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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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io mi riferivo a quell'episodio specifico con giovanni... la sensazione di rifiuto in quel caso non è stata una mia percezione...è che lui era proprio teso per i caxxi suoi e mi ha un po' maltrattato. :icon_confused:

intendevo dire che probabilmente è più difficile che una cosa del genere succeda in un rapporto analitico nel quale il "carattere" del terapeuta rimane fuori, ma allo stesso tempo la complicità del rapporto nel mio tipo di terapia rende più facilmente superabile uno scaxxo isolato...

spero si capisca cosa intendo, sono un po stanca!

Penso di aver capito cosa intendi dire. In una psicoterapia come la mia, quella con la donna di ghiaccio per intenderci, è molto difficile arrivare al litigio, ma io direi proprio alla sia pur minima alzata di voce. Magari nel tuo tipo di rapporto si può verificare frequentemente, anche a seconda dei caratteri, che vi siano scambi un po' accesi. Mi sembra di capire che poi però la situazione riesce a ricomporsi con una certa normalità. Se per qualche strana congiunzione astrale la mia psi arrivasse a maltrattarmi penso che il tutto sarebbe molto più difficilmente superabile.

Ci ho preso? :nea:

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e se invece il punto fosse proprio riuscire a superare questa sensazione di rifiuto?

altri pazienti con analisti ermetici che parlano pochissimo e non si mostrano...non si sentono rifiutati ma pienamente accolti.

è molto probabile che la sensazione del rifiuto sia dentro di te e dipenda in misura minima dal comportamento esterno... sai bene che nella vita reale le persone non sono sempre disposte a venirti incontro a metà strada o a darti mille conferme per non farti sentire rifiutata... e queste cose le dico per esperienza personale e perchè io stessa sto combattendo la mia "battaglia" con questa sensazione di rifiuto... sai che c'è? mi sono resa conto che finivo (parlo al passato per scaramanzia) per mettere le persone continuamente alla prova, chiedendo mille conferme... e alla fine ci sta pure che le persone si rompano le palle...

secondo me Ric ti farebbe un torto colmando quella sensazione di rifiuto invece di fartela affrontare e (si spera) superare dentro di te. (sempre per come vedo io la faccenda... :icon_rolleyes: )

Judi.....non avevo fatto caso ad una cosa che noto solo ora scritta sotto il tuo avatar..............ma da quanto tempo sei diventata membro ingombrante????? :rofl:

Il punto è sicuramente riuscire a superare questa sensazione di rifiuto. La questione è sul come debba avvenire questo superamento :Raised Eyebrow:

La sensazione di rifiuto è sicuramente dentro di me (pensavo fosse ovvio!!!).

Ma, attenzione, io non penso di proiettarlo a 360° intorno a me e non chiedo mille conferme (....solo qualche centinaio :;):.....ma guarda caso proprio da persone che mi trasmettevano un senso d'insicurezza che si è rivelato più che fondato )

Se pensi che Ric mi farebbe un torto.....beh....allora Enzo me ne ha fatti migliaia! :Just Kidding:

No, io la vedo in maniera completamente diversa.

Posto che c'è a chi piace cotta e a chi cruda (di solito io la preferisco al sangue), per cui capisco anche coloro che si sentono accolti nel silenzio, credo di aver messo ben a fuoco da cosa e soprattutto da chi, cioè da quali relazioni significative, deriva il senso di rifiuto.

Per tale motivo cerco relazioni significative che possano controbilanciare questo senso di rifiuto che trae origine dal passato ma è anche rinfocolato da relazioni attuali.

Probabilmente il mio passato è un po' diverso dal tuo, sono io che mi sono rotta le balle di gente che mi scambia per un distributore gratuito e continuo di sangue fresco.......bastardi succhiasangue a tradimento!

In questo sono abbastanza cambiata, non ci casco più tanto facilmente.

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e allora mi domando perchè lo vuoi conquistare a tutti i costi ?

scusa zazà non è che voglio romperti le palle con questa storia, però io vedo tanta ostinazione su questo punto e mi domando se dietro non ci sia dell'altro.....

e che ci può stare dietro se non un desiderio di affetto?

ma solo a me sembra così semplice e senza doppio fondo?

come si fa a mettere le briglie al desiderio?

