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Sei assertivo, aggressivo o passivo?


oscar

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Parliamo un pò di assertività parlando dei primi concetti base. In quale di questi tre modi di comportarti ti riconosci di più?

Fatto questo, diamoci un punteggio più alto a salire, man mano che la nostra comunicazione si fa più aggressiva:

1,2,3 = molta, media, blanda passività,

4 = blanda assertività, tendente alla comunicazione passiva

5 = assertività marcata

6 = blanda assertività, tendente alla comunicazione aggressiva

7,8,9 = blanda, media, alta comunicazione aggressiva

Tu che punteggio ti dai?

La triade comportamentale

AI fine di poter comprendere il modello assertivo è utile suddividere il comportamento umano in tre categorie:

1) PASSIVO

2) AGGRESSIVO

3) ASSERTIVO

Questa divisione è puramente teorica dato che ognuno di noi slitta costantemente da un comportamento all'altro!! Quello che realmente conta è in grado di discriminare tra questi modelli comportamentali e muoversi verso un comportamento via via sempre più assertivo. Il comportamento passivo o quello aggressivo sono evitabilmente all'origine dei disagi sociali che proviamo, il comportamento assertivo è la chiave del nostro successo e del nostro benessere.

Nonostante ogni persona emetta comportamenti aggressivi, passivi ed assertivi, alla base della personalità un comportamento tende ad affermarsi più che gli altri. Si avranno quindi persone fondamentalmente passive, altre aggressive ed altre assertive. Tali personalità di base possono essere così definite:

AGGRESSIVO: considera solo sé stesso ed opprime con violenza gli altri.

PASSIVO: pone sempre gli altri davanti a sé.

ASSERTIVO: pone sé stesso per primo ma tiene in considerazione gli altri.

IL COMPORTAMENTO PASSIVO

Per "persona passiva" non s'intende un vegetale senza opinioni e carattere, ma solamente una persona che si distingue per una serie di comportamenti ed atteggiamenti interiori che lo portano a subire gli altri provando disagio. Subire gli altri può significare tanto l'essere in grado di rifiutare un favore ad un amico quanto il dover subire costantemente soprusi ed umiliazioni sul lavoro. Vi sono diversi livelli di passività e diversi livelli di disagio, ma le dinamiche del comportamento passivo sono sempre le stesse.

Il comportamento passivo è il risultato di errate assunzioni riguardo sé stessi e gli altri. Una volta individuati gli schemi mentali che conducono alla passività, la struttura del comportamento passivo, é possibile cambiare se stessi ed eliminare il disagio.

COMPORTAMENTI PASSIVI:

1. SUBIRE GLI ALTRI.

2. INCAPACITÀ DI ESPRIMERE APERTAMENTE LA PROPRIA OPINIONE.

3. DIFFICOLTÀ NEL PRENDERE DECISIONI.

4. RITENERE GLI ALTRI MIGLIORI DI SE STESSI.

5. TEMERE IL GIUDIZIO ALTRUI.

6. DIPENDENZA DALL'APPROVAZIONE ALTRUI.

7. INCAPACITÀ A RIFIUTARE.

8. AGIRE SECONDO IL VOLERE ALTRUI (SOTTOMISSIONE).

9. INCAPACITÀ DI PARTIRE DAL LIVELLO OPERANTE ALTRUI

Questi atteggiamenti interiori e stili di comportamento conducono l'individuo ad un elevato senso di frustrazione. Spesso avviene che la persona passiva dopo aver cumulato una frustrazione scoppia ed emette comportamenti aggressivi nei confronti di chi egli subisce, cosi facendo viene a sua volta aggredito o pone fine alla relazione. Comunque "scoppiando" incrementa ulteriormente il suo disagio interiore e sviluppa sensi di colpa, si pente e torna al suo abituale atteggiamento passivo. Questa dinamica ricorda la pentola a pressione che cumula la pressione della cottura fino al punto di saturazione, dopodiché sfoga attraverso la valvola il vapore eccessivo.

Subire costantemente gli altri e sentirsi frustrati porta l'individuo a sentirsi impotente e crearsi un'immagine negativa di sè come risultato tenderà ad isolarsi sempre più.

