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Pensare al passato fa male...


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Io dico che chi si appoggia sul sapere nei confronti della vita non può comprendere...

ti comprendo non significa nulla.....io non comprendo te....ma la vita.

Sai, Mio... c'è chi non vede il bosco perché guarda gli alberi, e c'è chi non vede gli alberi perché guarda il bosco...

... entrambi hanno una visione parziale del bosco, anche se il secondo potrebbe illudersi che la sua è totale.

Ma per fortuna... lo sguardo è mobile qual piuma al vento, muta d'accento, e di pensiero... :Talking Ear Off:

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Sai, Mio... c'è chi non vede il bosco perché guarda gli alberi, e c'è chi non vede gli alberi perché guarda il bosco...

... entrambi hanno una visione parziale del bosco, anche se il secondo potrebbe illudersi che la sua è totale.

Ma per fortuna... lo sguardo è mobile qual piuma al vento, muta d'accento, e di pensiero... :Talking Ear Off:

il bosco è un'idea non esiste....esistono tanti alberi vicini...

e ripeto il sapere impedisce la comprensione...

ma tornerei al tema che non era Mio...

ma pensare al passato fa male?

per Mio : NO, ma non serve a nulla.

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Registriamo l'ipse dixit e passiamo alla questione successiva: pensare al 'pensare al passato', fa male? :mellow:

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Registriamo l'ipse dixit e passiamo alla questione successiva: pensare al 'pensare al passato', fa male? :mellow:

spiega il concetto di bene e di male :icon_biggrin: (miiata..)

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spiega il concetto di bene e di male :icon_biggrin: (miiata..)

:Yawn: Prima spieghi tu il concetto di utile e inutile...

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Registriamo l'ipse dixit e passiamo alla questione successiva: pensare al 'pensare al passato', fa male? :mellow:

:icon_confused:

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:Yawn: Prima spieghi tu il concetto di utile e inutile...

bene----(pensa alla musica di quark)

l'utilità o l'inutilità di una cosa implica l'esistenza di una scopo. Utile è un'azione che aiuta il raggiungimento dello stesso mentre inutile è il suo contrario...

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bene----(pensa alla musica di quark)

l'utilità o l'inutilità di una cosa implica l'esistenza di una scopo. Utile è un'azione che aiuta il raggiungimento dello stesso mentre inutile è il suo contrario...

Perfetto... ora si potrebbe aprire una parentesi su strategia e tattica ma preferirei non divagare.

Ora... quindi quando (quendo) si dice che un'azione 'non serve a nulla', cioè è inutile, si pre-suppone l'esistenza di uno scopo.

O, in altre parole... si attribuisce all'azione il carattere di 'inutilità' non in senso assoluto, bensì in relazione ad uno scopo pre-supposto.

Il passo successivo è chiedersi: chi decide qual'è lo scopo, tra gli infiniti scopi che ci possono essere nella vita?

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Perfetto... ora si potrebbe aprire una parentesi su strategia e tattica ma preferirei non divagare.

Ora... quindi quando (quendo) si dice che un'azione 'non serve a nulla', cioè è inutile, si pre-suppone l'esistenza di uno scopo.

O, in altre parole... si attribuisce all'azione il carattere di 'inutilità' non in senso assoluto, bensì in relazione ad uno scopo pre-supposto.

Il passo successivo è chiedersi: chi decide qual'è lo scopo, tra gli infiniti scopi che ci possono essere nella vita?

tutti gli scopi sono illusori....

siccome lo scopo di ogni scopo solitamente è goderne, e siccome ogni scopo è falso ......puntini puntini.... :Batting Eyelashes::Talking Ear Off:

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Quindi... prendendo quest'ultima miiata...

ma pensare al passato fa male?

per Mio : NO, ma non serve a nulla.

... mi spieghi l'utilità di affermare l'inutilità... ?

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il problema vero è : pensare fa male?

come pensare se non al passato?

pensare al futuro impossibile,occorre mentire.

pensare al presente?Dannoso,pericoloso,potrei non vedere che vado fuori strada in una curva.

necessariamente il pensiero si rivolge al passato usando ricordi e astrazione per formare un'immagine spesso nemmeno uguale al vero.

pensare al passato è inevitabile.

Al limite del presente e futuro posso pormi domande,poi scivolerò inevitabilmente a confrontare il dato richiesto con la memoria ,l'esperienza,il passato di nuovo....

Comunque Mio nemmeno gli alberi esistono,solo un mucchio di foglie appese....

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Quindi... prendendo quest'ultima miiata...