è anche una questione di temperamento e non posso ostinarmi a cambiarlo, anzi, direi che ho sempre cercato di smorzarlo e l'analisi lo ha tirato fuori.

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mi domando pure (quante doamnde che mi faccio oggi !!) se effettivamentesentiresti il suo affetto

non è possibile che lui te lo dimostyri già , mentre tu invece non riesci a sentire perchè non riesci a sentire affetto, perchè tutto quello che ti viene dato finisce in un grande pozzo senza fondo e tu manco ti accorgi di piccole dimostrazioni che magari ricevi quotidianamente ?

e qui sto proiettando un po' di robaccia mia.....

Credo anch'io che stai proiettando perchè io insieme a lui faccio il paragone con Enzo.

Tanto per chiarire come i problemi vengano comunque a galla posso raccontare che la mia dipendenza affettiva veniva fuori in ogni caso.

Se avevo a che fare con persone che realmente non riuscivano (causa nevrosi loro peggio delle mie) a darmi affetto sano, tornava a galla il senso di rifiuto di base.

Se avevo risposte sane e piene di affetto, come quelle di Enzo, mi veniva il panico perchè non riuscivo ad immaginarmi senza di lui (o chi era di turno...perchè qualche individuo sano dopotutto l'ho incontrato in vita mia)

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Il tempo ci dirà....se sarà cambiato Ric o Zazà!!! :Just Kidding:

carina la rima :Four Leaf Clover:

io mi riferivo a quell'episodio specifico con giovanni... la sensazione di rifiuto in quel caso non è stata una mia percezione...è che lui era proprio teso per i caxxi suoi e mi ha un po' maltrattato. :icon_confused:

intendevo dire che probabilmente è più difficile che una cosa del genere succeda in un rapporto analitico nel quale il "carattere" del terapeuta rimane fuori, ma allo stesso tempo la complicità del rapporto nel mio tipo di terapia rende più facilmente superabile uno scaxxo isolato...

spero si capisca cosa intendo, sono un po stanca!

Io ho capito cosa intendi.

A me non è mai successa una cosa del genere, tranne una volta. Le cazziate erano sempre mirate e precise :vava:

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Penso di aver capito cosa intendi dire. In una psicoterapia come la mia, quella con la donna di ghiaccio per intenderci, è molto difficile arrivare al litigio, ma io direi proprio alla sia pur minima alzata di voce. Magari nel tuo tipo di rapporto si può verificare frequentemente, anche a seconda dei caratteri, che vi siano scambi un po' accesi. Mi sembra di capire che poi però la situazione riesce a ricomporsi con una certa normalità. Se per qualche strana congiunzione astrale la mia psi arrivasse a maltrattarmi penso che il tutto sarebbe molto più difficilmente superabile.

Ci ho preso? :nea:

:good:

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-_- ora mi fate cadere l'autostima....tutti avevano capito tranne io... <_<

comunque detta così l'ho capita meglio...concordo...insomma molt idpende anche dall'incontro dei caratteri, e poi non dimentichiamo che più che l'approccio generale conta quello specifico che lo psi intende adottare con noi....per "aiutarci" a essere indipendenti, anche da lui...

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insomma molt idpende anche dall'incontro dei caratteri, e poi non dimentichiamo che più che l'approccio generale conta quello specifico che lo psi intende adottare con noi....per "aiutarci" a essere indipendenti, anche da lui...

Penso che sia proprio così. La mia psi nemmeno parla, praticamente sussurra, a volte nemmeno capisco e mi viene da pensare che forse sono anche un po' sorda. Sapete .... l'età ......

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Judi.....non avevo fatto caso ad una cosa che noto solo ora scritta sotto il tuo avatar..............ma da quanto tempo sei diventata membro ingombrante????? :rofl:

:muttley:

già da un po'...

