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Processo sul G8di Genova


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beh lo capisco , dopo che un ragazzo e' rimasto stecchito e tutta l'italia ne parlava incolpandolo anche,

credo che sia normale cadere in depressione.

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beh lo capisco , dopo che un ragazzo e' rimasto stecchito e tutta l'italia ne parlava incolpandolo anche,

credo che sia normale cadere in depressione.

infatt è quello che intndevo... :woot_jump:

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Purtroppo non sono riuscita a trovare il topic cui facevo riferimento.peccato, perchè era davvero interessante.

Digi, io penso che su questa faccenda ci siano molte verità, più o meno plausibili, ed ognuno sceglie quella alla quale vuole credere. ma prima di scegliere è opportuno informarsi, sul serio. non solo sui tg di regime.esiste un bellissimo documentario che s'intitola "Carlo Giuliani, ragazzo".ti consiglio di vederlo, non perchè voglia indurti a cambiare idea, ma perchè è giusto avere un quadro completo prima di farsi un'idea.

questa è la mia:

Antefatto: i manifestanti erano rinchiusi da ore in un budello, sistematicamente insultati, picchiati, manganellati ed intossicati dalle forze dell'ordine.ergo, il clima era tutt'altro che sereno.

Il defender non era affatto incastrato, ma aveva davanti a sè un cassonetto, dal quale avrebbe potuto liberarsi facilmente.

Carlo Giuliani aveva un estintore in mano, e magari se avesse fatto in tempo l'avrebbe anche tirato.e se l'avesse tirato questo sarebbe andato a colpire un defender blindato (dentro il quale era chiuso placanica), provocandogli un'ammaccatura. se pure ci fosse arrivato l'estintore fino al defender, visto che la distanza era notevole.

ma non ha fatto in tempo. perchè gli hanno sparato addosso. gli hanno sparato nella direzione esatta per ucciderlo. tenuto conto del fatto che quell'estintore non sarebbe mai arrivato a nuocere a placanica, tu vuoi fermare un manifestante che sta per compiere un atto del genere...che fai?spari vicino a lui, per spaventarlo. al massimo gli spari alle gambe (ma proprio volendo esagerare).

no.

gli spari in faccia. e lo ammazzi.

mi sarei fatta una risata, se su questa cosa si potesse ridere, sull'ipotesi che il proiettile sia stato deviato da una pietra che "passava di lì" (un pò di rispetto per l'intelligenza delle persone, non stiamo scrivendo la sceneggiatura di Star Trek).

placanica ha sparato ad altezza uomo, da un furgone blindato. Carlo Giuliani è morto.

questa, per me, è la verità

QUOTO! AMICI E COMPAGNI ERANO A GENOVA NEL 2001.IO NON POTEI ANDARCI PER MOTIVI DI SALUTE.TUTTI HANNO TESTIMONIATO L ATMOSFERA DI TERRORE CHE RESPIRAVANO,NON POTEVANO NEANCHE USCIRE DAL CORTEO PER FARE PIPI, AVEVANO LA CERTEZZA CHE SAREBBERO STATI CARICATI.INTANTO I BLACK BLOCK GIRAVANO INDISTURBATI DOPO ESSERE STATI RECLUTATI DA OGNI DOVE, MOLTI DALL'ESTERO,SI CAMBIAVANO I VESTITI ,SPACCAVANO TUTTO.GLI ABITANTI DI GENOVA SONO STATI ECCEZIONALI,HANNO DATO UNA MANO OFFRENDO TUTTO CIò CHE POTEVANO.TUTTE TESTIMONIANZE DIRETTE.IN QUESTO CLIMA FASCISTA DI BOTTE E MANGANELLATE SULLA TESTA UN MORTO SOLO è GIà UN MIRACOLO!

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QUOTO! AMICI E COMPAGNI ERANO A GENOVA NEL 2001.IO NON POTEI ANDARCI PER MOTIVI DI SALUTE.TUTTI HANNO TESTIMONIATO L ATMOSFERA DI TERRORE CHE RESPIRAVANO,NON POTEVANO NEANCHE USCIRE DAL CORTEO PER FARE PIPI, AVEVANO LA CERTEZZA CHE SAREBBERO STATI CARICATI.INTANTO I BLACK BLOCK GIRAVANO INDISTURBATI DOPO ESSERE STATI RECLUTATI DA OGNI DOVE, MOLTI DALL'ESTERO,SI CAMBIAVANO I VESTITI ,SPACCAVANO TUTTO.GLI ABITANTI DI GENOVA SONO STATI ECCEZIONALI,HANNO DATO UNA MANO OFFRENDO TUTTO CIò CHE POTEVANO.TUTTE TESTIMONIANZE DIRETTE.IN QUESTO CLIMA FASCISTA DI BOTTE E MANGANELLATE SULLA TESTA UN MORTO SOLO è GIà UN MIRACOLO!

