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Il tempo cicatrizza tutto?


stancadiguerra

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no, sono proprio cicatrici quelle

in realtà per me equivarrebbero a ferite aperte.....visto l'impedimento che danno.....le cicatrici vengono fuori quando comunque è passato tutto..ti resta solo il ricordo (indolore - si spera) di ciò che è stato...

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ma derivano da cose accadute nella tua vita nn dimenticate, anche se uno pensa di si !! quindi il tempo nn cicatrizza tutto o nn a tutti!!!

per me l'errore sta nel considerare cicatrice qualcosa che duole ancora molto...sono solo ferite coperte....e fanno tanto male perchè nemmeno si capsice dove fa male di preciso.....difficili da curare, a volte anche impossibile (specialmente se si trattano come cicatrici)...PER ME!

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non so se può servire, ma io mi coccolo sempre molto, mi amo da morire e mi vizio ^___^

mi bacio le braccia con lo schiocco e mi faccio i grattini e vi garantisco che l'anima gradisce tutte queste premure..

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la comprensione passa per la sofferenza. Sembra inevitabile.

la sofferenza è di chi soffre e lo comprende

chi soffre?chi lo percepisce?chi ne è la causa e lo percepisce attraverso la comprensione?se la sua percezione e comprensione però come del resto è per forza di cose soggettiva in realtà,chi l'osserva direbbe che soffre?Lo direbbe perchè ha una percezione diversa,distorta della realtà del mondo intorno a lui stesso?Forse perchè invece comprende che non vi è per nulla sofferenza ma solo la percezione della stessa?

La comprensione e la percezione portano alla sofferenza?Perchè sembra molto più facile propendere per la sofferenza che per la gioia,la felicità?Forse i nostri neurorecettori sono sintonizzati per natura verso il dolore?

Il dolore in realtà riempie meglio l'esistenza della felicità?

Come mai anche nelle massime religioni si fanno passare gli adepti attraverso privazioni,sacrifici,prove esistenziali terribili per poi assicurare la "futura"massima felicità?Insomma siamo davvero "nati per soffrire"?

L'infelicità,il dolore psicologico,le perdite affettive,la frequente mancanza di senso della vita in quanto tale sembrano spingere in ogni modo verso disperazione,solitudine,la morte.

Forse il vero peccato della razza umana è la consapevolezza.O quantomeno la capacità analitica di esaminare il mondo,fisico,immaginario e psicologico che circonda la nostra epidermide e riempie la nostra coscienza.

Un'amica recentemente mi ha chiesto se io so trovare il senso della/nella vita,lo scopo credo intendesse...

La vita non ha senso,nemmeno le vite più intense lo hanno,altrimenti non finirebbero con la vita fisica di chi le ha vissute.

Spesso poi leggendo le storie di vita di coloro che hanno fatto "grandi" vite si nota che sono arrivati a tanto per aver avuto il coraggio(o l'incoscienza?)di andare oltre le più disparate e dolorose esperienze o al contrario per aver percorso tutta la strda verso l'inferno senza mai un dubbio.

Da questo si deduce che già vivere è un controsenso in natura che tutto crea per poterlo poi demolire e modificare allo scopo successivo senza soluzione di continuità(almeno fino a che esisterà un sole ed un sistema solare).

Quindi io le ho risposto che l'unico senso della vita possibile è vivere alla meno peggio possibile poichè siamo solo molecole aggregate in transito sul pianeta,che nel momento in cui smetteremo di vivere noi come organismo torneremo in gioco in qualche altra forma di vita o forse per nulla,per millenni,a seconda di come il vento,le maree,rimescoleranno ed impasteranno una nuova forma vivente.A che scopo?Nessuno come quello di vivere.E' solo che noi lo capiamo,perchè possiamo,solo casualmente,solo perchè nella nostra evoluzione fisica c'è stato un momento in cui potevamo forse estinguerci o modificare il nostro sistema di percezione e manipolazione della realtà fisica intorno a noi,così conun paio di etti di sinapsi in più ed un pollice opponibile ci siamo salvati,rifiutando di soccombere alla natura per iniziare un lunghissimo percorso di autodistruzione,inevitabile proprio per la nostra stessa nuova natura,di essere Umani,intelligenti.

