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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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sul discorso mondo che fa schifo, ma nopn credo che in passato fosse molto meglio, c'era sempre qualcosa di brutto

credo cghe il trucco sia di adattarsi al mondo senza farsi snaturare, senza farsi annullare

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concordo con frogga...in realtà io credo che se si sceglie di fare una psicoterapia il mondo c'entri un pò pochino...nel senso che se gli impedimenti sono esterni (e ce ne sono) non è che si possa fare molto con la psicoterapia.

Uno può lavorare sull'autostima e magari crearsi qualche possibilità in più perchè appunto magari allarga i suoi orizzonti, questo sicuramente, ma non è affatto detto che se fai psioterapia risolvi i tuoi problemi...idem anche con il resto...io penso che non tutto è sempre ciò che noi facciamo in modo che sia, non credo al destino ma no sono nemmeno così cieca da vedere porte aperte ovunque...

Forse sul sentimentale è un pò diverso ma anche lì poi, giocano diversi fattori, non solo ciò che noi vogliamo, scegliamo, ci aspettiamo dall'altro....anzi sotto certi aspetti il mondo sentimentale è ancora più complicato di cose più pratiche.

Però magari una psicoterapia può aiutare a comprendere meglio anche chi abbiamo di fronte, oltre a noi stessi!

Io insomma non sto cercando consolazioni o scorciatoie, non avrei fatto una psicoterapia di tipo analitico se avessi voluto la strada spianata (va beh è un pò esagerato come termine ma è per comprenderci).

Diciamo che la mia "lamentazione" fa parte di quel mondo inconscio che sto cercando di conoscere e far venire a galla, per il resto cerco (almeno in questa fase della terapia) di rimboccarmi le maniche e provare a trovare me stessa, i miei desideri e se posso anche le mie aspettative per il futuro (sicuramente non a lungo termine). La parte difficile è mettere tutto in pratica e come ha scritto juditta provare a costruirmi la "mia" autostima.

Questa dote io no ce l'ho dal passato (come credo molti di voi qui), è qualcosa che non mi è stato insegnato, tamite le gratificazione, le carezze e i plausi dei miei genitori, è qualcosa che ritrovo solo quando capita che in questo "mondo cattivo" riesco a fare qualcosa che altri riescono ad apprezzare...perchè insomma diciamocelo: l'autostima non è che nasca da dentro...la mia psi me lo ha detto tante volte..."non troverà l'autostima facendo psicoterapia...la psicoterapia le servirà a capire che anche se qualcosa va storto non è la fine del mondo, che anche se riceve qualche "no", non vuol dire che lei non vale niente. Ma poi sta a lei "buttarsi" e fare in modo che si creino le situazioni in cui costruire la sua autostima!".

Non è facile ma arrivati fin qui, non si può tornare indietro...dovremmo provarci... :Skull:

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volevo specificare che il mio post era più un monologo che una risposta a qualcuno, più che altro ho rpeso spunto dai discorsi portati sul topic in questi giorni...insomma un pò di riflessioni post-seduta! :pardon:

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vi ricordate ancora di me?:-) volevo dirvi che da circa un mese..... psicanalista UOMO!!! mica mi innamorerò pure di lui? :o:

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ciao Andrea, e certo che ci ricordiamo!

hai cambiato sponda? :He He:

intendo dal comportamentismo alla psicanalisi! :Just Kidding:

sono curiosa, come mai questa scelta?

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vi ricordate ancora di me?:-) volevo dirvi che da circa un mese..... psicanalista UOMO!!! mica mi innamorerò pure di lui? :o:

ciao andrea?.......e allora? quanto tempo

raccontaci cosa è successo nel frattempo......

Io tutto ok........niente di nuovo.....

Psicoterapia........tranquilla!niente di particolare........

saluto tutte.....eh.....prossima sett.ho un esame quello....con prof.....figo,...chissà se lo passero'?

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un saluto ad andreatt e a elli e in in bocca al lupo all'uno per il nuovo percorso intrapreso e all'altra per l'esame..

continuando a navigar tra onde d'ansia implacabili l'altro giorno in seduta ho raccontato per la prima volta un sogno alla mia analista che la riguardava, mica quello più intimo, che piano piano ci arrivo, ma un altro in cui c'era una signora con il capelli neri con la divisa nel mezzo che aveva rifiutato dei bambini disabili e io sento il bisogno di rivolgermi alla mia psi per un parere ma lei è impegnata in una tavola rotonda con altre persone...avesse battuto ciglio, è il primo sogno in cui le parlo direttamente di lei e lei ha proseguito tranquillamente a prender appunti rilevando di volata

1) che ricorre il tema dei bambini figli di un dio minore

2) che la tavola rotonda in cui lei era impegnata era un mio blocco

dice che questa mia ansia è un'ansia di trasformazione, legata al desiderio di rivoluzionare un bel po' di roba nella mia vita...

