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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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Esiste una regola?

è poi possibile delineare un rapporto GIUSTO analista-analizzato, giusto per metodologia, soprattutto per il modo di mantenere le distanze (o non mantenerle affatto)?

Può essere messo in discussione il ruolo di non coinvolgimento personale, l'asetticità dell'analista? (Invitato a tener fuori dall'analisi la sua vita, i suoi problemi, soprattutto QUEI LATI DEL VISSUTO CHE POTREBBERO AVVICINARLO ALL'ANALIZZATO...).

mi piacerebbe che i profili di tutte queste faccende (regole, rapporto, distanze etc..etc..etc..) venissero ''creati'' insieme durante il dispiegarsi della relazione

a me il setting (sia fisico che mentale) asettico all'amuchina non dispiaceva, lo immaginavo come un non luogo, perfetto, sterilizzato dalle insidie vita dove potersi rifugiare, poi ho scoperto che ''c'è la vita dentro!!'' (come il belgioioso!!) ..o che fa parte esso stesso di un quadro di vita

quindi tanto perfetto non può essere...meglio ma che trauma!!

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COME SBATTERE IL PROPRIO ANALISTA SENZA ESSERE ACCUSATI DI TRANSFERT (Ed. "Sbattilo", euro 23).

.......forse c'è un piccolo errore :He He:

......mi pare che non costi 23 (o' scemo) ma 29 (o pate de criature) euro......

ok! il libro molto interessante che ho trovato cercando info sulla regola dell'"astinenza" è il seguente:

Psicoterapia corporeo-organismica Di Mauro Pini

e cade a fagiulo dopo i messaggi di zazà che soffre molto la mancanza del contatto fisico con ric, dopo la sua esperienza con Vincenzo :friends:

mi sembra interessante! io di solito evito questo tipo di libri come la peste..perchè secondo me è meglio lasciare il lavoro dell'analista all'analista...però ho trovato interessante scoprire come il nostro dibattito sul contatto fisico, rispecchi in piccolo il dibattito "accademico" sull'argomento.

confesso immediatamente che invece di "organismica" ho letto "orgasmica" :muttley:

Tornando seria, anch'io fino a qualche tempo fa pensavo che sarebbe meglio lasciare il lavoro dell'analista all'analista, cioè AFFIDARSI, come poi anche Digi ha detto.

Ma lo pensavo appunto perchè con enzo mi trovavo bene, vedevo i risultati, mi fidavo a pelle.....la pelle cioè l'intuito (se non è troppo compromesso) è l'unico strumento che abbiamo per valutare l'analisi, perchè non credo che sia possibile permettersi di giudicare uno psi leggendo libri e anche avendo, che so, un'ipotetica laurea in psicologia.

Non sto dicendo che ora io trovi Ric inaffidabile, ma il presentarsi di problematiche nuove, che in qualche modo si aggiungono alle mie precedenti che stavo cercando di risolvere, mi porta inevitabilmente a chiedermi se o per quanto dovrò proseguire quest'analisi con lui.

Non credo sia un caso che quando ho ripreso mi sia venuta la smania di leggere a destra e manca argomenti di psicologia, sono capitata in questo forum per lo stesso motivo...che poi abbia trovato qui delle persone interessanti con cui confrontarmi è un'altra cosa....

riporto qualche estratto dal libro:

.... Ciò non deve stupire essendo la proibizione di ogni forma di contatto fisico una diretta applicazione del presupposto meta psicologico che considera l’affetto come “sessualità inibita nella meta” (freud, 1929). Dunque una espressione sublimata delle pulsioni sessuali.

Intendo sostenere che la generalizzazione della regola dell’astinenza al contatto fisico non erotico, anziché fondarsi su solide argomentazioni di carattere clinico, e meno che mai empirico, rappresenta la conseguenza di una serie di contingenze storiche e culturali legate ad un quadro di riferimento teorico datato…

Più che rifermento datato, io lo definirei FOLLE

E poi, queste povere "pulsioni sessuali" cosa avranno fatto mai per meritare tutta questa repulsione?!

Anche se il paragone potrebbe apparire eccessivo, non possiamo non esplicitare il sospetto che i motivi sottesi a molte discussioni di lana caprina sul modo di salutare il paziente all’inizio e alla fine delle sedute, se dargli la mano o meno, siano anche da ricercarsi nel mantenimento di una struttura gerarchica nei rapporti sociali tra analista e paziente…la questione chiama in causa il narcisismo del teraputa e la sua motivazione (più o meno nevrotica) di esercitare il potere nella relazione col paziente e all’interno della istituzione.

