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Regia:Gillo Pontecorvo.Sceneggiatura:G. P. Franco Solinas.

Cast:Jean Martin .... Col. Mathieu e attori non professionisti.

Musiche:Ennio Morricone G.P.

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All'indomani dell'indipendenza algerina Roma, molto fredda con Parigi negli anni del conflitto, era accorsa in aiuto del nuovo stato siglando a tempo di record accordi per forniture petrolifere che proseguono ancora oggi. Uno scenario politico favorevole a Pontecorvo e al suo progetto realizzato senza incontrare ostacoli e con un costo contenuto.

Dedicato alla guerra di Algeria (1954-1962) il film ne ricostruisce in realta un singolo episodio "La battaglia di Algeri" ovvero l'escalation di attentati che scossero la capitale nordafricana tra il 1956 e il 1957 utilizzando come filo conduttore la vicenda, rigorosamente ricostruita, degli ultimi 3 anni di vita di Ali La Pointe, poverissimo algerino nato nel quartiere della Casbah e divenuto, suo malgrado, uno degli eroi della resistenza. Per eliminarlo l'8 ottobre 1957 i militari francesi piazzarono una carica esplosiva che provocò anche la morte di 24 civili (8 bambini) e il ferimento di 5 paracadutisti.

Pontecorvo rinuncia ad un protagonista con cui lo spettatore possa identificarsi e privilegia per oltre metà della pellicola scene collettive girate con attori non professionisti con cui rappresenta l'impatto della guerra sui singoli, francesi e algerini, coinvolti. Pur al centro della narrazione la figura di La Pointe ha sempre un ruolo marginale, un po più caratterizzata è la figura del "Generale Mathieu" modellata, anche fisicamente, sul comandante dei paracadutisti francesi Jacques Massu (il nome venne cambiato per evitare strascichi legali), unico personaggio interpretato da un attore.

Totalmente privo di retorica antifrancese il film mostra i civili francesi con le loro famiglie, con i loro bambini che vogliono proteggere mettendoli affettuosamente a letto prima di andare a far saltare in aria le case degli algerini. Vediamo padri e madri di famiglia mentre linciano a morte un passante arabo percepito come una minaccia. Vediamo il comandante dei paracadutisti rivolgersi alla stampa non con altisonanti dichiarazioni su patria, onore, vittoria ma con un amaro intervento:"Coloro che ci chiamano fascisti dimenticano il contributo che abbiamo dato alla resistenza. Coloro che ci chiamano nazisti dimenticano che molti di noi sono sopravvissuti ad Auschwitz". Vediamo i ragazzi francesi corteggiare al bar le ragazzine assiepate attorno al juke-box, non pensano alla guerra e non pensano alla borsetta dimenticata dalla loro coetanea algerina.

Assente qualsiasi idealizzazione del Fronte di Liberazione Nazionale le cui tattiche terroristiche contro i civili vengono illustrate senza reticenze. I militanti del FLN non vengono rappresentati come guerriglieri ma, colti nel quotidiano della Casbah fatto di arretratezza e miseria, come individui abbruttiti segnati nei volti e nel fisico da fame, ignoranza, oppressione, razzismo.

Le ragioni degli uni e degli altri si incrociano ai piedi di una scalinata in una sequenza che del film è il baricentro:

Il corpulento poliziotto pattuglia una via. Ha sulle spalle tanti, forse troppi, anni di servizio e il suo sguardo ormai privo di emozioni li dimostra tutti. Uno sguardo a cui non sfugge il bambino che sta scendendo i gradini. Il bambino sente quello sguardo, pur piccolissimo ha già imparato che per lui, arabo, quell'omaccione rappresenta un pericolo mortale, cuore e respiro si fermano mentre le gambe continuano a muoversi automaticamente, passo dopo passo. Secondi, fotogrammi interminabili. Solo una leggera increspatura degli occhi ci fa capire che la grossa belva questa volta ha deciso di non attaccare. La belva più piccola afferra una pistola precedentemente nascosta e lo abbatte. Forse lo sparo più agghiacciante della storia del cinema.

Le urla delle madri francesi davanti ai corpi smembrati, carbonizzati dei figli fanno da contraltare agli arresti di massa, alle torture con l'acqua, il fuoco, gli elettrodi.

Imparziale ? Forse. Neutrale mai.

Il dirigente del FLN, catturato ed esibito alla stampa come un trofeo, ai giornalisti che gli contestano la vigliaccheria degli attentati risponde:"Con il napalm sarebbe più facile. Dateci i vostri bombardieri, noi vi daremo le nostre bombe".

Lavoro di forte impatto emotivo è rimasto in sala per molti anni, anche quando l'Algeria e le sue vicende erano ormai da tempo dimenticate. Motivo di tale interesse è l'innovativa integrazione tra tecniche tipiche del documentario e meccanismi della pubblicità di confronto per la prima volta utilizzati in un film a tesi. Il realismo ottenuto dall'accoppiata bianco e nero & riprese in 16mm (tipiche dei cinegiornale dell'epoca) costrinse la produzione a precisare che nel film non compaiono in realtà contributi giornalistici.

Ritornato drammaticamente d'attualità dopo lo scoppio del conflitto iracheno nell'agosto 2003 è stato proiettato al Pentagono durante corsi di formazione per specialisti destinati al paese mediorientale.

Tra i tanti commenti rintracciabili sulla rete cito da un forum inglese:

"Una rappresentazione intelligente e convincente della lotta al colonialismo che stabilisce in maniera poderosa il diritto legittimo delle masse di qualsiasi paese oppresso a resistere".

Tre nominations agli Oscar negli Usa (Regia, Sceneggiatura originale, Miglior film in lingua straniera)

Tre bombe nei cinema in Francia (prima del divieto di proiezione al pubblico)

Uno spettatore accoltellato a Roma da militanti di destra che avevano fatto irruzione nel cinema "Nuovo Olimpia".

Scheda sull' Internet Movie Database e sintesi di un seminario del '98 disponibile sul sito della Mostra del cinema di Venezia

(recensione tratta da http://www.p2pforum.it/forum/showthread aiu.php?t=91511)

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L' ho visto tanto tempo fa.... mi piacque moltissimo ma ora non lo ricordo bene...

eh, io invece non l'ho mai visto, nè sapevo che fosse così bello

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hai visto la versione integrale o quella tagliata ?

in america ultimamente è stato riproposto .. non l' hanno digerito bene il boccone ..

è un film che riproiettato oggi non puo non creare tensioni ..

bellissimo .. un opera geniale e fondamentale .

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