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dice che questa mia ansia è un'ansia di trasformazione, legata al desiderio di rivoluzionare un bel po' di roba nella mia vita...

scusa se salto tuttoi lresto ilaria è che mi ha colpito questa ultima frase, in quanto a me ieri la psi ha detto una cosa simile riguardo al mio ritorno di attacchi bulimici ma più acuti che mai!

Praticamente ha spiegato che lì dove c'è il cambiamento le mie "solite" difese si fanno più insistenti e più acute!

In realtà io davvero la vivo male sta cosa, mi ero liberata dei miei disturbi alimentari e ormai le abbuffate erano una cosa rara e comunque le continuavo a chiamare abbuffate per capirci con la psi, in realtà erano solo dei "cedimenti" al mio regime alimentare che adesso per forza di cose, dopo tanti anni di sfacelo, deve essere controllato!

Invece da quando abbiamo affrontato temi "rivoluzionari" per me, ecco che le abbuffate si sono ripresentate più incontrollabili che mai...ho passato una settimana d'inferno...ieri poi raccontandole di alcuni piccole cose che avevo fatto in virtù di questo "cambiamento" a quanto pare in atto, lei m'ha detto che allora la speigazione di questo ritorno dei disturbi alimentari è proprio questa!

Che dire? A me dà speranza ,anche se la prendo con le pinze...non so a me sembra molto simile il discorso relativo alla tua ansia...e mi conforta vederne un altro esempio, mi conforta sperare che sia davvero un passaggio obbligato, perchè adesso coem adesso mi sento una melma!!! :Sigh:

un saluto ad elli ed andrea!!! Anche io voglio sapere del passaggio all'altra "sponda"!!!! Su dai racconta.... :clapping:

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vi ricordate ancora di me?:-) volevo dirvi che da circa un mese..... psicanalista UOMO!!! mica mi innamorerò pure di lui? :o:

ciao andrea !!

e certo che ti innamorerai di lui !! :He He:

raccontaci un po': come mai cambio di psi e di tipo di terapia ?

certo che i fatti miei mai !! :ph34r:

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saluto tutte.....eh.....prossima sett.ho un esame quello....con prof.....figo,...chissà se lo passero'?

e certo che lo passerai !!

cmq in bocca al lupo e facci sapere !!

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Che dire? A me dà speranza ,anche se la prendo con le pinze...non so a me sembra molto simile il discorso relativo alla tua ansia...e mi conforta vederne un altro esempio, mi conforta sperare che sia davvero un passaggio obbligato, perchè adesso coem adesso mi sento una melma!!! :Sigh:

e la mia dice che il ritorno degli attacchi di vomito è dovuto al fatto che sto tentando di riempire di contenuti il vuoto che ho dentro, il che fa che non ci sia posto per il cibo.... che dire: c'è speranza?! :49:

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Seduta positiva, dice che per la prima volta sente che ho fiducia in lei. Ma il tavolo non si tocca. Mi toccherà portare un'accetta e farlo a pezzi prima di finire isolata in psichiatria? :crazy:

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Ahhh.. sicuramente è più facile dirlo che farlo, te lo dice una che parte sempre pensando di dire un sacco di cose e poi arrivo lì e mi blocco, lui mi guarda mi sorride, e poi ci sono quei silenzi... terribili x me. L'altro giorno ero molto giù di morale e pensavo al mio psi. avrei voluto fosse con me x potergli dire quello che provavo la rabbia che avevo poi ho preso u foglio e ho cercato di scrivere le mie sensazioni, con l'intento di portargliele domani, ma so già che molto probabilmente rimarranno nella mia borsa....Lui continua a dirmi che metto dei filtri tra me e lui, ma io non so come fare.... ha ragione ma non so come fare.... Un Abbraccio Diotima e fammi sapere così farò io... :abbr:

Ciao.. scusa se mi permetto..Io ho risolto la questione dell'incapacità di esprimere certe sensazioni, scrivendole su un foglio e poi mandando un sms al mio psy in cui gli chiedevo di dirmi di fargliele leggere durante la seduta..

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concordo con frogga...in realtà io credo che se si sceglie di fare una psicoterapia il mondo c'entri un pò pochino...nel senso che se gli impedimenti sono esterni (e ce ne sono) non è che si possa fare molto con la psicoterapia.

