Vai al contenuto

Possono i genitori essere egoisti?


Messaggi consigliati

a proposito di fare da genitori ai propri genitori.

un paio di anni fa, c'era il mio compagno in ospedale. e io non ho detto niente hai miei per non farli preoccupare!

psicologicamente...credo di averla pagata dopo questa mia scelta...sono andata oltre le mie forze per non chiedere sostegno...

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Pubblicità


  • Risposte 118
  • Created
  • Ultima risposta

Top Posters In This Topic

a proposito di fare da genitori ai propri genitori.

un paio di anni fa, c'era il mio compagno in ospedale. e io non ho detto niente hai miei per non farli preoccupare!

psicologicamente...credo di averla pagata dopo questa mia scelta...sono andata oltre le mie forze per non chiedere sostegno...

Potrebbe essere, Juditta, che tu prendesti una decisione per leggittimare la tua autonomia piuttosto che per evitare di far preouccupare i tuoi genitori?

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Vi posso dire grazie a tutti?

Mentre stavo scrivendo "i fatti miei" pensavo che forse non avrei dovuto, non cambiava niente non era come al solito che mi avrebbe portato ad una riflessione profonda.. invece vedere che non si è "un caso raro" e che c'è pieno di persone che riescono a fronteggiare la cosa, è riuncurante! :;):

Grazie Mio :abbr:

Datango hai detto una cosa giustissima, fino a 10 giorni fa pensavo di "rinfacciare" a mia madre un comportamento oggettivamente terribile nei miei confronti, arrivato nel momento più difficile della mia vita (finora) dove avevo bisogno di sostegno... ho avuto la "possibilità" ed il momento giusto per farlo, e mi sono reso conto che tutto si è sciolto in un "MA PERCHE'?", non avrebbe portato a niente di POSITIVO...

E Trixi, anche tu hai colto nel segno! I ruoli nella famiglia sono una cosa terribile e deleteria!

Io "abbandonai" completamente e repentinamente la famiglia per un anno, creando uno squilibrio enorme. Era una scelta per un percorso di vita differente, ma forse mettere 4000km di distanza fra me e loro serviva anche a "staccarmi" un po'...

Quando sono tornato (imprevisto, non scelta), ho trovato che il mio sistema famiglia era diverso... c'era una sorta di meccanismo protettivo in loro, erano stati costretti a ricreare nuove dinamiche senza di me all'improvviso, ed all'improvviso sono tornato dentro!

Da 9 mesi sono di nuovo a casa ora, e vedo che il "mio ruolo" è terribile... con un piede dentro ed uno fuori dalla barca... un misto fra il ruolo precedente che non sentivo assolutamente mio, ed uno nuovo che è stato deciso dagli altri senza di me...

Solo che ora è chiaro a tutti che io non lo accetto più... è chiaro il mio malessere, cerco di non rinfacciare niente a nessuno, tenermi le cose dentro per quanto posso in famiglia, tuttavia si percepisce, e questo genera malessere negli altri...

Una cosa bellissima è però il rapporto che ho con la mia sorellina quindicenne... già prima non era male, ma ora è "maturo". Sia chiaro, mi sarebbe piaciuto più di qualsiasi altra cosa avere un fratello come me quando ero un adolescente, ma non sto proiettando i miei desideri su di lei, semplicemente applico un "scoperta" sconvolgente e fantastica per me: ESSERE NATURALI E TRASPARENTI.

Non interpreto il ruolo del fratello... il che non significa lavarsi delle responsabilità, ma semplicemente fare la cosa più naturale che si possa fare: essendo le persone più vicine che possiamo avere (fratello e sorella) possiamo condividere tutto, emozioni comprese, e ci godiamo questo rapporto.

Questo è avvenuto in modo graduale, nemmeno mi aspettavo che arrivassimo a questo punto così presto... meglio!

Lo dico perchè credo che anche i genitori dovrebbero avere un percorso simile... c'è una fase nella quale il "ruolo" è necessario (l'educazione), ma poi basta saper "cogliere i frutti"... capire che è arrivato il momento di passare all'esatto contrario di avere dei ruoli!

