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Università e Legge 133


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Università e la legge 133

16-10-08

Il Governo Berlusconi durante i mesi estivi dell’anno 2008 ha approvato il DL 112, convertito poi in Legge 133 il 6 Agosto.

▬ Cosa prevedono il decreto e la legge in questione?

Una serie di misure economiche atte a ridurre le sovvenzioni agli apparati pubblici, in particolar modo all’Università statale, per la quale si stima che i tagli raggiungono 1 miliardo e 500 milioni di euro in 5 anni.

Un duro colpo per molti Atenei italiani che già da molti anni non versano in ottime condizioni economiche (vedi Siena e Firenze).

Tuttavia il mondo universitario “sembra” avere un’alternativa al sicuro fallimento di molti dei suoi complessi.

L’articolo 16 della Legge 133 prevede infatti la “Facoltà di trasformazione in fondazioni delle università”

▬ Cosa significa?

“In attuazione dell'articolo 33 della Costituzione […] le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato” liberando così lo Stato dall’onore della sovvenzione.

Tutto ciò porterebbe ad una serie di conseguenze fra le quali la scomparsa del tetto massimo del 20% del FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) per le tasse universitarie che si trasformerebbero da contribuzione a reale fonte di sostentamento per la gestione economica dell’Ateneo, determinandone un brusco innalzamento.

Incremento che probabilmente non sarebbe sostenibile per una cospicua fetta della popolazione studentesca che si troverebbe a dover rinunciare al proprio diritto all’istruzione contrariamente a quanto stabilito nell’Art.34 della Costituzione italiana.

In presenza di un'amministrazione universitaria inefficiente (i bilanci in rosso sono a testimonianza di ciò), suscita stupore che il governo abbia deciso di non agire minimamente sotto questo aspetto, quanto su quello di privare gli atenei della loro più importante fonte di sostentamento.

La legge 133 ha introdotto inoltre un pesante blocco del turn-over del personale docente e tecnico-amministrativo, il quale stabilisce un limite massimo di nuove assunzioni a fronte dei pensionamenti.

Esso limita il turn-over a uno su dieci per il 2009 e uno su cinque per il 2010.

In parole povere, il prossimo anno per dieci persone che escono lavorativamente dal sistema universitario ne entrerà solo una, senza distinzione alcuna fra personale docente e personale amministrativo.

L’ingresso dei privati sancito dalla Legge 133 condiziona non solo l’aspetto economico dell’Ateneo, come già detto, ma anche aspetti ben più cardinali quali la Ricerca e la Didattica.

▬ In che modo?

Questi aspetti verranno fortemente influenzati dalle logiche di mercato per le quali il sapere si valuta in base alla produttività di ciò che ne verrà fuori.

Alcuni settori quali quelli dell’area tecnico-scientifica e medica avranno sì la possibilità di fare Ricerca, ma non più libera, dovranno infatti sottostare alle condizioni imposte dagli enti privati in materia.

Altri più sfortunatamente, come i settori dell’area umanistico-sociale, non producendo alcunché di “vendibile” vedranno con tutta probabilità ridurre a zero i propri orizzonti di Ricerca.

In un paese quale l’Italia che per quanto concerne la Ricerca scientifica si trova in una situazione di forte ritardo (investendo il solo 1.1% del PIL) sia rispetto ai principali paesi industriali che ad alcune economie europee di minori dimensioni come quella svedese e finlandese, un taglio così consistente non può apparire altro che autolesionista.

▬ e i Ricercatori?

I giovani ricercatori italiani sono spesso tra i migliori al mondo, sono invidiati dai centri di ricerca internazionali - che infatti fanno poca fatica ad accaparrarseli - hanno una cultura di base generalmente più ampia, nonostante la vergognosa disorganizzazione dell'Università italiana e, come ricompensa, sono pagati cifre miserevoli e sono condannati al precariato a vita.

La situazione si fa ancora più drammatica per i giovani professori che tentano di scalare le baronie universitarie per trasmettere un sapere decente agli studenti.

