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elaborare il lutto


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Elaborare il lutto. Non solo per la perdita di una persona cara, morta oppure partita per altri lidi, ma per un trasloco, per la fine di una situazione piacevole, per un trauma subìto...cosa significa veramente "elaborare il lutto"? Quali sono i modi "sani" e quelli "malati" di elaborare il lutto? Quali strategie usare? :(

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cè poco da elaborare un lutto è un lutto ti segna per la vita e dopo non sei piu' lo stesso.

restano ferite e ogni tanto si riaprono ...

sono dolori che restano non si cancellano .

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scusa leftfield ma elaborare non significa dimenticare o cancellare un evento, ma superarlo per riprendere la propria vita. Secondo me se non si elabora si rischia di restare impigliati nel passato e di non vivere più. La vita è piena di esperienze, anche negative che certo ti segnano, che a volte ti cambiano, che a volte ti chiudono nel tuo dolore.

Elaborazione non significa cancellare l'esperienza, (che sarebbe un'azione patologica), ma continuare a vivere.

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Ma cosa vuol dire "elaborare"? Possiamo essere più semplici??....immagina che ho sei anni e sono un bambino che cerca di capire....

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Elaborare il lutto. Non solo per la perdita di una persona cara, morta oppure partita per altri lidi, ma per un trasloco, per la fine di una situazione piacevole, per un trauma subìto...cosa significa veramente "elaborare il lutto"? Quali sono i modi "sani" e quelli "malati" di elaborare il lutto? Quali strategie usare?   :(

semplicemente bisogna "interiorizzare" la persona, o meglio, quello che ci ha dato, la sua rappresentazione, di modo che quando ne sentiamo il bisogno, sappiamo dove andarla a cercare :cry:

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Se è morta dunque dove dobbiamo andare a cercarla? Dentro di noi??...ma chi ce lo impedirebbe di farlo???

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Elaborare il lutto. Non solo per la perdita di una persona cara, morta oppure partita per altri lidi, ma per un trasloco, per la fine di una situazione piacevole, per un trauma subìto...cosa significa veramente "elaborare il lutto"? Quali sono i modi "sani" e quelli "malati" di elaborare il lutto? Quali strategie usare?   :(

semplicemente bisogna "interiorizzare" la persona, o meglio, quello che ci ha dato, la sua rappresentazione, di modo che quando ne sentiamo il bisogno, sappiamo dove andarla a cercare :LOL:

:shock: WOW EGO!

PARLI COME IL MIO PSYCHO08.gif

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Elaborare il lutto. Non solo per la perdita di una persona cara, morta oppure partita per altri lidi, ma per un trasloco, per la fine di una situazione piacevole, per un trauma subìto...cosa significa veramente "elaborare il lutto"? Quali sono i modi "sani" e quelli "malati" di elaborare il lutto? Quali strategie usare?   :(

semplicemente bisogna "interiorizzare" la persona, o meglio, quello che ci ha dato, la sua rappresentazione, di modo che quando ne sentiamo il bisogno, sappiamo dove andarla a cercare :LOL:

bellissime parole sono daccordo .

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1) fase: impatto emotivo. Non reprimere l'angoscia ma viverla; lasciarsi andare completamente al pianto ed alla tristezza; non lasciarsi interdire da chi cerca di farci coraggio ( in genere si tratta di persone che non riescono a "concedersi" le emozioni che provano e cercano di impedirne la "sana" manifestazione a se o agli altri ), quindi non aver paura di alcun tipo di emozione che si affaccerà dentro di noi; cerchiamo inoltre di percepire le sensazioni fisiche che ci assalgono ( tremori, sbalzi di temperatura, sudorazione, contrazioni del respiro, formicolii) e lasciamole "scorrere" senza ostacolarle;

2) fase: presa di coscienza. Dopo la prima fase di impatto, che durerà alcune settimane, il subentrare di una certa qual maggiore serenità ci darà la possibilità di "realizzare", "prendere coscienza" dell'accaduto, cioè di renderci conto di quello che è successo e che alcune cose inevitabilmente cambieranno. Bisognerà fare il punto della situazione e "vedere" quali cose della nostra vita cambieranno: sia quelle che non potremo più fare sia quelle che di nuove potremo fare.Il che significa dare valore alle cose che abbiamo perso ma anche alle nuove possibilità che quella perdita ci offre, vivendo queste ultime senza sensi di colpa.

3)fase : riflessione sulla "eredità" che ci resta della persona che ci ha lasciato. In questa fase cercheremo di capire quale siano i ricordi, gli insegnamenti, i momenti belli, etc, che la persona che ci ha lasciato ci ha regalato e consapevolizzare il fatto che quelle cose resteranno dentro di noi , anche quando non ci penseremo o anche quando non sentiremo riaffiorare in qualche momento la tristezza per la perdita, per il fatto che quella persona ci manca.

