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Il mio compagno sta subendo il mobbing. Che fare?


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Buona sera a tutti!

Vi scrivo sperando di ricevere un consiglio.

La persona con cui ho appena iniziato una relazione, e che quindi ancora non conosco a fondo, mi ha appena rivelato di star vivendo una situazione di mobbing sul posto di lavoro in prima persona.

Io avevo intuito qualcosa, lui rimaneva sul vago, dicendomi che c'era un momento generale di stanca nell'azienda. nel frattempo lui e' caduto sempre di piu' nella depressione. Pochi giorni fa mi ha accennato la questione.

Il suo stato emotivo di questo periodo e': apatia, isolamento, depressione, ansia, insonnia, chiusura in se stesso. A volte non lo riconosco, sembra un'altra persona.

So che lui deve occuparsi di se stesso da solo, io non voglio prendere il suo posto, ma vorrei sapere come mi devo comportare, cosa e' meglio che io eviti di dire o di fare. La relazione e' all'inizio, quindi non siamo ad una fase di conoscenza tale in cui io posso agire con una conoscenza di lui avuta prima. L'ho conosciuto quando il tutto era gia' innescato.

E cosa posso consigliare a lui di fare, soprattutto dal punto di vista emotivo? Mi sembra che lui si stia lasciando un po' andare, che non stia reagendo attivamente e un po' si vergogna di parlarne. Io non voglio invadere i suoi spazi che ormai sono cosparsi sempre piu' da lunghi silenzi.

Grazie

Gya

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Buona sera a tutti!

Vi scrivo sperando di ricevere un consiglio.

La persona con cui ho appena iniziato una relazione, e che quindi ancora non conosco a fondo, mi ha appena rivelato di star vivendo una situazione di mobbing sul posto di lavoro in prima persona.

Io avevo intuito qualcosa, lui rimaneva sul vago, dicendomi che c'era un momento generale di stanca nell'azienda. nel frattempo lui e' caduto sempre di piu' nella depressione. Pochi giorni fa mi ha accennato la questione.

Il suo stato emotivo di questo periodo e': apatia, isolamento, depressione, ansia, insonnia, chiusura in se stesso. A volte non lo riconosco, sembra un'altra persona.

So che lui deve occuparsi di se stesso da solo, io non voglio prendere il suo posto, ma vorrei sapere come mi devo comportare, cosa e' meglio che io eviti di dire o di fare. La relazione e' all'inizio, quindi non siamo ad una fase di conoscenza tale in cui io posso agire con una conoscenza di lui avuta prima. L'ho conosciuto quando il tutto era gia' innescato.

E cosa posso consigliare a lui di fare, soprattutto dal punto di vista emotivo? Mi sembra che lui si stia lasciando un po' andare, che non stia reagendo attivamente e un po' si vergogna di parlarne. Io non voglio invadere i suoi spazi che ormai sono cosparsi sempre piu' da lunghi silenzi.

Grazie

Gya

Carissima Gya,

prova a chiedere al tuo compagno di raccontarti la sua giornata lavorativa e i presunti casi di mobbing, e raccontacelo.

Un saluto.

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Carissimo Alessandro,

grazie mille per aver risposto al mio messaggio..

Provero' ad affrontare meglio l'argomento con lui appena mi sara' possibile.

Per ora quello che so e' che sembra che al lavoro stiano sabotando il suo lavoro. Non gli permettono di svolgere le sue attivita', spiegandogli che "in questo momento non c'e' lavoro", facendolo fare ad altri.

Non ho capito ancora se c'e' anche un evitamento nei suoi confronti come persona, se c'e' schernimento o cosa, quello che so e' che non gli permettono di lavorare e a lui la cosa sta cominciando a puzzare.

Ci sono delle cose che non quadrano a suo avviso ma non conosco la situazione nel particolare...

Penso vada avanti da qualche mese e lui dice di essere in ansia per questo e di provare un po' di empatia per tutto. Ogni tanto evita di andare al lavoro, prendendosi delle mezze giornate, ma con me non approfondisce l'argomento.