L'incapacità a prendere da soli e proprie decisioni, e la dipendenza dal giudizio altrui, fanno si che tendenzialmente i Passivi sceglieranno come "amici' persone aggressive sulle quali contare.

IL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO

Essere aggressivi non vuol dire necessariamente esercitare violenza fisica sugli altri: fanno parte dell'aggressività tutta una serie di atteggiamenti e modi di pensare che hanno in comune la violazione dei diritti altrui e l'incuranza per i loro stati d'animo.

Rendersi conto della propria aggressività non é facile: spesso la persona aggressiva riesce ad ottenere ciò che vuole con la prepotenza e quindi per quanto lo riguarda "tutto va bene". In realtà l'aggressivo paga a lungo termine le conseguenze del suo modo d'essere: finirà per circondarsi di persone tanto più passive quanto più egli sarà aggressivo. Il costante considerare gli altri degli inetti ed il volerli piegare al proprio volere conduce ad un alienamento egocentristico. Essere circondanti da individui depersonalizzati che dicono sempre "Si, Signore!"

non è appagante, eppure l'aggressivo lavora proprio in questa direzione.

COMPORTAMENTI AGGRESSIVI:

1. CALPESTARE I DIRITTI ALTRUI (PREVARICAZIONE).

2. RITENERSI SEMPRE NEL GIUSTO.

3. ATTRIBUIRE I PROPRI ERRORI E DISAGI AGLI ALTRI.

4. SOPRAVVALUTARSI.

5. NON ACCETTARE LE OPINIONI ALTRUI.

6. INFLESSIBILITÀ D'OPINIONE ANCHE DI FRONTE ALL'EVIDENZA.

7. PRETENDERE CHE GLI ALTRI AGISCANO SECONDO IL PROPRIO VOLERE (PREVARICAZIONE).

8. COLPEVOLIZZARE ED INTERIORIZZARE GLI ALTRI.

9. SENTIRSI IN DIRITTO DI GIUDICARE TUTTO E TUTTI.

10. INCAPACITÀ DI PARTIRE DAL LIVELLO OPERANTE ALTRUI.

Dire "mi piace / non mi piace" é assertivo. Dire "é buono / non è buono" é aggressivo - stiamo giudicando anche per gli altri con i nostri parametri (a meno che non aggiungiamo un "per me" alla frase). Una persona può dire "la cucina macrobiotica fa schifo," in realtà é a lui che non piace. La realtà é che se la cucina macrobiotica ha un suo grosso mercato é perché vi sono milioni di persone a cui piace.

Le persone aggressive devono imparare a distinguere tra le loro opinioni e la realtà oggettiva: le cose non sono "buone / cattive' di per se stesse, sono tali agli occhi di chi le giudica. È un nostro diritto giudicare per noi stessi, ma non per gli altri.

NON DOBBIAMO CONSIDERARE I NOSTRI GIUDIZI COME LEGGI UNIVERSALI!

Le persone aggressive tendono ad entrare in contrasto con altri Aggressivi, e finiscono per circondarsi di Passivi.

IL COMPORTAMENTO ASSERTIVO

La persona assertiva si colloca tra il passivo e l' aggressivo, egli non è autolimitato dagli schemi mentali che caratterizzano il passivo e l' aggressivo. l'assertivo attribuisce realtà ai comportamenti aggressivi e passivi: egli sa che entrambi sono solo il risultato di limitazioni. l'assertivo sa che le limitazioni possono essere superate ed il disagio può essere vinto.