Forse l'unico vero senso delle nostre vite è l'autodistruzione per la preservazione della specie.Ossia nessuno vuole morire per primo e siamo tutti indistintamente pronti alla distruzione globale del pianeta dove stiamo pur di abitare in case con 22° estate ed inverno,consumare più enregia di quella che abbiamo imparato a produrre perlopiù per poter riempire il nostro tempo con attività inutili e spesso dannose persino per noi stessi,eppure questo non ci sfiora nemmeno.

la nostra fine forse era solo rimandata,ma,sembra inevitabile.

Siamo di fatto il cancro della nostra stessa razza,siamo insieme organismo e malattia.

Scusate molto l'OT,credo di aver straparlato di nuovo.

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allora vi faccio una domanda......la depressione ,gli attacchi di panico, lo stato maniacale...derivano tutti da situazioni difficili nn risolte?? allora il tempo nn cicatrizza tutto anche quando pensi di si??

Difficile rispondere, in quanto ogni caso è un caso a sé. Da cosa deriva la maggiore o minore capacità di assorbire traumi, ferite, delusioni subite? E' come accade nel caso delle vere ferite, in alcuni si cicatrizzano presto e bene, in altri invece rimangono a vita tracce indelebili. Il motivo (e sarei curioso di sentire l'opinione di Mio) per me è dovuto al fatto che se riuscissimo a vedere le vite degli esseri in un continuum eterno, sapremmo veramente chi sono ed il bagaglio di esperienze che si portano appresso, con le risposte che hanno dato personalmente. Tutto questo per me determina l'essenza dei singoli, quindi anche il loro modo di vivere le esperienze, la loro sensibilità, la loro "personalità".

Ogni vita ha un senso ben preciso, ci mancherebbe altro. Scoprirlo, è questo il nostro compito, un compito...eterno.

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allora vi faccio una domanda......la depressione ,gli attacchi di panico, lo stato maniacale...derivano tutti da situazioni difficili nn risolte?? allora il tempo nn cicatrizza tutto anche quando pensi di si??

appunto.. il tempo mette solo degli starti di terra .. poi escono le piramidi.

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la sofferenza è di chi soffre e lo comprende

chi soffre?chi lo percepisce?chi ne è la causa e lo percepisce attraverso la comprensione?se la sua percezione e comprensione però come del resto è per forza di cose soggettiva in realtà,chi l'osserva direbbe che soffre?Lo direbbe perchè ha una percezione diversa,distorta della realtà del mondo intorno a lui stesso?Forse perchè invece comprende che non vi è per nulla sofferenza ma solo la percezione della stessa?

La comprensione e la percezione portano alla sofferenza?Perchè sembra molto più facile propendere per la sofferenza che per la gioia,la felicità?Forse i nostri neurorecettori sono sintonizzati per natura verso il dolore?

Il dolore in realtà riempie meglio l'esistenza della felicità?

Come mai anche nelle massime religioni si fanno passare gli adepti attraverso privazioni,sacrifici,prove esistenziali terribili per poi assicurare la "futura"massima felicità?Insomma siamo davvero "nati per soffrire"?

L'infelicità,il dolore psicologico,le perdite affettive,la frequente mancanza di senso della vita in quanto tale sembrano spingere in ogni modo verso disperazione,solitudine,la morte.

Forse il vero peccato della razza umana è la consapevolezza.O quantomeno la capacità analitica di esaminare il mondo,fisico,immaginario e psicologico che circonda la nostra epidermide e riempie la nostra coscienza.

Un'amica recentemente mi ha chiesto se io so trovare il senso della/nella vita,lo scopo credo intendesse...

La vita non ha senso,nemmeno le vite più intense lo hanno,altrimenti non finirebbero con la vita fisica di chi le ha vissute.

Spesso poi leggendo le storie di vita di coloro che hanno fatto "grandi" vite si nota che sono arrivati a tanto per aver avuto il coraggio(o l'incoscienza?)di andare oltre le più disparate e dolorose esperienze o al contrario per aver percorso tutta la strda verso l'inferno senza mai un dubbio.

Da questo si deduce che già vivere è un controsenso in natura che tutto crea per poterlo poi demolire e modificare allo scopo successivo senza soluzione di continuità(almeno fino a che esisterà un sole ed un sistema solare).