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Potrebbe essere Juditta che tu prendesti una decisione per leggittimare la tua autonomia piuttosto che per evitare di farli preouccupare?

non penso. vivevo già col mio compagno. non volevo aggiungere questa preoccupazione ad altre che avevano. però credo di aver chiesto troppo a me stessa.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
non penso. vivevo già col mio compagno. non volevo aggiungere questa preoccupazione ad altre che avevano. però credo di aver chiesto troppo a me stessa.

Riporto te Judi, ma è una domanda rivolta a quelli che sentono di attuare particolarmente questo atteggiamento protettivo nei confronti dei genitori:

Pensandoci, ritieni di essere stata protetta da loro in momenti in cui ne avresti avuto bisogno?

Perchè io ad esempio, non lo dico assolutamente per rimproverarli..ma è un dato di fatto che spesso sono stata coinvolta in cose che erano "troppo" per me. Nel senso che mia madre, ad esempio, ha un carattere tale che l'ha portata a non farsi problemi nel rendere partecipe noi figli dei suoi problemi o dei problemi della famiglia. Anche quando eravamo troppo piccoli per capire ed affrontare determinate cose. Come se cercasse in noi un appoggio e un aiuto che inevitabilmente per quanto ci potessimo sforzare non eravamo in grado di darle. In questo senso lei non ci ha protetti, eppure noi abbiamo iniziato a proteggerla.

Quindi questo atteggiamento in noi (me ed i miei fratelli), è venuto fuori per opposizione al suo.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Per me però è diverso, io non ho mai fatto da genitore a loro anzi tuttal'altro la differenza è sostanziale direi.

Io invece mi sono ritrovata a fare la figlia anche una volta fuori di casa. Io con loro continuo a fare la figlia sottomessa, non dico di no, li tengo contenti, cerco di "obbedire" ai loro voleri, se sono con loro, se non sono con loro sono diversa, più autocritica in questo senso e mi rendo conto che quello che voglio non è quello che attuo con loro e questo mi fa star così male da portare dentro rabbia verso di loro.

Se io provassi a rinfacciare qualcosa ai miei (è successo per cose non gravi) loro mi rinfacciano di avermi cresciuto, (dopo tutto quello che abbiamo fatto per te!!!)!!! Ma cosa???? Io non ho mica scelto di venire al mondo!!!! Mi ci avete messo voi , voi avete deciso di accudirmi, avreste preferito lasciarmi per strada? E chi o cosa ve lo ha impedito? Io di certo no? Ero una neonata!!!!

Capite? E noto che comunque è diverso dall'avere un genitore iperprotettivo, perchè se da un alto è più difficile arrivare a staccarsene o a odiarli in modo sano quando ce vò, dall'altro però ci si sente comunque amati e protetti, io ho sempre avuto la sensazione di dovermela cavare da sola, come quando ero bambina e il mio compagno delel elementari mi picchiava, mai mia madre è venuta a parlare a scuola, io mi trovai la guardia del corpo, un mio cugino che abitava a fianco casa mia e mi scortava fino a casa.....quand olui non veniva a scuola stavo daschifo perchè sapevo cosa mi toccava ma me lo tenevo per me, tanto non avrei sortito un bel niente!!!!

sono ancora molto confusa rispetto all'argomento...nutro diversi sentimenti spesso contrastanti...

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Per me però è diverso, io non ho mai fatto da genitore a loro anzi tuttal'altro la differenza è sostanziale direi.

Io invece mi sono ritrovata a fare la figlia anche una volta fuori di casa. Io con loro continuo a fare la figlia sottomessa, non dico di no, li tengo contenti, cerco di "obbedire" ai loro voleri, se sono con loro, se non sono con loro sono diversa, più autocritica in questo senso e mi rendo conto che quello che voglio non è quello che attuo con loro e questo mi fa star così male da portare dentro rabbia verso di loro.

Se io provassi a rinfacciare qualcosa ai miei (è successo per cose non gravi) loro mi rinfacciano di avermi cresciuto, (dopo tutto quello che abbiamo fatto per te!!!)!!! Ma cosa???? Io non ho mica scelto di venire al mondo!!!! Mi ci avete messo voi , voi avete deciso di accudirmi, avreste preferito lasciarmi per strada? E chi o cosa ve lo ha impedito? Io di certo no? Ero una neonata!!!!

