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forse non si tratta di mobbing ma.....


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forse non si tratta di mobbing , ma è comun que un qualcosa che mi ha portato ad avere un grave disagio non solo nell'ambito lavorativo ma anke in tutta la mia vita privata,in famiglia tra gli amici e tra la gen te in genere. quando ho cominciato il mio attuale lavoro tutto ea tranquillo, poi i continui sguardi addosso sia dei datori che dei colleghi mi ha creato un disagio che ha cominciato ad insinuarsi persiono nella mia vita fuori dal lavoro. Ho cominiato a non tollerarepiu' gli sguardi di nessuno,mi sono chiusa in me stessa, e i rapporti con gli amici e con i famigliari sono andati degenerando... oggi sono arrivata al punto che non riesco a sostenere lo sguardo di nessuno per piu' di un minuto o poki secondi, mi sento a disagio persino cn me stessa, tuttora al lavoro mi sento perennemente osservata,m e questo mi crea anisa ce mi porta persino giramenti di testa e mi sento spaesata, tutto questo mi ha creato una terribile sofferenza, con gli amici il dialogo mi è diventato difficilissimo,persino con i miei a casa e con i miei fratelli. Non riesco piu' a relazionarmi con la gente. E' un po come se tutti quegli sguardi addosso (da tutte le direzioni) mi avessero fatto perdere quella poca sicurezza in me stesa che in tanti anni avevo faticato per costruirmi. Davanti alla gente mi sento in soggezione, non mi sento neanke piu' libera di muovermi sia sul lavoro che fuori. Per di piu' questo mio stato è visibile perchè essendo diventata molto emotiva gli altri se ne accorgono, e alcuni si allontanano altri mi guardano male. Insomma io vorrei essere felice sicura di me e in pace con me stessa e col mondo, come lo ero una volta... Sono stanca... ogni giorno che mi sveglio ho paura i cio' che mi aspetterà....

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forse non si tratta di mobbing , ma è comun que un qualcosa che mi ha portato ad avere un grave disagio non solo nell'ambito lavorativo ma anke in tutta la mia vita privata,in famiglia tra gli amici e tra la gen te in genere. quando ho cominciato il mio attuale lavoro tutto ea tranquillo, poi i continui sguardi addosso sia dei datori che dei colleghi mi ha creato un disagio che ha cominciato ad insinuarsi persiono nella mia vita fuori dal lavoro. Ho cominiato a non tollerarepiu' gli sguardi di nessuno,mi sono chiusa in me stessa, e i rapporti con gli amici e con i famigliari sono andati degenerando... oggi sono arrivata al punto che non riesco a sostenere lo sguardo di nessuno per piu' di un minuto o poki secondi, mi sento a disagio persino cn me stessa, tuttora al lavoro mi sento perennemente osservata,m e questo mi crea anisa ce mi porta persino giramenti di testa e mi sento spaesata, tutto questo mi ha creato una terribile sofferenza, con gli amici il dialogo mi è diventato difficilissimo,persino con i miei a casa e con i miei fratelli. Non riesco piu' a relazionarmi con la gente. E' un po come se tutti quegli sguardi addosso (da tutte le direzioni) mi avessero fatto perdere quella poca sicurezza in me stesa che in tanti anni avevo faticato per costruirmi. Davanti alla gente mi sento in soggezione, non mi sento neanke piu' libera di muovermi sia sul lavoro che fuori. Per di piu' questo mio stato è visibile perchè essendo diventata molto emotiva gli altri se ne accorgono, e alcuni si allontanano altri mi guardano male. Insomma io vorrei essere felice sicura di me e in pace con me stessa e col mondo, come lo ero una volta... Sono stanca... ogni giorno che mi sveglio ho paura i cio' che mi aspetterà....

Ciao piccola&sola, in effetti non credo che nel tuo caso (almeno stando a quanto hai scritto) si tratti di mobbing. La dinamica comportamentale del mobbing implica comportamenti violenti (fisici o psicologici) ma anche azioni di sabotaggio o emarginazione che alla lunga minano l'integrità psicofisica dell'individuo che li subisce.

