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Come affrontare un colloquio di lavoro


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A cura della dott.ssa Raffaela Brumat

Psicologa del lavoro

Nell'iter di selezione del personale, uno dei momenti determinanti per l'esito di tutto il processo, è senza dubbio quello dell'intervista individuale con il responsabile della selezione. Questo momento è incentrato su un elemento chiave: la domanda. Per non essere impreparati, e' necessario quindi prepararsi a ricevere le domande per non rispondere con divagazioni, o iniziando la risposta con un'espressione di sorpresa e con le parole "O mio Dio, non so…..".

Per avere più sicurezza e flessibilità al colloquio, ecco una lista delle domande più frequentemente formulate dai selezionatori con relativi suggerimenti per formulare la propria risposta:

· "Mi parli di lei…": bisogna rispondere brevemente, distinguendo la vita familiare, la formazione, le precedenti esperienze lavorative e tutto ciò che si è fatto negli ultimi anni. Evitare tutto ciò che non riguarda il caso personale. Non divagare.

· "Quali sono i suoi punti di forza?": darne due o tre, quelli che sono più utili alla funzione che è stata proposta. Per essere credibili, bisogna però provare quello che si afferma.

· "Qual è la situazione della sua famiglia?": e' una domanda destabilizzante a cui di deve rispondere in maniera molto calma, come se si trattasse di una provocazione. Rispondere sinceramente, senza esagerare volutamente.

· "Quali hobby pratica?": citare quelli che denotano dinamismo. Evitare di enumerarne troppi perché altrimenti l'interlocutore potrebbe pensare che per il candidato lo svago conti molto più del lavoro.

· "Che cosa legge?": a meno di non leggere nulla, indicare alcuni periodici e riviste vicini al settore economico dell'azienda. Dare poi una lista di libri di generi differenti.

· "Perché vuole lavorare con noi?": presentare le proprie motivazioni in rapporto al contenuto professionale del posto di lavoro. Poi bisogna manifestare la propria stima nei confronti dell'azienda, dei suoi obiettivi e dei suoi metodi di lavoro. Non adulare esageratamente!

· "Per quale tipo di lavoro si sente pronto?": bisogna rispondere in funzione del posto per cui si è in corsa, rimanendo se stessi e non indossando i panni di una persona estranea, adattandosi invece alle aspettative dell'interlocutore.

· "Che cosa le interessa di più nella posizione che le offriamo?": indicare tre o quattro aspetti positivi che hanno motivato il colloquio, cercando però di riconoscere anche i lati negativi. Per esempio, se si è in lizza per un posto di barman, dire che e' un lavoro dinamico, grazie al quale si conoscono molte persone, anche se gli orari di lavoro sono pesanti.

· "Quale sarà la sua strategia per sviluppare il suo ruolo nell'azienda?": e' opportuno mostrare un atteggiamento a metà strada tra l'ambizioso e il paziente. Il messaggio di fondo è: Il mio primo obiettivo è quello di riuscire nella missione che mi viene affidata, contribuendo allo sviluppo dell'azienda e al raggiungimento di un'efficienza sempre maggiore.

· "Perché in questa occasione e' stato licenziato?" (o: "Perché ci ha messo così tanto per laurearsi?"): il selezionatore non fa passare inosservati i buchi nel curriculum. Occorre spiegarne le circostanze con calma e serenità, pronti ad assumersi le proprie responsabilità senza ricorrere alle circostanze e alla fortuna.

· "Perché si sente la persona giusta per questa posizione?": indicare tutte le caratteristiche personali in qualche modo collegate (o collegabili) a questo ruolo. Per esempio, se l'incarico riguarda l'ufficio commerciale, è il caso di sottolineare l'esperienza nel settore e la facilità nell'intrattenere relazioni con gli altri.

· "Quali sono le sue aspettative economiche?": è necessario dimostrarsi rispettosi dello standard retributivo vigente in azienda e, di conseguenza, si preferisce ottenere più informazioni su questo aspetto prima di fare una proposta. Avanzare, in ogni caso, con prudenza.

· "Quali sono le sue motivazioni al cambiamento?": l'ideale è rispondere che si cercano maggiori responsabilità ed autonomia, oltre ad obiettivi meglio definiti da raggiungere. Piuttosto che parlare male della società per la quale si ha lavorato o si lavora, affermare invece che si cerca di più. Che è la voglia di crescere professionalmente la principale spinta al cambiamento.