Capite? E noto che comunque è diverso dall'avere un genitore iperprotettivo, perchè se da un alto è più difficile arrivare a staccarsene o a odiarli in modo sano quando ce vò, dall'altro però ci si sente comunque amati e protetti, io ho sempre avuto la sensazione di dovermela cavare da sola, come quando ero bambina e il mio compagno delel elementari mi picchiava, mai mia madre è venuta a parlare a scuola, io mi trovai la guardia del corpo, un mio cugino che abitava a fianco casa mia e mi scortava fino a casa.....quand olui non veniva a scuola stavo daschifo perchè sapevo cosa mi toccava ma me lo tenevo per me, tanto non avrei sortito un bel niente!!!!

sono ancora molto confusa rispetto all'argomento...nutro diversi sentimenti spesso contrastanti...

Per certi aspetti la situazione è simile, per altri è diversa..effettivamente poi, logicamente, ogni storia è a sé e deve essere analizzata a parte..per quanto si possano ritrovare elementi comuni.

Questa cosa comunque del :"Noi abbiamo fatto tanto per te" ce l'hanno anche i miei.

E secondo me non è affatto una frase che un genitore dovrebbe dire, perchè il genitore in quanto tale dovrebbe garantire ad i figli determinate cose. Cioè io lo vedo come un dovere da parte loro, che chiunque decida di mettere al mondo un figlio sa che deve rispettare. Però non so eh, ci ragiono anche io...non ho delle verità assolute a riguardo

Link al commento
Condividi su altri siti

 
..."Noi abbiamo fatto tanto per te" ce l'hanno anche i miei...

Si anche i miei, ma il problema secondo me nasce quando non riusciamo a gestire una frase del genere.

Quando dicono questa frase, da un lato ce la volontà di non essere rinnegati del loro ruolo , dall'altra c'è la necessità di rinunciare a mettere in discussione un eventuale cambiamento, perchè esso comporta un faticoso assestamento emotivo. Non siamo solo noi ad appoggiarci a loro, spesso sono anche loro ad appoggiarsi a noi, allo scopo di mantenre un equilibrio identitario. Vedere il doppio legame in cui sono spesso implicate le relazioni, consente lo spostare lo sguardo che altrimenti rimane fisso sulle proprie convinzioni.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Si anche i miei, ma il problema secondo me nasce quando non riusciamo a gestire una frase del genere.

Quando dicono questa frase, da un lato ce la volontà di non essere rinnegati del loro ruolo , dall'altra c'è la necessità di rinunciare a mettere in discussione un eventuale cambiamento, perchè esso comporta un faticoso assestamento emotivo. Non siamo solo noi ad appoggiarci a loro, spesso sono anche loro ad appoggiarsi a noi, allo scopo di mantenre un equilibrio identitario. Vedere il doppio legame in cui sono spesso implicate le relazioni, consente lo spostare lo sguardo che altrimenti rimane fisso sulle proprie convinzioni.

Sì, condivido in pieno..purtroppo è difficile poi vederli questi doppi legami, riconoscerli sul momento.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Sì, condivido in pieno..purtroppo è difficile poi vederli questi doppi legami, riconoscerli sul momento.

Si è una faticaccia anche quella :sweat: , travagghiari travagghiari sempre travagghiari, miiiii mi faccio stanco !! :D: ...penso a chi dice che la vita è noiosa :ph34r:

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Si è una faticaccia anche quella :sweat: , travagghiari travagghiari sempre travagghiari, miiiii mi faccio stanco !! :D: ...penso a chi dice che la vita è noiosa :ph34r:

:D: :D:

Link al commento
Condividi su altri siti

 
ciao oltre....

una domanda : ma voler bene o amare in base a quanto ricevuto non ti pare "egoismo"...?

volerli come noi vogliamo...neanche?

non dico che è male,,,,,dio me ne salvi....ma il movimento mi pare il medesimo??

Ciao Mio,

Si, in entrambi i casi, il movimento è lo stesso.

Ma io non recrimino a mia madre una mancanza.

Non ho chiesto io di nascere e dal momento che uno nasce acquisisce una propria vita che è bene gli venga data la possibilità di porter vivere, anche sbagliando.

A me non è mancato nulla, solo mi è stata preclusa qualsiasi possibilità di scelta, a partire dal mio abbigliamento fino ad arrivare alla mia istruzione ed io non ho saputo (in età adulta) e potuto (in età infantile) oppormi.