Quello che so che sta facendo attivamente e' cercarsi un altro lavoro. Io gli avevo consigliato la stessa cosa, ma cercando in giro per il web qualcosa sull'argomento il consiglio generale e' quello di cercare di non cambiare l'ambiente lavorativo. Come mai?

Grazie

Gya

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Quello che so che sta facendo attivamente e' cercarsi un altro lavoro. Io gli avevo consigliato la stessa cosa, ma cercando in giro per il web qualcosa sull'argomento il consiglio generale e' quello di cercare di non cambiare l'ambiente lavorativo. Come mai?

Ciao Gya, nei siti dove hai trovato il consiglio spiegano anche i motivi?

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gya, il motivo e' vecchio come ol mondo!!

loro quelli del vertice, vogliono sbarazzarsi del tuo amoroso

e usano queste tattiche per fargli capire che nn e' piu'

benvoluto . dalle mie parte fanno la stessa cosa e nn sapendo le leggi lavorative italiane posso assicurarti che qui costringono in questo modo una persona ad andarsene per nn pagare la buon'uscita ,

per nn dare benefici come la disoccupazione, per nn dare scuse di licenziamento che nn possono reggere in tribunale.

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cara Gya io non so quali siano le cose giuste da fare per affrontare la situazione ma ti posso raccontare cosa è stato utile per me. Io sono vittima di mobbing da più di 4 anni, ora sto cercando un altro lavoro perchè valutando la mia situazione credo che sia la cosa migliore. Per me è fondamentale concentrarmi su altre cose che mi possono dare soddisfazione e sforzarmi per lo meno a casa di non pensare a tutto quello che è successo. Mi rendo conto che è molto difficile, per circa tre anni ho sopportato la cosa perchè buttavo tutte le mie energie sullo studio, dopo la laurea sono precipitata in una situazione da cui ne sto uscendo solo con l'aiuto della mia psicologa e delle persone care.

Io credo che le persone vicine possono fare molto anche semplicemente ascoltando, è fondamentale non sentirsi soli. Quando se la sentirà sicuramente sarà lui a parlartene, secondo me tu devi solo fargli capire che non c'è niente di cui avere vergogna e che tu sei pronta ad ascoltarlo quando lui vorrà parlartene. Un'altra cosa che mi aiuta molto in questa situazione è attivarmi per cercare di affrontare il problema, anche se è difficile capire quali sono le cose da fare e come procedere.

Nicoletta

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Carissimo Alessandro,

grazie mille per aver risposto al mio messaggio..

Provero' ad affrontare meglio l'argomento con lui appena mi sara' possibile.

Per ora quello che so e' che sembra che al lavoro stiano sabotando il suo lavoro. Non gli permettono di svolgere le sue attivita', spiegandogli che "in questo momento non c'e' lavoro", facendolo fare ad altri.

Non ho capito ancora se c'e' anche un evitamento nei suoi confronti come persona, se c'e' schernimento o cosa, quello che so e' che non gli permettono di lavorare e a lui la cosa sta cominciando a puzzare.

Ci sono delle cose che non quadrano a suo avviso ma non conosco la situazione nel particolare...

Penso vada avanti da qualche mese e lui dice di essere in ansia per questo e di provare un po' di empatia per tutto. Ogni tanto evita di andare al lavoro, prendendosi delle mezze giornate, ma con me non approfondisce l'argomento.

Quello che so che sta facendo attivamente e' cercarsi un altro lavoro. Io gli avevo consigliato la stessa cosa, ma cercando in giro per il web qualcosa sull'argomento il consiglio generale e' quello di cercare di non cambiare l'ambiente lavorativo. Come mai?

Grazie

Gya

Ciao Gya,

tutti gli obbiettivi e i piccoli traguardi come scatti di anzianità e livelli di professionalità spesso di diritto ma trascurati dall'azienda stessa vengono persi.

