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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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guarda ilaria... questo è un argomento "troppo" intenso per me... per cui non mi spingerò a dire troppo...

ho sotto gli occhi la morte prematura di due amici, e per entrambi, in modi molto diversi, ho pensato a quello che tu ipotizzi per la tua amica...

soprattutto uno dei due, non lo so spiegare, ogni volta che ne parlo evoco il suicidio... è come se avesse dentro di se una forza talmente autodistruttiva che l'ha mangiato da dentro. e non parlo di comportamenti autolesionistici...come nel caso della tua collega, il corpo che si rivolta contro se stesso.

posso solo immaginare, conoscendo la sua storia, quanto si odiasse...

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guarda ilaria... questo è un argomento "troppo" intenso per me... per cui non mi spingerò a dire troppo...

ho sotto gli occhi la morte prematura di due amici, e per entrambi, in modi molto diversi, ho pensato a quello che tu ipotizzi per la tua amica...

soprattutto uno dei due, non lo so spiegare, ogni volta che ne parlo evoco il suicidio... è come se avesse dentro di se una forza talmente autodistruttiva che l'ha mangiato da dentro. e non parlo di comportamenti autolesionistici...come nel caso della tua collega, il corpo che si rivolta contro se stesso.

posso solo immaginare, conoscendo la sua storia, quanto si odiasse...

grazie, judi, per il tuo parere...

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Il tema che hai portato, cara Ilaria, è stato oggetto di mia riflessione numerose volte. Diciamo che credo possibile che la mente influisca a tal punto sul corpo provocandone la malattia in maniera quasi subdola, tuttavia sono sempre molto cauta nel rendere esplicite le mie riflessioni, dato che non sono supportate da prove concrete, soprattutto quando si va a toccare questioni così delicate...

Probabilmente è un tema su cui molti di noi hanno avuto modo di riflettere anche per esperienza personale o molto prossima.

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Perchè è terribile scoprire a trent'anni che non sono nessuno e che devo cominciare da zero....

Ma forse sono andata un pò oltre nel discoros ,questo per dire che invece ho notato però che dalla psi io riesco a mostrare me stessa, dopo aver cercato di censurare alcune parti, dopo aver cercato di carpire da lei ciò che dovevo rappresentare lì dentro, ho capito che mi toccava far uscire fuori la vera Giusy....ed è stato...ed è difficile, perchè è uan cosa del tutto nuova. Quella però è un'ottima palestra per me, e la psi un ottimo personal trainer :Batting Eyelashes:

Comunque Juditta so che per te non è proprio come per me, diciamo che il fatto di censurare è uguale forse poi i lresto ci differenzia, ho capito bene cosa vuoi dire, solo ho voluto aggiungere la mia di esperienza a riguardo.

infatti mi ritrovo anch'io nelle tue parole. soprattutto nello scoprire, così tardi, che non si sa chi si è veramente...

il non conoscersi e il doversi scoprire da zero.

se non ci fosse in mezzo il bordello della mia vita... in astratto potrebbe pure sembrarmi divertente e affascinante questa nuova scoperta (o riscoperta) di me...

nella mia vita quotidiana in questi 2 anni ho fatto delle maldestre sperimentazioni...molto maldestre... ho fatto e detto cose che non avrei mai pensato. ho fatto un sacco di pasticci. non ho risolto nessun problema esistenziale di vitale importanza! -_-

però ho scoperto delle parti molto "difettose" di me, che mi piacciono proprio nella loro difettosità...

sul percorso diverso col quale siamo arrivate alle stesse conclusioni, penso che tanto dipenda dal tipo diverso di terapia, la tua è di impronta analitica, la mia...boh non l'ho capito :He He: , comunque siamo giunte per strade diverse a tirare fuori noi stesse... almeno li in seduta, per adesso...

mi chiedo, per il mio carattere, se con me un percorso analitico avrebbe funzionato alla stessa maniera. penso di si, ma obiettivamente mi ci sarebbe voluto ANCORA ( -_- ) più tempo...

lo dico anche perchè vedo il mio compagno, che fa analisi jungiana. per alcuni aspetti abbiamo un carattere simile, e mi accorgo, dai suoi racconti, che lui ancora non riesce a "lasciarsi andare" emotivamente. non ha mai pianto! è peggio di me...

ma un po' lo capisco, il suo analista è ortodosso, non lascia uscire nulla di sè, coi nostri caratteri questo rende difficoltoso lasciarsi andare... poi per altri aspetti lui è contento della sua terapia, eh! non è che si lamenti...

sono proprio approcci diversi che hanno impatti diversi su pazienti diversi...