"amici e compagni", queste due parole mi spiegano tutto il resto, scusami coccynella, rispetto il tuo pensiero ma è decisamente di parte (o partito! :Phbbbt: )....volevo solo ricordarti che i poliziotti non sono tutti fascisti, e molti i loro, avrebbero lasciato volentieri il manganello per mettersi a manifestare insieme ai noglobal, "testimonianza diretta"....la verità è sempre nel mezzo!!!! :icon_rolleyes:

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non so come stesse placanica prima del g8...certo adesso non sta bene. mi dispiace anche, umanamente. ma ha sbagliato, è giusto che paghi. non si è fatto nemmeno mezz'ora di galera, an l'ha pure candidato alle elezioni...un'idiozia.

notizia dell'ultim'ora:una donna ha ricevuto un risacrimento di 24.000 euro per i pestaggi ricevuti durante il g8.

questo per chi pensa che i poliziotti fossero tutti buoni e i menifestanti tutti cattivi. e per chi pensa che i pestaggi siano stati un'allucinazione di una banda di irresponsabili che s'era fatta una canna di troppo.

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Avete letto oggi sui giornali si riportano le telefonate fatte dai poliziotti quella tragica notte ,prima dell assalto alla scuola Diaz.

Ne riporto una per tutte.:"Guarda io dalle sette di ieri sono stato in servizio fino alle undici di oggi,quindi li ho visti tutti sti balordi....queste zecche del xxxx...comunque" -..".....speriamo che muoiano tutti...tanto uno già! ....e gli altri....UNO a Zero per noi!"

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Avete letto oggi sui giornali si riportano le telefonate fatte dai poliziotti quella tragica notte ,prima dell assalto alla scuola Diaz.

Ne riporto una per tutte.:"Guarda io dalle sette di ieri sono stato in servizio fino alle undici di oggi,quindi li ho visti tutti sti balordi....queste zecche del xxxx...comunque" -..".....speriamo che muoiano tutti...tanto uno già! ....e gli altri....UNO a Zero per noi!"

FAI DI TUTTA L'ERBA UN FASCIO BABY E STAI MOSTRANDO PREGIUDIZI SU TUTTI I

POLIZIOTTI E CARABINIERI. PER TE SON TUTTI FASCISTI . VERO?

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non so come stesse placanica prima del g8...certo adesso non sta bene. mi dispiace anche, umanamente. ma ha sbagliato, è giusto che paghi. non si è fatto nemmeno mezz'ora di galera, an l'ha pure candidato alle elezioni...un'idiozia.

scusami S. ma non eri tu che dicevi che la punizione non serve a niente??? O solo per delinquenti e assassini, per un carabiniere ventenne che si è fatto prendere dal panico invece è giusto che paghi!!!!Bàh!!!! :ola (2):

notizia dell'ultim'ora:una donna ha ricevuto un risacrimento di 24.000 euro per i pestaggi ricevuti durante il g8.

questo per chi pensa che i poliziotti fossero tutti buoni e i menifestanti tutti cattivi. e per chi pensa che i pestaggi siano stati un'allucinazione di una banda di irresponsabili che s'era fatta una canna di troppo.

il fatto è che chi è intervenuto a dire che Giuliani non fosse il santo che voi descrivete ha sempre ammesso che anche i poliziotti hanno fatto la loro parte, e che i manifestanti non fossero tutti cattivi, siete voi che continuate a dire il contrario e cioè tutti i poliziotti cattivi e i manifestanti buoni....un pò più su ho scritto : la verità sta nel mezzo!!!!! L'allucinazione e una canna di troppo poi non credo lo abbia detto nessuno.... :ola (2):

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FAI DI TUTTA L'ERBA UN FASCIO BABY E STAI MOSTRANDO PREGIUDIZI SU TUTTI I

POLIZIOTTI E CARABINIERI. PER TE SON TUTTI FASCISTI . VERO?

sono daccordo, purtroppo!!!! :ola (2):

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scusami S. ma non eri tu che dicevi che la punizione non serve a niente??? O solo per delinquenti e assassini, per un carabiniere ventenne che si è fatto prendere dal panico invece è giusto che paghi!!!!Bàh!!!