I professori a contratto, precari permanenti, sono pagati dagli 0€ a 600€ per due mesi di corso universitario. Per fare un paragone in Germania la cifra sale a 2000-3000€.

Per ovvie ragioni i professori, e con loro i corsi, scompaiono.

Fonti:

Art. 33 e 34 della Costituzione italiana

http://www.quirinale.it/costituzione/costituzione.htm

Legge 133

http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm

la Repubblica (Firenze) 30-09-08

http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/ar...9/30SIP2005.PDF

Corriere Fiorentino 26-09-08

http://corrierefiorentino.corriere.it/univ..._pisa_crac.html

La ricerca scientifica in Italia

http://www.daonline.info/archivio/20/pagine/ultimo_n2.php

---------------------------------------------------------------------------------

Quello che vi chiedo è di prendere parte alla campagna informativa anche con delle piccole iniziative.

Inoltrate questo articolo nella casella e-mail dei vostri contatti.

Pubblicate voi stessi questo articolo nei vostri blog, pagine web o nei forum che conoscete.

Usate qualche credito nei siti come Netlog e company, per una volta ne varrà la pena e avrete fatto buon uso della tecnologia.

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io suggerisco un bel falo'per tutti i politici e giornalisti........tipo giordano bruno, savonarola ...ecc.

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lo farò ,,. si certo.

è una bella iniziativa.

ma del resto . ormai ... c' è poco da fare..

se non l' avete capito la cosidetta " democrazia " in italia è bella e finita.

berlusconi userà ogni mezzo per sedare la rivolta.. un po com eha fatto a napoli . forte del consenso di massa --

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questa è la mail che il rettore del politecnico di milano, ha inviato a tutti gli studenti...

Cari Allieve e Allievi del Politecnico di Milano,

In questi giorni ho ricevuto molti messaggi da parte Vostra.

In essi vi sono domande volte a cercare di comprendere meglio la attuale situazione, sono espresse preoccupazioni per il futuro di Voi giovani e del nostro Ateneo.

Siamo tanti, più di 2.500 fra docenti, tecnici e amministrativi, quasi 40.000 gli allievi: non possiamo certo riunirci tutti.

Userò quindi il web per mettere a Vostra disposizione quello che so e che ho imparato in questi anni, presentandovi soprattutto i punti che non sempre appaiono chiari nel confuso dibattito che i media ci presentano. Cercherò di individuare i vostri dubbi e di rispondere alle vostre domande. Presenterò le mie opinioni e il percorso che stiamo intraprendendo, terminerò con alcune conclusioni.

I decreti Gelmini

Sulla stampa, in molti striscioni, nelle manifestazioni si richiamano due realtà completamente diverse: la proposta del Ministro Gelmini sulla Scuola elementare e la legge 133/08 relativa al contenimento della spesa pubblica, il cui testo ricalca le proposte del Ministro Tremonti.

Vi intratterrò soltanto sulla seconda che riguarda anche le Università.

La legge 133/08 sul contenimento della spesa riguarda tutte le amministrazioni pubbliche, dai Ministeri alle Regioni, dai Comuni alla Polizia, dalle Università a tutte gli innumerevoli enti che sono prevalentemente finanziati dallo Stato.

Le riduzioni previste sono indistinte e colpiscono indiscriminatamente, senza considerare le differenze di funzioni, compiti e risultati delle varie tipologie di amministrazioni.

Per quanto è relativo alle Università statali come la nostra, le due conseguenze più rilevanti di questa legge approvata prima dell'Agosto 2008 sono le seguenti:

* una riduzione del finanziamento statale al sistema universitario (FFO = Fondo di Finanziamento Ordinario) a partire dal bilancio 2010 (quindi dal 1 gennaio 2010);

* la drastica riduzione del turn over (ogni 10 persone che vanno in pensione, ne possono entrare soltanto 2 fino al 2012 e poi 5 dal 2013)

* la possibilità di trasformare le università in Fondazioni di diritto privato.

