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Le transizioni alla genitorialità e i suoi legami intergenerazionali....


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Le transizioni alla genitorialità e i suoi legami intergenerazionali: i genitori degli adolescenti di fronte ai cambiamenti culturali

Dott.ssa Perla Maria Fiumani - Seconda Università degli Studi di Napoli, Centro Obesità del Dipartimento di Pediatria.

Dott.ssa Annamaria Improta - S.M.S. “M. Melloni”- Portici (NA) e S.U.N., Centro Obesità del Dipartimento di Pediatria.

1. TRE POLI DI OSSERVAZIONE: LA FAMIGLIA, LE TRANSIZIONI FAMILIARI, L’ADOLESCENZA.

a) La famiglia

Lo studio della famiglia è un fenomeno complesso, che non può essere ascritto alla sola psicologia, giacché «al centro della trama dell’esistenza umana in tutti i popoli e in ogni latitudine vi è una polarità esperenziale: il fatto che l’uomo sia contemporaneamente un essere sociale e un individuo a se stante». Lo studio della famiglia è sospeso, pertanto, tra sociologia e psicologia quali hanno come oggetto l’una il versante “esterno” e “sociale” rivolto al gruppo, l’altra il versante “interno”, il cui luogo è il sé. Scabini e Cigoli definiscono la famiglia come un’organizzazione di relazioni primarie fondata sulla differenza di genere e sulla differenza tra generazioni.

Nella società contemporanea è in corso da tempo una forte modificazione sia della struttura, sia delle funzioni della famiglia. Negli ultimi anni, infatti, la forte accelerazione della scienza e della tecnologia, accanto a fattori positivi, ha determinato una frantumazione di certezze, di scansioni temporali (infanzia, adolescenza, età adulta) e di valori millenari (basti pensare alla modificazione della struttura familiare, che in poco tempo si è trasformata da gruppo allargato a gruppo nucleare, dove ognuno - padre, madre, figli – stenta ad identificare un proprio ruolo), determinando un mutamento non solo delle relazioni, ma anche delle conseguenze di tali relazioni.Inoltre, l’endemica mancanza di tempo libero, malattia cronica della società attuale, e il ritmo frenetico che connota la nostra quotidianità, fanno sì che i ragazzi abbiano perso la capacità di gestire il “vuoto”: tutto va frettolosamente riempito. Il bambino di oggi non sembra disporre di punti di riferimento solidi o quanto meno costanti nel tempo, per cui tutto ciò diventa fonte di insicurezze, ansie e “senso di vuoto” (quest’ultimo inteso come “senza rete” di contenimento) che gli precludono la possibilità di vivere le esperienze tipiche della sua età. .

Dal punto di vista delle relazioni intrafamiliari si nota il diffondersi di un modello marcatamente simmetrico. Scrive infatti Arcidiacono : «dagli anni 70 il rapporto uomo-donna ha assunto caratteri molto diversi da quella che era la famiglia tradizionale patriarcale fondato sull'autorità del pater familias. Oggi la legislazione vede una donna e un uomo con pari potere decisionale nella vita della famiglia e nella cura dei figli; le trasformazioni sopravvenute hanno determinato la fine dell'autoritarismo maschile familiare, ed hanno aperto anche al padre una funzione a carattere affettivo più che normativo». In questa prospettiva può essere letto il congedo parentale introdotto dalla legge 53 del 2000, che favorisce, come sottolineato da Procentese «il supporto alla genitorialità di uomini e donne in una prospettiva di responsabilità condivisa di cura». La normativa del congedo parentale assume valore di riconoscimento di una nuova dimensione relazionale possibile, anche se nel percorso di costruzione delle rappresentazioni paterne e delle relazioni familiari troviamo padri tra loro diversi.