Il punto è sicuramente riuscire a superare questa sensazione di rifiuto. La questione è sul come debba avvenire questo superamento :Raised Eyebrow:

La sensazione di rifiuto è sicuramente dentro di me (pensavo fosse ovvio!!!).

Ma, attenzione, io non penso di proiettarlo a 360° intorno a me e non chiedo mille conferme (....solo qualche centinaio :;):.....ma guarda caso proprio da persone che mi trasmettevano un senso d'insicurezza che si è rivelato più che fondato )

Se pensi che Ric mi farebbe un torto.....beh....allora Enzo me ne ha fatti migliaia! :Just Kidding:

No, io la vedo in maniera completamente diversa.

Posto che c'è a chi piace cotta e a chi cruda (di solito io la preferisco al sangue), per cui capisco anche coloro che si sentono accolti nel silenzio, credo di aver messo ben a fuoco da cosa e soprattutto da chi, cioè da quali relazioni significative, deriva il senso di rifiuto.

Per tale motivo cerco relazioni significative che possano controbilanciare questo senso di rifiuto che trae origine dal passato ma è anche rinfocolato da relazioni attuali.

Probabilmente il mio passato è un po' diverso dal tuo, sono io che mi sono rotta le balle di gente che mi scambia per un distributore gratuito e continuo di sangue fresco.......bastardi succhiasangue a tradimento!

In questo sono abbastanza cambiata, non ci casco più tanto facilmente.

secondo me ciò che rende il nostro punto di vista totalmente diverso è la prospettiva futura. io ambisco all'indipendenza, tu invece desidereresti (potendo) fare l'analisi a vita (l'hai affermato tu, non credo di travisare). quindi è ovvio che in quest'ottica ci stia di desiderare un rapporto affettivo correttivo che faccia da controbilanciamento dei rapporti passati o attuali.

se invece si ambisce a portare un giorno a conclusione il percorso... ovvio che si desideri imparare a camminare da soli.

io non credo che Enzo ti abbia fatto torti... però mi pare evidente che se dopo 10 anni ancora hai bisogno di analisi, significa che quell'approccio ti ha dato il massimo che poteva, ti ha portato tutti i miglioramenti e i beneficici che era in grado di dare ma oltre non può andare...

forse Ric ti può fare andare oltre, usando un altro metodo.

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A me non è mai successa una cosa del genere, tranne una volta. Le cazziate erano sempre mirate e precise :vava:

anche quelle di giovanni... voglio precisare che si tratta di un episodio isolato successo dopo 2 anni e mezzo...

il problema sarebbe stato se non fosse "isolato"... :icon_rolleyes:

anzi, volevo precisare una cosa...io ho apprezzato tanto la sua capacità di ammettere onestamente il proprio errore, senza girarci tanto intorno e ributtare la questione su di me.

credo che non mi sarebbe andato tanto giù un comportamento diverso...

non credo sia da tutti... mi è capitato di rimanere interdetta leggendo testimonianze nelle quali analisti forti della loro posizione "superiore" non si sono messi in discussione, anche quando avrebbero dovuto, secondo me...

ovviamente, e qui lo voglio precisare bene, non mi sto riferendo ai percorsi di nessuna di voi che è intervenuta!

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Penso che sia proprio così. La mia psi nemmeno parla, praticamente sussurra, a volte nemmeno capisco e mi viene da pensare che forse sono anche un po' sorda. Sapete .... l'età ......

Mi consolo....anche il mio psi. alcune volte sussurra e non lo capisco....anche io ho pensato di essere diventata un po' sorda....

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Penso che sia proprio così. La mia psi nemmeno parla, praticamente sussurra, a volte nemmeno capisco e mi viene da pensare che forse sono anche un po' sorda. Sapete .... l'età ......

Mi consolo....anche il mio psi. alcune volte sussurra e non lo capisco....anche io ho pensato di essere diventata un po' sorda....

:rflmao:

Anche a me succede, però non mi faccio troppi problemi, chiedo di ripetere e basta. E capita ogni tanto che nemmeno lui capisce sebbene mi sembri di parlare a voce alta, forse è un po' sordo anche lui.