Il Finanziamento statale del sistema universitario

Ogni anno la Finanziaria stabilisce l'ammontare del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), cioè i soldi che vanno al Sistema Universitario statale. Questa somma è a disposizione del Ministero che la ridistribuisce fra i differenti Atenei. La somma è cresciuta dal 1995 al 2005 ed è praticamente stazionaria da tre anni. Vale oggi circa 7 Miliardi di euro. La legge prevede una riduzione di circa il 20% in tre anni di tale somma senza considerare che, nel nostro Paese, il finanziamento alle Università è fra i più bassi di Europa. (Basta guardare i dati dell'OCSE).

Bisogna combattere affinché tale riduzione non avvenga: ciò è reso difficile non solo dalla situazione economica mondiale che sta peggiorando di giorno in giorno, ma anche dalla disuniformità e dalla credibilità attuale del sistema universitario.

Vi sono Atenei che hanno utilizzato bene la loro autonomia ed altri meno bene.

Vi sono Atenei che hanno investito per migliorare i servizi agli studenti e le infrastrutture di ricerca, altri hanno soltanto assunto persone, talvolta calpestando il merito di altre.

Ma non si può fare di tutta l'erba un fascio, altrimenti si finisce col dire che nulla funziona.

Gli effetti del taglio di finanziamento possono essere ricondotti a due tipologie differenti.

La prima riguarda quegli Atenei che hanno esagerato nelle assunzioni di personale ed oggi hanno un costo del personale che praticamente mangia tutta la loro dotazione statale (forse avete sentito dire che il rapporto fra spese di personale e FFO di ogni Ateneo non dovrebbe superare il 90%, che vi sono Atenei che hanno superato tale rapporto, che con gli adeguamenti stipendiali questo rapporto continuerà ad aumentare). Questi Atenei, se la legge venisse mantenuta inalterata, sono destinati, chi subito, chi fra due - tre anni a fallire perchè non saranno più in grado di pagare i loro dipendenti.

La seconda riguarda quegli Atenei, come il nostro, che, pur avendo aumentato negli anni il loro personale docente, tecnico e amministrativo, sono stati attenti a non caricarsi da impegni di spesa troppo onerosi (il Politecnico di Milano ha spese fisse di personale pari al 67% di FFO a fronte di una media nazionale dell'86%) ed hanno utilizzato la differenza per investimenti in attrezzature, infrastrutture, creazione e miglioramenti dei servizi offerti. Di fronte a un taglio di finanziamento statale, questi Atenei non sono condannati al fallimento, ma dovranno ridurre spese e servizi. Chi, come noi, ha già fatto ogni tipo di razionalizzazione e di economia, dovrà cercare, in tutti i modi possibili, di mantenere la qualità di tutti quei servizi che vi fanno apprezzare il nostro Ateneo.

Io confido che, a meno di cataclismi economici, il Governo dovrà rivedere le sue decisioni, almeno nei riguardi di quegli Atenei che hanno dimostrato di saper bene gestire le risorse loro assegnate.

Se insisterà nella sua decisione, vorrà dire che il Governo desidera uccidere le nostre università, portando il nostro Paese a diventare vassallo di altre Nazioni, in particolare di quelle che molto stanno investendo in formazione e ricerca.

La riduzione del turn over

La riduzione imposta dalla legge per il turn over nasce forse da un ragionamento meramente economico, ma non considera le conseguenze che sono devastanti per tutti.

Il ragionamento è il seguente: riduciamo le persone, così riduciamo il costo degli stipendi e quindi compensiamo con tale riduzione il minor finanziamento. A supporto di tale ragionamento si portano i difetti del sistema: modalità di reclutamento non sempre irreprensibili, proliferazione di corsi di laurea istituiti per soddisfare più gli interessi dei docenti che le necessità formative degli allievi, scarsa presenza dei docenti negli Atenei, incapacità di auto governarsi correttamente, autoreferenzialità e mancanza di valutazione dei risultati. In fondo si è contribuito a creare uno slogan che purtroppo sta attecchendo nella opinione pubblica: le amministrazioni pubbliche sono costose e inefficienti, l'università è una amministrazione pubblica, quindi la università è inefficiente e sprecona.