Chi è vittima di mobbing non deve cambiare posto di lavoro, sarebbe una grossa perdita...soprattutto con se stesso.

Il consiglio che posso darti adesso è di starli vicino il più possibile e comunque sia di dare uno sguardo e chiedere un eventuale colloquio con un ente sindacale per capire, insieme, l'odierna situazione.

Un caro saluto.

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è vero, cambiare lavoro è una grossa sconfitta molto difficile da digerire, ma il problema è queste cose vanno molto per le lunghe e psicologicamente sono devastanti. Io abbondonerei un posto fisso molto sicuro dove tutto sommato dove 9 anni ho un buono stipendio. Dando un'occhiata al mondo del lavoro mi vedrei ridotto di parecchio il mio stipendio e soprattutto la certezza del lavoro. Vivo sola, posso contare solo su di me e questa cosa mi spaventa tantissimo.

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Ciao!

Grazie mille a tutti per le vostre risposte, sono state molto utili...vi faro' sapere eventuali sviluppi..

Mi dispiace molto, Nicoletta, per la situazione che stai vivendo.

Ma riuscire ad ottenere un trasferimento? So di una persona che c'e' riuscita e non ha perso anzianita', livello professionale, ecc...

Baci

Gya

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Il mobbing è un'endemia sciale che fa male a tutti, compreso le aziende.

Lo dico e lo ripeto da anni.

Prima di andare burnout a combattere da soli, chiedere aiuto a persone o enti qualificati ad aiutarti...Sono disponibile molti mi scrivono e nn sono rimaste inascoltate. Ma soprattutto occorrono dati e fatti, xè altrimenti se si va in tribunale si perde..

vinci

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Il mobbing è un'endemia sciale che fa male a tutti, compreso le aziende.

Lo dico e lo ripeto da anni.

Prima di andare burnout a combattere da soli, chiedere aiuto a persone o enti qualificati ad aiutarti...Sono disponibile molti mi scrivono e nn sono rimaste inascoltate. Ma soprattutto occorrono dati e fatti, xè altrimenti se si va in tribunale si perde..

vinci

Concordo con te Vincenzo, occorrono fatti e prove...

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Concordo con te Vincenzo, occorrono fatti e prove...

OK, questo mi sembra che sia stato già detto tante volte da poter andare

un po' oltre. Proviamo a specificare quali sono i tipici fatti da documentare,

e quali sono le prove che si possono raccogliere per documentarli?

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cosa è successo negli ultimi sei mesi (almeno). Se è accaduto solo a Lei o è parte di una strategia aziendale (sarebbe bossing). e così via.

L'ho scritto tante volte che talvolta penso di creare "rumore giuridico".

Vinci

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bisogna dimostrare vessazioni, psicoterrore ecc. cosa è successo negli ultimi sei mesi (almeno). Se è accaduto solo a Lei o è  

parte di una strategia aziendale (sarebbe bossing). e così via.

L'ho scritto tante volte che talvolta penso di creare "rumore giuridico".

Vinci

No, credo che il rumore che crei sia di altra natura, ma non importa.

Riformulo la domanda cercando di essere più specifico, così magari

riusciamo a fare qualche passo avanti.

Anzi, la spezzo in tre.

Per dimostrare di aver subito vessazioni, psicoterrore e cose simili...

1) Quali fatti specifici sono considerati, tipicamente, come possibili

episodi di un quadro di vessazioni, psicoterrore, eccetera?

2) Quali prove specifiche possono valere per dimostrare l'esistenza

del quadro di vessazioni, psicoterrore, eccetera?

3) Quali persone sono tenute a vagliare questi elementi e ad agire

di conseguenza nel caso che una persona ritenga di essere al centro

di un quadro di vessazioni, psicoterrore, eccetera?

Ovviamente il dialogo è aperto a chiunque voglia intervenire.

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Per dimostrare di aver subito vessazioni, psicoterrore e cose simili...

1) Quali fatti specifici sono considerati, tipicamente, come possibili

episodi di un quadro di vessazioni, psicoterrore, eccetera?

