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Pensi di essere vittima di Mobbing?


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Vi mando questa lettera che ho scritto diversi mesi fa dopo aver subito un qualcosa che secondo me è peggio del mobbing....vorrei sapere il parere degli esperti a riguardo...ancora oggi a distanza di mesi e con un nuovo lavoro più che soddisfacente mi ricompare alla mente quasi come se fosse un trauma...

COPERATIVA CAMPO FRIGO

Mi pongo a scrivere questa lettera distrutto nel fisico e nella psiche e umiliato dal licenziamento subito alla campofrigo di Campogalliano.

Ho fatto molti lavori duri nella mia vita nel periodo estivo sempre come operaio ma il lavoro della campofrigo è l’unico che mi ha distrutto nel fisico e nelle risorse mentali. Dovevo lavorare dal lunedì al giovedì otto ore e mezza al giorno più il venerdì e al sabato dove si lavorava di più spesso anche un ora e mezza di straordinario fino alle 19 o anche di più per un totale di nove ore, ma nessuno mai avrebbe avuto il coraggio di lamentarsi per l’eccessivo lavoro perché se rifiuti di fare lo straordinario vieni già segnalato come un “sovversivo”.. sono stato assunto il giorno.. e subito ho cominciato a lavorare sodo la mia mansione era attaccare le etichette identificative sui box di frutta e credo che di tante che ne ho fatte neanche un box è entrato in deposito senza identificazione se c’era un errore nelle etichette prendevo la mia bicicletta e andavo in ufficio a farle cambiare, oltretutto era anche veloce nell’attaccarle, ho sempre condotto questo lavoro con onestà…ma l’avvenimento che ha creato da subito disagio ai miei capi è che avevo chiesto un pancale di casse per farmi ombra e sedermi su un seggiolino di casse quando non c’erano trattori che passavano…perché ero esposto al sole dalle 8 alle 12 e dalle 13,30 alle 18..vi posso garantire che il Sole delle prime due settimane di agosto “picchiava duro” lavoravo da solo il più delle volte ma a volte mi affiancavano Fabio un ragazzo di 19 anni volenteroso…i capi si lamentavano del pancale che era lì a bordo della strada in modo che non desse fastidio ai trattori..si lamentavano perché per i contadini che sono anche i soci della coperativa campofrigo “ non era un bel vedere” che un operaio stesse seduto in quei due e tre minuti che separono un trattore da un altro..il lavoro doveva essere continuo e se non c’era lavoro da fare dovevi far finta di lavorare dicevano che in quel periodo di tempo che separa un trattore da un altro dovevo andare a incartare le casse dentro l’edificio che era a 80 o 100 metri distante da me..ho segnalato come questo lavoro fosse del tutto inutile dato che non facevo tempo ad arrivare dentro l’edificio con la mia bicicletta che già era arrivato un altro trattore e così avrei dovuto riprendere la bicicletta e tornare a 100 metri di distanza creando oltretutto disagio per me e anche alla campofrigo perché sarebbe stato il caos..(ad esempio se mentre incartavo dentro l’edificio non mi accorgevo che passava un trattore a cui dovevo attaccare le etichette)…in realtà questo era un lavoro inutile che doveva solo nascondere la verità che non puoi sederti se non passano trattori..devi stare in piedi sotto il Sole cocente anche quando non c’è nessuno…io non so se ho gli stessi parametri di giustizia della legge italiana non so se ho ragione oppure no però credo che un atteggiamento simile non è molto distante dalla parola tortura..cose che credevo esistessero solo nei campi di concentramento..leggendo alla voce “campi di concentramento” sulla wikipedia ho trovato scritte queste parole di Bettheleim un psichiatra poco attendibile ma comunque uno che ne ha vissuto l’esperienza dei lager condotto a testimoniare dalla Arendt:

