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Paura della psicologia


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Quello che ho scritto a Mio, da cui è partita tutta sta pippa infinita (info per turbociclo), è perchè ho omesso un non che sto signor Ste a preso a spunto per ricicciare delle questioni, che a mio parere evidenziano solo una volonta di inzeppare di deduzioni inutili questo tread. Basta rileggere sopra per comprendere che non esiste in me volonta di convincere nessuno a fare qualcosa, sono deduzioni inutili alla comprensione del topic che ho proposto.

XSte scrivi da qualche altra parte, apri un topic su "ex pazienti che molestano sani di mente in maniera deontologicamente scorretta- prontuario di regole deontologicamente corrette scritte da un gruppo di psicologi e sostenute da un ingegnere" sarò lieto di scriverci su, e parlare delle tue verosimili e argute supposizioni che mettono in crisi le mie dubbiose convinzioni, è solo un consiglio (come tu ben sai).

Torniamo in topic. Se eviti di usare di giocare al piccolo dottore vedrai che non ci sarà bisogno di

aprire topic come quelli che suggerisci (che tra l'altro sono già aperti). Urla pure, se vuoi, non mi

dà fastidio (so ancora distinguere tra un urlo e una scritta in caratteri grandi :fireworks:).

Dicevo: tu hai aperto un topic parlando di "paura" della psicologia da parte della gente, ed attribuendo

questa presunta paura a diversi fattori (che non elenco perché sarebbe una ripetizione), e che sono tutti,

nessuno escluso, fattori che presuppongono una qualche forma di limitazione o testardaggine di tali persone,

ferme in convinzioni definite come sbagliate, e via dicendo.

Secondo me l'argomento è interessante ma le premesse mi sembrano un po' frettolose e, credo di aver

fatto trasparire la mia opinione... anche piuttosto... beh... "presuntuose" si può dire?

Ora, capisco che le premesse su cui si fa una discussione sarebbe bene prenderle come dogmi indiscussi,

ma siamo sicuri che questo aiuti? E se fossero impressioni sbagliate?

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Torniamo in topic. Se eviti di usare di giocare al piccolo dottore vedrai che non ci sarà bisogno di

aprire topic come quelli che suggerisci (che tra l'altro sono già aperti). Urla pure, se vuoi, non mi

dà fastidio (so ancora distinguere tra un urlo e una scritta in caratteri grandi :LOL:).

Dicevo: tu hai aperto un topic parlando di "paura" della psicologia da parte della gente, ed attribuendo

questa presunta paura a diversi fattori (che non elenco perché sarebbe una ripetizione), e che sono tutti,

nessuno escluso, fattori che presuppongono una qualche forma di limitazione o testardaggine di tali persone,

ferme in convinzioni definite come sbagliate, e via dicendo.

Secondo me l'argomento è interessante ma le premesse mi sembrano un po' frettolose e, credo di aver

fatto trasparire la mia opinione... anche piuttosto... beh... "presuntuose" si può dire?

Ora, capisco che le premesse su cui si fa una discussione sarebbe bene prenderle come dogmi indiscussi,

ma siamo sicuri che questo aiuti? E se fossero impressioni sbagliate?

Dogmi indiscussi???

giocare a fare il dottore??

:muttley:

Come ho scritto a tutti e come ho ripetuto a te in particolare, volevo parlare di una questione, l'atteggiamento che definisco di paura (altre definizioni sono ben accette) verso la terapia psicologica, se tu vuoi parlare del perchè io vedo paura in qualcosa che secondo la tua opinione è solo una mia visione distorta di quello che invece non è, ok. Argomentalo, certo se avessi un esperienza che ti fornisse un contraddittorio magari potrei porvi anche attenzione....sfortunatamente sembra tu non la voglia condividere o peggio non ce l'hai quindi scrivi supposizioni condizionate da preconcetti :fireworks:

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Torniamo in topic. Se eviti di usare di giocare al piccolo dottore vedrai che non ci sarà bisogno di

aprire topic come quelli che suggerisci (che tra l'altro sono già aperti). Urla pure, se vuoi, non mi

dà fastidio (so ancora distinguere tra un urlo e una scritta in caratteri grandi :fireworks:).