E' un ragionamento che combatto da 5 anni e che non è facile da contestare perché l'opinione pubblica è sempre più attenta agli aspetti negativi che le vengono presentati che a quelli positivi. Basta una truffa a un test di medicina in un Ateneo per dire che tutti gli Atenei stanno truffando, basta una assunzione chiacchierata per dire che tutti i concorsi universitari sono truccati, basta dire che una università ha scoperto un buco nel suo bilancio per dire che il sistema delle università pubbliche è fallito.

Il gusto della generalizzazione purtroppo ormai caratterizza tutti, molti si accontentano di soli slogan, pochi amano ancora conoscere prima di parlare.

La legge è devastante perché colpisce tutti indiscriminatamente e ingiustamente. Chi ha limitato il numero di assunzioni, chi ha fatto una programmazione attenta dei ricambi generazionali viene colpito irrimediabilmente.

La legge colpisce drammaticamente tutti i giovani che oggi collaborano a vario titolo con i docenti (dottorandi, post doc, assegnisti di ricerca) e che contavano un giorno non troppo lontano di entrare in una posizione stabile in università.

In definitiva si deve combattere per modificare la decisione legislativa perché è profondamente ingiusta, perché taglia le gambe al ricambio generazionale, perché colpisce le aspettative dei giovani, perché va esattamente nel senso contrario al riconoscimento del merito, perché indebolisce in modo irreversibile l'università che, senza l'immissione di giovani, diventerà vecchia e obsoleta nel giro di pochi anni.

La possibilità di trasformare le università in Fondazioni

E' stato detto in molti interventi che l'articolo di legge che consente alle università statali di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato e non dice come e con la partecipazione di chi, che è talmente vago da essere non attuabile, che, con esso, si annuncia un cambiamento di strategia da parte del Governo nei riguardi del sistema della formazione e della ricerca italiano.

Vediamo di ragionarci un attimo. Un Ateneo potrebbe trasformarsi in fondazione se, accanto allo Stato, intervenissero dei partners privati disposti a sostenere economicamente l'Ateneo.

L'On. Mauro, vice presidente del Parlamento europeo, si è chiesto recentemente in un convegno: dove si può trovare un imprenditore così pazzo da caricarsi l'onere di contribuire finanziariamente alle spese correnti di un Ateneo o di una Scuola che, per definizione, non sono in grado di restituire utili? Quale privato può investire a fondo perduto?

Si potrebbe pensare a una Fondazione che veda Stato, Regione, Provincia, Comune insieme a Fondazione Bancarie e Associazioni varie. Ci si dimentica che è necessario una quota di contribuzione privata maggiore del 50% per rendere "privata" una fondazione e quindi per renderla indipendente dalle regole imposte dal contenimento della spesa pubblica (i famosi parametri di Maastricht).

E' oggi impensabile che le Fondazioni bancarie si sostituiscano in larga misura allo Stato per finanziare annualmente il sistema della formazione e della ricerca e quindi gli Atenei.

Non vi sono altre alternative: in tutto il mondo le Università funzionano perché ricevono il loro prevalente fabbisogno finanziario o dalla Collettività Sociale o dalla contribuzione diretta degli Allievi. Nel primo caso l'Università si caratterizza come pubblica, nel secondo come privata (in Italia la prima è denominata statale, la seconda non statale).

Il primo modello considera prevalente il vantaggio di avere formazione e ricerca a servizio della competitività della intera Comunità sociale. Il secondo modello considera prevalente il vantaggio del singolo (allievo o impresa) che riceve la possibilità di incrementare la propria competitività personale.

In Europa è sicuramente prevalente il primo modello tanto che la quasi totalità di studenti universitari frequentano università pubbliche (in Italia sono oggi il 94%).