Ho letto altrove (una specie di racconto scritto da un analista vero) che gli psi temono di essere letteralmente annullati dai pazienti:

"Diciamolo senza remore, caro Zilli, i pazienti vogliono una sola cosa: la nostra pelle. Non per vantarsene, perchè non c'è da vantarsi della pelle di uno psicoanalista. La buttano in un angolo e se qualcuno chiede cos'è fanno spallucce. Ma questo dopo. Prima devono averla, per potere fare spallucce."

Mi sono trovata a leggere questo racconto quasi per caso perchè in realtà avevo comprato il libro per la copertina.

Portai il libro a enzo perchè la copertina raffigurava il nostro transfert-controtransfert ma poi mi ritrovai a chiedergli perchè sto tipo avesse scritto queste fesserie.....beata ignoranza mia.............

Per fortuna esistono sostanziali differenze fra “quello che gli psicoanalisti dicono e quello che gli psicoanalisti fanno (cremerius 1989), rintracciabili fin dagli albori della pratica psicoanalitica. “può non essere casuale”. Continua Mogone (1988), che solo oggi incominciano ad uscire sul mercato un gran numero di testimonianze di ex-pazienti di Freus dove si raccontano i dettagli della sua tecnica terapeutica,e improvvisamente si scopre che egli era molto umano e rilassato coi propri paziento e per niente “freudiano

Credo sia abbastanza normale che molti analisti non vadano a raccontare in giro quanto esulano dalle regole della loro scuola, verrebbero inevitabilmente attaccati e chi glielo fa fare?!

.....mi sto anche ricordando di un'intervista ad uno psi su D di Repubblica...a un certo punto diceva: "........certo un abbraccio ogni tanto può scappare...."

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Credo che tutte queste letture se mirate a capire le nostre terapie e soprattutto i nostri psi possono essere dannose...se poi sono per puro spirito d'apprendimento è un altro conto....ma ho la sensazione che non sia così per molte qui...

Secondo me le letture e i confronti sono dannosi se assumono, anche inconsapevolmente, l'aspetto di resistenze nei confronti dell'analisi stessa.

A sentimento mi viene da dire che forse è meglio che in terapia non ci rendiamo conto di quello che sta accadendo perchè la razionalizzazione eccessiva mi sa che non aiuta, così come la troppa cultura che può diventare scudo anch'essa.

A me piaceva molto leggere qualcosa e discuterne in analisi, qualche rara volta è capitato che enzo mi consigliasse anche libri di psicologia (ma lui non era assolutamente il tipo che parlava con termini tecnici o cose del genere), ma appunto potevo discuterne....ora non so se posso farlo (mi sa che devo provare a chiedere qualche libro a Ric e verificare :Thinking: ).

C'è anche da dire che se si è raggiunto un certo livello di consapevolezza di se stessi allora puoi permetterti di guardare l'analisi in se con un occhio diverso.

Non credo che quando ho iniziato 10 anni fa sarei stata in grado di definire la giusta analisi per me. probabilmente avrei espresso il disagio in termini completamente diversi.

E probabilmente sarei stata molto più accondiscendente e remissiva, tanto era il bisogno di aiuto e l'ignoranza di me stessa.

vabbè dai lasciami portare un po' di acqua al mio mulino...intendo dire che spesso sono stati riportati testi sulla psicanalisi "ortodossa" nei quali io non mi ritrovavo minimamente...leggendo qui ho avuto la conferma che certi approcci "fisici" (non sessuali!!!) non sono un iniziativa "privata" di psicologi outsider...ma che c'è anche questo nell'ambito della psicoterapia!

Infatti, per me è stato davvero importante scoprirlo, quando l'ho raccontato a Ric si è fatto una bella risata (meno male!).

Ciò non toglie che lui sia fatto in una maniera diversa che non credo sia giusto forzare, esprimere il disagio si, ma forzarlo no. Ormai è cosi, avrà circa una sessantina d'anni, voi avete mai visto qualcuno che cambia a questa età?.....già è difficile cambiare a trent'anni!

Mi ricollego anche a quello che dice Priscilla ribadendo che il problema è più mio: cambiare o non cambiare pur sapendo di non pretendere chissà che?

si io credo che questo sia giusto, però credo anche che noi da pazienti non possiamo sapere se i nostri psi poi sono così glaciali o siamo noi a percepirli così

Questo è un altro aspetto di cui tengo ben conto perchè il setting è un misto di rapporto reale e transfert, non dimentico mai che io, appena l'ho visto l'ho associato ad un'immagine di dio distante, rigido, anche se ne sembrava una versione "buona".

A vent'anni feci una piccola scultura di terracotta, il volto di un uomo elegante ma gelido e severo, e sul serio ci ho trovato una somiglianza fisica.

Anche prima di andare da lui avevo avuto modo di constatare che questo riferimento interiore terribile, questo Dio Padre respingente, era riaffiorato in me.

