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proibizionismo/anti-proibizionismo voi da che parte state?


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tex perchè non fai uno sforzo utile..

documentati sui pro .. visto che sui contro lo hai già fatto.

troverai centinaia di articoli in cui si afferma l' esatto opposto.

le tue ricerche sono a senso unico .

quando cerchi la verità su un argomento devi documentarti a 360 ° se no vedi le cose coi paraocchi.

GIA' FATTO !! LA MAGGIOR PARTE SONO SITI ANTIPROIBIZIONISTI, SITI OLANDESI (MERCANTI DI DROGHE)

E COMMENTI ED IPOTESI SENZA FONDAZIONE E MERITO ....ALTRI SON SCRITTI DA PERSONE CON TITOLI MA NN

APPROVATE O SCRITTE NELLE MAGGIOR RIVISTE MEDICHE.....PERCIO' INATTENDIBILI.

IL FORUM NN E' MIO ......POTRESTI FARLO TU NO?

noi tutti siamo consapevoli del fatto che se ti bombardi di canne non ti fa bene..

ma questo è solo un aspetto del problema..

la cosa è piu' complessa.

e non è vero che in olanda ic sono il 40 % di psicotici in piu' che in altri paesi .

forse legalizzare aiuta a diminuire i consumi .. oppure sono solo teorie molto teorie .

ma cos adire di quelli che si fanno gli acidi ?.

e quelli che si fanno l' mdma ?.

dai non scherziamo ..

e quelli che si fanno di benzodiazepine.. ?.

MICA LI STO' DIFENDENDO .

insomma si la canna puo' far male ... ma tra tutti i miei amici che fumavamo tutti da adolescenti .. non mi risulta che nessuno sia psicotico eccetto me . che pero' avevo il babbo . che stava fuori come un balcone..

nessuno perderà il proprio tempo a studiare un articolo scritto per dimostrare che la canna fa male. . magari sarebbe carino trovare un articolo in cui si mostrano i pro e i contro .

I PRO CI SONO ,USANO LA CANNABIS , LA MORFINA , LA COCA PER MOLTE COSE COME IL DOLORE O PER ALTRI PROBLEMI MA SON

CONTROLLATI.

comunque .. sia se il tuo intento è quello di spaventare gli aadolescenti io non voglio fermarti . ma allora a questo punto non mi va piu' di discutere.

perchè io se devo fare il paternalista .. agirei diversamente..

e direi .. che se vi capita nella vita di farvi una canna non vi succede nulla.. se diventate eroinomani il problema è serio .

e spiegerei i perchè ..

SCORPIO E' UNA RAGAZZINA , CREDE DI ESSERE INVUNERABILE E DI SAPERE TUTTO ED E' UN MIO DOVERE ANCHE SE INVANO METTERE IN QUARDIA ANCHE CHI NN CI CREDE. LEI NN SA' CHE MOLTE PERSONE HANNO INCOMINCIATO CON LA CANNA PER POI PROVARE TUTTO IL RESTO

INCLUSO L'ALCOL . LEI NN CAPISCE CHE VUOL DIRE ESSERE DIPENDENTI A CERTE SOSTANZE ED I DOLORI ED I PERICOLI CHE VANNO INCONTRO.

LEI NN SA' CHE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PERSONE VOGLIONO SMETTERE E NN POSSONO ANCHE PERCHE' PER ENTRARE IN UNA CLINICA DI

ANTITOSSICAZIONE CI VOGLIONO MOLTI SOLDI..................POI SON RIDOTTI A DEI RELITTI UMANI SENZA POTERNE USCIRE.

SE MI DEVO BECCARE INSULTI MA POSSO FAR STARE LONTANO ANCHE UN'ANIMA DA QUELLA ROBACCIA ,IO NE SAREI FELICE.

guarda tex chi si fa .. lo sa che si fa del male.. lo sa bene bene... come chi si suicida. .

allora dire non farti il bagno a mare perchè ci sono gli squali non è un buon modo di educare i figli ..

oppure dire non attraversare mai la strada perchè è pericoloso ..

i ragazzi sono e devono essere consapevoli dei rischi che corrono .. ma devono vivere senza paure.. con buon senso affrontare le siituazioni .

ma senza dir loro bugie o assurdità o falsità .. per stare noi piu' tranquilli.

CERTO HAI RAGIONE MA BISOGNA ANCHE METTERLI IN QUARDIA IN MOLTE SITUAZIONI E CREDO CHE LE DROGHE SIANO

UNA DI QUESTE.

quindi inventarsi che la canna distrugge il cervello non aiuta a prevenire dal rischio dell a droga ..

chi si fa l' estasi sa benissimo che è pericoloso .. ma lo fa lo stesso .

ecco allora diciamo .. chiaramente .. che l' estasi e le pillole in genere sono pericolossissime perchè si resta scemi .. se non si muore . .

diciamo anche che l' eroina è una trappola dalla quale non si esce piu . .

informiamo . .ma in modo serio e onesto..

IO CERCO SEMPRE DII ESSERE SERIO SPECIALMENTE SU' CERTI ARGOMENTI E NN TENTO DI SOPRAVALERE

SU UN COMMENTO CHE NN SONO DACCORDO MA DI DIRE LA MIA.

ps.. con tutto quello che mi sono fatto non mi convincerete mai del fatto che sia stata proprio la cannabis a farmi diventare psicotico . mai ..

quindi non ci provate perchè è inutile..

del resto ho parlato a lungo con lo psichiatra che mi cura sulle possibili cause.. e quella è proprio esclusa copletamente.

LEG, TU SAI BENISSIMO CHE IO SON UN FISSATO DELLA GENETICA , NEL TUO CASO E' CHIARAMENTE EREDITARIO

COME IO HO EREDITATO LA MIA ANSIA DA MIA NONNA E SO' CHE I MIEI FIGLI LA TRASMETTERANNO MOLTO PROBABILMENTE AI LORO FIGLI.

IO NN STO' TENTANDO DI CONVINCERTI CHE LA TUA MALATTIA E' CAUSATA DALLA CANNABIS , GLI ARTICOLI E LE RICERCHE

PARLANO CHIARAMENTE DI UNA CONNESSIONE FRA LA CANNABIS ED EPISODI PSICOTICI E SCHIZOFRENIA

FRA GLI ADOLOSCENTI.....E NN SONO FRUTTI DI UNO STUDIO DI UN SINGOLO INDIVIDUI MA DI MOLTI.....

....CON TANTE DI CREDENZIALI.

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Top Posters In This Topic

QUESTO E' UNO STUDIO SULLA CANNABIS ED I DANNI CHE FANNO AL SISTEMA IMMUNITARIO.