COMPORTAMENTI ASSERTIVI:

1. RISPETTARE GLI ALTRI, I LORO DIRITTI E LE LORO OPINIONI.

2. NON PERMETTERE AGLI ALTRI DI ESSERE AGGRESSIVI NEI NOSTRI CONFRONTI (NON SUBIRLI).

3. DISPONIBILITÀ A MODIFICARE LE PROPRIE OPINIONI.

4. NON ESIGERE CHE GLI ALTRI SI COMPORTINO COME NOI VORREMMO.

5. NON ESSERE POSSESSIVI VERSO LE PERSONE CHE CI CIRCONDANO.

6. NON SENTIRSI IN DIRITTO DI GIUDICARE GLI ALTRI.

7. CAPACITÀ DI PARTIRE DAL LIVELLO OPERANTE ALTRUI.

l'assertivo é in grado di interagire tanto con i passivi quanto con gli aggressivi, nonché ovviamente con altri assertivi. Non cogliendo la sfida dell'aggressivo, e non infierendo sul passivo, la persona assertiva é in grado di gestire in modo efficace le relazioni umane.

LA PRESSIONE AMBIENTALE

Nessuno é solo passivo, solo aggressivo o solo assertivo. In realtà tutti noi slittiamo – a seconda della situazione- tra queste tre modalità relazionali. Magari in una situazione siamo Passivi, e poi in una situazione diversa ci riveliamo Aggressivi.

IL COMPORTAMENTO UMANO È SITUAZIONE….

Bastano piccole variazioni della situazione e noi possiamo subito passare da una modalità relazionale ad un'altra. L'ambiente gioca un ruolo determinante sul nostro autocontrollo emotivo comportamentale: basta che la pressione ambientale valichi una certa soglia e noi reagiamo in modo diverso anche in situazioni ordinarie.

TUTTI SUBIAMO LA PRESSIONE AMBIENTALE!

Andiamo da un amico per fare pace con lui, all'inizio ci mostriamo passivi sperando di farci perdonare, ma poi il suo atteggiamento e la sua ostilità ci deludono e diventiamo improvvisamente aggressivi. Questo ci insegna che...

LE INTENZIONI NON BASTANO PER POTER GESTIRE LE SITUAZIONI!

Per poter gestire tutte le situazioni sono necessari una metodologia ed u modello comportamentale universalmente validi. Il modello assertivo é abbastanza flessibile da poter far fronte a qualunque situazione difficile.

AUTOCRITICA: IL PRIMO PASSO VERSO L'ASSERTIVITÀ

l'assertivo si dice "Io" laddove l' aggressivo ed il passivo si dicono "tu".

Nell'affrontare le situazioni di disagio l'assertivo si focalizza tu se stesso, invece il passivo e l'aggressivo si concentrano sugli altri per alleviare il proprio disagio.

Dire "Tu mi fai stare male!" é comportamento aggressivo: attribuiamo agli altri il nostro disagio mentre invece il disagio é solo nostro. Siamo noi che dobbiamo imparare a non stare male, a non far dipendere la nostra vita emotiva dagli altri. Può sembrare freddo e cinico, ma lamentarsi e dare la colpa agli altri a che serve? Non possiamo pretendere che gli altri cambino secondo i nostri desideri.

GLI ALTRI NON SONO DA CAMBIARE…

Dire "Tu non riesci a capirmi!" é aggressivo: se non riusciamo a farci capire é colpa nostra che non comunichiamo sufficientemente bene. Siamo noi che dobbiamo imparare ad esprimerci meglio. Siamo noi che dobbiamo imparare a comunicare partendo dal livello operante altrui anziché il nostro.

l'assertivo deve accettare un principio fondamentale:

SE STIAMO MALE È SOLO COLPA NOSTRA!

Sembrerà assurdo e difficile da accettare, ma è un tipo di pensiero assai utile e positivo: ci spinge a guardarci dentro, a trovare ciò che vi é di sbagliato in noi anziché negli altri. Molto più facile è invece trovare i difetti altrui, ma una volta trovati, che diritto avremo di cambiare il modo d'essere altrui? E poi, ci riusciremmo? Quasi sicuramente no. Noi invece possiamo cambiare! Se ci rendiamo conto che con una data persona ci sentiamo male, possiamo decidere di evitarla o di accettarla per quello che é - l'importante comunque è non stare male.

ANCHE I NOSTRI MALESSERI SONO IL RISULTATO DEL NOSTRO MODO DI RAPPRESENTARCI LA REALTÀ…

I nostri stati di malessere nascono inevitabilmente dalla nostra mancanza di risorse nel gestire le situazioni. Se le persone avessero realmente il potere di far star male gli altri, sarebbero in grado di far star male chiunque, invece nessuno fa stare male tutti. Pare che il "potere di esercitare il male a distanza" sia limitato nella sua efficacia solo verso certe categorie suscettibili.