Da molti anni ho accettato la mia "sordità" :He He: , no, davvero, perché anche in altre situazioni mi capita di non capire qualche parola e chiedo di ripeterla più volte perché continuo a non capire :(:

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:muttley:

già da un po'...

secondo me ciò che rende il nostro punto di vista totalmente diverso è la prospettiva futura. io ambisco all'indipendenza, tu invece desidereresti (potendo) fare l'analisi a vita (l'hai affermato tu, non credo di travisare). quindi è ovvio che in quest'ottica ci stia di desiderare un rapporto affettivo correttivo che faccia da controbilanciamento dei rapporti passati o attuali.

se invece si ambisce a portare un giorno a conclusione il percorso... ovvio che si desideri imparare a camminare da soli.

io non credo che Enzo ti abbia fatto torti... però mi pare evidente che se dopo 10 anni ancora hai bisogno di analisi, significa che quell'approccio ti ha dato il massimo che poteva, ti ha portato tutti i miglioramenti e i beneficici che era in grado di dare ma oltre non può andare...

forse Ric ti può fare andare oltre, usando un altro metodo.

Ma da come parli sembra che tu identifichi l'analista con l'analisi (correggimi se sbaglio), per me sono due cose diverse.

Perché mai il giorno che concluderai la terapia Giovanni dovrebbe scomparire totalmente dalla tua vita? chi lo ha detto? sarà una cosa che deciderete insieme. Certo nella maggior parte dei casi avviene che non ci si frequenta più però non è categorico.

Io non lo so che cosa succederà in futuro e nemmeno ci penso, tanto ho i guai presenti che mi occupano tutti i pensieri.

Ambire all'indipendenza per me non è sinonimo di conclusione di un rapporto significativo con una persona. Oppure si conclude ma resta un rapporto significativo con una persona reale, non con qualcuno che si conosce a stento e magari resta pure idealizzato.

Io voglio questo, non so che farci, sono fatta così e su questo non ho nessuna voglia di cambiare e anche Ric, una volta che gli ho manifestato il desiderio di conoscerlo meglio, mica mi ha detto che non se ne parla proprio, anzi mi chiese perché supponevo che non lo avrei mai conosciuto.

C'è gente che rimane in amicizia col proprio analista oppure si sente solo ogni tanto ma non per un aiuto analitico, bensì per mantenere i contatti con una persona che è stata importante nella propria vita. Magari ti farò qualche esempio in privato...

Quando parlavo dell'analisi a vita volevo dire che mi piace l'analisi in sè come metodo introspettivo di conoscenza e se una cosa mi piace, se posso, non me ne privo. Ben diverso è rendersi conto che non se ne può fare proprio a meno! Su questo potremmo fare mille congetture ma solo quando smetti ti accorgi se ne sei dipendente oppure no, quindi è inutile parlarne.

Su questo aspetto ho avuto un banco di prova molto parziale, ho smesso per un anno perché sono stata costretta, e devo dire che finché Enzo era vivo e anche per un breve periodo dopo la sua morte non ho sentito il bisogno di analisi, salvo poi ricredermi perché c'erano faccende ancora irrisolte che mi ero illusa di poter superare da sola.

Non credo che si possa fare una valutazione dell'analisi precedente da lontano, soprattutto perché non sai da quali problemi sono partita, nemmeno io me ne rendo conto pienamente, pensa un po'!

Sei proprio sicura che sia dipeso dal tipo di approccio il fatto che ho ancora bisogno di analisi? io non tanto, ci sono troppe variabili in gioco per poter valutare davvero.......da qualche parte devo anche aver letto delle difficoltà oggettive che hanno gli stessi psi a valutare la riuscita delle analisi di lunga durata......devo vedere se riesco a ripescarla sta notizia...

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Sclerate e con l'Amplifon

:rflmao:

:rflmao:

Scherzi a parte, mi inserisco nella categoria anche io ma non credo dipenda dalla nostra sordità o imbecillità ( :icon_rolleyes: ), ma più che altro dalla solita mancanza di autstima...in poche parole ci facciamo u nsacco di menate per nulla..c'è gente che chiede "sucsi cosa ha detto", mille volte al giorno senza magari fregarsene o accorgersene proprio...