“gran parte del lavoro imposto nei lager era inutile, o superfluo, o così malamente progettato che doveva essere fatto due o tre volte. Particolarmente, i nuovi detenuti erano obbligati ad adempiere mansioni assurde...Essi si sentivano degradati...e preferivano addirittura un lavoro più pesante quando produceva qualcosa di utile". Ovviamente il fine di un campo di concentramento è la morte dell’uomo quello della campofrigo era di salvaguardare una maschera di ipocrisia. Non vi dico bugie se vi dico che piuttosto che stare lì così al Sole preferivo andare a lavorare in catena di montaggio e fu così in effetti dopo l’episodio che ha determinato tanto accanimento nei miei confronti..perché ho denunciato questo comportamento ai contadini soci a diversi di loro facevo notare questa cosa cioè che ero obbligato a stare in piedi sotto il Sole anche se non c’era lavoro e che mi sarei potuto sedere per un attimo di sollievo senza comunque diminuire per nulla il mio rendimento lavorativo, anzi al contario l’avrei aumentato perché sedendomi per qualche minuto avrei conservato meglio le mie energie per un lavoro che già di per sé è molto duro e faticoso…uno solo di loro un giovane ragazzo di cui non ricordo il nome mi ha difeso e ha capito la mia condizione..tutti gli altri cioè uomini per lo più di mezza età o vecchi che non credo siano molto preparati culturalmente non comprendevano..mi dicevano che mi comportavo così perché non ho fatto il militare..io rispondevo educatamente senza offendere dicendo che non era giusto e che era una cosa da campo di concentramento e osavo dire che era contro la legge italiana anche se non ero certo di quello che dicevo perché la conosco poco anche io..penso che il posto di lavoro non dovrebbe essere un campo militare perché se no avrei fatto il soldato..un posto di lavoro dovrebbe tutelare il lavoratore e non solo i soci che finanziano la cooperativa. La campofrigo risolse il problema cambiandomi mansione ora dovevo lavorare in catena a caricare i pancali di casse..un lavoro molto duro forse il più duro di tutti che dovevamo fare io e Fabio alternandoci…il primo giorno dopo parecchie ore di lavoro ho chiesto di poter fare qualcos’altro perché non ce la facevo più a sollevare le casse dal male che mi facevano le braccia, hanno detto che mi avrebbero cambiato ma così non è stato…ho continuato a fare questo lavoro fino a oggi, un giorno sì e uno no,perché mi alternavo con Fabio tornavo a casa che non avevo neanche voglia di mangiare, andavo avanti per inerzia completamente esaurito dormivo sette ore per notte ma non bastava avrei voluto dormirne un po’ di più ma non avrei potuto fare le cose che mi piacciono fare come scrivere leggere studiare o guardare un film…in poco tempo comunque i miei muscoli si sono sempre più abituati allo stress fisico del sollevamento continuo di queste casse piene di frutta per 8 ore e mezza..al mattino però del giorno dopo andavo a lavorare ai campioni cioè prelevare una cassa da un pancale pieni per mettere un etichetta speciale..qui le casse venivano sollevate però in due..ma a volte ero talmente distrutto dal giorno prima e da tutti quelli precedenti che non avevo più la forza di sollevare..andavo avanti comunque con tenacia svolgendo sempre il mio lavoro e ubbidendo agli ordini dei miei capi reparto anche se rallentato dalla fatica fisica e psichica. Fino al giorno in cui mi hanno licenziato con la giusta causa che alle dieci fumo la mia sigaretta come tutti gli operai fumatori della campofrigo e che non svolgo bene il lavoro ai campioni, la verità è che stavo antipatico ai soci senza un ragionevole motivo solo perché gli dicevo le cose davanti e non alle spalle educatamente con poca aggressività ma sono loro che comandano la campofrigo. Tutti gli altri operai o capi sono bene o male vittime della loro ignoranza in materia di diritti del lavoratore.

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Vi mando questa lettera che ho scritto diversi mesi fa dopo aver subito un qualcosa che secondo me è peggio del mobbing....vorrei sapere il parere degli esperti a riguardo...ancora oggi a distanza di mesi e con un nuovo lavoro più che soddisfacente mi ricompare alla mente quasi come se fosse un trauma...

COPERATIVA CAMPO FRIGO

Mi pongo a scrivere questa lettera distrutto nel fisico e nella psiche e umiliato dal licenziamento subito alla campofrigo di Campogalliano.