Uno può lavorare sull'autostima e magari crearsi qualche possibilità in più perchè appunto magari allarga i suoi orizzonti, questo sicuramente, ma non è affatto detto che se fai psioterapia risolvi i tuoi problemi...idem anche con il resto...io penso che non tutto è sempre ciò che noi facciamo in modo che sia, non credo al destino ma no sono nemmeno così cieca da vedere porte aperte ovunque...

Forse sul sentimentale è un pò diverso ma anche lì poi, giocano diversi fattori, non solo ciò che noi vogliamo, scegliamo, ci aspettiamo dall'altro....anzi sotto certi aspetti il mondo sentimentale è ancora più complicato di cose più pratiche.

Però magari una psicoterapia può aiutare a comprendere meglio anche chi abbiamo di fronte, oltre a noi stessi!

Io insomma non sto cercando consolazioni o scorciatoie, non avrei fatto una psicoterapia di tipo analitico se avessi voluto la strada spianata (va beh è un pò esagerato come termine ma è per comprenderci).

Diciamo che la mia "lamentazione" fa parte di quel mondo inconscio che sto cercando di conoscere e far venire a galla, per il resto cerco (almeno in questa fase della terapia) di rimboccarmi le maniche e provare a trovare me stessa, i miei desideri e se posso anche le mie aspettative per il futuro (sicuramente non a lungo termine). La parte difficile è mettere tutto in pratica e come ha scritto juditta provare a costruirmi la "mia" autostima.

Questa dote io no ce l'ho dal passato (come credo molti di voi qui), è qualcosa che non mi è stato insegnato, tamite le gratificazione, le carezze e i plausi dei miei genitori, è qualcosa che ritrovo solo quando capita che in questo "mondo cattivo" riesco a fare qualcosa che altri riescono ad apprezzare...perchè insomma diciamocelo: l'autostima non è che nasca da dentro...la mia psi me lo ha detto tante volte..."non troverà l'autostima facendo psicoterapia...la psicoterapia le servirà a capire che anche se qualcosa va storto non è la fine del mondo, che anche se riceve qualche "no", non vuol dire che lei non vale niente. Ma poi sta a lei "buttarsi" e fare in modo che si creino le situazioni in cui costruire la sua autostima!".

Non è facile ma arrivati fin qui, non si può tornare indietro...dovremmo provarci... :Skull:

Personalmente la mia psicoterapia si fonda sul riconoscimento di certi aspetti e bisogni che ho lasciato da parte per lungo tempo. Diciamo che dal punto di vista affettivo sono esattamente una bimba, bisognosa d'amore e incapace di chiederlo o dimostrarlo.

Vedi, anche il mio gettarmi nello studio e in un'ipotetica realizzazione professionale sono stati un modo per sfuggire a quei bisogni, un'occasione per dimostrare a me stessa che le cose che dipendevano da me io potevo farle andare come volevo! Le gratificazioni e le carezze dei genitori non le ricordo proprio, forse da parte di mia madre in diversi episodi, già quand'ero grandicella sì, ma con mio padre ci sono delle questioni un po' delicate di cui non parlo volentieri...diciamo che tuttora, a 30 anni, quando un uomo mi abbraccia o anche solo se mi fa un complimento, io mi sento morire... morire per l'imbarazzo, come se provassi piacere ma vedessi sempre qualcosa di sbagliato e peccaminoso in queste cose. Mi spiace non riuscire ad approfondire, mi sento piuttosto in imbarazzo nel parlare di queste cose qui, perché avete più o meno tutti un/una compagno/a, mentre io manco so che significa dividere i propri giorni con un'altra persona... :icon_rolleyes:

Riguardo al mondo esterno versus noi stesse, beh, ti dirò, Digi, ci sono state occasioni in cui avrei potuto "provare" alcune strade e dall'inizio mi sono ritratta per la paura di non farcela. In questi ultimi 7-8 anni, a seguito di un paio di eventi (sempre di natura sentimentale) la sofferenza e il dolore sono diventati così totali, così paralizzanti da bloccare la mia persona in ogni campo. Spero solo non sia tardi per rimediare... e cmq, qualsiasi cosa succeda, se anche dovessi continuare a vivere alla giornata, voglio essere forte, voglio tornare la persona che ero.

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Seduta positiva, dice che per la prima volta sente che ho fiducia in lei. Ma il tavolo non si tocca. Mi toccherà portare un'accetta e farlo a pezzi prima di finire isolata in psichiatria? :crazy:

Descrivicelo un po' questo tavolo!

