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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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riguardo al tuo messaggio zazà, magari non c'entra nulla ma il tuo sogno mi ha fatto venire in mente questo libro:

http://www.astrolabio-ubaldini.com/dattagl...kopp&ID=257

insomma forse ogni terapeuta va "condannato a morte" a un certo punto dei nostri percorsi. e forse è uno dei passaggi più difficili.

mi rendo conto però che la mia è una interpretazione assolutamente arbitraria delle tue parole...

Grazie della segnalazione, avevo già sentito parlare di questo libro, lo metto in fila d'attesa tra i libri da leggere.

Eppure il mio sogno sembrava esprimere quasi l'opposto, sospetto che la paziente lo aveva condannato a morte proprio perchè si era mostrato un essere umano, con pregi e difetti, e incapace di risolverti la vita al posto tuo, piuttosto che rimanere una figura ideale, un dio onnipotente.

Subito dopo il sogno emerse chiaramente che in certi momenti non avevo avuto il coraggio di assumermi pienamente la responsabilità delle mie azioni.

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Forse la differenza che ho rispetto ad alcune di noi che espongono problemi simili, sta nel mio modo di pormi rispetto allo psi, che poi è il mio modo di pensare.

Cioè sono tendenzialmente molto dubbiosa su ciò che sento e che vivo per cui, se ho qualche timore, dubbio su di lui, glielo racconto ponendomi ad una certa distanza da me stessa, dalle mie emozioni.

Faccio sempre la premessa: non so se è una mia impressione derivante da proiezioni o se è effettivamente così.

In effetti mi pongo diplomaticamente anche quando avrei voglia di essere aggressiva senza starci troppo a pensare. Sono certa che una componente fondamentale di questo atteggiamento è la paura di non essere accettata, la paura di sbagliare e conseguentemente di sentirmi una cretina e bla bla. Ma è pur ben presente il dubbio vero che sto esagerando, che mi sto facendo un mucchio di fantasie che cercano sfogo nella realtà (tipo: vivo un rifiuto interiore e allora non vedo l'ora che la realtà rispecchi questa situazione per soffrire. Così la mia economia psichica rimane ferma e intatta e non devo fare nessuna fatica per cambiare alcunchè).

le cose che ho sottolineato sono esattamente le stesse che provo io...

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L'aggressività va di certo portata se e quando la si prova, e trattenere l'aggressività vuol dire senz'altro spalancare la porta alla depressione. Io cercavo di dire qualcosa di diverso e che riguarda me ....ciò che mi ha messo a disagio con la mia dott. è stata la proiezione su di lei di un motivo che mi ha suscitato aggressività .. mi è dispiaciuto che una scarica di violenza che nasce da motivi che sono dentro di me si sia trasformata in un attacco alla terapia.certo loro sono lì per questo...vero...

ma proprio questo mi dà la misura di cosa io possa combinare quando sono tra le persone e "allucino" qualcosa di mio contro di loro.. ho degli attacchi di rabbia micidiali e per motivi più persecutori e paranoici che reali, poi me ne accorgo, vedo cosa ho combinato a qualcuno e mi sento profondamente a disagio con me stessa.

che schifo... mi sto sulle scatole come paziente...trovo noiose e ripetitive le cose che porto...a questo risentimento rancoroso preferirei il dolore perchè "scioglie", fluidifica le asperità e rende più capaci di ascolto. non colgo gli spunti.lei non grida mentre tutto intorno è uno schiamazzo becero e assordante che copre chi è capace di sussurrare cose nuove e diverse.rimbomba il pensiero ossessivo, il rimuginìo che toglie spazio a ogni nuova prospettiva sulle cose.

sono scoraggiata circa la mia capacità di fare l'analisi, i dubbi io li ho su di me.

mi rendo conto che mi propone delle letture simboliche delle situazioni che io stento a cogliere perchè rimango così miseramente impantanata nella quotidianità..mi sembra di raggelare tutto ciò che ho intorno e lei per deontologia s' accende la stufetta e sta ad ascoltarmi.