E' la solita storia del "ce le ho tutte io, non valgo niente ecc.ecc."....insomma non per niente siamo in terapia... -_-

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:rflmao:

Scherzi a parte, mi inserisco nella categoria anche io ma non credo dipenda dalla nostra sordità o imbecillità ( :icon_rolleyes: ), ma più che altro dalla solita mancanza di autostima...in poche parole ci facciamo un sacco di menate per nulla..c'è gente che chiede "sucsi cosa ha detto", mille volte al giorno senza magari fregarsene o accorgersene proprio...

E' la solita storia del "ce le ho tutte io, non valgo niente ecc.ecc."....insomma non per niente siamo in terapia... -_-

se qualcuno dice "sucsi" in effetti è un pò imbecille!!! :Just Kidding:

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Ragazze care, spero vi ricordiate di me.

Mi spiace essere assente da questa discussione tanto amata, ma dal nuovo anno è esploso tutto il vulcano che ho dentro, questo mostro che mi dilania e m'impedisce di vivere. Ci sono giorni in cui non riesco a leggere neanche un intervento, talmente mi fa male riconoscere certe riflessioni, rivivere certe emozioni. Quanto avete scritto sull'infanzia, su quanto siamo a contatto, oggi, con le bambine che eravamo, mi ha fatto piangere, talmente sono di fronte a quella bambina, nuda, impotente, sola nella sua desolazione.

Non lo so cosa è successo, o, meglio, lo so. Un evento di apparentemente scarsa importanza, un incontro breve, diciamo, ha risvegliato in me tutto il dolore, la rabbia e la desolazione che mi devastano da anni. Il problema è che sono dentro a tutto questo e di fronte al mio vuoto spogliata completamente, senza più palliativi, stratagemmi, nulla. Io di fronte a me stessa e al mio modo di rapportarmi agli altri, ragione principale della mia sofferenza.

E dovrei pensare "sola, ma con a fianco l'analista"... invece no, sola davvero. L'analista c'è, mi ha persino fatto una "dichiarazione" in merito al suo estremo coinvolgimento nel mio percorso, ma sono io ad essere tremendamente stanca e disillusa. Quella rabbia che mi ha mandata avanti fino ad oggi alla ricerca di un riscatto si sta trasformando in disillusione. Vedo che qualsiasi passo in avanti io faccia, arriva subito una mazzata a farmi tornare a terra e a sprofondarci.

Ogni giorno basta un pensiero, un ricordo, una parola a risvegliare il mio vulcano, mi succede di piangere ovunque (ormai con l'analista accade sempre...) e non ce la faccio più, credetemi, la prossima volta che qualcuno mi dice "Eh, ma a te piace soffrire" non rispondo delle mie azioni! Qualsiasi cosa sarebbe preferibile a quest'agonia.

Perdonate lo sfogo, ma sono veramente al capolinea. Cosa potrà succedere ancora? E dove la trovo io la forza per sopportare le altre cose che mi accadranno?

Un abbraccio a tutte :Four Leaf Clover:

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...............

Ogni giorno basta un pensiero, un ricordo, una parola a risvegliare il mio vulcano, mi succede di piangere ovunque (ormai con l'analista accade sempre...) e non ce la faccio più, credetemi, la prossima volta che qualcuno mi dice "Eh, ma a te piace soffrire" non rispondo delle mie azioni! Qualsiasi cosa sarebbe preferibile a quest'agonia.

Perdonate lo sfogo, ma sono veramente al capolinea. Cosa potrà succedere ancora? E dove la trovo io la forza per sopportare le altre cose che mi accadranno?

Un abbraccio a tutte :Four Leaf Clover:

Non abbatterti, forse è una fase, forse anche lunga, continua a piangere, nessuna eruzione è eterna.