4) fase:. distacco. Dopo aver fatto questo lavoro bisognerà assolutamente che subentri una fase di "distacco". Questa è una fase importantissima, senza la quale il lavoro svolto prima non potrà essere in alcun modo utile. Ci si concederà di non pensare più all'evento luttuoso che ci ha colpito, senza per questo restare vittime dei sensi di colpa che concederci il non pensarci più potrebbe tentare di provocarci. Questa è la fase della "accettazione" di quella che in fondo è la regola base della vita : "si nasce, si muore". Imprecare, non accettare, rimuginare, non servirà a cambiare questa regola. E' questo il momento in cui bisognerà assolutamente lasciare da parte i ricordi e non farci prendere/sconfiggere da essi; è il momento del tornare al "qui e ora" e proseguire nel proprio cammino, lasciando tutto alle spalle, proprio come se nulla fosse accaduto.Non sarà facile, ma è certamente più che possibile.

I morti hanno bisogno di essere "lasciati in pace": finchè non li lasceremo in pace essi non potranno lasciare in pace noi.Bisogna dirsi addio. Spargere le ceneri al vento.

Continueremo solo con quello che, senza pensarci, ci resterà dentro di quelli che abbiamo perso, continueremo da soli…con una esperienza in più, ma sempre da soli…a farci compagnia fino alla fine, come al solito, noi stessi…

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Elaborare il lutto. Non solo per la perdita di una persona cara, morta oppure partita per altri lidi, ma per un trasloco, per la fine di una situazione piacevole, per un trauma subìto...cosa significa veramente "elaborare il lutto"? Quali sono i modi "sani" e quelli "malati" di elaborare il lutto? Quali strategie usare?   :(

bel post turbo :D

per me è sempre un trauma avere a che fare con la fine di qualcosa, qualunque cosa, ma per quanto riguarda la morte non credo di averne una visione "sana", in quanto per me non fa parte della vita, , benchè la stessa parola "vita" o ciclo vitale implica la morte, io non la riesco ad accettare e quando un lutto mi colpisce da vicino (o nemmeno troppo vicino, ci sto male per giorni. )

ancora mi riprendo da un lutto subìto sette anni fa, quando ci penso intensamente ho delle crisi di pianto come se fosse accaduto ora

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la morte è una cosa che resta incomprensibile per quanto ci sforziamo di capire e di elaborare .

magari il dolore e la paura e l' angoscia escono anni dopo restano covati dentro .

sarebbe bello poter seguire uno schema, ognuno reagisce in modo diverso.

ma comunque la morte ci traumatizza in modo decisivo sempre.

certo si continua a vivere ma il sole brilla meno anche perchè la morte si accompagna spesso con angoscianti sofferenze che sono difficili da elaborare . ritornano in mente riaffiorano .. non si dimenticano ne si cambiano di significato.

vedere la sofferenza e la morte ci cambia in modo rendom, a caso ...

come mescolare i dadi e tirarli ... cosi' usciamo diversi e dobbiamo solo recuperare i pezzi cercare di riconoscerci di nuovo .

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la morte è una cosa che resta incomprensibile per quanto ci sforziamo di capire e di elaborare .

magari il dolore e la paura e l' angoscia escono anni dopo restano covati dentro .

sarebbe bello poter seguire uno schema, ognuno reagisce in modo diverso.

ma comunque la morte ci traumatizza in modo decisivo sempre.

certo si continua a vivere ma il sole brilla meno anche perchè la morte si accompagna spesso con angoscianti sofferenze che sono difficili da elaborare . ritornano in mente riaffiorano .. non si dimenticano ne si cambiano di significato.

vedere la sofferenza e la morte ci cambia in modo rendom, a caso ...  

come mescolare i dadi e tirarli ... cosi' usciamo diversi e dobbiamo solo recuperare i pezzi cercare di riconoscerci di nuovo .

bella questa "sarebbe bello poter seguire uno schema"..

per quanto ci si ostini a vole dire che bisogna superare e andare avanti, un pò ci cambia sempre dentro , sempre

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Elaborare il lutto. Non solo per la perdita di una persona cara, morta oppure partita per altri lidi, ma per un trasloco, per la fine di una situazione piacevole, per un trauma subìto...cosa significa veramente "elaborare il lutto"? Quali sono i modi "sani" e quelli "malati" di elaborare il lutto? Quali strategie usare?   :(

nonnino, non essere triste :abb

bhè, è un'introspezione... il pensare al fatto accaduto, anche ai particolari che verranno in evidenzia successivamente e CAPIRE e poi dare una risposta concreta, o verità come la vuoi chiamare...

se pensi capisci.

la cosa migliore sarebbe farsela prima di andare a ninni...... vedrai che diventerai uno bravo pisicologo di te stesso : )

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Dal "Testamento di Tito" di De Andrè...."..quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore...."