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che schifo... mi sto sulle scatole come paziente...trovo noiose e ripetitive le cose che porto...a questo risentimento rancoroso preferirei il dolore perchè "scioglie", fluidifica le asperità e rende più capaci di ascolto. non colgo gli spunti.lei non grida mentre tutto intorno è uno schiamazzo becero e assordante che copre chi è capace di sussurrare cose nuove e diverse.rimbomba il pensiero ossessivo, il rimuginìo che toglie spazio a ogni nuova prospettiva sulle cose.

sono scoraggiata circa la mia capacità di fare l'analisi, i dubbi io li ho su di me.

mi rendo conto che mi propone delle letture simboliche delle situazioni che io stento a cogliere perchè rimango così miseramente impantanata nella quotidianità..mi sembra di raggelare tutto ciò che ho intorno e lei per deontologia s' accende la stufetta e sta ad ascoltarmi.

Ila, in parte anch'io ho passato questa fase...il rimuginio che copre ogni possibile nuova visione e non da spazio ad altri pensieri, più costruttivi...devo dire che io sono riuscita, probabilmente per disperazione, per istinto di sopravvivenza, a fidarmi e ad affidami a lui, al mio psi.(era l'unica e l'ultima cosa che mi rimaneva da fare)..ed attraverso sue precise indicazioni ad abbassare leggermente il volume della voce distruttiva che avevo dentro...Forse non ha niente a che fare con quello che senti tu...non so...Ma che ne dice la tua psi a riguardo??...Anch io comunque pensavo di essere un caso perso...senza speranza (anche se ti confesso che in alcuni momenti ancora lo penso...ma ora sono solo momenti ed io mi sforzo di non amplificarli!)

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nel mio caso il problema non è "trattenere l'aggressività" ma semmai riscire a manifestarla verso qualcuno a cui voglio bene senza temere..boh...di perderlo

Anche io funziono così.

Purtoppo.

Bacio a tutte :*

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e invece l'aggressività va portata. senza paura. è da mo' che giovanni dice che mi posso incaxxare con lui...

credo che in generale sia un grosso problema "femminile" il non sapere esprimere l'aggressività. e io pure se non parlo rischio di diventare aggressiva in maniera sorda, silenziosa, rancorosa... devo fare le mie legittime richieste, anche con quel filo di rabbia che ci può essere, piuttosto che tenermi tutto dentro e mandare definitivamente affanculo la terapia.

su questo sono assolutamente d'accordo !

credo dipenda dal fatto che per educazione e cultura, la donna è portata ad "abbozzare" quasi che esprimere la propria aggressività sia sinonimo di essere rompicoglioni, quando invece gli uomini che lo fanno sono tosti

quindi è sicuramente importante imparare a saper dire di no, a far presente quando qualcosa non va. la cosa secondo me ancora più importante è farlo al momento giusto con le giuste persone, cioè indirizzare la propria incazzatura con chi ha causato tale incazzatura invece magari di incamerare per tanto tempo e poi sbottare all'improvviso per una sciocchezza che funziona da miccia per la rabbia accumulata

questa è una cosa che io sto cercando di imparare a fare e in parte ci sti riuscendo anche se non sempre è facile.....

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stamattina mi sono letta il tuo messaggio prima di andare in seduta. l'ho usato per motivarmi. hai ragione! è dura "attaccare" un terapeuta verso il quale si ha un forte legame d'affetto.

non so se sono riuscita a tirar fuori tutto, ma la cosa fondamentale è che abbia fatto qualcosa di diverso dal mio solito (chiudermi in me stessa) e che abbia chiamato per recuperare sta seduta. e lui infatti l'ha notato ( :He He: )

e gli ho fatto presenta la mia arrabbiatura per sto cavolo di argomento che ronzava nell'aria da un po' (i sogni negativi sulla terapia) e per la sua affermazione di venerdi (per analizzare i sogni devo andare da uno psicanalista).

allora...io non lo so se ho avuto tutto le risposte di cui ho bisogno e se ho espresso tutti i miei dubbi...però è già un successo aver espresso l' aggressività che avevo (soprattutto riguardo alla risposta sulla psicanalisi). e lui ha detto che mi accompagna si, e quindi fidiamoci, no? per adesso ho deciso che mi fido, tanto il mio senso critico rimane e se dovessi continuare ad avere dubbi gliene parlerò ancora...