Sono daccordissimo sulla tua ultima frase e la ribalto a mio uso (da brava egoista :ph34r: ): volermi come lei mi ha voluto è quello che le rimprovero.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Ciao Mio,

Si, in entrambi i casi, il movimento è lo stesso.

Ma io non recrimino a mia madre una mancanza.

Non ho chiesto io di nascere e dal momento che uno nasce acquisisce una propria vita che è bene gli venga data la possibilità di porter vivere, anche sbagliando.

A me non è mancato nulla, solo mi è stata preclusa qualsiasi possibilità di scelta, a partire dal mio abbigliamento fino ad arrivare alla mia istruzione ed io non ho saputo (in età adulta) e potuto (in età infantile) oppormi.

Sono daccordissimo sulla tua ultima frase e la ribalto a mio uso (da brava egoista :ph34r: ): volermi come lei mi ha voluto è quello che le rimprovero.

vedi esserne consapevole ti aiuta a volerle bene....

Link al commento
Condividi su altri siti

 
...Io "abbandonai" completamente e repentinamente la famiglia per un anno, creando uno squilibrio enorme....

Lo dico perchè credo che anche i genitori dovrebbero avere un percorso simile... c'è una fase nella quale il "ruolo" è necessario (l'educazione), ma poi basta saper "cogliere i frutti"... capire che è arrivato il momento di passare all'esatto contrario di avere dei ruoli!

Secondo te Octopus tra l'identificarsi in un ruolo e interpretare un ruolo c'è una dfferenza?

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Secondo te Octopus tra l'identificarsi in un ruolo e interpretare un ruolo c'è una dfferenza?

Differenza di autoidentificazione.... :ph34r:

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Secondo te Octopus tra l'identificarsi in un ruolo e interpretare un ruolo c'è una dfferenza?

Una domanda "linguisticamente ambigua", ci provo:

se uno si identifica significa che lo fa suo, lo accetta in qualche modo, è d'accordo col ruolo sino al punto di "indentificarvisi", lo rappresenta bene.

Interpretare qualcosa significa "fingere", recitare, essere qualcosa che non corrisponde alla realtà.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Secondo te Octopus tra l'identificarsi in un ruolo e interpretare un ruolo c'è una dfferenza?

non so per Octopus, ma per me...se uno si identifica in un ruolo, nove su dieci, lo fa inconsapevolmente, se invece lo interpreta è consapevole di sè e sceglie, si sente costretto o gli conviene recitare la parte. Io ho sempre recitato perchè costretta, da qualche anno evito la scena, ma se devo proprio ho deciso che mi conviene recitare la parte. <_<

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Una domanda "linguisticamente ambigua", ci provo:

se uno si identifica significa che lo fa suo, lo accetta in qualche modo, è d'accordo col ruolo sino al punto di "indentificarvisi", lo rappresenta bene.

Interpretare qualcosa significa "fingere", recitare, essere qualcosa che non corrisponde alla realtà.

non so per Octopus, ma per me...se uno si identifica in un ruolo, nove su dieci, lo fa inconsapevolmente, se invece lo interpreta è consapevole di sè e sceglie, si sente costretto o gli conviene recitare la parte. Io ho sempre recitato perchè costretta, da qualche anno evito la scena, ma se devo proprio ho deciso che mi conviene recitare la parte. :21:

<_<

E' vero la domanda sembrava ambigua, ma nella realtà la tua risposta a dimostrato una concreta differenza.

Si condivido tutti e due. Integrare le proprie e riconoscere le altrui identità permette di relazionarsi liberandosi da schemi interpretativi. Il nostro ruolo sarà al quel punto spontaneo e relativo al legame sentito con la persona che si relaziona con noi, non più vincolato ad ruolo che in realtà non ci corrisponde in quel momento .

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Si condivido tutti e due. Integrare le proprie e riconoscere le altrui identità permette di relazionarsi liberandosi da schemi interpretativi. Il nostro ruolo sarà al quel punto spontaneo e relativo al legame sentito con la persona che si relaziona con noi, non più vincolato ad ruolo che in realtà non ci corrisponde in quel momento .

Credo che siamo tutto d'accordo su questo concetto Datango, ma l'argomento della discussione è che nel contesto familiare questo sembra abbastanza impossibile... <_<

Cioè, riconoscere la propria ed altrui identità è fattibile (anche se io sono del parere che chiunque nel momento dell'assimilazione di informazioni dall'esterno sta "interpretando" in qualche modo, ma non voglio divagare)... ma non corrisponderanno all'IDENTITA' DI FAMIGLIA... i ruoli dei quali si parlava...

