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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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Care tutte,

passo per salutarvi e ribadirvi che non vi ho dimenticate. Almeno una volta al giorno passo qui per farmi "i fatti vostri". Quanto a me, sto vivendo un periodo molto intenso al lavoro, dormo malissimo e ho perso totalmente fiducia nei confronti della terapia. Quando ero in preda al transfert, pensavo che fosse talmente intenso da influire negativamente sul mio percorso, da essere così invasivo da aver preso il posto di tutti gli altri problemi che ero andata lì per risolvere. Invece, adesso mi sono resa conto che senza transfert non si va da nessuna parte. Ci si arena. In fondo, sebbene in maniera del tutto diversa e di sicuro meno intensa di ciò che abbiamo provato (in un modo o nell'altro) nelle nostre terapie, tutti i rapporti umani sono basati su una qualche forma di transfert e mi sto rendendo conto che, se questo non c'è, non c'è neppure il rapporto. Col secondo mi trovavo bene dopo la partenza del primo, ma adesso quella sottile intesa, creatasi per il ruolo che aveva assunto di "consolatore" per il mio "lutto" è del tutto scemata. Mi rendo conto che lui mi è assolutamente indifferente: non provo certo sentimenti negativi nei suoi confronti (non ne avrei proprio motivo), ma non ne provo nessuno; qualsiasi cosa dica, non mi tocca, non mi entra dentro, non mi "muove". Quando sono lì devo sforzarmi, perchè non ho nulla da dirgli (sebbene abbia moltissimo dentro che vorrei dire). Figuratevi che durante l'ultima seduta mi ha detto di pensarci bene, perchè se non dovessi più essere motivata sarebbe meglio che interrompessi. Il fatto è che io mi sento orfana: il mio terapeuta non c'è più, e mi sento essere stata presa in carico da un altro di cui non sono una vera paziente, ma la rimanenza di un suo collega, al quale, evidentissimamente, non vuole sostituirsi. Vi basti sapere che, nei momenti più difficili, ho sentito la necessità di scrivere al primo, che mi ha sibillinamente risposto. Inutile dire che l'ho apprrezzato molto, che mi basta una sua parola per sentirmi confortata, ma che, allo stesso tempo, so di non poter fare una terapia telematica. Ad oggi, penso che le terapie vadano condotte solo con una sola persona e che debbano finire quando tutti i problemi sorti con quella persona siano giunti a risoluzione. Diversamente, il persorso risulta monco, interrotto, e non si raggiunge nessun risultato se non molto superficiale e transitorio: fino a che non si risolve il legame, il beneficio rimane collegato indissolubilmente a quella persona e la convinzione latente è che le parole di nessuno valgano quanto le sue. Si vive una sorta di commiato eterno.

Intanto, mentre mi rattristo con questi pensieri, vi auguro una buonissima giornata :)

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Care tutte,

passo per salutarvi e ribadirvi che non vi ho dimenticate. Almeno una volta al giorno passo qui per farmi "i fatti vostri". Quanto a me, sto vivendo un periodo molto intenso al lavoro, dormo malissimo e ho perso totalmente fiducia nei confronti della terapia. Quando ero in preda al transfert, pensavo che fosse talmente intenso da influire negativamente sul mio percorso, da essere così invasivo da aver preso il posto di tutti gli altri problemi che ero andata lì per risolvere. Invece, adesso mi sono resa conto che senza transfert non si va da nessuna parte. Ci si arena. In fondo, sebbene in maniera del tutto diversa e di sicuro meno intensa di ciò che abbiamo provato (in un modo o nell'altro) nelle nostre terapie, tutti i rapporti umani sono basati su una qualche forma di transfert e mi sto rendendo conto che, se questo non c'è, non c'è neppure il rapporto. Col secondo mi trovavo bene dopo la partenza del primo, ma adesso quella sottile intesa, creatasi per il ruolo che aveva assunto di "consolatore" per il mio "lutto" è del tutto scemata. Mi rendo conto che lui mi è assolutamente indifferente: non provo certo sentimenti negativi nei suoi confronti (non ne avrei proprio motivo), ma non ne provo nessuno; qualsiasi cosa dica, non mi tocca, non mi entra dentro, non mi "muove". Quando sono lì devo sforzarmi, perchè non ho nulla da dirgli (sebbene abbia moltissimo dentro che vorrei dire). Figuratevi che durante l'ultima seduta mi ha detto di pensarci bene, perchè se non dovessi più essere motivata sarebbe meglio che interrompessi. Il fatto è che io mi sento orfana: il mio terapeuta non c'è più, e mi sento essere stata presa in carico da un altro di cui non sono una vera paziente, ma la rimanenza di un suo collega, al quale, evidentissimamente, non vuole sostituirsi. Vi basti sapere che, nei momenti più difficili, ho sentito la necessità di scrivere al primo, che mi ha sibillinamente risposto. Inutile dire che l'ho apprrezzato molto, che mi basta una sua parola per sentirmi confortata, ma che, allo stesso tempo, so di non poter fare una terapia telematica. Ad oggi, penso che le terapie vadano condotte solo con una sola persona e che debbano finire quando tutti i problemi sorti con quella persona siano giunti a risoluzione. Diversamente, il persorso risulta monco, interrotto, e non si raggiunge nessun risultato se non molto superficiale e transitorio: fino a che non si risolve il legame, il beneficio rimane collegato indissolubilmente a quella persona e la convinzione latente è che le parole di nessuno valgano quanto le sue. Si vive una sorta di commiato eterno.

