Vai al contenuto

Perchè i bambini disegnano?


Messaggi consigliati

D.ssa Antonella Mancini - Psicologo, Psicoterapeuta - Chiavari (GE)

Questo articolo ha partecipato al 1° Premio di Divulgazione Scientifica "PSICONLINE.IT"

Se provate a chiedere a un bambino mentre disegna perché lo fa, nella migliore delle ipotesi vi dirà "non lo so". I più spavaldi risponderanno che lo fanno "perché mi piace". E così ne sapete quanto prima. Gli esperti no. Gli esperti è diverso. Loro sanno con certezza perché un bambino disegna, ardono dal desiderio di spiegarlo e talvolta lo spiegano - ahimé - anche al bambino.

Io scrivo qui in veste di esperto e quindi è giocoforza che mi produca in tutte le combinazioni possibili di risposte accettabili a una domanda come quella di prima, innocente solo in apparenza.

Ho un'istintiva riluttanza a racchiudere in formule e a trasformare in certezze pezzi di vita che possono avere mille significati, e altri mille ancora in momenti diversi di quella stessa vita.

Dunque, rincominciamo da capo. Domanda: perché i bambini disegnano? Risposta: perché é piacevole...

Proviamo a spiegare: è piacevole sentire la matita (la penna, il pennarello, il pennello, il pastello, il dito) scorrere sopra una superficie e di tanto in tanto impuntarsi; è piacevole sentire il proprio corpo che si muove in sintonia con altre sue parti mentre succede qualcosa fuori dal corpo; è piacevole vedere come dalla propria mano escano punti, linee, colori, forme. Forme senza senso, forme con senso simili a forme già note. E' piacevole dirigere il corso delle linee e vedere che cambiano quando si preme, si schiaccia, si sfiora il foglio; è piacevole raccontare coi segni qualcosa che si è visto o fatto. E anche raccontare un pensiero. E anche conoscere meglio qualcosa cercando di riprodurla. E' piacevole sentirsi dire che è bello quello che è rimasto sul foglio; è piacevole sentirsi bravi per questo e, forse, amabili. Insomma, è piacevole lasciare un segno del proprio passaggio...

Ecco alcune possibili risposte alla domanda del perché il bambino disegna (che poi non sono molto diverse da quelle del perché gli adulti disegnano). Con piccoli ritocchi, vanno bene anche per le infinite forme attraverso cui abbiamo imparato a esprimerci e comunicare le nostre idee e le nostre emozioni, da quelle più immediate con suoni e gesti a quelle più codificate come il linguaggio, la musica, la danza, le molte arti figurative. E altro ancora.

In questo modo non si va molto lontano. Proviamo a chiederci, in luogo di generici perché, dei come: come disegna un bambino? Allora può aver senso domandarci il perché di quel "come disegna".

In altre parole mi sta a cuore puntare l'accento non tanto sull'evidenza del fattore espressivo, quanto sulla modalità attraverso cui una particolare forma di espressione si manifesta in una particolare situazione e in un individuo particolare e a che gli serve rispetto a un'altra: siamo alle prese col problema di un linguaggio specifico, dei suoi metodi di decodificazione e dei suoi fini.

"Linguaggio grafico" è un modo dotto per dire disegno e norme di scrittura, e include scarabocchi, tracciati, schizzi e via dicendo sino ai graffiti metropolitani. Di fronte alla produzione grafica dei bambini, noi adulti ci sentiamo inevitabilmente cogliere da un misto di tenerezza, stupore e ammirazione. Lodiamo la "spontaneità", la "vitalità" e la "creatività" dei nostri piccoli, senza accorgerci che una buona quota di affetti e di lodi è rivolta a quella parte di noi stessi di cui abbiamo perso memoria e che riviviamo attraverso di loro.

In verità molto di ciò che noi scambiamo per talento infantile è il frutto di una coerenza ferrea: il linguaggio grafico del bambino ha le proprie regole logiche (come pure le sue eccezioni), tant'è vero che se provate a "correggere" un suo disegno e avete la (s)fortuna di venire assecondati, verosimilmente la cosa finirà lì: il bambino vi viene dietro non perché siete stati convincenti ma per paura di non piacervi abbastanza. E questo non perché percepisca la realtà in modo diverso dall'adulto, ma perché la descrive in modo diverso.