Ho fatto molti lavori duri nella mia vita nel periodo estivo sempre come operaio ma il lavoro della campofrigo è l’unico che mi ha distrutto nel fisico e nelle risorse mentali. Dovevo lavorare dal lunedì al giovedì otto ore e mezza al giorno più il venerdì e al sabato dove si lavorava di più spesso anche un ora e mezza di straordinario fino alle 19 o anche di più per un totale di nove ore, ma nessuno mai avrebbe avuto il coraggio di lamentarsi per l’eccessivo lavoro perché se rifiuti di fare lo straordinario vieni già segnalato come un “sovversivo”.. sono stato assunto il giorno.. e subito ho cominciato a lavorare sodo la mia mansione era attaccare le etichette identificative sui box di frutta e credo che di tante che ne ho fatte neanche un box è entrato in deposito senza identificazione se c’era un errore nelle etichette prendevo la mia bicicletta e andavo in ufficio a farle cambiare, oltretutto era anche veloce nell’attaccarle, ho sempre condotto questo lavoro con onestà…ma l’avvenimento che ha creato da subito disagio ai miei capi è che avevo chiesto un pancale di casse per farmi ombra e sedermi su un seggiolino di casse quando non c’erano trattori che passavano…perché ero esposto al sole dalle 8 alle 12 e dalle 13,30 alle 18..vi posso garantire che il Sole delle prime due settimane di agosto “picchiava duro” lavoravo da solo il più delle volte ma a volte mi affiancavano Fabio un ragazzo di 19 anni volenteroso…i capi si lamentavano del pancale che era lì a bordo della strada in modo che non desse fastidio ai trattori..si lamentavano perché per i contadini che sono anche i soci della coperativa campofrigo “ non era un bel vedere” che un operaio stesse seduto in quei due e tre minuti che separono un trattore da un altro..il lavoro doveva essere continuo e se non c’era lavoro da fare dovevi far finta di lavorare dicevano che in quel periodo di tempo che separa un trattore da un altro dovevo andare a incartare le casse dentro l’edificio che era a 80 o 100 metri distante da me..ho segnalato come questo lavoro fosse del tutto inutile dato che non facevo tempo ad arrivare dentro l’edificio con la mia bicicletta che già era arrivato un altro trattore e così avrei dovuto riprendere la bicicletta e tornare a 100 metri di distanza creando oltretutto disagio per me e anche alla campofrigo perché sarebbe stato il caos..(ad esempio se mentre incartavo dentro l’edificio non mi accorgevo che passava un trattore a cui dovevo attaccare le etichette)…in realtà questo era un lavoro inutile che doveva solo nascondere la verità che non puoi sederti se non passano trattori..devi stare in piedi sotto il Sole cocente anche quando non c’è nessuno…io non so se ho gli stessi parametri di giustizia della legge italiana non so se ho ragione oppure no però credo che un atteggiamento simile non è molto distante dalla parola tortura..cose che credevo esistessero solo nei campi di concentramento..leggendo alla voce “campi di concentramento” sulla wikipedia ho trovato scritte queste parole di Bettheleim un psichiatra poco attendibile ma comunque uno che ne ha vissuto l’esperienza dei lager condotto a testimoniare dalla Arendt:

