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Da grande vorrei fare...


oltreleapparenze

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beh come attore è un po' difficile trattandosi di cartoni animati....! anche se effettivamente sono già state sperimentate riprese reali digitalizzate e trasformate in disegni...(fighissime tra l'altro)

cmq...mi piacerebbe poter creare una storia dalla A alla Z... quindi trama, disegno, animazione, colonna sonora...ecc... dev'essere fantastico dar vita, rendere "reale" qulacosa che può esistere solo nella propria testa... è questo aspetto che soprattutto mi affascina...

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Tralasciando il fatto che forse ne avete già uno...quale lavoro vi piacerebbe fare?

la nuova melanie klein 8)

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Direi che io sono abbastanza cresciuta, ma il fatto che io mi senta ancora una ragazzina in cerca della sua strada mi autorizza a rispondere.

lavorare con l'arte senza commissione. la commissione distrugge qualsiasi lavoro creativo, perchè laddove c'è commissione c'è soldo, di qualcun'altro naturalmente, quindi la Libertà Espressiva si va a far fottere.

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Xela

Non è la mancanza di libertà che ci fa male, ma solo il nostro personale rapporto con la libertà.

Se vedo questa semplice proiezione: "io non mi lascio libera, mi condiziono" dopo avrò un rapporto difficile con certe forme di imposizioni...

Se viceversa riesco a rendermi conto che lo stesso atteggiamento io ce l'ho con me stesso sarò disposto ad accettare più facilmente le limitazioni che la realtà mi pone.

Infine, quanto più riuscirò a liberarmi delle mie autoimposizioni tanto più andrò alla ricerca di/si renderanno possibili maggiori condizioni di libertà anche all'esterno.

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Xela

Non è la mancanza di libertà che ci fa male, ma solo il nostro personale rapporto con la libertà.

Se vedo questa semplice proiezione: "io non mi lascio libera, mi condiziono" dopo avrò un rapporto difficile con certe forme di imposizioni...

Se viceversa riesco a rendermi conto che lo stesso atteggiamento io ce l'ho con me stesso sarò disposto ad accettare più facilmente le limitazioni che la realtà mi pone.

Infine, quanto più riuscirò a liberarmi delle mie autoimposizioni tanto più andrò alla ricerca di/si renderanno possibili maggiori condizioni di libertà anche all'esterno.

Effettivamente la frase "io non mi lascio libera, mi condiziono" la sento assolutamente mia, purtroppo...

nel caso di cui parlavo prima però non trovo che sia limitante il mio atteggiamento e il mio modo di pormi, ma lo è la situazione oggettivamente. il committente per forza di cose ti limita, poi che questo limite venga vissuto in maniera serena e non come un problema, questo si, però il limite riamane comunque..

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Xela

Non è la mancanza di libertà che ci fa male, ma solo il nostro personale rapporto con la libertà.

Se vedo questa semplice proiezione: "io non mi lascio libera, mi condiziono" dopo avrò un rapporto difficile con certe forme di imposizioni...

Se viceversa riesco a rendermi conto che lo stesso atteggiamento io ce l'ho con me stesso sarò disposto ad accettare più facilmente le limitazioni che la realtà mi pone.

Infine, quanto più riuscirò a liberarmi delle mie autoimposizioni tanto più andrò alla ricerca di/si renderanno possibili maggiori condizioni di libertà anche all'esterno.

Effettivamente la frase "io non mi lascio libera, mi condiziono" la sento assolutamente mia, purtroppo...

nel caso di cui parlavo prima però non trovo che sia limitante il mio atteggiamento e il mio modo di pormi, ma lo è la situazione oggettivamente. il committente per forza di cose ti limita, poi che questo limite venga vissuto in maniera serena e non come un problema, questo si, però il limite riamane comunque..

noi non possiamo agire molto spesso sui limiti esterni, quindi costringersi a farlo è un'ulteriore autolimitazione/autotortura nonchè fonte di aspettative...e ormai abbiamo capito bene quanto le aspettative siano da evitare/nocive...; ma sui limiti interni invece è sempre possibile...è lì che dobbiamo agire...

noi cerchiamo /ci mettiamo sempre nelle situazioni che riflettono la nostra condizione interna...il "nostro esterno" non è altro che lo specchio di cosa siamo dentro...

