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La separazione dell'io sociale dal nostro io interiore


datango

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Salve a tutti;

Ho appena terminato una chat su messanger con un mio amico.

Egli afferma che l'io sociale è separato dal nostro io interiore, ha inoltre affermato che la fusione dei due potrebbe creare un emarginazione della persona dalla società, in quanto agisce secondo la sua istintualità che potrebbe non rispettare i canoni sociali.

Cosa ne pensate a riguardo?

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Secondo me il tuo amico non ha tutti i torti.

Con lo stesso ragionamento, però, la fusione potrebbe portare anche

ad un eccesso di adattamento, anziché all'emarginazione.

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Salve a tutti;

Ho appena terminato una chat su messanger con un mio amico.

Egli afferma che l'io sociale è separato dal nostro io interiore, ha inoltre affermato che la fusione dei due potrebbe creare un emarginazione della persona dalla società, in quanto agisce secondo la sua istintualità che potrebbe non rispettare i canoni sociali.

Cosa ne pensate a riguardo?

Credo che il tuo amico sia un filosofo...nel senso più vero della parola...

Purtroppo la società ci impone determinati canoni...fuori dai quali saremmo emarginati...

Spesso quando vedo dei documentari o leggo dei reportage sulle popolazioni dei paesi africani o delle isole più povere, provo invidia per il loro modo naturale di muoversi, mangiare, vivere insomma...lì non è necessario indossare scarpe nike o occhiali gucci...lì basta non essere sbranati dagli animali...lì non serve la smart superacccessoriata...basta saper nuotare...correre...

Lì basta saper vivere...mentre quì ultimamente mi sfugge il senso di molte cose...vedo troppa superficialità...vedo troppa apparenza...e quello che mi fa più rabbia è il mio non riuscire a isolarmi da tutto ciò...anche se comporterebbe isolarmi dal mondo intero...ne trarrei beneficio...ma non ne ho il coraggio...

Ciao :LOL:

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secondo me non sono solo due gli  - io -

anzi è uno con molte facce...

Sono d'accordo.

Poi si può anche ribaltare la prospettiva: nel suo post Datango parlava

di agire secondo la propria istintualità oppure secondo canoni sociali.

Però a meno che uno non viva isolato o in un gruppo chiuso e uniforme,

ci si ritrova a dover vivere a cavallo di canoni sociali molto diversi tra loro,

spesso contrapposti o difficilmente conciliabili.

Es: per un adolescente con genitori all'antica e amici alla moda, stare

in società può voler dire adattarsi contemporaneamente ai canoni dei

genitori, ai canoni degli amici, e magari rimaner se stesso perché la

morosa vuol così.

Se tutti i canoni sono rigidi... o si diventa schizofrenici o non se ne esce! :LOL:

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Salve a tutti;

Ho appena terminato una chat su messanger con un mio amico.

Egli afferma che l'io sociale è separato dal nostro io interiore, ha inoltre affermato che la fusione dei due potrebbe creare un emarginazione della persona dalla società, in quanto agisce secondo la sua istintualità che potrebbe non rispettare i canoni sociali.

Cosa ne pensate a riguardo?

Certo, Pirandello lo scriveva già 100 anni fa. Il peso del ruolo, soprattutto nella società siciliana dell'epoca, poteva annientare l'essenza istintiva dell'individuo.

Poi naturalmente qualcuno ben più esperto di me potrebbe riportare il discorso alla concezione dell'Es, Io e Superio freudiana, o a quella delle figure archetipe del Genitore, dell'Adulto e del Bambino propria dell'analisi transazionale...viviamo oggi in una società in cui è comunque necessario moderare certi istinti, dannosi a sè e agli altri soprattutto se la persona in questione ha vissuto traumi e problemi particolari...mentre altre persone avrebbero invece bisogno di portar fuori di più la propria spontaneità, certamente non possiamo costruire regole generali, dipende dalle persone! (Io per esempio per istinto salterei addosso a tutte le donne carine tra i 18 e i 35 anni).