Dicevo: tu hai aperto un topic parlando di "paura" della psicologia da parte della gente, ed attribuendo

questa presunta paura a diversi fattori (che non elenco perché sarebbe una ripetizione), e che sono tutti,

nessuno escluso, fattori che presuppongono una qualche forma di limitazione o testardaggine di tali persone,

ferme in convinzioni definite come sbagliate, e via dicendo.

Secondo me l'argomento è interessante ma le premesse mi sembrano un po' frettolose e, credo di aver

fatto trasparire la mia opinione... anche piuttosto... beh... "presuntuose" si può dire?

Ora, capisco che le premesse su cui si fa una discussione sarebbe bene prenderle come dogmi indiscussi,

ma siamo sicuri che questo aiuti? E se fossero impressioni sbagliate?

Poi datango ti dirà come la pensa, scusa se mi intrometto solo per una noticina:

- Una cosa è la PAURA in sé e per sé dell'analisi, che è cosa sbagliata per ovvii motivi;

- Una cosa è la diffidenza verso gli analisti, giustificata dal comportamento di molti, ma non si può fare di tutto il fascio un'erba...

Datango cosa pensa realmente, vorrei capire? Che bisogna sempre essere sereni e fiduciosi verso l'analisi, senza nulla chiedersi su chi è l'analista e che terapia sta facendo? E possibile che sia così fuori di testa? Insomma, è incredibile come il carattere italiano ragioni per assoluti, una cosa o è bianca o è nera...è uno dei motivi per i quali la tv prospera sulle coppie deficienti che fanno finta di litigare...alla fine interessa solo il litigio, non sviluppare le vere questioni.

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Sisi lo so che non lo era Ste :muttley:

Se vuoi possiamo parlare dell'argomento proposto? lo riscrivo così torna di attualità.

Apro questo topic per cercare di comprendere insieme, a chi parteciperà, questa dinamica che ho riscontrato relazionandomi in questi ultimi anni della mia vita. Scrivo la alcune ipotesi che secondo il mio parere alimentano questa paura:

La convinzione che la terapia psicologica sia di sola pertinenza di persone con disturbi a livello connitivo;

La convinzione che mettere in dubbio il proprio meccanismo psichico possa in qualche modo farci perdere riferimenti sui quali si basa il nostro modo di essere;

La convinzione che un punto di vista differente non è poi utile così utile per vivere al meglio delle proprie possibilita terrene;

Gli psicologi sono tutti strambi e magari la stramberia è contagiosa?

Mi sembra cmq tempo perso parlare di un problema che ha a che fare con le strutture caratteriali, diverse in ognuno di noi. Se una persona è diffidente per natura, lo sarà anche verso l'analisi, anche se essa potrebbe fargli del bene. Ma sarà diffidente anche verso i viaggi organizzati, i campi di lavoro, lo sport, la cucina cinese, quello che vuoi. Ha avuto notizie false e tendenziose che riguardano l'analisi? Può essere, ma allora le avrà avute magari pure sui viaggi organizzati, i campi di lavoro, la cucina cinese ecc.. Per questo dicevo che, superato da 30 anni il tabu della terapia, è inutile parlare delle intolleranze individuali, anche perché non dobbiamo difendere la panacea per tutti i mali, che tale di certo non è né è mai stata. Siete d'accordo? :fireworks:

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Dogmi indiscussi???

giocare a fare il dottore??

:muttley:

Come ho scritto a tutti e come ho ripetuto a te in particolare, volevo parlare di una questione, l'atteggiamento che definisco di paura (altre definizioni sono ben accette) verso la terapia psicologica, se tu vuoi parlare del perchè io vedo paura in qualcosa che secondo la tua opinione è solo una mia visione distorta di quello che invece non è, ok. Argomentalo, certo se avessi un esperienza che ti fornisse un contraddittorio magari potrei porvi anche attenzione....sfortunatamente sembra tu non la voglia condividere o peggio non ce l'hai quindi scrivi supposizioni condizionate da preconcetti :fireworks:

Ma, se ti scaldi tanto appena qualcuno prova a metterli in dubbio come vuoi che li chiami?

Ora, di argomenti te ne ho già buttati là infiniti, posso anche provare a ripeterne qualcuno,

ma mi sembri ben poco propenso ad accettare di prenderne in considerazione.