Cosa fare

Resta un anno per cercare di rovesciare la situazione e certamente non si possono aspettare gli ultimi mesi del 2009 per riuscirvi. D'altra parte è evidente che azioni non coordinate non possono che essere inutili e controproducenti.

Credo che ognuno, prima di partecipare ad una qualsiasi iniziativa, dovrebbe ragionare non in base ai propri sentimenti, bensì valutando razionalmente le possibili conseguenze.

Mi spiego con un esempio: le attuali manifestazioni spontanee possono essere considerate esaltanti da chi vi partecipa per il loro forte impatto mediatico, ma il monitoraggio delle loro conseguenze sembra dimostrare che nella opinione pubblica sta crescendo il fastidio e quindi il rafforzamento delle posizioni più contrarie alla nostra università. Ciò rende ancora meno condiviso dalla maggioranza dell'opinione pubblica il tentativo di mitigare gli effetti della legge e di mantenere pubblico il nostro sistema universitario. Rende invece più condiviso qualsiasi atto teso a penalizzare i nostri Atenei.

Quello che bisogna fare subito, tutti insieme, riguarda soprattutto la politica interna degli Atenei. E' quanto mai necessario che ogni Ateneo risponda, il più rapidamente possibile, alle critiche che vengono mosse in modo generalizzato, o per dimostrare di esserne esente o per modificare i propri comportamenti.

Quali sono queste critiche?

a) Le Università sono accusate di aver prolificato i corsi di laurea e gli insegnamenti per favorire i desideri dei docenti. Si deve rimodulare la didattica in modo da erogarla sempre più all'insegna del principio della effettiva centralità della formazione dell'allievo e delle sue concrete possibilità di trovare sbocchi lavorativi soddisfacenti.

b) Le Università sono accusate di dissipare tempo e soldi in una ricerca inutile e costosa che serve soltanto alla carriera accademica di chi la produce. Si deve promuovere una ricerca sempre più al servizio della competitività internazionale del nostro Paese e quindi ci si deve battere affinché il Governo promuova il riconoscimento della qualità e del merito a seguito di valutazioni attendibili, analoghe a quelle ormai abituali in molti paesi europei.

c) Le Università sono accusate di seguire processi poco trasparenti nel reclutamento dei giovani e nell'avanzamento di carriera dei docenti. Si deve promuovere un sistema di valutazione che porti a una qualità certificata da parametri obiettivi e procedure innovative nel reclutamento dei docenti e dell'inserimento dei giovani.

d) Le Università sono accusate di aver prolificato a dismisura le loro sedi didattiche. Si deve promuovere una revisione della distribuzione a livello regionale o macroregionale della propria offerta formativa e della ricerca nell'interesse dei territori, anche sviluppando interazioni ed integrazioni forti tra Atenei in un'ottica di complementarietà;

e) Le Università sono accusate di avere una visione corporativa nelle proprie modalità di governo. Bisogna testimoniare l'impegno di modificare il proprio assetto di governance interno per evitare derive autoreferenziali attraverso una netta separazione tra funzioni di indirizzo delle attività didattiche e scientifiche, e responsabilità di gestione delle risorse;

f) Le Università sono accusate di non riuscire a verificare l'impegno dei propri docenti nella didattica e nella ricerca. Ci deve attivare per garantire sempre di più il rispetto di un codice etico di comportamento, anche misurando la produttività dei propri docenti

Allora cosa fare verso l'esterno?

Bisogna combattere per convincere tutti gli Atenei ad attivarsi in queste direzioni. Bisogna combattere perché alcuni imbocchino questa strada fin da subito, nella speranza di essere di esempio per gli altri. Bisogna mettersi in discussione di fronte al Paese all'insegna della trasparenza e dell'obiettività. Bisogna essere disponibili a confrontarsi con esperti del Ministero dell'Economia e delle Finanze sui propri bilanci e sui criteri di gestione adottati, superando ogni forma di autoreferenzialità.

Come vedete bisogna imboccare una strada stretta, difficile e in salita che richiede l'impegno di tutti e soprattutto il rispetto delle Istituzioni di appartenenza.