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:LOL: Moderati, Mau... Certe cose si pensano ma non si dicono!
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certamente non possiamo costruire regole generali, dipende dalle personeturbociclo

Si è vero, secondo me perche ogni persona è diversa nel modo di essere, ma è proprio qui la questione, che ce ne facciamo di un io sociale se differisce dal nostro io esistenziale? questa doppia essenza non crea una scissione nell'essere? Non si dovrebbe tendere all'integrazione del nostro io con ciò che ci circonda, al fine di evitare divisioni o razzismi di varia natura ed effetto?

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Salve a tutti;

Ho appena terminato una chat su messanger con un mio amico.

Egli afferma che l'io sociale è separato dal nostro io interiore' date=' ha inoltre affermato che la fusione dei due potrebbe creare un emarginazione della persona dalla società, in quanto agisce secondo la sua istintualità che potrebbe non rispettare i canoni sociali.

Cosa ne pensate a riguardo?[/quote']

Certo, Pirandello lo scriveva già 100 anni fa. Il peso del ruolo, soprattutto nella società siciliana dell'epoca, poteva annientare l'essenza istintiva dell'individuo.

Poi naturalmente qualcuno ben più esperto di me potrebbe riportare il discorso alla concezione dell'Es, Io e Superio freudiana, o a quella delle figure archetipe del Genitore, dell'Adulto e del Bambino propria dell'analisi transazionale...viviamo oggi in una società in cui è comunque necessario moderare certi istinti, dannosi a sè e agli altri soprattutto se la persona in questione ha vissuto traumi e problemi particolari...mentre altre persone avrebbero invece bisogno di portar fuori di più la propria spontaneità, certamente non possiamo costruire regole generali, dipende dalle persone! (Io per esempio per istinto salterei addosso a tutte le donne carine tra i 18 e i 35 anni).

Turbacchione... :mrgreen:

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Se io dessi retta al mio IO interiore...in questo momento mi spoglirei di tutti gli orpelli che rivestono la mia persona...orologio in primis...butterei il cellulare...e vestita con due foglie di bietola raggiungerei immediatamente la foresta pluviale più vicina...(non deve essere difficile basta che metto in moto la jeep e imposto la destinazione sul tom tom :shock: )

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Però anche l'ortica ha il suo perché! :LOL:

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Egli afferma che l'io sociale è separato dal nostro io interiore..

Cosa ne pensate a riguardo?

Questo è stato l'argomento del mio tema di maturità :D

Più che altro era incentrato sul fatto che il nostro io biologico, quello connesso con la nostra natura interiore, prima o poi deve adeguarsi ai ritmi e alle esigenze della società e ciò produce per forza di cose nell'individuo una spaccatura inevitabile, fonte di ulteriori frammentazioni future.

Questo rappresenta la radice di gran parte dei disagi.

..ha inoltre affermato che la fusione dei due potrebbe creare un emarginazione della persona dalla società, in quanto agisce secondo la sua istintualità che potrebbe non rispettare i canoni sociali.

Penso che sia impossibile una vera fusione dei due, perchè le esigenze vere dell'individuo nel più dei casi vanno a scontrarsi con quelle della società, quindi la sola cosa possibile rimane a questo punto un compromesso nel quale prevale a volte l'esigenza naturale, a volte quella sociale.

Un'integrazione diciamo.

Non so se mi spiego, è abbastanza contorto..

Secondo me inoltre i nostri bisogni "naturali" non sono solo pilotati dall'istintualità.

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Intendo la bietola come nuovo capo di abbigliamento, parlane con Dolce o meglio Gabbana (l'ho visto in una pubblictà e credo sia in una fase di cambiamento :LOL: )

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Intendo la bietola come nuovo capo di abbigliamento, parlane con Dolce o meglio Gabbana (l'ho visto in una pubblictà e credo sia in una fase di cambiamento :LOL: )

Chissà il loro Io come è diviso... :mrgreen:

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il nostro io biologico, quello connesso con la nostra natura interiore, prima o poi deve adeguarsi ai ritmi e alle esigenze della società e ciò produce per forza di cose nell'individuo una spaccatura inevitabile, fonte di ulteriori frammentazioni future.