Quindi io le ho risposto che l'unico senso della vita possibile è vivere alla meno peggio possibile poichè siamo solo molecole aggregate in transito sul pianeta,che nel momento in cui smetteremo di vivere noi come organismo torneremo in gioco in qualche altra forma di vita o forse per nulla,per millenni,a seconda di come il vento,le maree,rimescoleranno ed impasteranno una nuova forma vivente.A che scopo?Nessuno come quello di vivere.E' solo che noi lo capiamo,perchè possiamo,solo casualmente,solo perchè nella nostra evoluzione fisica c'è stato un momento in cui potevamo forse estinguerci o modificare il nostro sistema di percezione e manipolazione della realtà fisica intorno a noi,così conun paio di etti di sinapsi in più ed un pollice opponibile ci siamo salvati,rifiutando di soccombere alla natura per iniziare un lunghissimo percorso di autodistruzione,inevitabile proprio per la nostra stessa nuova natura,di essere Umani,intelligenti.

Forse l'unico vero senso delle nostre vite è l'autodistruzione per la preservazione della specie.Ossia nessuno vuole morire per primo e siamo tutti indistintamente pronti alla distruzione globale del pianeta dove stiamo pur di abitare in case con 22° estate ed inverno,consumare più enregia di quella che abbiamo imparato a produrre perlopiù per poter riempire il nostro tempo con attività inutili e spesso dannose persino per noi stessi,eppure questo non ci sfiora nemmeno.

la nostra fine forse era solo rimandata,ma,sembra inevitabile.

Siamo di fatto il cancro della nostra stessa razza,siamo insieme organismo e malattia.

Scusate molto l'OT,credo di aver straparlato di nuovo.

il dolore è sempre ieri, la felicità solo oggi, e l'uomo vive sempre e solo nel passato ecco perchè soffre più di quanto gioisca e quando capita di gioiere lo vuole ripetere trasformandolo ancora in passato, in desiderio e in cibo per il dolore.

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Il dolore, le ferite che si subiscono hanno sempre un significato, perché nulla accade a caso, altrimenti non varrebbe certo la pena di vivere. La mia ricerca ad esempio nasce in buona parte da due traumi terribili che ho subito da ragazzino, e nel tempo sto sempre più ricostruendo il loro significato per migliorare me stesso, evolvere e rinascere un giorno con maggiore consapevolezza...

Turbo, che significato ha la sofferenza dei bambini ? per un ipotetico fine , che il piu' delle volte è solo una costruzione filosofica (teleologica - teologica ), anche la sofferenza di un innocente puo' essere giustificata? perchè quel dolore deve colpire in specifico quell' innocente? solo agli ''illuminati'' è concesso di conoscere questo fine ultimo? e perchè solo a loro questo privileggio? chi ha cercato un un significato alla propria sofferenza e non l' ha trovato è in errore? chi ha trovato un significato alla propria sofferenza è nel giusto e quindi '' evolve e rinasce''? ...............o in defininitiva dipende da come la chimica del nostro cervello si modifica negli anni..... dall' ansia che con il passare tempo si riduce e ci fa essere piu' sereni e distaccati , ad avere meno pretese dalla vita...... siamo nel regno della percezione non della consapevolezza................

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il dolore è sempre ieri, la felicità solo oggi, .

questa massima vale anche per la sofferenza fisica?

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questa massima vale anche per la sofferenza fisica?

c'è una differenza di base tra il dolore fisico e la sofferenza psicologica...

il primo è una reazione fisica a cio che è, anche se amplificata e modificata dal pensiero...la seconda invece nasce e muore in noi non ha causa se non nel proiettare nel futuro il passato.

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il dolore è sempre ieri, la felicità solo oggi, e l'uomo vive sempre e solo nel passato ecco perchè soffre più di quanto gioisca e quando capita di gioiere lo vuole ripetere trasformandolo ancora in passato, in desiderio e in cibo per il dolore.

Mah, l'uomo costruisce il suo ieri vivendo ogni oggi che gli passa sottomano.Un uomo senza ieri è come il neonato,puro ma non per scelta,semplicemente perchè ancora non ha potuto fare nessuna scelta nè essere cosciente di essere.Così come potrebbe essere un individuo in coma.Di certo lui vive ma sta vivendo?Poi il desiderio di replicare la sensazione di felicità non c'entra nulla col passato,semmai col futuro.Così chi mangia bene non si rende conto d'essere sazio e mangia fino all'autodistruzione del suo stesso organismo.Piuttosto rimanere attaccati ad un passato doloroso,lancinante,quando lo stesso non esiste più porta all'annullare ogni possibilità del vivere il presente.

