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L'Assassino che è in noi


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Buonasera a tutti,

sono un'appassionata di criminologia, ho letto molto in materia, e vorrei chiedervi cosa pensate riguardo il fatto che in ognuno di noi esiste un potenziale assassino.

P.s. per il rispetto della legge sulla privacy non posso chiedervi se avete mai ucciso qualcuno :D

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Esiste esiste, solo che è sempre represso dal nostro Super-io :wink:

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"Esiste esiste, solo che è sempre represso dal nostro Super-io"

Dunque non avendo il nostro Super Io che li reprime diventano assassini? Se ce l'hanno andrà tutto bene...vero Bosko?? E il nostro Super-Io dove si compra? Lo passa la mutua??

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Buonasera a tutti,

sono un'appassionata di criminologia, ho letto molto in materia, e vorrei chiedervi cosa pensate riguardo il fatto che in ognuno di noi esiste un potenziale assassino.

P.s. per il rispetto della legge sulla privacy non posso chiedervi se avete mai ucciso qualcuno :D

è la piu' grande cretinata che si possa mai pensare.

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Ciao LEFTFIELD, tu hai scritto

"è la piu' grande cretinata che si possa mai pensare"

dunque cosa differenzia chi uccide, chi vorrebbe farlo e non lo fa, chi lo fa e poi si pente, chi non si pente, e chi non ucciderebbe mai?

Voglio dire se non ho mai ucciso fino ad ora ho buone possibilità di non farlo per il resto della vita?

E se avessi ucciso una volta avrei buone possibilità di rifarlo?

Un saluto.

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Ciao Emiliano,

tu hai scritto:

"Bell'argomento, per continuare il dibattito conosci cosa è la neotenia??"

Si.

Dunque chi uccide è sempre una persona immatura, legata alle sue radici ancestrali?

Un saluto.

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"Si.Dunque chi uccide è sempre una persona immatura, legata alle sue radici ancestrali?"

La metafora della neotenia dimostra che un cambiamento ambientale può indurre modificazioni nel soggetto paradossali, la larva maschio può trasformarsi in femmina e viceversa, in pratica esiste nel nostro cervello la possibilità di produrre la risposta paradossale, è una questione di soglia, così è l'omicida prova piacere a uccidere, a fare del male. Pensa un attimo al soldato in guerra. Sembra che il soldato americano reduce dalla Guerra del Golfo non sia riuscito a prendere le distazne dal piacere di uccidere e aspetto interessante c'è stato l'aumento dei casi di sintomi cardiaci.......oltre che di psicopatici....

Un saluto.

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Ciao! Io amo molto la psicologia sociale. Ho fatto la tesi su questi argomenti...noi tutti siamo dei potenziali assassini..vedi i conflitti etnici :)...ma anche i fondamentali esperimenti di Milgram....li conoscete? :D . Bhe ognuno di noi in condizioni particolari, come la presenza dell'autorità, la fretta, l'essere in pubblico...deleghiamo la responsabilità delle nostre azioni e di colpo possiamo uccidere una persona senza sentirci in colpa. In più sono implicate le dinamiche di ruolo...e la depersonbalizzazione....avete presente the experiement no?

Non amo molto le considerazioni che chiamano in ballo la personalità...dovremmo essere una marea di psicopatici allora :)

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Ho letto qualcosa di Oscar Wilde che faceva più o meno così:

L'assassinio è una volgarità.

La volgarità è un assassinio.

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Ciao! Io amo molto la psicologia sociale. Ho fatto la tesi su questi argomenti...noi tutti siamo dei potenziali assassini..vedi i conflitti etnici :)...ma anche i fondamentali esperimenti di Milgram....li conoscete?  :D . Bhe ognuno di noi in condizioni particolari, come la presenza dell'autorità, la fretta, l'essere in pubblico...deleghiamo la responsabilità delle nostre azioni e di colpo possiamo uccidere una persona senza sentirci in colpa. In più sono implicate le dinamiche di ruolo...e la depersonbalizzazione....avete presente the experiement no?