MOLTO INTERESSANTE.....ALLEGO IL LINK.

http://www.nap.edu/readingroom/books/marimed/ch2_t7.html

TABLE 2.7 Effects of Cannabinoids on the Immune System

Drug Tested Type of Animal Experiment Cell Types Tested or Concentration* Drug Result Reference

THC, 2-AG, 11-OH-THC, CBN Lymphocytes and splenocytes in vitro 0.1—30 µM Higher doses suppressed T cell proliferation Luo, 1992; Pross, 1992;b Klein, 1985;c Specter, 1990;d Lee, 1995;a Herring, 1998

THC, 2-AG Lymphocytes and splenocytes 0.1—25 µM Lower doses increased T cell proliferation in vitro Luo, 1992; Lee, 1995;a Pross, 1992b

Anandamide Splenocytes in vitro 1—25 µM Little or no effect on T cell proliferation Lee, 1995;a Devane, 1992

THC, 11-OH-THC, 2-AG Splenocytes in vitro 3—30 µM Decreased B cell proliferation Klein, 1985;c Lee, 1995a

THC, CP 55,940, WIN 55,212-2 Lymphocytes in vitro 0.1—100 nM (0.0001—0.1 µM) Increased B cell proliferation Derocq, 1995

THC Drug injected into mice >5 mg/kg Antibody production suppressed Baczynsky, 1983; Schatz, 1993

HU-210 Drug injected into mice >0.05 mg/kg Antibody production suppressed Titishov, 1989

THC, 11-OH-THC, CBD, CP 55,940, CBN Splenocytes in vitro 1—30 µM Antibody production suppressed Klein, 1990; Baczynsky, 1983; Kaminski, 1992, 1994; Herring, 1998

THC Drug injected into rodents 3 mg/kg per day for 25 days, 40 mg/kg per day for 2 days Repeated low doses or a high dose of THC suppressed the activity of natural killer cells Patel, 1985; Klein, 1987

THC, 11-OH-THC Natural killer cells in vitro 0.1—32 µM Doses of >=10 µM suppressed natural killer cell cytolytic activity; doses <10 µM produced no effect Klein, 1987; Luo, 1989

THC Peritoneal macrophages and monocytes 3—30 µM Variable doses of THC suppressed macophage functions in vitro Lopez-Cepero, 1986; Specter, 1991; Tang, 1992

THC, CBD Drug injected into mice; in one case, in vitro tests done on spleens 4 days or 50 mg/kg every 5 days for up to 8 weeks >5 mg/kg per day for THC suppressed normal immune response; interferons failed to increase when exposed to cytokine inducer; CBD had no suppressive effect Cabral, 1986; Blanchard, 1986

THC, CBD Peripheral blood mononuclear cells in vitro <0.1 µM 30 µM Increased interferon production Decreased interferon production Watzl, 1991

THC, CBD Splenocytes and T cells in vitro 10 µM Both THC and CBD suppressed interleukin-2 secretion and number of interleukin-2 transcripts Condie, 1996

THC Phorbol myristate acetate- differentiated macrophage in vitro 10—20 µM Increased tumor necrosis factor production and interleukin-1 supernatant bioactivity Shivers, 1994

THC Endotoxin-activated macrophages in vitro 10—30 µM Increased processing and release of interleukin-1 rather than cellular production of interleukin-1 Zhu, 1994

THC Peritoneal macrophages in vitro 10—30 µM Increased interleukin-1 bioactivity Klein, 1990

THC Drug and sublethal or lethal dose of Legionella pneumophilia injected in mice 8 mg/kg before and after bacterial infection Cytokine-mediated septic shock and death occurred with exposure to sublethal dose of bacteria Klein, 1993, 1994; Newton, 1994

<5 mg/kg doses or one 8 mg/kg or 4 mg/kg dose before bacteria infection Survival occurred, but with greater susceptiblity to infection when challenged with bacteria and death when challenged with a lethal dose of bacteria

THC Drug and herpes simplex virus injected in immunodeficient mice 100 mg/kg before and after viral infection Two high doses of THC potentiated the effects of herpes simplex and enhanced the progression of death Specter, 1991

100 mg/kg before virual infection Single dose did not promote death

aCell density dependent.

bMitogen dependent.

cDependent on serum concentration in cell culture medium.

dDependent on timing of drug exposure relative to mitogen exposure.

*Drug concentrations are given in the standard format of molarity (M). A 1-M solution is the molecular weight of the compound (in grams) in 1 liter (L) of solution. The molecular weight of THC is 314, so a 1-M solution would be 314 g of THC in 1 L of solution, and a 10-µM solution would be 3.14 mg THC/L.

A 1- to 10-µM concentration will generally elicit a physiologically relevant response in immune cell cultures. Higher doses are often suspected of not being biologically meaningful because they are much larger than would ever be achieved in the body. The doses listed in this table are, for the most part, very high. See text for further

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ieri raccontavo del topic ad un amico......che fuma....

mi ha detto che aveva appena ripreso dopo l'ennesimo tentativo di smettere

"cosa fai la sera, mi ha detto....io se non fumo, mi sento che non so cosa fare" L'ho compreso, ho vissuto lo stesso...

e come rinascere,,,,ci vuole coraggio....ma fa paura , incoscia.....ma pur sempre paura....

io gli ho detto "abbi la forza di fare cio che vuoi!"

mi ha risposto...

"come faccio se cio che voglio è stare in pace e tranquillo ma se non fumo mi irrito..."

è questo lo chiama pace e tranquillita.....cio che è e cio che è stato....per riparare uno strappo bisogna fatica e cucire....una volta riparato potremmo custodirlo meglio...ma non si aggiusta da solo!

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io la mia l' ho detta..

voi continuate a fare questioni morali.. lasciamo stare..

non ci capiamo . .

tex continua a tirare giu' tonnellate di carta straccia..

lasciamo stare..

non è un confronto serio ..

non è una discussione costruttiva..

a voi non vi interessa se sia giusto o no legalizzare. .vi interessa solo dire che fa male.-.

e io ripeto che chi si droga lo sa bene che fa male . .ma non è un argomento convincente..

stop.

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io la mia l' ho detta..

voi continuate a fare questioni morali.. lasciamo stare..

non ci capiamo . .

tex continua a tirare giu' tonnellate di carta straccia..

lasciamo stare..

non è un confronto serio ..

non è una discussione costruttiva..

a voi non vi interessa se sia giusto o no legalizzare. .vi interessa solo dire che fa male.-.

e io ripeto che chi si droga lo sa bene che fa male . .ma non è un argomento convincente..

stop.

caro left....io non dico solo che fa male, quello è un fatto ma se non ha fermato me a far molto di peggio...perchè dovrebbe fermare un'

altro....poi poche balle la droga provoca belle senzazioni,.....fino all'eroina, gli acidi....e altro almeno all'inizio, negare cio è negare la verità....

ma.....ma..

tra l'altro io non faccio differenza tra uno che vorrebbe e uno che fa,......non discuto sui danni fisici, in quello Sospiro ha ragione

viviamo in un mondo malato, sporco, inquinato le canne sarebbero il meno.....

io invitavo , nel caso qualcuno nel dubbio leggesse, a osservare cio che fa, perchè lo fa, e cosa succede in verità.....

nel mio mondo left...non servirebbero leggi, figurati il proibizionismo....

d'altro canto non riesco a scegliere tra legalizzare e non legalizzare troppi pro e troppi contro in entrambi i lati...

come l'aborto, favore o contro per i feti sani...

io sono per lo stare più attenti ai rapporti onde evitare di arrivarci...

poi una volta dentro che ognuno scelga per se....

questo significa liberalizzare......forse si, ma ploclamarlo sarebbe un'invito e da me non uscira mai...

un'abbraccio left....