Il modo di descrivere la realtà cambia con l'età, così come cambia con l'età la capacità di rappresentarla. L'uno e l'altra si evolvono e si diversificano seguendo processi di maturazione fisiologica. Il disegno ha la sua storia, che riflette pari pari la storia del nostro sviluppo psichico, né più né meno di quanto accade alla nostra personalità. Rispetto a entrambi tutto ciò che guadagniamo nel corso degli anni in raziocinio, abilità, assimilazione di norme, regole e comportamenti socialmente accettabili, lo perdiamo in spontaneità ed inventiva: è il prezzo che paghiamo per entrare a far parte a pieno titolo della comunità civile. Un pedaggio - questa sorta di conformismo - che ci rassicura sul piano dell'accettazione da parte dei nostri simili. Non a caso chiamiamo artisti quegli individui che non si sono sottomessi appieno alle regole sociali. Beninteso, le regole vanno imposte con giustizia e fermezza, e non è certo abdicando all'educazione e al senso di realtà che si diventa automaticamente artisti. E forse l'equivoco del bambino-artista nasce da questa confusione fra spinte soggettive e attese oggettive.

Dirò subito che l'evoluzione della capacità grafica come riflesso dello sviluppo psichico è un processo circoscritto nel tempo. Inizia con le prime tracce che il bebè lascia nell'ambiente circostante e si conclude con gli anni tra la pubertà e l'adolescenza. Tutto quello che succede in seguito rivela l'affinamento della capacità espressiva e l'addestramento ad abilità tecniche specifiche. Forse è più facile capirlo se pensiamo a come eravamo allora; infondo, a parte lo sviluppo di talenti o studi particolari, il nostro modo di disegnare, dipingere o scolpire di adulti poco varia dalle ultime produzioni delle scuole medie.

Come ogni attività umana, anche il disegno possiede un suo "linguaggio", con una vera e propria "grammatica", i cui elementi costitutivi sono dati dalla forma, dal contenuto e dallo stile.

Fra gli aspetti di ordine formale includiamo, per esempio, l'uso dello spazio (che agli esperti di psicologia piace interpretare come trascrizione simbolica del modo di occupare lo spazio nel mondo); i rapporti di grandezza, vale a dire le dimensioni; le linee e i tratti; la pressione (che denuncierebbe l'energia del soggetto), il cromatismo ossia l'uso e la composizione del colore, dei toni, del chiaroscuro; la simmetria; la presenza o meno del movimento, che può essere umano, animale o di oggetti inanimati.

Fra gli aspetti di ordine contenutistico e stilistico ci mettiamo i contenuti veri e propri del disegno, raggruppabili in grandi categorie come la casa, l'albero, la figura umana, gli animali etc.; la sequenza degli elementi raffigurati (che gli psicologi ritengono indicativa delle priorità interiori), le cancellature (equivalenti a ripensamenti e dubbi, ma anche, secondo gli esperti, a conflitti interiori), i dettagli.

A tutto questo si aggiunge la scelta delle tecniche adoperate: matita o pennarello, acquerello tempera olio, collage, tecniche miste e via dicendo. Le tecniche hanno una grande influenza sull'impatto emotivo di un prodotto grafico, basta che guardiamo la differenza d'insieme tra una casetta abozzata col lapis n. 2 o con tempere coloratissime.

E adesso desidero aprire una parentesi relativa al modo di accostarsi al disegno infantile, che non è né più né meno diverso da quello con cui ci avviciniamo a un qualsiasi prodotto espressivo dell'attività umana. L'immediatezza del mezzo espressivo ci permette infatti di attingere direttamente al nostro bagaglio di esperienze per poter a nostra volta avvicinarci alla comprensione dell'esperienza altrui. Persino nel primo impatto con un'opera d'arte conclamata ci abbandoniamo al flusso delle sensazioni. Perché non farlo col disegno di un bambino? Per forza di cose questo primo approccio è globale e prevalentemente emotivo: la "cosa" ci piace, non ci piace, ci attira, ci respinge e via dicendo. Il rischio di lasciarsi fuorviare dalla soggettività è forte ma va corso, altrimenti non possiamo comprendere nè quello che proviamo nè ciò che ci sta di fronte. La soggettività, che comprende l'insieme delle componenti della nostra personalità - cognitive, affettive e comunicative - è l'unico strumento di cui disponiamo per cercare di avvicinarci a quanto ci sta di fronte e conoscerlo. Va da sé che questo approccio non è sufficiente senza l'esame oggettivo dei diversi elementi che compongono la "cosa" in questione, presi uno per uno e nel rapporto fra loro.