quindi, in conclusione, se agisci sui limiti interni cambierà non solo il tuo rapporto con l'esterno, ma anche le condizioni "oggettive" nelle quali ti verrai a trovare...

noi viviamo sempre nella nostra oggettività, cioè in quella che ci siamo cercati...una maggiore consapevolezza ti farà capire i motivi per i quali ti sei cercata quella oggettività e non altre situazioni nel mondo esterno...

il fatto è che se siamo da qualche parte è perchè avevamo bisogno in quel momento di stare lì...

allora non ci resta che cercare di entrare più in profondità, totalmente, nel nostro problema: "Io non mi lascio libera, mi condiziono"...

P.S.: problema = semplicemente un modo che escogitiamo per parlare con noi stessi...

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noi non possiamo agire molto spesso sui limiti esterni, quindi costringersi a farlo è un'ulteriore autolimitazione/autotortura nonchè fonte di aspettative...e ormai abbiamo capito bene quanto le aspettative siano da evitare/nocive...; ma sui limiti interni invece è sempre possibile...è lì che dobbiamo agire...

noi cerchiamo /ci mettiamo sempre nelle situazioni che riflettono la nostra condizione interna...il "nostro esterno" non è altro che lo specchio di cosa siamo dentro...

quindi, in conclusione, se agisci sui limiti interni cambierà non solo il tuo rapporto con l'esterno, ma anche le condizioni "oggettive" nelle quali ti verrai a trovare...

noi viviamo sempre nella nostra oggettività, cioè in quella che ci siamo cercati...una maggiore consapevolezza ti farà capire i motivi per i quali ti sei cercata quella oggettività e non altre situazioni nel mondo esterno...

il fatto è che se siamo da qualche parte è perchè avevamo bisogno in quel momento di stare lì...

allora non ci resta che  cercare di entrare più in profondità, totalmente, nel nostro problema: "Io non mi lascio libera, mi condiziono"...

P.S.: problema = semplicemente un modo che escogitiamo per parlare con noi stessi...

Io non lo so... ma per me è spesso illuminante parlare con te. Non stò facendoti i complimenti Aio ma stò dicendo davvero la verità. Certe tue considerazioni arrivano come nel momento giusto...

Ho sempre pensato di farcela da sola, e per un pezzo della mia vita (ultimamente) l'ho fatto credendo di potermi "guarire", mi sono autoanalizzata, e sono arrivata a capire, e soprattutto ad ammettere, determinati miei meccanismi, questo è stato un grosso passo, importantissimo, per me.

Ora però mi ritrovo a fare gli stessi errori nonostante io abbia gli "strumenti" per capire che stò sbagliando, è li che casca l'asino.

Non riesco a farne a meno.

In questi giorni un'agente esterno mi ha mandato definitivamente ko, e come dici tu, il "nostro esterno" non è altro che lo specchio di cosa siamo dentro.

E li ho riconosciuto, di nuovo, le mie "lacune" che venivano a bussare alla porta. Pensavo di averle superate, o quanto meno di avere capito come fare per bypassarle e invece non è così.

Ieri mi sono chiusa in casa per pensare.

Oggi c'è il sole, e nonostante non sia una delle mie migliori condizioni ambientali uscirò.

Mi incontrerò con amici.

L'introspezione ogni tanto serve. La pausa. Sedersi e riflettere. E ultimante non l'avevo più fatto.

Era tanto tempo che non soffrivo "palesemente", un anno, e ho capito di averne bisogno e di ricercare la sofferenza, in modo molto subdolo, nell'esterno, delegando, come è capitato con quest'ultimo evento.

Piangere per nessun motivo, è difficilissimo, soprattutto quando non sai il perchè del tuo dolore, della tua tristezza. del vuoto. Piangere è difficilissimo, per me. Invece, addolorarsi per qualcuno ha più senso, secondo il nostro ordine mentale (sbagliato).

Io lo capisco tutto questo, ma ci ricasco sempre...

Adesso non so come comportarmi, e cosa fare, non so se ho bisogno di una guida o se devo continuare il mio cammino da sola.