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vorrei far vedere la cosa dal punto di vista positivo, visto che dal negativo hanno parlato in molti

La prestigiosa rivista 'Nature Neuroscience' ha appena pubblicato on line una ricerca proveniente dall'Italia che potrebbe rimettere in discussione alcuni meccanismi fondamentali nella trasmissione nervosa e nel trattamento di sue importanti disfunzioni. Per i risultati di questo studio, cui il prossimo numero della rivista dedicherà anche un editoriale, s'ipotizza un notevole impatto sulle strategie di sviluppo di nuovi farmaci capaci di contrastare le malattie nervose e quelle periferiche. La ricerca si è focalizzata sulle alterazioni del sistema endocannabinoide e sull'azione svolta da due neurotrasmettitori implicati sia nelle tossicodipendenze sia nelle malattie infiammatorie e degenerative del cervello. Il lavoro scientifico si è svolto presso l'IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma in collaborazione con l'Università di Roma Tor Vergata e l'Università di Teramo; coinvolto, come supporto, anche lo statunitense The Scripps Research Institute.

Le aree del cervello si scambiano informazioni mediante una fitta rete di segnali generati dai neurotrasmettitori: tra questi vi sono i cannabinoidi endogeni o endocannabinoidi, la cui azione è simile a quella di alcuni estratti della canapa indiana (cannabis) come hashish e marijuana. Il sistema degli endocannabinoidi si attiva in diverse malattie infiammatorie e degenerative del cervello, presumibilmente per frenare il danno neuronale. Due sono gli endocannabinoidi più coinvolti in tali patologie: l'AEA (anandamide) e 2-AG (2-arachidonilglicerolo). Come già osservato nella sclerosi multipla, sarebbe soprattutto AEA ad attivarsi in caso di malattie neurodegenerative ed infiammatorie, con un effetto neuroprotettivo.

Per potenziare la sua azione attualmente sono usati a scopo terapeutico i cannabinoidi vegetali derivati dalla canapa indiana che, però hanno effetti collaterali tipici di queste sostanze psicoattive.

Finora AEA e 2-AG erano ritenuti cooperativi e capaci di svolgere, fondamentalmente, le stesse azioni biologiche. Per tale motivo erano bersagli quasi equivalenti per lo sviluppo di farmaci contro gravi patologie neurodegenerative quali la malattia di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la còrea di Huntington, la sclerosi multipla e la sclerosi laterale amiotrofica, come pure per patologie periferiche quali obesità, cirrosi epatica e infertilità. Ora questa ricerca ha evidenziato, per la prima volta, che AEA e 2-AG possono inibirsi reciprocamente. In particolare si è dimostrata la capacità di AEA di ridurre i livelli endogeni di 2-AG. Quindi AEA svolgerebbe il ruolo di endocannabinoide 'buono' e il suo effetto neuroprotettivo in certe patologie scaturirebbe dall'inibizione di quello "cattivo", 2-AG, che ha invece un ruolo prodegenerativo ed è in grado di bloccare alcune sinapsi che normalmente tendono a preservare l'integrità neuronale.

La scoperta comporta una radicale rivisitazione delle azioni svolte da questi fondamentali neurotrasmettitori ed apre interessanti prospettive nell'approccio farmacologico a quelle patologie correlate a disfunzioni del nostro sistema endocannabinoide. I risultati della ricerca suggeriscono lo sviluppo di farmaci in grado di stimolare la produzione nel cervello di AEA ma non di 2-AG oppure, al contrario, di inibire la produzione di 2-AG: Infatti, le attuali terapie basate sui derivati della canapa indiana attivano indiscriminatamente i recettori dei cannabinoidi del cervello (sia quelli per l'anandamide che per il 2-arachidonilglicerolo), con un effetto contemporaneamente antidegenerativo e prodegenerativo, oltre ad avere degli effetti indesiderati.

Lo studio ha visto la stretta collaborazione tra due laboratori della Fondazione Santa Lucia: quello di Neurochimica dei Lipidi, diretto dal prof. Mauro Maccarrone, e quello di Neurofisiologia, diretto dal dott. Diego Centone. Coinvolti due dipartimenti dell'Università di Roma Tor Vergata: Neuroscienze e Medicina Sperimentale e Scienze Biochimiche. Per l'Università di Teramo, ha partecipato il Dipartimento di Scienze Biomediche, anch'esso diretto dal prof. Maccarrone. Dagli USA The Scripps Research Institute ha messo a disposizione dei ricercatori italiani un modello di topo geneticamente modificato.

'Proprio l'interdisciplinarità e la condivisione di competenze scientifiche diverse – sottolinea Centonze - ha permesso di dimostrare un aspetto inatteso dell'omeostasi degli endocannabinoidi che, se confermato anche in altre aree cerebrali, può davvero rivoluzionare il nostro modo di considerare la regolazione della trasmissione nervosa e il trattamento delle sue disfunzioni'.

In quanto alle ricadute pratiche della scoperta, il prof. Maccarrone evidenzia che 'ora la possibilità di ridurre in vivo i livelli di 2-AG tramite l'aumento di quelli di AEA è piuttosto concreta, visto che già esistono inibitori della degradazione dell'AEA molto efficaci. Più remota è invece la prospettiva di modulare direttamente il metabolismo del 2-AG, per il quale mancano ancora inibitori con potenziali applicazioni terapeutiche'.

altro

Il nostro organismo produce naturalmente sostanze che svolgono azioni simili a quelle dei principi attivi contenuti nella marijuana e nell’hashish, derivati della canapa indiana (cannabis): sono i cosiddetti cannabinoidi endogeni o endocannabinoidi. Tali principi attivi quando sono assunti esternamente con l’uso di droghe hanno, notoriamente, effetti stupefacenti; nel caso di persone affette da sclerosi multipla possono però migliorare il decorso della malattia. Sulla base di tale osservazione, come potenziali agenti terapeutici si sperimenta da alcuni anni l’utilizzo controllato di composti in grado di stimolare i recettori per gli endocannabinoidi. Ora una ricerca congiunta della Fondazione Santa Lucia e dell’Università di Roma “Tor Vergata” si è concentrata per la prima volta sugli effetti della sclerosi multipla sul sistema che produce i cannabinoidi endogeni, modificandone quantità ed attività all’interno dell’organismo colpito. Uno studio innovativo che ha capovolto il punto di osservazione sulla relazione tra questa patologia e i benefici indotti da sostanze cannabinoidi. Il lavoro ha avuto la supervisione del professor Giorgio Bernardi, direttore della Clinica Neurologica dell’Università Tor Vergata e responsabile delle Attività di Neuroscienze Sperimentali della Fondazione Santa Lucia nel Centro Europeo di Ricerca sul Cervello.

I risultati, già disponibili on line, saranno pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Brain”.

Lo studio condotto negli istituti romani ha dimostrato che l’infiammazione del sistema nervoso centrale, causa degli attacchi di sclerosi multipla, aumenta la produzione di endocannabinoidi all’interno del cervello e nelle cellule del sistema immunitario; inoltre ha permesso di identificare negli enzimi che producono e che eliminano tali sostanze dei nuovi bersagli per farmaci, già in fase di sviluppo, privi degli effetti collaterali degli agenti cannabinoidi al momento disponibili.

Attualmente il composto più utilizzato a fini terapeutici nei pazienti affetti da sclerosi multipla è il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo), il maggior principio della marijuana, che oltre ad essere uno stupefacente possiede numerose proprietà (antidolorifica, antinausea, anticinetosica, stimolante per l'appetito e in grado di abbassare la pressione endoculare). Purtroppo il ricorso al THC, o ad altri agenti che eccitano direttamente i recettori per i cannabinoidi, situati diffusamente nel cervello, è fortemente limitato dalle ripercussioni negative sulle funzioni cognitive e mentali dei pazienti.