una cosa è chiara: non faccio psicanalisi. è per quello che a volte cerco di prendere le distanze da ciò che leggo qui...se paragono la mia terapia alle vostre le differenze sono evidenti, ma io non devo farmi condizionare da questo. insomma con questi paragoni rischio di darmi la zappa sui piedi da sola.

poi la seduta ha preso un'altra piega (o no? forse è tutto collegato...). ed è stata positiva.

credo che giovanni abbia commesso un errore dicendoti che per analizzare i sogni dovevi andare da uno psicanalista nel senso che anche se lui non lavora con i sogni avrebbe dovuto tener ben presente quello che tu stavi realmente comunicandogli, che avevi dei dubbi sull'andamento della terapia (anche io ci sarei rimasta male e la mia incazzatura sarebbe aumentata)

però alla fine l'importante è che tu sia riuscita a muovergli una critica nonostante l'affetto e la stima che hai nei suoi confronti , l'importante è che ci sia stato un confronto tra di voi e che lui si senta in grado di accompagnarti nel tuo percorso (è uno in gamba e se avesse pensato di non poterlo fare te l'avrebbe detto !!)

detto ciò ognuno ha il suo percorso di psicoterapia che è anche molto diverso da quello delle altre (ad esempio, la mia psi è junghiana, ma le mie sedute mi sembrano molto diverse da quelle di digi per esempio) quindi non è possibile fare dei paragoni diretti tra le varie terapie e poi ognuno reagisce in maniera diversa e quello che può andar bene per me potrebbe essere deleterio per te e così via . quindi è importante anche il tuo aver preso consapevolezza di tutto ciò !

riguardo al tuo messaggio zazà, magari non c'entra nulla ma il tuo sogno mi ha fatto venire in mente questo libro:

http://www.astrolabio-ubaldini.com/dattagl...kopp&ID=257

insomma forse ogni terapeuta va "condannato a morte" a un certo punto dei nostri percorsi. e forse è uno dei passaggi più difficili.mi rendo conto però che la mia è una interpretazione assolutamente arbitraria delle tue parole...

queste parole mi suonano in testa da ieri....... credo tu abbia ragione, nel senso che , a un certo punto della terapia, dobbiamo ammazzare lo psi per renderci conto che possiamo camminare da soli. e credo che sia pure molto importante mettere in discussione lo psi nel senso di non accettare in maniera acritica e passiva tutto quello che ci viene da lui, ma di saperlo interpretare, valutare e rendere nostro

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la delusione che ho provato io per la dimenticanza dell'analista so che non dipende strettamente dall'analista ma dal fatto che quell' episodio ha riaperto una volta ancora un'antica ferita. parlarne con lei servirebbe soprattutto per curare quella ferita. anche se a me viene un senso di profonda solitudine,un gelo d'abbandono irreparabile perchè se l'analista è chiamata fuori dal mio dolore nonostante l'abbia evocato mi ritrovo da sola con la mia vulnerabiità di cui sono io l'unica responsabile.

ilaria non credo che l'analista sia chiamata fuori dal tuo dolore perchè il tuo dolore è diventato parte integrante del rapporto tra te e l'analista. e credo anche che sia stata una buona cosa ai fini della terapia che tu abbia "proiettato" il tuo dolore su di lei perchè questo è il modo giusto per poi poterlo affrontare

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ma sai...io penso che non sia neanche il discorso "ciò che va bene per me, può non andare bene per te..."

probabilmente la psicanalisi "andrebbe bene" anche per me. nel senso che se mi fossi trovata a farla credo che non mi sarebbe dispiaciuto come metodo...di sicuro avrei avuto tanti sogni da raccontare...

oggettivamente la mia terapia è diversa da una psicanalisi. poi io da paziente ho una consapevolezza solo parziale di cosa questo significhi. diverso non è ne male, ne bene. è semplicemte diverso!