Il Politecnico di Milano, insieme ad altri Atenei, può già dimostrare di essere esente da molte delle critiche che vi ho sopra riportato e di aver già preso la decisione di attuare processi che gli consentano ulteriori miglioramenti.

Noi, Rettori di questi Atenei, abbiamo il compito di combattere su diversi tavoli per fare in modo che il Governo possa riconoscere la utilità di queste azioni, per convincerlo a stipulare un "patto di stabilità", cioè un accordo di programma individualizzato Ateneo per Ateneo, che accordi un finanziamento dignitoso a fronte di precisi obiettivi da raggiungere nella didattica, nella ricerca, nella gestione.

Conclusioni

Insieme ad altri Rettori sto combattendo in tutte le direzioni che Vi ho delineato, ho bisogno dell'appoggio di tutti e soprattutto di Voi allievi.

Se dovessero arrivare dal Governo segnali precisi di non disponibilità alla discussione sulla base delle linee che Vi ho indicato, allora sarà chiara la sua volontà di penalizzare anche gli Atenei più aperti al cambiamento ed i loro Rettori saranno costretti ad assumere tutte le iniziative necessarie per evitare la catastrofe dell'intero sistema universitario pubblico del Paese.

Non possiamo perdere la battaglia volta a migliorare la competitività internazionale del nostro Paese, competitività necessaria per assicurare un futuro a tutti Voi.

Resto a Vostra disposizione per approfondire i temi che più Vi interessano, per confrontarmi con Voi, convinto che soltanto attraverso il dialogo possiamo costruire un futuro sempre migliore del nostro Ateneo.

Giulio Ballio

Rettore

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che tristezza!!!!

ragazzi che delusione...d'altronde era prevedibile ciò che è accaduto!!!

io domani scendo in piazza...

joker...

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che tristezza!!!!

ragazzi che delusione...d'altronde era prevedibile ciò che è accaduto!!!

io domani scendo in piazza...

joker...

che tristezza veramente

non ce la faccio a andare alla manif

ma spiritualmente (lo so non è granché) sarò con voi

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se il fine di questa legge e' di privatizzare le universita' ,sara'

il principio della fine per i poveri diventare professionisti in tutti i campi .

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se il fine di questa legge e' di privatizzare le universita' ,sara'

il principio della fine per i poveri diventare professionisti in tutti i campi .

:clapping:

hai proprio ragione tex...

inoltre distruggeranno la ricerca...

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io un po' da fuori e totalmente a politico dico:

le cose così come stanno vanno malissimo, c'è uno spreco schifoso di denaro pubblico, ecc...ecc..

sicuramente non è questo decreto il modo corretto per migliorarle...

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stiamo scivolando in qualcosa di spaventoso, ogni anno di più.....ho seriamente paura per il futuro .....

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Meno male che ho finito con l'Università..

e se avevo qualche dubbio sul continuare a stare in Università o meno,

questo dubbio miracolosamente è scomparso..

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se avevo qualche dubbio sul continuare a stare in Università o meno,

questo dubbio miracolosamente è scomparso..

idem...

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eravamo in tanti, tantissimi...

orgogliosa di esserci stata...

corteo pacifico...anche se quando siamo arrivati al Ministero dell'Istruzione vedere la polizia schierata mi ha fatto un certo effetto....eravamo parecchio vicini e temevo che qualcuno (infiltrato!!!) potesse avere qualche impulso strano e izzare uno scontro...non è accaduto!!!!

spero si possa replicare al più presto...

continuate a protestare nelle vostre università e scuole perchè è proprio ora che non bisogna fermarsi!!!

joker la crisi non la paga!!!!!