Da un canto popolare albanese: "Marà (marito) meo perchè sei morto? Pane e vin non ti mancava, l'nsalata avevi nell'orto...."

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1) fase: impatto emotivo.

2) fase: presa di coscienza.

3)fase : riflessione sulla "eredità"

4) fase:. distacco..........

"..nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l'amore....."

De Andrè

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1 fase : shock

2 fase : depressione

3 fase : abbattimento

4 fase : cambiamento

5 fase : riflessione sul senso della vita

6 fase : ricordi

7 fase : mancanza

8 fase : perchè perchè maledizione

9 fase : ritrovato senso della vita

10 fase : mancanza

11 fase : ricordi

12 fase : riflessione sul senso della vita

etc etc...

mancanza e ricordi e riflessione sul senso della vita non smettono mai.

ci sono momenti in cui si pensa ad altro ma quando si pensa ad una persona che non cè piu' sono momenti dolorosi .

elaborare un distacco non cambia il fatto che il distacco c' e' stato .

elaborare una perdita non vuol dire che la perdita non ci sia il segno - resta nel cuore e continua a far male come una spina di rosa .

spesso il cuore di spine ne ha tante e tutte molto ben conficcate

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Circola un articolo di un tale dr. Roccato sull'elaborazione del lutto. In esso si dice anzitutto che "non è vero che il dolore faccia bene, che di per sé 'tempri il carattere' o sia formativo. Il dolore fa sempre male, ed è importante imparare almeno ad attenuarlo (qui avrei qualcosa da dire ma lo farò in seguito). La vita però porta spesso dolori, in particolare quel dolore causato dalla perdita di un qualcosa di buono. Occorre quindi essere capaci di elaborare il lutto.

Il dolore si presenta sempre quando perdiamo qualcosa di buono, è "normale" che si presenti...non se ne è spesso coscienti quando sorgono le cosiddette "depressioni da successo". Hai ottenuto la promozione sul lavoro, ti è nata la bambina che desideravi...e ti senti depresso, come mai? "Si viene abbagliati da ciò che il successo apporta e non si vede ciò che viene lasciato e la sensatezza del relativo dolore (per esempio la condizione adolescenziale, il gruppo di lavoro, la condizione di oggetto unico dell'amore del partner ecc.).

Il processo di elaborazione del lutto conduce nel tempo a una progressiva piena consapevolezza emotivo-cognitiva della perdita subìta, ad una sua accettazione profonda, a un riconoscimento schietto del dolore che si sta vivendo, della sua sensatezza e "legittimità" per così dire; e a un ritornare ad accogliere, a stimare e a volere bene al se stesso sofferente che ci si ritrova ad essere....Il legame che connetteva sé alla cosa perduta verrà a essere, poco alla volta, trasformato: da attaccamento lacerato, a "rimembranza" dell'attaccamento...per potere "lasciare andar via" il passato senza perdere l'integrazione di sé, è indispensabile RICORDARE. E invece, quando uno perde una persona cara, tutti son lì a dirgli "CERCA DI DIMENTICARE!"...

Lo scritto, che con i dati che vi ho fornito potrete facilmente ritrovare, è molto interessante, ma è un po' lungo per darvelo tutto. Io obietterei che dire "il dolore fa bene o fa male" è un po' sciocco, in quanto abbiamo una concezione tutta umana di bene e male, ricordo un detto di una vecchia commedia di Eduardo, "e chi ti dice che sia una disgrazia...", oltre al vecchio "non tutto il male viene per nuocere". Del resto, c'è chi ha vinto miliardi con la schedina, ha poi fatto speculazioni sbagliate ed è finito molto male! :wink:

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tutti son lì a dirgli "CERCA DI DIMENTICARE!"...

Ha l'aria di essere il classico consiglio che serve più a chi lo fornisce

che a chi lo riceve.

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Il dimenticare è l'operazione metabolica necessaria per la costruzione in memoria del ricordo...nell'elaborazione del lutto ciò che viene messo in gioco è il sentimentop del piacere crudele legato alla perdita: canta De Andrè: "quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore" e in seguito "nella pietà che non cede al rancora, madre, ho imparato l'amore" la difficoltà dell'elaborazione del lutto è nel rancore....non nel dolore...con il dolore si elabora mentre con il rancore non c'è elaborazione........

