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Sei assertivo, aggressivo o passivo?


oscar

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:):

sempre grande.....

vai sull'onda

c'è la risposta a datango alcuni post su. In ogni caso, no. Non serve aderire a un solo modello come d'indagine di se. Potrebbe non servirti una radiografia e occorrerti un'ecografia, per esempio. Dipende. Ma potrebbe servirti a escludere qualcosa. E poi qui si parla di modalità di comunicazione, non di analisi del sè.

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Ospite sea
certo che si. T'immagini tu avessi un disturbo narcisistico di personalità, (come da DSMIV) e non te lo dicono?

- Sai, lo psicoterapeuta non mi vuol dire cosa ho... - :): quello che potrebbe rendere meno efficace, più che nuocere, è il processo-sequenza delle sue tecniche se queste sono orientate verso rilassamenti, o suggestioni ipnotiche, per esempio. Se sai che sta facendo, puoi erigere difese inconsapevolmente e ridurre le maglie del tuo colino personale attraverso il quale fai passare i suoi messaggi e induzioni per portarti in quello stato che lui cerca di farti raggiungere. Ma questo non è vero, per esempio in analisi. Anche qui ... dipende.

: Hai letto fra le righe!!

Però era troppo facile... :D:

Merci!

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comunque anch'io non so rispondere....sono tutto e sono niente. Sono violento, ma passivo, sono entrambi dipende con che piede mi alzo...

ho provato a risponderti come avrei fatto l'anno scorso....vedi sopra....ma non ne cavo un ragno lo stesso.....

il fatto di non riconoscerti in nessuna prevalenza particolare ti da l'opportunità di poter scoprire un nuovo modo di leggere le stesse cose. Alla scuola materna mica sapevamo leggere bene tutti? Prima per noi, quei fogli erano solo imbrattati con strani simboli che usavano "i grandi"... Poi, gli stessi fogli hanno acquisito significato.

L'importante qui non è per l'analisi di sè, ma per le conseguenze sugli altri che generano i nostri "vari" modi di comunicare, e solo di ritorno poi, le conseguenze delle conseguenze per noi. Aumentare la capacità di previsione è utile. Se dico: - è colpa tua! - è facile prevedere che chi ci ascolta rimanga quanto meno perplesso, se non turbato. Quindi una certa capacità previsonale ce l'abbiamo già da ora.

L'assertività vista in chiave di solo scambio comunicativo ha una sua magra marginale utilità. Poi ci sono gli errori cognitivi e tanta altra roba più utile in chiave psicodinamica. Ma sempre per vedere parti, non tutto.

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vedi oscar non leggi tra le righe...-

"contenuto!" parli di contenuto e a me non interessa,,,,,è pioggia piovuta dall'ambiente è da eliminare qualunque esso sia, cosa importa conoscerlo?

Io voglio vivere cio che c'è oltre cio che il contenuto non può conoscere....siamo sempre li...!

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vedi oscar non leggi tra le righe...-

"contenuto!" parli di contenuto e a me non interessa,,,,,è pioggia piovuta dall'ambiente è da eliminare qualunque esso sia, cosa importa conoscerlo?

Io voglio vivere cio che c'è oltre cio che il contenuto non può conoscere....siamo sempre li...!

Certo che si, e infatti quello è nelle righe, non tra le righe. Lo scrivi sempre! :):

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beh aloora perche nn provate a psicanalizzare uno sgarbi una mussolini gia vaccinati e ben maturi forse riuscirete a cambiarli...per adesso l unico psicanalizzato senza consenso sono io! :abbr:

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beh aloora perche nn provate a psicanalizzare uno sgarbi una mussolini gia vaccinati e ben maturi forse riuscirete a cambiarli...per adesso l unico psicanalizzato senza consenso sono io! :abbr:

:abbr:

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..."Lo fanno i medici, quando descrivono quadri clinici, lo fanno gli psicoterapeuti, quando fanno diagnosi differenziali (hai questo disturbo per xy motivi, ed escludo che tu abbia quest'altro per xyh motivi, da cui=differenza)...

Ciao, oscar, una domanda di troppo mi è suggerita da ciò che scrivi.

Non mi ci fare l'analisi su, eh? :abbr:

Gli psicoterapeuti, in genere, come prassi, sono soliti informare il paziente sulla diagnosi, o no?

Sapere da quale "disturbo" si è afflitti è una richiesta legittima da parte del paziente o può nuocere alla terapia?

la mia analista in 10 anni non mi ha mai fatto una "diagnosi" .

cioè non mi ha mai informato circa il disturbo .. di cui sarei afflitto .

e non me lo dirà mai ..

perchè ?..

perchè ritiene che certe catalogazioni siano superficiali . .ed erronee..

e che ognuno ha la sua patologia. .

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la mia analista in 10 anni non mi ha mai fatto una "diagnosi" .

cioè non mi ha mai informato circa il disturbo .. di cui sarei afflitto .

e non me lo dirà mai ..

perchè ?..

perchè ritiene che certe catalogazioni siano superficiali . .ed erronee..

e che ognuno ha la sua patologia. .

E non l'hai ancora denunciato?