Spero di arrivare un giorno a vivere il mio interno in modo tale che l'esterno non diventi il solito boia, perchè il boia so che sono io.

Un abbraccio

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noi non possiamo agire molto spesso sui limiti esterni, quindi costringersi a farlo è un'ulteriore autolimitazione/autotortura nonchè fonte di aspettative...e ormai abbiamo capito bene quanto le aspettative siano da evitare/nocive...; ma sui limiti interni invece è sempre possibile...è lì che dobbiamo agire...

noi cerchiamo /ci mettiamo sempre nelle situazioni che riflettono la nostra condizione interna...il "nostro esterno" non è altro che lo specchio di cosa siamo dentro...

quindi, in conclusione, se agisci sui limiti interni cambierà non solo il tuo rapporto con l'esterno, ma anche le condizioni "oggettive" nelle quali ti verrai a trovare...

noi viviamo sempre nella nostra oggettività, cioè in quella che ci siamo cercati...una maggiore consapevolezza ti farà capire i motivi per i quali ti sei cercata quella oggettività e non altre situazioni nel mondo esterno...

il fatto è che se siamo da qualche parte è perchè avevamo bisogno in quel momento di stare lì...

allora non ci resta che  cercare di entrare più in profondità, totalmente, nel nostro problema: "Io non mi lascio libera, mi condiziono"...

P.S.: problema = semplicemente un modo che escogitiamo per parlare con noi stessi...

Io non lo so... ma per me è spesso illuminante parlare con te. Non stò facendoti i complimenti Aio ma stò dicendo davvero la verità. Certe tue considerazioni arrivano come nel momento giusto...

Ho sempre pensato di farcela da sola, e per un pezzo della mia vita (ultimamente) l'ho fatto credendo di potermi "guarire", mi sono autoanalizzata, e sono arrivata a capire, e soprattutto ad ammettere, determinati miei meccanismi, questo è stato un grosso passo, importantissimo, per me.

Ora però mi ritrovo a fare gli stessi errori nonostante io abbia gli "strumenti" per capire che stò sbagliando, è li che casca l'asino.

Non riesco a farne a meno.

In questi giorni un'agente esterno mi ha mandato definitivamente ko, e come dici tu, il "nostro esterno" non è altro che lo specchio di cosa siamo dentro.

E li ho riconosciuto, di nuovo, le mie "lacune" che venivano a bussare alla porta. Pensavo di averle superate, o quanto meno di avere capito come fare per bypassarle e invece non è così.

Ieri mi sono chiusa in casa per pensare.

Oggi c'è il sole, e nonostante non sia una delle mie migliori condizioni ambientali uscirò.

Mi incontrerò con amici.

L'introspezione ogni tanto serve. La pausa. Sedersi e riflettere. E ultimante non l'avevo più fatto.

Era tanto tempo che non soffrivo "palesemente", un anno, e ho capito di averne bisogno e di ricercare la sofferenza, in modo molto subdolo, nell'esterno, delegando, come è capitato con quest'ultimo evento.

Piangere per nessun motivo, è difficilissimo, soprattutto quando non sai il perchè del tuo dolore, della tua tristezza. del vuoto. Piangere è difficilissimo, per me. Invece, addolorarsi per qualcuno ha più senso, secondo il nostro ordine mentale (sbagliato).

Io lo capisco tutto questo, ma ci ricasco sempre...

Adesso non so come comportarmi, e cosa fare, non so se ho bisogno di una guida o se devo continuare il mio cammino da sola.

Spero di arrivare un giorno a vivere il mio interno in modo tale che l'esterno non diventi il solito boia, perchè il boia so che sono io.

Un abbraccio

Cara Xela, credimi, non stai sbagliando assolutamente niente. Nessuna vittima, nessun carnefice. Solo te.