La ricerca ha visto la stretta collaborazione tra il laboratorio di Neurofisiologia Sperimentale della Fondazione Santa Lucia e il Centro Studi sulla Sclerosi Multipla dell’Università Tor Vergata, entrambi diretti dal dottor Diego Centonze. Un importante contributo è venuto da un altro laboratorio della Fondazione: quello di Neurochimica dei Lipidi, diretto dal professor Mauro Maccarrone. “Il nostro studio rappresenta un primo passo verso lo sviluppo di farmaci che non agiscano indiscriminatamente su tutti i recettori dei cannabinoidi nel cervello e nel sistema immunitario, ma – sottolinea Centonze – che funzionino piuttosto da ‘bombe intelligenti’ sulle alterazioni del sistema endocannabinoide specifiche della sclerosi multipla”.

altro ancora

Ritardare e alleviare i sintomi dell’Alzheimer: questo importante obiettivo terapeutico può essere raggiunto semplicemente con l’assunzione di marijuana. Secondo quanto affermano i ricercatori dello Scripps Research Institute , infatti, un principio attivo in essa contenuto, il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) può prevenire la caduta dei livelli del neurotrasmettitore acetilcolina meglio di quanto facciano i farmaci attualmente in commercio. In base a quanto riportato sulla rivista “Molecular Pharmaceutics” il THC è in grado anche di bloccare l’aggregazione di proteine che possono indurre un peggioramento dei processi cognitivi e mnemonici tipici dei soggetti colpiti da Alzheimer.

Secondo i ricercatori i risultati di questo studio potrebbero aprire la strada a nuovi farmaci, tenuto conto anche dei benefici effetti del THC nell’alleviare i sintomi del glaucoma e gli effetti collaterali delle terapie dei tumori e dell’AIDS.

e poi

Il fumo di marijuana, a differenza di quello del tabacco, sembra non essere correlato a un aumento del rischio di cancro al polmone. (Il dato riguarda soggetti che fumavano esclusivamente foglie di marijuana, e non hashish, che per essere assunto viene solitamente miscelato a tabacco.) È questo il risultato di una ricerca condotta da ricercatori dell’Università della California di Los Angeles (UCLA). Il dato, che ha sorpreso gli stessi ricercatori, riguarda sia i consumatori “medi” – ossia, secondo la classificazione assunta dai ricercatori, quelli che negli anni precedenti hanno fumato almeno 11.000 “canne” – sia i forti consumatori (oltre le 22.000). La sorpresa è legata al fatto che precedenti studi avevano già dimostrato che nel catrame di marijuana la concentrazione di sostanze cancerogene è del 50 per cento superio a quella che si ha nel catrame di tabacco. Inoltre, il fumo di una sigaretta di marijuana lascia in media nei polmoni un deposito di catrame quattro volte superiore a quello lasciato da una sigaretta di tabacco.

Ciò sia perché il tabacco e il ‘filtro” di una sigaretta di marijuana sono meno compatti, sia perché il fumatore di marijuana tipicamente trattiene il fumo nei polmoni per un periodo di tempo più lungo. La spiegazione dello strano fenomeno avanzata, in via d’ipotesi, dai ricercatori è che esso sia legato alla capacità del THC, il principale principio psicoattivo presente nella droga, di stimolare l’autodistruzione delle cellule senescenti, rendendo così più improbabile una loro degenerazione in senso tumorale. La ricerca è stata presentata al convegno della American Thoracic Society in corso in questi giorni.

siccome si potrebbe andare avanti all'infinito citando articoli che parlano bene o male della marijuana giungendo ad un sostanziale pareggio, direi che non ci dobbiamo soffermare sugli studi medici, bensì vederla da un punto di vista più ampio come ho già ripetuto più volte in questo topic.

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ciao Sospiro.. ^_^

hai dimenticato il principale.... :D:

distrae.....dalla realtà....è per molti è il vero e unico obbiettivo.....

pro o contro? mah? :p::abbr:

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scusami scorpio la tua esperienza personale secondo te vale da riferimento universale? Mio dice che ha avuto diepndenza...ripeto non dovremmo parlare di quello che ci conviene o secondo e esperienze personali ma secondo i fatti, le ricerche e le statistiche fatte bene,e le evenutali ripercussioni positive o negative dell'eventuale liberalizzazione...tex sarà pure rigido rispetto al tema ma anche tu mi pari un pò troppo di parte.....e lasciatelo dire ma si capiva bene che tu invece ne facessi uso....non perchè sei fumata eh (scherzo!) ma perchè ti senti attaccata sul personale.....

Io non ho mai provato una canna, non mi sento di prendere posizioni perchè credo ci sia ancora molta confusione rispetto all'argomento..in pratica ogniuno tira acqua al suo mulino!!!!

Non volgio litigare o difendere nessuno, era solo una riflessione..... :LOL:

no digi tranquilla

mica dico che ne so perche mi capita ognitanto di farlo ci mancherebbe altro no no -_- sarebeb grave

perchè in passato ho assistito ad una specie di conferenza con degli esperti

niente di piu

non mi sono sentita attaccata sul personale,no no cerco di essere obiettiva.... :D:

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no digi tranquilla

mica dico che ne so perche mi capita ognitanto di farlo ci mancherebbe altro no no :huh: sarebeb grave

perchè in passato ho assistito ad una specie di conferenza con degli esperti

niente di piu

non mi sono sentita attaccata sul personale,no no cerco di essere obiettiva.... :Whistle:

ah quindi hai assistito a una conferenza sull'argomento, interessante!!!! Ti va di ampliare il discorso...è per capire meglio....io una cosa sola ho capito fin ora: cioè che non capiremo mai se la cannabis provoca problemi o no da queste ricerche partite sempre con il presupposto di confermare una corrente di pensiero.....però mi chiedo: ma la cannabis non è che è nata ieri...nessuno si è mai sognato di fare studi statistici su coloro che nefanno uso? Lo fanno per tutto......Questo sarebbe un dato di fatto e non una ricerca generica.....magari sto dicendo una caxxata perchè qualcuno ha fatt oquesti studi ma il problema è sempre chi è questo qualcuno e che interessi abbia!!!!!!!

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siccome si potrebbe andare avanti all'infinito citando articoli che parlano bene o male della marijuana giungendo ad un sostanziale pareggio, direi che non ci dobbiamo soffermare sugli studi medici, bensì vederla da un punto di vista più ampio come ho già ripetuto più volte in questo topic.

bah comunque ho la sensazione che, anche se scoprissero che la marijuana cura il cancro... i proibizionisti non cambierebbero idea!

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bah comunque ho la sensazione che, anche se scoprissero che la marijuana cura il cancro... i proibizionisti non cambierebbero idea!

ma credo che gli argomenti dovrebbero essere scissi, anche la morfina viene largamente usata in medicina però non è che sia venduta al pubblico....quindi diciamo che se fosse venduta sotto richiesta medica per chi soffre di particolari malattie curabili con la marijuana non sarebbe comunque liberalizzata.....

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juditta voleva dire un altra cosa. digi , non hai afferrato .

possibile...... potevi pure spiegarmi però no?

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x leg

quello che tu chiami "carta straccia" nn e' altro il sudatissimo lavoro

di professionisti che dedicano la loro vita a farci stare bene!!!