In quello che scrivi avverto un angoscia nell'affrontare le quotidiane situazioni di interazione sociale, ma questo da quando hai cominciato a lavorare. Da quel momento in poi hai cominciato a perdere quella sicurezza che negli anni avevi costruito, se ti va puoi scrivermi su cosa si basava questa sicurezza?

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caro datango,innanzi tutto ti ringrazio per aver risposto :)

La sicurezza che prima avevo (pur sempre in bilico...) era basata sul conoscere me stessa,sul saper chi ero, sul fatto che guardandomi allo specchio mi riconoscessi. Era basata anche sugli amici che avevo intorno, su cari compagni di scuola con cui trasorrevo il mio tempo e grazie ai quali ero riuscita ad essere me stessa, a scoprire chi ero e a farlo conoscere aanke agli altri, cosa che data la mia timidezza mi era sempre risultata difficile, e in piu' la mia siurezza era basata anche sulla persona che amavo, e dopo ke mi ha lasciato (tempo fa...ormai è storia vekkia) ha contribuito a farmi perdere la mia sicurezza (che in seguito a difficoltà lavorative si è dissolta nel nulla). Da quando ho cominciato a lavorare al mio attuale lavoro (primo lavoro tra l altro) mi sono persa di vista, non so piu' chi sono. Davanti a tutti mi sento debole e non riesco a dialogare se non per qualche secondo. I loro sguardi addosso mi hanno indebolita, non riesco a sostenere lo sguardo di nessuno, mi sento persino goffa mentre cammino, e ci soffro xkè non lo sono mai stata sino ad ora. soffro xkè sono cambiata,xkè in quest'ambiente mi sno trasformata in una persona complessata che non so nemmeno ki sia.

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ciao !! :)::):

anche io non penso sia un problema di mobbing,non mi è chiaro se è una tua sensazione quella di sentirti osservata o se ci sono stati degli episodi che ti fanno sentire cosi....a volte puo succedere che i nostri stati d animo d inquietudine le riportiamo all esterno e ci sembra di cogliere negli altri dei comportamenti a noi ostili che ci creano disagio.Ti dico cosi perchè è successo e succede anche a me,essendo abbastanza timida e un po emotiva mi è capita di avere sensazioni simili....credo di capire che stai passando un periodo un po triste e puo essere che certi sentimenti siano piu accentuati poi se ci metti che è la prima esperienza lavorativa,in un ambiente nuovo è piu difficile adattarsi.....credo che tu sia molto giovane...quanti anni hai?

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caro datango,innanzi tutto ti ringrazio per aver risposto :)

La sicurezza che prima avevo (pur sempre in bilico...) era basata sul conoscere me stessa,sul saper chi ero, sul fatto che guardandomi allo specchio mi riconoscessi. Era basata anche sugli amici che avevo intorno, su cari compagni di scuola con cui trasorrevo il mio tempo e grazie ai quali ero riuscita ad essere me stessa, a scoprire chi ero e a farlo conoscere aanke agli altri, cosa che data la mia timidezza mi era sempre risultata difficile, e in piu' la mia siurezza era basata anche sulla persona che amavo, e dopo ke mi ha lasciato (tempo fa...ormai è storia vekkia) ha contribuito a farmi perdere la mia sicurezza (che in seguito a difficoltà lavorative si è dissolta nel nulla). Da quando ho cominciato a lavorare al mio attuale lavoro (primo lavoro tra l altro) mi sono persa di vista, non so piu' chi sono. Davanti a tutti mi sento debole e non riesco a dialogare se non per qualche secondo. I loro sguardi addosso mi hanno indebolita, non riesco a sostenere lo sguardo di nessuno, mi sento persino goffa mentre cammino, e ci soffro xkè non lo sono mai stata sino ad ora. soffro xkè sono cambiata,xkè in quest'ambiente mi sno trasformata in una persona complessata che non so nemmeno ki sia.

Ciao piccola&sola, quello che scriverò è un mio punto di vista su cui potrai eventualmente fare le tue riflessioni, non intende indicare nessuna strada da seguire ma solo informare, nella misura in cui ti risuonerà, sulle possibilità che abbiamo di uscire da quelle paludi emotive che consumano le nostre energie.