· "Ha contattato altre aziende?": svincolare. La risposta ideale e': "Ci sono sicuramente altre strade interessanti da percorrere, ma in questo momento quello che mi interessa di più è il ruolo di cui stiamo parlando in questo momento".

· "Che cosa pensa della sua ultima posizione?": può essere un tranello. Anche se ci si è lasciati male con l'ex capo, non è il caso di fare pettegolezzi o esprimere rabbia e risentimento. Si deve cercare di fare un bilancio il più positivo possibile dell'esperienza passata, sia professionalmente che umanamente.

· "Qual è stato il suo apporto professionale nell'ambito della sua ultima posizione ricoperta?": con questa domanda si vuole entrare nel merito. Nella risposta è utile usare un linguaggio tecnico, illustrando il contenuto della propria mansione e il contributo offerto. Bisogna fornire delle cifre, dei resoconti chiari di tutti i risultati positivi raggiunti nel corso della propria gestione.

· "Ha effettuato viaggi all'estero?": nel caso di risposta affermativa, non aggiungere espressioni banali, come l'occasione per conoscere culture diverse. In effetti, il 90% delle risposte si concentra in questi dettagli banali. Meglio allora trovare una risposta più personale.

· "Sarebbe in grado di dirigere un'équipe?": potrebbe essere una domanda trabocchetto. L'ideale è citare le esperienze di lavoro in team che si sono rivelate positive e la propria attitudine a lavorare con gli altri. Il tutto senza lasciasi prendere la mano.

· "Se dovesse reclutare dei collaboratori, quali criteri userebbe?": si può rispondere che, dopo aver verificato le loro competenze tecniche, si selezionerebbero le persone attive, adattabili e con capacità di iniziativa, senso di responsabilità e spirito di squadra.

· "Qual è la sua società dei sogni?": un pizzico di ipocrisia non guasta. Affermare, mostrando convinzione, che la società che offre il posto per cui si è in lizza, ha dei notevoli punti di forza. Si possono citare, ad esempio, la validità dei prodotti, la qualità dei servizi offerti, le scelte strategiche e le politiche gestionali.

· "Lei continuerà a formarsi professionalmente?": certo che si', chi non segue dei corsi specifici può sempre tenersi informato, leggendo la stampa del settore e tenendosi sempre pronto a partecipare a dei seminari o agli incontri di aggiornamento.

· "Quali sono state le sue esperienze negative?": inutile negare il fatto che ci siano state delle esperienze negative. Meglio invece raccontarli con distacco, dimostrando di averli superati e di averne tratto un utile insegnamento. Fa una buona impressione chi dimostra di essere ripartito con il piede giusto...

http://www.psiconline.it/article.php?sid=261

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Mi ricorda una scena di "Bull Durham- Un gioco a tre mani" :acute:

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Ospite sea

Scusate, ma tutto ciò mi ha ricordato le belle lezioni di piena ipocrisia di mia nonna su come compiacere raffinate signore nel salotto buono di casa, riunite per il tè pomeridiano.

Beh, così va il mondo... :crazy:

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bè a quanto pare tutta sta pappardella a ogniuno ricorda qualcosa!!!! :crazy:

:rofl: Mi sa che è la stessa...

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Ma poi... val la pena di lavorare per aziende nelle quali chi

seleziona il personale si lascia intortare con così poco?

Chissà che ambientini... :Four Leaf Clover:

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Ospite sea

Ovviamente chi si lascia intortare predilige personale in grado di intortare alla perfezione il prossimo suo, e quindi tutto il lavoro richiesto in azienda ruoterà intorno al concetto di intortamento di chiunque capiti a tiro.

