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Insegnanti e angoscia di morte


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Noto che la tendenza degli insegnanti è quella di "riempirsi" di extra..i lavori per le festività, la visita all'ospizio, la continuità didattica con le scuole di ordine contiguo, i progetti proposti dalle associazioni, le sfilate di carnevale, le uscite didattiche,interventi di esperti, lo spettacolo di fine anno, il laboratorio x e y e chi più ne ha più ne metta. Certamente alcune di queste attività sono "meritevoli" e valide da un punto di vista educativo, e sarebbe un peccato rinunciarvi. Ma oltre un certo limite quel che pareva un arricchimento della cosiddetta offerta formativa si trasforma in una corsa nevrotica e priva di senso. E l'insegnante che non ce la fa a stare in classe impegnato ad andare sempre più in profondità dentro la relazione coi propri alunni e sempre più in profondità dentro le problematiche della propria disciplina, e risponde, invece, all'impulso di agitarsi di qua e di là sulla superficie di tutto e di riempirsi fino all'estremo non reagisce forse in un modo piuttosto istintuale e primitivo all'angoscia del vuoto e della morte? E non è grave che tale insegnante sia inconsapevole di questa compulsione che camuffa ed edulcora con motivazioni educative che in realtà non esistono? E che offra ai bambini un modo di reagire ai propri fantasmi schizzato e inconcludente? Non contribuiscono questi comportamenti patologici, moltiplicati per tante persone, a "patologizzare" l'istituzione? Io, a quegli insegnanti, cioè a tutti, farei vedere "Caos calmo" anzi, li obbligherei a stare seduti, fermi immobili, su una panchina a dilatare l'attimo e a guardarci dentro...

:D: grunt

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forse non camuffano ma ne hanno bisogno proprio perchè sentono l'angoscia del vuoto e della morte.

Forse hanno bisogno di dimenticare per un po' quell'angoscia e si nutrono dell'energia di ragazzi ancora inconsapevoli

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Touche'.....Aih che dolor!!!!!!!!!!!! Quest anno dopo tutti i casini che ho avuto sono: funzione strumentale, addetta alla commissione mensa,referente per la lingua straniera alla materna, faccio un corso sulla dislessia di 72 ore.....

Mi sono riempita come un bignè! tanto che scoppio...Meno male che almeno sono ore incentivate...guadagnerò un po' per le vacanze....

E meno male che siamo già a marzo! :air_kiss:

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Noto che la tendenza degli insegnanti è quella di "riempirsi" di extra..i lavori per le festività, la visita all'ospizio, la continuità didattica con le scuole di ordine contiguo, i progetti proposti dalle associazioni, le sfilate di carnevale, le uscite didattiche,interventi di esperti, lo spettacolo di fine anno, il laboratorio x e y e chi più ne ha più ne metta. Certamente alcune di queste attività sono "meritevoli" e valide da un punto di vista educativo, e sarebbe un peccato rinunciarvi. Ma oltre un certo limite quel che pareva un arricchimento della cosiddetta offerta formativa si trasforma in una corsa nevrotica e priva di senso. E l'insegnante che non ce la fa a stare in classe impegnato ad andare sempre più in profondità dentro la relazione coi propri alunni e sempre più in profondità dentro le problematiche della propria disciplina, e risponde, invece, all'impulso di agitarsi di qua e di là sulla superficie di tutto e di riempirsi fino all'estremo non reagisce forse in un modo piuttosto istintuale e primitivo all'angoscia del vuoto e della morte? E non è grave che tale insegnante sia inconsapevole di questa compulsione che camuffa ed edulcora con motivazioni educative che in realtà non esistono? E che offra ai bambini un modo di reagire ai propri fantasmi schizzato e inconcludente? Non contribuiscono questi comportamenti patologici, moltiplicati per tante persone, a "patologizzare" l'istituzione? Io, a quegli insegnanti, cioè a tutti, farei vedere "Caos calmo" anzi, li obbligherei a stare seduti, fermi immobili, su una panchina a dilatare l'attimo e a guardarci dentro...