Una persona può usare un linguaggio scurrile che ci mette a disagio e noi ci sentiamo male, potremmo anche giustificare il fatto che se alcune persone non si sentono a disagio con questa persona é per via del fatto "che non sono sensibili, che non hanno valori", ma il fatto indiscutibile é che siamo noi a sentirci male! "Sensibile" in questo contesto significa avere reazioni sproporzionate allo stimolo.

Chi vive della certezza di essere un qualcosa, non si sente mancare il terreno sotto i piedi solo perché le persone che lo circondano non sono come lui. La persona assertiva non prova disagio se qualcuno emette comportamenti che egli non condivide, si limita a non gratificarli e, se lo ritiene opportuno, avanza la richiesta che l'altro rispetti i suoi valori evitando i comportamenti che lo infastidiscono.

Ed il benessere? È altresì utile rendersi conto di come ci si relaziona alle situazioni di benessere. Anche se esse non sono per noi causa diretta di disagio sociale possono tuttavia contenere schemi comportamentali ed assunzioni erronee. Questi schemi comportamenti ed erronee assunzioni, sono alla base di altri disagi. Finché gli schemi e le situazioni erronee non saranno rimossi le situazioni di disagio tenderanno a ripetersi.

Si rifletta sulla differenza che divide queste due affermazioni d'amore.

"Tu mi fai stare bene!"

"Stare con te mi fa sentire bene!"

La prima delle due affermazioni è focalizzata sull'altro, conferendogli potere sulle nostre emozioni. La seconda affermazione é una corretta valutazione di come noi viviamo il rapporto con l'altro.

Molte delusioni d'amore sono dovute ad un errato modo di rapportarsi all'altro.

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Bellissimo questo topic.

Io non so rispondere, perché come hai scritto siamo un pò tutte e tre...

negli affetti sono maggiormente 4, con casi di aggressività in amore.

con gli sconosciuti e amici 5 assolutamente. Però ci sono casi in cui divento passiva.

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ah... dimenticavo... il punteggio in cui mi riconosco è 4

Ciao Oscar, io credo che il tuo sia un ottimo topic, ben argomentato. Riconoscere la propria modalità comunicativa è un bel passo per cominciare ad osservarsi.

Le modalità passive o aggressive sono deprecabili, la modalità di mezzo, assertiva, appartiene ad esseri ultraterreni es.: Gusù Cristo, Budda, Maometto, usati come esempio dalla religione che cerca di uniformare ad un modello i suoi fedeli. La psicologia lo fa in maniera un po più evoluta, comunque la volonta di prospettare un modello verso cui aderire è sempre presente...mi chiedo se è utile aderire ad un modello qualunque esso sia?

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io ho difficoltà a considerare categorie cosi' rigide come rappresentative di una realtà ..

mi sembra un discorso molto astratto..

per cui mi astengo .. ; )

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io ho difficoltà a considerare categorie cosi' rigide come rappresentative di una realtà ..

mi sembra un discorso molto astratto..

Ciao left... è chiaro che è una semplificazione! Come tutte le schematizzazioni, d'altronde. A che servirebbe "dividere" in 44 o 444.000 o in 6.000.0000 di categorie? Altrimenti non si potrebbe dire: - quello è espansivo, quello è è un tipo chiuso, quello è così o cosà... - Come tutti i test di personalità, "vocativi". Questa è la volta, invece, della modalità di comunicazione più spesso usata. Mica vorrai credere che siamo "solo" una cosa?

All'inizio ho infatti scritto che è una "divisione è puramente teorica dato che ognuno di noi slitta costantemente da un comportamento all'altro". E' solo una linea di tendenza, come spunto per farci riflettere un pò su quali sono le nostre ricorsività più frequenti. Dal riconoscimento di queste, poi, come dice datango, parte un eventuale cambiamento, o quanto meno una migliore corresponsione tra quello che crediamo di fare e quello che in realtà facciamo sul serio.