Vediamo un po'. Prendiamone uno semplice semplice: se tu vai in giro a parlare con la gente

(su forum ma anche dal vivo), e appena qualcuno prova a mettere in discussione ciò che dici,

inizi a vedere sintomi di problemi psicologici e a consigliare terapie e percorsi vari... non ci

vuole un analista esperto per capire che le reazioni saranno di vari colori... ma che hanno a

che vedere molto di più con il tuo modo di agire che con la psicologia e con l'atteggiamento

delle persone verso di essa.

Quando qualche post fa ho provato a parlare di regole deontologiche (argomento che t'ha un

tantino irritato, e faresti bene a chiederti perché), era anche di questo che mi sarebbe piaciuto

discutere. Ma se ti dà così tanto fastidio la deontologia... non c'è molto da discutere... c'è solo

da trarne le dovute conclusioni.

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Ma, se ti scaldi tanto appena qualcuno prova a metterli in dubbio come vuoi che li chiami?

Ora, di argomenti te ne ho già buttati là infiniti, posso anche provare a ripeterne qualcuno,

ma mi sembri ben poco propenso ad accettare di prenderne in considerazione.

Vediamo un po'. Prendiamone uno semplice semplice: se tu vai in giro a parlare con la gente

(su forum ma anche dal vivo), e appena qualcuno prova a mettere in discussione ciò che dici,

inizi a vedere sintomi di problemi psicologici e a consigliare terapie e percorsi vari... non ci

vuole un analista esperto per capire che le reazioni saranno di vari colori... ma che hanno a

che vedere molto di più con il tuo modo di agire che con la psicologia e con l'atteggiamento

delle persone verso di essa.

Quando qualche post fa ho provato a parlare di regole deontologiche (argomento che t'ha un

tantino irritato, e faresti bene a chiederti perché), era anche di questo che mi sarebbe piaciuto

discutere. Ma se ti dà così tanto fastidio la deontologia... non c'è molto da discutere... c'è solo

da trarne le dovute conclusioni.

Io mi sono scaldato perchè hai montato un questione su una frase incompleta (poi incompleta) scritta in risposta a Mio.

Vedi io i tuoi argomenti li affronto anche se a volte mi sembra di ripetermi,

Qui pro quo Ste, perche quando ti ho chiesto semplicemente, dato che avevi espresso un tuo parere, da dove proveniva questa tua conoscenza, le alternative erano:

1)hai fatto terapia quindi ne conosci le modalità?

2)sei tu un terapeuta quindi hai un tuo punto di vista professionale sulla cosa?

Non hai risposto!! se vuoi puoi rispondere nel tuo prox post.

Io non vado in giro a dire a destra e a manca, sei uno psicopatico vatti a far curare, nel caso pure lo facessi, dato che non ho vincoli professionali, quale è il male che arrecherei, come hai detto tu se ti arreca male è perchè hai bisogno di una terapia che ti permetta di comprendere che un pensiero scritto su un forum non ha modo di condizionarti.

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Io mi sono scaldato perchè hai montato un questione su una frase incompleta (poi incompleta) scritta in risposta a Mio.

Vedi io i tuoi argomenti li affronto anche se a volte mi sembra di ripetermi,

Qui pro quo Ste, perche quando ti ho chiesto semplicemente, dato che avevi espresso un tuo parere, da dove proveniva questa tua conoscenza, le alternative erano:

1)hai fatto terapia quindi ne conosci le modalità?

2)sei tu un terapeuta quindi hai un tuo punto di vista professionale sulla cosa?

Non hai risposto!! se vuoi puoi rispondere nel tuo prox post.

L'ho letto nel codice deontologico. In più, sono anche io un analista e pure bravo (dicono di me). Non sono

un analista nel senso di "psicologo", motivo per cui non mi avventurerei in diagnosi e tantomeno in consigli

terapeutici, ma l'ABC dell'analisi (intesa come "analisi" di dinamiche, sistemi, problemi, ecc, non come

terapia o scuola di vita) è lo stesso, ed è all'ABC che si riferiva la mia considerazione precedente, mica a

cose trascendentali.

Se avessi fatto una terapia mi guarderei bene dal credere di aver imparato qualcosa in materia.