Quello del mio psy è così bello, ho i suoi piedini sempre vicini! :icon_surprised: E poi sopra ci sono dei libri dai titoli improponibilmente difficili! :Batting Eyelashes: E poi ci sono delle penne, la sveglia dove lui guarda l'orario (ecco, sì, quella la odio!) e poi le cartelline con gli scritti che gli ho portato io...che ve lo dico a fa', diverse volte mi sono chiesta se le tira fuori quando sto per arrivare! :Broken Heart:

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Descrivicelo un po' questo tavolo!

Quello del mio psy è così bello, ho i suoi piedini sempre vicini! :icon_surprised: E poi sopra ci sono dei libri dai titoli improponibilmente difficili! :Batting Eyelashes: E poi ci sono delle penne, la sveglia dove lui guarda l'orario (ecco, sì, quella la odio!) e poi le cartelline con gli scritti che gli ho portato io...che ve lo dico a fa', diverse volte mi sono chiesta se le tira fuori quando sto per arrivare! :Broken Heart:

Beh, si tratta di una semplice scrivania piuttosto grande e sulla quale non c'è posato nulla eccetto una pianta nell'estremità dell'angolo. E' moderna, liscia e senza oggetti come piace a me; ma la odio! Iero ho ufficialmente protestato e non sto a dire quanto abbia analizzato tale protesta, direi che ne era contenta. Anche perché è stata una delle poche sedute senza silenzi, ma tanto ora so che lei è con me e posso parlare..... Solo che sono convinta che se non ci fosse la scrivania riuscirei a portarla davvero dentro di me, là dove le ho sempre impedito di arrivare. E giù con le interpretazioni dell'ostacolo esterno e dell'oggetto interno! L'ho voluta giovane, carina e kleiniana? Ora me la tengo.

p.s. e chi la molla più? :wub:

Ieri ha riferito pari pari una mia frase che avevo scritto qui, mi è preso un colpo :Skull:

Non ho capito, ma tu hai vicini i piedini del tavolo o quelli dello psi? :icon_mrgreen:

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Ciao.. scusa se mi permetto..Io ho risolto la questione dell'incapacità di esprimere certe sensazioni, scrivendole su un foglio e poi mandando un sms al mio psy in cui gli chiedevo di dirmi di fargliele leggere durante la seduta..

Io non ho nessun numero di cell. del mio psi. l'unico numero che ho è quello del consultorio nel quale lavora.... Ieri ho avuto la seduta e gli ho raccontato alcune cose, dicendogli che le avevo scritte su un fogli x paura di dimenticarmele nel dettaglio, gli ho anche detto che il giorno in cui stavo male avrei voluto telefonargli, ma che non lo avevo fatto x paura di disturbarlo, ma lui non mi ha detto nulla, e non mi ha chiesto di mostrargli il foglio. E' vero che lo avrei dovuto fare io... Ma comunque tutto sommato è stata una buona seduta, sono uscita diciamo così "caricata", anche se oggi mi sento già come prima...Grazie del consiglio sei davvero un tesoro, io ho bisogno di sentirmi appoggiata e consigliata da qualcuno che mi capisca...

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Personalmente la mia psicoterapia si fonda sul riconoscimento di certi aspetti e bisogni che ho lasciato da parte per lungo tempo. Diciamo che dal punto di vista affettivo sono esattamente una bimba, bisognosa d'amore e incapace di chiederlo o dimostrarlo.

Vedi, anche il mio gettarmi nello studio e in un'ipotetica realizzazione professionale sono stati un modo per sfuggire a quei bisogni, un'occasione per dimostrare a me stessa che le cose che dipendevano da me io potevo farle andare come volevo! Le gratificazioni e le carezze dei genitori non le ricordo proprio, forse da parte di mia madre in diversi episodi, già quand'ero grandicella sì, ma con mio padre ci sono delle questioni un po' delicate di cui non parlo volentieri...diciamo che tuttora, a 30 anni, quando un uomo mi abbraccia o anche solo se mi fa un complimento, io mi sento morire... morire per l'imbarazzo, come se provassi piacere ma vedessi sempre qualcosa di sbagliato e peccaminoso in queste cose. Mi spiace non riuscire ad approfondire, mi sento piuttosto in imbarazzo nel parlare di queste cose qui, perché avete più o meno tutti un/una compagno/a, mentre io manco so che significa dividere i propri giorni con un'altra persona... :icon_rolleyes:

Riguardo al mondo esterno versus noi stesse, beh, ti dirò, Digi, ci sono state occasioni in cui avrei potuto "provare" alcune strade e dall'inizio mi sono ritratta per la paura di non farcela. In questi ultimi 7-8 anni, a seguito di un paio di eventi (sempre di natura sentimentale) la sofferenza e il dolore sono diventati così totali, così paralizzanti da bloccare la mia persona in ogni campo. Spero solo non sia tardi per rimediare... e cmq, qualsiasi cosa succeda, se anche dovessi continuare a vivere alla giornata, voglio essere forte, voglio tornare la persona che ero.

che dire Berenice, credo questo confronto sia stato molto positivo.

