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La separazione dell'io sociale dal nostro io interiore


datango

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mmhhh

preciso che sono un'autodidatta

che scrive e cerca di spiegare quello che scrive al fine di permettere e mettere in condizione chi legge

di segnalarmi se lo vuole dove e in che cosa secondo lui io sono in errore

andando al dunque

come penso gia' tutti sapete

l'istinto regola

sia il corpo sia il cervello

regola 1) sapendo quali sono le esigenze vitali e funzionali

sia del corpo sia del cervello

regola 2) inviando questi imput al cervello

che ha il compito

tra le tante possibili interazioni

di scegliere

l'interazione che e' piu' vicina in qualita' e in intensita' alla richiesta dell'istinto

come penso gia' tutti sapete

quando un individuo nasce

e' spinto ad agire

dai suoi istinti

che sono istinti sia materiali ossia istinti che mirano a far interagire il corpo con altri enti

al fine di soddisfare le esigenze materiali del corpo

che sono istinti sia spirituali ossia istinti che mirano a far funzionare il cervello

ossia nel fargli fare quello per cui esiste

che e'

1) acquisire informazioni sull'ambiente circostante

2) usare la riflessione il pensiero e quindi il ragionamento su quanto vede ( acquisisce )

3) interiorizzare gli enti esterni ossia farli diventare da enti esterni enti propri ossia interiorizzati

4) quindi comprendere la realta' esterna ossia capirla

5) quindi riuscire tra tante possibili interazioni a scegliere quella giusta

come penso voi tutti gia' sapete

a livello biologico

noi abbiamo dei sensori

che rilevano quanto e' stata soddisfatta l'esigenza materiale ( del corpo )

che rilevano quanto e' stata soddisfatta l'esigenza spirituale ( del cervello )

piu' l'esigenza materiale e' soddisfatta piu' proviamo piacere materiale

piu' l'esigenza spirituale e' soddisfatta piu' proviamo piacere spirituale

cosa vuol dire piu' l'esigenza spirituale e' soddisfatta ???

vuol dire

usare il nostro cervello

piu' usiamo il nostro cervello piu' proviamo piacere spirituale ( che e' piacere nel fare )

focalizzando il nostro pensiero la nostra riflessione la nostra ragione

su cio' che vediamo ( leggiamo )

piu' proviamo piacere in quello che vediamo ( leggiamo )

piu' proviamo piacere nell'attivita' studiare perche' capiamo quello che leggiamo

PIU' SIAMO NOI A DECIDERE TRA LE TANTE INTERAZIONI QUALE ATTUARE

OSSIA PIU' SIAMO NOI A DECIDERE COME SVOLGERE UN'ATTIVITA'

PIU' PROVIAMO PIACERE NELLO SVOLGERLA

CONCLUDO

la societa'

impedisce solo questa tipologia di piacere

ossia il piacere spirituale

IMPEDISCE INSOMMA

A SCUOLA / UNIVERSITA'

A QUALSIASI INDIVIDUO ( con me non c'e' riuscita )

a provare piacere nell'attivita' di capire ( studiare)

che e' attivita'

dove si concentra

il nostro pensiero la nostra riflessione la nostra capacita' di ragionare

ossia di valutare le relazione tra pensieri e concetti

fino a che

quanto letto

da ente esterno diventa ente interno ossia ente interiorizzato

ossia ente capito

a cui corrisponde necessariamente

una nostra visione personale che e' appunto l'averlo capito

a cui corrisponde necessariamente

una nostra presa di posizione personale .

ECCO INSOMMA QUALI ISTINTI LA SOCIETA' IMPEDISCE

IMPEDISCE

SOLO L'ATTUAZIONE DELL'ISTINTO

CHE CI SPINGE A CHIEDERCI PERCHE'

LO IMPEDISCE

OBBLIGANDO CON LA FORZA ( nelle scuole /universita')

A RIPETERE CIO' CHE NON SI E' CAPITO

ossia cio' che si e' letto e solo memorizzato

ossia cio' che si e' letto ma a cui non si e' applicato il pensiero la riflessione il ragionamento

ossia cio' che e' rimasto ente esteriore che non e' diventato ente interiore

LO IMPEDISCE

ABITUANDO A MEMORIZZARE QUANTO SI LEGGE

ANNULLANDO L'ESIGENZA UMANA DI CAPIRE ( ossia interiorizzare = capire ) QUANTO SI LEGGE

IMPEDISCE SOLO L'ISTINTO

CHE ABBIAMO E CHE ANDREBBE NON OSTACOLATO MA SVILUPPATO

DI PROVARE PIACERE IN QUELLO CHE FACCIAMO

OSSIA DI PROVARE PIACERE IN QUALSIASI ATTIVITA' SVOLGIAMO

E LA VITA E' UNA SEGUENZA DI ATTIVITA'