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ma voi che ne pensate..al di là del caso specifico...può darsi che si arrivi a sentirsi così costretti dall'esistenza da percepirsi senza possibilità di fuga o di cambiamento e da desiderare incosciamente di levarsi di torno nel modo più autodistruttivo possibile..forse non considerando il suicidio perchè comporta uno slancio e uno scarto dai valori dominanti di cui non sempre si è capaci...

argomento interessante e molto profondo, ci ho pensato miriadi di volte, ho la mia teoria....c'è una mia amica che non passa giorno in cui non faccia un test o esame per verificare qualche malfunzionamento del suo organismo, tanto che all'inizio pensavo che fosse ipocondriaca ma ogni volta i risultati segnalavo davvero qualche disturbo, qualche problema che la porta a dover fare cure su cure, una cosa davvero difficile da sopportare! Lei fa psicoterapia e sa che probabilmente questo suo star male fisicamente è perchè non riesce ancora a portare fuori tutto il suo "male" interiore e a volte mi dice che ha paura di scoprire prima o poi che uno di questi esami le riveli che ha una malattia incurabile. E' terribile quanto possibile....io ovviamente non le confermo ma lo credo anche io, credo che la mente è capace di trasformare il dolore....

Mi viene ancora da pensare a una persona che tempo fa è morta per un tumore incurabile al peritoneo, aveva grossi problemi familiari, e il suo tumore era cavalcante, nel giro di pochi mesi è morta quando c'è gente che se lo porta dietro per anni. I suoi parenti (che sono miei amici) si sono girati medici in tutta Italia per avere qualche speranza, e ognuno di loro quando aveva il quadro completo della situazione faceva la stessa domanda:se la malata avesse problemi di ordine psicologico o comunque problemi familiari. E in effetti c'erano ed era come se lei si fosse rassegnata a lottare. Il marito era un ubriacone, i familiari hanno cercato in tutti i modi di farla parlare con un avvocato affinchè lei potesse dire la sua in merito ai figli, prima di morire. Lei ha scacciato via qualsiasi pensiero, non ne ha voluto sapere, si è estraneata da tutto e tutti. Anche dai figli. Una cosa così tragica che mi ha fatto star male per mesi...

Ora non voglio intristire il topic, ma queste, insieme ad altre esperienze mi hanno fatto capire che a volte cerchiamo la morte....dopotutto non è dimostrabile scientificamente ma è ben noto che mente e corpo non sono due entità separate!!!!

E poi quante volte anche io ho detto "se avessi un tumore forse qualcuno mi capirebbe", e l'ho desiderato davvero per certi periodi, mi sembrava la soluzione migliore...anche se credo che per me fosse un motivo più che altro funzionale (volevo essere vista) che non un desiderio di scomparire!

Tant'è che per far capire a mio marito quanto stavo male, una volta, nella disperazione più totale, gli dissi: immagina che io abbia un tumore, tu cosa faresti? mi staresti vicino? E lui mi rispose "certo"! Gli dissi "bene io ho un cancro che mi sta rodendo l'anima, ti pare un buon motivo per essermi vicino"?

Credo che fu la volta in cui lui capì veramente quanto stavamo "rischiando"!

queste metafore si prestano molto bene, e sappiamo molto bene che spesso l'inconscio si serve di metafore , utilizzando il nostro corpo...vedasi la storia della pipì!

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sul perchè di tutta sta autocensura, ci sarebbe da parlarne, ammetto di non avere nemmeno io le idee così chiare sulla sua origine...

in un certo senso si potrebbe dire che tutte ste "censure" sono un po' i puntelli del mio "schema". all'improvviso mi sono trovata senza puntelli... almeno li...

io mi autocensuro e perdo la sponteneità nel senso che tendo a dare un'immagine forte di me, una eprsona che se la cava da sola, che non ha bisogno di chiedere aiuto, ma che anzi è lei ad aiutare

per me chiedere aiuto , mostrarmi fragile sono cose estremamente difficile non solo da fare , ma anche solo ad accettare

la sola nota positiva è che in questi ultimi tempi mi sono trovataa chiedere esplicitamente aiuto a donna bettina, mi sono mostrata a lei in tutta la mia debolezza e fragilità come probabilemnte non avevo mai fatto con nessuno e le ho chiesto di darmi una mano !