:unsure: grunt

ciao ilaria, ben ritrovata:)

io non sono dentro alla scuola quindi non posso percepire questo atteggiamento da parte degli insegnanti, però leggendo ciò che scrivi mi sembra che tu abbia perfettamente descritto il *male* di quasi tutti.

il vuoto interiore che viene camuffato dall'esigenza di fare, di strafare, di essere in un continuo e frenetico movimento senza senso. l'esigenza di riempirsi, come dici tu, per colmare un vuoto. alla fine gli insegnati sono persone, quindi se questo è davvero il male comune allora bisognerebbe fare una riflessione sulla nostra società. cosa ci manca davvero? cosa dobbiamo riempiere? perchè dipendiamo così tanto?

ciao!

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ci manca la profondità, in questa società manipolata con la tecnologia ci manca la profondità e soffriamo di tutta questa superficie poichè la mente si adatta a ciò che c'è nell'ambiente

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Touche'.....Aih che dolor!!!!!!!!!!!! Quest anno dopo tutti i casini che ho avuto sono: funzione strumentale, addetta alla commissione mensa,referente per la lingua straniera alla materna, faccio un corso sulla dislessia di 72 ore.....

Mi sono riempita come un bignè! tanto che scoppio...Meno male che almeno sono ore incentivate...guadagnerò un po' per le vacanze....

E meno male che siamo già a marzo! :clapping:

:drinks: coccy!

però tu lo fai sulla tua pelle...io mi preoccupo quando gli insegnanti schizzati "schizzano" anche i bambini...

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ciao ilaria, ben ritrovata:)

io non sono dentro alla scuola quindi non posso percepire questo atteggiamento da parte degli insegnanti, però leggendo ciò che scrivi mi sembra che tu abbia perfettamente descritto il *male* di quasi tutti.

il vuoto interiore che viene camuffato dall'esigenza di fare, di strafare, di essere in un continuo e frenetico movimento senza senso. l'esigenza di riempirsi, come dici tu, per colmare un vuoto. alla fine gli insegnati sono persone, quindi se questo è davvero il male comune allora bisognerebbe fare una riflessione sulla nostra società. cosa ci manca davvero? cosa dobbiamo riempiere? perchè dipendiamo così tanto?

ciao!

ciao xela, bentornata! :)

certamente c'è sempre un rapporto tra l'individuale e il collettivo....

ma gli insegnanti io li perdono un po' meno rispetto a chi non si occupa di "relazioni d'aiuto" perchè nel nostro caso devono esserci delle consapevolezze professionali che derivano da una formazione psicopedagogica...c'è più responsabilità nel non porsi delle domande sapendo,per formazione, che esistono certi meccanismi e certe tendenze nella persona da una parte, e che esistono certi bisogni dall'altra...

ciao!!

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ciao xela, bentornata! :)

certamente c'è sempre un rapporto tra l'individuale e il collettivo....

ma gli insegnanti io li perdono un po' meno rispetto a chi non si occupa di "relazioni d'aiuto" perchè nel nostro caso devono esserci delle consapevolezze professionali che derivano da una formazione psicopedagogica...c'è più responsabilità nel non porsi delle domande sapendo,per formazione, che esistono certi meccanismi e certe tendenze nella persona da una parte, e che esistono certi bisogni dall'altra...

ciao!!

si ho capito perfettamente cosa intendi..be diciamo che di incompetenza in giro c'è ne da vendere, purtroppo...

forse non ci sono formazioni psicopedagogiche adeguate per gli insegnanti? o forse non c'è un controllo sulla serietà dell'operato? non so, lo chiedo a te che ci sei dentro.

a presto:)

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ci manca la profondità, in questa società manipolata con la tecnologia ci manca la profondità e soffriamo di tutta questa superficie poichè la mente si adatta a ciò che c'è nell'ambiente

Facciamo si che lo spostamento da un esperienza all'altra non incontri ostacoli, solo così riusciamo a trovare un senso nel presente: evitando accuratamente di inciampare in qualche incomprensibile emozione che rallenti lo spostamento.

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Noto che la tendenza degli insegnanti è quella di "riempirsi" di extra...........li obbligherei a stare seduti, fermi immobili, su una panchina a dilatare l'attimo e a guardarci dentro...

Gli insegnanti devono rendersi conto della fondamentale importanza che il loro ruolo riveste nella formazione della società civile.