Questo rappresenta la radice di gran parte dei disagi.

Penso che sia impossibile una vera fusione dei due, perchè le esigenze vere dell'individuo nel più dei casi vanno a scontrarsi con quelle della società, quindi la sola cosa possibile rimane a questo punto un compromesso nel quale prevale a volte l'esigenza naturale, a volte quella sociale.

Un'integrazione diciamo.

Non so se mi spiego, è abbastanza contorto..

Secondo me inoltre i nostri bisogni "naturali" non sono solo pilotati dall'istintualità.

A mio parere non sei stata contorta Vale,

Parliamo della questione della fusione; perchè separiamo il nostro io sociale dal nostro io essenziale, non fanno realmente parte della stessa persona?

l'esistenza di questo io sociale non è data dalla presenza di un io pensante, una coscienza, che guida le nostre scelte e quindi il nostro agire nella socialità?

La presenza della nostra coscienza non potrebbe privarci di una comprensione priva di pregiudizi, fornita da un semplice approccio a quello che in ogni momento viviamo?

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A mio parere non sei stata contorta Vale,  

Parliamo della questione della fusione; perchè separiamo il nostro io sociale dal nostro io essenziale, non fanno realmente parte della stessa persona?  

A mio avviso entrambi i nostri io fanno parte di noi stessi...solo essendo l'essere umano un animale sociale...ci adattiamo...non è che li separiamo solo li utilizziamo diversamente a seconda delle situazioni...un pò come trovarsi a parlare in inglese con un inglese e in italiano con un italiano...

Non credo si tratti di qualcosa di negativo...solo è importante avere un controllo moderato su questi io...controllo che si acquisisce con l'avanzare dell'età...infatti nel bambino ancora piccolo non vi separazione ne diversità tra l'io sociale e quello interiore...

Il controllo dovrebbe avvenire non per impedirci di esprimerci conformemente a noi stessi...ma solo per darci la possibilità di vivere in una società...società fatta di regole...che per quanto assurde possano essere è bene rispettare...soprattutto per non ledere l'altrui libertà...

l'esistenza di questo io sociale non è data dalla presenza di un io pensante, una coscienza, che guida le nostre scelte e quindi il nostro agire nella socialità?

Certo che si...ma anche il nostro io interiore ha una coscienza che guida le nostre scelte...i due io non sono altro che il risvolto della stessa medaglia...convivono in noi...non come il dottor Jekil e Mr Hide...bensì come una metà del tutto...posto che il tutto siamo noi...

La presenza della nostra coscienza non potrebbe privarci di una comprensione priva di pregiudizi, fornita da un semplice approccio a quello che in ogni momento viviamo?

Questo è quello che dovrebbe avvenire normalmente...ma come nell'esempio della mia fuga dalla civiltà, alle volte i due io entrano in conflitto...e allora come diceva giustamente Vale...nasce il disagio...

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A mio parere non sei stata contorta Vale,  

Parliamo della questione della fusione; perchè separiamo il nostro io sociale dal nostro io essenziale, non fanno realmente parte della stessa persona?  

A mio avviso entrambi i nostri io fanno parte di noi stessi...solo essendo l'essere umano un animale sociale...ci adattiamo...non è che li separiamo solo li utilizziamo diversamente a seconda delle situazioni...un pò come trovarsi a parlare in inglese con un inglese e in italiano con un italiano...

Premesso che secondo me la nostra vera natura non risiede principalmente nel piano mentale, io nostri io fanno parte della stessa persona ma sono proprio diversi, quello biologico è connesso con la nostra essenza e con il corpo, l'altro si forma pian piano plasmato dalla società e dalle sue esigenze, ed è connesso con la mente.

