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la necessità di aprirsi alle relazioni con gli altri e di accettare la propria storia


penny

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la necessità di aprirsi alle relazioni con gli altri e di accettare la propria storia e lo sviluppo della propria condizione adulta e il superamento di quella infantile

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la necessità di aprirsi alle relazioni con gli altri e di accettare la propria storia e lo sviluppo della propria condizione adulta e il superamento di quella infantile

molto bene, a patto per esempio che non riuscire a farlo non venga necessariamente scambiato per vittimismo

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la necessità di aprirsi alle relazioni con gli altri e di accettare la propria storia e lo sviluppo della propria condizione adulta e il superamento di quella infantile

probabilmente il punto è come riuscirci

Il punto è proprio questo.

Magari la frase contenesse in sè la soluzione.... sicuramente può servire, almeno per quel che mi riguarda, come un piccolo promemoria, anche se doloroso, ma comunque chiaro, leggibile.

Rifletto, anche con il mio psi, su come e in che misura è possibile nella mia vita entrare in relazione con l'altro.

Se vuoi possiamo provare a ragionarci.

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la necessità di aprirsi alle relazioni con gli altri e di accettare la propria storia e lo sviluppo della propria condizione adulta e il superamento di quella infantile

Ma io quando ero bambino mi divertivo così tanto a giocare da solo...anche dopo, con la scoperta della sessualità mi AUTOGESTIVO... eppoi in fondo la mia età mentale è rimasta 15 anni, il mondo dei grandi mi fa paura...non ho superato nulla, voglio la mammaaaaaaaa!!!! :cry:

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Ma io quando ero bambino mi divertivo così tanto a giocare da solo...anche dopo, con la scoperta della sessualità mi AUTOGESTIVO... eppoi in fondo la mia età mentale è rimasta 15 anni, il mondo dei grandi mi fa paura...non ho superato nulla, voglio la mammaaaaaaaa!!!! :cry:

:muttley:

io invece voglio crescere ma ne ho anche paura......= conflitto :Worried:

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Il punto è proprio questo.

Magari la frase contenesse in sè la soluzione.... sicuramente può servire, almeno per quel che mi riguarda, come un piccolo promemoria, anche se doloroso, ma comunque chiaro, leggibile.

Rifletto, anche con il mio psi, su come e in che misura è possibile nella mia vita entrare in relazione con l'altro.

Se vuoi possiamo provare a ragionarci.

credo che sia un percorso a tappe, ed ogni volta iniziare una nuova tappa sembra un' impresa impossibile perché non si è veramente consapevoli della situazione presente

mi chiedo se aprirsi agli altri significa iniziare ad essere se stessi di fronte agl'altri

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:muttley:

io invece voglio crescere ma ne ho anche paura......= conflitto :Worried:

Ho scoperto da poco che sotto la paura c'e' il desiderio forte di lasciarsi andare,quindi non e' un conflitto come pensi tu.Spero di averti aiutata :Raised Eyebrow:

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ora che mi ci fai pensare in effetti, se c'è la paura, una paura come questa, c'è anche un desiderio altrimenti ci sarebbe solo indifferenza... credo...

però il desiderio non esclude il conflitto, non mi sembra almeno :icon_rolleyes:

anche perché se non ci fosse un problema non ci sarebbe neanche la paura... :Thinking:

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Il punto è proprio questo.

Magari la frase contenesse in sè la soluzione.... sicuramente può servire, almeno per quel che mi riguarda, come un piccolo promemoria, anche se doloroso, ma comunque chiaro, leggibile.

Rifletto, anche con il mio psi, su come e in che misura è possibile nella mia vita entrare in relazione con l'altro.

Se vuoi possiamo provare a ragionarci.

l'appunto, il promemoria, non serve a molto, quanti promemoria abbiamo?

il foglio appeso deve diventare vivo dentro di noi invece che oggetto esterno,

ecco, ricordiamoci di far vivere quel promemoria....

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Il conflitto c'e' perche' non sei sicura ,hai paura appunto di lasciarti andare

quanto è vera questa cosa.....

in un minuto mi hai fatto un ritratto perfetto :eek:

se ci fosse un farmaco per la sicurezza lo prenderei di corsa...

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quanto è vera questa cosa.....

in un minuto mi hai fatto un ritratto perfetto :eek:

se ci fosse un farmaco per la sicurezza lo prenderei di corsa...

Sei cosi' sicura che lo prenderesti?

:Talk to the Hand:

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l'appunto, il promemoria, non serve a molto, quanti promemoria abbiamo?