Giusto. :Four Leaf Clover:

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diciamo anche che questi "suggerimenti" lascino il tempo che trovano, nel senso che innanzitutto un odeve essere deficiente a "spettegolare" sul precedente datore di lavoro o dilungarsi a parlare dei suoi hobby quando invece si trova ad un colloquio di lavoro. Insomma sono le cose minime che fanno capire che genere di persona siha davanti. Però credo anche che il vero colloquio di lavor si basa anche su altri elementi, come ad esempio la preparazione oggettiva che si denota nell'argomentare del candidato e lo spirito di intraprendenza e iniziativa che può essere denotato anche da una battuta fuorviante e fuori tema...credo anche che in un'azienda seria che abbia un proprio addetto alla scelta del personale, non si faccia intortare in questo modo, e abbia le sue tecniche "segrete" per capire con chi ha a che fare, poi c'è da dire che esiste anche la settimana di prova entro la quale l'eventuale bravo l'intortatore potrebbe essere buttato fuori a calci!!!! :Four Leaf Clover:

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Secondo me le aziende serie si riconoscono dal fatto che non hanno bisogno di addetti alla selezione. :Four Leaf Clover:

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Secondo me le aziende serie si riconoscono dal fatto che non hanno bisogno di addetti alla selezione. :Four Leaf Clover:

bè potrebbe essere in effetti ma può capitare per esempio l'apertura di un centro comm.le o una grossa fabbrica per la quale c'è bisogno di assumere tutte insieme un bel gruppo di persone, bè una piccola selezione viene pur fatta, che poi ripeto è fine a sè stessa lo sappiamo tutti ma almeno per eliminare i così detti "perditempo" e compagnia bella....

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Si, beh... volevo solo essere un po' provocatorio per controbilanciare l'eccesso di importanza che

si dà alla "selezione" delle persone e a questo genere di valutazioni fatte "a colloquio".

Ovvio che prima di stringere un contratto (qual'è un rapporto di lavoro), i "contraenti" debbano

presentarsi un po' e debbono piacersi a vicenda, ma... sembra quasi che ci sia l'abitudine di trascurare

alcune cose macroscopiche.

Una per tutte (ma non è l'unica) il fatto che la maggior parte delle persone tendono a conformare i

propri comportamenti alle regole dell'ambiente in cui devono vivere, e a far di tutto per poterci rimanere

e vivere a lungo e al meglio. Una cosa che sperimentiamo tutti quotidianamente.

Le regole di un ambiente di lavoro dipendono soprattutto da come l'ambiente è gestito.

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sono daccordissimo con questo ultimo punto, succede e non c'è modo che cambi, perchè se non ti cnformi non vai bene e se ipoteticamente andassi bene anche non conforme all'ambiente, ti sentiresti tu infelice e inadatto, è un modo per sopravvivere a 8 ore (o più) di lavoro al giorno per (forse e si spera) molti anni!!!!

Infatti non è strano che quando qualcuno deve andare via per un motivo x indipendente da problemi con il lavoro, inizia ad essere più staccato e a vedere le cose con occhi diversi.....

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Ospite sea

La cosiddetta attitudine a lavorare in team, ad esempio, citata nel colloquio: secondo me è un dato valutabile in una situazione reale; dipende anche da variabili esterne ( quale team.. in quale clima...)

Ho visto persone in precedenza demotivate, rinascere letteralmente in un ambiente di lavoro più sereno.

Questi "colloqui" sono essi stessi dimostrazione che oggi certe occupazioni vogliono ingiustamente due "spalle"così, in senso metaforico, e soprattutto nessuna remora di tipo etico e morale) Auguro a mio figlio di fare lo spaccalegna da grande, sperando che non gli venga domandato quali siano i suoi "punti di forza", ( punto di f: alta raccomandazione punto di debol. grave, intelligenza e cultura superiori alla media)

Ma che aziende sono quelle a cui serve il personale selezionato con quei colloqui?

Per quello che si può vedere, le capacità professionali non interessano, per cui uno può aver fatto gli studi tecnici più diversi,senza che questo conti più di tanto, perchè il lavoro da fare viene scelto di volta in volta dall'azienda che, con due settimane di corso tecnico e due settimane di indottrinamento ai valori aziendali, alla "mission", tenuti tra l'altro da formatori "esterni" boh, psicologi, laureati in lettere e filosofia e chi più ne ha più ne metta, mettono i "fortunati", "abili", forse "raccomandati" superatori, a fare il lavoro del momento, con durata variabile da 3 mesi a un anno, dopo si cambia. Sistema importato dalle società di consulenza americane( quelle di Bush e &)

Forse meglio cercarsi un lavoro meno qualificato, anche se qui non ci vedo nessuna qualifica, e vivere fuori da questi sistemi.

Gli esempi , specie negli ultimi 10 anni, non sono mancati.