Entrambi formano l'individuo da punti di vista diversi..

Per il resto quoto Oltreleapparenze :LOL:

Adesso però contorta lo sono stata :D

l'esistenza di questo io sociale non è data dalla presenza di un io pensante, una coscienza, che guida le nostre scelte e quindi il nostro agire nella socialità?

Bè.. sì, però come dicevo prima l'io pensante ha una natura diversa dalla coscienza, secondo me è quella che costituisce l'individuo alla sua radice.

La presenza della nostra coscienza non potrebbe privarci di una comprensione priva di pregiudizi, fornita da un semplice approccio a quello che in ogni momento viviamo?

Non ho capito bene cosa intendi dire..

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Salve a tutti;

Ho appena terminato una chat su messanger con un mio amico.

Egli afferma che l'io sociale è separato dal nostro io interiore, ha inoltre affermato che la fusione dei due potrebbe creare un emarginazione della persona dalla società, in quanto agisce secondo la sua istintualità che potrebbe non rispettare i canoni sociali.

Cosa ne pensate a riguardo?

io non vedo l'io come una cosa rigida, ma in movimento ed in continua evoluzione... certo la "sostanza" è la stessa, ma non credo si possa parlare di una scissione se a seconda dei casi ci si comporta diversamente, sarebbe preoccupante il contrario...

ogni situazione o contesto metterà in risalto alcuni aspetti di noi, ma non significa che i diversi aspetti che possiamo scoprire facciano parte di personalità separate...

i canoni sociali sono quindi un contesto in cui ci esprimiamo in un certo modo, il problema nasce secondo me solo quando ci leghiamo troppo ad esso non distiguendo più cosa decidiamo di fare e chi siamo in realtà.

mah.. non so se mi sono spiegata :roll:

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io non vedo l'io come una cosa rigida, ma in movimento ed in continua evoluzione... certo la "sostanza" è la stessa, ma non credo si possa parlare di una scissione se a seconda dei casi ci si comporta diversamente, sarebbe preoccupante il contrario...  

ogni situazione o contesto metterà in risalto alcuni aspetti di noi, ma non significa che i diversi aspetti che possiamo scoprire facciano parte di personalità separate...

i canoni sociali sono quindi un contesto in cui ci esprimiamo in un certo modo, il problema nasce secondo me solo quando ci leghiamo troppo ad esso non distiguendo più cosa decidiamo di fare e chi siamo in realtà.

mah.. non so se mi sono spiegata  :roll:

Concordo con te! l'io è in continua evoluzione; riconoscere come questo sia vero, secondo me vuol dire che riesci a accettare passivamente questi cambiamenti. Lo sforzo mentale che facciamo per far corrispondere l'io che è in continua evoluzione con l'io sociale che è basato su un ideale passato, non è che sia la radice di questo disagio?, che nel caso più lieve può comunque lasciare la possibilità di continuare a vivere quasi serenamente (magari con qualche mal di pancia o mal di testa), mentre nei casi di grande disagio, come può essere per un soggetto depresso, può bloccare il naturale modo di riconoscere la realta?

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Concordo con te! l'io è in continua evoluzione; riconoscere come questo sia vero' date=' secondo me vuol dire che riesci a accettare passivamente questi cambiamenti.

uhm... il passivamente però non mi sembra molto positivo :roll:

io la vedo più come a un non opporsi al cambiamento, un'apertura e ricettività agli stimoli...

Lo sforzo mentale che facciamo per far corrispondere l'io che è in continua evoluzione con l'io sociale che è basato su un ideale passato, non è che sia la radice di questo disagio?

sicuramente qualche disagio lo crea, molte convenzioni sono rigide, la spontaneità, la personalità nel pensare e nell'agire, spesso sono già al di fuori degli schemi sociali che ci vogliono tutti uguali.

molto noioso e molto stupido.

il punto è il compromesso, ci si adatta, le regole non sono solo dei limiti, ma accordo di equilibrio. l'importante e non lasciarsi sopraffare, nè dimenticare la propria personalità. ognuno poi può ritagliarsi il proprio spazio per fare quello che vuole ;)

che nel caso più lieve può comunque lasciare la possibilità di continuare a vivere quasi serenamente (magari con qualche mal di pancia o mal di testa), mentre nei casi di grande disagio, come può essere per un soggetto depresso, può bloccare il naturale modo di riconoscere la realta?

cosa intendi per "naturale modo di riconoscere la realtà"?