Il mio consueto esempio stupido: se una persona qualsiasi agisce con me in un modo che cozza pesantemente col mio pensiero e non mi offre argomentazioni al riguardo, gli riservo un trattamento ed una considerazione "adeguati"... ma se a farlo è un mio genitore, la reazione non sarà tanto "spontanea", il legame familiare filtrerà pesantemente la cosa... per me è così ora, ed in tutta sincerità non credo che cambierà poi tanto in futuro... mi sembra di capire che anche per gli altri è così? Forse è una cosa intrinseca? :21:

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Il mio consueto esempio stupido: se una persona qualsiasi agisce con me in un modo che cozza pesantemente col mio pensiero e non mi offre argomentazioni al riguardo, gli riservo un trattamento ed una considerazione "adeguati"... ma se a farlo è un mio genitore, la reazione non sarà tanto "spontanea", il legame familiare filtrerà pesantemente la cosa... per me è così ora, ed in tutta sincerità non credo che cambierà poi tanto in futuro... mi sembra di capire che anche per gli altri è così? Forse è una cosa intrinseca? :abbr:

Anch'io credo che la reazione non sarà tanto spontanea o meglio "libera"..io quel filtro lo vedo infatti più come una sovrastruttura, la reazione ne è condizionata. Magari fosse spontanea , vorrebbe dire che ci siamo liberati dai ruoli, capaci di uscirne con serenità...io non sono a questo punto e concordo col fatto che le cose difficilmente cambiano ...sì una cosa un po' intrinseca, nel senso che i ruoli all'interno della famiglia sono il frutto di una collusione molto antica, noi possiamo arrivare a liberare noi stessi, ma a districare tutta la matassa..

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Ragazzi quanto avete scritto!!!

Credo anche che una volta cresciuti i figli devono imparare a staccarsi in tutto e per tutto dai genitori, il rispetto si ma solo la dove è reciproco....credo che i nostri pensieri e i nostri principi debbano andare per conto proprio, solo così si ottiene la totale indipendenza e la piena maturità del proprio essere....

Per cresciuti io ho interpretato non appena si accorgono di ciò che fa male per andare avanti... purtroppo questo accade prima dell' indipendenza economica e purtroppo questa una variabile molto importante per andare avanti...

Per dirne una ho avuto la sfiga di nascere femmina dentro quella casa e il che non mi ha dato la possibilità di andare a studiare ciò che volevo... ho dovuto perdere due anni per potermelo guadagnare... ecco che il progresso in avanti è rallentato..

Ah mio fratello è stato mandato senza indugio dove voleva...

Chiaramente non posso mai parlare di quei miei due anni perchè sarebbero solo mie cattiverie.

Ciao Lapina, sono felice cha hai scritto questo topic... :abbr:

Un parere da me condiviso quello dell'agire su se stessi, il risultato della variazione messa in atto, secondo me, produrrà cambiamenti su una scala impossibile da immaginare.

Se vuoi mi puoi spiegare cosa intendi quando scrivi:

Intendi che nel momento in cui entri in contatto con i tuoi familiari, senti che la tua identità è messa in discussione?

Ciao Datango,

non è una questione che la mia identità venga messa in discussione è che con loro non posso fare come con le altre persone... Octopus ha spiegato molto bene il concetto.

se una persona qualsiasi agisce con me in un modo che cozza pesantemente col mio pensiero e non mi offre argomentazioni al riguardo, gli riservo un trattamento ed una considerazione "adeguati"... ma se a farlo è un mio genitore, la reazione non sarà tanto "spontanea",
in ogni famiglia ogni componente acquista un ruolo ben specifico.

qualche anno fa sui miei quaderni ci avevo scritto un poema su questo aspetto.. me l' hai ricordato con piacere.

a proposito di fare da genitori ai propri genitori.

un paio di anni fa, c'era il mio compagno in ospedale. e io non ho detto niente hai miei per non farli preoccupare!

io ormai dico loro solo le cose belle perchè per loro le preoccupazioni sono sofferenza e in fin dei conti è molto più leggero il mio problema di quello che suscita in loro saperlo.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
io ormai dico loro solo le cose belle perchè per loro le preoccupazioni sono sofferenza e in fin dei conti è molto più leggero il mio problema di quello che suscita in loro saperlo.

