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La separazione dell'io sociale dal nostro io interiore


datango

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Parliamo della questione della fusione; perchè separiamo il nostro io sociale dal nostro io essenziale, non fanno realmente parte della stessa persona?

l'esistenza di questo io sociale non è data dalla presenza di un io pensante, una coscienza, che guida le nostre scelte e quindi il nostro agire nella socialità?

La presenza della nostra coscienza non potrebbe privarci di una comprensione priva di pregiudizi, fornita da un semplice approccio a quello che in ogni momento viviamo?

Io penso che...:

1) Il nostro IO essenziale purtroppo non lo conosciamo, non conosciamo la nostra parte eterna che alcune religioni chiamano ANIMA e che non è soggetta ai continui mutamenti cui ci lega la mente, scimmietta impazzita che ci fa credere di essere mille cose diverse, creando il dolore del ruolo, dell'attaccamento, del desiderio;

2) Naturalmente (per scendere sul concreto) la società crea nei secoli delle forme di accomodamento, compromesso alle quali dobbiamo aderire tramite le leggi, le usanze ecc., senza di questo si avrebbe solo il predominio del più forte e la fine della società stessa;

3) la regola stabilita dalla maggioranza non può corrispondere al nostro io individuale, siamo per fortuna tutti diversi e quindi occorre stabilire una specie di MEDIA tra tutti gli appartenenti alla comunità per formare le regole;

4) Nessuno di noi può permettersi (salvo rare eccezioni) lo spontaneismo del bambino, quello che è difficile è trovare il giusto equilibrio tra il rispetto delle norme sociali e lo spazio personale per esprimersi a fondo. Ovviamente, ripeto, per alcuni è più facile esprimersi in modo individuale, ma qui entriamo in un campo psicologico personale.

5) Cosa vuol dire poi in soldoni secondo voi ESPRIMERE IL PROPRIO IO ESSENZIALE? Secondo me, come ho scritto al punto 1, il nostro io essenziale non lo conosciamo affatto. Crediamo di conoscerlo, il che è ancora peggio...

Ajo, ci sei ancora? :wink:

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starei attenta al *monoteismo della coscienza*.in fondo l'Io è solo un complesso, anche se si crede il re della personalità. cosa può,per esempio,contro l'Ombra,che è un achetipo?

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starei attenta al *monoteismo della coscienza*.in fondo l'Io è solo un complesso' date=' anche se si crede il re della personalità. cosa può,per esempio,contro l'Ombra,che è un achetipo?[/color']

Come se dise a Venessia... "in ombra veritas" :mrgreen:

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non necessariamente.

volevo solo portare l'attenzione sul fatto che si tende a dare all'Io molto più potere di quanto non abbia in realtà,e ci sono forze contro le quali non è in grado di combattere

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non necessariamente.

volevo solo portare l'attenzione sul fatto che si tende a dare all'Io molto più potere di quanto non abbia in realtà' date='e ci sono forze contro le quali non è in grado di combattere[/color']

Sono d'accordo.

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non necessariamente.

volevo solo portare l'attenzione sul fatto che si tende a dare all'Io molto più potere di quanto non abbia in realtà' date='e ci sono forze contro le quali non è in grado di combattere[/color']

Ma ahimé, lo specchio è meraviglioso e riflette all'infinito...però quando è coperto di fango, cosa vuoi che rifletta? :LOL:

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non necessariamente.

volevo solo portare l'attenzione sul fatto che si tende a dare all'Io molto più potere di quanto non abbia in realtà' date='e ci sono forze contro le quali non è in grado di combattere[/color']

Buongiorno S. e a tutti voi, queste forze che agiscono dentro di noi da dove provengono? sono forze o proiezioni della nostra coscienza?

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Salve a tutti;

Ho appena terminato una chat su messanger con un mio amico.

Egli afferma che l'io sociale è separato dal nostro io interiore, ha inoltre affermato che la fusione dei due potrebbe creare un emarginazione della persona dalla società, in quanto agisce secondo la sua istintualità che potrebbe non rispettare i canoni sociali.

Cosa ne pensate a riguardo?

io credo che tutte le cose nella vita possono essere affrontate essenzialmente in due modi, teoricamente o praticamente, o per meglio dire sperimentando direttamente noi la cosa (la dove possibile), oppure dire semplicemente se è logica o no.

Io su quanto propone Datango, posso affermare che è vero che in tutti c'è una netta separazione tra quello che facciamo nella società e quello che riteremmo invece corretto fare. Questo caos interno penso sia dovuto alla società, che dovrebbe essere l'insieme di tante persone e in base alle loro caratteristiche essa dovrebbe mutare, invece ad oggi non è più così è l'individuo che deve uniformarsi al resto della società.