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Piuttosto rimanere attaccati ad un passato doloroso,lancinante,quando lo stesso non esiste più porta all'annullare ogni possibilità del vivere il presente.

questa tua frase mi ha colpito molto... la trovo veramente significativa e razionalmente la condivido purtroppo però ci sono dolori che 'ritornano' anche senza che noi cerchiamo di ridestarli. Voglio ARDENTEMENTE non essere attaccata al mio passato doloroso e lancinante ma spesso ritorna e con lui ritorna anche il mio malessere che non solo è emotivo ma anche fisico. Allora mi chiedo quanto tempo e lavoro ci vorrà ancora per far in modo che il mio passato, ogni volta che vorrà tornare a trovarmi, smetterà di farmi soffrire...

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Turbo, che significato ha la sofferenza dei bambini ? per un ipotetico fine , che il piu' delle volte è solo una costruzione filosofica (teleologica - teologica ), anche la sofferenza di un innocente puo' essere giustificata? perchè quel dolore deve colpire in specifico quell' innocente? solo agli ''illuminati'' è concesso di conoscere questo fine ultimo? e perchè solo a loro questo privileggio? chi ha cercato un un significato alla propria sofferenza e non l' ha trovato è in errore? chi ha trovato un significato alla propria sofferenza è nel giusto e quindi '' evolve e rinasce''? ...............o in defininitiva dipende da come la chimica del nostro cervello si modifica negli anni..... dall' ansia che con il passare tempo si riduce e ci fa essere piu' sereni e distaccati , ad avere meno pretese dalla vita...... siamo nel regno della percezione non della consapevolezza................

Povero me, quante domande... :icon_biggrin: negli anni sto seguendo una strada di ricerca che mi appassiona e sento che è quella giusta per me, ma sapessi veramente rispondere a ogni cosa che chiedi, sarei veramente alla fine della strada...Se un bambino in Bosnia (come è accaduto) affamato e lacero, trova una pagnottella e felice, mentre la sta addentando, viene ucciso da un colpo di fucile, sarà meglio pensare che il mondo è assolutamente ingiusto e se esiste un Dio si tratta evidentemente di un mostro? Oppure immaginare che c'è un motivo per tutto, anche per un fatto così atroce? (Fra parentesi, quel bimbo ha smesso di soffrire e si risveglierà, come tutti noi appena morti, in una realtà più armonica e leggera, che è meglio non chiamare "paradiso" per non fuorviare). Inoltre, ponendo il caso che un Dio esista, come concepirlo, AL DI FUORI di noi o DENTRO oltre che al di fuori di noi? E' giusto affermare la DUALITA' cattolica nel rapporto io-Dio? E' giusto affermare, quindi, che ci sono luoghi dove Dio non c'è? Io penso che noi siamo parte infinitesimale di Dio, che la creazione stessa è quindi una "autocreazione", che esistono infiniti universi, che infiniti universi, nell'attimo in cui scrivo, stanno morendo ed altri nascendo, dal Nulla alla Creazione questo è il RESPIRO ETERNO DI DIO, posto al di fuori del tempo come lo concepiamo...e allora, di fronte a questo piano immenso, "per poco il cor non si spaura", come dice Leopardi...

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

E questa siepe, che da tanta parte

De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminato

Spazio di là da quella, e sovrumani

Silenzi, e profondissima quiete

Io nel pensier mi fingo, ove per poco

Il cor non si spaura. E come il vento

Odo stormir tra queste piante, io quello

Infinito silenzio a questa voce

Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

E le morte stagioni, e la presente

E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa

Infinità s'annega il pensier mio:

E 'l naufragar m'è dolce in questo mare.