Quello che ho vissuto io durante il mio percorso scolastico è stata l'indefferenza di tanti insegnanti che facevano finta di non vedere la mia (come quella di tanti altri) sofferenza emotiva. Erano insegnati che avevano come solo interesse sbrigare il loro compito che volgeva alla sola valutazione della capacita intellettuale.

Pochi sono stati capaci di vedermi ed andare oltre alla capacità intellettuale che, da buon somaro, non riuscivo a sviluppare. Quelli che ci sono riusciti erano insegnanti con un carisma e un autorevolezza che rimarranno sempre impressi nella mia memoria (La prof.ssa Sabatini alle medie e l'Ing. Andrielli alle superiori che immaginativamente abbraccio), grazie a loro sono riuscito a compiere un percorso che altrimenti si sarebbe interrotto diversi anni prima.

Io ^_^ gli insegnanti italiani (nuovi e vecchi) invece che in vacanze per tre mesi l'anno, li obbigherei a seguire per due mesi un bel corso di formazione psicologica estivo in cui, coloro che impartiscono l'educazione intellettuale siano capaci anche di affrontare e non trascurare l'educazione emotiva dei loro alunni.

Doppio grunt :D::D:

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Gli insegnanti devono rendersi conto della fondamentale importanza che il loro ruolo riveste nella formazione della società civile.

Quello che ho vissuto io durante il mio percorso scolastico è stata l'indefferenza di tanti insegnanti che facevano finta di non vedere la mia (come quella di tanti altri) sofferenza emotiva. Erano insegnati che avevano come solo interesse sbrigare il loro compito che volgeva alla sola valutazione della capacita intellettuale.

Pochi sono stati capaci di vedermi ed andare oltre alla capacità intellettuale che, da buon somaro, non riuscivo a sviluppare. Quelli che ci sono riusciti erano insegnanti con un carisma e un autorevolezza che rimarranno sempre impressi nella mia memoria (La prof.ssa Sabatini alle medie e l'Ing. Andrielli alle superiori che immaginativamente abbraccio), grazie a loro sono riuscito a compiere un percorso che altrimenti si sarebbe interrotto diversi anni prima.

Io ^_^ gli insegnanti italiani (nuovi e vecchi) invece che in vacanze per tre mesi l'anno, li obbigherei a seguire per due mesi un bel corso di formazione psicologica estivo in cui, coloro che impartiscono l'educazione intellettuale siano capaci anche di affrontare e non trascurare l'educazione emotiva dei loro alunni.

Doppio grunt :D::D:

Quoto pienamente Ilaria!

Gli insegnanti che fanno troppo giocano agli "occupatissmi" e sfuggono ai rappori reali emotivi con chi hanno di fronte. Il silenzio e l'sservazione di sè stessi e dei ragazzi che hai di fronte dà un numero di informazioni inimmaginabili. Brava Ilaria!

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  • 3 months later...
Noto che la tendenza degli insegnanti è quella di "riempirsi" di extra..i lavori per le festività, la visita all'ospizio, la continuità didattica con le scuole di ordine contiguo, i progetti proposti dalle associazioni, le sfilate di carnevale, le uscite didattiche,interventi di esperti, lo spettacolo di fine anno, il laboratorio x e y e chi più ne ha più ne metta. Certamente alcune di queste attività sono "meritevoli" e valide da un punto di vista educativo, e sarebbe un peccato rinunciarvi. Ma oltre un certo limite quel che pareva un arricchimento della cosiddetta offerta formativa si trasforma in una corsa nevrotica e priva di senso. E l'insegnante che non ce la fa a stare in classe impegnato ad andare sempre più in profondità dentro la relazione coi propri alunni e sempre più in profondità dentro le problematiche della propria disciplina, e risponde, invece, all'impulso di agitarsi di qua e di là sulla superficie di tutto e di riempirsi fino all'estremo non reagisce forse in un modo piuttosto istintuale e primitivo all'angoscia del vuoto e della morte? E non è grave che tale insegnante sia inconsapevole di questa compulsione che camuffa ed edulcora con motivazioni educative che in realtà non esistono? E che offra ai bambini un modo di reagire ai propri fantasmi schizzato e inconcludente? Non contribuiscono questi comportamenti patologici, moltiplicati per tante persone, a "patologizzare" l'istituzione? Io, a quegli insegnanti, cioè a tutti, farei vedere "Caos calmo" anzi, li obbligherei a stare seduti, fermi immobili, su una panchina a dilatare l'attimo e a guardarci dentro...

