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La sindrome di Stoccolma


curiosadite

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Oggi si parla molto di questa sindrome in seguito a fatti di cronaca.

Mi chiedo quali siano le vere pulsioni che spingono le vittime a colludere o addirittura ad innamorarsi del proprio carnefice. Da un lato penso ci possa essere la compiacenza dovuta al timore, al ricatto del carnefice, dall'altro un retaggio del clima familiare vissuto. In altri termini, chi ha vissuto in un ambiente violento, anafettivo, autoritario, è più predisposto a colludere con il proprio aguzzino in quanto abituato al dolore e alla sopraffazione. Spesso chi è cresciuto in un ambiente così non conosce il vero significato della parola "amore " e lo confonde col possesso, lo sfruttamento, la violenza.

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Oggi si parla molto di questa sindrome in seguito a fatti di cronaca.

Mi chiedo quali siano le vere pulsioni che spingono le vittime a colludere o addirittura ad innamorarsi del proprio carnefice. Da un lato penso ci possa essere la compiacenza dovuta al timore, al ricatto del carnefice, dall'altro un retaggio del clima familiare vissuto. In altri termini, chi ha vissuto in un ambiente violento, anafettivo, autoritario, è più predisposto a colludere con il proprio aguzzino in quanto abituato al dolore e alla sopraffazione. Spesso chi è cresciuto in un ambiente così non conosce il vero significato della parola "amore " e lo confonde col possesso, lo sfruttamento, la violenza.

Aspetta un po'...ma questa storia dell'ambiente di provenienza che influenzerebbe la predisposizone a sviluppare la SDS è una tua idea o si basa su studi psicologici di un qualche tipo?

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Chiedevo a voi se ciò può essere possibile, è solo una mia considerazione.

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Ho conosciuto personalmente una donna, il cui padre picchiava lei la sorella e la madre, si è sposata con un uomo che la picchiava e poi è tornata a vivere con i genitori. Avevo 16 o 17 anni e sono rimasta scioccata, oltre dall'aver vissuto personalmente lo svolgersi di tali violenze, dal pensiero che queste tre donne, adulte e autosuffienti potessero convivere con tanta violenza...

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Appunto, sono convinta che alla base della sopportazione e accettazione delle vittime di questi comportamenti aberranti, ci sia un vissuto infantile e giovanile similare, per cui per loro è quasi normale la violenza nei rapporti famigliari o amorosi in genere.

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Si, hai ragione, alla base c'è un vissuto infantile che "rievoca" l' esperienza vissuta.

Non so se hai letto "Donne che amano troppo", ecco quel libro parla proprio di queste cose, e il brutto è che queste persone nn se ne rendano nemmeno conto di ciò che gli accada xhè è tutto racchiuso nel loro inconscio! Io che ho letto il libro ti posso assicurare che una donna ha cambiato per 3 volte il partner cadendo sempre dalla padella alla bracie!

Se ti interessasse ti posso dare l' autore e la casa editrice. :evil:

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In analisi transazionale si dice che per una persona è meglio ricevere carazze negative che non riceverne affatto... questo credo sia il motivo che spiega questa sindrome...

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Ospite LeGoLaS
cliccate sulla firma :D

ma hai finito di spammare ????

questo messaggio l'hai lasciato in tutte le sezioni furiosi46.gif

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Si, hai ragione, alla base c'è un vissuto infantile che "rievoca" l' esperienza vissuta.

Non so se hai letto "Donne che amano troppo", ecco quel libro parla proprio di queste cose, e il brutto è che queste persone nn se ne rendano nemmeno conto di ciò che gli accada xhè è tutto racchiuso nel loro inconscio! Io che ho letto il libro ti posso assicurare che una donna ha cambiato per 3 volte il partner cadendo sempre dalla padella alla bracie!

Se ti interessasse ti posso dare l' autore e la casa editrice. :wink:

Ho sentito spesso parlare di quel libro ma non l'ho letto. Se puoi dirmi chi è l'autore e la casa editrice lo cercherò, grazie. :D

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In analisi transazionale si dice che per una persona è meglio ricevere carazze negative che non riceverne affatto... questo credo sia il motivo che spiega questa sindrome...

