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Come controllare lo stress lavorativo


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scusa oltreleapparenze, ma non posso credere che non sapessi questo........

a me pare una presa per i fondelli

No Froggy, non lo era affatto e voi l'avete presa per tale.

Ovviamente se inserisco la parola psicoterapia su qualsiasi motore di ricerca ottengo una miriade di spiegazione su cosa è appunto una psicoterapia.

Ma quello che veramente mi chiedevo è cosa è per chi l'affronta.

Cosa provi quando parli con il tuo psicologo/a?

Riesci a dire a lui/lei cose che non dici ad altri?

E via discorrendo, si trattava di descrivere, sia chiaro non il motivo per cui uno va dallo psicologo che sono bene fatti suoi ma ciò che l'andarci procura.

In cosa il dialogo con uno psicologo è diverso dal dialogo con qualsiasi altra persona? Certo nella competenza di chi ti sta difronte, ma solo in quello?

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io non sono esperta di mobbing quindi posso dire solo una mia idea generale...

la psicoterapia NON risolve di certo il problema del mobbing. intendo dire: se uno si trova a lavorare in un ambiente ostile, questo ambiente non cambierà perchè stai facendo psicoterapia. ma del resto una psicoterapia non farà tornare in vita una persona morta (mi rifersico all'esempio sui lutti portato da oltreleapparenze).

può aiutare ad affrontare meglio una situazione difficile, nel caso una persona se ne senta sovrastata o non abbia gli strumenti (emotivi, relazionali...) per affrontarla...ma il fatto che questa persona abbia una di queste carenze...non ne fa "uno che cade dalla bici e corre subito dalla mamma"

ovviamente in parallelo al lavoro su se stesso...uno deve muoversi in maniera tale da cercare di risolvere il problema (es. sindacati, vie legali...insomma tu Ste ne saprai più di me!)

Beh, non è che si stia parlando solo di ambienti malati nel senso di ostili, e solo di mobbing e di persone soggette a mobbing.

Io comunque non escludo che molto del malessere che viene portato dagli psicoterapeuti dall'1 milanese su 5 di cui parla l'articolo derivi

dalla distanza da come ci si sente intimamente, come si vorrebbe essere sul lavoro e nella vita, e come si finisce per comportarsi per

adattarsi alle difficoltà... che se proprio vogliamo fare una semplificazione lombrosiana direi che è un tratto riscontrabile più facilmente nel

mobber o nel side mobber (il connivente passivo), che nel mobbizzato.

Riguardo al problema specifico del mobbing e della "cura psicologica" del(la) malcapitato(a) vorrei anzi ri-segnalare questo.

Parlando più in generale (quindi non solo di mobbing), un ambiente di lavoro malato tende a sbilanciarsi, a spostare progressivamente il peso

delle difficoltà su persone che se li vedono arrivare addosso non perché carenti di strumenti per affrontarle, ma al contrario perché più attrezzate

da questo punto di vista, in un meccanismo perverso che si autoalimenta giocando anzi spesso su carenze relazionali spacciate per capacità di

adattamento... delle persone meno sofferenti.

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A mio avviso non è così...

Come ti ho scritto,

LA RELAZIONI CHE PRIVILEGGIAMO RISPECCHIANO IL NOSTRE MODALITA' RELAZIONALI

Per me sei libera di scrivere e intepretare i messaggi come più ti necessita, è chiaro che sei su un forum pubblico e quello che scrivi potrebbe non risuonare come tu immagini. Ma alla fine anche questo è utile per prendere contatto con i propri e gli altrui confini/limiti. Saluti e buone sperimentazioni :Talking Ear Off: .

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Una terapia di gruppo, al massimo...

No... sempre ammesso che si parli di problemi legati ad un ambiente lavorativo malmostoso - ed è a quello che si riferiscono

i vari articoli postati in questo topic - credo che la psicoterapia e più in generale qualsiasi forma di terapia individuale non sia

uno strumento molto adatto. Può essere utile in particolari situazioni, ma temo che possa anche essere controproducente.

N.B.: Con questo non voglio dire che la psicoterapia sia una sciocchezza e che chi fa psicoterapia è uno sciocco... lungi da me.

E' solo... come se dicessi che se il problema è che si vive in una camera dove l'aria è irrespirabile o addirittura tossica, allenarsi

a respirare meglio e a farsi piacere l'aria non è il modo migliore per affrontare la cosa... può essere utile come supporto per

soluzioni più centrate sul problema ma se diventa LA soluzione son guai...