Studiosi di psicologia hanno determinato che il provare angoscia accomuna tutti noi essere umani. Questa angoscia può distinguersi in due tipi: angoscia profonda e angoscia nevrotica.

L'angoscia profonda è correlata alla paura del vuoto, dello 0 a cui associamo la nostra morte e ad essa poniamo rimedio strutturando un io che occupa la nostra mente rimuovendo l'horror vacui, è fatto incontrovertibile che quella paura accompagnerà ogni momento della nostra vita e noi non possiamo far altro che osservarla e accettarla riducendone così il potere che immobilizza le nostre vite ancor prima della morte vera e propria.

L'altro tipo è l'angoscia nevrotica, essa si sviluppa nelle situazioni di stress che viviamo durante la nostra vita e, a meno di non dedicarsi all'eremitaggio, nella vita forne te ne capiteranno un bel po (se sei fortunata ^_^) Maggiore sarà la nostra capacità di superare queste situazioni, maggiori saranno le possibilità che questa angoscia si risolva e non generi ripercussioni psicofisiche con patologie varie ed eventuali, osservabili soprattutto nella nostra sfera sessuale che è il nostro catalizzatore di tensioni corporee e psicologiche.

Per superare gli stati di angoscia nevrotica occorre possedere degli strumenti che ci permettano di elaborare le nostre emozioni, consentendo così la creazione di quell'autocoscienza delle nostre dinamiche interne allo scopo di osservarle da un punto di vista anche solo di un poco distaccato e quindi più oggettivo e libero dalle catene del nostro io. Questi strumenti in teoria dovrebbero essere forniti, come un bel corredino, dai nostri genitori e da tutte quelle persone che collaborano alla nostra formazione durante la nostra crescita. Sfortuna vuole che spesso non è così, anzi a volte accade che anche quel poco che la natura e la genetica ci mette a disposizione venga disattivato, perche quelle persone che ci crescono semplicemente non appoggiandoci minando la stima di noi e delle nostre capacità umane.

Il lavoro su se stessi è oneroso ,faticoso e spesso penoso, non risolverà la tua angoscia profonda ma probabilmente la diminuirà, però potrà esserre molto utile per attuare strategie atte al superare quell'angoscia nevrotica che spesso limita il nostro campo d'azione e non consente una vita sessuale appagante.

Fare sesso è la migliore maniera per cedere quelle tensioni che il nostro corpo (e di conseguenza la nostra mente) accumula, il cui ristagno genera malesseri vari ed eventuali.

Un abbraccio

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in quest'ambiente mi sno trasformata in una persona complessata che non so nemmeno ki sia.

Beh, le aziende sono sempre tendenzialmente degli ambienti spersonalizzanti, come tutti gli ambienti gerarchici.

A maggior ragione lo sono ora perché a causa della crisi le persone sono spesso guardinghe...

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il punto è che non è solo una mia sensazione il sentirmi osservata. ci sono stati realmente (e ci sono sempre) episodi del genere. li dentro tutti osservano tutti, è pieno di acide zitelle che non fanno altro che guardarsi intorno e criticare anzikè pensare a cio' ke stanno facendo. col tempo questa cosa mi è pesata cosi' tanto che io stesssa sono cambiata... non mi riconosco, ho paura tra la gente, paura degli altri o forse anke paura di me stessa. non ho piu' sicurezza,mi sento una formica in mezzo a tanti leoni (scusate la metafora un po stupida :icon_confused: ) mi sento in soggezione continuamente. Odio questa vita, non mi sento piu' felice e sento ke non ritrovero' mai la mia normalità. poi da quando ho perso la persona che amavo e su cui facevo affidamento, mi sento sola,vuota e senza una speranza senza un senso.mio padre da quando sto cosi' mi evit, neanke mi saluta e non mi parla, io ho cominciato a fare lo stesso e ora lui vuole riavvicinarsi, ma a m non va, sarebbe troppo facile,prma mi evita e poi ke vupole adesso? cio' che dici datango è verissimo, se i nostri genitori non ci stimano le cose peggiorano...

sono in un vicolo cieco...

