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La gran cosa è resistere e fare il nostro lavoro e vedere e udire e imparare e capire, e scrivere quando si sa qualcosa; e non prima; e, porco cane, non troppo dopo.

Ernest Hemingway, Morte nel pomeriggio

:hi::thumbdown::drinks::ola:

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"C'è un quadro che Picasso dipinse a 91 anni, un anno prima della morte, intitolato "Il giovane pittore".E' lo schizzo ad olio,

buttato giù liberamente con ampie pennellate- bianchi, grigi, blu ardesia e nero -, di un volto piccolo,di ragazzo,dagli occhi scuri,pungenti e

incavati, che ti fissa da sotto un grande cappello floscio,con in mano una tavolozza e un pennello.Il bianco su bianco gli conferisce

un che di fantasma,di clown, di angelo, ma anche di osservatore innocente, per quanto vivo e intensamente concentrato, la cui

vivacità mercuriale è stata appena colta dal pittore.[...]

Sulla tela è fissato il Picasso invisibile, un autoritratto del demone che lo abitò per tutta la vita. Alla fine, emerge e si rivela.

E dice: " Eccomi.E' questo che sei, Picasso.Tu sei me, il pittore sempre giovane.Io sono il clown, l'innocente, l'occhio vivace,

l'occhio scuro, il Mercurio dai rapidi movimenti, la sentimentale malinconia del colore bluastro,il ragazzino.Il sono il tuo

fantasma.Ora puoi vedere chi ti spinge,cosa ti ha mantenuto fresco e ardente.Adesso puoi morire."

E' come se Picasso avesse realizzato e attualizzato e individuato questo personaggio per tutta la vita,fin da quando era

un pittore adolescente eccezionalmente dotato.

Un ritratto del nucleo germinale,della ghianda, dipinto dalla quercia.

L'immagine di Picasso conferma la teoria secondo la quale il compito principale non è la mia individuazione, ma l'individuazione

dell'angelo: la materializzazione con colori,pennelli, e tela del demone di Picasso.

Nel ta'wil (arte di leggere e interpretare la vita) dobbiamo leggere le cose tornando alle loro origini e al loro principio,ai loro archetipi.

Nel ta'wil bisogna riportare le forme sensibili alle forme immaginative e poi risalire ai significati più alti.[...]Questa idea può essere applicata anche alla nostra vita:dobbiamo cominciare con l'angelo, il giovane pittore che sta cercando di entrare nel mondo sensibile ed individuarsi attraverso la vita di Picasso."

Come mai questo?Perchè l'attività primaria della vita è l'immaginazione."

Hillman-Ventura, Cent'anni di psicoanalisi....

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"Benché la mia virtù non sia pari a quella dei Cinque Imperatori, né la mia abilità eguagli quella dei Tre Re o la

mia conoscenza sia come quella del Duca di Chou, ritengo di poter mettere fine ai soprusi e alla lotta armata in

questi modi: coltivando intensamente i valori della solidarietà e della giustizia, modellando il mio comportamento

con i riti e la musica, e lasciando i miei indumenti militari appesi al chiodo."

(Sun Pin, "La strategia militare")

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"In questo medesimo istante [...] i più terribili orrori accadono da un capo all’altro del mondo. Intere moltitudini sono schiacciate, tagliate, sventrate, mutilate; i loro cadaveri si decompongono e i loro occhi imputridiscono insieme col resto. Grida di dolore e di spavento corron per l’aria alla velocità di quattrocento metri al secondo. Dopo aver viaggiato tre secondi, diventano perfettamente impercettibili. Sono, questi, fatti angosciosi; ma impediscono forse a qualcuno di goder la vita? No certo. Noi tutti proviamo compassione, senza dubbio, ci rappresentiamo grazie alla immaginazione le sofferenze dei popoli e degli individui, e le deploriamo. Ma in fin dei conti, che cosa sono la compassione e l’immaginazione? Assai poco; a meno che la persona per cui proviamo compassione non sia intimamente legata a noi da vincoli d’affetto, e, anche in questo caso, quel che proviamo non è gran che. D’altronde meglio così: perchè, se noi avessimo una immaginazione e una compassione abbastanza vive per comprendere pienamente e provare le sofferenze degli altri, non avremmo più un momento di pace. Una razza veramente pietosa, non conoscerebbe nemmeno il senso della parola felicità. Ma, fortunatamente, come ho già detto, noi non apparteniamo a una razza pietosa. Al principio della guerra, mi pareva di soffrire nella mia immaginazione e nella mia sensibilità, all’unisono con quelli che soffrivano nella loro carne. Ma dopo un mese o due, dovetti ammettere onestamente che non era vero. E nondimeno, io credo di avere un’immaginazione più viva di quella della maggior parte dei miei simili. Noi siamo soli nella sofferenza; è un fatto deprimente se si è la persona che soffre, ma che rende possibile la felicità del resto del mondo."