Ste non capisco davvero perchè hai sottolineato la tua nota :Talking Ear Off:

Seriamente, la soluzione al mobbing per me è come la soluzione alla guerra, un miraggio.

Un individuo sente il bisogno di relazionarsi e allora cerca altri individui.

Due individui formano una coppia, tre un gruppo, quattro una società, quanti altri bisogna aggiungerne perchè si cominci a litigare? Ammesso che non si sia già cominciato...

Se poi si è addirittura costretti a condividere uno stesso ambiente e questo ambiente è quello lavorativo allora le dinamiche che portano allo scontro si moltiplicano.

E allora certo parlare con un terapeuta protrebbe sembrare l'unica soluzione, magari lo è pure, ma se le persone che hai intorno vedono in te l'elemento da distruggere (lavorativamente parlando) credo anche io non serva a molto.

L'unico motivo per il quale potrebbe essere controproducente a mio avviso è illudersi che sia la soluzione.

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Parlando più in generale (quindi non solo di mobbing), un ambiente di lavoro malato tende a sbilanciarsi, a spostare progressivamente il peso

delle difficoltà su persone che se li vedono arrivare addosso non perché carenti di strumenti per affrontarle, ma al contrario perché più attrezzate

da questo punto di vista, in un meccanismo perverso che si autoalimenta giocando anzi spesso su carenze relazionali spacciate per capacità di

adattamento... delle persone meno sofferenti.

Mentre leggevo mi è venuto in mente lo stalking, quasi un parallelo a mio avviso, solo che in quel caso le persone coinvolte sono solo due.

Relativamente al mobbing, per quella che è la mia esperienza, di solito, contrariamente a quanto si possa pensare, si tende ad attaccare proprio l'elemento più forte della catena. Più forte inteso come con più forza, bada bene, non con più potere.

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Ste non capisco davvero perchè hai sottolineato la tua nota :unsure: .

Un tentativo di non alimentare polemiche. :Talking Ear Off:

Seriamente, la soluzione al mobbing per me è come la soluzione alla guerra, un miraggio.

Dipende cosa intendi per "soluzione". Molte guerre si sono risolte, così come molti casi di mobbing.

Un individuo sente il bisogno di relazionarsi e allora cerca altri individui.

Due individui formano una coppia, tre un gruppo, quattro una società, quanti altri bisogna aggiungerne perchè si cominci a litigare? Ammesso che non si sia già cominciato...

Se poi si è addirittura costretti a condividere uno stesso ambiente e questo ambiente è quello lavorativo allora le dinamiche che portano allo scontro si moltiplicano.

E allora certo parlare con un terapeuta protrebbe sembrare l'unica soluzione, magari lo è pure, ma se le persone che hai intorno vedono in te l'elemento da distruggere (lavorativamente parlando) credo anche io non serva a molto.

L'unico motivo per il quale potrebbe essere controproducente a mio avviso è illudersi che sia la soluzione.

Beh, non è sempre vero che nel mobbing o nei problemi relazionali in generale le persone vedono in te l'elemento da distruggere...

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Mentre leggevo mi è venuto in mente lo stalking, quasi un parallelo a mio avviso, solo che in quel caso le persone coinvolte sono solo due.

Relativamente al mobbing, per quella che è la mia esperienza, di solito, contrariamente a quanto si possa pensare, si tende ad attaccare proprio l'elemento più forte della catena. Più forte inteso come con più forza, bada bene, non con più potere.

Ad attaccare o ad attaccarsi a... o entrambe le cose. Credo che non sia del tutto fuori luogo tirare in ballo i meccanismi del "transfert" anche

quando si parla di relazioni tra persone all'interno degli ambienti di lavoro, anche perché sono relazioni problematiche per definizione... (cioè...

se non ci fosse il "problema" da risolvere di volta in volta relazionandosi, invece che su un luogo di lavoro ci si ritroverebbe in pizzeria... :Talking Ear Off: ).

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Beh, non è che si stia parlando solo di ambienti malati nel senso di ostili, e solo di mobbing e di persone soggette a mobbing.

Io comunque non escludo che molto del malessere che viene portato dagli psicoterapeuti dall'1 milanese su 5 di cui parla l'articolo derivi

dalla distanza da come ci si sente intimamente, come si vorrebbe essere sul lavoro e nella vita, e come si finisce per comportarsi per

adattarsi alle difficoltà

mi trovi d'accordo!