Io sono in una situazione opposta ( ma mi pare che i ruoli rimangano in ogni caso ben asegnati):qualsiasi problema io abbia, anche in relazione a lei, la cosa non le tange minimamente..la chiamiamo: ercolino sempre in piedi!! Per rispondere brevemente alla domanda iniziale: sì mia madre è un' egoista!

Link al commento
Condividi su altri siti

 
io ormai dico loro solo le cose belle perchè per loro le preoccupazioni sono sofferenza e in fin dei conti è molto più leggero il mio problema di quello che suscita in loro saperlo.

il più delle volte può essere vero...però quando arrivi a negarti di cercare un appoggio (anche solo morale) quando ne ha più bisogno...

allora c'è DAVVERO qualcosa che non va!

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Credo che siamo tutto d'accordo su questo concetto Datango, ma l'argomento della discussione è che nel contesto familiare questo sembra abbastanza impossibile... :Big Grin:

Cioè, riconoscere la propria ed altrui identità è fattibile (anche se io sono del parere che chiunque nel momento dell'assimilazione di informazioni dall'esterno sta "interpretando" in qualche modo, ma non voglio divagare)... ma non corrisponderanno all'IDENTITA' DI FAMIGLIA... i ruoli dei quali si parlava...

Il mio consueto esempio stupido: se una persona qualsiasi agisce con me in un modo che cozza pesantemente col mio pensiero e non mi offre argomentazioni al riguardo, gli riservo un trattamento ed una considerazione "adeguati"... ma se a farlo è un mio genitore, la reazione non sarà tanto "spontanea", il legame familiare filtrerà pesantemente la cosa... per me è così ora, ed in tutta sincerità non credo che cambierà poi tanto in futuro... mi sembra di capire che anche per gli altri è così? Forse è una cosa intrinseca? :Big Grin:

Io credo che il non dare per scontate delle affermazioni permetta di risolvere la questione: io dico una cosa e tu l'ascolti concretamente e viceversa naturalmente :Big Grin:, daltronde la nostra è una relazione di amicizia quindi simmetrica :attack: .

Secondo me la possibilità di realizzare la propria identità nell'ambito familiare, diventa più concreta se partiamo dal presupposto che tra un genitore e un figlio la relazione è asimmetrica, cioè sbilanciata a favore delle persone che ti hanno dato la possibilità e gli strumenti per imparare a sopravvivere. Ad esempio immaginare che senza di loro (i genitori naturali o acquisiti) saresti morto poco dopo la tua nascita, credo renda evidente la questione che non siamo onnipotenti ma che la nostra sopravvivenza è dipesa, almeno all'inzio della nostra vita, da qualcuno.

La questione comunicativa trova la sua collocazione se poi pensiamo che il ruolo da ricoprire in questa relazione è l'evidente realta dei fatti, cioè che tu sei e sarai il figlio (da educare) e tuo papa e mamma sono e saranno i tuoi genitori (gli educatori) e che questa cosa è o sarà confutabile solamente se entriamo nel campo delle proiezioni identitarie, campo minato oserei dire. :Big Grin:

Concederci di assumere il ruolo corretto in una relazione non è una cosa scontata, è tuttavia necessaria affinche non si crei quel gran casino identitario che tanto ha incasinato le relazioni sociali e in particolare quella genitori-figli, nella concettualizzazione del mondo che viviamo.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
...Ciao Datango,

non è una questione che la mia identità venga messa in discussione è che con loro non posso fare come con le altre persone... Octopus ha spiegato molto bene il concetto.

Allora rispondendo a lui ho risposto anche a te? :Big Grin:

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Unisciti alla conversazione

Adesso puoi postare e registrarti più tardi. Se hai un account, registrati adesso per inserire messaggi con il tuo account.

Ospite
Rispondi

×   Incolla come testo formattato.   Incolla invece come testo normale

  Sono permesse un massimo di 75 faccine.

×   Il tuo link è stato inserito automaticamente.   Visualizza invece come link

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Editor trasparente

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.

  • Navigazione recente   0 utenti

    • Non ci sono utenti registrati da visualizzare in questa pagina.



×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Navigando questo sito accetti le nostre politiche di Politica sulla Privacy.