Aldous Huxley, Giallo cromo

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  • 2 weeks later...

"Debitamente provata, la bugia era adesso legalmente vera. Per gli intelletti addestrati alla legge, la verità legale è la stessa cosa della verità senza riserve."

"In quanto essa fa sorgere e giustifica passioni come la paura, la scupolisità, la santa indignazione, il patriottismo come istituzione e l'odio in parte, in quanto insiste sulle virtù redentrici di certe nozioni teologiche, di certe venerate combinazioni di parole, la religione è un ostacolo sulla via della realizzazione."

"Coloro che combattono non per dio in se stessi, ma contro il diavolo negli altri, non riescono mai a migliorare il mondo, ma lo lasciano com'era, o qualche volta anche leggermente peggiore di com'era, prima che cominciasse la crociata. Pensando principalmente al male, noi tendiamo, per quanto eccellenti siano le nostre intenzioni, a creare occasioni perchè il male si manifesti."

AldousHuxley*I Diavoli di Loudoun

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  • 2 weeks later...

Ma quante sono le menti umane capaci di resistere alla lenta, feroce, incessante, impercettibile forza di penetrazione dei luoghi comuni?�

Primo Levi, La tregua

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“Lei non è del Castello, lei non è del paese, lei non è nulla. Eppure anche lei è qualcosa, sventuratamente è un forestiero, uno che è sempre di troppo e sempre tra i piedi, uno che vi procura un sacco di grattacapi, (…) che non si sa quali intenzioni abbia…” (F. Kafka, Il Castello)

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  • 3 months later...

- C'è una vecchia favola - disse Hardin - vecchia forse quanto l'umanità, poiché i

documenti più antichi che la riportano non sono che copie di testi ancora più antichi,

che troverete interessante, Wienis. La storia è pressapoco questa. Un cavallo che

aveva per nemico un lupo pericoloso e feroce viveva continuamente nel terrore.

Ridotto alla disperazione, decise di procurarsi un forte alleato. Incontrò un uomo e

gli propose un patto facendogli notare come il lupo fosse, in fondo, anche un suo

nemico. L'uomo acconsentì e si offrì di uccidere immediatamente il lupo perché il

suo nuovo amico accettasse di collaborare mettendogli a disposizione la sua grande

velocità. Il cavallo, contento, si lasciò mettere le briglie e la sella. L'uomo gli balzò in

groppa, diede la caccia al lupo e lo uccise. Il cavallo, finalmente liberato dall'incubo,

ringraziò l'alleato e disse: "Ora che il nostro nemico è morto toglimi le briglie e rendimi

la libertà". L'uomo rise di cuore e replicò: "Ma che cosa stai dicendo? Hop! Hop!" e diede

un colpo di speroni.

(Fondazione, Isaac Asimov)

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LETTERA SPEDITA AI GENITORI DA UNA STUDENTESSA

Cari papa' e mamma,

da quando sono partita per il collegio ho trascurato di scrivervi e mi dispiace della mia negligenza per non aver scritto prima d'ora. Adesso voglio informarvi di tutto, ma prima di leggere, per piacere mettetevi a sedere. Non leggete più avanti se non siete seduti, d'accordo?

Bene, allora, sto abbastanza bene ormai. La frattura del cranio con commozione cerebrale che mi sono fatta saltando dalla finestra del dormitorio quando è andato a fuoco, poco dopo il mio arrivo, ora è guarita discretamente. All'ospedale sono rimasta appena due settimane e ora ci vedo quasi normalmente; ho solo mal di testa una volta al giorno. Per fortuna, all'incendio del dormitorio e al mio salto dalla finestra assisté un benzinaio che lavora qui accanto: è stato lui a chiamare i pompieri e l'ambulanza. È venuto anche a trovarmi all'ospedale e siccome non sapevo dove andare per via dell'incendio, è stato tanto carino da invitarmi a dividere con lui il suo appartamento. A dire la verità, è una stanza nello scantinato, ma è piuttosto graziosa. E un gran bel ragazzo e ci siamo innamorati alla follia e abbiamo intenzione di sposarci. Non abbiamo ancora deciso il giorno esatto, ma sarà prima che si cominci a vedere la mia gravidanza...