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Studies link psychosis, teenage marijuana use

Some adolescents carry genetic risk

By Carey Goldberg, Globe Staff | January 26, 2006

Researchers are offering new ammunition to worried parents trying to dissuade their teens from smoking marijuana: Evidence is mounting that for some adolescents whose genes put them at added risk, heavy marijuana use could increase the chances of developing severe mental illness -- psychosis or schizophrenia.

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Sign up for: Globe Headlines e-mail | Breaking News Alerts This week, the marijuana-psychosis link gained ground when two major medical journals reviewed the research to date and concluded that it was persuasive. In PLOS Medicine, an Australian public health policy specialist wrote that genetically vulnerable teens who smoke marijuana more than once a week ''appear at greater risk of psychosis," while the British medical journal BMJ cited estimates that marijuana use could contribute to about 10 percent of cases of psychosis.

The new research has little hint of ''Reefer Madness" alarmism. Rather, a half-dozen long, careful studies published in the last several years have tried to determine whether marijuana-smoking is a cause rather than an effect of mental illness. And groundbreaking research has begun to try to pinpoint which genes and brain chemicals could do the damage.

The conclusions remain controversial, in part because it would be unethical to randomly assign teens to smoke or not smoke marijuana -- which would be necessary to perform a gold-standard study to definitively show that adolescent marijuana use causes mental illness. It could be the other way around, or some other factor could put teens at risk of both.

But the recent research has attempted to get around these hurdles by controlling for factors such as the presence of psychosis before the use of marijuana, family income, education, other drug use, and childhood traumas.

''No single study is perfect," Wayne Hall, author of the PLOS Medicine essay and a professor at the University of Queensland, said in an e-mail interview. ''But the fact that so many individually imperfect studies so consistently find this relationship adds confidence to the conclusion that the relationship is causal."

The recent research points to adolescence as a particularly risky time to smoke marijuana heavily for those genetically predisposed to mental illness. Brain scientists theorize that marijuana may induce temporary changes in brain chemistry that, when reinforced over time, become permanent.

Among the research cited by both papers appearing this week was an intriguing study published last year that followed a group of more than 800 New Zealanders from birth until age 26. The study looked at people with a gene variant that apparently predisposes them to developing psychosis, and people without it. The variant was carried by 25 percent of the study's participants.

The study found that among those with this variant, smoking marijuana as teens increased their risk of psychosis in young adulthood nearly tenfold compared with those who did not smoke as teens. Those who smoked marijuana but did not have the gene variant incurred little or no added risk.Continued...

No test of such gene variants is widely available. Dr. Robin Murray, a psychiatry professor at Kings College London and an author of the New Zealand paper, said he and other researchers like to joke that they should set up a DNA-test tent at rock concerts and tell customers whether it is safe to get stoned. In reality, however, the gene research is at too early and tentative a stage to justify offering a test, he said.

Other studies cited in the BMJ article found that teens and young adults who smoked marijuana had roughly double the risk of later developing psychotic symptoms, but these studies did not distinguish between carriers and noncarriers of the gene variant.

Still, even among marijuana smokers, the absolute risk of developing schizophrenia was low, Murray said -- about 2 percent. And the added risk from smoking marijuana was small compared to, say, cigarette smoking, which multiplies a person's chances of lung cancer by 15, he noted.

Overall, schizophrenia affects about one in every 100 people, and two more in every 100 experience a lesser form of psychosis.

This week's PLOS Medicine essay suggests that teens should be considered vulnerable if they have psychosis in the family, an indication their genes may predispose them to it, or have had ''unusual psychological experiences after using cannabis."

In recent months, the White House has emphasized a causal link between marijuana and schizophrenia as part of an antimarijuana campaign, but the National Institute on Drug Abuse does not list psychosis as a marijuana risk on its informational website.

The evidence for a link is becoming more convincing, said Dr. Wilson Compton, who directs the institute's public health research program. But he said the agency wants ''to make sure we don't overblow" the risk, because that would make teenagers likelier to discount the warnings.

The controversy stems in part from the challenges of the research. Consider a boy who has shown early signs of schizophrenia since childhood, lacking friends and seeking isolation. In his early teens, he starts hanging out with marijuana-smokers, gets increasingly withdrawn, and is finally diagnosed with schizophrenia at 19.

In a case like that, it is likely that the early symptoms of the disease led to the marijuana-smoking rather than vice versa, said Dr. Harrison Pope, director of the Biological Psychiatry Laboratory at Harvard's McLean Hospital.

''I'm not saying the studies are wrong," he said. ''I'm saying this is a caveat you have to bear in mind even when you see six studies all in agreement -- it's very, very difficult in retrospect to tease apart the chain of causality."

But even marijuana advocates allow that there could be a link, at least for a small minority of marijuana smokers.

Marijuana has an excellent safety record when used in moderation by adults, emphasized Paul Armentano, senior policy analyst for the National Organization for the Reform of Marijuana Laws. But ''I would not rule out that heavy use of marijuana at a young age, particularly combined with other drugs, could precede onset of some symptoms of mental illness."

The New Zealand study, published last year in the journal Biological Psychiatry, looked at a gene called COMT, which is involved in the breakdown of dopamine, a chemical known to play a role in psychosis.

Though the researchers found a dramatically higher risk when teenagers with the wrong variant of the gene regularly smoked marijuana, they cautioned that even so, that combination accounted for only one-fifth of the people in the study who became psychotic.

''People who smoke pot don't [automatically] go on to become schizophrenic -- boom boom boom," said Alan Budney, a professor and federally funded addiction researcher at the University of Arkansas for Medical Sciences. ''There's an intricate level of risk factors that don't apply to Tom, Dick, and Harry -- it just applies to, say, Jim."

At least, said Murray of London, he now has better answers for schizophrenic patients who ask, ''Why is it you're telling me that cannabis contributed to my going psychotic when all my mates smoked more than me and nothing ever happened to them?"

Carey Goldberg can be reached at goldberg@globe.com

© Copyright 2006 Globe Newspaper Company.

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Il British Medical Journal rilancia l’allarme sulla canapa. Parla lo psichiatra Lester Grinspoon

Evidenze e pregiudizi

Tre studi sostengono un nesso fra uso di canapa, schizofrenia e depressione. In realtà lo spinello è usato perché allevia i sintomi delle due patologie

Marina Impallomeni

Recentemente, nel Regno Unito, il British Medical Journal ha pubblicato alcuni studi secondo cui la cannabis, a distanza di anni dal consumo, accrescerebbe le probabilità di sviluppare schizofrenia, nonché depressione e ansia. Su questo tema abbiamo chiesto un parere a Lester Grinspoon, psichiatra e docente presso la facoltà di medicina dell’Università di Harvard, che alle proprietà della cannabis ha dedicato alcuni libri fondamentali tra cui Marihuana Reconsidered e Marihuana, the Forbidden Medicine.

Professor Grinspoon, che cosa pensa degli studi pubblicati dal British Medical Journal?