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allora, io berlusconi nn lo sopporto

e mi considero una di sinistra tra l'altro... ma molto disgustata dalla sinistra

noi cittadini, sappiamo e vediamo gli sprechi che ci sono con gli appalti e non solo nell'università. Questi vengono pagati almeno il doppio (per essere buona) del loro effettivo valore.....

secondo me le elementari non vanno toccate ma l'università credo proprio che vada riformata, ma il privato proprio no!

tra l'altro parlo da fuori e non conosco la realtà interna.....

ecco mi definirei più partigiana va'

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allora, io berlusconi nn lo sopporto

e mi considero una di sinistra tra l'altro... ma molto disgustata dalla sinistra

noi cittadini, sappiamo e vediamo gli sprechi che ci sono con gli appalti e non solo nell'università. Questi vengono pagati almeno il doppio (per essere buona) del loro effettivo valore.....

secondo me le elementari non vanno toccate ma l'università credo proprio che vada riformata, ma il privato proprio no!

tra l'altro parlo da fuori e non conosco la realtà interna.....

ecco mi definirei più partigiana va'

l'hai letto ciò che scrive il rettore del politecnico?

credo che lui ne sappia più di noi...e tieno presente che il politecnico è una delle università "virtuose" col bilancio in attivo...

questa riforma invece di colpire i baroni e gli sprechi...colpirà i giovani e i ricercatori.

la miseria che vengono pagati i ricercatori italiani è una vergogna. indegna di un paese civile!!!!!

per non parlare delle ricadute per gli studenti...che consisteranno in aumenti delle tasse, che vista l'attuale situazione italiana, taglieranno fuori dall'istruzione universitaria tantissime famiglie.

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l'hai letto ciò che scrive il rettore del politecnico?

credo che lui ne sappia più di noi...e tieno presente che il politecnico è una delle università "virtuose" col bilancio in attivo...

questa riforma invece di colpire i baroni e gli sprechi...colpirà i giovani e i ricercatori.

la miseria che vengono pagati i ricercatori italiani è una vergogna. indegna di un paese civile!!!!!

per non parlare delle ricadute per gli studenti...che consisteranno in aumenti delle tasse, che vista l'attuale situazione italiana, taglieranno fuori dall'istruzione universitaria tantissime famiglie.

Tra l'altro far dipendere l'università dal finanziamento privato significa limitare la ricerca legandola a interessi privati.

Certo che l'università va riformata, ma tagliando generalmente i fondi non si riforma un bel niente.

Non sopporto il modo in cui cercano di confonderci le idee. Per esempio a chi contesta i tagli all'università rispondono parlando del baronato, dei concorsi truccati ecc. Proponessero una riforma che tenti di rendere trasparenti i concorsi, efficiente l'amministrazione delle università eccetera. Allora nessuno (o almeno non gli stessi che protestano adesso) protesterà. Per ora si sono limitati a proporre dei tagli.

Lo stesso fanno con la scuola. Hanno parlato per giorni e giorni di grembiuli, di maestro unico, di voto in condotta, come se fosse quello il punto, come se la riforma fosse dettata da motivi didattici, mentre l'unico motivo era ancora una volta il taglio dei fondi e quindi la necessità di ridurre l'orario e il numero degli insegnanti.

joker la crisi non la paga!!!!!

che già c'abbiamo le nostre

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allora, io berlusconi nn lo sopporto

e mi considero una di sinistra tra l'altro... ma molto disgustata dalla sinistra

noi cittadini, sappiamo e vediamo gli sprechi che ci sono con gli appalti e non solo nell'università. Questi vengono pagati almeno il doppio (per essere buona) del loro effettivo valore.....

secondo me le elementari non vanno toccate ma l'università credo proprio che vada riformata, ma il privato proprio no!

tra l'altro parlo da fuori e non conosco la realtà interna.....

ecco mi definirei più partigiana va'

a parte il definirsi in cui non mi ritrovo.....approvo e applaudo la dolce Penny,,, ^_^

