pietro80 0 Share Inserito: 1 dicembre 2007 Ciao a tutti, sono povero depresso e impaurito. Vi dico semplicemente qual'è il mio problema: ho paura di fare la pipi in un bagno pubblico!!! Cosa devo fare? Esiste una situazione?? Se sì, me la potete dire?? A volte mi ritrovo a portarmi appresso il mio serbatoio pieno fino a casa!!! Ho paura che chi è fuori dal bagno senta il rumore caratteristico della p.... Non è uno scherzo, anche se sembra, ma la verità. Ciao e granzie in anticipo. Petro Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Il_Fauno 0 Share Inserita: 1 dicembre 2007 Hai paura di fare la pipì in un bagno pubblico o hai paura che gli altri sentano il rumore della tua pipì o tutt'e due? Innanzitutto devi pensare che nessuno entra in un bagno pubblico per andare ad ascoltare il rumore della pipì degli altri.. poi.. può anche essere.. ma a te cosa importa? Sicuramente il rumore della pipì si sente ma è più che normale in un bagno.. esistono proprio per far cacca e pipì.. Per iniziare protresti iniziare con il dirigere il getto dell'urina contro il water e non nell'acqua, che te ne pare? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
nello 0 Share Inserita: 1 dicembre 2007 non sei l'unico ad avere questo problema ho conosciuto donne e uomini con questo problema il motivo predominante era l'igiene del locale. Personalmente credo che sia un problema culturale volere urinare a casa propria e non psicologico. Per cui basta riflettere! Io trovo che invece al contrario è bello urinare nei cessi del mondo visto le cagate che succedono sulla terra. Ciao. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
oscar 0 Share Inserita: 1 dicembre 2007 Ti sei mai trovato in una giostra, con due musiche diverse provenienti da direzioni diverse, più o meno della stessa intensità sonora? Tutte e due non facendo capire nulla, e creando solo frastuono? Pur non muovendoti di un millimetro, ti è mai capitato "volontariamente" di prestare più attenzione a quella delle due musiche che ti interessava di più? (anche se l'altra non spariva, ma è come se si fosse messa in sottofondo). Ebbene, se questa operazione la puoi fare solo con la tua mente, senza nessuno che vada li ad abbassare il volume di una due fonti sonore, lo stesso lo puoi fare con qualsiasi altra fonte sonora. Un pò come se tu avessi il tuo... mixer personale, tutto e solo tuo. Il resto te lo dico solo dopo che mi hai confermato se ti è mai capitato o meno di riuscire a "mutare" caratteristiche e intensità sonora solo con la tua fantasia. ciaooo Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Share Inserita: 1 dicembre 2007 Ciao a tutti, sono povero depresso e impaurito.Vi dico semplicemente qual'è il mio problema: ho paura di fare la pipi in un bagno pubblico!!! Cosa devo fare? Esiste una situazione?? Se sì, me la potete dire?? A volte mi ritrovo a portarmi appresso il mio serbatoio pieno fino a casa!!! Ho paura che chi è fuori dal bagno senta il rumore caratteristico della p.... Non è uno scherzo, anche se sembra, ma la verità. Ciao e granzie in anticipo. Petro Ciao, mentre fai pipì, canta che ti passa. Se non ci credi guarda qui: http://it.youtube.com/watch?v=QNTOQYDrLLI (e se non funziona fai pipì sui muri: si sente meno ) Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
oscar 0 Share Inserita: 1 dicembre 2007 (e se non funziona fai pipì sui muri: si sente meno ) ste, con questa cosa mi hai fatto ricordare di una mamma che assiteva alla pipì del suo bambino (circa 7 anni) mentre questi la faceva contro un grosso albero, a 10 cm dal marciapiede, noncurante dei passanti (scena vista 15 gg fa). Gli stava dietro, senza neppure schermalo appena un pò dalla vista di tutti. Un pò come le mamme che a mare fanno giocare e denudare i loro bimbi, e gli fanno espletare qualsiasi tipo di funzione corporale. Neppure gli sguardi di disapprovazione limitavano l'atteggiamento della mamma che sembrava dire: - beh? che c'è di male? Fatevi i fati vostri! - Da cosa dipende secondo voi, ciò? (A parte la ovvia maleducazione della mamma, che poteva pure andare al bar a 20 metri da lì) Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