Intanto, mentre mi rattristo con questi pensieri, vi auguro una buonissima giornata :)

sei sicura che sia così? o sei tu che non vuoi che si sostituisca a lui?

io forse te l'ho già scritto, te lo riscrivo...credo che un tuo enorme problema sia l'" idealizzazione selvaggia".

idealizzazione che non ci provi neanche a smontare...

vale la pena buttare alle ortiche così la possibilità di stare meglio? mo' il primo se n'è andato e tu vivi in un commiato eterno? ma non la vive così zazà il cui analista è morto, dopo un rapporto umano e terapeutico intenso durato nove anni...

forse son dura, ma le tue mi sembrano resistenze a mettersi veramente in gioco in una terapia...

mi scuso per come potrà risultare questo messaggio...

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sei sicura che sia così? o sei tu che non vuoi che si sostituisca a lui?

io forse te l'ho già scritto, te lo riscrivo...credo che un tuo enorme problema sia l'" idealizzazione selvaggia".

idealizzazione che non ci provi neanche a smontare...

vale la pena buttare alle ortiche così la possibilità di stare meglio? mo' il primo se n'è andato e tu vivi in un commiato eterno? ma non la vive così zazà il cui analista è morto, dopo un rapporto umano e terapeutico intenso durato nove anni...

forse son dura, ma le tue mi sembrano resistenze a mettersi veramente in gioco in una terapia...

mi scuso per come potrà risultare questo messaggio...

Ma che ti scusi...che io idealizzi è un fatto, ma lo è anche che sono stanca di questo investimento emotivo altrettanto selvaggio.

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Ma che ti scusi...che io idealizzi è un fatto, ma lo è anche che sono stanca di questo investimento emotivo altrettanto selvaggio.

vediamo se riesco a scalfire la tua idealizzazione selvaggia...

sai cosa penso io? quando mi scrivi delle mail e della sue risposte...io penso che lui mi sta sulle balle (un po'). e penso che ci gode a essere idealizzato. ah se ci gode...

perchè altrimenti, per il bene di te, come paziente, ci si sarebbe buttato giù da solo dal trono. avrebbe cercato di smontarla questa immagine idealizzata invece di alimentarla...

sono sstronza?

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Perchè vorrei mettermi alla prova, capire se me la posso cavare anche da sola. Lui mi ha aiutata tantissimo e molti "sintomi" che mi affliggevano all'inizio della terapia sono scomparsi. Adesso però voglio provare a staccarmi un po'.

La pausa non è concordata...dovrei parlargliene. Io mi tengo sempre tutto dentro senza portare a conoscenza gli altri dei miei progetti. Ecco, questa è una cosa che la terapia non ha modificato.

Zazà non condividi che abbia lasciato all'improvviso?

Vorrei condividere questo, oggi.

Mi ricordo di quando saltai apposta le sedute, e praticamente feci lo stesso ragionamento di renèe.

Poi glielo dissi il ragionamento, e alla fine della seduta mi disse, a cattivo, che la volta dopo avrei pagato anche le sedute saltate.