Io ne ho molti di promemoria, e è difficile farli vivere...

credo che sia un percorso a tappe, ...non si è veramente consapevoli della situazione presente

mi chiedo se aprirsi agli altri significa iniziare ad essere se stessi di fronte agl'altri

oppure mi succede di dare tutto per scontato, di chiudere ogni porta al dialogo perchè ripercorro quanto penso debba necessariamente succedere...

essere sè stessi...forse c'è un momento nella vita in cui abbiamo imparato a non riversare sugli altri i nostri problemi, e siamo in grado di vivere un rapporto di intimità con l'altra persona, sapendo di cosa abbiamo bisogno, sapendo che l'altro o altra come ne mio caso può amarci, aiutarci per quello che gli è possibile.

A queste condizioni, lasciarsi andare non è facile, ma forse, veramente, è necessario...

il momento in cui finalmente le cose potrebbero andare diversamente

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essere se stessi non è solo "riversare sugl'altri i nostri problemi"

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essere se stessi non è solo "riversare sugl'altri i nostri problemi"

In realtà non è possibile "essere se stessi" se non sappiamo chi siamo. la risposta, come direbbe Mio, è in quel VUOTO che tutto contiene... :;):

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allora diciamo la libertà di dire ciò che si pensa in base alla propria storia al di là delle convenzioni, della banalità,

cercare di non falsificarsi per essere solo una maschera di superficie... e restare altrettanto vuoti e insoddisfatti

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per PENNY

sono d'accordo con quello che dici sul fatto di essere sè stessi, e anche sul fatto che non è solo riversare sugli altri i nostri problemi, ma a volte, abbiamo talmente bisogno della relazione che se non abbiamo superato appunto la "condizione infantile", non ci è concepibile un rifiuto: penso che ciononostante la relazione possa servire anche per capire chi siamo, e allora il fatto sta nel saper accettare il rifiuto.

Quindi penso sia anche necessario trovare al di là della relazione con l'altro, un proprio spazio in cui possiamo dar voce a ciò che maggiormente ci riguarda... uno spazio dove accettarsi come bambini, dove poter osservarsi, immedesimarsi, crescere, passo dopo passo....

per TURBOCICLO:

è vero, penso anche però che a volte non è tanto il fatto di non sapere chi si è, quanto il fatto che fa troppo male guardare in faccia le cose che vediamo in noi stessi più sgradevoli, o che ci ricordano un dolore che ci fa troppo male. Ma proprio questo, passo difficile, può servire per passare a una condizione adulta

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per TURBOCICLO:

è vero, penso anche però che a volte non è tanto il fatto di non sapere chi si è, quanto il fatto che fa troppo male guardare in faccia le cose che vediamo in noi stessi più sgradevoli, o che ci ricordano un dolore che ci fa troppo male. Ma proprio questo, passo difficile, può servire per passare a una condizione adulta

personalmente, non mi dà tanto fastidio guardare i miei lati sgradevoli, quello che è brutto è accorgersi di non riuscire a cambiarli. Anche se so che già il fatto di voler cambiare per forza è sbagliato in sé...Ricordare il dolore, soprattutto i traumi subiti è invece assai triste. ma perché non mi funziona per niente il meccanismo di RIMOZIONE? :unsure::Worried:

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Quindi penso sia anche necessario trovare al di là della relazione con l'altro, un proprio spazio in cui possiamo dar voce a ciò che maggiormente ci riguarda... uno spazio dove accettarsi come bambini, dove poter osservarsi, immedesimarsi, crescere, passo dopo passo....

E' bellissimo questo tuo scritto.Mi ci sono coccolata un po' :icon_razz:

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per TURBOCICLO:

è vero, penso anche però che a volte non è tanto il fatto di non sapere chi si è, quanto il fatto che fa troppo male guardare in faccia le cose che vediamo in noi stessi più sgradevoli, o che ci ricordano un dolore che ci fa troppo male. Ma proprio questo, passo difficile, può servire per passare a una condizione adulta

personalmente, non mi dà tanto fastidio guardare i miei lati sgradevoli, quello che è brutto è accorgersi di non riuscire a cambiarli. Anche se so che già il fatto di voler cambiare per forza è sbagliato in sé...Ricordare il dolore, soprattutto i traumi subiti è invece assai triste. ma perché non mi funziona per niente il meccanismo di RIMOZIONE? :unsure::Worried:

rimozione o no il vero problema è che non è stato superato, o elaborato.....

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