Mi successe che dopo un colloquio con un altro psi mi venne una crisi di pianto micidiale, manco avessi visto il diavolo, e solo perchè a mio parere non mi aveva trattato bene, lo avevo trovato troppo duro, scortese anche se apparentemente chiacchierone e amichevole.

insomma....so che l'inconscio è prepotente, tira brutti scherzi e deforma la realtà, la drammatizza.

Eppure....anche sapendo cosa agisce in me....continuo ad avere i miei dubbi

secondo me è lecito fare tutto ciò che ti senti di fare. anche cercare di forzare la mano.

lui reagirà al tuo tentativo in base al suo orientamento, alla sua elasticità, ai tuoi bisogni...

tu devi essere spontanea.

piccola riflessione. quello che secondo me può "ostacolare" ,intralciare, complicare la terapia non è tanto il leggere libri (che poi io di solito evito ma è una scelta mia) o condividere esperienze e riflessioni...piuttosto è lo sfogare qui una parte di rabbia, di frustrazione, che andrebbe buttata nella terapia durante le sedute.

infatti io cerco di essere spontanea e di tirare tutto fuori e sono d'accordissimo che non è bene sfogare qui invece che lì.

Tuttavia, poichè non è la prima volta che affronto certi argomenti con lui e notando che non accade qualcosa di risolutivo infatti il problema si ripropone, ora sono titubante.

Ho come l'impressione che se vado lì e parlo dei fatti miei senza coinvolgerlo più o meno va bene, se invece tiro in ballo certe faccende forse s'irrigidisce.....non so.....devo ancora capire bene. :Thinking:

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mi piacerebbe che i profili di tutte queste faccende (regole, rapporto, distanze etc..etc..etc..) venissero ''creati'' insieme durante il dispiegarsi della relazione

anche a me piacerebbe, infatti ho aspettato mesi nella speranza che qualcosa cambiasse un pochino ma forse l'unica differenza che ho notato è che parla un po' in più.

e se "sbatto i piedi" non si fionda a razzo verso la porta come fa di solito.

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alcune titubanze ce le ho anche io ma se mi guardo bene dentro mi rendo conto che sono tentativi di "non fare analisi", io ho bisogno di lei così com'è...lo so perchè ho avuto l'esperienza di una psi che mi coinvolgeva in cose sue personali, mi raccontava, proponeva, dava consigli ecc. e sinceramente non ci tornerei ....forse il tu li piacerebbe, quello si, lo ammetto, ma insomma alla fin fine è anche una questione di compromessi, come avevo già detto, l'improtante è che la media (fra cose che apprezziamo e cose che cambieremmo) sia buona!!!

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mamma mia quanto scrivete !! :o:

diverso rispetto gli altri rapporti: qui nell'inizio è già implicita la fine....

....ed io sono troppo abbandonica!!...non mi fa star bene pensare che di dover subire un'altra "FINE"........."Stare a vedere quello che potrà succedere" mi sa tanto di R I S C H I O!!

non so, sarà che nei miei momenti buoni non sento la fine di questo rapporto

voglio dire che probabilmente quando la terapia terminerà io sarò in grado di stare in piedi da sola e allora il distacco da lei forse non mi peserà, forse sarà una naturale conseguenza, forse....

o forse starò da schifo e ne soffrirò e dannerò 1145535449-Triste%20(17).gif, però non so, c'è una cosa che lei mi ha ripetuto ogni volta che le ho espresso queste mie paure: "alla fine della terapia, non sarai tu a piangere, ma io ".... che avrà voluto dire ?! :unknw:

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c'è una cosa che lei mi ha ripetuto ogni volta che le ho espresso queste mie paure: "alla fine della terapia, non sarai tu a piangere, ma io ".... che avrà voluto dire ?! :unknw:

..che forse è così contenta che sia finite che piangerà dalla gioia???? :rofl:

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COME SBATTERE IL PROPRIO ANALISTA SENZA ESSERE ACCUSATI DI TRANSFERT (Ed. "Sbattilo", euro 23).

ce n'è un'altro...

COME SBATTERE AL PROPRIO ANALISTA IL CONTO IN BANCA SENZA VENIRE ACCUSATI DI ESSERE -fortemente- DISTURBATI (Ed. oral-sado-anali, Euro 45.62, Pag.70)

zazà: A sentimento mi viene da dire che forse è meglio che in terapia non ci rendiamo conto di quello che sta accadendo perchè la razionalizzazione eccessiva mi sa che non aiuta, così come la troppa cultura che può diventare scudo anch'essa.

