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Prima di perdere tempo a scrivere cose che non leggerò finché non mi hai risposto, mi spieghi dove hai letto/sentito che me ne

sono uscito da un'azienda (o da qualsiasi altro posto) mandando al diavolo qualcuno.

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Prima di perdere tempo a scrivere cose che non leggerò finché non mi hai risposto, mi spieghi dove hai letto/sentito che me ne

sono uscito da un'azienda (o da qualsiasi altro posto) mandando al diavolo qualcuno.

non l ' ho sentito ma mi parlavi di esperienze vissute e di io che mi stordisco di film e del mi0 inattivismo onirico allora io mi chiedevo in cosa constiste il tuo di attivismo?

e sappi che prima che una supposizione o leggenda divenga realta' ( l' ipotetico mio delegare ad altri) va bloccata , questo me l' ha insegnato l ' esperienza

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Purtroppo essere fidati non vuol dire essere esenti dal compiere errori di valutazione di quel tipo.

beh si...

No, guarda: quando sei in quelle situazioni la scelta non è tra un lavoro equivalente o uno peggiore, ma tra dentro e fuori.

perchè? seriamente, non è una domanda provocatoria, è una situazione che non conosco...

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beh si...

perchè? seriamente, non è una domanda provocatoria, è una situazione che non conosco...

io scusa se ti rispondo , una situazione del genere la conosco riguardo a quelle persone che non possono lavorare onestamente per determinate infiltrazioni della malavita e allora o si accontentano di produrre meno delle propire possibilita' o se ne vanno altrove dove è possibile lavorare onestamente...................lo so sono realta' diverse ma si possono trovare elementi comuni

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si...ma in che senso "niente?" in che senso "dentro o fuori"?

ve lo sto chiedendo veramente... voi due a volte, siccome dialogate molto e da molto tempo su questi temi, parlate un pochino "in codice" (non vi offendete mo'), e date un po' per scontata la conoscenza di certe tematiche...

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perchè? seriamente, non è una domanda provocatoria, è una situazione che non conosco...

Presumo per tanti motivi, inclusa l'aureola/marchio di cui sopra. Senza mettermi a spiegare cose che dovrebbero spiegare altri,

ti rimando alla lettura (o ri-lettura) di un po' di racconti nel topic Spoon River ("I miei primi quarant'anni").

Riguardo alle persone... chiaro... se si parla di persone tipo amici, familiari ecc sono quasi sempre persone fidate ma quando

si tratta di cose che vanno un po' al di là della competenza/conoscenza che si ha, sulle persone fidate si può contare per quello

che riguarda le buone intenzioni ma le buone intenzioni non si traducono sempre in azioni benefiche. Un aspetto del doppio

mobbing temo sia proprio questo: da un lato c'è la persona fidata che per buone intenzioni fa qualcosa che magari peggiora le

cose, dall'altro c'è la persona "aiutata" che reagisce male, che non vede la buona intenzione, o che la vede ma che non ha modo

di dire che apprezza l'intenzione ma l'azione un po' meno ecc ecc (le solite cose foriere di scontri anche nelle migliori famiglie...).

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non l ' ho sentito ma mi parlavi di esperienze vissute e di io che mi stordisco di film e del mi0 inattivismo onirico...

Se nelle cose che dico hai letto che me ne sono andato via da quache posto mandando al diavolo qualcuno, è molto probabile.

... allora io mi chiedevo in cosa constiste il tuo di attivismo?

Io non sono un attivista.

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si...ma in che senso "niente?" in che senso "dentro o fuori"?

ve lo sto chiedendo veramente... voi due a volte, siccome dialogate molto e da molto tempo su questi temi, parlate un pochino "in codice" (non vi offendete mo'), e date un po' per scontata la conoscenza di certe tematiche...

guarda che non esiste nessun codice... piuttosto se c' è qualcosa che non è chiaro, uno chiede ma questo con tutti. Anche con un po' di sforzo, onde evitare di vedere cose che non ci sono...

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guarda che non esiste nessun codice... piuttosto se c' è qualcosa che non è chiaro, uno chiede

E' quello che ha fatto... :rolleyes:

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Juditta, il topic di cui parlavo era questo:

http://www.psiconline.it/forum/index.php?s...t=0&start=0

L'articolo del primo post racconta un po' di quella situazione sulla quale m'avevi fatto la domanda.