2) Quali prove specifiche possono valere per dimostrare l'esistenza

del quadro di vessazioni, psicoterrore, eccetera?

3) Quali persone sono tenute a vagliare questi elementi e ad agire

di conseguenza nel caso che una persona ritenga di essere al centro

di un quadro di vessazioni, psicoterrore, eccetera?

r1) i fatti sono di due ordini: psicologici e fisici

1a) psicologici=esempio un impiegato viene messo a far nulla (come all'ILVA di Taranto con 3 suicidi in relazione di causalitò ), gli altri che si fanno il... a lavorare lo vedono far nulla e lo attaccano, e così via

r2) avere prove scritte che ad esempio quella persona è messa a fare il centralinista in un posto dove il centralino non c'è.....

r3) L'azienda deve prevenire qualsiasi danno alla salute dei lavoratori, se non lo fa è già colpevole di culpa in eligendo e in vigilando

Vince

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:D Grazie! Nella risposta r3 tu parli giustamente di obbligo dell'azienda

di prevenire, cioè di predisporre le cose prima, per arginare il fenomeno.

Però quando si tratta di situazioni già in atto, vuol dire che qualcosa è

andato storto e che la prevenzione è fallita, giusto? A questo punto, se

la persona presa di mira (o presunta tale) incomincia a protestare, a

segnalare le cose che accadono a chi nell'azienda ha l'incombenza (per

mansione) di prevenire/affrontare questi problemi, che cosa può accadere?

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  • 2 weeks later...
 

No, ovvio che non è tutto chiarito.

Ma, ripeto la domanda, cosa può accadere se e quando la persona

presa di mira (o che ritiene di esserlo), reagisce incominciando a

protestare e segnalando la cosa a "chi di dovere" all'interno dell'azienda?

Immaginiamoci la scena.

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  • 2 weeks later...

Riproviamo... tentar non nuoce :D Faccio riferimento a questo testo per

riformulare il dilemma:

Nella letteratura scientifica riguardante il fenomeno del mobbing, gli  

studiosi, intendendo classificare i diversi tipi di attacco vessatorio secondo

la fonte di provenienza della violenza, hanno individuato alcune tipologie  

divenute ormai classiche, per la notorietà di cui godono e per la menzione  

che gli autori immancabilmente ne fanno in tutte le pubblicazioni dedicate  

al tema. Stiamo parlando del “mobbing emozionale” (nelle sue forme verticale

e orizzontale) e del “mobbing strategico”.

Con la prima espressione si indica quella forma di violenza inflitta da un  

soggetto – un capo, nel caso verticale, un collega, nel caso orizzontale –  

che, spinto da ragioni e motivazioni di natura personale (invidia, competizione,  

gelosia, ecc.), scarica la sua aggressività contro la vittima, al fine di  

distruggerla psicologicamente, di annientarla.

Si classifica, invece, come mobbing strategico quella violenza inflitta,  

mediante un soggetto connivente, ai danni di un dipendente divenuto  

scomodo, con l'intenzione di escluderlo, per ragioni e finalità strettamente  

correlate alla sua posizione nell'ambiente di lavoro sovradimensionamento,  

figure doppie a causa di fusione ecc.).

Tuttavia, una suddivisione in tipi presuppone necessariamente una certa  

rigidità nel suo atto costitutivo e motivazionale; la storica divisione tra  

mobbing emozionale e strategico perde significato quando i fatti vengono  

contestualizzati nell'ambiente di lavoro (elemento, quest'ultimo, a valore  

determinante ed essenziale, per cui qualsiasi atto di maltrattamento e  

persecuzione può rientrare nell'alveo del fenomeno del mobbing).

Ad esempio, consideriamo una persecuzione, con azioni diverse, compiuta  

da parte dell'aggressore (sia esso capo o collega) nei confronti della sua  

vittima per ragioni di natura personale e soggettiva (mediante attacchi  

alla sfera personale e lavorativa), travalicando i termini di una “naturale  

e comprensibile conflittualità”.

