farti sentire altruista, in parte ti ho già risposto, forse inconsciamente ho nascosto tale risposta, ma se proprio devo esprimere alla lettera quello che si cela dietro ad un desiderio di far sentire altruiste le persone, è forse una specie di moneta che mi sento in dovere di dare, alle persone che avrebbero raccolto il mio appello al rispondere al mio quesito. Se penso bene alla mia vita trascorsa fin da questo momento, essa è stata caratterizzata da un comportamento remissivo nei confronti del prossimo, almeno fin quando si è manifestato in tutta la sua potenza la mia psicosi. Dopo di ciò, tutto è stato diverso, non potevo più far finta di niente, e ho dovuto essere sincero e leale nei confronti della mia personalità che si è ribellata, tenendo ben presente che dovevo assumere un nuovo stile di vita. Basta! con il fatto di essere troppo servili nei confronti degli amici dei colleghi, basta! con il rimuginare in silenzio, basta! con quel senso di vergogna dei miei pensieri cosi apparentemente inconfessabili.  

La mia vita in un certo senso, dopo la mia prima psicosi, è cambiata radicalmente, come se in un certo senso, sono rinato di nuovo e adesso dopo 5 anni, finalmente sto imparando ha camminare di nuovo, sto crescendo, con una nuova consapevolezza di me stesso, con un nuovo desiderio di manifestare la mia personalità e non copiare la personalità dell'amico del momento e della donna affianco, idealizzando queste persone e mettendole in un piedistallo che sicuramente non meritano, a discapito della mia reale personalità.

Ma tutto questo non deve portare lontano al tema principale sul quele si fonda questo dibattitto del SENSO DI COLPA.

Si mi sento in colpa, e sai per quale motivo, per avere vissuto una vita che volevano le persone ha me vicino, ma non avere vissuto una vita che volevo io.

Tornando a riflettere su quanto si è detto in precedenza, sulla bipolarità, le azioni che facciamo sono fatte perchè le vogliamo noi, perchè in modo consapevole o no le vogliono o le provocano le persone che le subiscono, ma adesso mi sorge la domanda sul perchè; abbiamo così tanto bisogno di sbattere la testa al senso di colpa, suscitandolo a noi stessi o suscitandolo alle persone che ci stanno accanto?

non mi sembra che tu ti sia discostato, nella prima parte del tuo messaggio, dal tema principale. Infatti il senso di colpa è parente stretto della manipolazione, di se stessi e degli altri. Quindi in effetti le cose avvengono sempre in due direzioni, te e l'altro, da te verso l'altro e dall'altro verso di te. Quindi quando tu dici di aver subito gli altri non fai altro che dire che per tuo ( presunto) tornaconto non hai fatto altro che decidere di malipolarli ( prenderli per i fondelli altrimenti detto....)e quindi eri tu che pensavi di star bene in quel modo, non di far star bene loro...

E' chiaro che dall'altro lato qualcuno gli faceva comodo questo tuo atteggiamento manipolativo , che ti portava a non rischiare di più nei rapporti e quindi a non essere te stesso in profondità, ma il tuo fingere rendeva le cose anche più semplici, ( più semplici da un punto di vista negativo...) per chi ti stava vicino che poteva far finta con poco di interessarsi a te mentre in effetti si occupava di te solo in superficie.Come vedi le cose sono bidirezionali. Se uno ci lascia e perchè anche noi abbiamo fatto in modo che egli ci lasciasse...il senso di colpa serve a coprire questa realtà...

quindi il senso di colpa serve a non vedere il vero perchè delle nostre azioni...ci fa diventare buoni, anche piangere perchè qualcuno se n'è andato quando invece avremmo o avremmo avuto bisogno di mandarlo a quel paese...

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  • 1 month later...

Come vedi le cose sono bidirezionali. Se uno ci lascia e perchè anche noi abbiamo fatto in modo che egli ci lasciasse...il senso di colpa serve a coprire questa realtà...

quindi il senso di colpa serve a non vedere il vero perchè delle nostre azioni...ci fa diventare buoni, anche piangere perchè qualcuno se n'è andato quando invece avremmo o avremmo avuto bisogno di mandarlo a quel paese...