Lo credo anche io: tempo fa alla Tv hanno fatto vedee un esperimento con 3 topolini nati dalla stessa madre ma tenuti in 3 gabbie diverse : il primo nella gabbia ocn la madre , mangiava e cresceva normalmente; il secondo isolatpo e senza contatti coi consimili, solo con iun pelouche di feltro. cresceva poco ma è sopravvissuto. Il terzo ,m solo , assolutamnente solo, si è lasciato morire di fame. :wink:

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E' così anche per Natascha la ragazza tenuta segregata per 10 anni dal suo aguzzino. Sono rimasta di sasso quando, una volta uscita dalla sua prigionia, non ha voluto vedere la mamma perchè, diceva, aveva bisogno di tempo m a, al contrario, il papà lo ha voluto vedere subito. Anche se contro la sua volontà , questa ragazza si sentiva più sicura nel nascondiglio che nella sua casa. Poi non dimentichiamoci che il suo rapitore si e' ucciso subito dopo la fuga della ragazza e non credo per la vergogna o paura del dopo ma semplcemnete per il dolore della perdita. Anche se quello che penso è assurdo, credo che erano l'unico che la rassicurava. Per voi, e' così?

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Appunto, sono convinta che alla base della sopportazione e accettazione delle vittime di questi comportamenti aberranti, ci sia un vissuto infantile e giovanile similare, per cui per loro è quasi normale la violenza nei rapporti famigliari o amorosi in genere.

Dunque , ho letto giusto ieri l'ultimo numero di "Mente&Cervello" , dove c'era un articolo proprio sulla sindrome di Stoccolma. Non facevano cenno a meccanismi di questo tipo , spiegavano la faccenda in termini molto diversi...o meglio , non andavano a sondare il passato familiare - affettivo della vittima , ma sottolineavano che devono crearsi delle condizioni particolari nella situazione del rapimento perchè si verifichi la sindrome di stoccolma...questo mi fa pensare che la tua teoria non abbia trovato conferme sperimentali particolarmente evidenti , ma magari si sono solo dimenticati di parlarne!...

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Dunque , ho letto giusto ieri l'ultimo numero di "Mente&Cervello" , dove c'era un articolo proprio sulla sindrome di Stoccolma. Non facevano cenno a meccanismi di questo tipo , spiegavano la faccenda in termini molto diversi...o meglio , non andavano a sondare il passato familiare - affettivo della vittima , ma sottolineavano che devono crearsi delle condizioni particolari nella situazione del rapimento perchè si verifichi la sindrome di stoccolma...questo mi fa pensare che la tua teoria non abbia trovato conferme sperimentali particolarmente evidenti , ma magari si sono solo dimenticati di parlarne!...

Non ho la pretesa di avere la verità in mano. Occorrerebbero anni di studi ed esperimenti per verificare quale siano gli elementi che portano a ciò.

E' molto probabile che sia vero l'assunto che per l'individuo alla fine è meglio un rapporto anche violento piuttosto che il nulla, il vuoto.

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E' così anche per Natascha la ragazza tenuta segregata per 10 anni dal suo aguzzino. Sono rimasta di sasso quando, una volta uscita dalla sua prigionia, non ha voluto vedere la mamma perchè, diceva, aveva bisogno di tempo m a, al contrario, il papà lo ha voluto vedere subito. Anche se contro la sua volontà , questa ragazza si sentiva più sicura nel nascondiglio che nella sua casa. Poi non dimentichiamoci che il suo rapitore si e' ucciso subito dopo la fuga della ragazza e non credo per la vergogna o paura del dopo ma semplcemnete per il dolore della perdita. Anche se quello che penso è assurdo, credo che erano l'unico che la rassicurava. Per voi, e' così?

Io non credo si sia suicidato per il dolore della perdita della ragazza ma per la vergogna di essere stato scoperto. Ovviamente posso sbagliarmi ma credo poco ai sentimenti di persone del genere.