Ebbene sì, mamma e papà, sono incinta. Lo so che non vedete l'ora di diventare nonni e so che avrete per il bambino lo stesso affetto e la stessa tenerezza che avete avuto per me quando ero piccola. La ragione del ritardo del nostro matrimonio è che il mio ragazzo ha una piccola infezione che ci impedisce di fare gli esami del sangue prematrimoniali; anzi, per disattenzione l'ha attaccata anche a me. Sa che lo accoglierete in famiglia a braccia aperte. E' gentile, benché non sia tanto istruito, ha una grande ambizione. Anche se è di razza e religione diverse dalle nostre, so che la tolleranza che avete manifestato così spesso non vi permetterà di prendervela per questo..

Ora che vi ho aggiornati, voglio dirvi che non c'è stato nessun incendio, non ho avuto fratture del cranio o commozioni cerebrali, non sono stata all'ospedale, non sono incinta, non sono fidanzata, non ho preso nessuna infezione e non ho nemmeno il ragazzo. Però ho avuto appena la sufficienza in storia e sono stata bocciata in chimica, ma voglio che questi voti li vediate nella prospettiva giusta

Con tanto affetto, vostra figlia

Maria

Maria sarà bocciata in chimica, ma in psicologia si merita il massimo dei voti.

Le armi della persuasione, R. Cialdini

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LETTERA SPEDITA AI GENITORI DA UNA STUDENTESSA

Cari papa’ e mamma,

da quando sono partita per il collegio ho trascurato di scrivervi e mi dispiace della mia negligenza per non aver scritto prima d’ora. Adesso voglio informarvi di tutto, ma prima di leggere, per piacere mettetevi a sedere. Non leggete più avanti se non siete seduti, d’accordo?

Bene, allora, sto abbastanza bene ormai. La frattura del cranio con commozione cerebrale che mi sono fatta saltando dalla finestra del dormitorio quando è andato a fuoco, poco dopo il mio arrivo, ora è guarita discretamente. All’ospedale sono rimasta appena due settimane e ora ci vedo quasi normalmente; ho solo mal di testa una volta al giorno. Per fortuna, all’incendio del dormitorio e al mio salto dalla finestra assisté un benzinaio che lavora qui accanto: è stato lui a chiamare i pompieri e l’ambulanza. È venuto anche a trovarmi all’ospedale e siccome non sapevo dove andare per via dell’incendio, è stato tanto carino da invitarmi a dividere con lui il suo appartamento. A dire la verità, è una stanza nello scantinato, ma è piuttosto graziosa. E un gran bel ragazzo e ci siamo innamorati alla follia e abbiamo intenzione di sposarci. Non abbiamo ancora deciso il giorno esatto, ma sarà prima che si cominci a vedere la mia gravidanza...

Ebbene sì, mamma e papà, sono incinta. Lo so che non vedete l’ora di diventare nonni e so che avrete per il bambino lo stesso affetto e la stessa tenerezza che avete avuto per me quando ero piccola. La ragione del ritardo del nostro matrimonio è che il mio ragazzo ha una piccola infezione che ci impedisce di fare gli esami del sangue prematrimoniali; anzi, per disattenzione l’ha attaccata anche a me. Sa che lo accoglierete in famiglia a braccia aperte. E gentile, benché non sia tanto istruito, ha una grande ambizione. Anche se è di razza e religione diverse dalle nostre, so che la tolleranza che avete manifestato così spesso non vi permetterà di prendervela per questo..

Ora che vi ho aggiornati, voglio dirvi che non c’è stato nessun incendio, non ho avuto fratture del cranio o commozioni cerebrali, non sono stata all’ospedale, non sono incinta, non sono fidanzata, non ho preso nessuna infezione e non ho nemmeno il ragazzo. Però ho avuto appena la sufficienza in storia e sono stata bocciata i chimica, ma voglio che questi voti li vediate nella prospettiva giusta

Con tanto affetto, vostra figlia

Maria

Maria sarà bocciata in chimica, ma in psicologia si merita il massimo dei voti.