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il punto è che non è solo una mia sensazione il sentirmi osservata. ci sono stati realmente (e ci sono sempre) episodi del genere. li dentro tutti osservano tutti, è pieno di acide zitelle che non fanno altro che guardarsi intorno e criticare anzikè pensare a cio' ke stanno facendo. col tempo questa cosa mi è pesata cosi' tanto che io stesssa sono cambiata... non mi riconosco, ho paura tra la gente, paura degli altri o forse anke paura di me stessa. non ho piu' sicurezza,mi sento una formica in mezzo a tanti leoni (scusate la metafora un po stupida :icon_confused: ) mi sento in soggezione continuamente. Odio questa vita, non mi sento piu' felice e sento ke non ritrovero' mai la mia normalità. poi da quando ho perso la persona che amavo e su cui facevo affidamento, mi sento sola,vuota e senza una speranza senza un senso.mio padre da quando sto cosi' mi evit, neanke mi saluta e non mi parla, io ho cominciato a fare lo stesso e ora lui vuole riavvicinarsi, ma a m non va, sarebbe troppo facile,prma mi evita e poi ke vupole adesso? cio' che dici datango è verissimo, se i nostri genitori non ci stimano le cose peggiorano...

sono in un vicolo cieco...

Secondo me la tua situazione ha è tutt'altro che chiusa da un vicolo cieco. Anzi, volendo dare forza alla metafora dell'ostacolo che non permette alla nostra vista di osservare l'orizzonte... conosci la poesia di Leopardi "L'infinito"

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

E questa siepe, che da tanta parte

De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminato

Spazio di là da quella, e sovrumani

Silenzi, e profondissima quiete

Io nel pensier mi fingo, ove per poco

Il cor non si spaura. E come il vento

Odo stormir tra queste piante, io quello

Infinito silenzio a questa voce

Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

E le morte stagioni, e la presente

E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa

Infinità s'annega il pensier mio:

E 'l naufragar m'è dolce in questo mare.

Immaginarsi in vicolo cieco è un ottimo presupposto per provare a spostare lo sguardo, magari alzandolo al cielo per riuscire a scorgere quelle infinite possibilità che puoi esprimere di te.

Qual'è la motivazione che ti ha fatto scrivere in un forum di psicologia Valentina?

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scusa datango, credo di averla spiegata la situazione... quindi è questo il motivo per cui ho scritto in un forum di psicologia...per sfogarmi ed avere dei punti di cista che potessero aiutarmi a trovare sicurezza o sostegno... cio ke mi manca adesso... :(

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il punto è che non è solo una mia sensazione il sentirmi osservata. ci sono stati realmente (e ci sono sempre) episodi del genere. li dentro tutti osservano tutti, è pieno di acide zitelle che non fanno altro che guardarsi intorno e criticare anzikè pensare a cio' ke stanno facendo. col tempo questa cosa mi è pesata cosi' tanto che io stesssa sono cambiata... non mi riconosco, ho paura tra la gente, paura degli altri o forse anke paura di me stessa. non ho piu' sicurezza,mi sento una formica in mezzo a tanti leoni (scusate la metafora un po stupida :icon_confused: ) mi sento in soggezione continuamente. Odio questa vita, non mi sento piu' felice e sento ke non ritrovero' mai la mia normalità. poi da quando ho perso la persona che amavo e su cui facevo affidamento, mi sento sola,vuota e senza una speranza senza un senso.mio padre da quando sto cosi' mi evit, neanke mi saluta e non mi parla, io ho cominciato a fare lo stesso e ora lui vuole riavvicinarsi, ma a m non va, sarebbe troppo facile,prma mi evita e poi ke vupole adesso? cio' che dici datango è verissimo, se i nostri genitori non ci stimano le cose peggiorano...

sono in un vicolo cieco...