Questo crea un conflitto e dunque un contrasto tra cio che siamo e cio che vorremmo essere, tra l'altro il nostro "io " o "se" non è solo sdoppiato,ma cambia oramai in ogni situazione, con gli amici, con la moglie, con parenti, sul lavoro, allo stadio ecc....ecc....e dunque a volte è difficile rispondere alla domanda "qual'è il tuo vero caraterette e le tue vere convinzioni?"

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un insieme di tutto questo, le variazioni del nostro comportamento nelle diverse situazioni è solo una reazione ad un stimolo contestuale, io non lo vedo come una scissione... :roll:

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non necessariamente.

volevo solo portare l'attenzione sul fatto che si tende a dare all'Io molto più potere di quanto non abbia in realtà' date='e ci sono forze contro le quali non è in grado di combattere[/color']

Buongiorno S. e a tutti voi, queste forze che agiscono dentro di noi da dove provengono? sono forze o proiezioni della nostra coscienza?

Hillman,facendo eco a Jung, chiama queste forze il Piccolo Popolo, perchè secondo loro sono delle vere e proprie persone,dotate di pensieri,stati d'animo, atteggiamenti loro propri,totalmente indipendenti dall'Io.il Piccolo Popolo sono i cosiddetti Complessi a tonalità affettiva,nuclei di personalità che fanno capo agli archetipi.mentre i complessi nascono con l'andare avanti negli anni, gli archetipi esistono dentro di noi a priori,sono innati.

come avrai capito,questo è un argomento enormemente difficile,e non credo si possa esaurire in quattro righe.ho cercato solo di riassumerti quello che so a riguardo, secondo il pensiero della psicologia Analitica

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Buongiorno S. e a tutti voi' date=' queste forze che agiscono dentro di noi da dove provengono? sono forze o proiezioni della nostra coscienza?[/quote']

Hillman,facendo eco a Jung, chiama queste forze il Piccolo Popolo, perchè secondo loro ....

Credo siano interessanti i punti di vista di Jung e Hillman,

Credo però si utile realizzare che, nella realtà attuale, i nostri punti di vista sulla conoscenza della nostra essenza sono realmente diversi da quelli di Krisnamurti, Jung, Nietzsche etc, credo dipenda dal fatto che tutto quello che è stato detto sull'argomento sia vero e utile, ma è necessariamente utile, data la nostra unicità, non intervenire su quel processo che avviene spontaneamente nella nostra testa, la libera produzione di pensieri. Finche interveniamo su questo processo con la nostra coscienza che fa riferimento al passato (o archetipo), il nostro pensiero si conformerà diventando quindi qualcosa più o meno distante dal nostro vero io.

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veramente il libero fluire dei pensieri e delle immagini attiene all'inconscio archetipico.intervenire sul processo,deviarlo,è cosa tipica dell'io cosciente.

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veramente il libero fluire dei pensieri e delle immagini attiene all'inconscio archetipico.intervenire sul processo' date='deviarlo,è cosa tipica dell'io cosciente.[/color']

Si condivido in parte il tuo parere; secondo me avere come base un archetipo a mio parere è falso, dato che lo stesso archetipo e un residuo genetico, un messaggio tramandato appartiene al passato, una volta conoscita la falsità del suo significato attuale (non è qui e adesso), dovrebbe svanire per lasciar spazio alla fioritura del nuovo pensiero.

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quoto stè sia per quanto concerne l'io che potrebbe adattarsi troppo all'io interiore sociale, sia per il fatto che diamo al nostro io interiore troppa forza rispetto a quello che può veramente fare nella società. Un super ego che è visto da noi come Hulk ma in realtà è iun topolino.

Noi negli ingranaggi della macchina del mondo, a volte scivoliamo bene a volte rimaniamo incastrati e spiaccicati (quelli sono gli emarginati, i cosiddetti 'perdenti' ci cui la società vuol disfarsi, perch+è non sono all'altezza della sua selezione naturale o non vogliono adattarsi)

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bè,Datango, dipende anche dalla metapsicologia che uno usa. essendo gli archetipi determinanti universali non credo che siano necessariamente antichi,sono vitali.attingono agli istinti fondamentali dell'essere umano.

credo anche io nell'importanza del *qui ed ora*,ma gli archetipi sono lì, che a me piaccia o no, mi riempiono di immagini e di sogni. non dar loro retta sarebbe come non dar retta al mio stomaco che mi comunica di avere fame.

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  • 4 months later...