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ancora...ricordi di scuola

Scritto il 31-Jul-2005 alle 01:00 - Scrivi Commento

Il mio rapporto con gli alunni? Non ho mai criticato il loro paese, immergendomi in qualsiasi posto mi sia capitato di stare, cercando di apprezzarne gli usi , o meglio le abitudini del luogo, a volte imparando vocaboli nuovi dialettali...è certo che di posti ne ho girati!!

La prima supplenza era temporanea e sulla classe comune, poi man mano mi sono convinta che per fare punteggio era necessario un servizio continuo nella scuola, percio' scelsi di seguire un corso di specializzazione per l'insegnamento ad alunni in situazione di svantaggio.

Questa è stata una grande risorsa per me.

L'esperienza di insegnamento sul sostegno a ragazzi in condizioni di svantaggio mi ha resa complice dei miei alunni, oltre ad arricchirmi dal punto di vista umano.

Vedevo in loro il bisogno di essere aiutati, non solo in senso prettamente di apprendimento, anche di avere qualcuno che li "sostenesse" moralmente, che creasse con loro una corrente di empatia e che in definitiva li legasse al gruppo, facesse da "tramite", insomma.

Una sola volta non riusci' tanto all'inizio, perché il ragazzino era legato all'insegnante che mi aveva preceduto: appena mi vide disse che non ero maschio e non mi voleva.

La "lotta " fu serrata, proposi una strategia all'insegnante di Italiano che aveva piu' ore di compresenza con me...

Mi mettevo al posto della cattedra e preparavo i compiti o dei quesiti, li proponevamo insieme a tutti e le mie lezioni inizialmente furono deambulatorie, perchè giravo tra i banchi interrogando, anche non necessariamente su argomenti di studio, ma che avessero attinenze con il quotidiano...

Questo fu un lungo periodo, il ragazzino mi guardava con senso di sfida, fino ad un giorno in cui parlai della famiglia e, trovandomi li' vicino chiesi cosa faceva il padre, mi disse che aveva perso il lavoro e aveva molti debiti, la mamma faceva la chiromante ; poi mi disse in disparte che non aveva stima del papa' perché non lavorava : "Professore', papa' si era n' ommo a mamma' nun 'a faceva faticà!!" e mi guardava con gli occhietti azzurri e arguti, piccolo e grassottello, con le guance rosee e le labbra sottili, poi aggiunse:"Professore', papà si era n'ommo se metteva a faticà ò stesso!!" Aggiunsi che la colpa non era del padre se aveva perso il lavoro, ma nella vita ci sono circostanze avverse che non possiamo controllare.

Ero riuscita a farlo parlare, a mostrarmi la sua vera faccia, nei mesi che seguirono tutto fu per me piu' facile e per lui piacevole.... Sono passati poco più che dieci anni e la scuola non ha più la tendenza che aveva allora.A volte ho la sensazione che si voglia dimostrare a tutti i costi che si è FATTO QUALCOSA ma in realtà si bada alle apparenze e a fare meschinità

Settespiriti

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  • 2 weeks later...

[Gigi è un temerario, ha affrontato nella sua scuola di provenienza ( in prov. di Napoli) il mondo degli adulti con tutte le loro contraddizioni, i loro soprusi, il loro mondo ovattato........

Ha preso a sprangate Preside, Vice, e un bidello , perché questi sono abituati ad essere ossequiati e quando capita un alunno "fuori dalle regole" non ossequioso, non servile le cose si mettono male..

Per Gigi, che attualmente sta affrontando gli esami di licenza media, ciò è stata la causa che lo ha fatto allontanare dal posto di scuola più vicino e lo ha fatto mettere in una casa famiglia in una prov.diversa in attesa di nuove disposizioni del Giudice.

In altri modi e tempi (e quando i ragazzi appartengono a qualche "pezzo grosso" della scuola) le cose vanno decisamente in maniera diversa rispetto a Gigi, perché teoricamente potrebbero anche ammazzare i Prof... non succede nulla o quasi: si incorre in una punizione consistente nello shampoo di rito nella stanza del /della Preside , sosta obbligatoria nella Vicepresidenza per poi essere rispediti in classe a fare sempre peggio.