Poi ci sono gli atteggiamenti "sbagliati", di cui uno dei più diffusi consiste nell'isolare un disegno dal contesto della produzione grafica generale di quel particolare individuo, considerandolo un documento valido in assoluto, che "parla da solo". Sarebbe come se volessimo farci un'opinione di una persona ascoltandola per pochi secondi o leggendo alcune righe di una sua lettera. Un malcostume divulgativo - complici i famosi esperti - ci ha abituato a domande del tipo "ha disegnato questo, allora vuol dire che...", rincorrendo illusori ricettari che dovrebbero funzionare come l'aspirina. Come se la complessità dell'individuo fosse riducibile a una prevedibile, e quindi rassicurante, reazione chimica di causa ed effetto! Eppure tutto ciò fa a pugni col buon senso e con la nostra stessa esperienza quotidiana. Anche noi non siamo sempre uguali a noi stessi: un giorno allegri, un giorno ansiosi o cupi, un giorno simpatici, un giorno antipatici. E perché dovrebbe essere diverso per il disegno, che poi è una delle forme attraverso cui ci esprimiamo e ci presentiamo al mondo? Dunque come noi, i nostri disegni sono soggetti alle stesse oscillazioni di stato d'animo.

Un altro atteggiamento a cui è difficile sottrarsi è quello di non tener conto dell'ambiente sociale e culturale, cioè dell'insieme di valori e stimolazioni alle spalle di chi disegna,...

http://www.psiconline.it/article.php?sid=479

Link al commento
Condividi su altri siti

 
  • 4 months later...

Pubblicità


Sono madre di due bambini di 11 e 8 anni, sono architetto ho sempre amato disegnare fin da piccola dal figurativo all'astratto, mi piaceva fare piccoli disegni dappertutto, agendine, block notes, addirittura sui libri, adesso insegno anche Educazione artistica, sono brava e fantasiosa nel campo grafico..... Con grande dispiacere ho dovuto invece constatare che i miei due figli non amano affatto disegnare, lo fannno e non bene, solo per compiacermi, oppure per la scuola costretti dagli insegnanti. Preferiscono i video giochi e forse questa è la chiave di tutto, il mondo tridimensionale gli ha tolto forse la fantasia? Ma anche se li privo di questi giochi loro preferiscono fare altro mentre le mie nipotine disegnano continuamente, ho pensato che forse è una prerogativa più femminile? Mi applico vicino a loro cerco di coinvolgerli con tecniche avvincenti come le tempere, i gessetti ma dopo il primo entusiamo poco dopo loro mollano. Eppure a scuola riesco a far disegnare tutti anche i peggiori si appassionano. I miei bambini sanno che per me è triste vedere i loro voti brillanti in tutte le materie tranne che nel disegno, mi sembra una beffa della vita proprio a me e delle volte per farmi un regalo loro fanno un disegno per me. Certo non lo pongo come un problema vitale ma vorrei sapere perchè succede questo, forse è colpa mia che ho dato troppa importanza al disegno e loro si sentono oppressi dalle mie aspettative?

Inoltre mio figlio di 11 anni molto bravo a scuola (I quadrimestre V elementare tutti Eccellente tranne in disegno) gioca in modo strano che un pò mi preoccupa: adora giocare con pezzi di 30 cm circa di rami di albero ripuliti e un pò ritorti. Queste mazzerelle che colleziona, le utilizza a casa quando gioca da solo prendendole in mano e facendole oscillare in aria, le guarda e saltella di qua e di là come se stesse facendo un gioco di squadra. Io gli ho chiesto cosa fa e lui mi ha risposto che immagina o di giocare a pallone oppure di stare su un aereo o di simulare una avventura eroica...mi preoccupa un pò, è normale? Non gliel'ho mai proibito perchè è una sua libera espressione ma ho paura degli altri che vedendolo potrebbero considerarlo anormale. Premetto che i miei bambini giocano tutti i giorni con tanti amici dunque non sono isolati o repressi ma anzi bravi e molto amati dagli altri. Vorrei una opinione e un consiglio.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

ciao MariaP, leggendoti noto che ti importa molto del parere degli altri....i voti a scuola, i giochi "strani", e poi questo sentirti penalizzata da loro per non essere bravi come te nel disegno, lasciatelo dire, sono mamma anch'io e queste aspettative è inevitabile averle ma poi bisogna pensare al loro bene e non essere egoisti...i tuoi figli non saranno forse degli architetti in futuro ma forse potranno fare tante altre cose....interessanti per loro e non per la loro mamma!!!!