Io non vado in giro a dire a destra e a manca, sei uno psicopatico vatti a far curare,

Bene.

nel caso pure lo facessi, dato che non ho vincoli professionali, quale è il male che arrecherei, come hai detto tu se ti arreca male è perchè hai bisogno di una terapia che ti permetta di comprendere che un pensiero scritto su un forum non ha modo di condizionarti.

No caro, i vincoli professionali ce li hai a maggior ragione se non sei abilitato e a maggiorissima ragione se

la cosa non è richiesta. Sono un po' imbarazzato nel dovertelo spiegare, non m'è mai piaciuto atteggiarmi

a insegnante di educazione civica (anche perché è da anticpatici), per cui spero che ti informi meglio da te.

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Ok, allora iniziamo :fireworks: . Vedo in te un po' di squilibrio. :LOL:

L'equilibrio... :muttley: Stavo pensando... che differenza c'è tra l'equilibrio di una persona che sta seduta

su una sedia o su un divano, e l'equilibrio di una persona che sta camminando, correndo, ballando, andando

in bici, camminando su un'impalcatura, ecc.?

mostramelo.....stai dicendo fesserie....una sorta di supercazzola....

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L'ho letto nel codice deontologico. In più, sono anche io un analista e pure bravo (dicono di me). Non sono

un analista nel senso di "psicologo", motivo per cui non mi avventurerei in diagnosi e tantomeno in consigli

terapeutici, ma l'ABC dell'analisi (intesa come "analisi" di dinamiche, sistemi, problemi, ecc, non come

terapia o scuola di vita) è lo stesso, ed è all'ABC che si riferiva la mia considerazione precedente, mica a

cose trascendentali

Non sono un analista in senso psicologico ok parli per sentito dire, e magari qualcuno ti ha detto che l'hai aiutato tanto su sto forum, per me magari sei un ottimo analista dei flussi d'aria ma questo è un forum di psicologia Ste. Quindi ti consiglio di fare il paladino della nonpsicologia da qualche altra parte....

Se avessi fatto una terapia mi guarderei bene dal credere di aver imparato qualcosa in materia.

Io sono ignorante come uno zappa di dinamiche psicoterapeutiche, non saprei da dove partire per metter su un setting terapico, infatti mi sembra che non ne abbia mai iniziato uno, tuttalpiù consigliato a chi mi andava di consigliarlo, riesci a vedere la differenza?

No caro, i vincoli professionali ce li hai a maggior ragione se non sei abilitato e a maggiorissima ragione se

la cosa non è richiesta. Sono un po' imbarazzato nel dovertelo spiegare, non m'è mai piaciuto atteggiarmi

a insegnante di educazione civica (anche perché è da anticpatici), per cui spero che ti informi meglio da te.

Io dico quello che mi passa per la capa, i vincoli profesisonali li lascio a chi si sente terapista per caso su un forum, e non sono un tuo caro per chiarirsi, naturalmente ho attenzione se quello che dico può limitare la liberta altrui, di certo quando riconosco di aver offeso, deriso, mistificato qualcuno non esito a fare un passo indietro. Non è il tuo caso Ste, perchè non hai subito nessuna privazione di libertà come tu daltronde hai detto.

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ok parli per sentito dire, e magari qualcuno ti ha detto che l'hai aiutato tanto su sto forum, per me magari sei un ottimo analista

No, nessuno m'ha detto che l'ho aiutato tanto anche perché non sono qui per aiutare (non è

il mio mestiere e non ho l'indole della crocerossina), quindi se qualcuno me l'avesse detto si

tratterebbe di un errore o di un aiuto dato per sbaglio. E' un forum, sono qui per parlare.

Tornando alle mie considerazioni che tanto ti danno fastidio, puoi anche continuare a

screditarmi personalmente (sai che tecnica psicologica innovativa...) ma non è ci voglia un

analista laureato in psicologia e con anni di pratica per capire che il proprio agire può

influenzare, anche pesantemente, le reazioni di chi si ha di fronte.

Magari quelle cose servono per imparare a farlo nel modo appropriato (lo spero vivamente,

anzi), ma non certo per capirlo o per sostenerlo in una chiacchierata.