A mio modo di vedere, le identità in questione non sono due, ma quattro: 1) l'identità interiore oggettiva, ovvero l'essenza profonda, quella di cui non siamo necessariamente coscienti al cento per cento; 2) l'identità interiore soggettiva, ovvero ciò che noi identifichiamo come "io" ed in cui ci riconosciamo, ciò che riteniamo (a torto o ragione) di essere; 3) l'identità sociale interna, ovvero ciò che noi vogliamo o pensiamo di essere per gli altri, che può cambiare a seconda delle circostanze e che dipende dalla nostra volontà e dalla nostra competenza relazionale; 4) l'identità sociale esterna, ovvero ciò che gli altri ritengono che noi siamo, indipendentemente dalla nostra volontà e dalle nostre effettive qualità.

Ciò che io sono nella mia essenza (1), nemmeno io lo conosco e non posso conoscerlo se non attraverso l'esperienza che ho di me stesso; così può capitare che un giorno mi alzo convinto di essere un automobilista provetto (2), poi esco dal parcheggio e ci lascio i fari (1); un altro giorno mi metto a scarabocchiare col pennello su un foglio da disegno pensando di fare la solita schifezza inguardabile (2) e alla fine scopro di aver dipinto un quadretto che piace e mai avrei pensato di riuscire a fare (1). E così nel modo di trascorrere le mie giornate, di fare le scelte, di mettermi in relazione con gli altri e con le cose, che poi, a pensarci bene, sono tutti modi di mettersi in relazione con se stessi....

Così può capitare che partecipo ad una conversazione sapendo di avere qualcosa di sensato da dire, e sentendomi alla pari con gli altri (3), ma poi vedo ignorate le mie parole perché in quel contesto, gli altri, non mi considerano un loro pari (4); magari in altri contesti in cui non ho motivo di ritenermi interessante (3), scopro di godere di inaspettata stima (4).

Per quanto riguarda il secondo argomento, relativo alla fusione delle varie identità, non saprei dire... credo che tutto dipenda dalla personalità dell'inidividuo e dalla società in cui è inserito. Non me la sento di escludere che possa esistere il caso di un individuo la cui indole coincide con le aspettative sociali della popolazione di cui fa parte; perché no? Soprattutto considerando che, sempre a mio modesto modo di vedere, l'essenza di un individuo, la sua identità più profonda, è qualcosa di più che pura istintualità: credo che in ciascuno di noi ci sia tanto ordine quanto caos.

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:ola (4):

Salve a tutti;

Ho appena terminato una chat su messanger con un mio amico.

Egli afferma che l'io sociale è separato dal nostro io interiore, ha inoltre affermato che la fusione dei due potrebbe creare un emarginazione della persona dalla società, in quanto agisce secondo la sua istintualità che potrebbe non rispettare i canoni sociali.

Cosa ne pensate a riguardo?

Certo, è una verità... l'importante è non dimenticare l'io interiore e lasciarlo esprimere in qualche modo

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  • 2 months later...
Salve a tutti;

Ho appena terminato una chat su messanger con un mio amico.

Egli afferma che l'io sociale è separato dal nostro io interiore, ha inoltre affermato che la fusione dei due potrebbe creare un emarginazione della persona dalla società, in quanto agisce secondo la sua istintualità che potrebbe non rispettare i canoni sociali.

Cosa ne pensate a riguardo?

Ciao ...personalmente concordo con il tuo amico anche se dò molta importanza alla fusione di "due mondi". Sostengo da sempre la volontà di esternare la propria interiorità e che la somma delle due (interiorità ed esteriorità) possa solo fare di una normale persona, una persona speciale. Essere cmq e sempre se stessi in una società, dove se non sei come il gruppo o il branco come dico io, puoi facilmente essere "ignorato"..(come dice il tuo amico) ma ci vuole coraggio ad essere come noi siamo e molto meno ad apparire come gli altri ci vogliono! ciao <_<

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Ciao ...personalmente concordo con il tuo amico anche se dò molta importanza alla fusione di "due mondi"....... ma ci vuole coraggio ad essere come noi siamo e molto meno ad apparire come gli altri ci vogliono! ciao :abbr:

Cari Aqva Penny e Tobia Augusto, secondo me questo argomento che ho lanciato qualchè tempo fa, è basilarmente un falso argomento.

Quello che sento di scrivere adesso riguardo all'Io, sia sociale che interiore è che:

"Non esiste ne l'io sociale ne l'io interiore, essi sono una proiezione mentale che la nostra mente crea per proteggere la sua esistenza". Noi siamo quello che esprimiamo in questo momento e nel fare questo non abbiamo bisogno di nessun aiuto da un io sociale o interiore.

Che senso ha illudersi che possediamo un anima che potrebbe guidarci a gesti inequiparabili, questi gesti e questa anima non sono altro che il frutto di convinzioni che ci siamo ingoiati da quando siamo nati, fanno dunque parte del passato e non hanno niente a che vedere con quello che esprimiamo adesso.

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Cari Aqva Penny e Tobia Augusto, secondo me questo argomento che ho lanciato qualchè tempo fa, è basilarmente un falso argomento.