Le armi della persuasione, R. Cialdini

:Whistle::D:

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LETTERA SPEDITA AI GENITORI DA UNA STUDENTESSA

Cari papa' e mamma,

da quando sono partita per il collegio ho trascurato di scrivervi e mi dispiace della mia negligenza per non aver scritto prima d'ora. Adesso voglio informarvi di tutto, ma prima di leggere, per piacere mettetevi a sedere. Non leggete più avanti se non siete seduti, d'accordo?

Bene, allora, sto abbastanza bene ormai. La frattura del cranio con commozione cerebrale che mi sono fatta saltando dalla finestra del dormitorio quando è andato a fuoco, poco dopo il mio arrivo, ora è guarita discretamente. All'ospedale sono rimasta appena due settimane e ora ci vedo quasi normalmente; ho solo mal di testa una volta al giorno. Per fortuna, all'incendio del dormitorio e al mio salto dalla finestra assisté un benzinaio che lavora qui accanto: è stato lui a chiamare i pompieri e l'ambulanza. È venuto anche a trovarmi all'ospedale e siccome non sapevo dove andare per via dell'incendio, è stato tanto carino da invitarmi a dividere con lui il suo appartamento. A dire la verità, è una stanza nello scantinato, ma è piuttosto graziosa. E un gran bel ragazzo e ci siamo innamorati alla follia e abbiamo intenzione di sposarci. Non abbiamo ancora deciso il giorno esatto, ma sarà prima che si cominci a vedere la mia gravidanza...

Ebbene sì, mamma e papà, sono incinta. Lo so che non vedete l'ora di diventare nonni e so che avrete per il bambino lo stesso affetto e la stessa tenerezza che avete avuto per me quando ero piccola. La ragione del ritardo del nostro matrimonio è che il mio ragazzo ha una piccola infezione che ci impedisce di fare gli esami del sangue prematrimoniali; anzi, per disattenzione l'ha attaccata anche a me. Sa che lo accoglierete in famiglia a braccia aperte. E' gentile, benché non sia tanto istruito, ha una grande ambizione. Anche se è di razza e religione diverse dalle nostre, so che la tolleranza che avete manifestato così spesso non vi permetterà di prendervela per questo..

Ora che vi ho aggiornati, voglio dirvi che non c'è stato nessun incendio, non ho avuto fratture del cranio o commozioni cerebrali, non sono stata all'ospedale, non sono incinta, non sono fidanzata, non ho preso nessuna infezione e non ho nemmeno il ragazzo. Però ho avuto appena la sufficienza in storia e sono stata bocciata in chimica, ma voglio che questi voti li vediate nella prospettiva giusta

Con tanto affetto, vostra figlia

Maria

Maria sarà bocciata in chimica, ma in psicologia si merita il massimo dei voti.

Le armi della persuasione, R. Cialdini

Meraviglioso

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LETTERA SPEDITA AI GENITORI DA UNA STUDENTESSA

Cari papa' e mamma,

da quando sono partita per il collegio ho trascurato di scrivervi e mi dispiace della mia negligenza per non aver scritto prima d'ora. Adesso voglio informarvi di tutto, ma prima di leggere, per piacere mettetevi a sedere. Non leggete più avanti se non siete seduti, d'accordo?

Bene, allora, sto abbastanza bene ormai. La frattura del cranio con commozione cerebrale che mi sono fatta saltando dalla finestra del dormitorio quando è andato a fuoco, poco dopo il mio arrivo, ora è guarita discretamente. All'ospedale sono rimasta appena due settimane e ora ci vedo quasi normalmente; ho solo mal di testa una volta al giorno. Per fortuna, all'incendio del dormitorio e al mio salto dalla finestra assisté un benzinaio che lavora qui accanto: è stato lui a chiamare i pompieri e l'ambulanza. È venuto anche a trovarmi all'ospedale e siccome non sapevo dove andare per via dell'incendio, è stato tanto carino da invitarmi a dividere con lui il suo appartamento. A dire la verità, è una stanza nello scantinato, ma è piuttosto graziosa. E un gran bel ragazzo e ci siamo innamorati alla follia e abbiamo intenzione di sposarci. Non abbiamo ancora deciso il giorno esatto, ma sarà prima che si cominci a vedere la mia gravidanza...

Ebbene sì, mamma e papà, sono incinta. Lo so che non vedete l'ora di diventare nonni e so che avrete per il bambino lo stesso affetto e la stessa tenerezza che avete avuto per me quando ero piccola. La ragione del ritardo del nostro matrimonio è che il mio ragazzo ha una piccola infezione che ci impedisce di fare gli esami del sangue prematrimoniali; anzi, per disattenzione l'ha attaccata anche a me. Sa che lo accoglierete in famiglia a braccia aperte. E' gentile, benché non sia tanto istruito, ha una grande ambizione. Anche se è di razza e religione diverse dalle nostre, so che la tolleranza che avete manifestato così spesso non vi permetterà di prendervela per questo..