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In analisi transazionale si dice che per una persona è meglio ricevere carazze negative che non riceverne affatto... questo credo sia il motivo che spiega questa sindrome...

Probabilmente questa è la spiegazione più vicina alla realtà.

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Per favore, qualcuno mi spieghi seriamente perchè un rapito non possa innamorarsi del suo rapitore.

Ma l'amore non era cieco?

Quelle son carezze, non carezze negative.Quelli si amano, nè più e nè meno di come si ama qualsiasi coppia, o forse, chi può dirlo, magari di più...

Il 99% delle coppie si sceglie per confermare le sue "patologie psicologiche di base", visto che un rapporto che ci spinge a metterci in discussione è molto più impegnativo... quindi ci sarebbero ben seri motivi per mettere in discussione qualsiasi rapporto.Anche il tuo. ( di chi legge, intendo; tenendo presente che sono il primo ad aver letto questo post :) )

magari loro invece sono in quell'1% di rapporti "sani"...chissà...

quindi, ma quale sindrome di stoccolma...

pensiamo alla nostra sindrome del "sto-colma/o"...

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Ho sentito spesso parlare di quel libro ma non l'ho letto. Se puoi dirmi chi è l'autore e la casa editrice lo cercherò, grazie. :D

Titolo: Donne che amano troppo

Autore: Robin Norwood

Edizioni: Universale Economica Feltrinelli

:LOL:

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Per favore, qualcuno mi spieghi seriamente perchè un rapito non possa innamorarsi del suo rapitore.

Ma l'amore non era cieco?

Quelle son carezze, non carezze negative.Quelli si amano, nè più e nè meno di come si ama qualsiasi coppia, o forse, chi può dirlo, magari di più...

Il 99% delle coppie si sceglie per confermare le sue "patologie psicologiche di base", visto che un rapporto che ci spinge a metterci in discussione è molto più impegnativo... quindi ci sarebbero ben seri motivi per mettere in discussione qualsiasi rapporto.Anche il tuo. ( di chi legge, intendo; tenendo presente che sono il primo ad aver letto questo post :) )

magari loro invece sono in quell'1% di rapporti "sani"...chissà...

quindi, ma quale sindrome di stoccolma...

pensiamo alla nostra sindrome del "sto-colma/o"...

Razionalmente parlando, non mi pare molto normale che una persona si innamori di qualcuno che la tiene prigionera e magari le usa anche violenza. Il fatto che l'amore sia cieco qui non c'entra. Un conto è innamorarsi di un ranocchio che può avere una sua dolcezza e un suo fascino, altro è innamorarsi di qualcuno che ti fa del male. Una persona che si innamora del proprio carnefice qualche problema l'ha o forse lo sviluppa nella situazione in cui si viene a trovare.

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Non so in che modo parlo :D , ma io dico di no. 8)

Insomma nè più e nè meno di tutti gli altri che si mettono insieme.

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E' così anche per Natascha la ragazza tenuta segregata per 10 anni dal suo aguzzino. Sono rimasta di sasso quando, una volta uscita dalla sua prigionia, non ha voluto vedere la mamma perchè, diceva, aveva bisogno di tempo m a, al contrario, il papà lo ha voluto vedere subito. Anche se contro la sua volontà , questa ragazza si sentiva più sicura nel nascondiglio che nella sua casa. Poi non dimentichiamoci che il suo rapitore si e' ucciso subito dopo la fuga della ragazza e non credo per la vergogna o paura del dopo ma semplcemnete per il dolore della perdita. Anche se quello che penso è assurdo, credo che erano l'unico che la rassicurava. Per voi, e' così?