Sto proprio entrando nella fase del ''facci lei''

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..che forse è così contenta che sia finite che piangerà dalla gioia???? :rofl:

non sei tanto simpatica..... :Frustrated:

però mi sa che hai ragione !! :ph34r:

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non sei tanto simpatica..... :Frustrated:

però mi sa che hai ragione !! :ph34r:

ahahaa noooooo su dai scherzavo!!! :Rose:

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io sono un po' stanca invece, non mi va più di parlarne...

eppure l'immagine dei fidanzatini che si aprono il cuore

con garbo, proprio a quella distanza del disegno,

è tenera, mi piacerebbe aprire la finestrella ma non ce la faccio...

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si froggy scusa, non ho quotato! Mi chiedevo se avessi finito l'analisi, non ho letto i post precedenti

mi è sembrato di capire così...

ma magari avessi finito !!

temo di essere appena all'inizio..... :Skull:

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piccola riflessione. quello che secondo me può "ostacolare" ,intralciare, complicare la terapia non è tanto il leggere libri (che poi io di solito evito ma è una scelta mia) o condividere esperienze e riflessioni...piuttosto è lo sfogare qui una parte di rabbia, di frustrazione, che andrebbe buttata nella terapia durante le sedute.

sono in parte d'accordo e in parte in disaccordo

provo a spiegarmi: leggere libri di per se non è un intralcio alla terapia, diventa intralcio nel momento in cui utilizziamo quello che abbiamo letto come scudo difensivo cioè se utilizziamo il "sapere" (o quello che crediamo di sapere) per controllare la terapia, noi stessi e lo psi

sono assolutamente d'accordo che scrivere qui non è un intralcio alla terapia, ma lo dievbta quando il forum diventa un luogo sostitutivo della terapia

io ho sempre cercato di utilizzare il forum come un luogo in cui confrontarmi, in cui parlare e cercare di chiarirmi le idee che poi riportavo in terapia con la psi, non è stato per me un sostituto della terapia nel senso che qui sfogavo rabbia, dolore o incazzature che poi non comunicavo alla psi

in questo senso per me è stato importante scrivere qui perchè mi ha permesso di fare dei passi avanti nella terapia

se invece avessi usato questo posto come un succedaneo delle sedute allora avrei fatto un guaio perchè sarebbe stata l'ennessima difesa, l'ennesima fuga dalla terapia....

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ok! il libro molto interessante che ho trovato cercando info sulla regola dell'"astinenza" è il seguente:

Psicoterapia corporeo-organismica Di Mauro Pini

confesso che anche io avevo letto Psicoterapia corporea-orgasmica..... :He He:

vabbè dai lasciami portare un po' di acqua al mio mulino...intendo dire che spesso sono stati riportati testi sulla psicanalisi "ortodossa" nei quali io non mi ritrovavo minimamente...leggendo qui ho avuto la conferma che certi approcci "fisici" (non sessuali!!!) non sono un iniziativa "privata" di psicologi outsider...ma che c'è anche questo nell'ambito della psicoterapia!

diciamo che è una conferma e una rassicurazione visto che anche la mia ha spesso anche approcci fisici !!

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confesso che anche io avevo letto Psicoterapia corporea-orgasmica..... :He He:

diciamo che è una conferma e una rassicurazione visto che anche la mia ha spesso anche approcci fisici !!

confesso immediatamente che invece di "organismica" ho letto "orgasmica" :muttley:

va bene lo ammetto!! anch'io... :redface:

come direbbe giovanni "è l'inconscio che..."

fanculo all'inconscio!

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va bene lo ammetto!! anch'io... :redface:

come direbbe giovanni "è l'inconscio che..." fanculo all'inconscio!

:Raised Eyebrow: pure io.... che è peggio!!!! :icon_confused:

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:Raised Eyebrow: pure io.... che è peggio!!!! :icon_confused:

vabbè magari siamo semplicemente attratte dalla parola "orgasmo" :He He: senza che ci debbano per forza essere di mezzo i nostri psi!!! non facciamo dietrologia! -_-

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vabbè magari siamo semplicemente attratte dalla parola "orgasmo" :He He: senza che ci debbano per forza essere di mezzo i nostri psi!!! non facciamo dietrologia! -_-

si attratte da ciò che non possiamo avere???? :Whistle: meglio dietrologia!!! :Raised Eyebrow:

:D:

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si attratte da ciò che non possiamo avere???? :Whistle: meglio dietrologia!!! :Raised Eyebrow:

:D:

che poi anche la parola dietrologia... :ph34r:

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vabbè magari siamo semplicemente attratte dalla parola "orgasmo" :He He: senza che ci debbano per forza essere di mezzo i nostri psi!!! non facciamo dietrologia! -_-

penso anch'io, oltretutto il termine "organismico" non è che sia tanto diffuso, credo che se lo siano inventato proprio per indicare questo tipo di terapia specifica, quindi....

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