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l'inconoscibile


mio

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da oggi in argomenti ....porterò ogni tanto dei testi....a chi interessa e vorra commentarli sarò lieto di farlo insieme....

eviterò, lo dico già da ora di rispondere a provocazioni o critiche....si può dire vero, falso, ignoro? Almeno io rispondero solo a queste affermazini...

oggi ne scriverò due ...ecco vi il primo

il conosciuto, cioè l'esperienza passata, erca di ridurre a un esperienza assimilabile cio che chiama solitudine interiore; ma non può sperimentarla, poichè no nsa cos'è. Conosce parole che la definiscono, però ignora cosa ci sia dietro le parole. L'inconoscibile non può essere speerimentato. Possiamo speculare e pensare su cosa non conosciamo oppure temerlo; ma il pensiero no npuò comprenderlo, poichè il pensiero è l'espressione del conosciuto, dell'esperienza.

E dal momento che il pensiero non può conoscere cio che non conosce, ne ha paura. E la paura ci sarà sempre, sino a che il pensiero desidererà sperimentare e comprendere l'inconoscibile....[font="Book Antiqua"][/font]

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il conosciuto, cioè l'esperienza passata, erca di ridurre a un esperienza assimilabile cio che chiama solitudine interiore; ma non può sperimentarla, poichè no nsa cos'è. Conosce parole che la definiscono, però ignora cosa ci sia dietro le parole. L'inconoscibile non può essere speerimentato. Possiamo speculare e pensare su cosa non conosciamo oppure temerlo; ma il pensiero no npuò comprenderlo, poichè il pensiero è l'espressione del conosciuto, dell'esperienza.

E dal momento che il pensiero non può conoscere cio che non conosce, ne ha paura. E la paura ci sarà sempre, sino a che il pensiero desidererà sperimentare e comprendere l'inconoscibile....[font="Book Antiqua"][/font]

Posso condividere la seconda parte, ma non l'assunto iniziale. Forse occorrerebbe che questo assunto fosse meglio chiarito, potrei condividere anche quello.

Cosa si intende per "solitudine interiore"? Se si intende "inconoscibile", perchè non lo chiama così già da prima, senza complicare la vita a chi legge?

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inizialmente parla di quel vuoto , di quel senso di angoscia che è in ognuno di noi. Poi dice che lo esprime in parole ma non lo conosce...essendo che non lo conosce parla di "non conosciuto" e dice che è "incononscibile", poi ...avanti con cio che hai ben compreso....

per riassumere dire inconoscibile è dare un aggettivo, esprimenre una qualità del vuoto interiore,,,,,

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"vuoto interiore" è un conto, "solitudine", un altro

In grammatica trasformazionale, questa trasformazione da sensazioni-emozioni in... idee-pensieri e poi ancora in parole, si chiama differenza tra la struttura profonda e la "struttura superficiale", ovvero le parole che ti escono dalla bocca (o dalla tastiera, se scrivi).

Molti dei casini fra persone avvengono proprio per questa differenza terminologica, dove tutti sono in buona fede, per via della non univocità dei significati delle parole. Più ci si avventura in concetti astratti, e più queste differenze aumentano, con conseguenti litigi...

Ritorniamo a noi.

Solitudine è una condizione di chi vive solo, è un sostantivo. Io (ma solo io, eh?) ci vedo legata ad essa anche una serie di emozioni: pace interiore per alcuni, malinconia per altri, essendo l'uomo un animale sociale, e così via.

1) Ora, al di là di tutte le dissertazioni filosofiche, tutto ciò che scopo ha?

2) Che risvolti pratici e concreti nella nostra vita potremo avere da cio?

3) Dove volevi arrivare con cio?

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e come dire....

non perdete tempo a cercare di capire mentamente certe cose.....è impossibile....

va meglio:-)

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Ahhhhh ora si!!

GRAZIE! Ora si che è chiaro!

:girl_devil: inteso in modo asessuato... eh? Che dovesse rivenire martinelli riparlarci di latenze...

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Ahhhhh ora si!!

GRAZIE! Ora si che è chiaro!

-_- inteso in modo asessuato... eh? Che dovesse rivenire martinelli riparlarci di latenze...

poco maturo, sei ancora poco maturo per quest'argomento!!!!! :D:

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Pensavo di avere qualche problema mentale.............

vedo che sono in ottima compagnia...............

ma di che caspiterina parlate...........?