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questa tua frase mi ha colpito molto... la trovo veramente significativa e razionalmente la condivido purtroppo però ci sono dolori che 'ritornano' anche senza che noi cerchiamo di ridestarli. Voglio ARDENTEMENTE non essere attaccata al mio passato doloroso e lancinante ma spesso ritorna e con lui ritorna anche il mio malessere che non solo è emotivo ma anche fisico. Allora mi chiedo quanto tempo e lavoro ci vorrà ancora per far in modo che il mio passato, ogni volta che vorrà tornare a trovarmi, smetterà di farmi soffrire...

l'ho vissuto,lo capisco.Però chiediti : è il passato che torna da te o tu che rifiuti l'esito di quelle che nel presente che fu erano le tue aspettative?Ora semplicemente pensandoci con calma e distacco,come parlassi di qualcosa successo a me e che ti sto raccontando,non credi che mi diresti,ormai così è stato,la scelta è tra comunque tentare di preseguire ugualmente gli stessi obiettivi con lucida determinazione o andare oltre.Perchè nel frattempo il tempo scade,il presente se ne va.Il fatto stesso che il tuo passato è passato e tu sei ancora qui dovrebbe darti la risposta.

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l'ho vissuto,lo capisco.Però chiediti : è il passato che torna da te o tu che rifiuti l'esito di quelle che nel presente che fu erano le tue aspettative?Ora semplicemente pensandoci con calma e distacco,come parlassi di qualcosa successo a me e che ti sto raccontando,non credi che mi diresti,ormai così è stato,la scelta è tra comunque tentare di preseguire ugualmente gli stessi obiettivi con lucida determinazione o andare oltre.Perchè nel frattempo il tempo scade,il presente se ne va.Il fatto stesso che il tuo passato è passato e tu sei ancora qui dovrebbe darti la risposta.

è il lavoro che sto facendo.... faticosamente cerco di darmi da fare senza che il presente mi scivoli addosso. La consapevolezza non mi manca, consapevolmente scelgo di vivere ma a volte è difficile mettere in pratica questa consapevolezza. Mi rendo conto che le cose stanno cambiando, lentamente ma migliorano: sono passata dall'apatia totale e alla sofferenza che mi ha accompagnato per anni quotidianamente senza lasciarmi mai, all'alternanza di giornate diciamo 'no' e giornate 'si'... ora le giornate 'no' stanno diminuendo sempre di più lasciando lo spazio a giornate 'si' ma mi rendo conto che a 'vivere' devo ancora imparare.

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è il lavoro che sto facendo.... faticosamente cerco di darmi da fare senza che il presente mi scivoli addosso. La consapevolezza non mi manca, consapevolmente scelgo di vivere ma a volte è difficile mettere in pratica questa consapevolezza. Mi rendo conto che le cose stanno cambiando, lentamente ma migliorano: sono passata dall'apatia totale e alla sofferenza che mi ha accompagnato per anni quotidianamente senza lasciarmi mai, all'alternanza di giornate diciamo 'no' e giornate 'si'... ora le giornate 'no' stanno diminuendo sempre di più lasciando lo spazio a giornate 'si' ma mi rendo conto che a 'vivere' devo ancora imparare.

chi di noi credi non lo deve ancora?Pensi davvero che tutta la gente intorno a te abbia su tutto e per tutto e nel tempo sempre una risposta e che sia quella giusta?Oh no davvero,credi a me.Tutti noi chi più chi meno diamo per scontato d'aver capito ,di avere una risposta chiara e netta su tutto,solo fino a che non c'accorgiamo del contrario.Meglio continuare a farsi domande,quello è il succo della vita e dell'intelligenza.Giorni si e giorni no,sai è tutto molto relativo a cosa ti aspetti dai giorni si e cosa detesti dei giorni no,in fondo tu sei la stessa come possono essere si o no senza il tuo benestare?Se non sono problemi oggettivi di salute tutti gli altri una via d'uscita ce l'hanno.

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chi di noi credi non lo deve ancora?Pensi davvero che tutta la gente intorno a te abbia su tutto e per tutto e nel tempo sempre una risposta e che sia quella giusta?Oh no davvero,credi a me.Tutti noi chi più chi meno diamo per scontato d'aver capito ,di avere una risposta chiara e netta su tutto,solo fino a che non c'accorgiamo del contrario.Meglio continuare a farsi domande,quello è il succo della vita e dell'intelligenza.Giorni si e giorni no,sai è tutto molto relativo a cosa ti aspetti dai giorni si e cosa detesti dei giorni no,in fondo tu sei la stessa come possono essere si o no senza il tuo benestare?Se non sono problemi oggettivi di salute tutti gli altri una via d'uscita ce l'hanno.

le tue parole mi rincuorano... ma il mio più grande terrore è svegliarmi ad 80 anni e capire che sono stata una vita intera a crogiolarmi nel dolore, nella paura di vivere e che la mia vita mi è volata davanti e io non sono stata in grado di afferrarla e di condurla dove avrei voluto e soprattutto che ormai il tempo a disposizione è finito senza possibilità di rimediare a tutte le mie 'mancanze'... ho bene in mente dove voglio arrivare ma ci sono giorni che perdo la bussola, non trovo la strada allora è come se mi accodassi al primo passante per mettermi in cammino senza una meta... quanta strada in più fatta, quanto tempo perso e soprattutto come ci si allontana la vera meta....

