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domanda su psicoterapia


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ho iniziato da poco una terapia ma mi sembra di non andare da nessuna parte..mi sembra di parlare, parlare, ma di non arrivare ad un dunque ( premetto che sono 4 settimane che ho iniziato, quindi 4 incontri) forse è troppo presto per farsi un idea?

a voi è mai capitato di avere la sensazione di non aver ricevuto gran che alla fine del colloquio??

di aver parlato tanto ma di non essere arrivati a buttare giù delle linee guida definite, precise..di non aver ricevuto delle risposte. sono forse io che ho troppa fretta??

cerco nelle sue parole delle soluzioni, ma non ne trovo. o meglio mi ha detto cose che mi hanno fatto riflettere, cose che mi hanno dato degli spunti, ma vorrei, non so, forse un analisi più profonda. mi aspettavo che mi aprisse in due come una mela scavando nel mio passato e invece mi ascolta e rimaniamo in *superficie* ( o quantomeno ho questa sensazione)... :;):

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Ospite filotea

Ciao xela,

ogni psicologo usa strategie.......

Da come racconti,il tuo psicologo per il momento sta cercando di aprire un canale di fiducia.

Non penso che vai troppo di fretta, ma lo psicologo prima di andare oltre la superficie ha bisogno di conoscerti e quindi ASCOLTARTI.

Non ti preoccupare che prima o poi sarà LUI a pigiare tutti i tasti........:D:

Auguri

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Credo che Filo abbia ragione, io ho fatto solo un incontro fino ad oggi e anche se già lo psi mi conosceva come paziente ha voluto ascoltare e fare domande (che potrei ritenere anch'io "superficiali"). A loro credo che serva per conoscerci meglio e piano piano andare piu' in profondità....quindi cara xela non avere fretta e vedrai che presto ti aprirà come una mela come dici tu!!! :D:

Un abbraccio, Stellina.

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cara xela .. non per scoraggiarti .. ma sarà sempre cosi . questa è l' analisi.

a me va avanti da 10 anni ...

e mi sento esattamente come te dopo 4 sedute..

e questo parlare .. che aiuta.. un pochino , ma aspettarsi qualcosa di piu' no .. non è il caso.-

per me oggi la cosa difficile è lasciare . si è creato un legame di dipendenza che non riesco a rompere..

insomma è faciel iniziare.. ma è difficile smettere.. come con le sigarette..

e intanto i soldi se ne vanno . a palate..

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cara xela .. non per scoraggiarti .. ma sarà sempre cosi . questa è l' analisi.

a me va avanti da 10 anni ...

e mi sento esattamente come te dopo 4 sedute..

e questo parlare .. che aiuta.. un pochino , ma aspettarsi qualcosa di piu' no .. non è il caso.-

per me oggi la cosa difficile è lasciare . si è creato un legame di dipendenza che non riesco a rompere..

insomma è faciel iniziare.. ma è difficile smettere.. come con le sigarette..

e intanto i soldi se ne vanno . a palate..

LEFTFIELD, non scoraggerai xela...ma così scoraggi me! :D:

Comunque quello che dici è uno dei motivi per cui ho scelto di non fare analisi, ma psicoterapia...purtroppo l'analisi prevede tempi lunghissimi che davvero pochi possono permettersi!

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Ospite filotea
Comunque quello che dici è uno dei motivi per cui ho scelto di non fare analisi, ma psicoterapia...purtroppo l'analisi prevede tempi lunghissimi che davvero pochi possono permettersi!

:D: Ma allora io cosa sto facendo?

Lo psicologo dice terapia cognitiva..............però sono 4 mesi che dice che deve farmi PRIMA la radiografia ...........

Allora sto facendo analisi(radiografia)?

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in certi casi si puo' fare psicoterapia in altri casi si deve fare analsi dipende ..

credo che la psicoterapia serva per affrontare un singolo problema..

l' analsi per cercare di affrontare invece l' origine dei disagi .

ma in realtà non so esattamente quale sia la differenaza ...

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Io allora dovrei fare analisi, psicoterapia, terapia cognitiva..... e chi piu' ne ha piu' ne metta..... :D:

Mi colpisce il fatto che si possa arrivare a 10 anni di analisi, ma leftfield, almeno ti ha aiutato/ti sta aiutando un po' visto che 10 anni non sono pochi?!