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Mi sembra cmq tempo perso parlare di un problema che ha a che fare con le strutture caratteriali, diverse in ognuno di noi. Se una persona è diffidente per natura, lo sarà anche verso l'analisi, anche se essa potrebbe fargli del bene. Ma sarà diffidente anche verso i viaggi organizzati, i campi di lavoro, lo sport, la cucina cinese, quello che vuoi. Ha avuto notizie false e tendenziose che riguardano l'analisi? Può essere, ma allora le avrà avute magari pure sui viaggi organizzati, i campi di lavoro, la cucina cinese ecc.. Per questo dicevo che, superato da 30 anni il tabu della terapia, è inutile parlare delle intolleranze individuali, anche perché non dobbiamo difendere la panacea per tutti i mali, che tale di certo non è né è mai stata. Siete d'accordo? :Four Leaf Clover:

Queste strutture caratteriali non credi siano il prodotto di una diseducazione riguardo la psicoterapia?

Avere una volonta di parlarne, avendone cognizione di causa, anche se le modalità a volte non vengono accettate, può comunque essere utile per diffondere informazione corretta su quello che è.

La psicologia non è una panacea dei mali del mondo, è uno strumento per comprendere dinamiche condizionate da archetipi, se non hai una volonta atta a comprenderle non puo esserti utile, se ce l'hai ma hai una paura infondata è bene parlarne per comprendere la sua falsa natura.

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No, nessuno m'ha detto che l'ho aiutato tanto anche perché non sono qui per aiutare (non è

il mio mestiere e non ho l'indole della crocerossina), quindi se qualcuno me l'avesse detto si

tratterebbe di un errore o di un aiuto dato per sbaglio. E' un forum, sono qui per parlare.

Tornando alle mie considerazioni che tanto ti danno fastidio, puoi anche continuare a

screditarmi personalmente (sai che tecnica psicologica innovativa...) ma non è ci voglia un

analista laureato in psicologia e con anni di pratica per capire che il proprio agire può

influenzare, anche pesantemente, le reazioni di chi si ha di fronte.

Magari quelle cose servono per imparare a farlo nel modo appropriato (lo spero vivamente,

anzi), ma non certo per capirlo o per sostenerlo in una chiacchierata.

Io non ti ho screditato, ho chiesto solo da dove veniva la tua conoscenza in campo psicologico, per screditatri dovresti essere qualcosa che nella realta non sei quindi..... :Four Leaf Clover:

Comunque anche io sono qui per parlare e non per essere educato sulla modalità di intervento psicologico da qualcuno che legge un codice deontologico, che non ha mai fatto terapia e che non ha seguito un corso universitario, condito da master scuola di specializzazione anni di pratica etc. etc.

Invece ci vuole un analista e pure bravo, esistono tante pippe nel campo, per far comprendere che un consiglio come quello che hai ancora voglia di tirare in ballo, non ci influenza se noi siamo consci dei nostri confini psicofisiologici.

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Io non ti ho screditato, ho chiesto solo da dove veniva la tua conoscenza in campo psicologico, per screditatri dovresti essere qualcosa che nella realta non sei quindi..... :Four Leaf Clover:

Comunque anche io sono qui per parlare e non per essere educato sulla modalità di intervento psicologico da qualcuno che legge un codice deontologico, che non ha mai fatto terapia e che non ha seguito un corso universitario, condito da master scuola di specializzazione anni di pratica etc. etc.

Invece ci vuole un analista e pure bravo, esistono tante pippe nel campo, per far comprendere che un consiglio come quello che hai ancora voglia di tirare in ballo, non ci influenza se noi siamo consci dei nostri confini psicofisiologici.

E' tanto difficile spiegare perché consideri sbagliata o fuori luogo la mia considerazione, Datango?

Se anche tu avessi il curriculum che pretenderesti da un interlocutore (escluso il fatto di essere stato

in terapia, che non abilita ma al massimo riabilita), non potrebbero servire a controargomentare?

Non era una considerazione trascendentale, non capisco perché la vuoi mettere sul piano del

curriculum.

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E' tanto difficile spiegare perché consideri sbagliata o fuori luogo la mia considerazione, Datango?

Se anche tu avessi il curriculum che pretenderesti da un interlocutore (escluso il fatto di essere stato

in terapia, che non abilita ma al massimo riabilita), non potrebbero servire a controargomentare?

Non era una considerazione trascendentale, non capisco perché la vuoi mettere sul piano del

curriculum.