digi79 0 Share Inserita: 1 dicembre 2007 ste, con questa cosa mi hai fatto ricordare di una mamma che assiteva alla pipì del suo bambino (circa 7 anni) mentre questi la faceva contro un grosso albero, a 10 cm dal marciapiede, noncurante dei passanti (scena vista 15 gg fa). Gli stava dietro, senza neppure schermalo appena un pò dalla vista di tutti. Un pò come le mamme che a mare fanno giocare e denudare i loro bimbi, e gli fanno espletare qualsiasi tipo di funzione corporale. Neppure gli sguardi di disapprovazione limitavano l'atteggiamento della mamma che sembrava dire: - beh? che c'è di male? Fatevi i fati vostri! - Da cosa dipende secondo voi, ciò? (A parte la ovvia maleducazione della mamma, che poteva pure andare al bar a 20 metri da lì) da cosa dipende cosa? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
oscar 0 Share Inserita: 1 dicembre 2007 il fatto che questa/e mamma/e possa lasciarlo fare, anzi, addirittura aiutandolo. Chiedevo sia i fattori sociologici che quelli psicologici Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ransie 0 Share Inserita: 1 dicembre 2007 poche storie!!!!!!!!!!! cacchio Pietro fai così: butta un po' di carta igienica nel buco del cesso, quando fai pipì l' ovatta attutisce il colpo e non fa rumore ! risolto problema! Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
pietro80 0 Autore Share Inserita: 2 dicembre 2007 Grazie ragazzi per l'interesse e le risposte. Mi spiego meglio. Credo che sia per il rumore che fa la pipi, ma non ne sono sicuro. Vi dico nei fatti cosa mi accade: vado a fare pipi ma non mi riesce a scaricare, resto con la vescica piena al punto di scoppiare e più ci penso e più non riesco a farla. E' iniziata piano piano da qualche anno, fino ad arrivare a questo punto. Sono arrivato a calcolare il tempo che stò fuori casa, bevo meno così sò che mi scappa di meno, perchè so già in partenza che non riuscirò a scaricare. Ho letto in giro che si tratta di una forma di fobia-sociale, ma speravo leggesse qualche esperto questo messaggio e potesse dirmi qualcosa di più. Ciao raga Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
faffy 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 E' una cosa del tutto normale, solo che tu ti stai focalizzando troppo sul fatto di non riuscirci e alla fine ci riesci sempre meno. Acnhe io, dopo il liceo, non avendo mai usato i bagni all'infuori di quello di casa mia, stavo seduta tre ore senza concludere e poi me ne ritornavo in aula (parlo dell'università) come un gavettone pronto a esplodere. Quindi ti dico che è risolvibilissimo, ci vuole solo un pò di abitudine. Quando stai lì cerca di rilassarti, immagina di stare nel bagno di casa tua, non ci pensare, fischietta aspettando, guardati intorno rivedendo le pareti del bagno di casa tua e vedrai che ce la fai. Magari non alla prima, non alla seconda, ma alla terza sì. Datti tempo, non sei abituato, tutto qui. :) Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
oscar 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 Grazie ragazzi per l'interesse e le risposte.Mi spiego meglio. Credo che sia per il rumore che fa la pipi, ma non ne sono sicuro. Vi dico nei fatti cosa mi accade: vado a fare pipi ma non mi riesce a scaricare, resto con la vescica piena al punto di scoppiare e più ci penso e più non riesco a farla. E' iniziata piano piano da qualche anno, fino ad arrivare a questo punto. Sono arrivato a calcolare il tempo che stò fuori casa, bevo meno così sò che mi scappa di meno, perchè so già in partenza che non riuscirò a scaricare. Ho letto in giro che si tratta di una forma di fobia-sociale, ma speravo leggesse qualche