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Ma che aziende sono quelle a cui serve il personale selezionato con quei colloqui?

Turbo-arrocchi.

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cura della dott.ssa Raffaela Brumat

Psicologa del lavoro

Nell'iter di selezione del personale, uno dei momenti determinanti per l'esito di tutto il processo, è senza dubbio quello dell'intervista individuale con il responsabile della selezione. Questo momento è incentrato su un elemento chiave: la domanda. Per non essere impreparati, e' necessario quindi prepararsi a ricevere le domande per non rispondere con divagazioni, o iniziando la risposta con un'espressione di sorpresa e con le parole "O mio Dio, non so…..".

Per avere più sicurezza e flessibilità al colloquio, ecco una lista delle domande più frequentemente formulate dai selezionatori con relativi suggerimenti per formulare la propria risposta:

· "Mi parli di lei…":

SONO INSTABILE

MI SONO FATTO VEDERE DA UN MATEMATICO DI PISA PERCHE' PARE CHE ABBIA I CALCOLI IN OGNI PARTE DEL CORPO

· "Quali sono i suoi punti di forza?":

LE PRESE A TENAGLIA

IL BUDINO ALLA BISMARK

· "Qual è la situazione della sua famiglia?":

MIO PADRE E' MORTO

MIA MADRE STA MORENDO

LEI COME VA?

· "Quali hobby pratica?":

BICI

SESSO

QUALUNQUISMO

AUTOGOL

AUTODIDATTISMO

TELEVISIMO PASSIVO

· "Che cosa legge?":

PORNODIDATTICA (uscita senza Copertina)

REGIO DISPREZZO ATAVICA SUPERIORITA' (uscita decennale)

· "Perché vuole lavorare con noi?":

PERCHE' SIETE UNA DITTA DI INCAPACI

E PENSO PROPRIO CHE ABBIATE BISOGNO DI UN VERO INCAPACE

· "Per quale tipo di lavoro si sente pronto?":

SESSO A VOLONTA'

· "Che cosa le interessa di più nella posizione che le offriamo?":

QUELLA DEL KAMASUTRA

E DEL KAMAFFA!

· "Quale sarà la sua strategia per sviluppare il suo ruolo nell'azienda?":

FARE CASINO

· "Perché in questa occasione e' stato licenziato?" (o: "Perché ci ha messo così tanto per laurearsi?"):

PERCHE' NON HO FATTO SESSO

· "Perché si sente la persona giusta per questa posizione?": i

PERCHE' E' VUOTA

· "Quali sono le sue aspettative economiche?":

NESSUNA

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cura della dott.ssa Raffaela Brumat

Psicologa del lavoro

Nell'iter di selezione del personale, uno dei momenti determinanti per l'esito di tutto il processo, è senza dubbio quello dell'intervista individuale con il responsabile della selezione. Questo momento è incentrato su un elemento chiave: la domanda. Per non essere impreparati, e' necessario quindi prepararsi a ricevere le domande per non rispondere con divagazioni, o iniziando la risposta con un'espressione di sorpresa e con le parole "O mio Dio, non so…..".

Per avere più sicurezza e flessibilità al colloquio, ecco una lista delle domande più frequentemente formulate dai selezionatori con relativi suggerimenti per formulare la propria risposta:

· "Mi parli di lei…":

SONO INSTABILE

MI SONO FATTO VEDERE DA UN MATEMATICO DI PISA PERCHE' PARE CHE ABBIA I CALCOLI IN OGNI PARTE DEL CORPO

· "Quali sono i suoi punti di forza?":

LE PRESE A TENAGLIA

IL BUDINO ALLA BISMARK

· "Qual è la situazione della sua famiglia?":

MIO PADRE E' MORTO

MIA MADRE STA MORENDO

LEI COME VA?

· "Quali hobby pratica?":

BICI

SESSO

QUALUNQUISMO

AUTOGOL

AUTODIDATTISMO

TELEVISIMO PASSIVO

· "Che cosa legge?":

PORNODIDATTICA (uscita senza Copertina)

REGIO DISPREZZO ATAVICA SUPERIORITA' (uscita decennale)

· "Perché vuole lavorare con noi?":

PERCHE' SIETE UNA DITTA DI INCAPACI

E PENSO PROPRIO CHE ABBIATE BISOGNO DI UN VERO INCAPACE

· "Per quale tipo di lavoro si sente pronto?":

SESSO A VOLONTA'

· "Che cosa le interessa di più nella posizione che le offriamo?":

QUELLA DEL KAMASUTRA

E DEL KAMAFFA!