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Povero me, quante domande... :icon_biggrin: negli anni sto seguendo una strada di ricerca che mi appassiona e sento che è quella giusta per me, ma sapessi veramente rispondere a ogni cosa che chiedi, sarei veramente alla fine della strada...Se un bambino in Bosnia (come è accaduto) affamato e lacero, trova una pagnottella e felice, mentre la sta addentando, viene ucciso da un colpo di fucile, sarà meglio pensare che il mondo è assolutamente ingiusto e se esiste un Dio si tratta evidentemente di un mostro? Oppure immaginare che c'è un motivo per tutto, anche per un fatto così atroce? (Fra parentesi, quel bimbo ha smesso di soffrire e si risveglierà, come tutti noi appena morti, in una realtà più armonica e leggera, che è meglio non chiamare "paradiso" per non fuorviare).
Turbo fino ad un certo punto come me (umanamente )dubiti, usando il lume della ragione ti accendi del sospetto che colui o la qualcosa che si pone al di fuori dell' uomo o che nel suo dato divino è presente in ogni uomo, possa essere ingiusto, connivente con il male che colpisce ad esempio un innocente( che non ha bisogno di nessuna punizione per redimersi ne' tanto meno dovrebbe pagare per la redenzione altrui, vedi il bimbo figlio di genitori che fanno la guerra).......................poi pero' fra parentesi sfuggi alla constatazione di questa realtà con un' invenzione fantastica, la fantasia una delle materie prime di cui serve lo spirito(meglio che dire mente) dell' uomo per creare religioni, fedi che vogliono dare un senso che va oltre la vita terrena dell' uomo , un senso che giustifichi anche il male...alcune di queste creazioni (fantastiche) ci affasciano per il loro contenuto poetico, aritistico ecc ma non si possono di certo utilizzare come risposta ''del perche' del male'' ....................

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

E questa siepe, che da tanta parte

De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminato

Spazio di là da quella, e sovrumani

Silenzi, e profondissima quiete

Io nel pensier mi fingo, ove per poco

Il cor non si spaura. E come il vento

Odo stormir tra queste piante, io quello

Infinito silenzio a questa voce

Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

E le morte stagioni, e la presente

E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa

Infinità s'annega il pensier mio:

E 'l naufragar m'è dolce in questo mare.

Leopardi è sempre sublime ........io lo trovo ancora piu' sublime , sincero e forte (nonostante la sua fragilità fisica) quando in altri componimenti, ormai divenuto più maturo e consapevole non riesce, non vuole piu' confondere il suo io ( ''naturalmente limitato'' ) con una natura indiferrente al suo destino , che non gli consente se non con l' inganno e l ' illusione di trascendere la sua limitatezza........certo questo suo dolore ( spesso si parla abusandone di condizione che interessa tutti gli uomini) si manifesta piu' intensamente nelle indoli particolarmenti sensibili, in coloro che anche se tutta la loro vita fosse un continuo esplicarsi di gioia e serenità non godrebbero di questa loro beatitudine sapendo che anche un solo uomo (diversamente da loro) sta patendo anche una sola pena senza senso e non giustificabile con nessun disegno divino........... ps mi sa che quanto ho scritto è patologico :im Not Worthy: , il mondo nonostante il male , nonostante ci sia chi lo subisca ingiustamente va avanti comunque...........è utopico (e altrettanto fantasioso in un mondo ''insensato'' ) voler sperare nella fortuna di tutti!!