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ma voi che ne pensate..al di là del caso specifico...può darsi che si arrivi a sentirsi così costretti dall'esistenza da percepirsi senza possibilità di fuga o di cambiamento e da desiderare incosciamente di levarsi di torno nel modo più autodistruttivo possibile..forse non considerando il suicidio perchè comporta uno slancio e uno scarto dai valori dominanti di cui non sempre si è capaci...

io pure sono convinta che spesso i mali fisici dipendono da mali psicologici, mente e corpo sono intimamente legate e una influenza l'altra molto più di quanto non si creda normalmente

nel mio piccolo, mi sono resa conto ultimamente di quanto ciò fosse vero e anche in passato ho visto spesso amici e conoscenti che somatizzavano malesseri interiori

immagino che questo sentire possa spingersi fino al punto di ammalrsi mortalmente , una sorta di suicidio mascherato da malattia che metta a posto la copscienza

certo, non è così in tutti i casi e per tutti, ma credo che cmq possa accadere !

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scusate se sono silenziosa, ma la seduta di ieri è stata veramente dura come non mi capitava da tempo.....

un quesito per voi: quando esternate i vostri sentimenti vi sentite delle stupide ? io in genere mi sento in imbarazzo, ho paura di rendermi vulnerabile agli occhi dell'altro e temo di sembrare estremamente ridicola (non c'è nulla di peggio di quando qualcuno ti dice che ti vuol bene e a te non ti frega nulla di quella persona !!)

mi sento così anche se so che dall'altra parte c'è una persona che cmq ci tiene a me, ma alla fine probabilmente io non ci credo fino in fondo..... :sorry:

vabbè, non so se si capisce quello che voglio dire, scusate, ma più di così oggi non riesco a dire !!

Modificato: da froggy73
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scusate se sono silenziosa, ma la seduta di ieri è stata veramente dura come non mi capitava da tempo.....

un quesito per voi: quando esternate i vostri sentimenti vi sentite delle stupide ? io in genere mi sento in imbarazzo, ho paura di rendermi vulnerabile agli occhi dell'altro e temo di sembrare estremamente ridicola (non c'è nulla di peggio di quando qualcuno ti dice che ti vuol bene e a te non ti frega nulla di quella persona !!)

mi sento così anche se so che dall'altra parte c'è una persona che cmq ci tiene a me, ma alla fine probabilmente io non ci credo fino in fondo..... :sorry:

vabbè, non so se si capisce quello che voglio dire, scusate, ma più di così oggi non riesco a dire !!

si anche io mi sento stupida molt ospesso ,anzi io le dico sempre "so che è stupido", oppure "so che può sembrare stupido", e simili, e lei ogni votla a ribadirmi che stupidonon lo è affatto, e anche se so che non mi direbbe uan bugia (anzi se ne starebbe in silenzio), continuo a sentire questa nuvoletta grigia su di me...

Anche se onestamente ultimamente sto superando molto questo imbarazzo parlandole di tutto, meravigliandomi anche di me stessa per quanto riesca ad essere spontanea lì dentro!

come ho detto priam a juditta è coem se scoprissi una Giusy nuova, più sicura di sè, che si sperimenta, e che scopre tra l'altro che non è poi così male...poi come ha scritto juditta, lì fuori i giochi sono stati fatti, ed è molto più difficile speriementarsi...

Credo che questo tuo non voler accettare che ti voglia bene sia da analizzare sotto diversi aspetti Francesca!

Non penso ci sia solo l'affidarsi...che è difficile. Credo ci sia anche un altro aspetto più in ombra, che ci è difficile vedere, e cioè il non volersi mai accontentare....è come se qualsiasi cosa ci dessero a noi non basterebbe mai...ti ricordi il discorso che faceva lo psi di juditta del prendersi tutto il braccio....?

Solo che non lo dovresti vivere come una colpa ma solo come un fatto da cui la psi se vuole sa difendersi benissimo!

E' questa nostra necessità di comare un vuoto incolmabile che fa a cazzotti con la castrazione che gli psi ci devono imporre, affinchè possiamo maturare!

Insomma sto sicuramente proiettando ma non si sa mai che ci trovi qualcosa di tuo fra le mie riflessioni...Che dici?