ho focalizzato proprio in questi giorni alcune delle differenze, non le scrivo perchè sono pensieri molto arbitrari e sarebbero anche difficili da spiegare...però riflettendo mi rendo conto che anche se da un lato mi piacerebbe analizzare i sogni, dall'altro ci sono delle cose che probabilmente non sarebbero andate come sono andate se stessi facendo psicanalisi...e alla fine sono contenta così (per adesso! :He He:)

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nel mio caso il problema non è "trattenere l'aggressività" ma semmai riscire a manifestarla verso qualcuno a cui voglio bene senza temere..boh...di perderlo (questo forse si ricollega al messaggio di zazà)

secondo me è perfetto invece che tu abbia proiettato sulla terapia questo tuo "motivo". perchè li è un luogo protetto dove lo puoi fare (e analizzare) senza fare i danni che invece faresti nella vita "reale".

volevo precisare questa frase. il problema non è manifestare l'aggressività...a fare quello ci riesco benissimo :sweat:

il problema è riuscire a esprimere una critica senza pensare in qualche modo di compromettere il rapporto.

credo che in parte c'entri anche l'idealizzazione....però ora non riesco a spiegarmi meglio.

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ilaria non credo che l'analista sia chiamata fuori dal tuo dolore perchè il tuo dolore è diventato parte integrante del rapporto tra te e l'analista. e credo anche che sia stata una buona cosa ai fini della terapia che tu abbia "proiettato" il tuo dolore su di lei perchè questo è il modo giusto per poi poterlo affrontare

in effetti,in definitiva stiamo parlando di robe relazionali mi rendo conto.

c'è una cosa che mi frena dal parlarne e che vorrei tanto saltare per passare subito allo step successivo. Io dentro di me mi sto rassegnando al fatto che queste dimenticanze come le manifestazioni d'affetto regalate all'altra paziente sono manifestazioni di ciò che di più spontaneo c'è nell'analista. ogni mio intervento su questi argomenti non potrebbe che suonare come un rimprovero e una richiesta. ma che senso ha "richiedere" per sè qualcosa che ha valore ed è preziosa solo e soprattutto se è spontanea? in questo senso il problema è solo mio.

forse che nella vita vera non capita di non essere pensati da qualcuno di significativo per noi? e cosa si può fare di fronte a questo se non accettare che sia così?

certo che avendo assistito ad una "parabola" di disponibilità e investimento posso tirare le mie conclusioni. e constatare come la diffidenza renda insicura la persona a cui è destinata, la mancanza di apertura crei equivoci e ventimila altri "effetti collaterali" facilmente intuibili.

è questa possibile forzatura sull'altro che mi preoccupa .e non importa che l'altro adesso sia un'analista. io non voglio gentilezze, sensibilità o premure "estorte", nè da lei nè da nessuno. già ci pensa da sola in quanto analista (e pure molto capace) a calibrarsi su di me.

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non credo che l'obiettivo sia quello di mendicare attenzioni e affetto all'analista (e questo lo dico anche e soprattutto a me stessa !)

credo invece che l'obiettivo sia quello di parlarne con lei, ma non per ottenere le sue attenzioni , ma per focalizzarti tu sul tuo dolore, su quello che hai sentito rispetto al suo comportamento cercando di risalire alle cause di queste tua reazione (che io comprendo, condivido e che avrebbe fatto star tanto male anche me, ma che non è così automatica perchè molti non ci avrebbe fatto caso più di tanto o cmq non ne avrebbero sofferto quanto ne hai sofferto tu)

bisognerebbe rivivere quel dolore che noi invece cerchiamo sempre di nascondere, di non sentire del tutto. solo se vissuto pienamente allora potrà essere se non altro elaborato.... credo !! :icon_rolleyes:

scusate , ma sono cotta e più confusa del solito ! :icon_confused:

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non credo che l'obiettivo sia quello di mendicare attenzioni e affetto all'analista (e questo lo dico anche e soprattutto a me stessa !)

credo invece che l'obiettivo sia quello di parlarne con lei, ma non per ottenere le sue attenzioni , ma per focalizzarti tu sul tuo dolore, su quello che hai sentito rispetto al suo comportamento cercando di risalire alle cause di queste tua reazione (che io comprendo, condivido e che avrebbe fatto star tanto male anche me, ma che non è così automatica perchè molti non ci avrebbe fatto caso più di tanto o cmq non ne avrebbero sofferto quanto ne hai sofferto tu)

bisognerebbe rivivere quel dolore che noi invece cerchiamo sempre di nascondere, di non sentire del tutto. solo se vissuto pienamente allora potrà essere se non altro elaborato.... credo !! :icon_rolleyes:

scusate , ma sono cotta e più confusa del solito ! :icon_confused:

sì, froggy, è quello che vorrei ...e proprio perchè non è il mio obiettivo io vorrei saltare la fase di mezzo e andare subito alle cause e a quel dolore primario...

p.s: sarai cotta, ma non confusa!!