... mi spieghi l'utilità di affermare l'inutilità... ?

nessuna diversa dall'essere...

ho letto ho risposto....nessuno scopo....

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il problema vero è : pensare fa male?

come pensare se non al passato?

pensare al futuro impossibile,occorre mentire.

pensare al presente?Dannoso,pericoloso,potrei non vedere che vado fuori strada in una curva.

necessariamente il pensiero si rivolge al passato usando ricordi e astrazione per formare un'immagine spesso nemmeno uguale al vero.

pensare al passato è inevitabile.

Al limite del presente e futuro posso pormi domande,poi scivolerò inevitabilmente a confrontare il dato richiesto con la memoria ,l'esperienza,il passato di nuovo....

Comunque Mio nemmeno gli alberi esistono,solo un mucchio di foglie appese....

a si portami una foglia che viva per un mese sola....trovata così in natura.....

dai stella non credo sia importante....

intendevo che il bosco è un concetto che non ha riscontro in realtà....e come dire Folla, o gente....

ma non è importante....

stiamo cazzegginado almeno io....

io ripeto solo questo: il pensiero è limitato entro i limiti della conosce, è tempo, il tempo è passato e mai vedra il nuovo....

ho portato un testo se seriamente sei interessato a discutere con me l'argomento parti da li...

altrimenti io continuo a cazzeggiare allegramente....

:icon_biggrin::teasin1125tc:

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nessuna diversa dall'essere...

ho letto ho risposto....nessuno scopo....

Allora rifaccio la domanda su cosa significano utilità e inutilità (però facciamo solo un altro giro, eh!).

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Allora rifaccio la domanda su cosa significano utilità e inutilità (però facciamo solo un altro giro, eh!).

ora tocca a te con bene e male.-...

utile serve a raggiungere lo scopo

inutile non serve

utile e inutile esistono solo con lo scopo....

la mia azione di risposta non aveva scopo....

pensare al passato è inutile qualsiasi sia il tuo scopo...

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ora tocca a te con bene e male.-...

utile serve a raggiungere lo scopo

inutile non serve

utile e inutile esistono solo con lo scopo....

la mia azione di risposta non aveva scopo....

pensare al passato è inutile qualsiasi sia il tuo scopo...

Ma pensa, un po'...

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a si portami una foglia che viva per un mese sola....trovata così in natura.....

dai stella non credo sia importante....

intendevo che il bosco è un concetto che non ha riscontro in realtà....e come dire Folla, o gente....

ma non è importante....

stiamo cazzegginado almeno io....

io ripeto solo questo: il pensiero è limitato entro i limiti della conosce, è tempo, il tempo è passato e mai vedra il nuovo....

ho portato un testo se seriamente sei interessato a discutere con me l'argomento parti da li...

altrimenti io continuo a cazzeggiare allegramente....

:icon_biggrin::teasin1125tc:

non ho detto che le fogli erano vive ho detto che guardando un mucchio d'alberi io vedo solo le foglie per seguire il tuo paradosso.Anche l'albero è un concetto perchè altrimenti se lo scomponi puoi arrivare fino alla sua struttura atomica....tant'è che la scimmia che ci sta sopra credo che se ne freghi di definirlo albero,le interessa solo che la sostenga.

certo si fa per parlare....

quale testo?

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eccolo:

riporto questo testo, spero aiuti a capire il mio punto di vista...

E' l'azione che crea l'attore. Ossia, l'attore acquisisce esistenza quando l'azione ha un risultato, un fine in vista. Se nell'azione non c'è la prospettiva di un risultato, non c'è neanche l'attore; ma se c'è un fine o risultato in vista, allora l'azione dà origine all'attore. Di conseguenza, attore, azione e fine o risultato, costituiscono un processo unitario, un unico processo che si realizza quando l'azione ha un fine in vista. L'azione volta a un risultato è volontà; altrimenti non c'è volontà, no? Il desiderio di raggiungere un fine dà origine alla volontà, che è l'attore - io voglio raggiungere un risultato, voglio scrivere dei libri, voglio essere ricco, voglio dipingere un quadro.

Questi tre stati ci sono ben noti: l'attore, l'azione e il fine. Di questo è fatta la nostra vita quotidiana. Sto semplicemente vedendo ciò che è; ma cominceremo a comprendere come trasformare ciò che è solo quando lo esamineremo con lucidità, evitando ogni illusione, pregiudizio o parzialità.