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Pensavo di avere qualche problema mentale.............

vedo che sono in ottima compagnia...............

ma di che caspiterina parlate...........?

sai nello si parla di ciò che è!!!!! -_-

qua tutti problemi mentali!!!! :D:

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sono daccordo con nello ...

che brutto modo di scrivere..

concetti banali scritti in modo da sembrare complessi . .

è cosi ' bello quando con parole semplici ti comunicano concetti complessi..

"E dal momento che il pensiero non può conoscere cio che non conosce, ne ha paura. E la paura ci sarà sempre, sino a che il pensiero desidererà sperimentare e comprendere l'inconoscibile"

e poi scustae ma qui c' è una contarddizione spaventosa..

come si fa .. a non vederla..

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sono daccordo con nello ... che brutto modo di scrivere..

concetti banali scritti in modo da sembrare complessi . .

è cosi ' bello quando con parole semplici ti comunicano concetti complessi..

concordo superpienamente left...!

Solo che per farlo occorre fatica, tempo, generosità nel tradurre in semplicese e avere tanta sicurezza in sè, per non aver paura di sembrare banali e sminuire l'altezza di ciò che si dice. Pare (non pare, è proprio così) che se parli semplice vieni sminuito, e una certa cripticità serve a "dare un tono" a quello che si dice. Fa più figo e colto.

Poi, beninteso, ci sono quelli in buona fede che proprio si complicano le cose da soli e a chi li ascolta. Caso frequente.

Poi ci sono quelli in mala fede. Quelli che "apposta" ti fanno sembrare scemo per detenere il potere della conoscenza. Ma si sgamano subito, alla terza obiezione a cui non sono capaci di farsi capire, evidenziano o la loro pochezza o la loro mala fede.

"E dal momento che il pensiero non può conoscere cio che non conosce, ne ha paura. E la paura ci sarà sempre, sino a che il pensiero desidererà sperimentare e comprendere l'inconoscibile" e poi scustae ma qui c' è una contarddizione spaventosa..

come si fa .. a non vederla....

shades.gif dove? 00040021.gif

Piuttosto io non vedo l'utilità di esprimere il pensiero come se fosse una cosa a sè... quasi entità separata come corpo estraneo da noi. Non è più semplice parlare di processi mentali, logici, o simili?

Se vogliamo farne un discorso epistemologico, facciamolo pure, come creazione dei meccanismi di ciò che costruisce la conoscenza. Ma non la finiamo più, e poi l'utilità di ciò la vedo se ci sono mutamenti di linguaggi espressivi. Se il linguaggio influenza il pensiero, cambiandolo in nuovi linguaggi, cambia pure il modo di pensare. E di conseguenza si ha pure timore di non pensare più come prima, semmai.

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nel primo pezzo dice che il pensiero non puo' conoscere l' inconoscibile.. poi pero' aggiunge che se desidera puo' farlo ..

dunque il pensiero puo' o non puo' conoscere l' inconoscibile ??...

..

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no left hai letto male dice

"E dal momento che il pensiero non può conoscere cio che non conosce, ne ha paura. E la paura ci sarà sempre, sino a che il pensiero desidererà sperimentare e comprendere l'inconoscibile"

dice che non può dunque ha paura e dice che tale paura appunto ci sarà finche desiderando di conoscerlo proverà a farlo senza riuscirci .....

in sunto dice che deve vedere l'impossibilità comprendendo che lui stesso è il suo contenuto e non potra mai andare oltre cio che sa...

dunque per "assaporare" l'inconoscibile non si usa il pensiero...

scusate! Cio che dite forse è giusto,,,,,! E che a me pareva così semplice che pensavo "illuminasse qualcuno",,,,mi direte" io lo ho capito! Il pensiero non può entrare in contatto con cio che non conosce e dunque nè ha Paura!"

bhè cio è giusto ma implica molte cose.....intanto cosa non può essere suo contenuto? Perchè? ve lo siete chiesto ho avete limitato l'attenzione a vedere se c'erano falle in quanto scritto....

Dice che la paura nasce dall'impossibilità di accumulare anche "linconoscibile" ma cosa è inconoscibile (ripeto la domanda)?