“gran parte del lavoro imposto nei lager era inutile, o superfluo, o così malamente progettato che doveva essere fatto due o tre volte. Particolarmente, i nuovi detenuti erano obbligati ad adempiere mansioni assurde...Essi si sentivano degradati...e preferivano addirittura un lavoro più pesante quando produceva qualcosa di utile". Ovviamente il fine di un campo di concentramento è la morte dell’uomo quello della campofrigo era di salvaguardare una maschera di ipocrisia. Non vi dico bugie se vi dico che piuttosto che stare lì così al Sole preferivo andare a lavorare in catena di montaggio e fu così in effetti dopo l’episodio che ha determinato tanto accanimento nei miei confronti..perché ho denunciato questo comportamento ai contadini soci a diversi di loro facevo notare questa cosa cioè che ero obbligato a stare in piedi sotto il Sole anche se non c’era lavoro e che mi sarei potuto sedere per un attimo di sollievo senza comunque diminuire per nulla il mio rendimento lavorativo, anzi al contario l’avrei aumentato perché sedendomi per qualche minuto avrei conservato meglio le mie energie per un lavoro che già di per sé è molto duro e faticoso…uno solo di loro un giovane ragazzo di cui non ricordo il nome mi ha difeso e ha capito la mia condizione..tutti gli altri cioè uomini per lo più di mezza età o vecchi che non credo siano molto preparati culturalmente non comprendevano..mi dicevano che mi comportavo così perché non ho fatto il militare..io rispondevo educatamente senza offendere dicendo che non era giusto e che era una cosa da campo di concentramento e osavo dire che era contro la legge italiana anche se non ero certo di quello che dicevo perché la conosco poco anche io..penso che il posto di lavoro non dovrebbe essere un campo militare perché se no avrei fatto il soldato..un posto di lavoro dovrebbe tutelare il lavoratore e non solo i soci che finanziano la cooperativa. La campofrigo risolse il problema cambiandomi mansione ora dovevo lavorare in catena a caricare i pancali di casse..un lavoro molto duro forse il più duro di tutti che dovevamo fare io e Fabio alternandoci…il primo giorno dopo parecchie ore di lavoro ho chiesto di poter fare qualcos’altro perché non ce la facevo più a sollevare le casse dal male che mi facevano le braccia, hanno detto che mi avrebbero cambiato ma così non è stato…ho continuato a fare questo lavoro fino a oggi, un giorno sì e uno no,perché mi alternavo con Fabio tornavo a casa che non avevo neanche voglia di mangiare, andavo avanti per inerzia completamente esaurito dormivo sette ore per notte ma non bastava avrei voluto dormirne un po’ di più ma non avrei potuto fare le cose che mi piacciono fare come scrivere leggere studiare o guardare un film…in poco tempo comunque i miei muscoli si sono sempre più abituati allo stress fisico del sollevamento continuo di queste casse piene di frutta per 8 ore e mezza..al mattino però del giorno dopo andavo a lavorare ai campioni cioè prelevare una cassa da un pancale pieni per mettere un etichetta speciale..qui le casse venivano sollevate però in due..ma a volte ero talmente distrutto dal giorno prima e da tutti quelli precedenti che non avevo più la forza di sollevare..andavo avanti comunque con tenacia svolgendo sempre il mio lavoro e ubbidendo agli ordini dei miei capi reparto anche se rallentato dalla fatica fisica e psichica. Fino al giorno in cui mi hanno licenziato con la giusta causa che alle dieci fumo la mia sigaretta come tutti gli operai fumatori della campofrigo e che non svolgo bene il lavoro ai campioni, la verità è che stavo antipatico ai soci senza un ragionevole motivo solo perché gli dicevo le cose davanti e non alle spalle educatamente con poca aggressività ma sono loro che comandano la campofrigo. Tutti gli altri operai o capi sono bene o male vittime della loro ignoranza in materia di diritti del lavoratore.

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Quando ho scritto questa lettera ero in uno stato mentale al limite della follia ora che rivedo le cose un po' meglio mi rendo conto che quando mi hanno messo a caricare le casse sui pancali FACEVO IL LAVORO DI 8 OPERAIE! Ero dimagrito 9 kg in una settimana mi ricordo ancora...e avevo tutti i capi e diverse operai e operaie contro di me un esperienza terribile quando ho letto quelle notizie sui lager sentivo di aver qualcosa in comune con loro...e sono sicuro che se leggessi "Se questo è un uomo" ci troverei parecchie analogie...ho lavorato tutto il mese di agosto dell'anno scorso ma il ricordo di quell'esperienza è ancora ben presente nella mia mente...anche mentre scrivo ora provo un senso di angoscia e rabbia per le umiliazioni subite...