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c'è una differenza di base tra il dolore fisico e la sofferenza psicologica...

il primo è una reazione fisica a cio che è, anche se amplificata e modificata dal pensiero...la seconda invece nasce e muore in noi non ha causa se non nel proiettare nel futuro il passato.

non credo sia del tutto così, la sofferenza psicologica nasce anche da situazioni contigenti, certo poi se mi vieni a parlare dell' illuminato che a priori ha soppresso ogni aspettativa, che non teme ma osserva il presente, si confonde con esso senza subirne alcun colpo per me siamo su un altro pianeta(paradossalmente ''è una persona che non esiste'').....credo che la sofferenza psicologica possa essere nuova e non sempre rinnovabile perchè legata al passato...............per fortuna oltre alla sofferenza ci sono anche i momenti sereni..........
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L'ho detto tante volte, secondo me l'unico modo possibile per pensare ad un perché degli eventi dolorosi è intanto pensare all'essere come eterno ed in perpetuo divenire, apparentemente confinato in una sola vita a causa (ma non sempre) della mancanza di ricordi...nell'ambito di una storia cominciata chissà quando, che non finisce mai, si possono pensare situati eventi che troverebbero la loro motivazione...fatti per apprendere ciò che ognuno, in base alle sue stesse azioni, dovrà apprendere. Io un'altra motivazione -esposta qui genericissimamente- almeno non la trovo. (Se cercate delle motivazioni). Ponete caso che rinasca Hitler...avrà una vita tutta rose e fiori o magari -per dire- comincerà con l'essere vittima di un pedofilo ebreo...

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L'ho detto tante volte, secondo me l'unico modo possibile per pensare ad un perché degli eventi dolorosi è intanto pensare all'essere come eterno ed in perpetuo divenire, apparentemente confinato in una sola vita a causa (ma non sempre) della mancanza di ricordi...nell'ambito di una storia cominciata chissà quando, che non finisce mai, si possono pensare situati eventi che troverebbero la loro motivazione...fatti per apprendere ciò che ognuno, in base alle sue stesse azioni, dovrà apprendere. Io un'altra motivazione -esposta qui genericissimamente- almeno non la trovo. (Se cercate delle motivazioni). Ponete caso che rinasca Hitler...avrà una vita tutta rose e fiori o magari -per dire- comincerà con l'essere vittima di un pedofilo ebreo...

si possono pensare e tessere tante altre motivazioni , alcune simili , altre molto divergenti fra loro , altre di poco divergenti tra loro ,messe insieme formano fedi , religioni ( a queste preferisco la sincerità della letteratura) eccccccc ..........é difficile credere che l' essere è finito , che vive finchè è in un corpo ( poi solo nella memoria di coloro che continueranno a vivere )............tutto cio' che sara' ( anzi non sarà ) dopo la morte sono solo delle supposizioni, forse delle difese dalla paura che una volta morti sara' morta anche la nostra coscienza.....coscienza che non trasmighera in nessun al di là ne ritornera' nuovamente sulla terra in nessuna forma...........

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le tue parole mi rincuorano... ma il mio più grande terrore è svegliarmi ad 80 anni e capire che sono stata una vita intera a crogiolarmi nel dolore, nella paura di vivere e che la mia vita mi è volata davanti e io non sono stata in grado di afferrarla e di condurla dove avrei voluto e soprattutto che ormai il tempo a disposizione è finito senza possibilità di rimediare a tutte le mie 'mancanze'... ho bene in mente dove voglio arrivare ma ci sono giorni che perdo la bussola, non trovo la strada allora è come se mi accodassi al primo passante per mettermi in cammino senza una meta... quanta strada in più fatta, quanto tempo perso e soprattutto come ci si allontana la vera meta....

crogiolarsi che vuoi dire?Ce l'hai un motivo per soffrire?O te li crei?Quelli autoindotti in effetti sono i peggiori perchè sono autoimmuni come i virus mutanti.Ecco comincia a chiederti quello.Poi ripeto,nel passato hai fatto e vissuto quel che è stato ,ora ti chiedi che farai ad 80 anni,ma in effetti gli 80 anni li hai già oggi poichè con il tuo proiettarti là annulli la tua esistenza qui ed oggi.Secondo quello che mi è dato vedere nelle conoscenze di certe fasce di età ti dirò che altro che 80 anni,i bilanci,positivi o negativi ed i rimpianti sorgono ben prima,una volta arrivati a 80 anni,probabilmente semidementi,incontinenti,smemorati,senza sessualità o voglia di nulla,cosa pensi che rimpiangerai?