Quindi, nessuna adesione a modelli, ma spunti di riflessione, prendendo ogni volta qualcosa di utile a noi da ciascuno (modello). E di modelli semplificatori ce ne sono tanti... ma tanti...

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Ospite sea

Però..dunque...

io dovrei essere una passivo-aggressiva. Non riesco a capire se questo faccia parte del 1° quadro o no...

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Se anche riesci a identificare alcuni ambiti dove ti comporti in un modo e altri dove invece ne prevale un altro, come ha fatto sirena, avrai già tratto delle informazioni utili su di te, sea...

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Ospite sea

Ah, forse...

se interagisco con un gruppo ampio di persone tendo più alla passività-aggressività, nei rapporti con i singoli riesco ad essere anche assertiva...

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se maometto era assertivo io sono femmina.

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Mi sembra di oscillare tra il 4 e il 6 saltando completamente il 5!

In particolare 4 con persone di un certo livello culturale, 6 con le persone che ritengo al mio pari.. nel secondo caso forse temo la sopraffazione.. Però l' unica cosa che non mi appartiene è quella di colpevolizzare gli altri.

io ho difficoltà a considerare categorie cosi' rigide come rappresentative di una realtà ..

mi sembra un discorso molto astratto..

per cui mi astengo .. ; )

A mio parere Oscar ci sta fornendo delle linee di riferimento molto utili che non devono essere confuse con delle mere generalizzazioni! :B):

...starà poi a ciascuno di noi rielaborare personalmente il tutto secondo le proprie esigenze.

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se maometto era assertivo io sono femmina.

:D:

Anche Gesù - e non lo dico per denigrarlo ma anzi - non era assertivo: a volte si incazzava... e non poco, pare!

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A mio parere Oscar ci sta fornendo delle linee di riferimento molto utili che non devono essere confuse con delle mere generalizzazioni! :D:

...starà poi a ciascuno di noi rielaborare personalmente il tutto secondo le proprie esigenze.

Grazie lapina! :):

infatti sono delle chiavi interpretative di come comunichiamo, non delle generalizzazioni linguistiche, che sono cosa assai diversa.

Di chiavi ce ne sono tantissime, ognuna utile per un pezzetto/parte di sè.

Per esempio, gli psicoterapeuti più idioti sono quelli che usano UN solo modello e vi si attengono rigidamente senza prendere da ogni altro le cose buone, o senza saper cambiare modello se dovesse risultare più adatto al paziente.

Peccato solo per quelli che credono che si appartenga o si usi una classe sola, o un modello solo, magari perchè hanno riconosciuto solo quella/o.

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Ciao Oscar, io credo che il tuo sia un ottimo topic, ben argomentato. Riconoscere la propria modalità comunicativa è un bel passo per cominciare ad osservarsi.

Le modalità passive o aggressive sono deprecabili, la modalità di mezzo, assertiva, appartiene ad esseri ultraterreni es.: Gusù Cristo, Budda, Maometto, usati come esempio dalla religione che cerca di uniformare ad un modello i suoi fedeli. La psicologia lo fa in maniera un po più evoluta, comunque la volonta di prospettare un modello verso cui aderire è sempre presente...mi chiedo se è utile aderire ad un modello qualunque esso sia?

No, non è utile aderire ad un modello sposandoselo per sempre. Se questo viene usato come chiave interpretativa è utile. Sarà poi il tuo grado di conoscenza di tutti a farti intuire quale fra quelli che conosci è più utile rispetto alla situazione, e più utile rispetto alle tue caratteristiche.

Per rispondere anche a ste, l'assertivo si incazza eccome, ma solo quando serve :D:

Rispetta le sue emozioni, non se ne fa travolgere sempre come l'iroso, e soprattutto così è anche molto più efficace

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Mi fai preoccupare oscar....esistono psicoterapeuti idioti?????

purtroppo si... sirena sob... :D:

ma sono molto più comuni i presuntuosi e rigidi rispetto agli idioti... ma siamo lì

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Per rispondere anche a ste, l'assertivo si incazza eccome, ma solo quando serve :D:

Rispetta le sue emozioni, non se ne fa travolgere sempre come l'iroso, e soprattutto così è anche molto più efficace

Grazie, ma non avevo fatto domande: era un commento aggiuntivo a ciò che ha detto Tex. :):

Questi discorsi mi fanno sempre un po' sorridere: l'assertivo quando si incazza è iroso, mentre l'iroso quando asserisce

è assertivo.