E non pensare che quello che accadrà in futuro sarà per forza negativo, chi te lo ha detto? :Four Leaf Clover:

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Ciao Berenice, non ho molte parole per confortarti. Posso solo dire che comprendo pienamente come ti senti e quanto sia vero che a volte basta anche solo una piccola cosa per rimettere in movimento un turbine di emozioni e di sentimenti che sono dentro di noi pronti a prorompere fuori. Per quanto mi riguarda il pianto è liberatorio, per quanto possa creare imbarazzo è comunque un modo per non tenere tutto bloccato dentro. Piango sempre e ovunque. Solo dalla mia psi non riesco a farlo, eppure so che è proprio lì che ne avrei più bisogno. Tante volte lei mi ha detto che in quel momento stavo piangendo dentro, mi ha invitata a lasciarmi andare.... niente. In questi momenti non riusciamo a scorgere soluzioni, così come arrivano le mazzate potrebbero però giungere aliti di aria leggera e profumata che risvegliano il senso della vita. Non chiudere per sempre questa speranza, tieni viva una piccola luce dentro. Potrebbe alimentarsi quando meno te lo aspetti. Un forte abbraccio

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Ma da come parli sembra che tu identifichi l'analista con l'analisi (correggimi se sbaglio), per me sono due cose diverse.

Perché mai il giorno che concluderai la terapia Giovanni dovrebbe scomparire totalmente dalla tua vita? chi lo ha detto? sarà una cosa che deciderete insieme. Certo nella maggior parte dei casi avviene che non ci si frequenta più però non è categorico.

Io non lo so che cosa succederà in futuro e nemmeno ci penso, tanto ho i guai presenti che mi occupano tutti i pensieri.

Ambire all'indipendenza per me non è sinonimo di conclusione di un rapporto significativo con una persona. Oppure si conclude ma resta un rapporto significativo con una persona reale, non con qualcuno che si conosce a stento e magari resta pure idealizzato.

Io voglio questo, non so che farci, sono fatta così e su questo non ho nessuna voglia di cambiare e anche Ric, una volta che gli ho manifestato il desiderio di conoscerlo meglio, mica mi ha detto che non se ne parla proprio, anzi mi chiese perché supponevo che non lo avrei mai conosciuto.

C'è gente che rimane in amicizia col proprio analista oppure si sente solo ogni tanto ma non per un aiuto analitico, bensì per mantenere i contatti con una persona che è stata importante nella propria vita. Magari ti farò qualche esempio in privato...

Quando parlavo dell'analisi a vita volevo dire che mi piace l'analisi in sè come metodo introspettivo di conoscenza e se una cosa mi piace, se posso, non me ne privo. Ben diverso è rendersi conto che non se ne può fare proprio a meno! Su questo potremmo fare mille congetture ma solo quando smetti ti accorgi se ne sei dipendente oppure no, quindi è inutile parlarne.

Su questo aspetto ho avuto un banco di prova molto parziale, ho smesso per un anno perché sono stata costretta, e devo dire che finché Enzo era vivo e anche per un breve periodo dopo la sua morte non ho sentito il bisogno di analisi, salvo poi ricredermi perché c'erano faccende ancora irrisolte che mi ero illusa di poter superare da sola.

Non credo che si possa fare una valutazione dell'analisi precedente da lontano, soprattutto perché non sai da quali problemi sono partita, nemmeno io me ne rendo conto pienamente, pensa un po'!

Sei proprio sicura che sia dipeso dal tipo di approccio il fatto che ho ancora bisogno di analisi? io non tanto, ci sono troppe variabili in gioco per poter valutare davvero.......da qualche parte devo anche aver letto delle difficoltà oggettive che hanno gli stessi psi a valutare la riuscita delle analisi di lunga durata......devo vedere se riesco a ripescarla sta notizia...

io mica ho detto che ambire all'indipendenza significhi chiudere un rapporto significativo... però sinceramente per me ha poco senso adesso proiettarsi al dopo, pensare di impostare un rapporto ora di modo che dopo, quando finirò, durerà... io al dopo non ci penso proprio, ci penserò quando sarà il momento.

e poi. precisazione io non faccio analisi...io faccio psicoterapia (terapia!). precisazione che comunque da il senso di chi fa un percorso considerandolo destinato a una conclusione, sperando di non aver bisogno di fare terapia a vita...