Quello che sento di scrivere adesso riguardo all'Io, sia sociale che interiore è che:

"Non esiste ne l'io sociale ne l'io interiore, essi sono una proiezione mentale che la nostra mente crea per proteggere la sua esistenza". Noi siamo quello che esprimiamo in questo momento e nel fare questo non abbiamo bisogno di nessun aiuto da un io sociale o interiore.

Che senso ha illudersi che possediamo un anima che potrebbe guidarci a gesti inequiparabili, questi gesti e questa anima non sono altro che il frutto di convinzioni che ci siamo ingoiati da quando siamo nati, fanno dunque parte del passato e non hanno niente a che vedere con quello che esprimiamo adesso.

Caro Datango,

mi inchino alla crescita e alla comprensione che vedo in essere......

davvero.....mentre leggevo sopra pensavo a cosa rispondere, ma hai detto tutto .......

solo una questione

dici

"fanno dunque parte del passato e non hanno niente a che vedere con quello che esprimiamo adesso." Se L'"io" è frutto del passato ed è una proiezione......tu stai dicendo che noi esprimiamo noi stessi convinti di esprimere l"l'io" sto sbagliando? Crediamo di essere ed agire in base alle nostre convinzioni ma agiamo invece per cio che siamo attimo per attimo....? :vava:

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  • 7 months later...
Salve a tutti;

Ho appena terminato una chat su messanger con un mio amico.

Egli afferma che l'io sociale è separato dal nostro io interiore, ha inoltre affermato che la fusione dei due potrebbe creare un emarginazione della persona dalla società, in quanto agisce secondo la sua istintualità che potrebbe non rispettare i canoni sociali.

Cosa ne pensate a riguardo?

:Hmmmph:

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per me l'io è il pensiero che lega tutti i ricordi,,,,

affiora per il confronto con il presente in essere e si modifica prima di agire secondo i canoni che l'ambiete o società gli impone di rispettare...

varia in base allo stato d'animo ma è uno......anche se in realtà appunto è un pensiero..

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io quoto S. che stimo e che tante informazioni interessanti (che adesso comprendo ancordippiù) mi ha regalato...

starei attenta al *monoteismo della coscienza*.in fondo l'Io è solo un complesso, anche se si crede il re della personalità. cosa può,per esempio,contro l'Ombra,che è un achetipo?

volevo solo portare l'attenzione sul fatto che si tende a dare all'Io molto più potere di quanto non abbia in realtà,e ci sono forze contro le quali non è in grado di combattere.

Hillman,facendo eco a Jung, chiama queste forze il Piccolo Popolo, perchè secondo loro sono delle vere e proprie persone,dotate di pensieri,stati d'animo, atteggiamenti loro propri,totalmente indipendenti dall'Io.il Piccolo Popolo sono i cosiddetti Complessi a tonalità affettiva,nuclei di personalità che fanno capo agli archetipi.mentre i complessi nascono con l'andare avanti negli anni, gli archetipi esistono dentro di noi a priori,sono innati.

come avrai capito,questo è un argomento enormemente difficile,e non credo si possa esaurire in quattro righe.ho cercato solo di riassumerti quello che so a riguardo, secondo il pensiero della psicologia Analitica.

veramente il libero fluire dei pensieri e delle immagini attiene all'inconscio archetipico.intervenire sul processo,deviarlo,è cosa tipica dell'io cosciente

bè,Datango, dipende anche dalla metapsicologia che uno usa. essendo gli archetipi determinanti universali non credo che siano necessariamente antichi,sono vitali.attingono agli istinti fondamentali dell'essere umano.

credo anche io nell'importanza del *qui ed ora*,ma gli archetipi sono lì, che a me piaccia o no, mi riempiono di immagini e di sogni. non dar loro retta sarebbe come non dar retta al mio stomaco che mi comunica di avere fame

Mitica!!

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Cari Aqva Penny e Tobia Augusto, secondo me questo argomento che ho lanciato qualchè tempo fa, è basilarmente un falso argomento.

Quello che sento di scrivere adesso riguardo all'Io, sia sociale che interiore è che:

"Non esiste ne l'io sociale ne l'io interiore, essi sono una proiezione mentale che la nostra mente crea per proteggere la sua esistenza". Noi siamo quello che esprimiamo in questo momento e nel fare questo non abbiamo bisogno di nessun aiuto da un io sociale o interiore.

Che senso ha illudersi che possediamo un anima che potrebbe guidarci a gesti inequiparabili, questi gesti e questa anima non sono altro che il frutto di convinzioni che ci siamo ingoiati da quando siamo nati, fanno dunque parte del passato e non hanno niente a che vedere con quello che esprimiamo adesso.

io riquoto te...

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