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La strada giusta


giovanni79

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Su un newsgroup di psicologia ho trovato questo post, che sembra parlare di me:

Conosco una persona che è totalmente incapace di prendere una decisione definitiva sulla propria vita. Ora ha 30 anni, ha cambiato almeno 10 facoltà universitarie, senza quasi dare esami. Ogni volta che fa una scelta, subito comincia a rimpiangere, quasi disperandosi per le altre possibili scelte che ha dovuto scartare.

La cosa strana è che qeste diverse strade intraprese spesso sono anche molto distanti fra loro: a volte si tratta di percorsi di tipo umanistico, altre di tipo scientifico, altre ancora di tipo "artistico". Ogni volta che formula un nuovo progetto di vita appare del tutto entusiasta e convinto della nuova direzione intrapresa.

Lui stesso sembra meravigliarsi molto di come le persone intorno a lui riescano a 19 aanni a compiere una scelta e a perseguirla, accettando che quella prima scelta condizionerà probabilmente il resto dell'intera vita.

Questo percorso costellato di frustrazioni e insuccessi lo sta pian piano conducendo ad una depressione e gli ha fatto perdere la fiducia di riuscire un giorno a portare a termine uno qualsiasi dei progetti che intraprende. Inoltre la consapevolezza che dei 10 anni passati senza riuscire a compiere un solo passo in avanti lo sta gettando in uno stato di ansia cronica che lo paralizza ancor di più. Il tempo passa e le sua potenzialità inespresse di persona, che sia lui che gli altri consideranvano brillante, ora gli appaiono del tutto inutili.

Io ho 29 anni, ho iniziato una psicoterapia da quasi un anno per questo stesso motivo (anche se durante quest'anno abbiamo affrontato anche problemi

diversi - sono una persona molto problelmatica).

La mia pace interiore è finita quasi 5 anni fa, poco dopo la laurea. Avevo iniziato un dottorato, abbastanza entusiasta, ma ho capito presto che non faceva per me: mi faceva schifo l'ambiente universitario, e poi forse non avevo nemmeno le capacità. Da allora, la mia vita si è trasformata in un incubo caratterizzato da un continuo tormento interiore. Qualunque lavoro prendessi in considerazione, non lo sentivo adatto a me, non pensavo che mi potesse piacere. Per non rimanere a fare nulla, ho scelto un lavoro coerente con i miei studi, sono rimasto nello stesso posto per quasi 3 anni, poi ho cambiato per un altro posto di lavoro analogo, ma in tutto questo tempo non sono mai stato soddisfatto. Svolgo un lavoro molto al di sotto delle mie potenzialità, e soprattutto che non mi dà gratificazioni.

In tutto questo tempo (quasi 5 anni) ho provato a considerare decine e decine di percorsi diversi, alcuni più simili al mio attuale, altri completamente diversi. Non ho mai avuto il coraggio di cambiare proprio perchè nessuno di questi progetti ha mai esercitato un "appeal" sufficiente, e dunque gli aspetti negativi (molti) hanno sempre prevalso su quelli positivi. Magari mi entusiasmavano per qualche giorno o settimana, raccoglievo informazioni riguardo alla professione, poi inesorabilmente l'entusiasmo e l'interesse cadevano e l'attenzione si rivolgeva altrove, ad un altro progetto, e la cosa si ripeteva in un ciclo infinito.

Ancora oggi sono completamente dentro questo ciclo e non riesco ad uscirne.

Continuo a fare un lavoro che non mi soddisfa ma non so in che direzione cambiare. Continuo ad oscillare tra una possibile direzione e quella diametralmente opposta, senza naturalmente riuscire a buttarmi in nessuna di queste.

A differenza della persona descritta nel post citato, io i progetti nemmeno li inizio, li scarto dopo un periodo più o meno breve di valutazione, salvo poi tornarci magari a distanza di mesi o anni. So che è inutile starci a rimuginare tanto sopra, che bisogna provare, ma non so COSA provare, perchè oscillo tra direzioni diametralmente opposte (naturalmente in uno spazio a n dimensioni dove le possibili direzioni sono molte più di quattro), e nel giro di poco tempo. E per riuscire in uno qualunque di questi progetti occorre determinazione e convinzione che quella sia la strada giusta, altrimenti me ne pentirei dopo un mese.

Come fare ad "auto-convincersi" che una strada sia quella giusta?

Io la chiamo "sindrome del pianista sull'oceano" (se avete visto il film o letto il libro sapete di cosa parlo)

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