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ecco qui magari un commentino di Emilio ci starebbe bene per chiarirci le idee... :ola (2):

Io ricordo che oscar una volta aveva scritto che l'analisi in se non ha l'obiettivo di curare come può essere per la psicoterapia...

comunque ho ritrovato questo commento di emilio riguardo alle terapie cognitive:

posso dirti un'ultima cosa? adesso ti sarò veramente utile: scordati delle interpretazoni, che l'inconscio nelle terapie cognitive-comportamentali non viene preso minimamente in considerazione!...informati, e poi mi dirai...
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ecco qui magari un commentino di Emilio ci starebbe bene per chiarirci le idee... :ola (2):

Io ricordo che oscar una volta aveva scritto che l'analisi in se non ha l'obiettivo di curare come può essere per la psicoterapia...

comunque ho ritrovato questo commento di emilio riguardo alle terapie cognitive:

Ma Filo ha detto che fa terapia-cognitiva e l'inconscio l'ha preso in considerazione, sbaglio? :huh:

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Ma Filo ha detto che fa terapia-cognitiva e l'inconscio l'ha preso in considerazione, sbaglio? :ola (2):

appunto...ci vorrebbe un esperto a chiarirci le idee...

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appunto...ci vorrebbe un esperto a chiarirci le idee...

Forse oscar ci poteva aiutare ma judi tu sai che fine ha fatto o non ha detto nulla?

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Forse oscar ci poteva aiutare ma judi tu sai che fine ha fatto o non ha detto nulla?

non ho idea di che fine abbia fatto oscar...

Su questo sito ho trovato queste informazioni riguardo al modello cognitivista. In effetti sembrerebbe che non si occupi dell' inconscio...

Secondo questo modello – subentrato al comportamentismo, entrato in crisi per motivi sia di ordine teorico che metodologico, soprattutto dopo i primi anni ’60 – la mente umana funziona come un elaboratore attivo delle informazioni che le giungono tramite gli organi sensoriali, in analogia coi servomeccanismi di tipo cibernetico: più esattamente sono i processi cognitivi che vengono presi in esame ed analizzati in quanto funzioni organizzative. Tale modello, dunque, non possiede una propria concezione dell’uomo, ovvero a rigore non dà alcuna spiegazione o interpretazione del comportamento umano.

"Tutto quel che sappiamo della realtà – scrive U. Neisser, teorico del cognitivismo, nella sua fondamenta-le opera "Psicologia cognitivista" (1967) – è stato mediato non solo dagli organi di senso, ma da sistemi complessi che interpretano continuamente l’informazione fornita dai sensi".

E’ a questo tipo di elaborazione interna – costituita dagli eventi che hanno luogo entro l’organismo tra lo stimolo d’ingresso ("in-put") e la risposta d’uscita ("out-put") – che ci riferiamo quando parliamo di "pensiero" o di "processi mentali". Questi eventi interni, naturalmente, non sono direttamente osservabili. Devono essere inferiti, ma si tratta di inferenze possibili.

Appaiono in questa ottica evidenti i limiti del "comportamentismo", che si limitava appunto a sottolineare esclusivamente l’importanza di connessioni semplici e dirette tra stimoli e risposte, chiamato anche psicologia "S-R": stimolo-risposta, o – in modo più elaborato – "S-O (organismo)-R".

Da quanto detto, è chiaro che il cognitivismo è fondamentalmente un indirizzo ibrido, ovvero si avvale dell’apporto di molteplici influenze: da un comportamentismo liberalizzato alla teoria dell’informazione e dei sistemi, dalla neurofisiologia di Hebb all'etologia, dalla linguistica di Chomsky fino alla stessa teoria della Gestalt.

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non ho idea di che fine abbia fatto oscar...

Su questo sito ho trovato queste informazioni riguardo al modello cognitivista. In effetti sembrerebbe che non si occupi dell' inconscio...

Secondo questo modello – subentrato al comportamentismo, entrato in crisi per motivi sia di ordine teorico che metodologico, soprattutto dopo i primi anni ’60 – la mente umana funziona come un elaboratore attivo delle informazioni che le giungono tramite gli organi sensoriali, in analogia coi servomeccanismi di tipo cibernetico: più esattamente sono i processi cognitivi che vengono presi in esame ed analizzati in quanto funzioni organizzative. Tale modello, dunque, non possiede una propria concezione dell’uomo, ovvero a rigore non dà alcuna spiegazione o interpretazione del comportamento umano.

"Tutto quel che sappiamo della realtà – scrive U. Neisser, teorico del cognitivismo, nella sua fondamenta-le opera "Psicologia cognitivista" (1967) – è stato mediato non solo dagli organi di senso, ma da sistemi complessi che interpretano continuamente l’informazione fornita dai sensi".