Apriti cielo, ma lei se lo sogna.

io non pago proprio nulla. Le sedute non le ho fatte, quindi non gliele pago.

E lui: è la condizione per continuare il lavoro con me.

E il MIO lavoro lo dirigo io.

Non vi dico.

Sdegnata, Allora tanti auguri, con un sorriso e una stretta di mano, voltai il c..e uscii.

Ed eccomi ancora qui...

Cancello il consiglio, questa è solo un'esperienza, una delle tante, tante quante sono le nostre teste e quelle dei terapeuti.

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vediamo se riesco a scalfire la tua idealizzazione selvaggia...

sai cosa penso io? quando mi scrivi delle mail e della sue risposte...io penso che lui mi sta sulle balle (un po'). e penso che ci gode a essere idealizzato. ah se ci gode...

perchè altrimenti, per il bene di te, come paziente, ci si sarebbe buttato giù da solo dal trono. avrebbe cercato di smontarla questa immagine idealizzata invece di alimentarla...

sono sstronza?

la verità Marghe è che io la penso come juditta su questo punto....però pensavo riguardo all'altro psi se proprio non ti smuove niente, ma perchè fossilizzarsi con lui, anzi direi con "loro"????

A sto punto cambiare per cambiare, e trovarsi male per trovarsi male, io cercherei altrove....secondo me sarebbe anche un modo per dimenticare il primo....

Zazà infatti è l'esempio lampante di come il transfert possa essere "spostato"....è vero che ogni rapporto ha un suo transfert, e quindi io andrei a cercarne un altro che si possa sviluppare come si deve....

Ti posso dire che quando decisi di lasciare la psi dell'asl (per l' impossibilità di fare una terapia come si deve) ebbi parecchi problemi ad accettare la nuova psi, qui lo possono testimoniare, non mi andava bene proprio nulla di lei....mi sentivo abbandonata dall'altra che quando le dissi che volevo fare una terapia seria non esitò a mandarmi altrove (da quella attuale appunto, mentre io spravo segretamente che mi ricesse privatamente lei stessa)...allora lo vedevo un abbandono...pensavo che non avrei più avuto un'esperienza simile e invece adesso capisco che lo fece per il mio bene, perchè sapeva bene che con i tempi dell'asl non potevo certo fare un'analisi come si deve...inoltre avevo ragione che non avrei più avuto un'esperienza simile, perchè ogni esperienza lascia qualcosa di diverso, ogni transfert è unico....ma dobbiamo permetterci di viverlo....tu mi sembri ancorata nel tuo vecchio transfert con lo psi andato....ma questo non può farti bene....

Un abbraccio

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devo andare in seduta e non ho voglia di lavarmi i capelli...ormai sto svaccando :(:

che dite posso andare così?

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no, no...vado così...zozza!

(vabbè una doccia veloce me la son fatta, va bene tutto...)

Judi salutaci Giovanni...ormai più dongio' che Giovanni con tutti i cuori che sta infrangendo :10:

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ciao margh.......

anche io quando ho iniziato con sto psi.......il primo anno facevo continuamente paragoni con il medico ricordi?

Li altro che trasfer....lui non è uno psi quindi........lui LUI........non ce n'era per nessuno.....

Pero' non avevo chiuso le porte........cioè io all'inizio non sentivo nulla,ma da una parte non volevo rivivere sto sentimento di nuovo con lui.......

Son d'accordo con judi.....il problema nasce da noi........noi dobbiamo scalfire qs ns meccanismi difficili da smontare..io ci credo che lui sia per te l'eccelso.....ma poi alla fine cosa ti da sta idealizzazione...?

Io ho idealizzato il mio medico,stravedo ancora per lui........ma lo psi mi ha aiutato a gestire qs sentimento,ne abbiamo parlato per mesi,perchè IO volevo superare qs dipendenza.........

Eh............devo dire che ci sono riuscita......e adesso sento per il medico un immenso affetto (io non lo dimentichero' mai)e per lo psi............un sentimento....importante,veramente importane........

Stranemente mi sembra di riuscire a gestire entrambi i sentimenti senza stare troppo male.......