· "Quale sarà la sua strategia per sviluppare il suo ruolo nell'azienda?":

FARE CASINO

· "Perché in questa occasione e' stato licenziato?" (o: "Perché ci ha messo così tanto per laurearsi?"):

PERCHE' NON HO FATTO SESSO

· "Perché si sente la persona giusta per questa posizione?": i

PERCHE' E' VUOTA

· "Quali sono le sue aspettative economiche?":

NESSUNA

:ola (2):

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Ospite sea

GRANDE, NELLO!!!

Direi che siamo in lizza per un posto da.... parlamentare! :chair:

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GRAZIE CHE CON-DIVIDETE LA MIA SERIETA' ACCA DE-MICA

2A PARTE RISPOSTA

· "Quali sono le sue motivazioni al cambiamento?":

QUALUNQUISMO ; CARRIERISMO SILICONICO

· "Ha contattato altre aziende?":

SI UNA DITTA DI BAMBOLE GONFIABILI E MI SONO PRO-POSTO COME COLLAUDATORE

· "Che cosa pensa della sua ultima posizione?":

CHE E' STATA DAVVERO PIACEVOLE

· "Qual è stato il suo apporto professionale nell'ambito della sua ultima posizione ricoperta?":

ORGANIZZARE INCONTRI DI TAGLIO E CUCITO E REGALARE I PLAYED AI RAGAZZI DEI DESERTI

· "Ha effettuato viaggi all'estero?":

SI SONO STATO IN SICILIA, IN CALABRIA E IN VAL D'AOSTA!

· "Sarebbe in grado di dirigere l'équipe?"

SI, ANCHE LA GAZZETTA DELLO SPORT

· "Se dovesse reclutare dei collaboratori, quali criteri userebbe?":

SOLO DONNE BELLE, DISPONIBILI, YES WOMEN CHE FANNO SESSO CON IL CAPO (CIOE' ME)

· "Qual è la sua società dei sogni?":

UNA SOCIETA' COMPOSTA DA PERFETTI IMBECILLI CHE SA DI ESSERLO

NON COME QUESTA DOVE NESSUNO LO SA

· "Lei continuerà a formarsi professionalmente?":

CERTAMENTE LEGGERO' OGNI GIORNO IL BOLLETTINO DEI PROTESTI

· "Quali sono state le sue esperienze negative?":

AVERE MANGIATO DEI CIBI SCADUTI

AVERE RINNEGATO LE MIE ORIGINI TICINESI

AVERE RIFIUTATO LA TORTA MARGHERITA DELLA ZIA (CHE MI HA DISEREDATO)

NON AVERE ASCOLTATO IL MIO AMICO UGO DALLE VETTE.

[b]Domandone finale :

Chi è Lei? Da dove viene? Dove sta andando? Dove andrà?

RISPOSTA : SI FACCIA I CAVOLFIORI SUOI.

CIAO A TUTTI. > CHI MI ASSUME?[/b]

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Ah ah ah! :Yawn:

Che risate ragazzi, peccato che stamattina ho un colloquio veramente e sono agitata!!!!!

ARGH!

Come può una giovane laureanda non farsi prendere dal panico? Avrei bisogno di una bella iniezione di sicurezza!

Baci...

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Ah ah ah! :Hmmmph:

Che risate ragazzi, peccato che stamattina ho un colloquio veramente e sono agitata!!!!!

ARGH!

Come può una giovane laureanda non farsi prendere dal panico? Avrei bisogno di una bella iniezione di sicurezza!

Baci...

devi essere sicura di ciò che hai imparato, e se conosci le tue qualità non sertirti inferiore a nessuno, in bocca al lupo.... :;):

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Grazie!

In effetti il colloquio è andato bene, sono io che non so più se lo voglio, quel posto... si è rivelata una cosa meno allettante di quello che sembrava...

Ci penserò!

E comunque non mi hanno fatto nessuna di quelle domande, e non avevano un addetto alla selezione! Ho parlato direttamente col capoccia! :-)

Devo dedurne che è un'azienda seria? :;):

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