E’ a questo tipo di elaborazione interna – costituita dagli eventi che hanno luogo entro l’organismo tra lo stimolo d’ingresso ("in-put") e la risposta d’uscita ("out-put") – che ci riferiamo quando parliamo di "pensiero" o di "processi mentali". Questi eventi interni, naturalmente, non sono direttamente osservabili. Devono essere inferiti, ma si tratta di inferenze possibili.

Appaiono in questa ottica evidenti i limiti del "comportamentismo", che si limitava appunto a sottolineare esclusivamente l’importanza di connessioni semplici e dirette tra stimoli e risposte, chiamato anche psicologia "S-R": stimolo-risposta, o – in modo più elaborato – "S-O (organismo)-R".

Da quanto detto, è chiaro che il cognitivismo è fondamentalmente un indirizzo ibrido, ovvero si avvale dell’apporto di molteplici influenze: da un comportamentismo liberalizzato alla teoria dell’informazione e dei sistemi, dalla neurofisiologia di Hebb all'etologia, dalla linguistica di Chomsky fino alla stessa teoria della Gestalt.

Per me un po' ostrogoto ma di inconscio non ne parla in effetti.....io provero' a chiedere al mio psi che cosa usa su di me, credo psicoterapia ma non sono sicura al 100%...

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da quel poco che so con l'analisi l'analista, appunto non interferisce e il paziente parlandoe raccontando, aprendosi e fidandosi dovrebbe arrivare da sè a prendere coscienza di certe situazioni del passato e del presente....mentre la psicoterapia prevede una certa partecipazione del terapeuta che non dà comunque consigli o ricette del vivere bene...ma comunque ti spiega alcuni concetti che in analisi devi scoprire da solo...è chiaro che in questo modo i tempi si accorciano di precchio....ma comunque anche la psicoterapia cerca d itrovare l'origine dei problemi...io sto epr iniziare una psicoterapia dinamica, consigliata dalla mia ex psicologa e lei mi ha spiegato che tra le altre cose, ho bisogno di andare a rivangare il mio passato e i rapporti con la mia famiglia d'origine...

Ora questo è quello che io ho capito ascoltando e leggendo qua e là ma, una firma non ce la metto...mi piacerebbe sentire il parere di un esperto.... :ola (2):

Xela, secondo me è ancora presto per ricavare qualcosa....tutto dipende anche dallo spirito con cui si va in terapia e con quali aspettative, però su una cosa sono certa dovresti parlarne con il terapeuta e spiegargli queste tue prime impressioni e sensazioni....solo lui può rispondere a questa TUA domanda.... :huh:

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ho iniziato da poco una terapia ma mi sembra di non andare da nessuna parte..mi sembra di parlare, parlare, ma di non arrivare ad un dunque ( premetto che sono 4 settimane che ho iniziato, quindi 4 incontri) forse è troppo presto per farsi un idea?

a voi è mai capitato di avere la sensazione di non aver ricevuto gran che alla fine del colloquio??

di aver parlato tanto ma di non essere arrivati a buttare giù delle linee guida definite, precise..di non aver ricevuto delle risposte. sono forse io che ho troppa fretta??

cerco nelle sue parole delle soluzioni, ma non ne trovo. o meglio mi ha detto cose che mi hanno fatto riflettere, cose che mi hanno dato degli spunti, ma vorrei, non so, forse un analisi più profonda. mi aspettavo che mi aprisse in due come una mela scavando nel mio passato e invece mi ascolta e rimaniamo in *superficie* ( o quantomeno ho questa sensazione)... :ola (2):