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sì, froggy, è quello che vorrei ...e proprio perchè non è il mio obiettivo io vorrei saltare la fase di mezzo e andare subito alle cause e a quel dolore primario...

p.s: sarai cotta, ma non confusa!!

purtroppo temo che per arrivare lì si debba necessariamente passare di là (oggi sono sibilina !! :He He: )

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stamattina mi sono letta il tuo messaggio prima di andare in seduta. l'ho usato per motivarmi. hai ragione! è dura "attaccare" un terapeuta verso il quale si ha un forte legame d'affetto.

non so se sono riuscita a tirar fuori tutto, ma la cosa fondamentale è che abbia fatto qualcosa di diverso dal mio solito (chiudermi in me stessa) e che abbia chiamato per recuperare sta seduta. e lui infatti l'ha notato ( :He He: )

e gli ho fatto presenta la mia arrabbiatura per sto cavolo di argomento che ronzava nell'aria da un po' (i sogni negativi sulla terapia) e per la sua affermazione di venerdi (per analizzare i sogni devo andare da uno psicanalista).

allora...io non lo so se ho avuto tutto le risposte di cui ho bisogno e se ho espresso tutti i miei dubbi...però è già un successo aver espresso l' aggressività che avevo (soprattutto riguardo alla risposta sulla psicanalisi). e lui ha detto che mi accompagna si, e quindi fidiamoci, no? per adesso ho deciso che mi fido, tanto il mio senso critico rimane e se dovessi continuare ad avere dubbi gliene parlerò ancora...

una cosa è chiara: non faccio psicanalisi. è per quello che a volte cerco di prendere le distanze da ciò che leggo qui...se paragono la mia terapia alle vostre le differenze sono evidenti, ma io non devo farmi condizionare da questo. insomma con questi paragoni rischio di darmi la zappa sui piedi da sola.

poi la seduta ha preso un'altra piega (o no? forse è tutto collegato...). ed è stata positiva.

Innanzitutto vi saluto tutte...avete scritto tanto tanto e non riesco a riprendere tutto il filo del discorso, però ci tenevo a rispondere a questo messaggio di juditta.

Innanzitutto sono contenta che hai anticipato la seduta che altrimenti avresti perso domani....bravissima!!!! :):

E poi sono felice che in qualche modo hai potuto esprimere i tuoi dubbi e avere delel risposte che comunque avevi bisogno di sentire....

Inoltre ho notato che finalmente i dubbi sul tipo di terapia che fai stanno scemando!!!!!

Ho sottolineato quella frase proprio perchè credo che sia giustissima!!!!!

Tu non fai analisi....e fai bene a prendere le distanze da chi la fa, ma anche da chiunque possa fare il tuo stesso tipo di terapia...qui più votle lo abbiamo specificato, nessun percorso è uguale ad un altro, e io più volte ti ho detto :Talking Ear Off: che l'importante non è il modo in cui si fa psicoterapia, non credo ci sia un metodo più efficace di un altro, dipende da tanti fattori.....e come hai ben detto tu in un altro post....magari l'analisi ti sarebbe servita per analizzare i sogni o fare altri tipi di "discorsi" ma magari non avresti fatto alcune "esperienze" che ti ha permesso di fare il tuo tipo di psicoterapia e aggiungo il tuo terapeuta nello specifico!!!!

anzi io credo soprattutto che importante è proprio questo passaggio di critica al tuo "grande" terapeuta...probabilmente il senso di questo periodo difficile che ha iapssato non sta tanto nel mettere in discussione la terapia ma lui!!!!!!