Ora che vi ho aggiornati, voglio dirvi che non c'è stato nessun incendio, non ho avuto fratture del cranio o commozioni cerebrali, non sono stata all'ospedale, non sono incinta, non sono fidanzata, non ho preso nessuna infezione e non ho nemmeno il ragazzo. Però ho avuto appena la sufficienza in storia e sono stata bocciata in chimica, ma voglio che questi voti li vediate nella prospettiva giusta

Con tanto affetto, vostra figlia

Maria

Maria sarà bocciata in chimica, ma in psicologia si merita il massimo dei voti.

Le armi della persuasione, R. Cialdini

:rflmao:

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Non so se sia colpa dei tempi, del mio carattere, di qualcosa che avevo avuto e che era andato perduto. A volte quando si entra in un labirinto come questo, tutto appare lontano ed esteriore, e gioia e dolore svaniscono insieme al senso della realtà.

La mia tristezza, il mio senso della bellezza si manifestano solo dentro un giardino in miniatura. Sono una persona a metà.

Scivolai in una depressione senza fondo.

Forse i fantasmi del passato stavano dando la loro ultima dimostrazione di forza. Mi sentii risucchiare in un canale scuro.

*Strana Storia sulla Sponda del Fiume* - Lucertola - di Banana Yoshimoto

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Io credo che il fiume possieda una forza fatale, che la natura i palazzi e le catene dei monti per il solo fatto di esistere in questo mondo irradino una forza liberatrice. Tutto è collegato, interdipendente, e come parte di questo insieme ho vissuto e continuato a vivere, ma non c'è niente che possa decidere da sola.

E mentre pensavo queste cose, mi sono accorta che qualcosa dentro di me scintillava.

Al mattino la superficie del fiume splende come se migliaia e migliaia di fogli d'oro stropicciati scorressero sull'acqua.

La luce che scintillava dentro di me era altrettanto radiosa.

E per un momento pensai che forse era quella che gli antichi chiamavano speranza.

*Strana Storia sulla Sponda del Fiume* - Lucertola - di Banana Yoshimoto

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Proprio in quel tempo Drogo si accorse come gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangono sempre lontani; che se uno soffre il dolore è completamente suo, nessun altro può prenderne su di sé una minima parte; che se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l'amore è grande, e questo provoca la solitudine della vita.

Dino Buzzati, Il deserto dei Tartari (1940)

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Osare

Scritto da Sara 17 anni

E' osare dire ciò che si pensa , avere il coraggio di dire le stupidaggini che abbiamo in testa o che abbiamo fatto , senza mentire, anche se non si sa la reazione dell'altro. Osare è parlare ai professori senza aggressività e senza dire bugie. Osare è guardarsi , accettarsi senza nascondersi più dietro le apparenze.

Io non oso dirvi che vi voglio bene perchè ho paura di soffrire della vostra assenza.

Avere il coraggio di essere veri è osare.

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Osare

Scritto da Sara 17 anni

E' osare dire ciò che si pensa , avere il coraggio di dire le stupidaggini che abbiamo in testa o che abbiamo fatto , senza mentire, anche se non si sa la reazione dell'altro. Osare è parlare ai professori senza aggressività e senza dire bugie. Osare è guardarsi , accettarsi senza nascondersi più dietro le apparenze.

Io non oso dirvi che vi voglio bene perchè ho paura di soffrire della vostra assenza.

Avere il coraggio di essere veri è osare.

Da Francoise Dolto

Gli adolesenti

Avevo dimenticato di citare la lettura.

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"Devo confessarti una cosa. Io non ho mai potuto capire come si possano amare i nostri prossimi. Secondo me sono proprio i prossimi che non si possono amare; gli altri, i lontani, forse sì, si possono amare. Per amare una persona, occorre che essa si nasconda, perché appena fa vedere il suo vero viso, l’amore scompare"

(F. Dostoevskij, Leggenda del Grande Inquisitore, in I Fratelli Karamazov)

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Divergenza, perché no?

Il titolo nasce da una storiella ebraica fra le più classiche. Ma ha un significato che si protende ben al di là di quello della semplice storiella.

