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masochismo del vivere....


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Qursto topic mi colpisce al cuore.

A me capitava uan cosa all'inizio della convivenza con mio marito (come ho spiegato con lui non faccio "quasi" più così), se lui non aveva voglia di uscire e io si, io non glielo chiedevo, e lui ovviamente non lo sapeva che io volevo uscire e magri si metteva il piagiama ma al momento opportuno io glielo rinfacciavo dicendogli che avrebbe dovuto capire che io volevo uscire e se lui proponeva di vestirsi per uscire io dicevo di no perchè era inutile visto che lo faceva per farmi un favore...e praticamente mi creavo la situazione pernon uscire (facendomi del male) e per litigare (rifacendomi del male) e per screditarmi perchè poi mi rendevo conto che ero stata intransigente e mi sentivo in colpa..insomma non mi facevo mancare niente!!!!!

A te capitava all'inizio della convivenza, a me capita ancora adesso, dopo quattro anni e mezzo!

Mi capita anche il contrario: lui ha voglia di uscire (o di invitare gente, o di fare qualsiasi altra cosa), io no ma non ho il coraggio di dirglielo (perchè mi dispiace e mi sento in colpa) e accetto controvoglia, ma poi mi rimane dentro questo rancore verso me stessa che non ho avuto il coraggio di impormi e verso di lui, che avrebbe dovuto capire... Conclusione: sono nervosa, di cattivo umore, lo tratto male e finiamo per litigare.

Oppure riesco a vincere il senso di colpa, gli dico che proprio non ho voglia, stiamo a casa; però poi mi sembra che lui ce l'abbia con me e mi sento il colpa. La conclusione è la stessa di prima.

L'anno scorso, nel periodo più duro della pscicoterapia, quando ero in crisi su tutti fronti, mi è capitato di rifiutarmi sul lavoro di svolgere alcune mansioni dicendo "Non sono capace, non ce la faccio, non riesco". Ed erano adempimenti che avevo già curato in passato! (Per fortuna la mia responsabile, che è bravissima, ha capito che stavo male e mi ha affiancato un'altra persona. Ed è stata talmente brava da affincarmi una ragazza entusiasta e volenterosa, ma più giovane di me, cui ho dovuto insegnare parte del lavoro: mi ha dato una fiducia insperata...)

In seduta ho capito da dove deriva questo comportamento, lo avevo già fatto in passato, da piccola, lo faccio con persone che rappresentano l'autorità (il capo, la maestra... la mamma) e di cui vorrei avere l'amore incondizionato: è un modo per chiedere "Mi vuoi bene anche se non sono perfetta? Se sbaglio? Se non riesco?"

Eppure anche io come te digi mi chiedo se questa consapevolezza sia sufficiente. Basta "saperlo" per non farsi del male?

Ogni tanto ci ricasco ancora...

Ma come direbbe il mio psicologo: ci stiamo lavorando...

Il fatto è che mi chiedo se dovrò "lavorarci" per tutta la vita oppure se ad un certo punto mi verrà naturale!

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Eppure anche io come te digi mi chiedo se questa consapevolezza sia sufficiente. Basta "saperlo" per non farsi del male?

Ogni tanto ci ricasco ancora...

purtroppo non credo che basti saperlo, ma sono certa che la consapevolezza sia cmq un enorme passo avanti

in effetti molti non hanno consapevolezza dei meccanismi che mettono in atto e quindi non se ne riescono a liberare

invece quando se ne è cpnsapevoli è come se si vedessero le cose dall'esterno e allora si può inizare ad agire per cambiare

Ma come direbbe il mio psicologo: ci stiamo lavorando...