Cara Xela, ma pensi veramente che lo psicologo possa darti delle risposte? Non voglio sminuire la categoria -ben me ne guardo- ma non credo che una figura esterna a noi possa risolvere i nostri problemi o darci risposte. Forse può sollevare altre domande, quello si, come dare qualche consiglio, ma i "problemi" non potrà mai risolverli. E come delegare la nostra vita ad un altro, nella speranza che ci sollevi da qualche male "oscuro" di vivere. C'è gente che lo fa con lo psicologo, c'è chi lo fa con un partner, chi con aspettative nei confronto della vita... Con ciò non voglio dire che lo psicologo è inutile, ma semplicemente che nessuno potra risolvere i nostri "guasti nucleari" come diceva Samuele Bersani. A parte questo, tutti possono darci spunti per vedere le cose in modo diverso. E poi dove ricerchi risposte, nel passato? Sei sicura che le risposte siano nel passato? Il passato è solo un'illusione che facciamo nostra pensandoci in continuazione, rivivendolo a livello conscio (ma anche inconscio)...Basterebbe morire a se stessi un pò ogni giorno, non identificandosi più con ciò che era ieri o un minuto fa. E' un morire a se stessi che porta dentro una rinasciata istantanea. Lo psicologo in tanti casi rischia di diventare una figura di dipendenza, ed è questa l'altra faccia della medaglia del rapporto con questo. Vogliamo liberarci di qualcosa e si diventa dipendenti di un'altra figura. Una sostituzione. A parte questo mio commento, gli strumenti interiori per uscire da un certo impasse li abbiamo tutti, sia da un punto di vista "psicologico", che da un punto "più alto"....

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Forse oscar ci poteva aiutare ma judi tu sai che fine ha fatto o non ha detto nulla?

oscar non partecipa al forum per impegni che lo terranno lontano dal forum almeno fino a fine maggio.... :ola (2):

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oscar non partecipa al forum per impegni che lo terranno lontano dal forum almeno fino a fine maggio.... :ola (2):

Grazie giusy..... :huh:

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Xela, secondo me è ancora presto per ricavare qualcosa....tutto dipende anche dallo spirito con cui si va in terapia e con quali aspettative, però su una cosa sono certa dovresti parlarne con il terapeuta e spiegargli queste tue prime impressioni e sensazioni....solo lui può rispondere a questa TUA domanda.... :huh:

sono d'accordo con giusy! 4 sedute sono davvero troppo poche per farsi un' idea...io ancora non ci ho capito nulla dopo 5 mesi :ola (2):

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Cara Xela, ma pensi veramente che lo psicologo possa darti delle risposte? Non voglio sminuire la categoria -ben me ne guardo- ma non credo che una figura esterna a noi possa risolvere i nostri problemi o darci risposte. Forse può sollevare altre domande, quello si, come dare qualche consiglio, ma i "problemi" non potrà mai risolverli. E come delegare la nostra vita ad un altro, nella speranza che ci sollevi da qualche male "oscuro" di vivere. C'è gente che lo fa con lo psicologo, c'è chi lo fa con un partner, chi con aspettative nei confronto della vita... Con ciò non voglio dire che lo psicologo è inutile, ma semplicemente che nessuno potra risolvere i nostri "guasti nucleari" come diceva Samuele Bersani. A parte questo, tutti possono darci spunti per vedere le cose in modo diverso. E poi dove ricerchi risposte, nel passato? Sei sicura che le risposte siano nel passato? Il passato è solo un'illusione che facciamo nostra pensandoci in continuazione, rivivendolo a livello conscio (ma anche inconscio)...Basterebbe morire a se stessi un pò ogni giorno, non identificandosi più con ciò che era ieri o un minuto fa. E' un morire a se stessi che porta dentro una rinasciata istantanea. Lo psicologo in tanti casi rischia di diventare una figura di dipendenza, ed è questa l'altra faccia della medaglia del rapporto con questo. Vogliamo liberarci di qualcosa e si diventa dipendenti di un'altra figura. Una sostituzione. A parte questo mio commento, gli strumenti interiori per uscire da un certo impasse li abbiamo tutti, sia da un punto di vista "psicologico", che da un punto "più alto"....

scusami ma non sono d'accordo, innanzitutto lo psicologo (qualunque esso sia) non dà consigli (correggetemi se sbaglio) e non ha ricette per risolvere alcun problema..è solo una persona, un dottore, che ti porta per mano a risolverteli da solo quei problemi e naturalmente tutto dipende assolutamente da noi....

Il passato non serve a risolvere i problemi ma a comprenderne la natura...dopodichè lo si depone appunto nel passato e si passa oltre...la dipendenza (o transfert) fa solo parte del persorso che si affronta insieme, quando saremo consci dei nostri limiti e pronti ad accettarci così come siamo allora questa dipendenza scomparirà lasciando il posto all'autonomia....

Se vedete lo psicologo come un consigliere o come uno a cui fogare le proprie frustrazioni e angosce, fate bene a non andarci, secondo me...credo che per "guarire" con la psicoterapia o analisi innanzitutto bisogna credere in questa disciplina e fidarsi totalmente al dottore che ci tiene in cura....