quello che volevo dire io è che io ho la sensazione personalissima , quindi può anche essere errata, che tu rischi di adagiarti nell'analisi se lui ti desse ANCHE un un rapporto che bilanciasse i tuoi rapporti attuali. partendo dalla tua idea che potendo non ti priveresti dell'analisi, trovando pure un rapporto che ti consola un po' rischi di adagiartici davvero a vita. ma io credo che nessun analista voglia dare ai pazienti un rapporto consolatorio che li faccia meno soffrire delle mancanze attuali, credo che il suo scopo sia quello di aiutare a costruirsi fuori di li dei rapporti più sani.

oppure può essere una fase, l'analista può porsi come qual padre sano che è mancato, appunto... ma è una fase che hai già passato, Ric si inserisce nella tua terapia in un momento successivo.

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Ragazze care, spero vi ricordiate di me.

Mi spiace essere assente da questa discussione tanto amata, ma dal nuovo anno è esploso tutto il vulcano che ho dentro, questo mostro che mi dilania e m'impedisce di vivere. Ci sono giorni in cui non riesco a leggere neanche un intervento, talmente mi fa male riconoscere certe riflessioni, rivivere certe emozioni. Quanto avete scritto sull'infanzia, su quanto siamo a contatto, oggi, con le bambine che eravamo, mi ha fatto piangere, talmente sono di fronte a quella bambina, nuda, impotente, sola nella sua desolazione.

Non lo so cosa è successo, o, meglio, lo so. Un evento di apparentemente scarsa importanza, un incontro breve, diciamo, ha risvegliato in me tutto il dolore, la rabbia e la desolazione che mi devastano da anni. Il problema è che sono dentro a tutto questo e di fronte al mio vuoto spogliata completamente, senza più palliativi, stratagemmi, nulla. Io di fronte a me stessa e al mio modo di rapportarmi agli altri, ragione principale della mia sofferenza.

E dovrei pensare "sola, ma con a fianco l'analista"... invece no, sola davvero. L'analista c'è, mi ha persino fatto una "dichiarazione" in merito al suo estremo coinvolgimento nel mio percorso, ma sono io ad essere tremendamente stanca e disillusa. Quella rabbia che mi ha mandata avanti fino ad oggi alla ricerca di un riscatto si sta trasformando in disillusione. Vedo che qualsiasi passo in avanti io faccia, arriva subito una mazzata a farmi tornare a terra e a sprofondarci.

Ogni giorno basta un pensiero, un ricordo, una parola a risvegliare il mio vulcano, mi succede di piangere ovunque (ormai con l'analista accade sempre...) e non ce la faccio più, credetemi, la prossima volta che qualcuno mi dice "Eh, ma a te piace soffrire" non rispondo delle mie azioni! Qualsiasi cosa sarebbe preferibile a quest'agonia.

Perdonate lo sfogo, ma sono veramente al capolinea. Cosa potrà succedere ancora? E dove la trovo io la forza per sopportare le altre cose che mi accadranno?

Un abbraccio a tutte :Four Leaf Clover:

purtroppo non sono nememno io dell'umore giusto per consolarti e non creod servirebbe o sia quello che sei nenuta a acercare, volevo solo dirti che ti capisco molto...a noi non piace affatto soffrire....anche se è vero che spesso la sofferenza è il nostro pane quitidiano....

Ti abbraccio..

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Scherzi a parte, mi inserisco nella categoria anche io ma non credo dipenda dalla nostra sordità o imbecillità ( :icon_rolleyes: ), ma più che altro dalla solita mancanza di autstima...in poche parole ci facciamo u nsacco di menate per nulla..c'è gente che chiede "sucsi cosa ha detto", mille volte al giorno senza magari fregarsene o accorgersene proprio...

E' la solita storia del "ce le ho tutte io, non valgo niente ecc.ecc."....insomma non per niente siamo in terapia... -_-

Perfettamente daccordo...... :LMAO::Talking Ear Off::Thinking:

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