Ci sarebbero tante considerazioni da fare, purtroppo non ho molto tempo....

Brava!!!! :Applause:

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purtroppo temo che per arrivare lì si debba necessariamente passare di là (oggi sono sibilina !! :He He: )

riassumendo tutto....concordo con questa frase sibilina!!!! :p:

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volevo precisare questa frase. il problema non è manifestare l'aggressività...a fare quello ci riesco benissimo :sweat:

il problema è riuscire a esprimere una critica senza pensare in qualche modo di compromettere il rapporto.

credo che in parte c'entri anche l'idealizzazione....però ora non riesco a spiegarmi meglio.

personalmente ho qualche problema in generale a manifestare l'aggressività al momento giusto nel senso che tendo ad accumulare per poi sbottare

in passato mi accadeva più di frequente, negli ultimi tempi devo dire che sono migliorata e riesco ad esprimere di volta in volta critiche a comportamenti che non mi piacciono senza accumulare.

ovviamente mi capita che più sono legata a una persona più mi è difficile esprimere le critiche perchè temo di rovinare il rapporto

nel caso della psi poi entra in gioco anche il mio istinto di protezione nel senso che ho paura che le mie critiche (che spesso mi rendo conto essere esagerate rispetto al fatto) potrebbero ferirla e quindi ho paura di fargliele. ovviamente sono soltanto mie paranoie perchè lei ha le spalle più che forti e poi sa perfettamente che spesso e volentieri i miei attacchi nei suoi confronti nascondono ben altro

detto ciò, anche con la psi sto lentamente imparando a comunicarle quando fa qualcosa che mi dà fastidio o mi ferisce..... ma che fatica !! :Rolling Eyes:

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personalmente ho qualche problema in generale a manifestare l'aggressività al momento giusto nel senso che tendo ad accumulare per poi sbottare

in passato mi accadeva più di frequente, negli ultimi tempi devo dire che sono migliorata e riesco ad esprimere di volta in volta critiche a comportamenti che non mi piacciono senza accumulare.

ovviamente mi capita che più sono legata a una persona più mi è difficile esprimere le critiche perchè temo di rovinare il rapporto

nel caso della psi poi entra in gioco anche il mio istinto di protezione nel senso che ho paura che le mie critiche (che spesso mi rendo conto essere esagerate rispetto al fatto) potrebbero ferirla e quindi ho paura di fargliele. ovviamente sono soltanto mie paranoie perchè lei ha le spalle più che forti e poi sa perfettamente che spesso e volentieri i miei attacchi nei suoi confronti nascondono ben altro

detto ciò, anche con la psi sto lentamente imparando a comunicarle quando fa qualcosa che mi dà fastidio o mi ferisce..... ma che fatica !! :Rolling Eyes:

idem per me..una faticaccia!!!! E comunque gliele dico sempre in modo "gentile"!!!! :Raised Eyebrow:

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idem per me..una faticaccia!!!! E comunque gliele dico sempre in modo "gentile"!!!! :Raised Eyebrow:

io non sempre.... :ph34r:

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riassumendo tutto....concordo con questa frase sibilina!!!! :p:

concordo anch'io, ahimè..Raised%20Eyebrow.gif

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io non sempre.... :ph34r:

cioè???? :o:

Ho aperto il link del libro e mi è entrato un virus! :eek:

che libro???? :Thinking:

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personalmente ho qualche problema in generale a manifestare l'aggressività al momento giusto nel senso che tendo ad accumulare per poi sbottare

in passato mi accadeva più di frequente, negli ultimi tempi devo dire che sono migliorata e riesco ad esprimere di volta in volta critiche a comportamenti che non mi piacciono senza accumulare.

ovviamente mi capita che più sono legata a una persona più mi è difficile esprimere le critiche perchè temo di rovinare il rapporto

nel caso della psi poi entra in gioco anche il mio istinto di protezione nel senso che ho paura che le mie critiche (che spesso mi rendo conto essere esagerate rispetto al fatto) potrebbero ferirla e quindi ho paura di fargliele. ovviamente sono soltanto mie paranoie perchè lei ha le spalle più che forti e poi sa perfettamente che spesso e volentieri i miei attacchi nei suoi confronti nascondono ben altro

detto ciò, anche con la psi sto lentamente imparando a comunicarle quando fa qualcosa che mi dà fastidio o mi ferisce..... ma che fatica !! :Rolling Eyes:

A me capita una cosa un po' diversa. Non ho mai avuto problemi a criticare me stessa e gli altri. Quello che mi è impossibile è manifestare l'effetto negativo che qualcosa in un altro (una parola, un comportamento ecc) ha avuto su di me. Mi sento obbligata a fare finta di niente, a fingere insomma un'assoluta indifferenza.