Da notare che è un articolo che parla degli anni precedenti alla c.d. "crisi", cioè di anni nei quali l'occupazione

è sistematicamente cresciuta (secondo me è un dato rilevante, da qualunque angolatura si guardi la cosa).

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non so mica se c'ho voglia di leggerlo quell'articolo :unsure:

insomma, io i 40 non li vedo lontanissimi, e rispetto a quello che ho iniziato a leggiucchiare...non ho alle spalle nessuna carriera brillante... insomma mi sento un po' "buttata fuori" senza esserci mai entrata, ecco.

e siccome è una situazione spiacevole... mi aggrappo alla mia teoria del "non ho niente da perdere" che potrebbe trasformarsi nella teoria di "chi ha sempre viaggiato nei bassifondi..."

avevo già in programma di parlare di questo argomento nella prossima seduta (ebbene si), non per altro... è che da sola vengo travolta dall'angoscia, ho bisogno di essere "disinnescata"... :(:

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non so mica se c'ho voglia di leggerlo quell'articolo :unsure:

Per fortuna perché mi sono accorto che mancano un paio di pagine... :He He:

(L'avevo caricato quasi 2 anni fa... magari lo cerco e lo ripristino, di sicuro ce l'ho ancora da qualche parte).

Comunque son quel genere di cose che l'angoscia che fanno la si vince cercando di conoscerle meglio e di farle

conoscere meglio, secondo me. Strettamente correlata è la disoccupazione giovanile che in Europa pare sia arrivata

ora al 25%.. Già il fatto di non dover fare sforzi da propagandisti (o contropropagandisti) per spiegare che non è che

non si lavora perché non s'ha voglia di fare un cavolo, è un peso in meno (importante da un punto di vista psicologico)

e un risparmio di risorse preziose (energia, tempo, ecc) che possono essere dedicate alle contromisure.

O al limite, a giocare a yahtzee che è meglio che coltivare pensieri suicidi...

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Per fortuna perché mi sono accorto che mancano un paio di pagine... :He He:

(L'avevo caricato quasi 2 anni fa... magari lo cerco e lo ripristino, di sicuro ce l'ho ancora da qualche parte).

Comunque son quel genere di cose che l'angoscia che fanno la si vince cercando di conoscerle meglio e di farle

conoscere meglio, secondo me. Strettamente correlata è la disoccupazione giovanile che in Europa pare sia arrivata

ora al 25%.. Già il fatto di non dover fare sforzi da propagandisti (o contropropagandisti) per spiegare che non è che

non si lavora perché non s'ha voglia di fare un cavolo, è un peso in meno (importante da un punto di vista psicologico)

e un risparmio di risorse preziose (energia, tempo, ecc) che possono essere dedicate alle contromisure.

O al limite, a giocare a yahtzee che è meglio che coltivare pensieri suicidi...

però scusa... mi spieghi chi è che lavora, allora? cioè se i giovani non lavorano, gli ultraquarantenni sono in crisi...

per il resto, son d'accordo, unica differenza è che a me non interessa spiegare a qualcuno perchè è difficile trovare un lavoro meglio di questo (nel mio caso), da un certo punto di vista potrebbe essere un deterrente utile all'autocolpevolizzazione che opero da sola... però prevale l'angoscia in realtà.

avrai notato che però ho ovviato brillantemente a quel problema di cui abbiamo parlato prima (quello dei parenti/amici che pur con le migliori intenzioni non sanno aiutare...) :He He:

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Quelli non sono gli ultraquarantenni: è una minoranza di loro.

Queste cose vanno guardate in ottica dinamica. La disoccupazione giovanile è ora molto alta, come lo è quella in generale.

Negli anni di cui parla quell'articolo, invece, era più facile per i più giovani lavorare seppur precariamente (o proprio per quello)...

come dicevo prima, si tratta degli anni pre-crisi nei quali l'occupazione è sistematicamente cresciuta (in quantità...).

Arrivata la crisi, i primi a saltare ed ad andare a fare compagnia a quelli saltati nell'incubazione della crisi, sono stati ovviamente i

precari, quindi perlopiù giovani.

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Se mi permetti un gioco di parole molto amaro... una strage di capaci...

