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In crisi con i miei: dovrei parlare con loro?


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Vi pongo una domanda.

Cosa dovrebbe fare un ragazzo di 23 anni con i suoi genitori nel caso in cui:

non parla dei suoi problemi con loro da quando aveva 10 anni per vari motivi;

alcuni di questi problemi fossero oggettivamente irrisolvibili;

nel caso in cui, se parlasse, farebbe sentire questi genitori inevitabilmente colpevoli di molti dei suoi problemi, che si sono poi ingigantiti col tempo?

Inoltre, sfogandosi di tutti i suoi dubbi e le sue problematiche, si sentirebbe da un lato + leggero, ma dall'altro questo ragazzo non riuscirebbe più a guardare con gli stessi occhi i propri genitori, e verrebbe stravolto un equilibrio, seppur fatto di silenzi dolorosi, che per anni si era stabilizzato:

questo perchè non vorrebbe vedere nei loro occhi il dolore che sentirebbero nel cao in cui si sentissero colpevoli dei problemi del figlio, ed anche perchè vedrebbe nei loro occhi la compassione che proverebbero per il loro figlio nel sentirsi solo, depresso e debole, e con dei problemi irrisolvibili.

La questione è complessa, ma ho cercato di riassumerla. Ovviamente parlo di me stesso. Vi sembrerà strano il fatto che io parli in 3^ persona e esprima conclusioni che solo uno psicologo potrebbe dare...ma sono anni che mi autopsicanalizzo e ormai sono esperto in queste cose.

Conosco le cause e gli effetti di ogni mio problema, ma non riesco a darmi una risposta a questa domanda: dovrei parlare, liberarmi di tutto, ma creare del dolore e stravolgere un equilibrio per sempre, o stare zitto, lasciare che alcune cose si risolvano col tempo, ma tenermi un dolore che provo da tempo?

grazie

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se davvero non esprimi i tuoi disagi da quando avevi dieci anni hai invertito l'ordine naturale dei rapporti, ti sei autonominato genitore dei tuoi stessi genitori, cosa vuoi che di buono possa uscire da un atteggiamento del genere?

Cerca di non essere "presuntuoso", anche se magari non te ne rendi conto, e pensare che puoi autopsicanalizzarti.

Così stai solo facendo tutto tu, decisamente troppo.

e poi uno psicologo non direbbe mai che ci sono problemi irrisolvibili......cos'è....hai un "cancro"?

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BISOGNA SEMPRE COMUNICARE CON I GENITORI PERCHE'

sono gli unici che possono aiutarti eppoi nn credi che sospettano dei tuoi problemi?

a meno che "i tuoi problemi irrisolvibili" sia il fatto di essere gay(?)

io terrei questo segreto sino e solo quando e' conveniente per te.

se sbaglio a sospettare di questo ti chiedo scusa in anticipo.

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Immaginavo che non avreste capito pienamente il mio problema. Ho omesso molte cose, ma di certo non vi ho chiesto di esporre un parere su come le cose dovessero essere affrontate in passato.

Mi sono ritrovato in questa particolare situazione per vari motivi, Si,sono gay...ma questo è l'ultimo dei miei problemi purtroppo.

La mia domanda è quella finale che vi ho posto: devo parlare con loro, sapendo certamente che loro si sentirebbero colpevoli e tristi per la mia condizione (per alcune cose, irrisolvibile), stravolgendo per sempre quindi un equilibrio, o non devrei parlare, ma cercare di risolvere 1 ad 1 i miei problemi, come ho sempre cercato di fare,seppur con scarso risultato?

Non sono nè presuntuoso, nè altro...mi interessa anzi +di tutto non creare dolore ai miei e a chi mi sta intorno.

Vi chiedo solo di mettervi un attimo nei miei panni, e capire cosa avreste fatto voi..

grazie

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SE SON COSE SPIACEVOLE SARA' MOLTO DIFFICILE NN PROVOCARE DOLORE MA IL TEMPO CICATRIZZA TUTTO.

SEI MOLTO EVASIVO , PERTANDO E' MOLTO DIFFICILE DARE UN'OPINIONE.

DEVI CAPIRE CHE SI E' NEL VIRTUALE E SE NN SCARICHI CIO' CHE TI ASSILLA

IN UN FORUM DI SCONOSCIUTI COME PUOI AFFRONTARE I

"PROBLEMI IRRISOLTI" CON I TUOI?.....CIAO

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Se sembro molto evasivo, e perchè sarebbe una cosa molto lunga d spiegare e difficile da capire con precisione in un forum.

Per questo motivo ho chiesto solo di darmi risposta a una domanda conclusionale...ma in effetti adesso mi rendo conto che una risposta non potete darmela neanche voi, non per colpa vostra, ma perchè non avrebbe senso prendere delle decisioni al posto mio.

In realtà forse vorrei sentirmi dire qualcosa di rincuorante e infine l'unica risposta che sarebbe plausibile: quella di parlare, nonostante le mie paure sulle reazioni dei miei.