Margh........troverai la persona con la quale potrai iniziare un NUOVA terapia........solo se lo vorrai TU.Magari la persona ce l'hai sotto gli occhi ma non la vedi.........perchè annebbiata da un meccanismo......che rimane attaccata all'altro........

Ti abbraccio .....forte forte..........bacio

judi allora...con giovanni?è andata bene?

Domani parto per le ferie........

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io ho finito ieri con la psi..ci rivediamo a settembre...come farò??..già mi manca troppo..lei ha detto di scriverle qualche e-mail.. ma io non me la sento..non riesco a spiegare quello che provo via email...! sto transfert.....!

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io ho finito ieri con la psi..ci rivediamo a settembre...come farò??..già mi manca troppo..lei ha detto di scriverle qualche e-mail.. ma io non me la sento..non riesco a spiegare quello che provo via email...! sto transfert.....!

posso immaginare.......anche io l'anno scorso contavo i giorni.......

ma scusa se ti ha detto che puoi scriverle perchè non farlo?.......forse scrivendo riesci a spiegare meglio che a parole!?no?

per me è cosi........

ma sti psi quante ferie fanno?

Io quest'anno faccio in modo di fare una pausa molto lunga.........cioè quando torna gli dico che sono ancora in ferie......vado poi a settembre...........

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si è terribile..io le ho appena scritto l'email...mi sono un pò sbilanciata..le ho scritto che con lei sto bene..che mi fa provare delle emozioni e sono proprio quelle che mancano nella mia vita..che l'unica cosa positiva della mia vita è lei in questo momento...sono in ansia..perchè ancora non mi risponde...forse ho esagerato..però sticazzi..co tutti i soldi che le ho dato......che ansia.....! il transfert estivo è brutto....!

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Care tutte,

passo per salutarvi e ribadirvi che non vi ho dimenticate. Almeno una volta al giorno passo qui per farmi "i fatti vostri". Quanto a me, sto vivendo un periodo molto intenso al lavoro, dormo malissimo e ho perso totalmente fiducia nei confronti della terapia. Quando ero in preda al transfert, pensavo che fosse talmente intenso da influire negativamente sul mio percorso, da essere così invasivo da aver preso il posto di tutti gli altri problemi che ero andata lì per risolvere. Invece, adesso mi sono resa conto che senza transfert non si va da nessuna parte. Ci si arena. In fondo, sebbene in maniera del tutto diversa e di sicuro meno intensa di ciò che abbiamo provato (in un modo o nell'altro) nelle nostre terapie, tutti i rapporti umani sono basati su una qualche forma di transfert e mi sto rendendo conto che, se questo non c'è, non c'è neppure il rapporto. Col secondo mi trovavo bene dopo la partenza del primo, ma adesso quella sottile intesa, creatasi per il ruolo che aveva assunto di "consolatore" per il mio "lutto" è del tutto scemata. Mi rendo conto che lui mi è assolutamente indifferente: non provo certo sentimenti negativi nei suoi confronti (non ne avrei proprio motivo), ma non ne provo nessuno; qualsiasi cosa dica, non mi tocca, non mi entra dentro, non mi "muove". Quando sono lì devo sforzarmi, perchè non ho nulla da dirgli (sebbene abbia moltissimo dentro che vorrei dire). Figuratevi che durante l'ultima seduta mi ha detto di pensarci bene, perchè se non dovessi più essere motivata sarebbe meglio che interrompessi. Il fatto è che io mi sento orfana: il mio terapeuta non c'è più, e mi sento essere stata presa in carico da un altro di cui non sono una vera paziente, ma la rimanenza di un suo collega, al quale, evidentissimamente, non vuole sostituirsi. Vi basti sapere che, nei momenti più difficili, ho sentito la necessità di scrivere al primo, che mi ha sibillinamente risposto. Inutile dire che l'ho apprrezzato molto, che mi basta una sua parola per sentirmi confortata, ma che, allo stesso tempo, so di non poter fare una terapia telematica. Ad oggi, penso che le terapie vadano condotte solo con una sola persona e che debbano finire quando tutti i problemi sorti con quella persona siano giunti a risoluzione. Diversamente, il persorso risulta monco, interrotto, e non si raggiunge nessun risultato se non molto superficiale e transitorio: fino a che non si risolve il legame, il beneficio rimane collegato indissolubilmente a quella persona e la convinzione latente è che le parole di nessuno valgano quanto le sue. Si vive una sorta di commiato eterno.