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penny purtroppo il sistema scolastico e universitario FA SCHIFO! ma questo è da anni ormai...credo anch'io che necessiti di una sostanziale riforma ma purtroppo non credo che tagliando i fondi alle università e alla ricerca si possa incrementare il livello d'istruzione e il numero di persone laureate....forse non vi rendete conto che ci voglio tagliare fuori, e mi riferisco a coloro che vivono in una condizione medio-bassa, come la maggior parte degli italiani...io sinceramente non me la sento di chiedere una somma di denaro ancora più elevata ai miei genitori per farmi studiare, e io pago tasse universitarie, libri, abbonamento autobus, abbonamento metro, benzina per la macchina, così come tante altre persone...sinceramente se le tasse dovessero aumentare ulteriormente non so cosa farò...anche perchè cm fanno tante persone potrei iniziare a lavorare e studiare contemporaneamente, ma chi ha fatto ciò sà bene che ci vorranno più anni per laurearsi (ulteriore denaro anche!!!) e cmq sia verrai sempre criticato da questo governo e dai signorotti che ne fanno parte (non fatemi scrivere tutti i nomi) perchè tu sarai considerato un fannullone e uno che ci mette anni e anni per laurearsi, quindi devi andartene a casa perchè bisogna dare spazio solo a coloro che hanno serie intenzioni di studiare e laurearsi, mentre gli altri senza pietà bisogna mandarli via (qst sono le parole di un professore della Bocconi, mei cojoni!)!!!!

joker...

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credi che non sia capitato anche a me...un professore che mi ha guardato con disprezzo perchè lavoravo...

ti quoto in toto jok...le classi medio-basse verranno tagliate fuori dall' università...ma tanto a quelli che votano berlusconi basta che gli dici che sono tutte menzogne dei comunisti.

chissà se si daranno dei xxxxxxx quando non avranno i soldi per mandare i figli all'università...

usate il cervello gente!!!!

se una legge fa schifo, il colore di chi l'ha fatta, non conta un xxxx!!!

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copio dal giornale:

Ezio Pellizzetti, rettore dell' Università di Torino

"è giusto protestare per il futuro dell'università. i tagli previsti dalla legge 133 rischiano di paralizzare la ricerca e diminuiranno la qualità dell'offerta didattica. l'università di torino ha, quest'anno 70mila immatricolati e 7 mila dottorandi: servono risorse economiche adeguate. le scelte del governo sono penalizzanti, specie per quegli atenei che in questi anni hanno tenuto una condotta virtuosa. è giusto razionalizzare, ma bisogna scegliere criteri per i tagli: non si possono colpire tutte le strutture allo stesso modo. su un altro versante il blocco del turn-over al 20 %, previsto dalla legge, rappresenta un pregiudizio perl le speranze di molti giovani ricercatori e alimenterà nuove massicce fughe di cervelli all'estero"

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ho appena seguito sul sito del politecnico il discorso del rettore ballio all'inaugurazione dell'anno accademico!!!

parole forti e precise. poi vi metto il link, per vederlo in differita. ne vale la pena!!!!

(la ministra doveva essere presente, ma ovviamente, non c'è...)

intanto leggete qui:

http://ilgiorno.ilsole24ore.com/milano/200...re_ateneo.shtml

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Negli ultimi anni abbiamo assisitito ad una massificazione dei giovani in senso totalmente negativo: fin da bambini hanno ricevuto input in cui si esaltavano unicamente figure quali i divi del pallone e le veline... Il Grande Fratello ed altre scempiaggini catodiche hanno fatto il resto... Anche la scuola non era immune da questo male che addormentava le coscienze, che lasciava ad altri il compito di pensare, di decidere... Poi è arrivata la riforma Gelmini... E' stato un grande autogol da parte di chi "comanda"... Le coscienze non erano morte, solo addormentate... ed ecco che i giovani si risvegliano, chiedono di decidere del loro futuro, chiedono di partecipare, non solo di subire passivamente... Tra tre anni, molti di quegli studenti che ora si sono svegliati potranno esercitare il diritto di voto, potranno decidere il proprio futuro e forse le cose potranno cambiare. Chissà che tra qualche anno non dovremo ringraziare la Gelmini per aver scosso e risvegliato le coscienze dei giovani, altrimenti intorpidite da lodi alfani e da amici di maria de filippi... :;):

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