Si è discusso sull'utilità di un tipo di punizione che reclude ma non rieduca.

Parlare di rieducazione non è sinonimo di parlare di impunità, ovviamente.

Quindi credo che un carabiniere ventenne debba assumersi la responsabilità delle azioni

che ha compiuto e pagarne le "opportune/adeguate" conseguenze.

Lui ha ucciso un ragazzo, e questo è un fatto.

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Io credo che la "punizione" ha senso solo se "rieduca" al valore della legge, se riesce a conseguire una finalità trasformativa della coscienza : che mi frega sapere che un assassino rimarrà 30 in galera se in quei trent'anni non si verifica in lui una presa di coscienza autentica del reato commesso e una consapevolezza diversa dei valori della convivenza civile.

La reclusione,di per sè, è solo una limitazione fisica.

Temo che quanti reclamano una giusta pena per i trasgressori spesso sono animati dal senso di vendetta (umano dal punto di vista del singolo, ma non avallabile in termini di leggi dello Stato) più che dal senso civico di "recupero" alla vita civile di chi ha deviato.

Il sistema carcerario, purtroppo, spesse volte non riesce a realizzare proprio questo suo compito eminentemente ri-educativo.

:ola (2):

:ola (2):

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Si è discusso sull'utilità di un tipo di punizione che reclude ma non rieduca.

Parlare di rieducazione non è sinonimo di parlare di impunità, ovviamente.

Quindi credo che un carabiniere ventenne debba assumersi la responsabilità delle azioni

che ha compiuto e pagarne le "opportune/adeguate" conseguenze.

Lui ha ucciso un ragazzo, e questo è un fatto.

Non ha molto senso parlare di rieducazione in casi come questi, dove una delle poche cose

evidenti è che non c'è premeditazione e che il delitto è avvenuto in una situazione di scontro,

e che le responsabilità oggettive di questo contesto sono altrove.

E' diverso essere consapevoli seduti a un tavolo ed esserlo in mezzo a una guerriglia urbana:

nel secondo caso l'educazione che servirebbe è un addestramento di tipo militare, e non è certo

quello, che si può dare a un condannato per un reato (e che forse è proprio ciò che mancava a

Placanica, ed uno dei motivi per cui non doveva essere lì).

La rieducazione alla quale secondo il nostro ordinamento devono tendere le pene, non è una

necessità automatica perché non c'è una correlazione matematica tra un fatto penalmente

perseguibile ed il bisogno di rieducazione da parte ci chi lo compie.

Il fatto che le pene devono tendere alla rieducazione non significa che la rieducazione sia

necessaria, né che la rieducazione sia l'obbiettivo prioritario quando si stabilisce a tavolino

le pene previste per un reato.

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Non ha molto senso parlare di rieducazione in casi come questi, dove una delle poche cose

evidenti è che non c'è premeditazione e che il delitto è avvenuto in una situazione di scontro,

e che le responsabilità oggettive di questo contesto sono altrove.

E' diverso essere consapevoli seduti a un tavolo ed esserlo in mezzo a una guerriglia urbana:

nel secondo caso l'educazione che servirebbe è un addestramento di tipo militare, e non è certo

quello, che si può dare a un condannato per un reato (e che forse è proprio ciò che mancava a

Placanica, ed uno dei motivi per cui non doveva essere lì).

La rieducazione alla quale secondo il nostro ordinamento devono tendere le pene, non è una

necessità automatica perché non c'è una correlazione matematica tra un fatto penalmente

perseguibile ed il bisogno di rieducazione da parte ci chi lo compie.

Il fatto che le pene devono tendere alla rieducazione non significa che la rieducazione sia

necessaria, né che la rieducazione sia l'obbiettivo prioritario quando si stabilisce a tavolino

le pene previste per un reato.

Ste, il problema sono i "quote"(non mi riferisco al tuo di ora ) che decontestualizzano i discorsi , poco si prestano a svolgere ragionamenti a tutto tondo, e a seconda di come vengono fatti si prestano ad inchiodare le persone su posizioni che non hanno mai sostenuto.

Per questo,dopo aver letto la sequenza dei topic anteriori al mio, ho ritenuto di dover riprendere una distinzione tra "punizione e rieducazione" che era stata fatta nel topic sulla pena di morte cui,qui, si faceva riferimento in modo improprio, secondo me, visto che non mi era sembrato che nessuno si fosse mai pronunciato contro la punizione tout court, per un'applicazione parziale dell'impunità.