Hai bene in mente dove vuoi arrivare dici?Grande,l'importante è la strada per arrivarci,il cammino,le difficoltà perchè guarda la cosa più terribile è scoprire una volta arrivato che le meta non era quella ma solo lo spazio tra te e lei,che vuoi altro in realtà ma che ormai hai percorso una strada diversa che ti ha portato lontano davvero,da te stesso.

Peggio ancora,potresti scoprire di non volerti poi accontentare della meta iniziale,che desideri altro,altri.Allora si sarebbero guai.Se hai un obiettivo e sei libera di perseguirlo dai retta,fallo.I giorni in cui perdi la bussola usali insistentemente per raccogliere le idee,le forze per proseguire.Meglio una strada lunga,tortuosa,difficile,scomoda che un viale sicuro verso il nulla.

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si possono pensare e tessere tante altre motivazioni , alcune simili , altre molto divergenti fra loro , altre di poco divergenti tra loro ,messe insieme formano fedi , religioni ( a queste preferisco la sincerità della letteratura) eccccccc ..........é difficile credere che l' essere è finito , che vive finchè è in un corpo ( poi solo nella memoria di coloro che continueranno a vivere )............tutto cio' che sara' ( anzi non sarà ) dopo la morte sono solo delle supposizioni, forse delle difese dalla paura che una volta morti sara' morta anche la nostra coscienza.....coscienza che non trasmighera in nessun al di là ne ritornera' nuovamente sulla terra in nessuna forma...........

Oggi, specialmente in India, l'idea di reincarnarsi su questa terra è vista non come una difesa dalla paura del nostro annullamento, al contrario come cosa pesante da sopportare, perché si patiranno nuovi dolori. Ogni atteggiamento ovviamente dipende dall'ottica soggettiva, di fronte ad uno stesso evento...Come già dissi, lo stato di esistenza al di là di questo che conosciamo è descritto benissimo e poeticamente nel romanzo-saggio "Al di là dei sogni", di Matheson, dal quale fu tratto il famoso ed omonimo film, meno affascinante. La letteratura su certi argomenti, come sappiamo, occupa comunque interi scaffali nelle librerie, è diventata anche una speculazione commerciale. E ciò spesso allontana la gente anziché avvicinarla a certe realtà.

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Come già dissi, lo stato di esistenza al di là di questo che conosciamo è descritto benissimo e poeticamente nel romanzo-saggio "Al di là dei sogni", di Matheson, dal quale fu tratto il famoso ed omonimo film, meno affascinante. La letteratura su certi argomenti, come sappiamo, occupa comunque interi scaffali nelle librerie, è diventata anche una speculazione commerciale. E ciò spesso allontana la gente anziché avvicinarla a certe realtà[/

Personalmente non intendo la letteratura come un fatto commerciale ( o almeno il fatto commerciale non deve essere il fattore preminente).....ti parlavo di letteratura come avrei potuto parlarti di un altra forma artistica tramite la quale l' uomo si distingue dagli altri animali, un modo di esprimere artisticamente il proprio sentire che sia doloroso o sereno , un modo per creare, immagginarsi, sognare mondi diversi o per far luce su aspetti del reale che spesso possono sfuggirci.........ecco a differenza delle religioni la letteratura ''non ti vuole indottrinare'' '' farti passare per vero'' delle fantasie come invece avviene nei vari testi religiosi...........certo poi se ''Nel codice Da Vinci'' ( un tipo di letteratura che a me non piace per nulla ) alcuni ci vanno a cercare una verità ancora piu' falsata di quella dei vangeli , allora è colpa della scarsa conoscenza del lettore......................secondo me , turbo, se vedessi Sogni di kurosawa ti piacerebbe

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Ho visto "Sogni" due volte, mi sono piaciuti quasi tutti gli episodi, in particolare uno che appare secondario, quello del soldato morto che appare al tenente uscendo dal tunnel...Poi, come ho detto mille volte, rifuggo dalle religioni formalizzate che nei secoli tendono assai più a perpetuare il loro potere piuttosto che avvicinare gli uomini a Dio. Anche se mi piace la spontanea spiritualità di quei monaci buddisti che, dopo aver elaborato vere opere d'arte coi loro mandala, ne spargono al vento le polverine per dare un'idea dell'errore che facciamo nell'attaccarci in un certo modo alle cose terrene. Ma è un altro errore pensare che si tratti di "rinuncia"...

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