Ma il peggio è per gli inss. ( leggi Prof): la ramanzina e lo shampoo di rito tocca anche a noi perché "non sappiamo gestire la classe".

Può darsi anche che ci sia qualcosa di vero, ma A VOLTE SI METTE IN MOTO UNA MACCHINA VOLTA ALLA DISTRUZIONE PSICOLOGICA DEL DOCENTE CHE SUO MALGRADO NON RIESCE A GESTIRE SEMPLICEMENTE PERCHE' NON VIENE AIUTATO NEL SUO RUOLO.

I docenti più meritevoli, leggi quelli che portano sana acqua al mulino ( e ne fanno girare... proficuamente le pale!!) sono quelli che vengono realmente aiutati a svolgere il loro ruolo e quindi nei casi di ribellione di una classe che boicotta la lezione il docente viene aiutato a ristabilire il proprio ruolo.

Viceversa, i poveri docenti( poveri anche nel senso letterale del termine) che non si trovano a svolgere un ruolo "centrale", "proficuo" e, direi anche redditizio per i gruppi oligarchici di docenti ( leggi "staff" di Presidenza: termine coniato da poco) sono quelli più colpiti dalla maldicenza dei colleghi e in breve costretti a fare fagotto ( leggi : trasferimento)............... :8):-_-

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  • 2 weeks later...

Diciamo che certi personaggi "protagonisti" non si mettono mai in discussione, fino ad avere veri e propri deliri di onnipotenza ( "Noi siamo i padroni della scuola").

Mi rendo conto che è un po' eccessiva come affermazione ma essa esprime appieno lo spirito dei tempi che corrono..Allora far buon viso a cattivo gioco...o....cercare di cambiare le cose e...ogni tanto ribellarsi?Settespiriti :huh::(:

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Noto che la tendenza degli insegnanti è quella di "riempirsi" di extra..i lavori per le festività, la visita all'ospizio, la continuità didattica con le scuole di ordine contiguo, i progetti proposti dalle associazioni, le sfilate di carnevale, le uscite didattiche,interventi di esperti, lo spettacolo di fine anno, il laboratorio x e y e chi più ne ha più ne metta. Certamente alcune di queste attività sono "meritevoli" e valide da un punto di vista educativo, e sarebbe un peccato rinunciarvi. Ma oltre un certo limite quel che pareva un arricchimento della cosiddetta offerta formativa si trasforma in una corsa nevrotica e priva di senso. E l'insegnante che non ce la fa a stare in classe impegnato ad andare sempre più in profondità dentro la relazione coi propri alunni e sempre più in profondità dentro le problematiche della propria disciplina, e risponde, invece, all'impulso di agitarsi di qua e di là sulla superficie di tutto e di riempirsi fino all'estremo non reagisce forse in un modo piuttosto istintuale e primitivo all'angoscia del vuoto e della morte? E non è grave che tale insegnante sia inconsapevole di questa compulsione che camuffa ed edulcora con motivazioni educative che in realtà non esistono? E che offra ai bambini un modo di reagire ai propri fantasmi schizzato e inconcludente? Non contribuiscono questi comportamenti patologici, moltiplicati per tante persone, a "patologizzare" l'istituzione? Io, a quegli insegnanti, cioè a tutti, farei vedere "Caos calmo" anzi, li obbligherei a stare seduti, fermi immobili, su una panchina a dilatare l'attimo e a guardarci dentro...

:huh: grunt

Mah, io, da insegnante, penso che questi insegnanti rappresentino una minoranza, e che la maggioranza tenda ad avere a che fare il meno possibile con la scuola e tutte le sue dirette derivazioni. Io almeno sono così. L'angoscia del vuoto e della morte me la danno proprio tutte quelle riunioni, attività frenetiche, progetti, visite, interventi ecc.ecc.ecc.. Io non mi sento per nulla calato nel RUOLO di insegnante, anche se è il mio mestiere. Infatti insegno non a caso presso le scuole serali per adulti (è stata una scelta). La mia vita è FUORI dalla scuola. Ma il discorso naturalmente sarebbe lungo...

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