esperto questo messaggio e potesse dirmi qualcosa di più. Ciao raga si, caro pietro, è una fobia. Banale, ma fobia. La terapia strategica breve te la leva in 5 sedute. Ma ci sono altri approcci pure più rapidi. Usano metodi analoghi a quello che mi stavo ispirando io qua. Cerca in rete Nardone, Arezzo, Strategica breve, per saperne di più. ciao Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 Grazie ragazzi per l'interesse e le risposte.Mi spiego meglio. Credo che sia per il rumore che fa la pipi, ma non ne sono sicuro. Vi dico nei fatti cosa mi accade: vado a fare pipi ma non mi riesce a scaricare, resto con la vescica piena al punto di scoppiare e più ci penso e più non riesco a farla. E' iniziata piano piano da qualche anno, fino ad arrivare a questo punto. Sono arrivato a calcolare il tempo che stò fuori casa, bevo meno così sò che mi scappa di meno, perchè so già in partenza che non riuscirò a scaricare. Ho letto in giro che si tratta di una forma di fobia-sociale, ma speravo leggesse qualche esperto questo messaggio e potesse dirmi qualcosa di più. Ciao raga Hai fatto bene a scrivere. In fatto di far pipì siamo tutti esperti. Oh... hai mai provato, quando qualcun altro va in bagno, a star lì con l'orecchio teso per sentirlo? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
oscar 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 ste, logicamente hai ragione, ma le associazioni nocive che si fanno in questi casi hanno ben altra natura. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 ste, logicamente hai ragione, ma le associazioni nocive che si fanno in questi casi hanno ben altra natura. Ogni tanto fai degli interventi che non capisco: ho logicamente ragione su cosa? Non ho enunciato nulla. Adesso qualcosa di logico però lo enuncio, riguardo alle "associazioni nocive" che si fanno "in questi casi" e alla loro "natura: si dice spesso che non bisogna generalizzare, ed ogni tanto (di rado) lo si dice anche a proposito. Ma anche particolarizzare è una cosa che sarebbe bene fare con cautela. Quando una persona ti dice che ha il blocco della pipì, è del suo blocco che ti sta parlando, non di quello statistico. Le associazioni che fa (se ce ne sono e se è quello il problema), sono fino a prova contraria ignote. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
oscar 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 sul piano logico hai ragione, mi sono espresso male il tipo di aiuto che gli hai dato entrava sul piano del ragionamento razionale. Le fobie invece hanno una origine irrazionale, e per qualsiasi cosa sensatissima noi possiamo dire, non gli caviamo un ragno dal buco. Capire a cosa è associata è il compito del terapeuta. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 sul piano logico hai ragione, mi sono espresso male No, non ti sei espresso male. Probabilmente avevi valutato enunciati logici che non avevo enunciato (nel caso, sono cose tue, che al massimo posso aver provocato io, ma sempre tue sono ). Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
oscar 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 Probabilissimo. Ho valutato l'efficacia dell'approccio... Sta cosa la si descrive bene in un film. Ti ricordi Robin Williams nel film Patch Adams? Ebbene, all'inizio del film, ricoveratosi spontaneamente in un centro di igiene mentale, divideva la stanza con fobico. Il compagno di stanza aveva paura degli scoiattoli (immaginari, che vedeva solo lui) e non riusciva a entrare in bagno. All'inizio cercò di fargli capire che sono animali tenerissimi che non fanno paura a una mosca, poi che gli scoiattoli non c'erano (approccio razionale). Niente da fare. La paura rimaneva. Ad un certo punto... il lampo di genio: stabilì un contatto con il collega assecondandolo nei suoi deliri ed entrandoci dentro, lottando contro gli scoiattoli, facendo loro la guerra. Come bimbi che fantasticavano, usarono finti fucili, finte bombe, fino ad arrivare ad usare anche "il bazooka"! Il "nemico" fu sconfitto, e il compagno riuscì finalmente ad andare in bagno. Da quell'esperienza (storia vera) nacque la voglia di Adams di voler aiutare il prossimo per essersi reso conto di esser riuscito ad aiutarlo ben più dei medici di allora (1969). Era riuscito a "entrare davvero in contatto con un altro essere umano". Da aspirante suicida diventò medico e creatore della clownteraphy. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 Probabilissimo. Ho valutato l'efficacia dell'approccio... Sei sicuro di sentirti bene? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 Probabilissimo. Ho valutato l'efficacia dell'approccio... Sta cosa la si descrive bene in un film. Ti ricordi Robin Williams nel film Patch Adams? Ebbene, all'inizio del film, ricoveratosi spontaneamente in un centro di igiene mentale, divideva la stanza con fobico. Il compagno di stanza aveva paura degli scoiattoli (immaginari, che vedeva solo lui) e non riusciva a entrare in bagno. All'inizio cercò di fargli capire che sono animali tenerissimi che non fanno paura a una mosca, poi che gli scoiattoli non c'erano (approccio razionale). Niente da fare. La paura rimaneva. Ad un certo punto... il lampo di genio: stabilì un contatto con il collega assecondandolo nei suoi deliri ed entrandoci dentro, lottando contro gli scoiattoli, facendo loro la guerra. Come bimbi che fantasticavano, usarono finti fucili, finte bombe, fino ad arrivare ad usare anche "il bazooka"! Il "nemico fu sconfitto, e il compagno riusci finalmente ad andare in bagno. Si, e stabilì il contatto così: Ti sei mai trovato in una giostra, con due musiche diverse provenienti da direzioni diverse, più o meno della stessa intensità sonora? Tutte e due non facendo capire nulla, e creando solo frastuono? Pur non muovendoti di un millimetro, ti è mai capitato "volontariamente" di prestare più attenzione a quella delle due musiche che ti interessava di più? (anche se l'altra non spariva, ma è come se si fosse messa in sottofondo). Ebbene, se questa operazione la puoi fare solo con la tua mente, senza nessuno che vada li ad abbassare il volume di una due fonti sonore, lo stesso lo puoi fare con qualsiasi altra fonte sonora. Un pò come se tu avessi il tuo... mixer personale, tutto e solo tuo. Il resto te lo dico solo dopo che mi hai confermato se ti è mai capitato o meno di riuscire a "mutare" caratteristiche e intensità sonora solo con la tua fantasia. ciaooo Che sarebbe come se un italiano cercasse di stabilire un contatto con un cinese leggendogli la Divina Commedia in swahili... Approccio? Logica? Contatto? Per un po' di blocco a far pipì nei bagni pubblici? Son cose che passano... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
oscar 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 Approccio? Logica? Contatto? Per un po' di blocco a far pipì nei bagni pubblici? Son cose che passano... approccio terapeutico... terminologia tecnica... tutti abbiamo efficacia terapeutica nei nostri dialoghi, ma non sappiamo che stiamo usando, non conoscendo i metodi. Per "caso" a volte abbiamo lo stesso effetto di alcune terapie, altre volte danneggiamo, altre volte siamo ininfluenti. Il "cose che passano" vorrei che capitasse pure a pietro... ma se si è rivolto qui, descrivendo che addirittura gli è aumentato invece che passare, ci fa capire che "a lui" non passano, come invece a quasi tutti. Gordon e Rogers (citatissimi in letteratura, e pure di 2 scuole diverse) descrivono tra le strategie di aiuto, quali sono alcuni ostacoli di comunicazione alla soluzione dei problemi di chi vuoi aiutare. Fra questi ostacoli c'è lo sminuire il problema, o peggio, (ma non in questo caso) il ridicolizzarlo. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 approccio terapeutico... terminologia tecnica... tutti abbiamo efficacia terapeutica nei nostri dialoghi, ma non sappiamo che stiamo usando, non conoscendo i metodi. Per "caso" a volte abbiamo lo stesso effetto di alcune terapie, altre volte danneggiamo, altre volte siamo ininfluenti. Il "cose che passano" vorrei che capitasse pure a pietro... ma se si è rivolto qui, descrivendo che addirittura gli è aumentato invece che passare, ci fa capire che "a lui" non passano, come a quasi tutti. Gordon e Rogers (2 scuole diverse) descrivono tra le strategie di aiuto, quali sono alcuni ostacoli di comunicazione alla soluzione dei problemi di chi vuoi aiutare. Fra questi ostacoli c'è lo sminuire il problema, o peggio, (ma non in questo caso) il ridicolizzarlo. Vedo che hai studiato molto. Dici di essere in grado di passare dalla teoria alla pratica e applicare questi concetti ai temini scolastici tipo: "Ti sei mai trovato in una giostra,... (eccetera)"? Mica per altro, ma a parte una sospetta inefficacia comunicativa (è un po' astruso, dai), dà quasi l'impressione di essere una presa in giro, anche se l'intenzione è tutt'altra. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
oscar 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 Vedo che hai studiato molto. Dici di essere in grado di passare dalla teoria alla pratica e applicare questi concetti ai temini scolastici tipo: "Ti sei mai trovato in una giostra,... (eccetera)"? Mica per altro, ma a parte una sospetta inefficacia comunicativa (è un po' astruso, dai), dà quasi l'impressione di essere una presa in giro, anche se l'intenzione è tutt'altra. Se ha sensibilità verso quelle possibilità (per caso sperimentate) gli suggerisco di andare da x-tipo di terapeuta, altrimenti da y-tipo di approccio. Mica si possono fare interventi qua? eheheh Chiamiamola una sorta di "orientamento" alla scuola che ti può aiutare meglio. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 Se ha sensibilità verso quelle possibilità (per caso sperimentate) gli suggerisco di andare da x-tipo di terapeuta, altrimenti da y-tipo di approccio. Mica si possono fare interventi qua? ehehehChiamiamola una sorta di "orientamento" alla scuola che ti può aiutare meglio. Ah... e questo serve per sondare la sua sensibilità verso un tipo di terapeuta piuttosto che un altro? Ti sei mai trovato in una giostra, con due musiche diverse provenienti da direzioni diverse, più o meno della stessa intensità sonora? Tutte e due non facendo capire nulla, e creando solo frastuono? Pur non muovendoti di un millimetro, ti è mai capitato "volontariamente" di prestare più attenzione a quella delle due musiche che ti interessava di più? (anche se l'altra non spariva, ma è come se si fosse messa in sottofondo). Ebbene, se questa operazione la puoi fare solo con la tua mente, senza nessuno che vada li ad abbassare il volume di una due fonti sonore, lo stesso lo puoi fare con qualsiasi altra fonte sonora. Un pò come se tu avessi il tuo... mixer personale, tutto e solo tuo. Il resto te lo dico solo dopo che mi hai confermato se ti è mai capitato o meno di riuscire a "mutare" caratteristiche e intensità sonora solo con la tua fantasia. ciaooo Già che ci siamo arrivati, dopo la frutta gradisce un amaro? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
oscar 0 Share Inserita: 2 dicembre 2007 Già che ci siamo arrivati, dopo la frutta gradisce un amaro? ironia a parte, si può partire da questo per capire alcune cose, poi continuando a sondare in altri modi ti fai un quadro più completo. Si fa negli assesstment, nei primi colloqui, nei sostegni orientativi, prima delle prese in carico. Ma queste sono cose da pivellini alle prime armi... Puittosto ste... (inizio OT) tu che sei esperto elettronico, mica sai come evitare di aggiornare la pagina manualmente, qui sul forum? Opzioni explorer? Opzioni forum? Thanks (fine OT) Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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