Orbene, questi tre stati che costituiscono l'esperienza - l'attore, l'azione e il fine - rappresentano indubbiamente un processo di divenire. Altrimenti non c'è divenire, non è così? Se non c'è alcun attore, e non c'è azione rivolta a un fine, non c'è divenire; e la vita così come la conosciamo, la nostra vita quotidiana, è un processo di divenire. Sono povero e agisco con un fine in vista, quello di diventare ricco. Sono brutto e voglio diventare bello.

Dunque la mia vita è un processo per diventare qualcosa. La volontà di essere è la volontà di divenire, a diversi livelli di coscienza, in diverse condizioni, in cui c'è sfida, risposta, attribuzione di un nome e registrazione. Ma questo divenire è sforzo, è sofferenza, non è così? E' una lotta costante: sono questo e voglio diventare quello.

Dunque il problema è: può esserci azione senza divenire? Può esserci azione senza sofferenza, senza questa costante battaglia? Se non c'è un fine, non c'è alcun attore, perché è l'azione con un fine in vista che crea l'attore.

Ma può esserci azione senza un fine in vista, e quindi senza un attore - ossia, senza il desiderio di un risultato? Un'azione siffatta non è un divenire e quindi non è una lotta. C'è uno stato dell'azione, uno stato dell'esperire, in cui sono assenti sia colui che esperisce, sia l'esperienza. Tutto ciò suona alquanto filosofico, ma in realtà è piuttosto semplice.

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tutti gli scopi sono illusori....

siccome lo scopo di ogni scopo solitamente è goderne, e siccome ogni scopo è falso ......puntini puntini.... :Batting Eyelashes::Talking Ear Off:

Mio, questo scritto aiuta di più a capire il tuo punto di vista... è ovvio che è una posizione un po' estremizzata e

proiettiva su scala globale... però apparivi più sincero e almeno era farina del tuo sacco!

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eccolo:

riporto questo testo, spero aiuti a capire il mio punto di vista...

E' l'azione che crea l'attore. Ossia, l'attore acquisisce esistenza quando l'azione ha un risultato, un fine in vista. Se nell'azione non c'è la prospettiva di un risultato, non c'è neanche l'attore; ma se c'è un fine o risultato in vista, allora l'azione dà origine all'attore. Di conseguenza, attore, azione e fine o risultato, costituiscono un processo unitario, un unico processo che si realizza quando l'azione ha un fine in vista. L'azione volta a un risultato è volontà; altrimenti non c'è volontà, no? Il desiderio di raggiungere un fine dà origine alla volontà, che è l'attore - io voglio raggiungere un risultato, voglio scrivere dei libri, voglio essere ricco, voglio dipingere un quadro.

Questi tre stati ci sono ben noti: l'attore, l'azione e il fine. Di questo è fatta la nostra vita quotidiana. Sto semplicemente vedendo ciò che è; ma cominceremo a comprendere come trasformare ciò che è solo quando lo esamineremo con lucidità, evitando ogni illusione, pregiudizio o parzialità.

Orbene, questi tre stati che costituiscono l'esperienza - l'attore, l'azione e il fine - rappresentano indubbiamente un processo di divenire. Altrimenti non c'è divenire, non è così? Se non c'è alcun attore, e non c'è azione rivolta a un fine, non c'è divenire; e la vita così come la conosciamo, la nostra vita quotidiana, è un processo di divenire. Sono povero e agisco con un fine in vista, quello di diventare ricco. Sono brutto e voglio diventare bello.

Dunque la mia vita è un processo per diventare qualcosa. La volontà di essere è la volontà di divenire, a diversi livelli di coscienza, in diverse condizioni, in cui c'è sfida, risposta, attribuzione di un nome e registrazione. Ma questo divenire è sforzo, è sofferenza, non è così? E' una lotta costante: sono questo e voglio diventare quello.

Dunque il problema è: può esserci azione senza divenire? Può esserci azione senza sofferenza, senza questa costante battaglia? Se non c'è un fine, non c'è alcun attore, perché è l'azione con un fine in vista che crea l'attore.

Ma può esserci azione senza un fine in vista, e quindi senza un attore - ossia, senza il desiderio di un risultato? Un'azione siffatta non è un divenire e quindi non è una lotta. C'è uno stato dell'azione, uno stato dell'esperire, in cui sono assenti sia colui che esperisce, sia l'esperienza. Tutto ciò suona alquanto filosofico, ma in realtà è piuttosto semplice.

il gioco di per se stesso è azione senza alcun fine,divenire,sofferenza.Sarà per quello che lo preferisco al lavoro(azione).In ogni caso mi sembra un ragionamento semplice e forse un pelino troppo lineare,ma condivisibile.

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