Chiarito questo e "trasferendoci in altro contesto" ovvero qui : ripeto che Placanica si debba assumere le sue responsabilità per le azioni che ha compiuto, e che debba "pagarne in modo opportuno/adeguato le conseguenze". (altro che impunità, altro che primitivo inneggiamento alla vendetta;semplice corso della giustizia).

Il che ovviamente dovrebbe accadere tenendo conto delle circostanze e delle responsabilità altrui. ( e penso all'organizzazione del g8 in generale,all'assetto che è stato dato a Genova, e a chi ha dato l'autorizzazione a sparare).

Il secondo periodo del tuo discorso mi rimane oscuro...mi piacerebbe che tu esemplificassi

Io penso per farla semplice e parlando in generale che il senso civico dovrebbe informare le nostre azioni:a chi non lo rispetta non deve essere inflitta una pena corporale quale è il carcere, o peggio ancora la pena di morte; andrà rieducato in lui quel senso civico laddove falla, riguardo a quegli aspetti che sono stati trasgrediti dal comportamento delinquenziale.Ovviamente bisognerebbe intenderci sui suoi contenuti e sui modi con cui realizzare questa rieducazione tarandola in relazione ai singoli casi (altra cosa che il carcere non fa!)

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Ste, il problema sono i "quote"(non mi riferisco al tuo di ora ) che decontestualizzano i discorsi , poco si prestano a svolgere ragionamenti a tutto tondo, e a seconda di come vengono fatti si prestano ad inchiodare le persone su posizioni che non hanno mai sostenuto.

Per questo,dopo aver letto la sequenza dei topic anteriori al mio, ho ritenuto di dover riprendere una distinzione tra "punizione e rieducazione" che era stata fatta nel topic sulla pena di morte cui,qui, si faceva riferimento in modo improprio, secondo me, visto che non mi era sembrato che nessuno si fosse mai pronunciato contro la punizione tout court, per un'applicazione parziale dell'impunità.

Chiarito questo e "trasferendoci in altro contesto" ovvero qui : ripeto che Placanica si debba assumere le sue responsabilità per le azioni che ha compiuto, e che debba "pagarne le opportune/adeguate" conseguenze. (altro che impunità, altro che primitivo inneggiamento alla vendetta;semplice corso della giustizia).

Il che ovviamente dovrebbe accadere tenendo conto delle circostanze e delle responsabilità altrui. ( e penso all'organizzazione del g8 in generale,all'assetto che è stato dato a Genova, e a chi ha dato l'autorizzazione a sparare).

Il punto è che Placanica era una persona messa lì con un arma in mano per motivi di servizio. Le sue responsabilità

potrebbero essere praticamente irrilevanti, anche se la mano che ha sbagliato l'ultimo evento rilevante che ha portato

alla morte di Giuliani, era fisicamente la sua.

Il secondo periodo del tuo discorso mi rimane oscuro...mi piacerebbe che tu esemplificassi

Io penso per farla semplice e parlando in generale che il senso civico dovrebbe informare le nostre azioni:a chi non lo rispetta non deve essere inflitta una pena corporale quale è il carcere, o peggio ancora la pena di morte; andrà rieducato in lui quel senso civico laddove falla, riguardo a quegli aspetti che sono stati trasgrediti dal comportamento delinquenziale.Ovviamente bisognerebbe intenderci sui suoi contenuti e sui modi con cui realizzare questa rieducazione tarandola in relazione ai singoli casi (altra cosa che il carcere non fa!)

Intanto il carcere non è una pena corporale, è una privazione della libertà. Scusa se sono puntiglioso ma le due

cose sono molto diverse e le pene corporali (al limite l'esecuzione) non sono previste dal nostro ordinamento mentre

la detenzione si.

Esemplificare... ne posso fare tanti di esempi, ma nessuno di essi andrebbe bene se non allentiamo un po' la morsa

sul sillogismo che ci fa dedurre che chi fa qualcosa di sanzionabile è perché ha falle nel senso civico, e che una volta

che uno ha raggiunto questo poi abbiamo la garanzia che le sue azioni siano conseguentemente sempre coerenti.

Le definizioni di reato e illecito si riferiscono prima di tutto alle azioni, non alle persone, e di azioni le persone ne fanno

tante nella vita.