Quando la vittima, percependo la propria condizione, deciderà di  

non voler più subire e tenterà di intervenire per porre fine a tale  

insostenibile situazione, constaterà, a seconda delle sue  

rappresentazioni, il delinearsi di due macro-filoni solutivi diversi.

Una prima ipotesi è che la vittima segnali in modo circostanziato i fatti  

persecutori a una figura di livello superiore rispetto al mobber; tale  

iniziativa susciterà una parallela manifestazione di solidarietà diffusa e  

concreta da parte di tutti i colleghi nel ritenere i fatti disdicevoli.  

Il perseguitato si troverà quindi appoggiato da un sistema gerarchico-

organizzativo dinamico, aperto e contrario all'esercizio di qualunque  

comportamento vessatorio, pronto a intervenire efficacemente per porre  

fine agli atteggiamenti riprovevoli.

Nella seconda ipotesi la vittima, oltre a incontrare difficoltà nel far pervenire

la propria segnalazione-denuncia ai livelli superiori, si troverà a fronteggiare

un'ostilità diffusa tra i colleghi, un regime di concorrenzialità e conflittualità

spinta un sistema organizzativo inefficiente e chiuso, piramidale e resistente,

connivente, seppur in forma passiva, con l'aggressore.

La situazione utilizzata a modello esemplificativo, iniziata come un “tipico”

caso di mobbing emozionale – tenuto conto che l'aggressore era mosso  

da ragioni di natura esclusivamente soggettiva -, nel proseguimento della  

vicenda è andata modificandosi. La responsabilità centrale e determinante

si è spostata sull'intero apparato organizzativo interno (colleghi compresi),

trasformando la situazione in un caso di mobbing strategico. Con tale  

ragionamento non si intende stabilire confini rigidi tra le due categorie, la  

cui distinzione ha l'unico scopo di fornire uno strumento di più facile  

divulgazione, contando sulla maggior capacità diffusa di memorizzare  

informazioni strutturate e inventariate, anziché concetti dall'elaborazione  

più ampia e meno ordinata; ciò che invece ci preme è ricondurre al centro

della riflessione l'unico, vero e assoluto “carnefice”, responsabile di tutte  

le vicende di mobbing: l'ambiente di lavoro e la sua organizzazione, dal  

clima lavorativo al sistema interno.

(“Mobbing. Guida alla tutela”, Cinzia Frascheri – Edizioni Lavoro 2003

Dilemma: quali possono essere, nella pratica, le difficoltà che il malcapitato

può incontrare?

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  • 3 months later...

Cara Gya stai molto vicino al tuo lui, certo deve curarsi avere supporti psicologici portalo al csm, ma mi raccomando sii comprensiva, non fare finta di nulla o peggio che non è niente perchè è tremendo, ve lo dice una che è rientrata da ruolo con concorso e invece di coll.ammivo. è messa a fare fotocopie in un buco puzzolente e bollente.

Una settimana fa al pronto soccorso con emicranie e astenia.

Ora ferie qualche giorno.

Il mio dir ha le mie note scritte e io ho le sue risposte di disponibilità per messa a norma di un ambiente non a norma ma bisognerebbe anche cambiare stanza che non c'è.

tuttavia pur avendo richiesta protocollata da inizi di giugno, nulla.

Alla fine lui sa solo che ho le emicranie e mi chiede certificati per cambiarmi di posto visto che se non mettono a posto io vorrei cambiare aria, ma non avrà nulla prima della fine della prova, sono loro in difetto, sono loro che demansionano e la prova se sarà negativa sarà nulla per le cose di cui sopra, e poi voglio vedere se non mi fa idonea comunque, demansionata in uno schifo di posto tossico a 1000 con forti sbalzi di temperatura l'inferno in terra.

Ma lui non vuol rogne e non lo farà, girerà solo al personale la roba che io ingenuamente dovrei passargli prima di fine novembre ma scema ancora non sono diventata. Tiè.