Il problema è che sono diventato veramente esperto nella psicologia, e sò sempre molto prima come reagirà una persona (sempre se la conosco almeno un pò), come se fosse una partita di scacchi: so almeno le 10 mosse successive che farà l'avversario!

Inoltre riesco a leggere le espressioni e gli occhi di una persona per capire cosa sta pensando (ne ho avuto la conferma + volte). Sembrerebbe un vantaggio...ma fino ad adesso per me non lo è stato, perchè spesso "ho letto" cose poco belle nei miei confronti.

Boh..dite la vostra se volete.

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Se sembro molto evasivo, e perchè sarebbe una cosa molto lunga d spiegare e difficile da capire con precisione in un forum.

Per questo motivo ho chiesto solo di darmi risposta a una domanda conclusionale...ma in effetti adesso mi rendo conto che una risposta non potete darmela neanche voi, non per colpa vostra, ma perchè non avrebbe senso prendere delle decisioni al posto mio.

In realtà forse vorrei sentirmi dire qualcosa di rincuorante e infine l'unica risposta che sarebbe plausibile: quella di parlare, nonostante le mie paure sulle reazioni dei miei.

Il problema è che sono diventato veramente esperto nella psicologia, e sò sempre molto prima come reagirà una persona (sempre se la conosco almeno un pò), come se fosse una partita di scacchi: so almeno le 10 mosse successive che farà l'avversario!

Inoltre riesco a leggere le espressioni e gli occhi di una persona per capire cosa sta pensando (ne ho avuto la conferma + volte). Sembrerebbe un vantaggio...ma fino ad adesso per me non lo è stato, perchè spesso "ho letto" cose poco belle nei miei confronti.

Boh..dite la vostra se volete.

io un po' penso di capirti.

soprattutto per quanto riguarda l'ultima parte.. nella mia adolescenza mi sono ritrovata a dovermi confrontare con cose a cui normalmente un adolescente non pensa e quindi per forza di cose ho dovuto approfondire certi miei aspetti, diventando piu' perspicace nel captare i segnali altrui; certe volte mi basta veramente un solo gesto per capire interi ragionamenti che sta affrontando quella persona, oppure dal tono di voce che usa.. penso che piu' o meno queste siano qualita' che tutti prima o poi sviluppano comunque.

secondo me, se pensi che ti possa far bene o che comunque sia un peso che senti il bisogno di toglierti, dovresti parlare con i tuoi. in maniera molto pacata e cercando di non irritarti o di non far trasparire risentimento nei loro confronti, in modo che non avvertano il tuo confrontarti come una provocazione o un attacco.. tutti hanno conflitti con i proprio genitori, chi piu' chi meno e a un certo punto e' giusto far tornare i conti o comunque confrontarsi, questo sempre, anzi, meglio presto che tardi. non conosco i tuoi genitori e la tua situazione nel particolare, quindi posso darti solo consigli generali, consigli che darei a chiunque si trovasse in situazioni come la tua. comunque il confronto con i genitori e' sempre il piu' tosto, si hanno sensi di colpa perche' comunque sono i nostri genitori e ci hanno cresciuto e tutto il resto.. capisco la tua paura di ferirli ma a un certo punto bisogna che aprano gli occhi su alcune cose (tu sei lo specchio di molti loro comportamenti) e se la situazione non cambiera', almeno ti sarai tolto un peso.

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che dirti wyatt ,hanno spiegato la teoria della relativita e credo che i tuoi problemi siano

meno complicati di quella.......ciao earp.

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Tex...io mica sto dicendo che è un problema a livello mondiale!!

E' un problema mio..che mi da parecchio da pensare. Addirittura ho pensato così tanto in questi anni, che il mio cervello brucia calorie come una locomotiva...e non riesco mai a prendere peso (questo è un altro dei miei problemi!).

Cippalippa..ti ringrazio per quello che dici. Vedo che un pò mi capisci!

Io ho paura...ho paura di come potrebbero reagire loro e di come potrei reagire io: se io mi aprissi con loro, e loro continuerebbero a non capirmi o contraddirebbero le mie risposte, io so che reagirei male, e non riuscirei più a guardarli in faccia.

Già adesso, mi viene difficile farlo...addirittura qnd ero fuori per l'univeristà mi veniva difficile parlare con loro a telefono..mi veniva la nausea, sià perchè io non studiavo, sia perchè dentro sentivo troppo dolore e loro non mi chiedevano neanche cosa avessi.

Solo negli ultimi anni hanno cominciato a chiedere, anche se in maniera errata..troppo irruenta spesso, quando io stavo male da molto + tempo...praticamente dalle elementari...

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Tex...io mica sto dicendo che è un problema a livello mondiale!!

E' un problema mio..che mi da parecchio da pensare. Addirittura ho pensato così tanto in questi anni, che il mio cervello brucia calorie come una locomotiva...e non riesco mai a prendere peso (questo è un altro dei miei problemi!).

Cippalippa..ti ringrazio per quello che dici. Vedo che un pò mi capisci!