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scusate se sono silenziosa, ma la seduta di ieri è stata veramente dura come non mi capitava da tempo.....

un quesito per voi: quando esternate i vostri sentimenti vi sentite delle stupide ? io in genere mi sento in imbarazzo, ho paura di rendermi vulnerabile agli occhi dell'altro e temo di sembrare estremamente ridicola (non c'è nulla di peggio di quando qualcuno ti dice che ti vuol bene e a te non ti frega nulla di quella persona !!)

mi sento così anche se so che dall'altra parte c'è una persona che cmq ci tiene a me, ma alla fine probabilmente io non ci credo fino in fondo..... :sorry:

vabbè, non so se si capisce quello che voglio dire, scusate, ma più di così oggi non riesco a dire !!

mah, per quanto mi riguarda, a me viene da collegare il discorso della difficoltà ad esternare i sentimenti con discorso sull'autocensura (che io chiamo controllo)...

Io ho sempre avuto un pesante controllo non solo su ciò che dico e ciò che faccio, o meglio su quello che è giusto o sbagliato fare o dire (ma giusto x chi?? come mi ha fatto notare la psi) ma anche su quello che è giusto o sbagliato provare (e qui, a maggior ragione, giusto x chi???), e questo forte controllo non lasciava spazio per considerare ciò che realmente provavo... io mi sentivo fondamentalmente sbagliata, per cui era necessario "correggermi" cercando di aderire a ciò che gli altri si aspettavano da me o a ciò che pensavo potesse rendermi accettabile dagli altri. Dalla psi ho imparato a dare dignità ai sentimenti, a riconoscerli, ascoltarli, accettarli.... e a non soffocarli per aderire a quella che consideravo una giusta causa.

Spero si capisca cosa volevo dire, credo che questo possa apparire banale e stupido, ma per me è stata una presa di coscienza notevole, e un passaggio essenziale del mio percorso terapeutico.

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mah, per quanto mi riguarda, a me viene da collegare il discorso della difficoltà ad esternare i sentimenti con discorso sull'autocensura (che io chiamo controllo)...

Io ho sempre avuto un pesante controllo non solo su ciò che dico e ciò che faccio, o meglio su quello che è giusto o sbagliato fare o dire (ma giusto x chi?? come mi ha fatto notare la psi) ma anche su quello che è giusto o sbagliato provare (e qui, a maggior ragione, giusto x chi???), e questo forte controllo non lasciava spazio per considerare ciò che realmente provavo... io mi sentivo fondamentalmente sbagliata, per cui era necessario "correggermi" cercando di aderire a ciò che gli altri si aspettavano da me o a ciò che pensavo potesse rendermi accettabile dagli altri. Dalla psi ho imparato a dare dignità ai sentimenti, a riconoscerli, ascoltarli, accettarli.... e a non soffocarli per aderire a quella che consideravo una giusta causa.

Spero si capisca cosa volevo dire, credo che questo possa apparire banale e stupido, ma per me è stata una presa di coscienza notevole, e un passaggio essenziale del mio percorso terapeutico.

che fai ci ricaschi? :D:

Scherzi a parte sai che ti capsico vero? Mamma mia è impressionante come le nostre terapie si somiglino, anche per me questo è un passo importante della terapia, uso il presente perchè ci sto ancora lavorando!

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che fai ci ricaschi? :D:

Scherzi a parte sai che ti capsico vero? Mamma mia è impressionante come le nostre terapie si somiglino, anche per me questo è un passo importante della terapia, uso il presente perchè ci sto ancora lavorando!

OH MAMMA... :blink: starò mica regredendo??? :Alien:

Beh, anche se credo di essere a buon punto, anche x me i lavori sono ancora in corso!!

All'inizio era una faticaccia... :sweat: la psi mi chiedeva cosa provavo in una certa situazione e io partivo con spiegazioni razionali su questo e quello, e lei: si ma cosa prova?? e io di nuovo giù a ragionare di testa, e lei: si ma cosa sente, usi la pancia! e io.... boh! confusione più totale... anche ora non è che mi riesca semplicissimo descrivere le mie emozioni, però se non altro ora non mi viene più automatico decidere con la testa cosa deve sentire la pancia!! (o meglio, se succede me ne accorgo!)

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OH MAMMA... :blink: starò mica regredendo??? :Alien:

Beh, anche se credo di essere a buon punto, anche x me i lavori sono ancora in corso!!