Sai mi ha colpito proprio questa nostra differenza di affrontare i due mondi : lavorativo e sentimentale!

Riassumento all'osso, tu sei quella che s'è buttata sul lavoro ma che nonostante tutto anche in quello senti che non sei stata "libera" di scegliere, come le persone che possiamo definire "normali", anche se insomma sappiamo che non sarebbe appropriato!

E la tua vita sentimentale è quella su cui hai maggiori "problemi" e forse a quanto pare senti come qualcosa di "vergognoso" , o almeno difficile da spiegare (scusa sei termini non sono de ltutto appropriati ma voglio riassumere, correggimi se dico sciocchezze), inconmprensibile all'occhio esterno.

Per me è praticamente il contrario, ciò su cui mi sento in difficoltà, sia nello spiegare agli altri ma anche nell'accettare per me stessa, è tutto ciò che riguarda le conquiste scuola-lavoro.

Al contrario il lato sentimentale all'apparenza è salvo (proprio come per te è il lavoro ), eppure ciò che hai accennato su tuo padre, è qualcosa che comprendo profondamente, eppure nonostante abbia accanto un uomo che mi ama tantissimo e un figlio meraviglioso, io sento che anche lì ho tantissimi problemi...e anche se da fuori non si direbbe, io ci sto lavorado da due anni, affinchè possa far andare le cose ne lmodo migliore possibile, consapevole che alcune cose non potrò più viverle, consapevole che pur essendo avvantagiata in questo campo, rispetto ad altri, ho comunque uan serie di problemi che se no risolti comunque avrebbero potuto portarmi a perdere anche quel poco che avevo. Problemi non del tutto risolti, tra l'altro...anche io non posso dire moltissimo....

Però insomma questo mi aiuta a comprendere molte cose...non so se si capsice il paragone che ho fatto fra noi due, maavrei potuto farlo con altre di voi qui in modi diversi...

In fondo non credo fra di noi ci siano persone completamente invalidate dalle nevrosi che stiamo provando a curare...tutte dopotutto a modo nostro e con le grandissime difficoltà che comporta, abbiamo una vita all'apparenza normale! E poco importa se la "normalità" è una vita familiare , lavorativa o sociale all'apparenza stabile...il punto è che non lo viviamo come dovremmo, il punto è che comunque non siamo noi stesse e che abbiamo da sempre sacrificato al nostra personalità....

ecco io è a questo che miro, io vorrei recuperare me stessa, vorrei sentire le mei scelte (giuste o sbagliate che siano) mie e solo mie!

Ma ciò (per quanto mi riguarda) comporta dei grossi sacrifici, comporta rinunciare a un equilibrio che mi ero costruita a fatica, un equilibrio che portava da un alto la mia infelicità e dall'altro la serenità della mia famiglia....

La domanda che mi ha posto la psi mercoledì è il riassunto di tutto ciò: "quanto è disposta lei a rinunciare a se stessa per mantenere un equilibrio falsato che garantisca però la serenità della sua famiglia"?

Ecco io oggi non so rispondere a questa domanda....dal di fuori appare la cosa più semplice del mondo, e anche a me....razionalmente! Ma il mio inconscio ha paura di scegliere, perchè sa che se scelgo di sciogliere questo falso equilibrio dopo non si torna indietro, e io ho un'immensa paura di non riuscire a trovare me stessa..fin ora questo ruolo di vittima sacrificale mi ha almeno dato un fine....dopo cosa c'è?

La psi dice, "ecco ora lo sa"!!!!

Si lo so...ma intanto non riesco a muovermi, so che non posso tornare indietro ma mi sento bloccata immobilizzata nell'andare avanti e riempio tutto il vuoto intorno a me mangiando....in due anni di analisi non ho mai sentito la mia angoscia così forte....spero sia davvero un passaggio obbligato!

Scusate mi sono dilungata in riflessioni tutte mie...so che non si capsice un tubo....ma forse mi serve esternale....ignoratemi pure...

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Scusate mi sono dilungata in riflessioni tutte mie...so che non si capsice un tubo....ma forse mi serve esternale....ignoratemi pure...

Ignorarti? Non scherziamo!!!

Grazie invece per le tue riflessioni

Io credo di aver iniziato a fingere fin dalla nascita

:abbr:

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