Non amo molto le considerazioni che chiamano in ballo la personalità...dovremmo essere una marea di psicopatici allora :)

Milgram... ecco come si chiamava! Di quegli esperimenti ne parlava il

documentario di Alex Gibney sulla vicenda di Enron. Davvero illuminante!

Nemmeno io amo tanto le considerazioni che tirano in ballo la personalità,

però mi domando: essere una marea di psicopatici o comportarsi come

una marea di psicopatici che differenza fa, dal punto di vista pratico?

Non è una domanda retorica, qualche differenza la potrebbe fare...

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io butterei là una domanda...

ma al di là dell'atto orribile gli assassini sono tutti uguali?

una persona che uccide in un accesso d'ira è uguale ad un killer mafioso, oppure è uguale a qualcuno che sente dentro di sè un impulso tirannico che lo porta ad uccidere? oppure qualcuno che uccide per difendere se stesso?

in fondo credo che potenzialmente siamo tutti assassini, magari date le giuste condizioni, mi viene in mente una parte di oceano mare che racconta la storia di alcuni naufraghi che si uccidono per l'acqua ed il cibo....

ma... di che tipo di assassini parliamo?

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"ma... di che tipo di assassini parliamo?"

Hai ragione merryadoc, non ho specificato.

Io mi riferivo a chi uccide volontariamente, senza vizi di volontà, transitori o permanenti, indipendentemente dal fatto che poi subentri rimorso o meno.

Vorrei quindi escludere in questa sede chi si trova ad uccidere in modo preterintenzionale.

E soprattutto, sperando di non essere considerata cinica, vorrei escludere le considerazioni di carattere morale, secondo le quali io per prima considero la vita altrui sacra, per poter meglio scandagliare dal punto di vista scientifico l'argomento.

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beh..

cominciamo a capirci un pò di più..

quindi diciamo che tu escludi chi uccide in base ad un impulso momentaneo o in seguito a qualche patologia...

quindi di preciso a chi ti riferisci?

la domanda non è polemica è solo per capire..

non so mi viene in mente un criminale abituale, un mafioso...

sai mi fai ricordare uno studio che sosteneva che la maggior parte degli assassini veniva condotto in stati alterati di umore o per via di farmaci..

se riesco a ricordare quale è te lo dico...

però dai.. dicci meglio che cosa ti interessa approfondire

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"però dai.. dicci meglio che cosa ti interessa approfondire"

I meccanismi che subentrano, o vengono meno, nella nostra mente, tanto da spingerci ad uccidere un altro essere vivente consapevoli di farlo.

Questo è anche lo studio dei profilers, ossia criminologhi esperti di profili psicologici.

Il loro problema però consiste nel fatto che possono esaminare solo chi ha già ucciso e delinearne il profilo, non chi potrebbe uccidere ma non lo ha ancora fatto.

Mi chiedo solo quanti potenziali assassini ci siano in giro....

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:LOL: messa così è angosciante in effetti...

beh

per quel poco che ne so io i profilers cercano di delineare le caratteristiche del soggetto dal punto di vista socio economico, psicologico, familiare e così via...

so che hanno delineato diverse categorie di potenziali assassini, utili per rintracciare chi ha commesso un crimine a partire dall'analisi della scena del crimine, dalle caratteristiche della vittima e così via...

daltronde il crimine è tale solo se viene commesso no?

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Ho provato timidamente a parlare delle radici dell'umanità che erano cannibaliche, come regista sono molto interessato all'argomento e l'assassinio è un gesto crudele e dunque piacevole, il serial killer gode all'idea di uccidere di nascosto.....ti segue, ti pedina e tesse la rete alla fine è come un ragno predatore.....siamo tutti dei potenziali killer? Si certo lo siamo deriviamo dai cannibali ma la maggioranza delle persone rinuciano a tale attitudine perchè nel corso di migliaia di anni è stata combattuta con tutti i mezzi la propensione cannibalica e ribadisco che il rituale anticannibalico è presente nelal Comunione della Messa, ma il cannibalismo o piacere paradossale lo ritroviamo come residuo nella pedofilia, nelel perversioni sessuali, e nella follia....