All'inizio era una faticaccia... :sweat: la psi mi chiedeva cosa provavo in una certa situazione e io partivo con spiegazioni razionali su questo e quello, e lei: si ma cosa prova?? e io di nuovo giù a ragionare di testa, e lei: si ma cosa sente, usi la pancia! e io.... boh! confusione più totale... anche ora non è che mi riesca semplicissimo descrivere le mie emozioni, però se non altro ora non mi viene più automatico decidere con la testa cosa deve sentire la pancia!! (o meglio, se succede me ne accorgo!)

e si si, ti capisco, io ero tutta razionalità...la pancia l'ho cominciata a sentire quando la psi mi esasperava a tal punto che non potevo più "ragionare"!!! Però ammetto che quando ho cominciato non ho smesso più...mi piace "sentire" e credo che non è che non lo sapessimo fare prima, semplicemente non potevamo!

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Tant'è che per far capire a mio marito quanto stavo male, una volta, nella disperazione più totale, gli dissi: immagina che io abbia un tumore, tu cosa faresti? mi staresti vicino? E lui mi rispose "certo"! Gli dissi "bene io ho un cancro che mi sta rodendo l'anima, ti pare un buon motivo per essermi vicino"

:cray: !

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Bello il tuo nuovo avatar juditta! Mi piace! :good:

grazie! vedo che è piaciuto a molte...allora lo tengo!

mi piace perchè ha un'aria un po' "dispettosa", mi ci riconosco.

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scusate se sono silenziosa, ma la seduta di ieri è stata veramente dura come non mi capitava da tempo.....

un quesito per voi: quando esternate i vostri sentimenti vi sentite delle stupide ? io in genere mi sento in imbarazzo, ho paura di rendermi vulnerabile agli occhi dell'altro e temo di sembrare estremamente ridicola (non c'è nulla di peggio di quando qualcuno ti dice che ti vuol bene e a te non ti frega nulla di quella persona !!)

mi sento così anche se so che dall'altra parte c'è una persona che cmq ci tiene a me, ma alla fine probabilmente io non ci credo fino in fondo..... :sorry:

vabbè, non so se si capisce quello che voglio dire, scusate, ma più di così oggi non riesco a dire !!

Più che stupida, io mi sento ingenua. Come se dicessi a me stessa "Ma cosa vuoi bene, domani manco si ricorderà di te", chiaramente nel caso dello psycho c'è una grossa proiezione del mio vissuto. E poi c'è 'sta cosa che vi dicevo tempo fa: con lo psycho, così come nella vita, non ho grosse difficoltà nel mostrare le mie critiche, a pungolare le persone (da brava Scorpiona). Oltre alla constatazione più ovvia, cioè che una strategia del genere mi mette ben al riparo da rifiuti ecc, durante l'analisi ho capito che essa mi serve anche a mettere alla prova le persone. Per la serie "Voglio vedere quanto reggi ora che ti offro il peggio di me, e solo se supererai la prova potrai avere il meglio", matta eh? :icon_surprised:

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Mi rivedo in un sacco di cose che scrivete...

praticamente mi sa che un po tutte abbiamo un SuperIo ultragiudicante ai massimi livelli..

è queto giudizio ovvamente condiziona il nostro esprimersi di fronte all'altro per quello che siamo.

Anche io sono me stessa davanti agli altri in pochissime occasioni..per il resto non dico che fingo..ma filtro molto..mmi sento sempre all'erta..come in ansia da prestazione...

e con lo psico è la stessa identica cosa..anch'io ho sempre paura di sembrare banale, stupida e questo mi blocca molto nell'esprimermi....Però ultimamente incrementando le sedute mi sento un po più sciolta..questo è sicuramente positivo, anche se sento anche il risvolto della medaglia..voler affezzionarmi(? non so se è il termine giusto) a qualcuno e nello stesso tempo sentirmi ridicola di voler pretendere il suo affetto..

Ho sempre paura che quando si esce da quella bolla di vetro che è l'analisi lui possa pensare" ma chi sei?!"....

..a volte anche a me capita di scherzare con lui..alternando risate con lelacrime a pianti e incazzature...

Ma cosa abbiamo di preciso secondo voi? Ve lo siete mai chiesto???

insomma io sono perchè sono li, ma il sintomo non è che un campanello d'allarme, un modo i comunicare qualcosa di più profondo..ma spesso mi chiedo quale sia realmente il mio problema.. :Raised Eyebrow:

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Mi rivedo in un sacco di cose che scrivete...

praticamente mi sa che un po tutte abbiamo un SuperIo ultragiudicante ai massimi livelli..