Intanto, mentre mi rattristo con questi pensieri, vi auguro una buonissima giornata :)

dunque ... mi trovo d'accordo con chi ti dice di cambiare, eventualmente

io ho fatto presso la asl una psicoterapia (chiamiamola così) con uno psi al quale mi ero molto legata: non ti sto a raccontare i dettagli di tutta la faccenda per non annoiare ma mettici un periodo nero di tristissima solitudine, mettici che era la mia prima esperienza seria di psicoterapia, metti che lui mi appariva un vero figo, col fascino del brizzolato, di uno che portava addosso tutti i segni di una vita in cui fantasticavo si fosse speso sempre per le cose giuste, metti che rompeva i miei schemi facendomi intravedere modi nuovi di pensare la propria esistenza, e che era pure un bel po' direttivo e io ero allo sbando e non aspettavo di meglio...metti che a volte avevo delle serie difficoltà ad avere un appuntamento con lui e che spesso passava pure un mese da un colloquio a un altro e che tutto questo mi aveva impantanata in una dipendenza micidiale condita con un senso d'abbandono da paura.. poi un bel giorno scompare del tutto,se ne va in pensione e mi lascia in consegna a una sua collega....bene...dapprincipio "obbedisco" mi faccio tutto un film su come era giusto cambiare il copione delle mie reazioni (e quindi seguire quello che aveva predisposto per me), su come dovevo avere comunque fiducia che lui sapeva cosa stava facendo e che rimanere lì, alla asl dalla sua collega era un modo per proseguire ed essere "reperibile", nel caso che...

con la tipa ho fatto un colloquio poi una pausa di un po', poi mi sono forzata a tornare e ho fatto qualche altro colloquio ...poi ho sentito potente il bisogno di "uccidere " simbolicamente il mio psi, di disobbedire, di non accettare che lui disponesse pure il suo dopodilui senza che io abbia mai potuto dire la mia, o senza che io abbia mai potuto negoziare qualcosa in tutto quello che stava succedendo .Mi è occorso un bel po' di tempo, la disobbedienza non è mai stata il mio forte e poi mi dovevo assumere pure la responsabilità di una scelta sulla mia "salute" psichica . Però l'ho fatto...e mi ha dato un enorme soddisfazione anche solo pensare che non è andata come lui, così direttivo, aveva disposto.Lasciando la asl io sfuggivo dal suo controllo, perdeva le mie tracce, non avrebbe mai più potuto avere mie notizie semmai per un capriccio gli fosse mai venuto in mente di averne.

Nella mia fantasia io giravo i tacchi e me ne andavo per i ca..zzi miei e facendo così sentivo di aver fatto in qualche modo, misero, esiguo, la mia parte in una scelta che lui pensava io dovessi subire...

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io ho ancora tutto luglio

io solo metà e poi riprendo a metà settembre, mi secca ma non da morire, almeno per ora hehe.

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Ma che ti scusi...che io idealizzi è un fatto, ma lo è anche che sono stanca di questo investimento emotivo altrettanto selvaggio.

Ma a me sembra tutto il contrario!!! continui ad avere un investimento gigantesco su un'ASSENZA!!!

Zazà infatti è l'esempio lampante di come il transfert possa essere "spostato"....è vero che ogni rapporto ha un suo transfert, e quindi io andrei a cercarne un altro che si possa sviluppare come si deve....

vabbè che io credo di essere capace anche di transfert multipli :spiteful::Just Kidding:

La penso come Judi, Digi, Ilaria.......liberati! fa qualcosa! muoviti!

se proprio con questo non va passa appresso ma non mollare, tanto più che tu stessa dici che stai uno schifo.

Marghe, trovati un gran figlio di puttana che ti faccia passare il pensiero di quel battilocchio mezzo spostato pure lui chè non ti salutava fuori la stanza!!!

Ti prego non mollare :Praying::flowers2:

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devo andare in seduta e non ho voglia di lavarmi i capelli...ormai sto svaccando :(:

che dite posso andare così?

Capita, quando si è davvero in confidenza......un po' come nei rapporti amorosi di lunga durata :He He:

ma lui nota? commenta?

enzo lo faceva :Rolling Eyes:

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