Io ho paura...ho paura di come potrebbero reagire loro e di come potrei reagire io: se io mi aprissi con loro, e loro continuerebbero a non capirmi o contraddirebbero le mie risposte, io so che reagirei male, e non riuscirei più a guardarli in faccia.

Già adesso, mi viene difficile farlo...addirittura qnd ero fuori per l'univeristà mi veniva difficile parlare con loro a telefono..mi veniva la nausea, sià perchè io non studiavo, sia perchè dentro sentivo troppo dolore e loro non mi chiedevano neanche cosa avessi.

Solo negli ultimi anni hanno cominciato a chiedere, anche se in maniera errata..troppo irruenta spesso, quando io stavo male da molto + tempo...praticamente dalle elementari...

è normale che il confronto spaventi ma è meglio andare fino in fondo e sciogliere certi nodi.

prima di affrontarli fai chiarezza dentro di te, in modo da non trovarti impreparato a eventuali loro risposte.. ma non pensarci su troppo, altrimenti rischi di confonderti le idee. semplicemente dì quello che senti, se vedi che non capiscono non ti arrendere e insisti.. liberati da questo peso con serenità, non prendere in modo tragico le loro risposte delle quali mi pare che tu abbia un po' timore.

più di questo non so cosa dirti, il difficile è passare dalla teoria alla pratica, come sempre, ma è un passo che prima o poi va fatto.. in bocca al lupo!

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Ti ringrazio Cippalippa...vedrò di farlo prima di tornare a studiare.

..Vorrei che se ci fosse qualcuno che ha avuto esperienze simili, raccontasse la propria storia magari!

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Inoltre, sfogandosi di tutti i suoi dubbi e le sue problematiche, si sentirebbe da un lato + leggero, ma dall'altro questo ragazzo non riuscirebbe più a guardare con gli stessi occhi i propri genitori, e verrebbe stravolto un equilibrio, seppur fatto di silenzi dolorosi, che per anni si era stabilizzato:

questo perchè non vorrebbe vedere nei loro occhi il dolore che sentirebbero nel cao in cui si sentissero colpevoli dei problemi del figlio, ed anche perchè vedrebbe nei loro occhi la compassione che proverebbero per il loro figlio nel sentirsi solo, depresso e debole, e con dei problemi irrisolvibili.

È quello che è successo a me. Sinceramente... non so se sia stato meglio parlarne... spesso me ne pento... anche se dei vantaggi ci sono stati comunque...

Cercherò di essere sintetica, sperando che ti possa essere d'aiuto.

Non ho mai avuto chissà quale rapporto amorevole con mia madre... è sempre stata una sorta di convivenza... raramente ci scambiamo segni d'affetto.

Questa ed altre cose mi hanno portata a stare male, a finire nel baratro della depressione, dell'autolesionismo e dei problemi alimentari. Sono stata in grado di "gestire" e nascondere questi miei problemi... in parte perchè non me la sentivo di dare ulteriori problemi a mia madre, in parte perchè non credevo di poter fare affidamento su di lei.

Poi non ho più retto. Le ho detto determinate cose, nascondendone altre... le ho "chiesto aiuto", anche se a me, ovviamente, non sembrava così.

Lei... ha cercato di aiutarmi, lo so. Ma siamo molto diverse, lei non capisce il mio disagio... cerca di aiutarmi a modo suo, io lo apprezzo, molto, ma è il modo sbagliato. Ci sono stati mesi di litigi immotivati e devastanti... e invece di stare meglio, io crollavo... crollavo nella depressione, mi spingevo verso il suicidio.

Poi le cose sono migliorate... lentamente. Adesso la situazione familiare è stabile... ed io... non sono più a rischio suicidio.

Mia madre mi vuole bene... lo so... so che quando guarda il mio corpo prova pietà, ma ho imparato a gestire la cosa con me stessa e ora non mi dà più fastidio. In un certo senso, ci siamo unite.

Io credo... che parlare coi tuoi può esserti d'aiuto, ma devi avere pazienza. Per molte cose... loro sono di un'altra generazione e ormai hanno passato quella dannata fase d'età in cui ci troviamo noi, quella che ci ingigantisce i problemi...

Secondo me... con un bel po' di buona volontà e tolleranza da parte tua, puoi farcela... potete farcela...

Non so quale sia il tuo problema... il mio era un caso un po' "particolare", quindi credo e spero che a te vada meglio.

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Carissimo, ho letto la tua storia e volevo dirti alcune cose, sperando di non essere scontata.

Innanzitutto non credo che essere gay sia un problema, anche se per i tuoi (come per tanti altri che hanno pregiudizi) potrebbe esserlo; quindi capisco il tuo disagio.

Continuo però a non capire perchè dici che loro dovrebbero sentirsi colpevoli per questo......

Comunque anche secondo me la cosa giusta è parlare con i tuoi, anche perchè ho capito che i vostri rapporti rischiano lo stesso di essere compromessi.

E poi, anche se tale confessione inizialmente potrebbe creare dolore e squilibri, sicuramente con il tempo tutto si ristabilirà.

Sii fiducioso. In bocca al lupo, facci sapere.

Siamo con te

tissan

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