:ola (4):

Pensa che quando ho iniziato ad andare da Ric, tra gli obiettivi che volevo raggiungere, gli ho detto che desideravo il suo aiuto per ridimensionare il mio super-io quel tanto necessario per stare decentemente in società ma poi basta! :Just Kidding:

Ma cosa abbiamo di preciso secondo voi? Ve lo siete mai chiesto???

insomma io sono perchè sono li, ma il sintomo non è che un campanello d'allarme, un modo i comunicare qualcosa di più profondo..ma spesso mi chiedo quale sia realmente il mio problema.. :Raised Eyebrow:

Bah.......dopo tanti anni penso di sapere abbastanza bene come sono e cosa ho, ora il problema è che di tanta consapevolezza spesso non me ne faccio un tubo, la difficoltà sta nel modificarmi!

p.s: ciao renee, ti vedo in linea :wink:

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ma voi che ne pensate..al di là del caso specifico...può darsi che si arrivi a sentirsi così costretti dall'esistenza da percepirsi senza possibilità di fuga o di cambiamento e da desiderare incosciamente di levarsi di torno nel modo più autodistruttivo possibile..forse non considerando il suicidio perchè comporta uno slancio e uno scarto dai valori dominanti di cui non sempre si è capaci...

Chissà se è una questione di percezione oppure davvero certe persone sono state talmente minate nei punti vitali (punti reali seppur non visibili, e quindi inconcebili per noi che guardiamo dall'esterno) che sono realmente impossibilitate ad attuare un cambiamento.

Ci sto pensando in questo momento....cioè può darsi che così come esiste un punto di non ritorno nelle malattie fisiche, esista anche in quelle psichiche.....non so se c'è un modo per stabilirlo :icon_rolleyes:

Una metastasi si vede chiaramente quando si va ad operare chirurgicamente, la metastasi "psichica" probabilmente esiste e non vogliamo accettarla perchè non è così chiaramente visibile, può essere?

Penso anch'io che a volte si è talmente sfiancati che non si ha nemmeno la determinazione che necessita per suicidarsi.

La malattia è un'espressione del disagio e/o una conseguenza del disagio.

Infatti tante volte ho desiderato l'influenza per darmi il diritto al malessere e al riposo dinanzi agli altri perchè l'insonnia veramente fino in fondo non la capisce nessuno (almeno così mi sembra finora)..........ma non mi è ancora venuta....forse perchè alla fine ce la faccio comunque.

L'eccesso di stress si sa che abbassa le difese del corpo, quindi anche da questo può dipendere una malattia.

Il suicidio potrebbe anche essere visto non come una cosa autodistruttiva ma come una ricerca di riposo.....cioè sono stanca, stremata, sfiancata, non riesco a pensare, a cercare, ad agire, desidero solo spegnere l'interruttore per avere pace, fine delle sofferenze, la morte come sollievo. Qualche volta in passato mi è capitato di pensare in questi termini ed immagino che siano pensieri naturali quando si raggiunge la vera vecchiaia.

Quando poi parli di "levarsi di torno nel modo più autodistruttivo possibile" mi viene di pensare che anche questo può essere un modo di comunicare e soprattutto di punire chi ci sta intorno. Dicendo questo sicuramente proietto perchè mi è successo tante volte di pensare di suicidarmi per punire le persone che mi amano in modo nevrotico e parassita...però pensavo sempre a qualcosa di veloce, tipo un salto dal balcone.

Invece nel caso della persona di cui tu parli, se ci pensi, sembra quasi il "giusto" contaltare che si meritavano due genitori così possessivi e fagogitanti, colei che vi assiteva vi costringe ad un totale ribaltamento dei ruoli.

...........comunque sto proiettando di brutto, sono andata a rileggere...mica avevi detto che lei li assisteva, ma io ho immaginato di sì! :Raised Eyebrow:

Ma il ragionamento regge ( e, per inciso, io non assisto i miei in un modo così manifesto), cioè assistere è inteso in senso lato come un vivere per qualcun altro, in funzione dell'altro e allora ammalarsi in modo così brutto può essere un riappropriamento della centralità della propria vita ed un portare l'attenzione totale di chi ci circonda su noi stessi.