Credo che dovresti chiedere loro cosa gli piace fare, magari provare a incentivarli nella cosa verso la quale più si sentono portati e sono d'accordo con te quando dici che i videogiochio la tv spesso tolgono il tempo e lafantasia per fare altre cose ma in questo ci sono le nostre regole di genitori...c'è l'ora della tv e l'ora del gioco libero.....ma libero davvero...così se tuo figlio gioca con i bastoni degli alberi che ti frega se i vicini dicono che è strano....tu sai bene che anche nel vedere un aereo in un bastoncino c'è tanta fantasia....

mio figlio per esempio è un bambino molto fantasioso, e spesso si inventa dei giochi davvero strani ma è bello starlo a guardare, adesso è piccolo ed è libero di esprimere la sua fantasia come vuole perchè tagliargli le ali?

Credo che dovresti essere meno in pensiero e cercare anche di non farti meno aspettative verso i loro comportamenti e il loro futuro.....se tu sarai al loro fianco in tutte le scelte che faranno vedrai che saranno dei ragazzi e poi uomini equilibrati e felici e questo paga più di ogni lavoro o scelta che possano fare.......

Rilassati e goditi la loro presenza perchè presto dovrai lasciarli volare via....

con affetto

Digi

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Grazie, forse era proprio quello che volevo sentirmi dire. Infatti di queste preoccupazioni non volevo parlarne con nessuno proprio per quello che dici tu, sono troppo attenta ai giudizi degli altri, ma questo perchè vivo in un piccolo centro dove non si può essere nemmeno troppo bravi a scuola perchè si viene quasi odiati, figuriamoci che mio figlio stesso ha detto - mamma non lo dire che ho preso eccellente!- infatti alcuni bambini l'anno scorso a scuola pur volendogli bene, forse per invidia, gli hanno tagliato lo zainetto con le forbici. Figuriamoci come aspettano di ritagliargli quanche diceria sui suoi giochi non comuni! Solo queste sono le mie preoccupazioni. Sono una madre equilibrata e capisco bene che loro non possono e non devono essere per forza bravi nel disegno, mi chiedevo solo se era colpa mia. Loro mi hanno insegnato e continuano ad insegnarmi tante cose con la loro vitalità di bambini e vedo che riescono a rielaborare in maniera del tutto originale gli insegnamenti di noi genitori. Sono due bambini felici che fanno le cose da sè e si comportano bene. Lo so che i figli non sono nostri ma del mondo, ma so anche che la famiglia è importantissima per trasferire loro dei valori positivi che li rendano uomini di domani e non delinquenti, e solo a questa età di crescita ce la possiamo ancora fare perchè dopo, quando saranno grandi sarà troppo tardi. Io sto dando loro tutto quello che posso, tutto il tempo che posso perchè so che andranno via prima o poi ma almeno con dei valori dentro. Poi vada come vada, loro faranno il resto, io intanto come madre non vorrei avere nulla da rimproverarmi! Grazie!

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Grazie, forse era proprio quello che volevo sentirmi dire. Infatti di queste preoccupazioni non volevo parlarne con nessuno proprio per quello che dici tu, sono troppo attenta ai giudizi degli altri, ma questo perchè vivo in un piccolo centro dove non si può essere nemmeno troppo bravi a scuola perchè si viene quasi odiati, figuriamoci che mio figlio stesso ha detto - mamma non lo dire che ho preso eccellente!- infatti alcuni bambini l'anno scorso a scuola pur volendogli bene, forse per invidia, gli hanno tagliato lo zainetto con le forbici. Figuriamoci come aspettano di ritagliargli quanche diceria sui suoi giochi non comuni! Solo queste sono le mie preoccupazioni. Sono una madre equilibrata e capisco bene che loro non possono e non devono essere per forza bravi nel disegno, mi chiedevo solo se era colpa mia. Loro mi hanno insegnato e continuano ad insegnarmi tante cose con la loro vitalità di bambini e vedo che riescono a rielaborare in maniera del tutto originale gli insegnamenti di noi genitori. Sono due bambini felici che fanno le cose da sè e si comportano bene. Lo so che i figli non sono nostri ma del mondo, ma so anche che la famiglia è importantissima per trasferire loro dei valori positivi che li rendano uomini di domani e non delinquenti, e solo a questa età di crescita ce la possiamo ancora fare perchè dopo, quando saranno grandi sarà troppo tardi. Io sto dando loro tutto quello che posso, tutto il tempo che posso perchè so che andranno via prima o poi ma almeno con dei valori dentro. Poi vada come vada, loro faranno il resto, io intanto come madre non vorrei avere nulla da rimproverarmi! Grazie!

