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Paura del rischio


giovanni79

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In un anno di psicoterapia l'unica cosa che ho capito in modo chiaro è che tutta la mia vita è stata terribilmente limitata dalla mia incapacità di assumermi dei rischi. Non sono riuscito a trovare un lavoro che mi piacesse perchè ho avuto paura di rischiare nel fare un lavoro più bello ma meno sicuro, non ho mai avuto una ragazza perchè non ho mai trovato il coraggio di rischiare di farmi male e fare male, eccetera.

In pratica non ho mai vissuto veramente per paura del rischio, dell'ignoto. Tutta la mia vita è stata, inconsciamente, caratterizzata dalla minimizzazione dei rischi. Questa mia caratteristica è sicuramente in parte dovuta all'ambiente famigliare: in tutta la mia famiglia (anche allargata) *nessuno* ha mai compiuto qualche scelta di vita che comportasse l'assunzione di qualche rischio.

Ora però che ne sono consapevole, non vedo come questa consapevolezza possa aiutarmi nel vivere diversamente gli anni (spero pochi) che mi restano. Infatti anche da consapevole non riesco comunque a compiere quei gesti che comportano un alto rischio (ad esempio licenziarmi e ripartire da zero con un alto lavoro, o in un altra città). Ci sono troppe spinte in me che mi bloccano dal compiere gesti rischiosi.

Cosa posso fare quindi? Come può aiutarmi la psicoterapia nel rimuovere questo blocco?

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E' un atteggiamento molto rischioso in effetti... :Thinking:

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In un anno di psicoterapia l'unica cosa che ho capito in modo chiaro è che tutta la mia vita è stata terribilmente limitata dalla mia incapacità di assumermi dei rischi. Non sono riuscito a trovare un lavoro che mi piacesse perchè ho avuto paura di rischiare nel fare un lavoro più bello ma meno sicuro, non ho mai avuto una ragazza perchè non ho mai trovato il coraggio di rischiare di farmi male e fare male, eccetera.

In pratica non ho mai vissuto veramente per paura del rischio, dell'ignoto. Tutta la mia vita è stata, inconsciamente, caratterizzata dalla minimizzazione dei rischi. Questa mia caratteristica è sicuramente in parte dovuta all'ambiente famigliare: in tutta la mia famiglia (anche allargata) *nessuno* ha mai compiuto qualche scelta di vita che comportasse l'assunzione di qualche rischio.

Ora però che ne sono consapevole, non vedo come questa consapevolezza possa aiutarmi nel vivere diversamente gli anni (spero pochi) che mi restano. Infatti anche da consapevole non riesco comunque a compiere quei gesti che comportano un alto rischio (ad esempio licenziarmi e ripartire da zero con un alto lavoro, o in un altra città). Ci sono troppe spinte in me che mi bloccano dal compiere gesti rischiosi.

Cosa posso fare quindi? Come può aiutarmi la psicoterapia nel rimuovere questo blocco?

Ciao Giovanni,

prima di tutto cancella immediatamente quello "spero pochi" riferito agli anni che avrai da vivere. Non è certamente una bella prospettiva.

Per quanto riguarda i rischi....beh, forse hai paura dei cambiamenti (che ovviamente comportano rischi), in realtà corriamo rischi tutti i giorni, soltanto attraversando la strada...pensa un po'. Ti sta parlando una persona che i cambiamenti li soffre tantissimo, ad ogni modo se vuoi un consiglio potresti cominciare dalle piccole cose...che so...prova a fare una strada diversa quando vai al lavoro (sembra stupido, ma non lo è).

Se non ti piace il tuo lavoro, fai colloqui, cerca una nuova posto, ma licenziati solo quando avrai trovato una nuova occupazione, altrimenti licenziarsi prima...rimanendo disoccupato al giorno d'oggi non è prendersi un rischio è da incosciente.

Per quanto riguarda le ragazze....beh forse non hai ancora trovato la persona giusta, per cui valga la pena....la troverai.

Invece in merito all'idea di iniziare una psicoterapia...perchè no, se pensi che possa aiutarti potrà farlo, può aiutarti a capire il motivo per cui ti senti frenato nelle scelte che fai.