Dice che su questa cosa "l'inconoscibile" si specula, dice che si può immaginare, ma che tutto cio non sarà mai (ovviamente aggingo io) l'inconoscibile,

ed essendo campo del pensiero appunto solo l'esperienza mai lo conoscerà....

torno al fatto che molti diranno "bhè mah che ovvietà ma io lo ho capito!" Appunto , vi dico , io , ma come lo avete capito....con il pensiero.....dunque sicuri di avere capito.....avete verbalizzato, ci avete speculato, avete proiettato il vs. pensiero modificato da quanto letto....ma ripeto avete capito...

se fosse così non avreste nemmeno risposto.....

comuque il banale testo è un discorso tenuto nelle facoltà universitarie inglesi....da J.k......"copiato e incollato"....ma non è chi dice una cosa ha renderla grande "ma chi l'ascolta"....

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comuque il banale testo è un discorso tenuto nelle facoltà universitarie inglesi....da J.k......"copiato e incollato"....ma non è chi dice una cosa ha renderla grande "ma chi l'ascolta"....

concordo...

è un capovolgimento di prospettiva e di contesto. Un esercizio logico, un piano epistemologico diverso.

Se ti piace leggere, nei testi di G. Bateson, e di Dennet dovresti trovare diverse di queste riflessioni nelle loro opere.

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per me come per altri che vivono tutto cio....la lettura porta questa esclamazione

"diavolo, con due parole costui ha reso l'idea della limitatezza del pensiero, magari qualcuno dirigerà la sua attenzione (non il pensiero) verso il cuore e verso le azioni.....perchè come bene esprime è ovvio che il pensiero non coglierà mai tutto cio che c'era e non vedavamo neppure noi quando eravamo solo ego......."

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"E dal momento che il pensiero non può conoscere cio che non conosce, ne ha paura. E la paura ci sarà sempre, sino a che il pensiero desidererà sperimentare e comprendere l'inconoscibile"

no, dice che finchè ci sarà la paura sara inconoscibile.. ..

questa è la mia interpretazione..

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"E dal momento che il pensiero non può conoscere cio che non conosce, ne ha paura. E la paura ci sarà sempre, sino a che il pensiero desidererà sperimentare e comprendere l'inconoscibile"

no, dice che finchè ci sarà la paura sara inconoscibile.. ..

questa è la mia interpretazione..

left analisi logica ----

la paura ci sarà sempre...frase principale....poi indica fino a quando ci sarà? FIno a che il pensiero cercherà di sperimentare e comprendere l'inconoscibile....

comunque per lamentele riportare il testo e indirizzarlo a casa MONDADORI che lo ha tradotto dall'inglese.......

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no capito e farò anche la figura della sciocca, ma comunque

nello specifico cos' è l' inconoscibile?

tutto un insieme di cose che si vorrebbe conoscere ex. risultato esame, come andranno le cose a lavoro, riuscirò a comprare casa ecc... ?

scusate se scado nel pragmatico...

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per essere diretto e violento ti dico

"il presente" "cio che è" "il qui e ora" cio che è" diciamo cio che esiste senza che il pensiero sia....

e difficile da spiegare.....ci sto provando....banalmente ti direì "DIO" ma questa parola ha troppi significatio falsi dunque ti dico "la verità" "l'oggettività"

li dove risiedono in verità "l'amore, e tutto il resto " non interpretato dal "se".

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no il tuo ego non è dio,.,,,,,,e cio che comunica con me adesso è il tuo ego...con il mio ego....solo che io lo vedo tu ti ci immedesimi...

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non capisco, come faccio a vedere qualcosa che è al di fuori di me? tutto ciò che vedo parte comunque da me, perchè scusa il linguaggio da terza elementare, sono io che penso .......

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devi morire.... non il tuo corpo , non il tuo spirito....ma il tuo contenuto deve cessare di divenire

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tutto cio che vive nasce e muore di continuo,,,,il tuo ego invece continua.....è il filo che lega gli attimi, che crea l'illusione del tempo che non c'è,

il tuo pensiero è uno strumento , quella voce nella mente non sei tu, e parte di te, ma non sei tu, tu sei anche quella, ma non l'immagine che rappresenta te, solo contenuto,solo informazioni....

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