Un gentile, cioè un non ebreo, domanda a un ebreo:
Perché voi ebrei rispondete sempre a una domanda con una domanda
?

E l'ebreo:
E perché no?

E tra le tante storielle di cui [...] è sembrato opportuno inserire queste storielle come illustre esempio di pensiero divergente.

Questa storiella è importante per l'autore ebraico perché muove una questione centrale nell'ebraismo: la domanda.

(....) Essere umano è colui che sa porre domande. Non chi dà risposte, ma chi sa porre domande. Poiché chi pone domande apre alla produzione di senso, apre al futuro (...). La domanda sollecita una risposta anche su questioni già apparentemente chiuse: si trova sempre una nuova domanda."

-------

Un giovanotto, figlio di una famiglia ebraica laica, progressista, dopo essersi laureato in logica e dialettica socratica, va dal rabbino per chiedere qualche lezione di ebraismo. Vuole darsi un'infarinatura di ebraismo, tanto per il bon ton.

Prima di accettare, il rabbino gli chiede se conosce i libri sacri e la lingua: l'ebraico, l'aramaico.

Il giovanotto si mostra impaziente: ricorda al rabbino la sua laurea e gli dice spavaldamente di sottoporlo a un test, per verificare se è adatto.

Il rabbino accetta, avverte il giovanotto di stare ben attento e poi pone la sua domanda:

Due uomini scendono dallo stesso camino, una ha la faccia pulita, l'altro ha la faccia sporca, chi si lava la faccia?

Il giovanotto si mostra irritato per la domanda, che gli sembra una domanda per bambini idioti, e risponde che ovviamente si lava la faccia l'uomo con la faccia sporca.

Sbagliato!
- risponde il rabbino -
L'uomo con la faccia sporca vede l'altro, che ha la faccia pulita, pensa di averla pulita anche lui e quindi non si lava la faccia. L'uomo con la faccia pulita vede l'altro, che ha la faccia sporca, pensa di averla sporca anche lui e quindi si lava la faccia.

Il giovanotto si mostra sconcertato per essere caduto in una trappola così banale e chiede al rabbino di fargli un'altra domanda, cui risponderà con maggiore concentrazione.

Il rabbino accetta, ma ripete la stessa domanda.

Sempre più sconcertato, il giovanotto dice che ha capito, che ora gli è chiaro: si lava la faccia l'uomo con la faccia pulita.

Sbagliato!
- risponde il rabbino -
L'uomo con la faccia pulita vede l'altro, che ha la faccia sporca, pensa di averla sporca anche lui e quindi si lava la faccia. Ma quando l'uomo con la faccia sporca vede l'altro, che ha la faccia pulita, che se la lava, pensa di doversela lavare anche lui.

Il giovanotto balbetta che, certo, è semplicemente la prosecuzione della logica dialettica. Si scusa: è un po' fuori allenamento. Chiede un'altra possibilità.

Il rabbino accetta, ma ripete la stessa domanda.

Il giovanotto non sa più che dire: lo hanno testé stabilito, se la lavano tutti e due, è evidente.

Sbagliato!
- risponde il rabbino -
L'uomo con la faccia sporca vede l'altro, che ha la faccia pulita, pensa di averla pulita anche lui e quindi non si lava la faccia. L'uomo con la faccia pulita vede l'altro, che ha la faccia sporca, pensa di averla sporca, ma vede che quello non se la lava e quindi non se la lava nemmeno lui.

A questo punto il giovanotto è veramente umiliato. Si scusa per essere stato tanto arrogante e scongiura il rabbino di fargli un'ultima domanda.

Il rabbino accetta, ma ripete la stessa domanda.

Il giovanotto, esasperato, risponde che, come hanno appena finito di dire, non se la lava nessuno dei due.

Sbagliato, figliolo!
- risponde il rabbino -
Ma come puoi pensare che due uomini scendano dallo stesso camino e uno abbia la faccia sporca e l'altro ce l'abbia pulita? L'intera questione è un'idiozia!

...Passa la tua vita a rispondere a domande idiote e vedrai cosa capirai dell'ebraismo!

.

M. Ovadia, Perché No? - Bompiani, 1996

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Divergenza, perché no?

Il titolo nasce da una storiella ebraica fra le più classiche. Ma ha un significato che si protende ben al di là di quello della semplice storiella.

Un gentile, cioè un non ebreo, domanda a un ebreo:
Perché voi ebrei rispondete sempre a una domanda con una domanda
?