Sul piano del profilo conta molto il ruolo del sintomo............

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il tuo intervento mi fa pensare ai molti film e telefilm sul serial killer, una specie di mostro.. del nostro tempo.

intendo in chiave simbolica..

mi sfugge però una cosa..

il legame tra assassinio e cannibalismo, o meglio non capisco che gli attribuisci un legame univoco - tutti i killer sono cannibali - oppure se secondo te è una specie di...

come dire

fondo comune agli omicidi, nella diversità dei moventi, delle situazioni e via dicendo

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Si credo che sia proprio un fondo comune agli omicidi, nella diversità dei moventi, delle situazioni e via dicendo, e informazioni utili sul piano antropologico si possono rintracciare nella parabola dell'isola di Pasqua che una volta disboscata l'isola per la penuria del cibo proteico gli abitanti sono ricorsi al cannibalismo in una girandola di euforia onnipotente, oggi la matrice cannibalica la ritroviamo nelle relazioni fra predatori e prede metafora di tante perversioni sessuali, la Platinette che va nei bagni della stazione a depredare gli adolescenti, come pure Pasolini. Ma la matrice è oggi fortemente ostacolata dal sintomo.........

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"Esiste esiste, solo che è sempre represso dal nostro Super-io"

Dunque non avendo il nostro Super Io che li reprime diventano assassini? Se ce l'hanno andrà tutto bene...vero Bosko?? E il nostro Super-Io dove si compra? Lo passa la mutua??

Se nn l' hai letto leggiti L' io e l' es di Sigmund Freud

Forse nella tua biblio c'è... :LOL:

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Eccovi un link che potrebbe essere utile ( a suo tempo io me lo lesi tutto):

http://www.psiconline.it/article.php?sid=2...5&mode=&order=0

Ad un certo puto l' autore dice:

Questi fattori sono:

1) La presenza di un apprendimento secondo il quale la violenza è una risposta efficace e veloce ad un eventuale problema.

2) La presenza di un rifiuto genitoriale, che non si manifesta solamente tramite l’abbandono, ma anche attraverso la mancanza di cure fisico-emotive adeguate al bambino ed al suo sviluppo.

3) La presenza di una sessualità disturbata che si manifesta o tramite le parafilie o tramite la presenza di desideri omosessuali, che non riuscendosi però ad integrare né con il senso di sé né con l’Identità di Genere sono causa di un forte squilibrio intrapsichico.

La parte in neretto l' ho sottolineata per emiliano, spero che ora tu possa capire cosa significhi io, es e super-io :LOL:

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La presenza di un apprendimento secondo il quale la violenza è una risposta efficace e veloce ad un eventuale problema.

Mi fa venire in mente ciò che scriveva Falcone a proposito dell'uso della

violenza da parte della mafia. Quest'affermazione ci va molto vicino.

Se non ricordo male sosteneva che per la mafia l'omicidio non è mai

gratuito, e che per l'esecutore incaricato dell'omicidio si tratta soprattutto

di obbedienza a regole ferree dell'organizzazione, alle quali è praticamente

impossibile sottrarsi perché si metterebbe a rischio la sopravvivenza

dell'organizzazione stessa.

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una domanda che butto là...

secondo voi la violenza potrebbe essere una risposta.. generica?

nel senso

in qualche modo non riesco a gestire una situazione che per me è particolarmente penosa, per via di qualche motivo x legato alla profondità del mio passato...

davanti alla paura, all'angoscia che mi suscita questa situazione rispondo con la violenza..

vabbè è molto generalizzato, ma diciamo che può essere un modo anche appreso di rispondere ad una angoscia, un modo molto semplice e distruttivo?

una incapacità a relazionarsi all'altro che si tramuta in furia distruttiva?

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In risposta a Merryadoc:

Si penso di si.

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Incapacità o forse anche impossibilità indotta. Esasperazione, magari.

Per quel che vale parlando di violenza in generale senza far riferimento

a casi specifici...

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