Ok posso crdere ce si sia suicidato x il dolore della perdita, d'altronde uno che sequestra uno e la tiene tanto segregata x 10 anni in qualche modo, anche malato, ci dovrà pur tenere a questa qui. e poi si instaurano dipendenze molto forti con chi ti sta accanto per tanto tempo, anche un aguzzino, specialmente se non hai altri riferimenti. Inoltre penso anche che in una situazione del genere posano scattare meccanismi di difesa apparentemente illogici: se non hai via di fuga la tua unica salvezza è il tuo aguzzino. Allora o impoazzisci o ti ci attacchi e rimuovi tutto quello che c'è stato prima, tutto il bello di prima ti farebbe impazzire di dolore per la sua perdita. e x non impazzire tendi a cancellarlo temporaneamente. Non credo che sia veramente una questione di cosa avesse avuto nella famiglia o di cosa le mancasse, ma piuttosto di cosa credere x sopravvivere. usare il presente al meglio, cancellare il bello che non hai più e che col tempo non speri nemmeno più di riavere. Ma ci pensiamo a cosa ha fatto quell'uomo a questa ragazza? è mostruoso! on esiste pena che possa ripagare un torto simile. Mi chiedo, perchè esistono destini così crudeli?

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Ho sentito spesso parlare di quel libro ma non l'ho letto. Se puoi dirmi chi è l'autore e la casa editrice lo cercherò, grazie. :D

Titolo: Donne che amano troppo

Autore: Robin Norwood

Edizioni: Universale Economica Feltrinelli

:LOL:

Grazie Bosko :D

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Per favore, qualcuno mi spieghi seriamente perchè un rapito non possa innamorarsi del suo rapitore.

Ma l'amore non era cieco?

Quelle son carezze, non carezze negative.Quelli si amano, nè più e nè meno di come si ama qualsiasi coppia, o forse, chi può dirlo, magari di più...

Il 99% delle coppie si sceglie per confermare le sue "patologie psicologiche di base", visto che un rapporto che ci spinge a metterci in discussione è molto più impegnativo... quindi ci sarebbero ben seri motivi per mettere in discussione qualsiasi rapporto.Anche il tuo. ( di chi legge, intendo; tenendo presente che sono il primo ad aver letto questo post :) )

magari loro invece sono in quell'1% di rapporti "sani"...chissà...

quindi, ma quale sindrome di stoccolma...

pensiamo alla nostra sindrome del "sto-colma/o"...

Razionalmente parlando, non mi pare molto normale che una persona si innamori di qualcuno che la tiene prigionera e magari le usa anche violenza. Il fatto che l'amore sia cieco qui non c'entra. Un conto è innamorarsi di un ranocchio che può avere una sua dolcezza e un suo fascino, altro è innamorarsi di qualcuno che ti fa del male. Una persona che si innamora del proprio carnefice qualche problema l'ha o forse lo sviluppa nella situazione in cui si viene a trovare.

Infatti , hai ragione: non ci sono casi noti di sindorme di stoccolma nei quali il rapitore usasse effettivamente violenza in modo reiterato sulla vittima.

Si sviluppa in casi in cui il rapitore non ti fa effettivamente del male...ma sai che potrebbe fartene , che può disporre della tua vita come gli pare e piace...l'unica persona che può farci sentire in questo modo è un genitore , quando siamo piuttosto piccoli , anche se logicamente rielaboriamo la cosa in modo diverso...

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non ci sono casi noti di sindorme di stoccolma nei quali il rapitore usasse effettivamente violenza in modo reiterato sulla vittima.

Questo potrebbe essere un dato significativo. Se non viene fatta violenza

fisica ma viene fatta violenza psicologica, forse la chiave per capire come

sia possibile che una vittima arrivi addirittura ad innamorarsi del suo

carnefice sta nei metodi con cui la violenza psicologica viene messa in atto.

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Non so in che modo parlo :D , ma io dico di no. 8)

Insomma nè più e nè meno di tutti gli altri che si mettono insieme.

Sono d'accordo con te riguardo al fatto che le relazioni amorose siano spesso contraddittorie e frutto di problemi interiori che si intrecciano con quelli dell'altro ma non si tratta normalmente di vera e propria violenza, ma di un gioco sado masochistico piu o meno sfumato. Qui trattiamo di vittime di vera violenza e di prigionia. Mi pare sia diversa la situazione

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