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uhm... il passivamente però non mi sembra molto positivo :roll:

io la vedo più come a un non opporsi al cambiamento, un'apertura e ricettività agli stimoli...

Ciao Summer, parliamo della modalità di ricevere in forma passiva.

Dire che: non bisogna opporsi al cambiamento non è parente prossimo, se voi cugino di I° grado, a ricevere in maniera passiva i cambiamenti?Allora condividi il mio punto di vista? :LOL:

Un bambino nella pancia della mamma, ad esempio, non riceve i stimoli in maniera passiva? possiamo giudicare la sua modalita di ricezione passiva in maniera negativa?

c'è un forum interessante a riguardo scritto da Alessandro.

sicuramente qualche disagio lo crea, molte convenzioni sono rigide, la spontaneità, la personalità nel pensare e nell'agire, spesso sono già al di fuori degli schemi sociali che ci vogliono tutti uguali.

molto noioso e molto stupido.

il punto è il compromesso, ci si adatta, le regole non sono solo dei limiti, ma accordo di equilibrio. l'importante e non lasciarsi sopraffare, nè dimenticare la propria personalità. ognuno poi può ritagliarsi il proprio spazio per fare quello che vuole ;)

Certo convengo con te, il compromesso come base dopo aver riconosciuto la propria individualità (è li hai già un bel da fare), è la modalita per rimanere contenuto e non emarginato dal resto. Perchè abbiamo paura ad isolarci dal resto? è cosi negativo un momento di meditazione senza interventi esterni? una persona depressa è perchè si sente emarginata dal resto?

cosa intendi per "naturale modo di riconoscere la realtà"?

A mio parere "Il naturale modo di riconoscere la realtà" è la modalità; diversa in ciascuno di noi; che ci conduce al riconoscimento di quello che è senza il condizionamento della coscienza

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Ciao Summer' date=' parliamo della modalità di ricevere in forma passiva.

Dire che: non bisogna opporsi al cambiamento non è parente prossimo, se voi cugino di I° grado, a ricevere in maniera passiva i cambiamenti?Allora condividi il mio punto di vista? :wink:

yess

Un bambino nella pancia della mamma, ad esempio, non riceve i stimoli in maniera passiva? possiamo giudicare la sua modalita di ricezione passiva in maniera negativa?

beh in questo caso no... chissà perchè passivo però mi rimanda a qualcosa di negativo :roll:

c'è un forum interessante a riguardo scritto da Alessandro.

qual è?

Certo convengo con te, il compromesso come base dopo aver riconosciuto la propria individualità (è li hai già un bel da fare), è la modalita per rimanere contenuto e non emarginato dal resto. Perchè abbiamo paura ad isolarci dal resto?

credo si tema la solitudine, io non potrei fare a meno della vita sociale, della compagnia, del confronto, della condivisione... ma allo stesso modo non potrei fare a meno dei miei spazi, io cui sto sola con me stessa.

quindi la risposta all tua domanda è solo una supposizione...

è cosi negativo un momento di meditazione senza interventi esterni?

assolutamente no, anzi.

una persona depressa è perchè si sente emarginata dal resto?

può darsi... penso si tratti soprattutto di una mancata realizzazione di sè e dei propri desideri

A mio parere "Il naturale modo di riconoscere la realtà" è la modalità; diversa in ciascuno di noi; che ci conduce al riconoscimento di quello che è senza il condizionamento della coscienza

o il condizionamento della società...

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