... che se proprio vogliamo fare una semplificazione lombrosiana direi che è un tratto riscontrabile più facilmente nel

mobber o nel side mobber (il connivente passivo), che nel mobbizzato.

di questo non sono sicura...però ipotizzo che il mobber si rivolga più raramente alla psicoterapia, e non perché non ne avrebbe un gran bisogno!!!!

Parlando più in generale (quindi non solo di mobbing), un ambiente di lavoro malato tende a sbilanciarsi, a spostare progressivamente il peso

delle difficoltà su persone che se li vedono arrivare addosso non perché carenti di strumenti per affrontarle, ma al contrario perché più attrezzate

da questo punto di vista, in un meccanismo perverso che si autoalimenta giocando anzi spesso su carenze relazionali spacciate per capacità di

adattamento... delle persone meno sofferenti.

io con carenze intendevo incapacità di gestire la sofferenza che può derivare dal lavorare in un ambiente molto ostile. e con questo non intendo "colpevolizzare" il mobbizzato...sia chiaro!!!

faccio un esempio brutale, perchè oggi sono a corto di parole.

una vittima di stupro va in terapia per essere aiutata a superare la sofferenza che prova per ciò che ha subito. questo non significa che la psicoterapia sia la soluzione per il reato di stupro. ne che si sostituisca alle azioni per punire l'aggressore.

un altro esempio di cui sono a conoscenza...una mia amica si sentiva trattata ingiustamente dai datori di lavoro (più responsabilità del previsto a cui non corrispondeva uno stipendio adeguato...). va in crisi, perde un sacco di chili per lo stress...a un certo punto decide di rivolgersi a uno psicologo. grazie al lavoro con lui riaquista fiducia in se stessa...decide di licenziarsi...i datori per non farla andare via le aumentano lo stipendio.

intendo dire: ciò di cui lei era carente era l'autostima. quando l'ha recuperata è stata in grado di affrontare con più determinazione quella situazione.

questo non significa che tutte le persone che soffrono di stress lavorativo o che subiscano mobbing si debbano rivolgere a uno psicologo!!!

ma non significa neanche che chi lo fa sia una persona impulsiva che non cerca prima di affrontare la cosa in altri modi...

Modificato: da juditta
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Ma guarda Juditta che il mobbing e uno stupro sono delle cose molto diverse. Una delle cose che caratterizza il mobbing è la durata del fenomeno

nel tempo, che convenzionalmente si tende ad indicare con "almeno 6 mesi" ma che spesso si traduce nella pratica in "anni". Un mobbizzato o una

mobbizzata che regge per anni, se non avesse capacità di gestire la sofferenza, non rientrerebbe nella categoria dei mobbizzati, ma al massimo dei

prevaricati, delle vittime di discriminazioni e ingiustizie sul lavoro (che non si configurano automaticamente come mobbing, pur essendo cose brutte),

oppure dei suicidi o dei "nomadi del lavoro", e il discorso sulle capacità si potrebbe chiudere qui. Se non hai forti capacità di resistenza e di gestione

di situazioni relazionali estreme, nel club dei mobbizzati non ci entri nemmeno con le raccomandazioni. Poi uno potrebbe dire, come spesso accade

"ma perché il mobbizzato presenta tutti quei segni di stress, quelle sindromi ecc ecc, e le altre persone che lavorano nello stesso ambiente invece no?

L'ambiente ostile è lo stesso per tutti...". Può sembrare una domanda bizzarra ma è molto frequente.

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Ma guarda Juditta che il mobbing e uno stupro sono delle cose molto diverse.

Ste...lo so benissimo!!!

volevo dire che il ricorrere alla terapia non significa colpevolizzare chi è traumatizzato da un evento.sopruso. comportamento illecito...

boh...

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Dipende cosa intendi per "soluzione". Molte guerre si sono risolte, così come molti casi di mobbing.

Intendo la Soluzione. Cioè il venir meno delle guerre in generale.

Certo molti casi di mobbing si risolvono, ma il mobbing in generale come fenomeno è qualcosa destinato purtroppo a perdurare, almeno sencondo le mie vedute. -_-

Beh, non è sempre vero che nel mobbing o nei problemi relazionali in generale le persone vedono in te l'elemento da distruggere...