La più brutta cosa che può loro capitare è passare il periodo critico e crollare nel buco e farmi portare via in ambulanza mattendomi sotto Inail, visto ceh dal 25 agosto il nuovo testo sulla sicurezza recita che l'Inail in caso di omissione o rimozione di mezzi di sicurezza nei luoghi di lavoro dolosa o colposa si rivale sull'azienda per tutte le cure che necessità l'infortunato e per infortunuo non si intende rompersi una mano o un piede ma anche svenire per le esalazioni! Quindi son cavoli amari loro.

Intanto mi tocca andare per le emicranie dallo specialista.

Quanto a quel che dice stè in pratica io vedo al 40% la seconda situazione, perchè fanno di tutto per non far arrivare la cosa in alto, al 40% la prima situazione con esiti negativi, in quanto anche se arrivi in alto la osa può partire prorpio dai vertici, e anche gli addetti alla sicurezza possono essere impastati con la direzione.

Sicuramente ci perde l'azienda perchè i mobbizzati sono in genere ottimi lavoratori, ma la ditta dovendo scegliere fa fuori il più esposto o il più debole o il più qualificato per non dover poi andare in tribunale e perdere varie cause.

I paraculi non li fanno mai fuori, perchè sono sempre parati dai sindacati e spesso leccano i superiori.

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Cara Gya stai molto vicino al tuo lui, certo deve curarsi avere supporti psicologici portalo al csm, ma mi raccomando sii comprensiva, non fare finta di nulla o peggio che non è niente perchè è tremendo, ve lo dice una che è rientrata da ruolo con concorso e invece di coll.ammivo. è messa a fare fotocopie in un buco puzzolente e bollente.

Una settimana fa al pronto soccorso con emicranie e astenia.

Ora ferie qualche giorno.

Il mio dir ha le mie note scritte e io ho le sue risposte di disponibilità per messa a norma di un ambiente non a norma ma bisognerebbe anche cambiare stanza che non c'è.

tuttavia pur avendo richiesta protocollata da inizi di giugno, nulla.

Alla fine lui sa solo che ho le emicranie e mi chiede certificati per cambiarmi di posto visto che se non mettono a posto io vorrei cambiare aria, ma non avrà nulla prima della fine della prova, sono loro in difetto, sono loro che demansionano e la prova se sarà negativa sarà nulla per le cose di cui sopra, e poi voglio vedere se non mi fa idonea comunque, demansionata in uno schifo di posto tossico a 1000 con forti sbalzi di temperatura l'inferno in terra.

Ma lui non vuol rogne e non lo farà, girerà solo al personale la roba che io ingenuamente dovrei passargli prima di fine novembre ma scema ancora non sono diventata. Tiè.

La più brutta cosa che può loro capitare è passare il periodo critico e crollare nel buco e farmi portare via in ambulanza mattendomi sotto Inail, visto ceh dal 25 agosto il nuovo testo sulla sicurezza recita che l'Inail in caso di omissione o rimozione di mezzi di sicurezza nei luoghi di lavoro dolosa o colposa si rivale sull'azienda per tutte le cure che necessità l'infortunato e per infortunuo non si intende rompersi una mano o un piede ma anche svenire per le esalazioni! Quindi son cavoli amari loro.

Intanto mi tocca andare per le emicranie dallo specialista.

Quanto a quel che dice stè in pratica io vedo al 40% la seconda situazione, perchè fanno di tutto per non far arrivare la cosa in alto, al 40% la prima situazione con esiti negativi, in quanto anche se arrivi in alto la osa può partire prorpio dai vertici, e anche gli addetti alla sicurezza possono essere impastati con la direzione.

Sicuramente ci perde l'azienda perchè i mobbizzati sono in genere ottimi lavoratori, ma la ditta dovendo scegliere fa fuori il più esposto o il più debole o il più qualificato per non dover poi andare in tribunale e perdere varie cause.

I paraculi non li fanno mai fuori, perchè sono sempre parati dai sindacati e spesso leccano i superiori.

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