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e possibile pensare a Dio ....di j.k...cosa ne pensate??


mio

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Domanda:

La funzione della mente è pensare.

Ho passato molti anni pensando a quelle cose che noi tutti sappiamo — affari, scienza, filosofia, psicologia, arte, e via dicendo — e adesso penso molto a Dio. Studiando le testimonianze di un grande numero di mistici e di altri scrittori religiosi, mi sono convinto dell’esistenza di Dio, e posso dare al riguardo il contributo del mio pensiero. Cosa c’è di sbagliato in questo? Il pensare a Dio non aiuta a portare alla Sua realizzazione?

J. Krishnamurti:

Può pensare a Dio? Può essere convinto dell’esistenza di Dio perché ha letto tutte le testimonianze? Anche l’ateo ha le sue testimonianze; probabilmente l’ateo ha studiato tanto quanto lei, e dice che Dio non esiste. Lei crede che vi sia Dio, e lui crede il contrario; entrambi avete le vostre convinzioni, entrambi avete passato del tempo pensando a Dio. Ma prima di pensare a qualcosa che non conoscete, dovete scoprire cosa sia il pensare, non è vero? Come potete pensare a qualcosa che non conoscete? Potete aver letto la Bibbia, la Bhagavad Gita, o altri libri in cui vari studiosi eruditi hanno abilmente descritto cosa è Dio, asserendo una cosa e smentendone un’altra; ma fintantoché non conoscete i meccanismi del vostro stesso pensiero, qualsiasi cosa pensiate di Dio potrebbe essere stupida e meschina, e generalmente lo è. Potete accumulare una grande quantità di prove sull’esistenza di Dio, e scrivere articoli davvero intelligenti sul tema, ma sicuramente la prima domanda sarà: come sapete che ciò che pensate è vero? Può il pensare portare all’esperienza di ciò che è inconoscibile? Il che non significa che voi dobbiate accettare

emotivamente o sentimentalmente delle sciocchezze su Dio. Quindi non sarebbe importante scoprire se la vostra mente è condizionata, piuttosto che cercare ciò che è non condizionato? Certamente se la vostra mente è condizionata, e lo è, per quanto possa indagare la realtà di Dio, potrà solo mettere insieme conoscenze o informazioni a seconda del proprio condizionamento. Perciò il vostro pensare a Dio è una completa perdita di tempo, un congetturare senza valore. È come il mio stare seduto in questo boschetto desiderando di essere sulla cima di quella montagna alle mie spalle. Se

voglio davvero scoprire cosa c’è sulla cima della montagna e oltre, devo scalarla. Starmene seduto qui a fare ipotesi, costruire templi, chiese, ed emozionarmi a proposito di tutto ciò, non serve a niente.

Quello che devo fare è alzarmi, camminare, lottare, sforzarmi, arrivare li e scoprire; ma poiché la maggior parte di noi non vuole farlo, ci accontentiamo di starcene qui seduti facendo congetture su qualcosa che non conosciamo. E io dico che questo congetturare è un ostacolo, un deterioramento della mente, non ha assolutamente alcun valore; conduce soltanto l’uomo a una maggiore confusione, a una maggiore sofferenza.

Dio è qualcosa di cui non si può parlare, che non può essere tradotto in parole, perché deve rimanere per sempre il non conosciuto. Nel momento in cui il processo di riconoscimento ha inizio, siete ritornati nell’ambito della memoria. Avete capito? Diciamo, per esempio, che voi avete un’esperienza momentanea di qualcosa di straordinario. In quel preciso istante non vi è nessuno che pensa: “Devo ricordarmi di questo”, vi è soltanto lo stato in cui si sperimenta. Ma non appena quel momento passa, il processo di riconoscimento si manifesta. Vi prego di seguirmi. La mente dice: “Ho avuto un’esperienza meravigliosa e vorrei che si ripetesse”, e così comincia la lotta per avere di più. L’istinto di acquisizione, il perseguimento del possesso, dell’ottenere di più, si manifesta per vari motivi: perché vi procura piacere, prestigio, sapere, perché vi fa diventare un’autorità, e tutte le altre sciocchezze del genere.

La mente persegue ciò di cui ha avuto esperienza, ma ciò di cui ha avuto esperienza è già passato, morto, andato. Per scoprire ciò che è, la mente deve morire a ciò di cui ha avuto esperienza. Non si tratta di qualcosa che può essere nutrito giorno per giorno, messo

insieme, accumulato, trattenuto, per poi parlarne e scriverci sopra.

Tutto quello che possiamo fare è vedere che la mente è condizionata, e comprendere il meccanismo del nostro stesso pensare attraverso la consapevolezza di sé. Devo conoscere me stesso non come mi piacerebbe essere idealmente, ma come sono realmente, per quanto brutto o bello, per quanto geloso, invidioso, avido. Ma è molto difficile vedere quello che siamo senza provare il desiderio di cambiario, e lo stesso desiderio di cambiamento è un’altra forma di condizionamento; ed è così che procediamo, andando da un condizionamento a un altro, senza mai fare esperienza di qualcosa che sia al di là di ciò che è limitato.

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E quindi? :?

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  • 1 month later...

Quindi, caro Bosko, già formulare certe conclusioni è secondo me una cosa grandissima. Anche per me, Mio, Krishnamurti era una mente illuminata.

1) La mente è condizionata nell'atto stesso di pensare, che valore ha il nostro pensiero?

2) morire AD OGNI COSA DI CUI SI HA ESPERIENZA;

3) Attuare la consapevolezza di sé al di fuori del passato, del pensiero, della mente, senza spinte al cambiamento, sensi di colpa, categorizzazioni, autodefinizioni.