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scusate se sono silenziosa, ma la seduta di ieri è stata veramente dura come non mi capitava da tempo.....

un quesito per voi: quando esternate i vostri sentimenti vi sentite delle stupide ? io in genere mi sento in imbarazzo, ho paura di rendermi vulnerabile agli occhi dell'altro e temo di sembrare estremamente ridicola (non c'è nulla di peggio di quando qualcuno ti dice che ti vuol bene e a te non ti frega nulla di quella persona !!)

mi sento così anche se so che dall'altra parte c'è una persona che cmq ci tiene a me, ma alla fine probabilmente io non ci credo fino in fondo..... :sorry:

vabbè, non so se si capisce quello che voglio dire, scusate, ma più di così oggi non riesco a dire !!

Sai Froggy, la mia ultima seduta è stata un autentico disastro proprio perché mentre tentavo di esprimermi mi sentivo completamente stupida e ridicola, provavo esattamente quello che hai descritto tu. Ora ho il terrore di tornarci e nello stesso tempo lo desidero immensamente. So che la psi si è resa conto di tutto, me lo ha anche descritto, ma il risultato è che mi sono sentita ancora più ridicola. A volte penso che nonostante questo duro lavoro di analisi non imparerò mai a sostenermi e a camminare da sola, avrò sempre bisogno di una persona che mi segua e che per rispettare la neutralità del setting non dirà mai se ci tiene a me o no. Tutto questo è disgregante per me

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Ma cosa abbiamo di preciso secondo voi? Ve lo siete mai chiesto???

insomma io sono perchè sono li, ma il sintomo non è che un campanello d'allarme, un modo i comunicare qualcosa di più profondo..ma spesso mi chiedo quale sia realmente il mio problema.. :Raised Eyebrow:

io ho ben presente tutti i miei piccoli problemi che lamia psi chiama microtraumi, sono piccole fratture dell'anima fatte in modo impercettibile che poi alla fine formano uan grande frattura risanabile solo con un lungo e delicato lavoro, ed ho come l'impressione ultimamente che non risanerò mai del tutto sta ferita....paradossalmente un grande trauma è visibile e ci si può intervenire in modo chiaro, ma quando le ferite sono tante, bisogna cercare solo di arginare la voragine e fare in modo che si possa andare avanti....ad oggi sento che qualche cerottino l'ho messo ma sento anche che la parte più consistente sta ancora lì....e non mi consola affatto!

Son due notti che priam di dormire faccio pensieri di morte, sulle perosne che più amo al mondo...non so eprchè ma io me li piango coem fosse vero, ne parlerò con la psi, non riesco a capire che vuol dire....mi è capitato di farediquesti pensieri con i miei genitori, si ci soffro ma in fondo in fondo credo che queste fantasie siano funzionali, di sottofondo sento un senso di liberazione, ovviamente specifico he non sono un serial killer, sono solo immagini, pensieri della mente!

Ma riguardo a mio marito e mio figlio, non è così, sento proprio un dolore assurdo che mi invade il corpo, a votle mi sembre così vero che devo andare a controllare che mio figlio stia bene, non c'è alcun sottofondo di "piacere" in queste fantasie, e allroa perchè mi vengono in mente? Perchè penso alla loro morte?

Ma sono l'unica ad aver un figlio qui? E voi non avete mai fatto di questi pensieri con compagni e mariti?

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............................ perchè mi vengono in mente? Perchè penso alla loro morte?

Ma sono l'unica ad aver un figlio qui? E voi non avete mai fatto di questi pensieri con compagni e mariti?

Anche a me capita, in passato con maggiore frequenza.

Certe volte ho pensato che fossero "prove tecniche", non avendo io mai vissuto lutti importanti e forse spaventata all'idea di qualcosa che non avevo mai provato (poi è morto Enzo che di fatto, ad oggi, è l'unico lutto serio che ho vissuto). Tante volte c'è quel piacere di fondo legato all'idea della liberazione seppur nell'immensa tristezza. Ma la tristezza forse parla di una morte già in vita, cioè di qualcuno che già non c'è per i più svariati motivi, cioè nel caso dei genitori, per es., ci si sente orfani ecc ecc.

Digi, può essere che essendo noi dipendenti affettive, dobbiamo per un motivo o per un altro confrontarci con la mancanza degli "oggetti" della nostra dipendenza?

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