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scusami ma non sono d'accordo, innanzitutto lo psicologo (qualunque esso sia) non dà consigli (correggetemi se sbaglio) e non ha ricette per risolvere alcun problema..è solo una persona, un dottore, che ti porta per mano a risolverteli da solo quei problemi e naturalmente tutto dipende assolutamente da noi....

Il passato non serve a risolvere i problemi ma a comprenderne la natura...dopodichè lo si depone appunto nel passato e si passa oltre...la dipendenza (o transfert) fa solo parte del persorso che si affronta insieme, quando saremo consci dei nostri limiti e pronti ad accettarci così come siamo allora questa dipendenza scomparirà lasciando il posto all'autonomia....

Se vedete lo psicologo come un consigliere o come uno a cui fogare le proprie frustrazioni e angosce, fate bene a non andarci, secondo me...credo che per "guarire" con la psicoterapia o analisi innanzitutto bisogna credere in questa disciplina e fidarsi totalmente al dottore che ci tiene in cura....

Ben detto Giusy, sono d'accordo! :ola (2):

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scusami ma non sono d'accordo, innanzitutto lo psicologo (qualunque esso sia) non dà consigli (correggetemi se sbaglio) e non ha ricette per risolvere alcun problema..è solo una persona, un dottore, che ti porta per mano a risolverteli da solo quei problemi e naturalmente tutto dipende assolutamente da noi....

Il passato non serve a risolvere i problemi ma a comprenderne la natura...dopodichè lo si depone appunto nel passato e si passa oltre...la dipendenza (o transfert) fa solo parte del persorso che si affronta insieme, quando saremo consci dei nostri limiti e pronti ad accettarci così come siamo allora questa dipendenza scomparirà lasciando il posto all'autonomia....

Se vedete lo psicologo come un consigliere o come uno a cui fogare le proprie frustrazioni e angosce, fate bene a non andarci, secondo me...credo che per "guarire" con la psicoterapia o analisi innanzitutto bisogna credere in questa disciplina e fidarsi totalmente al dottore che ci tiene in cura....

Può darsi che tu abbia ragione...ma se la gente va dallo psicologo è per trovare una soluzione attraverso un'altra persona. Il fatto che la psicoterapia funzioni poco o nulla è una cosa risaputa ed è dovuta alla mancanza di presa di "vera" coscienza da parte del paziente. Scoprire la natura del nostro malessere (collocata in un passato più o meno remoto) poi è assolutamente relativo per ciò che stiamo vivendo in quest'istante. Certo è un programma interiore, ma non è scoprendo come quel programma è stato introdotto in noi, che abbiamo una soluzione per il presente. Scoprire come è iniziato tutto -il più delle volte- è un modo per deresponsabilizzarsi...ed è un modo per far riaffiorare nuovi traumi. Non sono cose che mi invento io. Poi il rapporto di dipendenza una volta creato, non è facile da sciogliere nemmeno per lo psicologo...le sfaccettature di un rapporto con una figura professionale come quella dello psicologo sono moltissime e spesso controproducenti...Ma è un parere personale.

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Il fatto che la psicoterapia funzioni poco o nulla è una cosa risaputa parere personale.

quali sono le tue fonti? su cosa ti basi per dire che funziona poco o nulla?

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quali sono le tue fonti? su cosa ti basi per dire che funziona poco o nulla?

Molti psichiatri o psicanalisti hanno messo in dubbio l'analisi e il mito dell'analisi. Jung e Hillman sono solo due, ma anche Campbell....poi come ho detto nessuno vuole distruggere le credenze di nessuno (non ho il mio scopo). Io ho solo detto che i mezzi interiori sono a nostra disposizione senza dover avere una forte figura di riferimento....Se uno sente il bisogno di uno psicologo ben venga...

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Molti psichiatri o psicanalisti hanno messo in dubbio l'analisi e il mito dell'analisi. Jung e Hillman sono solo due, ma anche Campbell....poi come ho detto nessuno vuole distruggere le credenze di nessuno (non ho il mio scopo). Io ho solo detto che i mezzi interiori sono a nostra disposizione senza dover avere una forte figura di riferimento....Se uno sente il bisogno di uno psicologo ben venga...

non ti preoccupare, non è la questione di distruggere o meno delle credenze! Anch'io cerco chiarezza...e anch'io spesso mi chiedo quali siano gli effettivi risultati della psicoterapia. Però appunto bisogna distinguere tra psicoterapia e analisi...perché l'analisi non ha l'obiettivo di curare, mentre la psicoterapia si!

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