Il fatto è che mi chiedo se dovrò "lavorarci" per tutta la vita oppure se ad un certo punto mi verrà naturale!

alla fine cambieremo in modo spontaneo i nostri comportamenti e "impareremo" un nuovo modo di fare ed essere

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purtroppo non credo che basti saperlo, ma sono certa che la consapevolezza sia cmq un enorme passo avanti

in effetti molti non hanno consapevolezza dei meccanismi che mettono in atto e quindi non se ne riescono a liberare

invece quando se ne è cpnsapevoli è come se si vedessero le cose dall'esterno e allora si può inizare ad agire per cambiare

alla fine cambieremo in modo spontaneo i nostri comportamenti e "impareremo" un nuovo modo di fare ed essere

Dici?

E se invece la soluzione fosse accettare che sono fatta così, che nemmeno mille anni di psicoterapia mi cambieranno? Che c'è una parte di me -quella "malata"- che si diverte a fare lo sgambetto a quella sana e che non ci posso fare niente, solo imparare a conviverci e tenerla a bada quel tanto che basta a vivere una vita normale, serena?

Sto iniziando a chiedermi questo. E non lo sento come un fallimento, solo un nuovo modo di vedere le cose.

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Dici?

E se invece la soluzione fosse accettare che sono fatta così, che nemmeno mille anni di psicoterapia mi cambieranno? Che c'è una parte di me -quella "malata"- che si diverte a fare lo sgambetto a quella sana e che non ci posso fare niente, solo imparare a conviverci e tenerla a bada quel tanto che basta a vivere una vita normale, serena?

Sto iniziando a chiedermi questo. E non lo sento come un fallimento, solo un nuovo modo di vedere le cose.

scusa il ritardo Clizia, ma mi ero persa il post !!

credo che accettare di essere fatti in un certo modo sia una possibilità

la mia ex psi mi aveva proposto una situazione del genere, accettare il fatto che io metto in atto certi comportamenti che magari era meglio non andare a modificare perchè quello che poteva nascondersi dietro poteva essere peggio del malessere che provavo e che mi aveva portato a fare psicoterapia. in quel caso la psicoterapia sarebbe continuata con lo scopo di farmi imparare ad accettare e convivere con questo mio modo di essere

visto che ho cambiato psi, come puoi immaginare non ero propensa ad accettare questo suggerimento perchè il mio scopo era ed è quello di capire e modificare certi miei atteggiamenti

ma questo è quello che voglio io, non è detto che valga in assoluto per tutti

la cosa più importante credo sia quella di comprendere, vedere, capire e non agire in maniera ripetitiva senza rendersi conto di quello che si fa.

nel momento in cui si ha consapevolezza, si ha la possibilità di scegliere se continuare o cambiare e questo credo sia la conquista più grande, avere la possibilità di scegliere e non subire passivamente

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io concordo con te froggy, credo sia più importante andare fino in fondo, anche se quello che c'è non è poi una cosa positiva, ma forse accettare certe cose è anche improtante, dipende credo da ognuno di noi e da quello che siamo capaci di digerire e accettare coem aprti di noi.....in questo la psicoterapia dovrebbe anche aiutare a farsi un'idea.....

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In seduta ho capito da dove deriva questo comportamento, lo avevo già fatto in passato, da piccola, lo faccio con persone che rappresentano l'autorità (il capo, la maestra... la mamma) e di cui vorrei avere l'amore incondizionato: è un modo per chiedere "Mi vuoi bene anche se non sono perfetta? Se sbaglio? Se non riesco?"

scusa il ritardo Clizia ma ho avuto il pc fuori uso.....bhè credo che in parte anche per me sia stato così.....è un modo di richiedere amore un pò infantile....forse perchè non è stato elaborato come avrebbe dovuto essere....ed è forse ancora questo il tassello che ci manca, capire il perchè ci comportiamo in questo modo, perchè chiediamo amore in questa forma così inconsciamente primitiva e infantile? Io sto provando ada arrivarci e mi rendo conto che sia più faticoso di quanto credevo perchè poi il tutto si intrecccia e io mi confondo......

ma come direbbe sti benedetti psi "ci stiamo lavorando"..... :Talking Ear Off:

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