"La responsabilità penale è personale"... è vero, ma le situazioni in cui il senso civico di una singola persona viene

messo a dura prova sono infinite, e paradossalmente lo sono molto di più per le persone che il senso civico ce l'hanno

molto forte, quando l'ambiente in cui vivono è scarso sotto quell'aspetto.

Per questo motivo, le pene non sono solo mirate alla rieducazione: perché spesso non ce n'è nemmeno bisogno.

Sono prima di tutto delle sanzioni, cioè dei prezzi che si pagano per ciò che si è commesso, per saldare il proprio

debito verso la società.

Poi, in subordine al fatto che si renda necessario o meno, e solo dopo aver verificato che ce ne sia bisogno nel caso

specifico, servono per altre cose, tipo evitare che il fatto venga reiterato, per rieducare, eccetera. Ma se non ce n'è

bisogno è meglio non farlo.

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E' una questione di opinioni, evidentemente:

"Un medico penitenziario francese ha affermato che il carcere è "l'ultima pena corporale". Ciò significa che in qualche misura, nonostante le opinioni contrarie, la detenzione resta una punizione fisica. Costringere un individuo a passare gran parte delle sue giornate - a volte per tutta la vita - all'interno di una cella e obbligarlo a regolare le sue attività secondo ritmi prestabiliti da un preciso regime, può portarlo ad ammalarsi fisicamente. Il carcere non costituisce un luogo di divertimento: sebbene a volte porti all'ozio, esso non è mai un posto dove riposarsi. Foucault era un po' troppo ottimista nel ritenere che gli uomini fossero veramente riusciti a costruire un rapporto con l'anima di altri uomini. Al contrario, tale rapporto si è sempre focalizzato sul corpo e non è mai stato capace di sganciarsi da questa connotazione superficiale."

fonte

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E' una questione di opinioni, evidentemente:

"Un medico penitenziario francese ha affermato che il carcere è "l'ultima pena corporale". Ciò significa che in qualche misura, nonostante le opinioni contrarie, la detenzione resta una punizione fisica. Costringere un individuo a passare gran parte delle sue giornate - a volte per tutta la vita - all'interno di una cella e obbligarlo a regolare le sue attività secondo ritmi prestabiliti da un preciso regime, può portarlo ad ammalarsi fisicamente. Il carcere non costituisce un luogo di divertimento: sebbene a volte porti all'ozio, esso non è mai un posto dove riposarsi. Foucault era un po' troppo ottimista nel ritenere che gli uomini fossero veramente riusciti a costruire un rapporto con l'anima di altri uomini. Al contrario, tale rapporto si è sempre focalizzato sul corpo e non è mai stato capace di sganciarsi da questa connotazione superficiale."

fonte

Ni, si tratta solo di intendersi su cosa si vuole dire e a cosa ci si riferisce con le parole e con le espressioni. Per pene

corporali di solito ci si riferisce a violenza fisica sul corpo, la detenzione è più una violenza psicologica indotta da una

limitazione fisica alla circolazione, ma non è una violenza sul corpo.

Qualunque sanzione poi può portare una persona ad ammalarsi, anche una sanzione pecuniaria, anche il solo pensiero

di essere puniti o di perdere il proprio status. La cosa è molto soggettiva, prendi ad esempio i casi di Raul Gardini e

di Sergio Cusani, due casi opposti, estremi: uno ha preso una malattia grave (la morte) prima ancora di essere

processato, l'altro è perfettamente in salute nonostante la detenzione, ed il suo senso civico s'era già riattivato molto

prima della fine della stessa, forse già nel corso del processo.

Chiaro (ed anche questo è previsto almeno sulla carta) che anche la pena detentiva non può essere somministrata

secondo modalità oggettivamente dannose, alienanti, e purtroppo spesso lo è, ma se si parte dal principio che una pena

che può fare ammalare è una pena corporale, allora tutte le pene sono corporali e nessuna sanzione va bene.

E allora rimangono solo due alternative: l'impunibilità, oppure mandare tutti i mariuoli a scuola (scommetto di sapere

quale delle due ti piacerebbe :Batting Eyelashes: ).

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Ora si sta andando molto ot..

ma brevemente... io credo molto nella responsabilità individuale, attenuata se vuoi da determinati frangenti esterni .