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:o:

quindi... cerco di fare mente locale proprio perchè da ignorante dell'argomento faticavo a seguirvi del tutto...

i "suicidi" della telecom france probabilmente non mollavano quel lavoro assurdo perchè temevano di far la fine dei quarantenni dell'articolo?

e la situazione assurda in cui lavoravano è solo dovuta alla mala organizzazione e mancanza di comunicazione di cui parlavare, oppure l'ipotesi è che dietro ci fosse una "strategia" per buttarli fuori dall'azienda?

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Sulle ragioni di un suicida preferirei non esprimermi... un po' perché dovrei farlo per immaginazione, un po' perché

capita che le lascino dette loro e mi sembra corretto cedere il passo (pardon... la parola).

Comunque quello non è un lavoro assurdo, anzi... è un lavoro molto bello. Ad essere assurde sono le condizioni che

vengono a crearsi sul lavoro... quello, come qualunque altro... e che spesso e volentieri col lavoro non hanno niente a

che fare. Il lavoro è proprio buttato fuori a scapito della politica (politica aziendale, politica relazionale, ecc...).

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intendevo quello...ho riassunto con "lavoro assurdo", però intendevo "condizioni di lavoro assurde"...

anche il fatto che sia un lavoro molto bello secondo me è una delle cose che trattengono dal lasciarlo, immagino che uno si dica "cavoli, ho studiato una vita per un lavoro così..."

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intendevo quello...ho riassunto con "lavoro assurdo", però intendevo "condizioni di lavoro assurde"...

anche il fatto che sia un lavoro molto bello secondo me è una delle cose che trattengono dal lasciarlo, immagino che uno si dica "cavoli, ho studiato una vita per un lavoro così..."

Capisco, è possibile. Si potrebbero dire tante cose a riguardo, però prova per un attimo a chiederti per quale motivo si tende

a concentrarsi sulle cose che trattengono una persona da lasciare un lavoro, come se fosse lì il nodo del problema.

Tieni conto che l'obbiettivo del mobbing (quando è voluto) e l'esito del mobbing (quando è situazionale) è precisamente quello di...

... indurla a lasciare il lavoro.

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è che io ancora non ho capito se questo è un caso di mobbing oppure no!

mi sembra un po' troppo vasto, in riferimento a un unica azienda,per esserlo. io non dico che "lasciare il lavoro" debba essere indicata come "la soluzione" alle disfunzioni che fanno si che un'azienda diventi una fucina di suicidi. dico solo che il singolo dipendente, finchè lavora per l'azienda "disfunzionale" probabilmente potere di cambiare la situazione generale ne ha poco... e come scelta "personale" secondo me rimane sempre valida quella di cercare un altro lavoro, prima di pensare al suicidio. ovvio che con le fosche prospettive occupazionali...

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Che quello sia un caso di mobbing o no, nel mobbing le motivazioni per lasciare il lavoro non mancano (essendo

l'obbiettivo e/o l'esito, e non certo la soluzione). Per il resto, era il discorso che si faceva in precedenza.

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La domanda su cosa trattiene dal lasciare un lavoro potrebbe invece essere interessante se fatta a riguardo (o addirittura a) altre figure.

Io ad esempio in questo topic ho riportato diverse lettere di persone che del lavoro che fanno, dell'ambiente, e delle condizioni di lavoro ne

parlano in termini drammatici (e a volte, non so se l'ho fatto notare in modo abbastanza esplicito) anche un tantino inverosimili... eppure la

maggior parte di loro sono anni che sono lì e non si schiodano nemmeno a cannonate. Non dico per andarsene, ma nemmeno per verificare

se le cose che raccontano sono vere o sono cose che si raccontano.

La domanda ha una certa importanza, sia dal lato mobbing (che non viene fatto con le armi da fuoco), sia dal lato "potere di fare qualcosa"

per affrontare non solo il mobbing, ma anche la crisi, le crisi, ecc... e magari anche l'ordinaria amministrazione, i normali problemi che si

incontrano sul lavoro (soprattutto in posti come l'italia dove la conflittualità è la regola).

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E' quello che ha fatto... :rolleyes:

e io ho risposto, o piuttosto ho dato chiarimenti sul "codice". Avrei voluto dare spiegazioni anche in merito all' argomento ma purtroppo avevo fretta di andare. Probabilmente è sembrata una risposta un po' brusca, scusa Juditta. :icon_confused:

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