Quando fai un percorso dentro di te, da sola o con un'aiuto, non cercherai mai la sconfitta del dolore, della tristezza, e di tutto quello che senti: sono le uniche cose che ti parlano davvero, ti mettono in contatto con te stessa...sono la tua unica , grande, vera ricchezza. Se ora queste cose tu riesci a sentirle proiettandole all'esterno non è un male...è una strada come un'altra per avvicinarsi a te stessa...infatti se una cosa ti suscita tristezza la tristezza non è all'esterno, ma la stai sentendo tu...quindi la senti...riesci a contattarla...proiettiamo all'esterno quello che è troppo grande per trovargli posto nel nostro piccolo contenitore emotivo...ma man mano che prendiamo dimestichezza/confidenza con queste nostre sensazioni/emozioni ci faranno sempre meno paura...ed è proprio la paura che tende a restringere le dimensioni del nostro contenitore delle emozioni...così man mano le dimensioni di questo contenitore cresceranno succede che tu non avrai più tanto bisogno di riferirti all'esterno per vivere quello che sei tu, che hai dentro di te...a quel punto riuscirai a trovare nel tuo "bagaglio" un posto per le sconfitte, per gli errori, per il dolore , per la tua libertà...per la tua libertà di piangere...anche per la immensa bellezza di tutto ciò che ci accade...

così non importi nemmeno di non sbagliare, e lo stesso lascia che gli altri abbiano la possibilità di fare...

l'importante non è fare o non fare una cosa, se una cosa ci accade o meno, sentire o non sentire una cosa, l'importante è vedere quello che facciamo, quello che ci accade, quello che sentiamo...è viversi queste cose per come sono...non vale la pena pensare che ogni cosa debba darci sempre e solo gioia...questo non accadrà mai a nessuno...

se un giorno soffri per amore, o per qualsiasi altra cosa che magari confondi con l'amore, è il tuo giorno...tutti hanno il loro...

ricambio il tuo abbraccio, come abbracciare se stessi...

Ps.: sedersi e rialzarsi e poi risiedersi e poi ancora ?...magari volare.....è il ciclo della vita..un fiume di sangue da vivere come l'avvento della propria femminilità... :wink:

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...e tu oltre? cosa vorresti fare? :)

La criminologa :mrgreen:

Io il criminale :D

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Ma io non lo trovo interessante, il crimine :( ... anzi, trovo che

sia tremendamente noioso! Eppoi come fai a sapere che i miei

fini sono diversi dai tuoi? Mica te li ho detti... :wink:

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Ma io non lo trovo interessante, il crimine  :( ... anzi, trovo che

sia tremendamente noioso! Eppoi come fai a sapere che i miei  

fini sono diversi dai tuoi? Mica te li ho detti...  :wink:

...credevo che il criminale lo volessi fare perchè ti interessava... :LOL:

...il fine del criminale, fino a prova contraria, è compiere un crimine...il fine del criminologo è scoprire chi ha commesso il crimine...

Però, se sbaglio, dimmi allora quali sarebbero i tuoi fini da "criminale"...la cosa mi incuriosisce :LOL:

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Cara Xela, credimi, non stai sbagliando assolutamente niente. Nessuna vittima, nessun carnefice. Solo te.

Quando fai un percorso dentro di te, da sola o con un'aiuto, non cercherai mai la sconfitta del dolore, della tristezza, e di tutto quello che senti: sono le uniche cose che ti parlano davvero, ti mettono in contatto con te stessa...sono la tua unica , grande, vera ricchezza. Se ora queste cose tu riesci a sentirle proiettandole all'esterno non è un male...è una strada come un'altra per avvicinarsi a te stessa...infatti se una cosa ti suscita tristezza la tristezza non è all'esterno, ma la stai sentendo tu...quindi la senti...riesci a contattarla...proiettiamo all'esterno quello che è troppo grande per trovargli posto nel nostro piccolo contenitore emotivo...ma man mano che prendiamo dimestichezza/confidenza con queste nostre sensazioni/emozioni ci faranno sempre  meno paura...ed è proprio la paura che tende a restringere le dimensioni del nostro contenitore delle emozioni...così man mano le dimensioni di questo contenitore cresceranno succede che tu non avrai più tanto bisogno di riferirti all'esterno per vivere quello che sei tu, che hai dentro di te...a quel punto riuscirai a trovare nel tuo "bagaglio" un posto per le sconfitte, per gli errori, per il dolore , per la tua libertà...per la tua libertà di piangere...anche per la immensa bellezza di tutto ciò che ci accade...

così non importi nemmeno di non sbagliare, e lo stesso lascia che gli altri abbiano la possibilità di fare...

l'importante non è fare o non fare una cosa, se una cosa ci accade o meno, sentire o non sentire una cosa, l'importante è vedere quello che facciamo, quello che ci accade, quello che sentiamo...è viversi queste cose per come sono...non vale la pena pensare che ogni cosa debba darci sempre e solo gioia...questo non accadrà mai a nessuno...

se un giorno soffri per amore, o per qualsiasi altra cosa che magari confondi con l'amore, è il tuo giorno...tutti hanno il loro...

ricambio il tuo abbraccio, come abbracciare se stessi...