Quello che intendevo è se la causa del mio malessere sono palesemente le azioni (o le non azioni) altrui allora analizzare me non porta ad una soluzione.

E questo sarebbe il caso di mobbing più facile.

Poi ovviamente ci sono tutte le sfaccettature in cui anche le mie azioni e le mie non azioni aumentano l'effetto mobbing e allora non saprei :D:

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Ste...lo so benissimo!!!

volevo dire che il ricorrere alla terapia non significa colpevolizzare chi è traumatizzato da un evento.sopruso. comportamento illecito...

boh...

Il ricorrere no, ma il suggerire potrebbe... ma qui si sconfina nel topic dei consigli...

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Ad attaccare o ad attaccarsi a... o entrambe le cose. Credo che non sia del tutto fuori luogo tirare in ballo i meccanismi del "transfert" anche

quando si parla di relazioni tra persone all'interno degli ambienti di lavoro, anche perché sono relazioni problematiche per definizione... (cioè...

se non ci fosse il "problema" da risolvere di volta in volta relazionandosi, invece che su un luogo di lavoro ci si ritroverebbe in pizzeria... :D: ).

Sicuramente.

Il lavoro, che piaccia o meno, comunque presuppone la soluzione di problematiche già di per se incombenti, figuriamoci se poi a queste si sommano pure quelle relazionali -_-

Comunque il mobbing non avviene solo nei luoghi di lavoro, per quel che so potrebbe manifestarsi anche ad una tavoltata di amici in pizzeria.

Certi atteggiamenti mi ricordano la scuola. E guarda caso anche lì l'elemento mobbizzato di solido è quello più valido. :Nerd:

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Un mobbizzato o una

mobbizzata che regge per anni, se non avesse capacità di gestire la sofferenza, non rientrerebbe nella categoria dei mobbizzati, ma al massimo dei

prevaricati, delle vittime di discriminazioni e ingiustizie sul lavoro (che non si configurano automaticamente come mobbing, pur essendo cose brutte),

oppure dei suicidi o dei "nomadi del lavoro", e il discorso sulle capacità si potrebbe chiudere qui. Se non hai forti capacità di resistenza e di gestione

di situazioni relazionali estreme, nel club dei mobbizzati non ci entri nemmeno con le raccomandazioni. Poi uno potrebbe dire, come spesso accade

"ma perché il mobbizzato presenta tutti quei segni di stress, quelle sindromi ecc ecc, e le altre persone che lavorano nello stesso ambiente invece no?

L'ambiente ostile è lo stesso per tutti...". Può sembrare una domanda bizzarra ma è molto frequente.

Ma quell'ambiente qualcuno l'avrà pur creato e non credo che basti un individuo solo.

Quindi io escluderei almeno costoro.

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Intendo la Soluzione. Cioè il venir meno delle guerre in generale.

Certo molti casi di mobbing si risolvono, ma il mobbing in generale come fenomeno è qualcosa destinato purtroppo a perdurare, almeno sencondo le mie vedute. -_-

Vero... cioè... sono d'accordo...

Quello che intendevo è se la causa del mio malessere sono palesemente le azioni (o le non azioni) altrui allora analizzare me non porta ad una soluzione.

E questo sarebbe il caso di mobbing più facile.

Poi ovviamente ci sono tutte le sfaccettature in cui anche le mie azioni e le mie non azioni aumentano l'effetto mobbing e allora non saprei :D:

Boh... per quello che so io del problema, quando sei sotto mobbing le tue azioni e le tue inazioni lo aumentano quasi sempre, però val la

pena di considerare che tutto ciò che si fa ha sempre effetti multipli, e anche che variano nel tempo.

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Sicuramente.

Il lavoro, che piaccia o meno, comunque presuppone la soluzione di problematiche già di per se incombenti, figuriamoci se poi a queste si sommano pure quelle relazionali -_-

Comunque il mobbing non avviene solo nei luoghi di lavoro, per quel che so potrebbe manifestarsi anche ad una tavoltata di amici in pizzeria.

Certi atteggiamenti mi ricordano la scuola. E guarda caso anche lì l'elemento mobbizzato di solido è quello più valido. :D:

Infatti, secondo me molti di questi problemi si creano sul lavoro soprattutto quando l'aspetto "relazionale" prende il predominio su tutto il resto, per cui

ad esempio le regole di deontologia (che sono proprio quelle studiate per preservare la salute e l'integrità delle persone rispetto ai comportamenti che

si mettono in atto facendo il proprio lavoro) vengono sostituite con le regole della famigghia o del gruppo di amici, che spesso prescrivono l'esatto contrario.

