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La personalità incide sulla salute


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Bando alla timidezza! Potrebbe aumentare il rischio di morire di attacco cardiaco. Sembra essere questa la conclusione alla quale sono giunti alcuni scienziati della Chicago Northwestern University al termine di uno studio durato ben trent’anni. I ricercatori hanno esaminato circa duemila uomini di mezza età, i loro dati clinici e le loro predisposizioni caratteriali fino a quando il 60% del campione non è deceduto.

I risultati avrebbero evidenziato che i soggetti più timidi e con una scarsa vita sociale presentavano fino al 50% di chance in più di morire a causa di un problema cardiaco rispetto a quelli più estroversi. All’inizio dello studio, i ricercatori statunitensi avevano fatto compilare ai partecipanti un questionario finalizzato a valutare il loro carattere e la loro personalità sociale e...

http://www.psiconline.it/article.php?sid=6411

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La relazione tra personalità, comportamento e stato di salute è stata evidenziata in ambito clinico già da qualche tempo. La medicina riabilitativa e la neurologia del comportamento basano buona parte del loro assetto terapeutico su questa conoscenza. Una della componenti che sembra essere di maggiore importanza è proprio quella delle relazioni sociali...una persona con delle "reti sociali" molto ampie e ben strutturate ha minori probabilità di attuare comportamenti a rischio per la salute, e quindi di ammalarsi. Qualora si ammali, può godere di un sostegno pratico ed emotivo molto solidi. Questo fatto ha due conseguenze principali: l'incoraggiamento e la solidarietà di molte persone portano il paziente a sentirsi più accudito e protetto, e quindi a sperare maggiormente nella buona riuscita della terapia medica, ad avere maggiore fiducia in essa e a seguirla con notevole rigore. In secondo luogo , il sostegno psicologico di altre persone causa anche delle reazioni psicofisiologiche molto positive per l'organismo.

Un altro spunto di riflessione interessante è quello della propensione a trattenere le proprie emozioni ( personalità di tipo C , giusto?). E' da qualche tempo che penso che tutte le attività che aiutino ad esprimere ed incanalare le proprie emozioni siano una ottima cura per buona parte dei disturbi psicosomatici. Non so se esistano studi scientifici al riguardo. A me viene in mente la recotazione, che a mio avviso può aiutare moltissimo a risolvere problemi come Tic, gastrite, psoriasi eprobabilmente molto altro.

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La relazione tra personalità, comportamento e stato di salute è stata evidenziata in ambito clinico già da qualche tempo. La medicina riabilitativa e la neurologia del comportamento basano buona parte del loro assetto terapeutico su questa conoscenza. Una della componenti che sembra essere di maggiore importanza è proprio quella delle relazioni sociali...una persona con delle "reti sociali" molto ampie e ben strutturate ha minori probabilità di attuare comportamenti a rischio per la salute, e quindi di ammalarsi. Qualora si ammali, può godere di un sostegno pratico ed emotivo molto solidi. Questo fatto ha due conseguenze principali: l'incoraggiamento e la solidarietà di molte persone portano il paziente a sentirsi più accudito e protetto, e quindi a sperare maggiormente nella buona riuscita della terapia medica, ad avere maggiore fiducia in essa e a seguirla con notevole rigore. In secondo luogo , il sostegno psicologico di altre persone causa anche delle reazioni psicofisiologiche molto positive per l'organismo.

Un altro spunto di riflessione interessante è quello della propensione a trattenere le proprie emozioni ( personalità di tipo C , giusto?). E' da qualche tempo che penso che tutte le attività che aiutino ad esprimere ed incanalare le proprie emozioni siano una ottima cura per buona parte dei disturbi psicosomatici. Non so se esistano studi scientifici al riguardo. A me viene in mente la recotazione, che a mio avviso può aiutare moltissimo a risolvere problemi come Tic, gastrite, psoriasi eprobabilmente molto altro.

Strucca-strucca, una personalità embedded si ammala meno di una personalità borderline e guarisce più in fretta.

Mi torna... l'unica cosa di cui non sono convinto è che si stia parlando davvero di "personalità", nel senso che è sotto

gli occhi di tutti che la rete di relazioni sociali dipende dalla personalità si, ma fino a un certo punto.

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Può influire, è risaputo, però c'è un rischio nel ritenere questo pensiero come assoluto: la malattia diventa quasi una colpa, una cosa di cui vergognarsi e rimproverarsi...è un atteggiamento pericoloso per chi chi si ammala!

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Strucca-strucca, una personalità embedded si ammala meno di una personalità borderline e guarisce più in fretta.

Mi torna... l'unica cosa di cui non sono convinto è che si stia parlando davvero di "personalità", nel senso che è sotto

gli occhi di tutti che la rete di relazioni sociali dipende dalla personalità si, ma fino a un certo punto.

Uuuuhm....e da che altro dipende? Dal caso? Dalle circostanze? Sentiamo...

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Strucca-strucca, una personalità embedded si ammala meno di una personalità borderline e guarisce più in fretta.

Mi torna... l'unica cosa di cui non sono convinto è che si stia parlando davvero di "personalità", nel senso che è sotto

gli occhi di tutti che la rete di relazioni sociali dipende dalla personalità si, ma fino a un certo punto.

E-questo-cosa-c'entra???

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E-questo-cosa-c'entra???

Si parlava di relazioni sociali, e di influenza sulla malattia e sulla guarigione, o sbaglio? Riporto il passo delle

tue considerazioni alle quali mi sono allacciato:

"Una della componenti che sembra essere di maggiore importanza è proprio quella delle relazioni sociali...

una persona con delle "reti sociali" molto ampie e ben strutturate ha minori probabilità..." eccetera...

Le relazioni sociali dipendono dalla personalità, sicuramente, ma solo fino ad un certo punto. E' una cosa

che sperimentiamo tutti ogni giorno, ma raramente ce ne rendiamo conto.

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Bando alla timidezza! Potrebbe aumentare il rischio di morire di attacco cardiaco. Sembra essere questa la conclusione alla quale sono giunti alcuni scienziati della Chicago Northwestern University al termine di uno studio durato ben trent’anni. I ricercatori hanno esaminato circa duemila uomini di mezza età, i loro dati clinici e le loro predisposizioni caratteriali fino a quando il 60% del campione non è deceduto.

I risultati avrebbero evidenziato che i soggetti più timidi e con una scarsa vita sociale presentavano fino al 50% di chance in più di morire a causa di un problema cardiaco rispetto a quelli più estroversi. All’inizio dello studio, i ricercatori statunitensi avevano fatto compilare ai partecipanti un questionario finalizzato a valutare il loro carattere e la loro personalità sociale e...

http://www.psiconline.it/article.php?sid=6411

...E infatti le persone estroverse manifestano che cosa, in primo luogo? L'AFFETTIVITA', il "cuore", l'amore in loro si esprime, non è represso, e il "cuore" non si ammala...I timidi invece si reprimono, e il loro atteggiamento mentale, guarda caso, si ripercuote sul CUORE, con malattie cardiache... io ci vedo una logica ferrea. :mf_pcwhack:

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I TIMIDI SON SOGGETTI CHE VANNOINCONTRO AD ANSIE, TIMORI, PAURE ECC QUOTIDIANAMENTE E TUTTO CIO' PROVOCA STRESS CHE CERTAMENTE NN E' UN'ELISIR DI LUNGA VITA.

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