Ancora Procentese osserva come la legge eserciti «stimolo per lo sviluppo di nuove forme di intervento pubblico e privato. Nei diversi contesti di vita a questa dimensione si aggiunge quella soggettiva dell'individuo all'interno dei sistemi relazionali di coppia, intergenerazionali e dei pari che consentono di leggere forme di affermazione e che di rafforzamento di sé in relazione al divenire padri». In questa prospettiva è chiaro come la famiglia sia influenzata dall'andamento sociale e culturale in cui è immersa, al tempo stesso influenza la società poiché dal suo andamento dipende la "salute" della società. Quando infatti la famiglia non funziona su larga scala, la società si trova di fronte a problemi sociali irrisolvibili.

Nella società odierna la famiglia assolve la funzione educativa dei figli e ha un ruolo di stabilizzazione nella vita degli adulti.

Solo pochi decenni fa la famiglia si basava sull'ineguaglianza dei sessi e sulla soggezione dei figli al potere paterno. Il ruolo genitoriale si esprimeva quasi esclusivamente nell'uso di regole rigide e nel principio di un’autorità indiscussa. Oggi invece vi è una netta prevalenza dell'espressione affettiva sul ruolo, per cui famiglia moderna della società occidentale si configura come un'organizzazione di relazioni di parentela che privilegia i rapporti tra coniugi, configurati pariteticamente, e i rapporti tra questi e i loro figli.

b) Le transizioni familiari:

Nello studio della famiglia, il tema delle transizioni, cioé dei passaggi critici, è stato largamente studiato. Ogni famiglia attraversa periodicamente momenti particolari della sua storia, in cui mutamenti importanti nella composizione o nella vita del nucleo familiare portano inevitabilmente ad una ridiscussione dei ruoli e dei compiti attribuiti a ciascuno. Si tratta di transizioni o momenti critici, quali la nascita dei figli, la loro adolescenza, l'uscita di casa di cassa dei figli adulti, il pensionamento dei genitori: non solo cambiano radicalmente abitudini, tenore di vita, frequenza delle relazioni sociali, tempo libero, ma si verifica anche e una vera e propria ridefinizione dei ruoli. I passaggi mettono in luce e alla prova le qualità delle relazioni, dunque evidenziano la struttura relazionale della famiglia, i suoi punti di forza e debolezza.

Altri tipi di transizioni sono più "sfocate" come per esempio il passaggio alla condizione adulta, soprattutto a causa della perdita della ritualità che in passato accompagnava gli eventi.

Nelle società premoderne tali passaggi erano momenti forti e comunitari (fidanzamento e matrimonio). Nelle società moderne e postmoderne tali transizioni vengono vissute sempre più come individuali, poco definite e scarsamente ritualizzate (si pensi alla convivenza…)

Inoltre, i figli scelgono quando fare la loro transizione alla vita adulta e la coppia decide quando avere dei figli.

La dilatazione della transizione consente di vedere al rallentatore i passaggi che la famiglia compie per affrontare l'evento critico.

Le transizioni rivelano e sfidano il patto relazionale della famiglia, agitano l'intera organizzazione e ne mettono in discussione gli equilibri, danno vita al caos che può creare la trasformazione, ma che può anche essere precipizio.

In uno studio finalizzato Holmes e Rahe hanno condotto un’indagine statistica negli Stati Uniti dimostrando come un'elevata frequenza di cambiamenti nella vita delle persone sia causa di stress, che può dar luogo anche a situazioni patologiche. A tal proposito hanno elaborato uno strumento che permette di assegnare un punteggio ad avvenimenti della vita, positivi o negativi, che possono essere causa di stress, individuando anche il “punteggio limite” che comporta il rischio di patologia.

c) L’adolescenza

L’adolescente, come soggetto sociale diverso dall’adulto, viene riconosciuto nella cultura occidentale solo in età moderna, giacché nella società pre-industriale europea e nelle società meno complesse il passaggio dal mondo infantile a quello adulto non prevede una fase intermedia con caratteri propri.

L’adolescenza nella teoria psicanalitica è considerata la fase conclusiva dello sviluppo psicosessuale con la...

http://www.psiconline.it/article.php?sid=5830

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commento troppo lungo per me. dopo 3 frasi nn riesco a finire perche' mi viene a noi.

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