QUINDI LA SOCIETA' IMPEDISCE SOLO QUESTO ISTINTO

QUELLO CHE CI SPINGE

A VIVERE PROVANDO PIACERE NEL VIVERE

COSA POSSIBILE SOLO SE VIVIAMO INTERAMENTE LA VITA

OSSIA CON IL CERVELLO E CON IL CORPO

NON CON IL SOLO CORPO COME CI OBBLIGA LA SOCIETA'

LA SOCIETA'

agisce sull'io

( I GENITORI AGISCONO SULL'IO ) ( E LA SCUOLA/UNIVERSITA)

L'IO e' cio' che mira al piacere

L'IO di un individuo mira sia al piacere materiale sia al piacere spirituale

QUANDO

OBBLIGANO IL NON ADULTO ( che e' uomo che si deve sviluppare )

A SVOLGERE L'ATTIVITA' STUDIARE

CONTRO LA SUA VOLONTA'

SENZA CHE IL NON ADULTO VIVA L'ATTIVITA' STUDIARE

COME L'ATTIVITA' CHE SVOLGE

PER RISPONDERE ALLE SUE DOMANDE

OSSIA AI SUOI INFINITI PERCHE' !!!!

I GENITORI possono agire sul non adulto ( sul figlio/a)

o con la forza

e cosi distruggono l'uomo

o con il ragionamento

e cosi rendono possibile lo sviluppo dell'uomo

se

AGISCONO CON LA FORZA

E IMPONGONO ALL'INDIVIDUO DI ANDARE A SCUOLA

l'individuo andra' a scuola contro la sua volonta

CONTRO IL SUO IO !!!!!!

E SVOLGERA' QUESTA ATTIVITA'

CONTRO IL SUO IO !!!!!!

OSSIA SENZA USARE IL CERVELLO

E QUINDI NON PROVANDO PIACERE SPIRITUALE che e' piacere nell'usare il cervello

leggera' quanto gli impongo di leggere

ma non applichera' il suo pensiero la sua riflessione il suo ragionamento

su quanto legge

e quindi quanto legge

rimarra ente esteriore

ente non compreso ente non capito

SE

AGISCONO CON IL RAGIONAMENTO

RIESCONO A FAR CAPIRE AL NON ADULTO

CHE NELL'ATTIVITA' STUDIARE

E QUINDI ANDANDO A SCUOLA

TROVA LO STRUMENTO

PER RISPONDERE A TUTTE LE SUE DOMANDE A TUTTI I SUOI PERCHE'

e cosi il non adulto

andra' a scuola volontariamente

spinto dall'esigenza di rispondere studiando alle sue domande a tutti i suoi perche'

CONCLUDO

LA SOCIETA' VIETA

L'USO DEL CERVELLO

VIETA ALL'IO

DI PROVARE PIACERE SPIRITUALE

LA SOCIETA' NON VIETA

o se lo vieta lo vieta solo formalmente

NON VIETA ALL'IO

DI PROVARE PIACERE MATERIALE

E CIO' E' LA NEGAZIONE DEL CONCETTO DI SOCIETA'

in una societa'

gli individui ( ossia i privati )

devono essere in grado ( maturita' sociale)

di svolgere un'attivita' sociale ( un lavoro i cui risultati sono diretti ad altri membri della societa' )

nello stesso modo ( modalita' )

con cui lo stesso individuo

svolge un'attivita' ( privata)

ossia un'attivita' i cui risultati sono diretti a se' stesso

APPUNTO SENZA SPIRITUALITA'

CON IL DIVIETO PER OGNI IO

DI PROVARE PIACERE SPIRITUALE

NON C'E'

NEI MEMBRI SOCIALI

SVILUPPO SPIRITUALE

OSSIA

CI SONO SOLO INDIVIDUI

CHE MIRANO AD AVERE SENZA DARE

o piu' precisamente individui

che svolgono la loro attivita'

senza piacere nello svolgerla

senza piacere nel vedere quello che realizzano

SENZA PIACERE NELLA CONSAPEVOLEZZA

CHE CHI RICEVE QUANTO LUI HA REALIZZATO

PROVA PIACERE GRAZIE A LUI

GRAZIE A QUANTO HA REALIZZATO CON LA SUA ATTIVITA'

appunto

SE NON C'E' SPIRITUALITA'

CI SONO INDIVIDUI

CHE MIRANO SOLO A PRENDERE E A DARE

NON INDIVIDUI CHE MIRANO

A DONARE E A RICEVERE

PERCHE'

LA VITA SPIRITUALE

ossia provare piacere nello svolgere qualsiasi nostra attivita'

e' la chiave

di funzionamento di una vera societa'

PERCHE'

SOLO CHI PROVA PIACERE NELL'ATTIVITA' CHE SVOLGE

REALIZZA CON LA SUA ATTIVITA' BENI E O SERVIZI

CHE CHIUNQUE LI RICEVE NE TRAE PIACERE

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