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Come studiare per se stessi e non per i genitori?


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Ciao, ho finalmente capito (un po forse lo sapevo già, ma ora è tutto chiaro credo) che io studiavo per i miei genitori, e non per me stesso, per la mia gloria personale. PRemetto che ora sono in 4a superiore, e fino alla 2a superiore son sempre stato uno studente modello per quanto riguarda i voti e lo studio. In 3a ho iniziato a calare vertiginosamente, se non avessi studiato così tanto gli anni prima sarei stato bocciato... E ora, che ancora non riesco a ingranare tanto (per la voglia di studiare, non per la difficoltà delle materie), alla frase di mio padre "quest'anno ti bocciano e te ne andrai al serale e a lavorare" ci son rimasto malissimo. Cosa mi sta succedendo? Secondo la psicologa fino al punto di rottura io ho sempre avuto un comportamento da "robottino", non avevo emozioni, e in effetti agli inizi con la psicologa sembrava quasi tempo perso, non capivo nulla del perchè ci andavo. COn il tempo le porte delle emozioni si sono aperte, e probabilmente ho accumulato così tanta roba che tutto il resto (cioè la scuola, che è sempre stata la mia vita, e non so se per mia volontà) ha smesso di valere qualcosa. Ora, ripensando alla frase di mio padre che all'inizio non mi aveva dato nessuna emozione particolare, ho capito che ho sempre studiato per i miei genitori, per non avere problemi. Non è che mi hanno mai obbligato nello studio, però credo che non sia servito obbligare nel mio caso, credo ci sia stato una specie di "influenzamento" psicologico involontario (non penso proprio i miei ci potevano riuscire volontariamente, e nemmeno volerlo). Altrimenti, perchè mio padre mi manderebbe a lavorare se venissi bocciato, dopo tutta la mia vita scolastica eccellente-molto buona?

Quanti ragazzi si vedono bocciati 2-3 volte e che non hanno mai avuto voglia in vita loro, son sempre stati pessimi a scuola? e io dovrei eventualmente (perchè non voglio farmi bocciare) subire un trattamento del genere da parte dei miei solo per uno sgarro?

E a questo punto, come posso iniziare a studiare per me stesso, visto che studiare per i miei genitori ormai non mi riesce più --> non riesco più ad aprire libro ??

piccola nota: non per vantarmi, ma perchè in generale sono sempre le persone migliori quelle che hanno problemi, che devono affrontare ostacoli e rimetterci? Se fossi stato un ragazzo "comune" e quindi con il suo bel cervello che non usa mai, idiota come tutti i ragazzi comuni della mia età, non avrei mai avuto questi problemi. E invece no, ho passato la vita al computer isolandomi, ho inevitabilmente sviluppato molto il pensiero, e mi ritrovo in testa domande che si fanno i filosofi, non ragazzi 17enni.

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Invece tanti ragazzi diciassettenni si pongono le stesse domande...ma non le esternano, magari non hanno una psicologa che li aiutino a farsele e non vogliono essere presi in giro dal gruppo dei pari... :LOL:

Detto questo...sembri la mia descrizione...ma non ti dico a che età ne ho preso atto...e che lungo è stato cambiare e sono ancora li che so che c'è ancora qualche strascico.

Non so tu, io mi sorbivo quattro giorni di muso da parte di mia mamma se prendevo sei di matematica o che so io...non mi parlava più, se non bruscamente, finchè non le chiedevo scusa.

A dicissette anni dicevo, tutta saccentella, a chi mi chiedeva se avevo il ragazzo: "io devo studiare, non ho tempo da perdere".

Ma brava, proprio tutto avevo capito.

Sei sulla buona strada ad essertene accorto così giovane...hai ancora tanto tempo davanti...i genitori...valli a capire...però se non vuoi andare a lavorare, se ti è dispiaciuto che tuo papà ti abbia detto così, allora forse dentro di te sei un po' affezionato allo studio, no??

E poi, che c'è di male nel fatto che hai studiato per i tuoi? Per non creare problemi? Si vede che fino ad ora non eri pronto per affrontare un confronto. Ora si, ma questo non significa che sia facile e immediato.

Ti abbraccio virtualmente, forza!

:LOL:

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  • 1 month later...

Ciao Ellemir,

Posso dirti, senza nessuna vergogna ormai, che anch'io studiavo per i miei genitori....e adesso che lavoro con i ragazzi (ho 30 anni) vedo la stessa cosa. Non preoccuparti, è normale. Con un po’ di tempo e pazienza scoprirai le materie o per lo meno le cose che ti appassionano. Scoprirai un professore che lavora con passione e che riesce a trasmettere il piacere di studiare...e, un giorno ti ritroverai con un libro che TU hai scelto in mano, e poi un'altro e un'altro che divorerai con passione!

E sai cosa? Adesso non mi dispiace più di aver studiato per i miei – se questo è il modo di essere grati (per la vita serena che mi hanno offerto, per la possibilità di studiare e per tutte le altre cose che non hanno un prezzo ma valgono tanto che mi hanno dato e per me ok!)

Ed è vero; sono pochi i giovani che pensano come te e che si fanno le domande! Sei fortunato e ti stimo per questo! Vuol dire che i tuoi hanno fatto un bel lavoro!

Ciao!

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