brava, ecco adesso si che mi piaci Maria, il piccolo centro, mannaggia i piccoli paesi....sai proprio in questi giorni io ho avuto un piccolo battibecco (se così sui può chiamare) con le maestre d'asilo di mio figlio, ha 4 anni, perchè permettono agli altri bimbi di portare i giochi a scuola, poi decidono di regarli a mio figlio e lui che ha ricevuto come insegnamento che una cosa data non si può prendere indietro crede che sia suo, invece all'uscita decidono di prendersi propri giochi indietro, anche perhè le loro mamme NON VOGLIONO che si facciano regali...così ho proposto alle maestre di non far portare giochi all'asilo, ho solo avuto come risultato quasi tutte le mamme contro (giustificazione: se non porta il gioco mio figlio non vuole andare all'asilo :p: ) e le maestre che mi hanno detto che devo insegnare a mio figlio a non prendere i giochi che gli altri gli regalano....a questo punto non me la sono tenuta e gli ho risposto che io a mio figlio gli dò l'educazione che credo sia giusta e che sarebbe più giusto che nessuno portasse giochi in aula, tra l'altro facendo dispettoa quei bambin che non si possono permettere un gioco al giorno....o quelli come mio figlio a cui i genitori cercano di dare delle regole.....

questo per dirti che capisco le parole della gente Maria, ma sai che ti dico? Che i risultati si vedranno solo domani, e poi quel domani se avremmo sbagliato lo avremmo fatto per far bene, se avremmo fatto bene lo abbiamo fatto sudando sette camicie....perchè non è facile dire di no ai figli....

a presto

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Sono daccordo con te sul fatto di non portare i giochi all'asilo, diventa una schiavitù e una piccola dipendenza per i piccoli e per i genitori, che poi guai se si dimenticano il gioco del figlio un giorno!. Nell'asilo del mio paese è stato vietato portare giocattoli, anche perchè spesso alcuni bambini portavano giocattoli pesanti, metallici o appuntiti molto pericolosi, poi in più diventavano oggetto di litigio tra bambini che se li contendevano arrivando anche a menarsi tra loro, per cui hai ragione tu a non volerli per nessuno. Poi a scuola hanno tante attività o no? Se le insegnanti stabiliranno una regola uguale per tutti, tutti la rispetteranno. Ma so che purtroppo a volte per le stesse insegnanti è più comodo lasciar passare e togliersi dai problemi soprattutto con i bambini più capricciosi e supercoccolati, capisco anche che i bambini hanno tutti le loro "fisse" che poi per fortuna passano crescendo o avendo bravi genitori che li rendono equilibrati e maturi. Ci vuole una pazienza infinita!

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Sono daccordo con te sul fatto di non portare i giochi all'asilo, diventa una schiavitù e una piccola dipendenza per i piccoli e per i genitori, che poi guai se si dimenticano il gioco del figlio un giorno!. Nell'asilo del mio paese è stato vietato portare giocattoli, anche perchè spesso alcuni bambini portavano giocattoli pesanti, metallici o appuntiti molto pericolosi, poi in più diventavano oggetto di litigio tra bambini che se li contendevano arrivando anche a menarsi tra loro, per cui hai ragione tu a non volerli per nessuno. Poi a scuola hanno tante attività o no? Se le insegnanti stabiliranno una regola uguale per tutti, tutti la rispetteranno. Ma so che purtroppo a volte per le stesse insegnanti è più comodo lasciar passare e togliersi dai problemi soprattutto con i bambini più capricciosi e supercoccolati, capisco anche che i bambini hanno tutti le loro "fisse" che poi per fortuna passano crescendo o avendo bravi genitori che li rendono equilibrati e maturi. Ci vuole una pazienza infinita!

si ci vuole pazienza è vero ma anche costanza, esempio e regole...tutte parole facili a dirsi a difficili a mantenere anche per i genitori più integri e rigorosi...

