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Il cinema come strumento ausiliario nella pratica clinica.


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Il rapporto tra cinema e psicanalisi è antico e strutturato. Cinema e psicoanalisi nascono insieme, insieme si mostrano nel dar forma a soggettività frammentate, scenari onirici, inconsci. Se il cinema si è appoggiato sulla psicanalisi nel suo farsi, la psicanalisi ha progressivamente utilizzato il cinema per interrogare il proprio linguaggio, da un lato attraverso letture ermeneutiche...

http://www.psiconline.it/article.php?sid=5547

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Gentile Sig. Alessandro Martinelli,

il voler individuare un'origine precisa della psicanalisi è impresa ardua e fuorviante. Nessuno potrebbe contraddirmi sul fatto che Socrate, Aristotele, e prima ancora Anassimandro, Talete e altri padri della filosofia, possano essere considerati degli analisti in quanto amanti delle scienze e attenti ricervatori sulla psiche uomana e sui comportamenti relazionali.

Il cinema invece ha una data di inizio: è nato nel 1895 grazie all'inventiva dei fratelli Louis e August Lumière.

Nel 1923 Luis Bunuel realizzò un cortometraggio scioccante sul sogno (attualmente proiettato 24 ore al museo "Louvre") dal titolo "Un cane andaluso". Dal 1950 il padre indiscusso del cinema internazionale

Ingmar Bergman cominciò a realizzare film (anche da Oscar) che procurarono diversi grattacapi alla società internazionale di psicanalisi: " Il settimo sigillo" 1957; "Il posto delle fragole" 1958; "Come in uno specchio" 1961; "Persona" 1966, "Immagini allo specchio"...

Credo che il cinema indipendente e d'autore sia sempre stato di gran lunga avanti rispetto alla psicanalisi, per il fatto di essere più libero di parlare!.. Lo scopo primario dell'autore cinematografico è quello di capire in profondità il funzionamento della psiche umana per arrivare a capire sè stesso. Lo strumento di cui dispone è l'esercizio costante di laboratorio....simile allo scienziato...Lo scopo è arrivare a realizzare dei film che aiutino (in primis l'autore stesso) a capire meglio cosa succede sul pianeta terra dove interaggisce una specie chiamata "essere umano".....in secondo luogo certamente l'autore si augura che il film possa incuriosire un audience quanto maggiore possibile e possa dunque incassare molto!..ma mi creda, è meglio ricevere un premio a Cannes o a Venezia che incassare milioni di euro...(lo scopo econimico per un autore non può che essere secondario, se di autore trattasi...)

Vede Sig.Mertinelli il cinema di cui lei parla nel suo "post", quello coraggioso che ha affrontato seriamente questioni psicanalitiche, non ha dovuto fare i conti con leggi di "governance" che regolano le procedure commerciali delle multinazionali. La "medicina psicanalitica" cosa deve vendere oltre alla seduta???...Lo psicofarmaco!!!...e quanto costano gli psicofarmaci!!!!!........

E' chiaro, il cinema d'autore e indipendente, in tema di ricerca non ha dovuto fare i conti con la censura!!!....e negli ambienti dove non si censura si và sempre più in profondità in un percorso immaginario di avvicinamento verso la verità.

con stima e rispetto

Emiliano Di Silvestro

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