Scusami... non ho capito se ti sembrano leoni o acide zitelle. :huh:

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scusa datango, credo di averla spiegata la situazione... quindi è questo il motivo per cui ho scritto in un forum di psicologia...per sfogarmi ed avere dei punti di cista che potessero aiutarmi a trovare sicurezza o sostegno... cio ke mi manca adesso... :(

Eccerto Piccola&sola :icon_rolleyes: , la tua problematica era chiara, per me era meno chiara era la motivazione dello scrivere su un forum di psicologia piuttosto che su un forum di assistenza legale per lavoratori mobbizzati.

Quindi la tua necessità, che ti ha spinto a scrivere sl forum, riguarda la necessità di essere appoggiata per facilitare l'acquisizione di quei punti di vista che ti permettano di sentirti sicura di te in modo tale da riuscire a vivere serenamente in contesto sociale diverso da quello familiare o amicale.

Credi sia una cosa negativa l'insicurezza?

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caro datango, diciamo che ho preferito un forum di psicologia xkè quasta situazionemi crea stress ansia e difficoltà congli altri,per cui credfo ke il problema lavorativo e tutta una serie di alti problemi ke sono insorti sono andati a minare la mia stabilità emotiva e psicologica, crd ke la sicurezza sia importante nella vita,xkè ti permette i andare avanti...perkè questo mondo è duro, la gente è dura... e io mene sto accorgendo solo ora, perkè quando ero ancora studentessa il mondo erarosa e fiori, non avevo ancora ftto i conti col mondo del lavoro e con la gente str...za diciamo cosi'. :Raised Eyebrow:

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caro datango, diciamo che ho preferito un forum di psicologia xkè quasta situazionemi crea stress ansia e difficoltà congli altri,per cui credfo ke il problema lavorativo e tutta una serie di alti problemi ke sono insorti sono andati a minare la mia stabilità emotiva e psicologica, crd ke la sicurezza sia importante nella vita,xkè ti permette i andare avanti...perkè questo mondo è duro, la gente è dura... e io mene sto accorgendo solo ora, perkè quando ero ancora studentessa il mondo erarosa e fiori, non avevo ancora ftto i conti col mondo del lavoro e con la gente str...za diciamo cosi'. :Raised Eyebrow:

La mia domanda, che ti è forse sembrata retorica, voleva stabilire una dato per me importante, ovvero che stai tentando di acquisire informazioni (strumenti) utili per trovare una via di uscita dalla tua situazione che sembra non averne, altro dato importante è che per realizzare questa acquisizione ti stai rivolgendo alla psicologia. :Four Leaf Clover:

Ti faccio una domanda se vorrai potrai rispondermi anche con poche parole...

Volevo farti notare come nel rispondere alla mia domanda circa la valenza dell'essere ho meno insicuri di se, tu abbia rimossso il termine insicurezza, secondo te perchè l'hai fatto?

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Ciao piccola&sola, rileggendo il tuo post mi sembra di rivedere me stessa.... Anch'io infatti fino a poco tempo fa in cui ancora studiavo all'università, pensavo che il mondo fosse rosa-e-fiori; poi catapultata all'improvviso in un tostissimo contesto lavorativo, mi sono resa conto di quanto sia duro il rapporto con gli altri che non ti frequentano per pura amicizia e che magari hanno tutto l'interesse e l'intenzione di schiacciarti. Anch'io mi sento continuamente osservata, giudicata, criticata. Inoltre, per quanto riguarda me, non si tratta di una semplice sensazione, ma ho la prova che queste persone mi disprezzano e fanno continue critiche sul mio conto; senza contare le umilianti risatine che mi rivolgono (ho scritto un post al riguardo in un'altra sezione).

Purtroppo è davvero difficile ignorare questi comportamenti, anch'io sento perdere sicurezza e stima in me stessa e ti capisco benissimo quando dici che ciò si ripercuote anche nella vita privata (amicizie, ecc.).

L'unico consiglio che posso darti (e che sto cercando di attuare anch'io, ma non è facile), è banalmente di ignorare chi a lavoro continua a umiliarti con sguardi di superiorità; del resto una persona che ha la presunzione di credersi superiore di un'altra, per definizione non merita di essere presa in considerazione al punto da lasciarcene influenzare!

Ti mando un grande in bocca al lupo, augurandoti che tu riesca a superare questa difficoltà, così come spero che ci riesca anch'io.

tissan

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