Ho cominciato a studiare la schizofrenia nel 1968, ho pubblicato il mio primo libro sulla schizofrenia Schizophrenia: pharmacotherapy and psychotherapy nel 1972, ho dedicato un sacco di tempo ai pazienti schizofrenici, e non ho mai trovato alcuna prova che la cannabis possa causare la schizofrenia. La schizofrenia è una malattia mentale, e una sostanza come la marijuana non può certo provocarla. Nel mio primo libro, Marihuana Reconsidered uscito nel 1971, ho preso in considerazione i diversi miti riguardanti la marijuana dimostrando che erano effettivamente tali, e che molte delle critiche che venivano fatte erano infondate. Nel novembre 1971, poco dopo l’uscita di Marijuana Reconsidered, la rivista Lancet pubblicò uno studio del ricercatore britannico A. M. G. Campbell in cui si sosteneva che la marijuana danneggerebbe il tessuto cerebrale. La cosa interessante è che, quando altri ricercatori hanno tentato di replicare quella ricerca, non ci sono riusciti. In seguito nessuno ha cercato di sostenere che la marijuana possa danneggiare il tessuto cerebrale, e per Lancet aver pubblicato quello studio fu motivo di imbarazzo. Le faccio anche un altro esempio. Come è noto, in taluni casi può accadere che un ragazzo abbia un rigonfiamento temporaneo delle mammelle dovuto a fenomeni ormonali. Ebbene, si è cercato di sostenere che questo potesse dipendere dal consumo di marijuana. Fu fatta una grossa ricerca nell’esercito, che accertò l’infondatezza di questa teoria. Oggi nessuno sostiene più una tesi del genere. Così, a una a una, tutte queste teorie si sono dimostrate false. Per quanto riguarda le ricerche pubblicate sul British Medical Journal, non ritengo che vadano prese sul serio.

Perché?

Le spiego. Prendiamo i pazienti schizofrenici. Loro usano sostanze di tutti i tipi in grandi quantità: soprattutto alcool, ma anche tabacco, caffè e marijuana. Ora, perché consumano cannabis? Per le stesse ragioni per cui usano caffè, tabacco e alcool, soprattutto l’alcool: la schizofrenia li fa sentire così male, che vogliono modificare la loro coscienza con l’alcool o con qualunque altra sostanza che possa servire a questo scopo, compresa la marijuana.

E per la depressione?

Le persone che hanno sviluppato la depressione all’età di 26 anni – si sostiene sul British Medical Journal – non presentavano ansia o depressione all’epoca in cui avevano cominciato a fumare marijuana. Ma è molto difficile riconoscere precocemente la depressione, perché nei giovani può essere del tutto invisibile. Il fatto è che per moltissime persone la marijuana è un ottimo antidepressivo. In molti casi le persone che erano già avviate a diventare depresse o schizofreniche praticano di fatto una forma di automedicazione. Ho incontrato molti pazienti che usavano la marijuana in questo modo. Se gliela sospendevo per un mese, come facevo in genere, loro tornavano a sentirsi esattamente come prima di cominciare l’assunzione.

C’è poi un altro aspetto. Dato che il consumo di marijuana si è così diffuso tra i giovani, non crede che, se questi ricercatori avessero ragione, i casi di schizofrenia sarebbero aumentati?

E invece?

Invece non è accaduto. Nel 1974 Nature, la più prestigiosa rivista scientifica, pubblicò uno studio secondo cui la marijuana avrebbe compromesso il sistema immunitario. Dunque ci si doveva aspettare un aumento di malattie, in particolare tra i giovani, considerato anche il fatto che passarsi lo spinello favorisce la trasmissione di virus o germi. Aumento che invece non c’è stato. Quello che voglio dire è che nel corso degli anni sono state pubblicate ricerche su riviste scientifiche importanti i cui risultati si sono dimostrati completamente sbagliati.

Esiste il pericolo che la marijuana possa provocare l’emersione di una schizofrenia latente?

È stato dimostrato che se lei prende i filmati fatti in casa di bambini (parlo di bambini di tre o quattro anni) che hanno poi avuto una crescita perfettamente normale, e quelli di bambini che invece hanno in seguito sviluppato la schizofrenia, e li mostra a un gruppo di esperti, questi riusciranno a identificare i bambini che avevano le maggiori probabilità di diventare schizofrenici.

Lei sta dicendo che se una persona ha un disturbo mentale latente come la schizofrenia, questa è destinata a emergere in ogni caso?

Sì, questo accade a prescindere dal consumo di cannabis. È possibile che alcuni usino la marijuana perché si sentono male senza sapere il perché, e si sentono male perché portano dentro si sé il seme della schizofrenia.

Secondo lei, perché persiste questo atteggiamento isterico nei confronti della marijuana?

La responsabilità è del governo degli Stati Uniti che dette avvio alla proibizione negli anni ‘30, con il Federal Bureau of Narcotics. Il suo direttore, Harry J. Anslinger, decise che avrebbe dimostrato agli americani la pericolosità della marijuana e lanciò quella che lui chiamava una grande campagna di informazione. In realtà fu una campagna di disinformazione. Il film Reefer Madness (uscito in America nel 1930, ndr) era pura propaganda di governo. Da allora si è sempre cercato di dimostrare la pericolosità della marijuana. Se lei pensa che negli Usa sono stati arrestati a causa della proibizione 16 milioni di americani, capirà che è molto difficile che adesso dicano “oops, scusate, ci siamo sbagliati”. Un secondo motivo è che a partire dagli anni ‘60 il consumo di marijuana è stato associato alla crescita dei movimenti per i diritti civili e di contestazione. Penso che ancora oggi molte persone abbiano paura di questo. C’è poi un terzo motivo, ed è che intorno alla proibizione ruotano molti soldi. Pensiamo solo a tutti i poliziotti, alle carceri e al personale penitenziario che ci lavora, a tutte le compagnie che fanno i test antidroga, ecc. Sono veramente tanti soldi, e un sacco di persone hanno interesse a che la proibizione continui. Devo però dire che la gente non ha un atteggiamento isterico. Anzi, per quanto riguarda la marijuana sta diventando sempre più preparata, e questo non solo perché ci sono state persone che come me hanno cercato di fare chiarezza sull’argomento, ma soprattutto grazie al diffondersi degli usi medici.

Come spiega allora i risultati piuttosto deludenti dei recenti referendum?

Secondo me gli organizzatori hanno fatto il passo più lungo della gamba, mentre questa questione va affrontata con gradualità. In Nevada era stato proposto il possesso personale fino a tre once (circa 85 gr., ndr). Era troppo! Io e lei sappiamo che la proibizione è sbagliata, ma questo risultato non si può ottenere dalla sera alla mattina.

Spesso si sostiene che la cannabis fumata oggi sarebbe molto più forte in termini di Thc rispetto a quella che si fumava negli anni ‘60 e ‘70. Lei che ne pensa?

È un’assurdità per due ragioni. Prima di tutto, la marijuana oggi è effettivamente un po’ più forte rispetto al passato, perché le persone hanno imparato a coltivarla, ma non è affatto da 20 a 30 volte più forte, come sostiene il nostro governo. Vorrei che lo fosse, ma non lo è! Diciamo che il Thc presente negli anni ‘60 poteva essere il 2-3%, mentre oggi si aggira intorno al 4-5%.

Il secondo punto, come ho spiegato nel mio libro Marihuana, the Forbidden Medicine, è che se la cannabis è più potente, è più sicura dal punto di vista dell’eventuale danno polmonare. Infatti alcune ricerche hanno dimostrato che, se il livello di Thc è più alto, si tende a fumare meno spinelli. Comunque non credo che chi fuma marijuana in quantità ragionevole si esponga a un grosso rischio per la salute. Se fumo uno spinello, sto esponendo i miei polmoni a un rischio inferiore che se passassi una giornata a Houston, Texas, dove c’è molto inquinamento. La cannabis è semplicemente una pianta. Gli esseri umani hanno sempre usato le piante sottoponendole a combustione, lo fanno da 200.000 anni. Prendiamo invece il tabacco. Le sigarette contengono tutte le sostanze chimiche che ci mettono le società produttrici. E poi, quale consumatore di marijuana fuma venti spinelli al giorno?