Hannah Arendt nel "la banalità del male" parla dei gerarchi nazisti , del fatto che sostenevano di dover sterminare gli ebrei per rispondere agli ordini dei superiori...la banalità del male....quei gerarchi avrebbero potuto disobbedire agli ordini, assumendosi la responsabilità di una scelta....la scelta di non stare lì dove stavano...

ehm...sto facendo una protesta antiquote e non riporto, ma mi riferisco a una parte del tuo post precedente all'ultimo..

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E allora rimangono solo due alternative: l'impunibilità, oppure mandare tutti i mariuoli a scuola (scommetto di sapere

quale delle due ti piacerebbe :Batting Eyelashes: ).

:ola (2):

(tregua dalla protesta)

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riflettendoci , preferirei un delinquente morto ed un poliziotto padre di famiglia vivo.

la difesa personale e' un diritto sacrosanto per qualsiasi persona incluso i poliziotti.

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Ora si sta andando molto ot..

ma brevemente... io credo molto nella responsabilità individuale, attenuata se vuoi da determinati frangenti esterni .

Hannah Arendt nel "la banalità del male" parla dei gerarchi nazisti , del fatto che sostenevano di dover sterminare gli ebrei per rispondere agli ordini dei superiori...la banalità del male....quei gerarchi avrebbero potuto disobbedire agli ordini, assumendosi la responsabilità di una scelta....la scelta di non stare lì dove stavano...

ehm...sto facendo una protesta antiquote e non riporto, ma mi riferisco a una parte del tuo post precedente all'ultimo..

Vero, ma sono d'accordo anche io. Ma proprio quegli esempi (in particolare quello più celebre di Eichmann, secondo me)

indicano in modo abbastanza chiaro quanto conti in certe situazioni il coraggio, la capacità di essere sovversivi rispetto

alle regole dell'ambiente, più che l'educazione o la rieducazione. L'educazione al rispetto delle regole è anzi un'arma a

doppio taglio. Questo esperimento lo conosci? E' molto interessante a tal riguardo:

http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_Milgram

Tornando a Placanica, però, c'è da sottolineare ancora che questi discorsi non sono molto validi, perché lì non si tratta

di un'uccisione fatta a sangue freddo, ma di attimi, e attimi da panico. La psicologia ha tutti gli strumenti per capire cosa

significa, e cosa può significare e comportare nel "dopo" il rifiuto di responsabiltà. Nei vari casi possibili, intendo, anche

nel caso (che non escluderei) che sia un rifiuto fatto a ragione per non doversi accollare responsabilità altrui, più gravi.

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se placanica stava in america gli avrebbero dato la medaglia.

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Vero, ma sono d'accordo anche io. Ma proprio quegli esempi (in particolare quello più celebre di Eichmann, secondo me)

indicano in modo abbastanza chiaro quanto conti in certe situazioni il coraggio, la capacità di essere sovversivi rispetto

alle regole dell'ambiente, più che l'educazione o la rieducazione. L'educazione al rispetto delle regole è anzi un'arma a

doppio taglio. Questo esperimento lo conosci? E' molto interessante a tal riguardo:

http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_Milgram

Tornando a Placanica, però, c'è da sottolineare ancora che questi discorsi non sono molto validi, perché lì non si tratta

di un'uccisione fatta a sangue freddo, ma di attimi, e attimi da panico. La psicologia ha tutti gli strumenti per capire cosa

significa, e cosa può significare e comportare nel "dopo" il rifiuto di responsabiltà. Nei vari casi possibili, intendo, anche

nel caso (che non escluderei) che sia un rifiuto fatto a ragione per non doversi accollare responsabilità altrui, più gravi.

non conosco quell'esperimento, ora lo leggo.poi però dovremmo tentare una ridefinizione di

"educazione",sempre per intenderci, che io mica pensavo a una roba more scolastico, alle regole o all'ossequio all'autorità,

per dire...

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se placanica stava in america gli avrebbero dato la medaglia.

complimenti michael.

te lo sei chiesto cosa proverebbero i genitori di carlo giuliani se leggessero quello che hai scritto????

spero ti renda conto da solo di quanto è orribile, e provveda a cancellarlo.altrimenti ci penso io.

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Si è discusso sull'utilità di un tipo di punizione che reclude ma non rieduca.

Parlare di rieducazione non è sinonimo di parlare di impunità, ovviamente.

Quindi credo che un carabiniere ventenne debba assumersi la responsabilità delle azioni

che ha compiuto e pagarne le "opportune/adeguate" conseguenze.

Lui ha ucciso un ragazzo, e questo è un fatto.

:italian_flag:

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