Ps.: sedersi e rialzarsi e poi risiedersi e poi ancora ?...magari volare.....è il ciclo della vita..un fiume di sangue da vivere come l'avvento della propria femminilità... :wink:

si però io vorrei riuscire a vivere in maniera "normale" i sentimenti con l'altro sesso, come fanno tutti...lo desidero molto perchè è estenuante viverli come faccio io. è tutta una paranoia, un problema, una lotta interiore... paradossalmente stò meglio quando non mi interessa nessuno, mi sento meglio davvero. più sicura...

vorrei essere serena, alla fine è qualcosa che riguarda me e nessun'altro, ma non riesco a trovare l'origine. la cerco ma non la trovo. interagire con un uomo mi porta a soffrire, e non voglio che sia più così. Con questo non intendo dire che non voglio mai più soffrire, so che la vita è fatta anche di questo, ma mi rendo conto che alla fine la sofferenza che provo non è per il partner o per la storia ma è mia, il partner ad un certo punto scompare e rimango io con quel senso di vuoto che non riesco a comprendere...

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Ma io non lo trovo interessante, il crimine  :( ... anzi, trovo che

sia tremendamente noioso! Eppoi come fai a sapere che i miei  

fini sono diversi dai tuoi? Mica te li ho detti...  :wink:

...credevo che il criminale lo volessi fare perchè ti interessava... :LOL:

...il fine del criminale, fino a prova contraria, è compiere un crimine...il fine del criminologo è scoprire chi ha commesso il crimine...

Però, se sbaglio, dimmi allora quali sarebbero i tuoi fini da "criminale"...la cosa mi incuriosisce :LOL:

Ma! Non è un po' comodo fare la criminologa così? :p

I fini... è un mestiere come un altro... un settore affollato, si,

ma con realistiche possibilità di carriera; con barriere d'ingresso

alquanto basse e barriere d'uscita altissime; lauti guadagni e

scarsa riprova sociale (anzi!); poi fa curriculum... che dà la

possibilità di rivendersi facilmente in altri settori, di scrivere

libri, di fare comparsate in TV, è quasi essenziale per essere

candidati in politica, essere nominati per cariche pubbliche, per

essere ammessi nei salotti buoni,... E' una figata! :D

O no?

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Ma io non lo trovo interessante, il crimine  :( ... anzi, trovo che

sia tremendamente noioso! Eppoi come fai a sapere che i miei  

fini sono diversi dai tuoi? Mica te li ho detti...  :wink:

...credevo che il criminale lo volessi fare perchè ti interessava... :LOL:

...il fine del criminale, fino a prova contraria, è compiere un crimine...il fine del criminologo è scoprire chi ha commesso il crimine...

Però, se sbaglio, dimmi allora quali sarebbero i tuoi fini da "criminale"...la cosa mi incuriosisce :LOL:

Ma! Non è un po' comodo fare la criminologa così? :p

I fini... è un mestiere come un altro... un settore affollato, si,

ma con realistiche possibilità di carriera; con barriere d'ingresso

alquanto basse e barriere d'uscita altissime; lauti guadagni e

scarsa riprova sociale (anzi!); poi fa curriculum... che dà la

possibilità di rivendersi facilmente in altri settori, di scrivere

libri, di fare comparsate in TV, è quasi essenziale per essere

candidati in politica, essere nominati per cariche pubbliche, per

essere ammessi nei salotti buoni,... E' una figata! :D

O no?

:shock: La criminologa...o il criminale? :LOL:

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:wink: Il criminale! Ma dove vivi? :shock:
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io da grande vorrei oziare sotto una plama steso su un amaca .

lo so che è squallido .. ma sono cosi' stanco che non riesco a pensare ad altro ..

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