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Ma quell'ambiente qualcuno l'avrà pur creato e non credo che basti un individuo solo.

Quindi io escluderei almeno costoro.

Alle 18 di ogni sera cambia totalmente. E anche durante il week end. Garantito e sperimentato!

(Ovviamente la cosa dipende anche dall'attività e dagli orari...).

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Il ricorrere no, ma il suggerire potrebbe... ma qui si sconfina nel topic dei consigli...

forse stiamo parlando di due cose diverse.

in tutto il mio discorso parlavo della psicoterapia come scelta personale.

ma se dovesse essere un'opzione suggerita da chi mi dovrebbe aiutare...per sminuire il mio disagio e farlo passare per problema personale, invece del risultato di prevaricazioni, mobbing....allora è inaccettabile!

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forse stiamo parlando di due cose diverse.

in tutto il mio discorso parlavo della psicoterapia come scelta personale.

ma se dovesse essere un'opzione suggerita da chi mi dovrebbe aiutare...per sminuire il mio disagio e farlo passare per problema personale, invece del risultato di prevaricazioni, mobbing....allora è inaccettabile!

Più che parlare di cose diverse direi che parliamo della stessa cosa ma siamo d'accordo. Sottolineerei però il fatto che un siffatto tentativo di

far passare la cosa per problema personale, oltre ad essere esso stesso un potenziale atto mobbizzante, può benissimo essere animato da

sincere buone intenzioni.

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Più che parlare di cose diverse direi che parliamo della stessa cosa ma siamo d'accordo. Sottolineerei però il fatto che un siffatto tentativo di

far passare la cosa per problema personale, oltre ad essere esso stesso un potenziale atto mobbizzante, può benissimo essere animato da

sincere buone intenzioni.

a questo punto ti faccio una domanda. sincera. non ironica. e non da finta-tonta.

semmai da tonta vera...

mi viene il dubbio che tutto il mio discorso sulla terapia venga preso come un velato suggerimento a intraprendere una psicoterapia....

se fosse così: ti sbagli.

se non fosse così: ho avuto una sensazione sbagliata io.

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a questo punto ti faccio una domanda. sincera. non ironica. e non da finta-tonta.

semmai da tonta vera...

mi viene il dubbio che tutto il mio discorso sulla terapia venga preso come un velato suggerimento a intraprendere una psicoterapia....

se fosse così: ti sbagli.

se non fosse così: ho avuto una sensazione sbagliata io.

Hai avuto una sensazione sbagliata, ma ciò non fa di te una tonta... :wacko:

Per quanto mi riguarda, quell'articolo l'avevo postato apposta per provocare una discussione, quindi se anche tu avessi fatto

un discorso per suggerire esplicitamente di intraprendere una psicoterapia, sarebbe stato bene accetto comunque. :;):

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  • 2 months later...

Emergenza stress per i lavoratori italiani ed europei. Un problema che, in tutti i Paesi dell'Unione, colpisce il 10% della popolazione,

per un totale di circa 40 milioni di persone (ma il dato è sottostimato) e che rappresenta la prima causa di malattia riferita dai lavoratori.

E non si tratta solo di difficoltà di tipo organizzativo, visto che il 6% della forza lavoro del vecchio continente è stata esposta -nell'arco di

12 mesi- a minacce di violenza fisica, il 4% a violenza da parte di terzi e il 5% a molestie e mobbing. Sono i dati forniti dall'Istituto

superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl). (continua qui)

Estremamente interessante questa parte...

Secondo Steven Sauter, dell'Istituto per la sicurezza del lavoro statunitense (Niosh), i costi potrebbero addirittura esplodere. Riferendosi a

uno studio su 46 mila persone realizzato negli Usa, Sauter riferisce che ogni lavoratore sottoposto a stress costa circa 600 dollari in più.

E l'attuale situazione economica farà crescere del 25% lo stress sui luoghi di lavoro. Moltiplicando i 600 dollari per questo incremento, le

cifre diventano esorbitanti.

... visto che si sta cercando ansiosamente dove tagliare i costi, tanto varrebbe, per usare un'espressione cara ai quaraquaqua,

"identificare i centri di costo" e poi agire su quelli inutili o addirittura dannosi, no?... :unknw:

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