E le figurine migliori sono ancora le Panini! -_-

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purtroppo si... sirena sob... :D:

ma sono molto più comuni i presuntuosi e rigidi rispetto agli idioti... ma siamo lì

cavolo, non ci voleva!!! :):

Già uno non ci capisce granché, se poi si lascia in mani sbagliate....uffaaaaa.

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Grazie, ma non avevo fatto domande: era un commento aggiuntivo a ciò che ha detto Tex. :D:

Questi discorsi mi fanno sempre un po' sorridere: l'assertivo quando si incazza è iroso, mentre l'iroso quando asserisce

è assertivo.

l'assertivo quando si incazza mica è iroso. Si incazza proprio! eheheh -_- (i mercanti del tempio docet)

L'iroso è quello che ha quest'atteggiamento in generale, e per definizione non asserisce assertivamente :):

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l'assertivo quando si incazza mica è iroso. Si incazza proprio! eheheh :D: (i mercanti del tempio docet)

L'iroso è quello che ha quest'atteggiamento in generale, e per definizione non asserisce assertivamente :D:

Per definizione. :):

Ma le figurine migliori sono ancora le Panini! -_-

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Ospite sea
Grazie lapina! :D:

infatti sono delle chiavi interpretative di come comunichiamo, non delle generalizzazioni linguistiche, che sono cosa assai diversa.

Di chiavi ce ne sono tantissime, ognuna utile per un pezzetto/parte di sè.

Per esempio, gli psicoterapeuti più idioti sono quelli che usano UN solo modello e vi si attengono rigidamente senza prendere da ogni altro le cose buone, o senza saper cambiare modello se dovesse risultare più adatto al paziente.

Peccato solo per quelli che credono che si appartenga o si usi una classe sola, o un modello solo, magari perchè hanno riconosciuto solo quella/o.

Che cosa si intende per MODELLO interpretativo? Qual è la sua funzione?

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Che cosa si intende per MODELLO interpretativo? Qual è la sua funzione?

Quando tu riconduci e categorizzi le persone in così, colì e colà, usi un parametro tutto tuo di intepretazione della realtà per semplificarne le varietà dei 6.000.000.000 di tipologie di terrestri.

Senza scomodare la teoria dei tratti, quella dei 5 fattori, la psicanalitica, ecc, ciò si fa perchè consciamente puoi controllare solo poche cose, e ti serve per orientare consapevolmente i tuoi comportamenti.

Mentre un modello non richiede la prova dimostrata di ipotesi, una teoria si. Il modello si muove dentro la teoria come strumento per attuarla.

Se nel tempo hai capito che con i "timidi" devi fare "così", e non "colà" ha già un tuo modello di comportamento (orientato un pò meccanicisticamente), una tua teoria basata su prove empiriche derivanti dalla tua esperienza (limitata, altrimenti chiamata teoria ingenua).

Più studi i comportamenti, e più impari "chiavi" o "lenti" diverse con le quali leggere le stesse cose.

Il pericolo di chi impara a usare solo un modello, è una limitazione pericolosissima, come per esempio per gli analisti incalliti, i piennellari, i transazionalisti, e anche gli assertivisti, perchè no, ecc. Così facendo li si assimila ad ideologie, non a modelli. Conoscerli tutti invece è utile perchè con umiltà, dentro ognuno di loro qualcosa di buono c'è.

Sono stato sufficientemente chiaro?

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io quando sto con persone estranee di solito sono un più passivo-assertiva (4 credo), invece in famiglia tendo al 5 fortemente assertiva (credo).....

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e scommetto che da piccola non era così... e con loro eri più sulle estreme, neh... digi?

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