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noi parliamo e parliamo ma a una mia amica che strillava come un'ossessa al funerale della madre, alcuni "pietosi" consigliavano di farsi forza e di non urlare...e sbagliavano... come dice Ste, cercavano di tranquillizzare/inibire se stessi dal vedere una manifestazione così "autentica" e "salutare"...le emozioni ci fanno paura...è la solita storia...

non si può dimenticare se non si vive fino in fondo il dolore...chi dice che il dolore fa male è solo perchè non riesce a concederselo e così quelle lacrime non piante, quella tristezza non percepita continuerà ad agire e ci terrà legati al lutto...desiderosa di esprimersi...ma una volta che sarà riuscita a venir fuori sarà più facile dimenticare...non restare vittime di un lutto non vissuto...rimosso...vissuto/elaborato solo in apparenza...

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="aioblu"]noi parliamo e parliamo ma a una mia amica che strillava come un'ossessa al funerale della madre:

stabat mater.....non si urla per il dolore ma per il rancore...in Romania si chiama Bocet...o pianto greco...lo usavano gli egizi e gli etruschi, ed anche i palestinesi e i musulmani...stabat mater....silenziosa e dolente..in sicilia pagano le donne non per urlare ma per piangere.....l

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pianse pianse, strillo' e come per incanto, dopo aver sfogato il dolore, guari'.

la mia esperienza invece mi insegna che le ferite che subiamo durante la vita restano sempre li pronte a sanguinare .

che diventiamo sempre piu' mostri insensibili, come mobydick ricoperti di cicatrici sprofondiamo nel dolore e ci portiamo via tutto cio che ci fa male compreso hakab attaccato al suo arpione per poi riemergere pronti a scontrarci contro il prossimo lutto o la prossima sconfitta o la prossima delusione .

questa la forza per vivere se no crolli sotto la disperazione e impazzisci di angoscia.

davanti al dolore di un lutto l' unica cosa che possiamo fare è trovare tutta la forza che c' è in noi per andare avanti tutta la forza per restare in piedi tutta la forza per continuare a vivere perchè il lusso di sfogarsi e di lasciarsi andare alla disperazione non è concesso a tutti spesso anzi bisogna essere il sostegno di altre persone che ti sono vicine.

e se crolli pure tu crolla tutto.

certo lo sfogo è liberatorio ma siamo esseri umani almeno credo ...per cui il dolore va troppo al di la di uno sfogo .

restare soli è brutto e non è con le fasi che se ne esce.

bisogna essere ottimisti ...

ma l' elaborazione del lutto mi pare un meccanismo sinceramente cervellotico il lutto non è una cosa elaborabile.

non è giusto e non lo sarà mai ... possiamo solo arrabbiarci contro il destino maledetto e stramaledetto.. tutto qui .. piangere e ballare intorno ad un falo' ubriachi di rum sotto una luna, complice dello stramaledetto destino di sopra, che ci guarda divertita .. altro non possiamo umanamente fare .

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Se fossimo capaci di elaborare il lutto per la NOSTRA stessa futura morte fin da adesso, probabilmente sarebbe minore la sofferenza e la depressione conseguente alle varie morti di chi ci sta intorno (morti vere o metaforiche). Nella morte degli altri è sempre la NOSTRA morte che vediamo allo specchio.

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aggiungio che: la difficoltà ad elaborare un lutto risiede nel rancore che paralizza, e il rancore istintivo è la nostra morte

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Vorrei dare anch' io il mio contributo a questo argomento, perchè si è toccato un tasto ...... ahimè, per me , molto dolente.

In adolescenza ho vissuto anch'io, questa tragica esperienza e so benissimo cosa si prova.

Partendo dal presupposto che l' elaborazione del lutto, va inquadrato nell'ambito soggettivo e non si può generalizzare, io vi porto la mia esperienza personale.

Concordo con Leftfield quando dice che la 1 fase è shock, in un misto fra

smarrimento totale e incredulità.

Poi con il passare dei giorni, realizzi effettivamente che " quella persona

non c'è", e non è partita per un viaggio e che presto tornerà a casa.

Quando si percepisce questo pensiero, subentra l' angoscia e la depressione. Le lacrime, sebbene siano state spese a fiumi, non hanno lenito minimamente il dolore, che è rimasto lancinante nell' anima.

E' una ferita che rimarrà dentro per sempre! S' impara a convivere, con questo dolore, anzi dirò di più, lo si ama, perchè è legato alla persona , a cui volevo bene e lo vorrò per sempre.

Il dolore, non deve essere percepito, come qualcosa di negativo,

perchè in esso c'è la chiave della rinascita. Si mettono in atto, tutti i nostri meccanismi di spravvivenza, che ci stimolano a reagire e a combattere. Non sono forse questi i requisiti essenziali per affrontare la vita? Non si può rifuggire dal dolore, perchè è intrinseco alla vita stessa di ogni essere umano, ma è necessario comprenderlo ed affrontarlo, così come si affronta un nemico!

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