Ma che piano del curriculum, è che dire cornuto ad un asino se tu Ste sei un bue, suona male, ed è nella pratica la stessa cosa che ho fatto io con te, quindi io non considero sbagliata la tua considerazione la ritengo fuori luogo in questo topic, perchè, e te lo gia spiegato prima che molestassi questo tread con la tua arguzia. Qui non è utile comprendere che se io vedo la paura nei confronti della psicoterapia è perche sono condizionato, il senso è:

la paura nei confronti della psicologia, in tanti non sussiste, in altri si, parliamone.

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Ma che piano del curriculum, è che dire cornuto ad un asino se tu Ste sei un bue, suona male, ed è nella pratica la stessa cosa che ho fatto io con te, quindi io non considero sbagliata la tua considerazione la ritengo fuori luogo in questo topic, perchè, e te lo gia spiegato prima che molestassi questo tread con la tua arguzia. Qui non è utile comprendere che se io vedo la paura nei confronti della psicoterapia è perche sono condizionato, il senso è:

la paura nei confronti della psicologia, in tanti non sussiste, in altri si, parliamone.

No, io non ti chiedo il curriculum per argomentare le tue idee... te lo chiedo se proponi terapie e ti permetti

di fare diagnosi. La capisci la differenza?

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Queste strutture caratteriali non credi siano il prodotto di una diseducazione riguardo la psicoterapia?

Ma sai una cosa, ho amici e colleghi analisti che hanno problemi caratteriali abbastanza seri, conoscere le terapie di per sé può non significare molto...e poi lo studio della psicologia, come mi pare abbia rilevato Ste, è a volte un ottimo modo per autoaffermazioni di potere o per mettere da parte i PROPRI problemi;

Avere una volonta di parlarne, avendone cognizione di causa, anche se le modalità a volte non vengono accettate, può comunque essere utile per diffondere informazione corretta su quello che è.

La psicologia non è una panacea dei mali del mondo, è uno strumento per comprendere dinamiche condizionate da archetipi, se non hai una volonta atta a comprenderle non puo esserti utile, se ce l'hai ma hai una paura infondata è bene parlarne per comprendere la sua falsa natura.

Ho fatto 15 anni di analisi, sono attualmente sotto analisi, quindi puoi pensare se mi sono dedicato o no a studiare certe dinamiche. La paura di andare in analisi significa semplicemente che non sei pronto ad affrontare un'analisi (se poi dovesse rivelarsi sbagliata, quella paura sarebbe stata una fortuna). Qualcuno potrà magari trovare le parole giuste per convincerti ad iniziare quel cammino. Perché sei tanto preso da questo pseudoproblema al punto di litigare con altri :Four Leaf Clover:

Ripeto, non siamo più ai tempi in cui si avevano pregiudizi verso chi andava dall'analista...oggi per fortuna siamo tutti pazzi!!!!!

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Ho fatto 15 anni di analisi, sono attualmente sotto analisi, quindi puoi pensare se mi sono dedicato o no a studiare certe dinamiche. La paura di andare in analisi significa semplicemente che non sei pronto ad affrontare un'analisi (se poi dovesse rivelarsi sbagliata, quella paura sarebbe stata una fortuna). Qualcuno potrà magari trovare le parole giuste per convincerti ad iniziare quel cammino. Perché sei tanto preso da questo pseudoproblema al punto di litigare con altri :icon_confused:

Ripeto, non siamo più ai tempi in cui si avevano pregiudizi verso chi andava dall'analista...oggi per fortuna siamo tutti pazzi!!!!!

Turbo a occhio e croce questo scambio di vedute che ho avuto con Ste renderebbe vero il contrario, il problema anche se pseudo esiste, parlare di psicoterapia in maniera libera dai preconcetti non è scontato come tu dici.

Io ho cominciato tre anni fa a fare psicoterapia, non riconosco in me problemi (se non di scarsa pecunia) ad alzare la cornetta e chiamere il mio terapeuta e fissare un appuntamento.

Quello che mi fa arrabbiare, è osservare lo stato della coscienza lucida che ottenebra le menti, coscienza che crea assassini di genitori e figli, che fa violentare ragazzine per soddisfare i propri bisogni compulsivi, che fa subire ai figli condizionamenti da parte di genitori, che porta al suicidio/omicidio persone che schiavi del denaro o di una relazione con una persona usata come unico mezzo di realizzazione....