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un esperienza traumatica davvero che mi causa ancora qualche problema nei nuovi ambienti dove lavoro...sono sempre diffidente e pauroso anche quando non ce nè alcun motivo...ho sempre paura che qualcuno mi faccia del male o mi umili...ed è passato quasi un anno! ...sto sempre in guardia e sono pronto a "tirar fuori i denti" alla più piccola cosa che a volte potrebbe causare anche un disagio ai miei nuovi colleghi...per fortuna man mano passano i giorni di questo nuovo lavoro da impiegato sento un po' la paura andare via e acquisto sempre un po' più di fiducia...ma ho comunque molta paura e diffidenza del tutto immotivata perlomeno in questo ambiente...vengo trattato con rispetto e posso sempre dire il mio parere...un rapporto completamente diverso da prima dove ero costantemente umiliato nonostante facessi il lavoro di 8 OPERAIE !

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Comunque se c'è qualche specialista nel topic gradirei qualche suo consiglio o parere...grazie mille

Non penso che ce ne siano. Non ho capito una cosa, leggendo il tuo racconto... quanto è durata quella brutta esperienza?

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un mese o poco più..uno dei mesi più brutti della mia vita

Un mese, in una storia di mobbing o di cose simili, è un battito di ciglia... La durata delle vessazioni è considerata

piuttosto importante... come discriminante 'temporale' tra una brutta esperienza e una vicenda di mobbing viene spesso

indicata una durata di almeno 6 mesi, ma spesso sono condizioni che durano anni e che finiscono per estendersi anche

fuori dall'ambito lavorativo.

Prova a prenderla come un'esperienza brutta ma istruttiva... magari approfondendo un po' la conoscenza del fenomeno

potresti anche trovare un po' di sollievo per gli strascichi che ti porti dietro. Se lo conosci, fa meno timore per il futuro

perché nel caso dovessi incapparci di nuovo ci arrivesti più attrezzato...

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  • 3 months later...
Pensi di essere vittima di Mobbing?

Hai una storia da raccontare? Ecco qui il tuo spazio.

Ciao, sono un nuovo utente. Vorrei aggiungere la mia esperienza. Sono un dirigente e qualche anno fa sono stato 'vittima' di una fusione aziendale. Nella nuova organizzazione mi è stato affidato un ruolo molto meno rilevante di quello che occupavo nell'azienda incorporata. Ho cercato immediatamente di fare del mio meglio, di capire come conquistarmi immediatamente credito, fiducia e visibilità, ma più mi sforzavo e più le responsabilità mi venivano sottratte. Al tempo stesso si verificava anche l'altro, noto, odioso meccanismo per cui alcune mie buone intuizioni venivano scippate da pari grado o dal mio responsabile senza, ovviamente, restituirmene il merito.

Insonnia e depressione sono arrivate molto presto, subito dopo un periodo di rabbia e rancore che mi ha isolato ancora di più.

Crollando la mia autostima continuavo ad interrogarmi sul mio effettivo valore di cui non potevo che dubitare.

Sono stato veramente male: ho messo in discussione tutto. Il professionista e (il che è molto peggio) la persona: non riuscire a dormire neanche un minuto per molte notti alla settimana e non vedere via d'uscita non è il massimo per chi fino a ieri era libero di svolgere il suo lavoro con soddisfazione.

Non so come ho ricominciato a vedere la luce dopo un colloquio con il mio capo di allora, un personaggio talmente squallido e squalificante da non riuscire a sembrare neanche possibile: mi ha talmente mortificato che, non so come, sono riuscito a digerire quello che non andava nè giù nè su. Poichè ho un mutuo, ho bisogno di lavorare ed il mercato del lavoro è in condizioni pietose non mi potevo permettere di andarmene sbattendo la porta, ho cominciato a fare l'unica cosa possibile, cioè lèggere l'azienda per quello che è, una grottesca accozzaglia di caricature che sfogano spesso sugli altri le proprie nevrosi e i propri difetti.

Oggi subisco ancora discriminazioni notevoli: sono passati più di 2 anni, è arrivato un altro capo, meno isterico, ma più chirurgico, subdolo e, perciò, forse, addirittura peggiore. L'obiettivo probabile è accantonarmi progressivamente in un angolo per farmi esaurire come una pila scarica e non spendere neanche una buonuscita per cacciarmi, ma io non mollo. I più giovani vengono comunque da me (non sono una cariatide!) per chiedermi consigli e suggerimenti, riconoscendomi la competenza e l'esperienza e questo mi gratifica a sufficienza. Rido piacevolmente con molti colleghi e compenso, così, i frequenti momenti in cui l'attuale personaggio che dovrebbe essere il mio responsabile continua a tendermi trappole con la maldestra collaborazione di un'arrogante, ridicola esponente dell'ufficio risorse umane.