A mio parere quest’idea che oggi la marijuana sia molto più forte che negli anni ‘60 è dettata da un intento politico ben preciso. I genitori di oggi, che magari da ragazzi fumavano la marijuana e ne conoscevano gli effetti, ora dovrebbero dire ai loro figli di non farlo... Lei cosa ne pensa?

Ma certo, sono perfettamente d’accordo! È esattamente questo l’uso che si intende fare di questa falsa informazione.

Secondo lei è casuale che gli studi vengono pubblicati adesso, proprio quando in Gran Bretagna si decide la riclassificazione della cannabis?

No, penso di no. Sarebbe bello poter credere che la scienza sia assolutamente al di sopra della politica e del pregiudizio, ma spesso non è così. Per esempio il National Institute of Drug Abuse (Nida) ha investito molti soldi in ricerche il cui scopo ultimo era dimostrare la tossicità della marijuana, così da giustificare la proibizione di marijuana e l’arresto di 740.000 persone all’anno negli Usa. Perciò non mi sorprende che il British Medical Journal abbia pubblicato queste ricerche.

ECCO ORA CHE HO RIPORTATO UN ARTICOLO IN CUI SI SOSTIENE IL CONTRARIO DI QUELLO CHE VIENE DETTO NEGLI ARTICOLI DI TEX, CHI HA RAGIONE? CHI PUO' VALUTARE CHE LE MIE O LE SUE FONTI SIANO PIU' O MENO IMPARZIALI? NON SI ARRIVERA' MAI DA NESSUNA PARTE IN QUESTA MANIERA!!!

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pro e contro...

la sfinda continua....

io non concordo con nessuno....

tutto a un pro , tutto a un contro......

dipende da cosa vogliamo.....appunto...cosa vogliamo?

tagliare una gamba in cancrena a un pro......ma anche una sana se chi la taglia è un sadico che ne trae godimento

ma tutto cio per me non ha nessuna rilevanza.....

perchè si fuma??

ognuno può rispondere per se, sia onesto nulla più...

ecco la mia posizione....

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Il British Medical Journal rilancia l’allarme sulla canapa. Parla lo psichiatra Lester Grinspoon

Evidenze e pregiudizi

Tre studi sostengono un nesso fra uso di canapa, schizofrenia e depressione. In realtà lo spinello è usato perché allevia i sintomi delle due patologie

Marina Impallomeni

Recentemente, nel Regno Unito, il British Medical Journal ha pubblicato alcuni studi secondo cui la cannabis, a distanza di anni dal consumo, accrescerebbe le probabilità di sviluppare schizofrenia, nonché depressione e ansia. Su questo tema abbiamo chiesto un parere a Lester Grinspoon, psichiatra e docente presso la facoltà di medicina dell’Università di Harvard, che alle proprietà della cannabis ha dedicato alcuni libri fondamentali tra cui Marihuana Reconsidered e Marihuana, the Forbidden Medicine.

Professor Grinspoon, che cosa pensa degli studi pubblicati dal British Medical Journal?

Ho cominciato a studiare la schizofrenia nel 1968, ho pubblicato il mio primo libro sulla schizofrenia Schizophrenia: pharmacotherapy and psychotherapy nel 1972, ho dedicato un sacco di tempo ai pazienti schizofrenici, e non ho mai trovato alcuna prova che la cannabis possa causare la schizofrenia. La schizofrenia è una malattia mentale, e una sostanza come la marijuana non può certo provocarla. Nel mio primo libro, Marihuana Reconsidered uscito nel 1971, ho preso in considerazione i diversi miti riguardanti la marijuana dimostrando che erano effettivamente tali, e che molte delle critiche che venivano fatte erano infondate. Nel novembre 1971, poco dopo l’uscita di Marijuana Reconsidered, la rivista Lancet pubblicò uno studio del ricercatore britannico A. M. G. Campbell in cui si sosteneva che la marijuana danneggerebbe il tessuto cerebrale. La cosa interessante è che, quando altri ricercatori hanno tentato di replicare quella ricerca, non ci sono riusciti. In seguito nessuno ha cercato di sostenere che la marijuana possa danneggiare il tessuto cerebrale, e per Lancet aver pubblicato quello studio fu motivo di imbarazzo. Le faccio anche un altro esempio. Come è noto, in taluni casi può accadere che un ragazzo abbia un rigonfiamento temporaneo delle mammelle dovuto a fenomeni ormonali. Ebbene, si è cercato di sostenere che questo potesse dipendere dal consumo di marijuana. Fu fatta una grossa ricerca nell’esercito, che accertò l’infondatezza di questa teoria. Oggi nessuno sostiene più una tesi del genere. Così, a una a una, tutte queste teorie si sono dimostrate false. Per quanto riguarda le ricerche pubblicate sul British Medical Journal, non ritengo che vadano prese sul serio.

Perché?

Le spiego. Prendiamo i pazienti schizofrenici. Loro usano sostanze di tutti i tipi in grandi quantità: soprattutto alcool, ma anche tabacco, caffè e marijuana. Ora, perché consumano cannabis? Per le stesse ragioni per cui usano caffè, tabacco e alcool, soprattutto l’alcool: la schizofrenia li fa sentire così male, che vogliono modificare la loro coscienza con l’alcool o con qualunque altra sostanza che possa servire a questo scopo, compresa la marijuana.

E per la depressione?

Le persone che hanno sviluppato la depressione all’età di 26 anni – si sostiene sul British Medical Journal – non presentavano ansia o depressione all’epoca in cui avevano cominciato a fumare marijuana. Ma è molto difficile riconoscere precocemente la depressione, perché nei giovani può essere del tutto invisibile. Il fatto è che per moltissime persone la marijuana è un ottimo antidepressivo. In molti casi le persone che erano già avviate a diventare depresse o schizofreniche praticano di fatto una forma di automedicazione. Ho incontrato molti pazienti che usavano la marijuana in questo modo. Se gliela sospendevo per un mese, come facevo in genere, loro tornavano a sentirsi esattamente come prima di cominciare l’assunzione.

C’è poi un altro aspetto. Dato che il consumo di marijuana si è così diffuso tra i giovani, non crede che, se questi ricercatori avessero ragione, i casi di schizofrenia sarebbero aumentati?

E invece?

Invece non è accaduto. Nel 1974 Nature, la più prestigiosa rivista scientifica, pubblicò uno studio secondo cui la marijuana avrebbe compromesso il sistema immunitario. Dunque ci si doveva aspettare un aumento di malattie, in particolare tra i giovani, considerato anche il fatto che passarsi lo spinello favorisce la trasmissione di virus o germi. Aumento che invece non c’è stato. Quello che voglio dire è che nel corso degli anni sono state pubblicate ricerche su riviste scientifiche importanti i cui risultati si sono dimostrati completamente sbagliati.

Esiste il pericolo che la marijuana possa provocare l’emersione di una schizofrenia latente?

È stato dimostrato che se lei prende i filmati fatti in casa di bambini (parlo di bambini di tre o quattro anni) che hanno poi avuto una crescita perfettamente normale, e quelli di bambini che invece hanno in seguito sviluppato la schizofrenia, e li mostra a un gruppo di esperti, questi riusciranno a identificare i bambini che avevano le maggiori probabilità di diventare schizofrenici.