E l'ebreo:
E perché no?

E tra le tante storielle di cui [...] è sembrato opportuno inserire queste storielle come illustre esempio di pensiero divergente.

Questa storiella è importante per l'autore ebraico perché muove una questione centrale nell'ebraismo: la domanda.

<div align="left">(....) Essere umano è colui che sa porre domande. Non chi dà risposte, ma chi sa porre domande. Poiché chi pone domande apre alla produzione di senso, apre al futuro (...). La domanda sollecita una risposta anche su questioni già apparentemente chiuse: si trova sempre una nuova domanda."

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Un giovanotto, figlio di una famiglia ebraica laica, progressista, dopo essersi laureato in logica e dialettica socratica, va dal rabbino per chiedere qualche lezione di ebraismo. Vuole darsi un'infarinatura di ebraismo, tanto per il bon ton.

Prima di accettare, il rabbino gli chiede se conosce i libri sacri e la lingua: l'ebraico, l'aramaico.

Il giovanotto si mostra impaziente: ricorda al rabbino la sua laurea e gli dice spavaldamente di sottoporlo a un test, per verificare se è adatto.

Il rabbino accetta, avverte il giovanotto di stare ben attento e poi pone la sua domanda:

Due uomini scendono dallo stesso camino, una ha la faccia pulita, l'altro ha la faccia sporca, chi si lava la faccia?

Il giovanotto si mostra irritato per la domanda, che gli sembra una domanda per bambini idioti, e risponde che ovviamente si lava la faccia l'uomo con la faccia sporca.

Sbagliato!
- risponde il rabbino -
L'uomo con la faccia sporca vede l'altro, che ha la faccia pulita, pensa di averla pulita anche lui e quindi non si lava la faccia. L'uomo con la faccia pulita vede l'altro, che ha la faccia sporca, pensa di averla sporca anche lui e quindi si lava la faccia.

Il giovanotto si mostra sconcertato per essere caduto in una trappola così banale e chiede al rabbino di fargli un'altra domanda, cui risponderà con maggiore concentrazione.

Il rabbino accetta, ma ripete la stessa domanda.

Sempre più sconcertato, il giovanotto dice che ha capito, che ora gli è chiaro: si lava la faccia l'uomo con la faccia pulita.

Sbagliato!
- risponde il rabbino -
L'uomo con la faccia pulita vede l'altro, che ha la faccia sporca, pensa di averla sporca anche lui e quindi si lava la faccia. Ma quando l'uomo con la faccia sporca vede l'altro, che ha la faccia pulita, che se la lava, pensa di doversela lavare anche lui.

Il giovanotto balbetta che, certo, è semplicemente la prosecuzione della logica dialettica. Si scusa: è un po' fuori allenamento. Chiede un'altra possibilità.

Il rabbino accetta, ma ripete la stessa domanda.

Il giovanotto non sa più che dire: lo hanno testé stabilito, se la lavano tutti e due, è evidente.

Sbagliato!
- risponde il rabbino -
L'uomo con la faccia sporca vede l'altro, che ha la faccia pulita, pensa di averla pulita anche lui e quindi non si lava la faccia. L'uomo con la faccia pulita vede l'altro, che ha la faccia sporca, pensa di averla sporca, ma vede che quello non se la lava e quindi non se la lava nemmeno lui.

A questo punto il giovanotto è veramente umiliato. Si scusa per essere stato tanto arrogante e scongiura il rabbino di fargli un'ultima domanda.

Il rabbino accetta, ma ripete la stessa domanda.

Il giovanotto, esasperato, risponde che, come hanno appena finito di dire, non se la lava nessuno dei due.

Sbagliato, figliolo!
- risponde il rabbino -
Ma come puoi pensare che due uomini scendano dallo stesso camino e uno abbia la faccia sporca e l'altro ce l'abbia pulita? L'intera questione è un'idiozia!

...Passa la tua vita a rispondere a domande idiote e vedrai cosa capirai dell'ebraismo!

.

M. Ovadia, Perché No? - Bompiani, 1996

interessante....

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  • 2 weeks later...

Quante volte mi era accaduto di camminare su e giù per la stanza con un desiderio inconfessato di essere offeso da qualcuno, di sentirmi apostrofare con parole tali da poter essere considerate offensive, per potermi sfogare in qualche modo.