QUando critico qualcosa non ho paura di rovinare il rapporto (forse perché in fondo ritengo che il rapporto tra me e un altro non ci sia mai) né di poter ferire l'altro, perché mi sento impotente e sento gli altri assolutamente indifferenti a me. QUindi non riesco a immaginare di avere nessun effetto su di loro.

E forse è proprio perché gli altri mi sembrano del tutto indifferenti e lontani che mi sento in dovere di apparirlo anche io. In realtà anche io in genere mi sento indifferente e lontana, anzi più indifferente e lontana di chiunque altro, però certe volte qualcosa detta o fatta da altri mi distrugge, mi fa precipitare in un abisso di disperazione e di vergogna. Allora, in quei pochi momenti in cui la mia odiata indifferenza viene meno, devo simularla. Sorrido come se niente fosse. Parlo d'altro. Rimando il precipizio. Poi quando torno a essere sola tutto crolla e vorrei solo essere morta.

La psicoterapia non mi aiuta, perché anche lì succede così. Io lo so e saperlo è inutile perché non posso fare diversamente.

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A me capita una cosa un po' diversa. Non ho mai avuto problemi a criticare me stessa e gli altri. Quello che mi è impossibile è manifestare l'effetto negativo che qualcosa in un altro (una parola, un comportamento ecc) ha avuto su di me. Mi sento obbligata a fare finta di niente, a fingere insomma un'assoluta indifferenza.

QUando critico qualcosa non ho paura di rovinare il rapporto (forse perché in fondo ritengo che il rapporto tra me e un altro non ci sia mai) né di poter ferire l'altro, perché mi sento impotente e sento gli altri assolutamente indifferenti a me. QUindi non riesco a immaginare di avere nessun effetto su di loro.

E forse è proprio perché gli altri mi sembrano del tutto indifferenti e lontani che mi sento in dovere di apparirlo anche io. In realtà anche io in genere mi sento indifferente e lontana, anzi più indifferente e lontana di chiunque altro, però certe volte qualcosa detta o fatta da altri mi distrugge, mi fa precipitare in un abisso di disperazione e di vergogna. Allora, in quei pochi momenti in cui la mia odiata indifferenza viene meno, devo simularla. Sorrido come se niente fosse. Parlo d'altro. Rimando il precipizio. Poi quando torno a essere sola tutto crolla e vorrei solo essere morta.

La psicoterapia non mi aiuta, perché anche lì succede così. Io lo so e saperlo è inutile perché non posso fare diversamente.

ti capisco molto bene frncs...è un meccanismo che attuo anche io molto spesso..diciamo che in particolar modo con una certa categoria di persone (i prepotenti, quelli sicuri di sè, forse in generale quelli che si sentono onnipotenti o che io sento tali)...ma hai mai provato a parlare di questi paerticolare aspetto con lo psi....?????

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ti capisco molto bene frncs...è un meccanismo che attuo anche io molto spesso..diciamo che in particolar modo con una certa categoria di persone (i prepotenti, quelli sicuri di sè, forse in generale quelli che si sentono onnipotenti o che io sento tali)...ma hai mai provato a parlare di questi paerticolare aspetto con lo psi....?????

A me può succede con tutti, e soprattutto con chi ha più importanza per me. NAturalmente anche con lo psi. (Anzi siccome ora vedo praticamente solo lui, succede solo con lui). Non posso parlargliene proprio perché mi sento in dovere di fare finta di niente. Ne ho come una specie di vergogna. Diciamo che invece di sentirmi indignata, mi sento indegna.

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