Nel momento in cui realizzo che a prescidere da tutto questo la vita compirà il suo corso quale che sia, riacquisto la calma e tiro avanti.

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Turbo a occhio e croce questo scambio di vedute che ho avuto con Ste renderebbe vero il contrario, il problema anche se pseudo esiste, parlare di psicoterapia in maniera libera dai preconcetti non è scontato come tu dici.

Io ho cominciato tre anni fa a fare psicoterapia, non riconosco in me problemi (se non di scarsa pecunia) ad alzare la cornetta e chiamere il mio terapeuta e fissare un appuntamento.

Quello che mi fa arrabbiare, è osservare lo stato della coscienza lucida che ottenebra le menti, coscienza che crea assassini di genitori e figli, che fa violentare ragazzine per soddisfare i propri bisogni compulsivi, che fa subire ai figli condizionamenti da parte di genitori, che porta al suicidio/omicidio persone che schiavi del denaro o di una relazione con una persona usata come unico mezzo di realizzazione....

Nel momento in cui realizzo che a prescidere da tutto questo la vita compirà il suo corso quale che sia, riacquisto la calma e tiro avanti.

Oh ecco, finalmente hai reso chiaro il problema. Quando penso a casi come quello di Cogne, a quella belva umana che ha massacrato la moglie incinta in Umbria, a chissà quante migliaia di casi di bambini violentati in famiglia, mi chiedo se veramente non sarebbe stato possibile talvolta un intervento atto a scongiurare il peggio. Le depressioni gravi devono essere curate, anche perché ci sono casi in cui si manifestano in forma aggressiva e in perdita di contatto con la realtà, specialmente se si fa uso massiccio di psicofarmaci (e qui i medici che li assegnano fanno piu male che bene). Il guaio è che le persone malate mentalmente in modo grave sono proprio quelle che non chiedono mai aiuto, ed imporre un aiuto non è cosa facile. Se però si manifestano casi di violenza o di autolesionismo, l'intervento dovrebbe in qualche modo essere reso obbligatorio. Sempre.

...Non so se tu alludevi a discorsi del genere, non mi è risultato chiaro, nel caso mi dirai se ho sbagliato...

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Oh ecco, finalmente hai reso chiaro il problema. Quando penso a casi come quello di Cogne, a quella belva umana che ha massacrato la moglie incinta in Umbria, a chissà quante migliaia di casi di bambini violentati in famiglia, mi chiedo se veramente non sarebbe stato possibile talvolta un intervento atto a scongiurare il peggio. Le depressioni gravi devono essere curate, anche perché ci sono casi in cui si manifestano in forma aggressiva e in perdita di contatto con la realtà, specialmente se si fa uso massiccio di psicofarmaci (e qui i medici che li assegnano fanno piu male che bene). Il guaio è che le persone malate mentalmente in modo grave sono proprio quelle che non chiedono mai aiuto, ed imporre un aiuto non è cosa facile. Se però si manifestano casi di violenza o di autolesionismo, l'intervento dovrebbe in qualche modo essere reso obbligatorio. Sempre.

Visto l'approccio comune che si ha verso la psicoterapia, è molto più probabile che l'intervento preventivo d'"aiuto" venga fatto

nei confronti delle potenziali vittime non appena queste chiedono aiuto, e proprio per il fatto che chiedono aiuto invece che

chiedere una terapia.

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Oh ecco, finalmente hai reso chiaro il problema. Quando penso a casi come quello di Cogne, a quella belva umana che ha massacrato la moglie incinta in Umbria, a chissà quante migliaia di casi di bambini violentati in famiglia, mi chiedo se veramente non sarebbe stato possibile talvolta un intervento atto a scongiurare il peggio. Le depressioni gravi devono essere curate, anche perché ci sono casi in cui si manifestano in forma aggressiva e in perdita di contatto con la realtà, specialmente se si fa uso massiccio di psicofarmaci (e qui i medici che li assegnano fanno piu male che bene). Il guaio è che le persone malate mentalmente in modo grave sono proprio quelle che non chiedono mai aiuto, ed imporre un aiuto non è cosa facile. Se però si manifestano casi di violenza o di autolesionismo, l'intervento dovrebbe in qualche modo essere reso obbligatorio. Sempre.