Poi mettici ad esempio quest'altro carico da 11: :ok

"Il ciò-che-dovrebbe-essere è una divisione che il pensiero ha messo su nell'evitare o nel superare la realtà di ciò che è. Donde la lotta fra il reale e l'astrazione. L'astrazione è il fantastico, il romantico, l'ideale. Ciò che è reale è cio che è, tutto il resto è non-reale. Il non reale produce la frammentazione, non il reale. ...C'è solo ciò che è, e vedere ciò che è, senza il pensiero come osservatore, è la cessazione della frammentazione".

Bella risposta PRATICA e REALE per tutti quelli che pensano che certi discorsi tendono a separarti dalla realtà, come cose misticheggianti. Al contrario, tendono a RIPORTARTI alla realtà al di là di tutte le tue false costruzioni mentali...

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Mio, tu se non altro apprezzerai anche queste parole:

"Si può sperimentare una teoria e dire che è così. ma un uomo che sia stato educato e condizionato nel mondo cattolico non può avere che visioni di Cristo, le quali ovviamente sono la proiezione del suo condizionamento, così come coloro che sono stati educati nella tradizione di Krishna hanno esperienze e visioni nate dalla loro cultura. Riconoscere la visione come Krishna o Cristo è il risultato di una conoscenza condizionata...quindi è una fantasia...Perché avete bisogno a ogni costo di una teoria e perché postulate una credenza? Questo voler porre costantemente la necessità della credenza è un sintomo di paura -paura della vita di ogni giorno, paura del dolore, paura della morte e dell'assoluta mancanza di significato della vita. Vedendo tutto ciò voi inventate una teoria...e dopo duemila o diecimila anni di propaganda quella teoria invariabilmente e scioccamente diviene la "verità".

Ma se non postulate alcun dogma, allora vi trovate a faccia a faccia con ciò che realmente è. Il "ciò che è" è il pensiero, il piacere, il dolore e la paura della morte...Allora vedrete che il mondo non è un'illusione, ma una terribile realtà costruita dall'uomo nel suo rapporto col suo simile. Sono queste le cose che vanno capite e non le vostre teorie del Vedanta, con i riti e tutto l'armamentario della religione organizzata".

(Krishnamurti, "La sola rivoluzione")

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Mio' date=' tu se non altro apprezzerai anche queste parole:

[b']"Si può sperimentare una teoria e dire che è così. ........queste le cose che vanno capite e non le vostre teorie del Vedanta, con i riti e tutto l'armamentario della religione organizzata".

(Krishnamurti, "La sola rivoluzione")

Quotissimo Turbo, anche io le apprezzo.

e ne scrivo altre:

“La verità è una terra senza sentieri. L’uomo non può arrivarci tramite

alcuna organizzazione, credo o dogma, preti o riti, e nemmeno

attraverso la conoscenza filosofica o una tecnica psicologica. Egli la

deve trovare attraverso lo specchio della relazione, attraverso la

comprensione dei contenuti della propria mente, attraverso l’osserva-

zione e non con analisi intellettuali o dissertazioni introspettive…”.

J. Krishnamurti

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Quella che Krishnamurti ci propone è una via assai difficile, al di là della conoscenza intellettuale, al di là dell'accumulo di nozioni, degli schemi e degli schermi che ci formiamo. Difficile come ascoltare il canto di un uccello calandosi in quel canto, diventando quel canto...difficile come è difficile la spontaneità del vivere l'attimo, senza concetti e preconcetti calati nel passato o prefiguranti un futuro. Al di là del tempo.

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perchè preoccuparsi se dio esiste oppure no ?..

...Senza prima esserci chiesti se esistiamo NOI? :wink:

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non ho capito ..

Una volta Zhuang Zi sognò che era una farfalla svolazzante e soddisfatta della sua sorte e ignara di essere Zhuang Zi. Bruscamente si risvegliò e si accorse con stupore di essere Zhuang Zi. Non seppe più allora se era Zi che sognava di essere una farfalla, o una farfalla che sognava di essere Zi.

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noi siamo il sogno di dio ?...

no su questo sono certo .. dio è un nostro sogno .

come faccio a dirlo ?..

cogito ergo sum .. ci hanno già pensato a lungo su questa storia.

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perchè preoccuparsi se dio esiste oppure no ?..

io non me ne preoccupo , tu forse neanche,,,,,ma l'umanità sì, mi domandavo il perchè e se fosse possibile farlo davvero....

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perchè preoccuparsi se dio esiste oppure no ?..

...Senza prima esserci chiesti se esistiamo NOI? :wink:

noi esistiamo ovviamente , l'idea che abbiamo di noi..il "me" quella esiste o è solo pensiero? Solo desiderio d'essere?

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perchè preoccuparsi se dio esiste oppure no ?..
...Senza prima esserci chiesti se esistiamo NOI?  :LOL:
noi esistiamo ovviamente , l'idea che abbiamo di noi..il "me" quella esiste o è solo pensiero? Solo desiderio d'essere?

Io credo che la nostra idea di noi "il me" esiste nella mente, nel momento in cui abbiamo necessità di individuare e dare forma a quello che sentiamo.

Individuare i nostri confini fisici, ad esempio, non è scontato, avete mai provato e chiudere gli occhi e, immaginativamente parlando, osservare ogni vostro dettaglio fisico dai piedi alla testa?

Relazionandoci con l'esterno possiamo realizzare se quello che pensiamo sia il nostro "me" esista o sia solo una convinzione irreale.

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potrebbe essere diversamente.....per me è ovvio che il me è pensiero!

e non può andare oltre il pensiero....

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