Tutto questo in attesa di una seria, robusta legislazione che consenta di denunciare comportamenti che rendono la vita impossibile a chi vorrebbe solamente alzarsi la mattina e dare un dignitoso senso alla sua vita.

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Ciao, sono un nuovo utente. Vorrei aggiungere la mia esperienza. Sono un dirigente e qualche anno fa sono stato 'vittima' di una fusione aziendale. Nella nuova organizzazione mi è stato affidato un ruolo molto meno rilevante di quello che occupavo nell'azienda incorporata. Ho cercato immediatamente di fare del mio meglio, di capire come conquistarmi immediatamente credito, fiducia e visibilità, ma più mi sforzavo e più le responsabilità mi venivano sottratte. Al tempo stesso si verificava anche l'altro, noto, odioso meccanismo per cui alcune mie buone intuizioni venivano scippate da pari grado o dal mio responsabile senza, ovviamente, restituirmene il merito.

Insonnia e depressione sono arrivate molto presto, subito dopo un periodo di rabbia e rancore che mi ha isolato ancora di più.

Crollando la mia autostima continuavo ad interrogarmi sul mio effettivo valore di cui non potevo che dubitare.

Sono stato veramente male: ho messo in discussione tutto. Il professionista e (il che è molto peggio) la persona: non riuscire a dormire neanche un minuto per molte notti alla settimana e non vedere via d'uscita non è il massimo per chi fino a ieri era libero di svolgere il suo lavoro con soddisfazione.

Non so come ho ricominciato a vedere la luce dopo un colloquio con il mio capo di allora, un personaggio talmente squallido e squalificante da non riuscire a sembrare neanche possibile: mi ha talmente mortificato che, non so come, sono riuscito a digerire quello che non andava nè giù nè su. Poichè ho un mutuo, ho bisogno di lavorare ed il mercato del lavoro è in condizioni pietose non mi potevo permettere di andarmene sbattendo la porta, ho cominciato a fare l'unica cosa possibile, cioè lèggere l'azienda per quello che è, una grottesca accozzaglia di caricature che sfogano spesso sugli altri le proprie nevrosi e i propri difetti.

Oggi subisco ancora discriminazioni notevoli: sono passati più di 2 anni, è arrivato un altro capo, meno isterico, ma più chirurgico, subdolo e, perciò, forse, addirittura peggiore. L'obiettivo probabile è accantonarmi progressivamente in un angolo per farmi esaurire come una pila scarica e non spendere neanche una buonuscita per cacciarmi, ma io non mollo. I più giovani vengono comunque da me (non sono una cariatide!) per chiedermi consigli e suggerimenti, riconoscendomi la competenza e l'esperienza e questo mi gratifica a sufficienza. Rido piacevolmente con molti colleghi e compenso, così, i frequenti momenti in cui l'attuale personaggio che dovrebbe essere il mio responsabile continua a tendermi trappole con la maldestra collaborazione di un'arrogante, ridicola esponente dell'ufficio risorse umane.

Tutto questo in attesa di una seria, robusta legislazione che consenta di denunciare comportamenti che rendono la vita impossibile a chi vorrebbe solamente alzarsi la mattina e dare un dignitoso senso alla sua vita.

Più che una legislazione servirebbe la riduzione di tempi e barriere d'accesso alla giustizia... se non fosse il muro che è,

se bastassero uno o due anni per una causa di mobbing invece che 8-12, molti di quei comportamenti e di quelle strategie

gestionali passerebbero di moda in tempo zero (e magari ne beneficerebbe anche l'economia nel suo complesso).

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ste ti risulta che anche quelli che lavorano in nero,senza una busta paga vadano dallo psicologo,li licenzierebbero ,ma tu parli di lavoratori altolocati dove lo stress e solo mentale,solo quelli possono andare dallo psicologo!