Lei sta dicendo che se una persona ha un disturbo mentale latente come la schizofrenia, questa è destinata a emergere in ogni caso?

Sì, questo accade a prescindere dal consumo di cannabis. È possibile che alcuni usino la marijuana perché si sentono male senza sapere il perché, e si sentono male perché portano dentro si sé il seme della schizofrenia.

Secondo lei, perché persiste questo atteggiamento isterico nei confronti della marijuana?

La responsabilità è del governo degli Stati Uniti che dette avvio alla proibizione negli anni ‘30, con il Federal Bureau of Narcotics. Il suo direttore, Harry J. Anslinger, decise che avrebbe dimostrato agli americani la pericolosità della marijuana e lanciò quella che lui chiamava una grande campagna di informazione. In realtà fu una campagna di disinformazione. Il film Reefer Madness (uscito in America nel 1930, ndr) era pura propaganda di governo. Da allora si è sempre cercato di dimostrare la pericolosità della marijuana. Se lei pensa che negli Usa sono stati arrestati a causa della proibizione 16 milioni di americani, capirà che è molto difficile che adesso dicano “oops, scusate, ci siamo sbagliati”. Un secondo motivo è che a partire dagli anni ‘60 il consumo di marijuana è stato associato alla crescita dei movimenti per i diritti civili e di contestazione. Penso che ancora oggi molte persone abbiano paura di questo. C’è poi un terzo motivo, ed è che intorno alla proibizione ruotano molti soldi. Pensiamo solo a tutti i poliziotti, alle carceri e al personale penitenziario che ci lavora, a tutte le compagnie che fanno i test antidroga, ecc. Sono veramente tanti soldi, e un sacco di persone hanno interesse a che la proibizione continui. Devo però dire che la gente non ha un atteggiamento isterico. Anzi, per quanto riguarda la marijuana sta diventando sempre più preparata, e questo non solo perché ci sono state persone che come me hanno cercato di fare chiarezza sull’argomento, ma soprattutto grazie al diffondersi degli usi medici.

Come spiega allora i risultati piuttosto deludenti dei recenti referendum?

Secondo me gli organizzatori hanno fatto il passo più lungo della gamba, mentre questa questione va affrontata con gradualità. In Nevada era stato proposto il possesso personale fino a tre once (circa 85 gr., ndr). Era troppo! Io e lei sappiamo che la proibizione è sbagliata, ma questo risultato non si può ottenere dalla sera alla mattina.

Spesso si sostiene che la cannabis fumata oggi sarebbe molto più forte in termini di Thc rispetto a quella che si fumava negli anni ‘60 e ‘70. Lei che ne pensa?

È un’assurdità per due ragioni. Prima di tutto, la marijuana oggi è effettivamente un po’ più forte rispetto al passato, perché le persone hanno imparato a coltivarla, ma non è affatto da 20 a 30 volte più forte, come sostiene il nostro governo. Vorrei che lo fosse, ma non lo è! Diciamo che il Thc presente negli anni ‘60 poteva essere il 2-3%, mentre oggi si aggira intorno al 4-5%.

Il secondo punto, come ho spiegato nel mio libro Marihuana, the Forbidden Medicine, è che se la cannabis è più potente, è più sicura dal punto di vista dell’eventuale danno polmonare. Infatti alcune ricerche hanno dimostrato che, se il livello di Thc è più alto, si tende a fumare meno spinelli. Comunque non credo che chi fuma marijuana in quantità ragionevole si esponga a un grosso rischio per la salute. Se fumo uno spinello, sto esponendo i miei polmoni a un rischio inferiore che se passassi una giornata a Houston, Texas, dove c’è molto inquinamento. La cannabis è semplicemente una pianta. Gli esseri umani hanno sempre usato le piante sottoponendole a combustione, lo fanno da 200.000 anni. Prendiamo invece il tabacco. Le sigarette contengono tutte le sostanze chimiche che ci mettono le società produttrici. E poi, quale consumatore di marijuana fuma venti spinelli al giorno?

A mio parere quest’idea che oggi la marijuana sia molto più forte che negli anni ‘60 è dettata da un intento politico ben preciso. I genitori di oggi, che magari da ragazzi fumavano la marijuana e ne conoscevano gli effetti, ora dovrebbero dire ai loro figli di non farlo... Lei cosa ne pensa?

Ma certo, sono perfettamente d’accordo! È esattamente questo l’uso che si intende fare di questa falsa informazione.

Secondo lei è casuale che gli studi vengono pubblicati adesso, proprio quando in Gran Bretagna si decide la riclassificazione della cannabis?

No, penso di no. Sarebbe bello poter credere che la scienza sia assolutamente al di sopra della politica e del pregiudizio, ma spesso non è così. Per esempio il National Institute of Drug Abuse (Nida) ha investito molti soldi in ricerche il cui scopo ultimo era dimostrare la tossicità della marijuana, così da giustificare la proibizione di marijuana e l’arresto di 740.000 persone all’anno negli Usa. Perciò non mi sorprende che il British Medical Journal abbia pubblicato queste ricerche.

ECCO ORA CHE HO RIPORTATO UN ARTICOLO IN CUI SI SOSTIENE IL CONTRARIO DI QUELLO CHE VIENE DETTO NEGLI ARTICOLI DI TEX, CHI HA RAGIONE? CHI PUO' VALUTARE CHE LE MIE O LE SUE FONTI SIANO PIU' O MENO IMPARZIALI? NON SI ARRIVERA' MAI DA NESSUNA PARTE IN QUESTA MANIERA!!!

si e' vero centinaia di scenziati sono spie del governo e dedicano il loro sudore per degli studi fasulli....ma per piacere.

vorrei porti una domanda sospiro, cosa ne pensi della cocaina ? dovrebbero anche questa legalizzarla?

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volevo informare gli utenti interessati che durante i giorni 30 maggio, 31 maggio e 1 giugno 2008, presso il palanord di Bologna sarà celebrato il quarto convegno sulla cannabis.

per chi fosse interessato http://www.cannabistipoforte2008.com/Home.html

si fa' anche propaganda di cannabis in questo forum pero' mi piacerebbe partecipare per vedere tanti fumati insieme.

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te.. , perchè mi chiami leg ??

io? Opps....volevo scrivere left.....leg è un altro....sorry...nel caso....ma sono stato io?

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si e' vero centinaia di scenziati sono spie del governo e dedicano il loro sudore per degli studi fasulli....ma per piacere.

vorrei porti una domanda sospiro, cosa ne pensi della cocaina ? dovrebbero anche questa legalizzarla?

vabbè ma perchè gli scienziati spie del governo dovrebbero essere quelli che fanno studi fasulli PRO- cannabis? Non potrebbero essere che fanno studi fasuli CONTRO la cannabis? Scusa eh, ma entrambe le ipotesi sono assolutamente plausibili a questo punto!

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vabbè ma perchè gli scienziati spie del governo dovrebbero essere quelli che fanno studi fasulli PRO- cannabis? Non potrebbero essere che fanno studi fasuli CONTRO la cannabis? Scusa eh, ma entrambe le ipotesi sono assolutamente plausibili a questo punto!

centinaia di scenziati? bahhhhhh

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haaaaaaaa giuditta dimenticavo , questo e' anche un mondo di sciamani!!!!

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