Qualcosa mi sfugge...se qualcuno ci lascia, probabilmente è perché non ce l'abbiamo fatta a cambiare noi stessi nel modo in cui chi ci ha lasciato avrebbe voluto...allora possiamo dire di aver fatto in modo di essere lasciati? Per non essere lasciati avremmo dovuto assumere degli atteggiamenti falsi? Possiamo comunque provare sensi di colpa per non essere riusciti a cambiare. Se l'altra persona ci aveva comunque convinti che questi cambiamenti era opportuno farli. Se in qualche modo dipendevamo psicologicamente dall'altra persona. Tutto ciò indipendentemente dal fatto che i cambiamenti fossero necessari o meno per noi IN ASSOLUTO.

Però la questione somiglia a quella del "tradimento". Io scrissi che non si tradisce se non ci si sente, in qualche modo, traditi. Traditi nelle aspettative, nella considerazione data...ma non credo che la persona che opera il primo "tradimento" voglia coscientemente essere tradita a sua volta. Secondo te, se si viene traditi, è sempre perché comunque si voleva mandare da prima a quel paese la persona che ci ha tradito?

Beh, sembra uno scioglilingua, non l'ho fatto apposta, spero che il concetto si capisca! :wink:

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Non penso che il tradimento debba necessariamente essere considerato una manipolazione dell'altro. Sicuramente è un evento un pò articolato, che include vari fattori. Ora, escludendo il desiderio che il tradimento realizza di incontrare "intimamente" il partner della persona con cui avviene il tradimento, e cioè tematiche legate alla omosessualità "non risolta", allo stesso tempo, ed in fin dei conti dicendo la stessa cosa, il tradimento è un "sincero" tentativo di lanciare un messaggio al proprio partner. La "bidirezionalità" delle dinamiche interpersonali è invece applicabile anche al caso del tradimento, ( come a tutte le altre del resto...) quindi la risposta alla tua domanda, da parte mia, è affermativa, nel senso che anche chi viene tradito, stimolando l'altro al tradimento, cerca di lanciare un messaggio all'altro, ma anche a se stesso...esempio, se io so che sono troppo possessivo, e non riesco a liberarmi di questo mio tratto, magari inducendo l'altro a tradirmi, mi metterò nella condizione di "avere uno scossone" e quindi cominciare a riflettere ed agire più efficacemente nei confronti di questo mio tratto ossessivo, oltre a dire a lui "cerca di liberarti di questo mia eccessiva possessività". Quindi più che liberarsi completamente dell'altro, in realtà si desidera liberarsi solo di una certa cosa dell'altro, ma anche di qualcosa di se stessi...

Chiudo dicendo che in un rapporto è manipolativo cercare di essere come l'altro ci vuole e non viceversa quando si è se stessi...cioè in un rapporto sano e durevole, non si coltiva alcuna aspettativa sull'altro...nè lo si rimprovera per quello che non è e che a noi invece farebbe piacere che fosse...quella è proprio la strada per il tradimento...

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  • 6 months later...
 
 
certo! ci permettere di sopravvivere  :wink:  :roll:

Infatti l'incapacità di provare sensi di colpa è considerato un possibile

sintomo di "psicopatia", giusto? :wink:

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Andando fuori dal tema di questo topic vorrei farvi una domanda, avvolte mi capita di stare per dire una cosa ma nell'immediato momento che la sto per dire valuto la cosa e dopo anzichè spararla, subito dopo dico tutt'altra cosa, a voi capita?

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certo :LOL:

ogni qualvolta vogliamo nascondere qualcosa agli altri, ma anche a noi stessi.... :D

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Se si potesse portare sulla sfera conscia tutto il materiale inconscio depositato da anni voi lo vorreste?

Certo se fosse possibile dovremmo rinuciare ad uno delle nostre strutturte psichiche, ma mettiamo caso fosse possibile vi farebbe piacere avere conscio l'inconscio?

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guarda che in realtà è possibilissimo :LOL:

e credo sia l'unico modo per conoscere VERMANETE noi stessi..... :D

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Non credo che sarebbe veramente utile, non i molti casi, quando faticosamente ti sei costruito un equilibrio, cercando di rimuovere quello che rendeva difficile ciò: c'è il rischio di lasciarsi travolgere da elementi ancora distruttivi....