Riguardo ai giorchi, già ieri mattina un bambino aveva portato il suo bel gioco, la maestra indifferente e mio figlio che mi chiedeva perchè quel bambino poteva portare il gioco e lui no...sai cosa gli ho risposto ? Che a noi non ci interessa cosa fanno gli altri bimbi, che se loro sbagliano noi non possiamo imitarli e che quando fosse tornato a casa avrebbe potuto giocare con i suoi giochi sicuro di trovarli, mentre il suo amichetto poteva perderlo all'asilo e non rotrivarlo...quindi a lui la scelta.....mio figlio mi ha detto: vabene mamma, quando torno giocherò a casa con tutti i miei giochini....gli ho dato un bacio e me ne sono andata orgogliosa di lui e insicura sul mio comportamento...perchè non so se sto facendo bene ma comunque ce la sto mettendo tutta....un giorno spero si renda conto almeno di questo....

Concordo anche quando dici che le maestre lasciano passare perchè è più comodo....

La cosa che proprio non ho digerito di tutta questa storia è stato che sono passata per quella madre troppo intransigente verso il proprio figlio e che vuole dettare regole agli altri...cosa non vera....e poi il commento della maestra sul mio modo di educare....come se per me non fosse più facile fargli portare tutto quello che vuole invece di spiegargli ogni giorno che non si può...

Grazie della chiaccherata...mi rendo conto che dal tuo dubbio siamo passati a cose mie tra l'altro fuori argomento...scusami ma leggendoti mi è venuto spontaneo parlarne....

A presto

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Ospite filotea

Oggi per quanto io ne sappia

i bambini hanno perso la belezza di disegnare e anche colorare(bhè non tutti)

Una volta i bambini passavno ore e ore a disegnare e a colorare.

Oggi non più e penso che il motivo è perchè sono troppo impegnati,

i compiti a casa sono molti,poi la palestra,la play-station li allontana

da quella belezza di esprimersi che è il disegno la loro bella arte.......

i tempi sono cambiati, e i bambini dovrebbero riscoprire l'arte del disegno.

saluti

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Mi conforta con dispiacere sapere che i miei bambini non sono gli unici a non amare il disegno, eppure è un peccato che non esprimano quello che hanno dentro attraverso segni grafici. Io credo che attraverso il disegno si capisca un mondo interiore che non conosciamo, si tirano fuori le proprie fantasie, con il disegno astratto si creano mondi fantastici, colori e forme nuove che rappresentano la luce o il buio che abbiamo dentro. Quando i miei figli raramente fanno un disegno spontaneo (non forzatoa) che uno scarabocchio io li conservo gelosamente perchè lì c'è la loro anima. Credo che la tecnologia aiuti sicuramente nella matematica, la play station è molto avvincente li aiuta ad usare le connessioni che poi si utilizzeranno nell'informatica, infatti tutti e sono bravissimi in matematica, ma il mondo interiore non esce fuori anzi viene sopraffatto dalla miriade di impulsi che vengono dai videogiochi, purtroppo andremo sempre più su questa linea, ma la sensibilità dove la recuperiamo poi?

Link al commento
Condividi su altri siti

 

mio figlio disegna spesso invece, a parte all'asilo da dove quasi ogni giorno mi porta un suo disegno (mooolto astratto!!!), a casa quasi tutti i pomeriggi facciamo un disegnino inseme...oppure io gli disegno qualcosa e lui la colora, l'altro giorno mi colorò un delfino con gli acqurelli....per me è rilassante e vedo che anche a lui piace...certo non è bravissimo a disegnare...facendo i lconfronto con altri bambini a scuola ho notato che ce ne sonoalcuni davvero bravi....però l'importante è che ci metta il suo impegno..comunque in questo ultimo anno, l'anno scorso ne voleva sapere poco quanto niente di disegnare o colorare....il suo hobby preferito era tagliare fogli di carta a mille pezzetti...poi gli è passata questa fase.....Maria non è detto che col tempo i tuoi figli non acquisiscano interesse per il disegno...

ciao

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Unisciti alla conversazione

Adesso puoi postare e registrarti più tardi. Se hai un account, registrati adesso per inserire messaggi con il tuo account.

Ospite
Rispondi

×   Incolla come testo formattato.   Incolla invece come testo normale

  Sono permesse un massimo di 75 faccine.

×   Il tuo link è stato inserito automaticamente.   Visualizza invece come link

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Editor trasparente

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.

  • Navigazione recente   0 utenti

    • Non ci sono utenti registrati da visualizzare in questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Navigando questo sito accetti le nostre politiche di Politica sulla Privacy.