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ste ti risulta che anche quelli che lavorano in nero,senza una busta paga vadano dallo psicologo,li licenzierebbero ,ma tu parli di lavoratori altolocati dove lo stress e solo mentale,solo quelli possono andare dallo psicologo!

panca sei la voce degli umili , ti apprezzo

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ste ti risulta che anche quelli che lavorano in nero,senza una busta paga vadano dallo psicologo,li licenzierebbero ,ma tu parli di lavoratori altolocati dove lo stress e solo mentale,solo quelli possono andare dallo psicologo!

Io sono senza busta paga, ma dallo psicologo a piangere non ci vo'... comunque no, l'articolo forse non parla di lavoratori in nero

ma parla di lavoratori medi... della cosiddetta maggioranza... che comunque è sempre più povera, pare.

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  • 1 month later...
Senti Ste,

non ho mai fatto mobbing a nessuno neppure involontariamente. Questo è sicuro. Anzi! Quindi la tua mi sembra la posizione di pregiudizio. Scusami ma è quello che penso.

Anna

rientro in gioco sono ancora vivo e vegeto , ho avuto problemi che ho risolto ed ora cercherò di raccapezzarmi...

la mia e-mail è :paolillo@elform.it;

cell.337923376

vince32 :Talk to the Hand:

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  • 2 months later...
 
  • 1 month later...

Ciao a tutti!! Io lavoro in un ufficio pubblico e per mia disgrazia sono capitata in una Direzione Generale dove, dopo avermi convinto, con promesse e rassicurazioni, di avere un ruolo ben preciso e definito, mi sono ritrovata a NON AVERE NIENTE DA FARE!!! Io che ho 15 anni di onorato servizio nell'Azienda e non certo addittata come FANNULLONA!!! Mi sono fatta rispettare in tutti questi anni sia dai miei colleghi che dai miei CAPI!! Ora mi hanno fatto consegnare ad una impiegata appena assunta a contratto per due anni (di appena 15 anni e quindi senza esperienza) tutto il mio lavoro che è stato consegnato ai Direttori come suo partecipando anche alle riunioni ed escludendomi completamente!!!! Sono mesi che non faccio nessun tipo di lavoro e sì che ho un curriculum del tutto rispettabile!!! Ma cosa devo fare??? Non esiste nessun motivo apparente, nessuno scronto con i miei superiori, PROPRIO NIENTE DI NIENTE!! Oltrettutto i così detti "colleghi" sono al corrente della situazione e, malgrado siano indignati anche loro, non mi danno nessun consiglio. Prestando servizio ai vertici di una grande Azienda pubblica, a chi devo denunciare????

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Un'impiegata di 15 anni? :blink:

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Aaaah! Era un refuso! Per un attimo avevo temuto che la pratica di strumentalizzare i più inesperti e malleabili

si fosse spinta all'utilizzo di minorenni!

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Per il rincuorare, se ti basta un abbraccio virtuale te lo mando molto volentieri, ma so che non serve a granché!

Per il consiglio... non so... hai provato prima a leggere qualche topic qua e là sull'argomento?

Qui, se vuoi qualche consiglio immediato, ci trovi un breve vademecum...

http://www.helpconsumatori.it/data/docs/MO...G-Vademecum.pdf

... ma ho la sensazione che si tratti di consigli che andrebbero bene partendo dal presupposto che pratiche come

lo "svuotamento" che stai subendo siano eccezioni malate di un mondo del lavoro che nel suo complesso è sano...

presupposto che non so quanto sia valido allo stato attuale. Sembra di essere in guerra..

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Non voglia fare la guerra a nessuno. In questo momento sono proprio svuotata e non vorrei mai né andare contro chi mi sta facendo del male né reagire in maniera violenta, perché non sono per natura una persona così. Non potrei raccimolare prove a mio favore perché non ne ho la forza!!! Molto probabilmente me ne starò quì ad aspettare dove vogliono arrivare e a sperare in tempi migliori. Non avrei mai pensato di dovermi guardare alle spalle e non fidarmi delle persone per le quali nutrivo grande stima e rispetto!! Grazie comunque per l'attenzione che mi hai dimostrato!

P.S. ho letto il "vademecum" ma conoscevo già benissimo il procedimento per intraprendere un esposto per mobbing!

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