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Andando fuori dal tema di questo topic vorrei farvi una domanda, avvolte mi capita di stare per dire una cosa ma nell'immediato momento che la sto per dire valuto la cosa e dopo anzichè spararla, subito dopo dico tutt'altra cosa, a voi capita?

Certo che mi capita, ma credo che si tratti di insiurezza!!

Alla fine si dice la cosa più ovvia, o più condivisibile, per evitare di essere corretti, proprio perchè si è insicuri di se stessi.

Qante volte mi sono mangiate le mani per non aver detto quello che veramente pensavo, e poi è uscito fuori che era la cosa migliore da dire!!!!

Riguardo ai sensi di colpa, bè credo che quelli sono collegati alle nostre insicurezze, al fatto che non esplicitiamo ciò che siamo veramente.

E poi ci sentiamo in colpa verso noi stessi. Perlomeno io non mi sento mai in colpa verso gli altri, perchè in fondo a loro va bene che io sia "come vogliono loro", sono io quella che non sta bene, che non è contenta. Queste cose le ho capite fsacendo psicoterapia, e mi ha aiutato molto ad essere più sicura di me. Proprio l'altro giorno dicevo alla mia psicologa, che finalmente mi sembra di uscire da dietro le quinte e cominciare ad essere protagonista della mia vita!!!!Ho ancora molto cammino da fare ma almeno so qual'è la strada....

Certo che vorrei sapere tutto quello che c'è nel mio inconscio, solo così mi conoscerei veramente e sarei vera, libera, con tutti i pregi e difetti. Perchè conoscersi è la prima fase, accettarsi è quella più difficile. :LOL:

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Per quanto ne sappia la rimozione è un meccanismo di difesa per il nostro equilibrio interiore, ma e pur vero che tutto cio che è rimosso e quindi depositato nel nostro inconscio emerge continuamente ogni qual volta ci apprestiamo a fare qualcosa pertinente a cio che abbiamo rimosso dandoci una sensazione di disagio nello svolgere tale attività. Per chi fa psicoterapia sa benisssimo che l'analisi verte sull'obiettivo di addestrare a far riemergere gli impulsi inconsci e portarli nella sfera conscia affrontando e disarmando gradualmente quanto rimosso.

Vorrei sapere il vostro parere in merito, voi cosa ne pensate di quanto detto?

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Non credo che sarebbe veramente utile, non i molti casi, quando faticosamente ti sei costruito un equilibrio, cercando di rimuovere quello che rendeva difficile ciò: c'è il rischio di lasciarsi travolgere da elementi ancora distruttivi....

se questo famoso equilibrio dovesse essere messo in crisi da qualche "stupidaggine", allora non dovrebbe essere poi cosi degno di essere chiamato tale... o no? :LOL:

traduzione: il presunto equilibrio è solo una farsa :D

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Per quanto ne sappia la rimozione è un meccanismo di difesa per il nostro equilibrio interiore, ma e pur vero che tutto cio che è rimosso e quindi depositato nel nostro inconscio emerge continuamente ogni qual volta ci apprestiamo a fare qualcosa pertinente a cio che abbiamo rimosso dandoci una sensazione di disagio nello svolgere tale attività. Per chi fa psicoterapia sa benisssimo che l'analisi verte sull'obiettivo di addestrare a far riemergere gli impulsi inconsci e portarli nella sfera conscia affrontando e disarmando gradualmente quanto rimosso.  

Vorrei sapere il vostro parere in merito, voi cosa ne pensate di quanto detto?

Da poco ho affrontato questo argomento, io credo che prima o poi quello che c'è dentro dovrà uscire e far male, allora prendiamo il toro per le corna e affrontiamo questo inconscio.

Io per esempio sto affrontando questo ema con la mia psicologa, pechè ho proprio la sensazione di qualcosa che è accaduto, che mi fa star male, ultimamente poi sto facendo anche dei sogni che insieme a lei sto analizzando, non è facile ma mi sono messad'impegno. E' inutile lasciarli dormire, sono convinta che si desteranno presto!!!!!

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  • 2 weeks later...

Amici, vi va di dirmi la vostra opinione su cosa sia secondo voi la resistenza? Chiaramente in senso psicologico!

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