...Non so se tu alludevi a discorsi del genere, non mi è risultato chiaro, nel caso mi dirai se ho sbagliato...

Si Turbo alludevo a un discorso del genere, ma quello è il prodotto di una società male educata, credo la psicologia (grazie alla psicoterapia) possa contribuire all'educazione culturale di una società che nel macro produce criminali nel micro produce depressioni.

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Si Turbo alludevo a un discorso del genere, ma quello è il prodotto di una società male educata, credo la psicologia (grazie alla psicoterapia) possa contribuire all'educazione culturale di una socità che nel macro produce criminali nel micro produce depressioni.

Non ha molto senso combattere la criminalità "educando" alla psicologia una società che, almeno in apparenza,

non è in grado di riconoscere un crimine nemmeno quando lo subisce, e che appena si parla di codici si fa venire

l'orticaria e reagisce malissimo, forse proprio per non dover "vedere" cose che teme.

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Non ha molto senso combattere la criminalità "educando" alla psicologia una società che, almeno in apparenza,

non è in grado di riconoscere un crimine nemmeno quando lo subisce, e che appena si parla di codici si fa venire

l'orticaria e reagisce malissimo, forse proprio per non dover "vedere" cose che teme.

Un codice è valido solo per un discorso in generale, come le leggi emanate da uno stato, per agire sul caso particolare c'è bisogno di osservarlo da vicino, privi di preconcetti che possano creare uno scotoma di qualcosa che invece è evidente.

Una società che agisce sotto la guida di principi generali, continuerà a produrre intolleranza e separazione dal diverso.

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Un codice è valido solo per un discorso in generale, come le leggi emanate da uno stato, per agire sul caso particolare c'è bisogno di osservarlo da vicino, privi di preconcetti che possano creare uno scotoma di qualcosa che invece è evidente.

Una società che agisce sotto la guida di principi generali, continuerà a produrre intolleranza e separazione dal diverso.

Un codice è utile solo nell'applicazione in casi particolari, ma per poterlo applicare tenendo in considerazione

le particolarità del caso è sempre necessario superare infiniti ostacoli. La maggior parte di questi, se li osservi

bene, di solito sono finalizzati a tenere il codice più alla larga possibile, a fare illazioni su "preconcetti" altrui tutti

da dimostrare e di valutazione del tutto soggettiva, a smantellare la persona che si appella ai codici, e cose così.

In questo modo si ottengono diverse cose, tra le quali quelle che poi si attribuiscono alla "mancanza di educazione

alla psicologia", mentre invece è il prodotto della mancanza di educazione civica (e di vigili urbani che sappiano

fare il loro mestiere).

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Io pure credo che la psicologia farebbe un gran bene al vivere civile.

Proprio perchè,secondo me, riuscirebbe a collocare nella giusta prospettiva il valore e il senso del "codice".

Per chi "abbraccia" certe convinzioni della psicologia è abbastanza scontato supporre che si trasgredisce il codice per trasgredire, spesse volte, dei dettami interiori potenti e limitanti che hanno poco a che vedere con il codice e molto più ne hanno con babbi, mamme, e zie e suore ecc... che han perseguitato con il loro bel pacchetto di divieti e giudizi.Spesse volte i "rivoluzionari" protestano più contro il loro babbo interno che li costringe e li limita,piuttosto che contro la causa esterna da sostenere, che finisce per essere un pretesto e niente più.

Separare le due cose, fattori interni ed esterni evitando di sovrapporre gli uni sugli altri,avrebbe un grande vantaggio: e sarebbe proprio quello di non travisare i propri bisogni di affrancamento dalle origini e di individuazione ,diciamo così, con l'enfasi e il carico affettivo ed emotivo che li sostengono , dalla regola o dal codice che non ha altro valore se non quello di servire alla causa civile e ad evitare che la gente delinqua.

E, alla fine della fiera, non si tratterebbe di acquisire ottiche e sistemi di valutazione "soggettivi" e arbitrari ma di separare la morale soggettiva, individuale,maturata grazie a un percorso personale, dalle esigenze di regole generali, evitando di fare un cacciucco di tutto come quando "si proietta" la propria robaccia sul resto del mondo,confondendo tutto. Il problema alla fine diventerebbe quello di conciliare questa morale personale con i limiti che inevitabilmente il codice pubblico impone.

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