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ti ha diagnosticato qualcosa, quindi...

nell'icd 10 e nel DSMIV ci sono delle classificazioni che lasciano perplessi molti (anche me), ma hanno una loro funzione, specie quando si trattano casi in via interdisciplinare, come linguaggio comune, seppure assai riduttivo. Con un fobico mica gli dai il litio, per esempio.

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ti ha diagnosticato qualcosa, quindi...

:abbr: Forse ho letto male io, ma ha scritto che non l'ha mai informato sul disturbo di cui sarebbe afflitto.

10 anni sono tanti.

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si, hai ragione ste. ho letto male io. pardon

Infatti in analisi, ho prima scritto che può accadere proprio quello che dice left

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si, hai ragione ste. ho letto male io. pardon

Troppa fretta.

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è una battuta ste ?... non fa ridere..

Lo spero che non faccia ridere: è un'osservazione molto seria.

Hai mai pensato all'eventualità che se in 10 anni non t'ha mai detto di che disturbo

soffri, forse non soffri di disturbi? Oppure, visto che se ci vai vuol dire che qualche

cosa che ti fa soffrire c'è, che magari lei non sa che pesci pigliare?

Sono possibilità.

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lascia perdere..

beh... sai... il plagio è un reato.

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in italia no ..

se no il catechismo sarebbe vietato . .

ste io ho molta fiducia nella mia anlista .. e so che ha i suoi bravi motivi ..

:rolleyes: Ottima osservazione, quella sul catechismo (sottoscrivo). Comunque credo di

si, che lo sia... semmai è vero che in Italia i reati non esistono fuori dalla carta.

Ma a parte questo, non voglio necessariamente dire che la tua analista non meriti la fiducia

che le dai, però mi lascia davvero molto perplesso. E' tutto davvero così al buio?

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a che ti serve avere un etichetta tipo . borderline oppure depresso oppure che so altro ..

al paziente serve solo a crogiolarsi di piu' nel proprio male..

si è al buio ..

prendo dei farmaci antipsicotici .. eppure la psicosi è una categoria astratta . .

non vuol dire nulla. .

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a che ti serve avere un etichetta tipo . borderline oppure depresso oppure che so altro ..

al paziente serve solo a crogiolarsi di piu' nel proprio male..

si è al buio ..

prendo dei farmaci antipsicotici .. eppure la psicosi è una categoria astratta . .

non vuol dire nulla. .

Beh, non dico proprio un'etichetta, ma almeno delle indicazioni su cosa ne pensa lei,

su cosa sta facendo di conseguenza per assisterti, sui tempi che prevede ragionevolmente

per rimetterti in forze, cose così...

Va bene non catalogare, ma nemmeno il buio aiuta... poi uno tende a riempirlo con i suoi pensieri

e siamo punto e a capo dal punto di vista del crogiularsi.

(PS: Avevi ragione tu, il reato di plagio è stato abolito).

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Ma il plagio non si riferiva alla totale dipendenza psichica di una persona rispetto a un altro essere umano? E lo levarono proprio per la sua indeterminabilità precisa? Ricordo che era una cosa grave dove c'era un totale stato di soggezione, del plagiato, al punto da configurarne un delitto contro la libertà e personalità individuale, come la schiavitù o il commercio umano. Mi pare che nel codice di allora non si facesse nemmeno riferimento a strumenti e metodi per generare l'influenza sui plagiati, neppure nei rapporti interpersonali dove differiscono valori e ruoli, per es. per i rapporti dove c'è uno con più carisma, (credente-sacerdote, allievo-docente, paziente-medico) sfruttabile dal plagiante potenziale. Quindi, considerare tutti i catechizzati plagiati no, ma laddove qualche sacerdote si approfittava di ciò, forse si.

Nel rapporto psicoterapeutico, c'è soggezione e spesso dipendenza del paziente dal terapeuta, ma varia molto da caso a caso, ed è anzi utile alla terapeuticità del rapporto, se correttamente condotta. Se l'analista facesse azioni persuasive a proprio vantaggio (si fa intestare una casa, x es), forse si arriverebbe anche alla circonvenzione d'incapace solo se si potesse dimostrare la sua patologia (spesso, indeterminabile, e perciò tutti a casa). Fermo restando la sua non più punibilità, rimane comunque come "fenomeno che esiste", e illustri giuristi hanno da tempo ritenuto necessario coprire questo vuoto legislativo.

Sta faccenda mi ricorda un pò il mobbing, indeterminabile e dimostrabile con facilità e perciò non esistente come reato a sè, ma solo come somma terminologica di tanti altri reati e soprusi. Almeno ci vedo "questo" punto in comune, per il resto sono cose diverse. E allora si ricorre a palliativi sostitutivi (molestie, demansionamento ecc).

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Va bene non catalogare, ma nemmeno il buio aiuta... poi uno tende a riempirlo con i suoi pensieri

e siamo punto e a capo dal punto di vista del crogiularsi.

quoto esattamente!

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in italia no ..

se no il catechismo sarebbe vietato . .

ste io ho molta fiducia nella mia anlista .. e so che ha i suoi bravi motivi ..

viva la liberta .......

aboliamo anzi vietiamo ogni religione....dieci frustate a chi crede.............ma non perchè capiamo che sono palesemente delle gigantesche xxxxxxx, ma per paura di crederci,,,,,,,

e vai..........................!

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