Dostoevskij, Umiliati e offesi

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PAULO COELHO, HENRY DRUMOND, IL DONO SUPREMO

La Vita, con tutti i soiu momenti di gioia e tristezza e speranza e paura, è la nostra sola occasione di apprendere l' Amore, - il modo in cui l' Amore può essere, com' è stato, e com'è.

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  • 2 weeks later...

"Amare gli uomini come se stessi, secondo il comandamento di Cristo, è impossibile. La legge della personalità che vige in terra lega, l'io impedisce [...]Pur tuttavia, dopo la comparsa di Cristo come ideale incarnato nell'uomo, è diventato chiaro come il giorno che l'evoluzione ultima e suprema della personalità deve precisamente raggiungere il grado in cui (proprio alla fine dell'evoluzione, al punto stesso in cui si raggiunge il culmine)l'uomo trova, prende coscienza e, con tutta la forza della sua natura, si convince che l'uso superiore che egli può fare della sua personalità, della pienezza dello sviluppo del suo io, è quello di annullare in qualche modo questo io, donarlo interamente a tutti e a ciascuno senza divisioni nè riserve.E questa è la felicità suprema."

Dostoevskij, Taccuini, 16-4-1864.

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  • 2 weeks later...

Io non prenderò per coronamento dei miei desideri un grande caseggiato con alloggi per inquilini poveri,

con un contratto di mille anni e, ad ogni buon conto, l'insegna del dentista Wagenheim. Annientate i miei

desideri, sopprimete i miei ideali, mostratemi qualcosa di meglio e io vi seguirò. Voi magari mi direte che

non vale neppure la pena di stabilire un rapporto con me; ma in tal caso posso rispondervi la stessa cosa.

Le mie sono riflessioni serie, ma se non volete prestarmi la vostra attenzione, non sarò io a pregarvi. Io ho

il sottosuolo.

Ma per ora vivo e desidero ancora, e mi si secchi la mano se porterò un solo mattone per la costruzione di

quel caseggiato! Non badate al fatto che poco fa sono stato io a rifiutare il palazzo di cristallo unicamente

perché non si possono fare le smorfie con la lingua. Lo dicevo non perché mi piaccia tanto tirar fuori la lingua.

Forse io mi sono arrabbiato perché fra tutti i vostri palazzi, non se ne trova uno, finora, in cui si possa tirar

fuori la lingua. Al contrario, mi farei tagliare la lingua per pura gratitudine se soltanto si facesse in modo che a

me non venga più voglia di mostrarla. Non è mica affar mio se non è possibile e dunque bisogna accontentarsi

degli alloggi. Per quale motivo sono fatto così, con questi desideri? Possibile che sia fatto così solo per giungere

alla conclusione che quello che sono è solo un abbaglio? Non ci credo.

Ma del resto, sapete, io sono convinto che il "fratello" del sottosuolo occorre tenerlo a freno. E' capace di starsene

zitto per quarant'anni, nel sottosuolo, ma appena esce alla luce esplode e comincia a parlare, parlare, parlare...

("Memorie dal sottosuolo", F. M. Dostoevsky)

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Il Principe str@@@o :- Dunque, caro il mio poeta, voglio rivelarvi un mistero di cui forse non avete la minima idea. Sono sicuro che in questo momento mi giudicate un peccatore, o addirittura un farabutto, un mostro di dissolutezza e di depravazione. Ma ecco quel che voglio dirvi: se soltanto potesse avvenire (il che d'altronde data la natura umana non avverrà mai) se potesse dunque avvenire che ciascuno di noi sciorinasse tutti i suoi segreti più gelosi, ma in modo da non temere di non spifferare non solo quel che non oserebbe dire e non direbbe a nessun costo ad altri, non solo quello che si perita di confidare ai suoi migliori amici, ma anche quel che non osa talora confessare a se stesso, allora si spanderebbe nel mondo un tale fetore, che tutti noi ne rimarremmo asfissiati.Ecco perchè, sia detto fra parentesi, le nostre convenzioni mondane e le leggi della buona creanza sono così utili.C'è in esse un concetto profondo, non direi morale, ma semplicemente profilattico, agevolatore, il che s'intende, è ancora meglio, giacchè la morale, in fondo, non è che una comodità, una cosa escogitata unicamente per rendere la vita più agevole.[..] voi mi accusate di perversione, di dissolutezza, d'immoralità, mentre io, forse, ho una sola colpa, quella di essere più sincero degli altri, e basta; di non nascondere, insomma, ciò che gli altri celano perfino a se stessi...

Dostoevskij,Umiliati e offesi

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