Buona fortuna

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Ciao Giovanni,

prima di tutto cancella immediatamente quello "spero pochi" riferito agli anni che avrai da vivere. Non è certamente una bella prospettiva.

Per quanto riguarda i rischi....beh, forse hai paura dei cambiamenti (che ovviamente comportano rischi), in realtà corriamo rischi tutti i giorni, soltanto attraversando la strada...pensa un po'. Ti sta parlando una persona che i cambiamenti li soffre tantissimo, ad ogni modo se vuoi un consiglio potresti cominciare dalle piccole cose...che so...prova a fare una strada diversa quando vai al lavoro (sembra stupido, ma non lo è).

Se non ti piace il tuo lavoro, fai colloqui, cerca una nuova posto, ma licenziati solo quando avrai trovato una nuova occupazione, altrimenti licenziarsi prima...rimanendo disoccupato al giorno d'oggi non è prendersi un rischio è da incosciente.

Per quanto riguarda le ragazze....beh forse non hai ancora trovato la persona giusta, per cui valga la pena....la troverai.

Invece in merito all'idea di iniziare una psicoterapia...perchè no, se pensi che possa aiutarti potrà farlo, può aiutarti a capire il motivo per cui ti senti frenato nelle scelte che fai.

Buona fortuna

:ola (4):

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Cosa posso fare quindi? Come può aiutarmi la psicoterapia nel rimuovere questo blocco?

Dai anche tempo al tempo, in fondo è solo un anno che fai terapia. non si può avere tutto e subito, non pensare di scardinare atteggiamenti che durano da tanti anni in un battibaleno, è già molto che hai raggiunto rapidamente la consapevolezza.

In fondo puoi paragonarlo ad un difetto di postura, che non si può risolvere velocemente.

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Ciao. Non sono molto d'accordo sul fatto si essere incoscienti nel licenziarsi prima di aver trovato un nuovo lavoro,e questo vale anche per i tempi che corrono.

Non è detto che strategie di cambiamento possano necessariamente migliorare la situazione, senza un cambiamneto lavorativo, perchè il lavoro, comunque, incide molto. Lo dico facendo pure io un percorso terapeutico,e d essendo pienamente cosciente del rischio di cambiamenti fittizi anche se apparentemente macroscopici.

E appunto, parlo di situazione. Mi riferisco, inevitabilmente, alla mia. Potevo cominciare a pensare a un mutuo, a fare dei progetti, ma alla base non stavo bene, e la situazione lavorativa ed extralavorativa era per me molto deprimente.

Quindi lo scorso anno ho mollato tutto e ho cambiato, tornando, dopo più di quattro anni, nell'incertezza, dove mi trovo ancora adesso.

Ho altre preoccupazioni, ma per quanto riguarda gli aspetti relazionali e del cambiamento di cui ti sento (Giovanni) parlare, sento di avere una disposizione diversa rispetto a prima, e la vita mi sta proprio offerndo sempre più numerosamente quei cambiamenti, opportunità o rischi, che se ci sono è proprio perchè sono più in gradi di porvi fronte. Piccoli passi, e ci si rende conto un giorno di essere diversi, qualcosa è cambiato.

Sbaglia Giovanni, ne vale molto di più rispetto allo stipendio fisso se pensi che sia la cosa giusta da fare. Medita comunque sulla cosa.

Per me è stata una scelta difficile, e anche se le difficoltà possono essere aumentate, le difficoltà più profonde, quelle che ho dentro di me, sento che sono meno insormontabili. Così non sarebbe se però non avessi parallelamente interrogato molto me stesso su tutti gli aspetti della mia vita, e se non avessi insistito nel cercare, con tutte le difficoltà, di guardare dentro di me, e di impegnarmi nel percorso terapeutico. Se no, cambiare rischia di aumentare solo la confusione.

Ma questo è il mio caso.

La parola tardi non esiste. Anzi aver rinunciato a certe cose può darti una spinta maggiore, una maggiore sensibilità, a patto che lavori molto di più su te stesso e sulla relazione con l'altro. Il tempo perso potrebbe allora diventare tempo guadagnato: sembra strano, ma penso sia così.

Ciao

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occhio giovanni, sbagliando si impara ed è vero ma fai in modo che gli sbagli non siano irreparabili, questo chiaramente non vale solo per il lavoro ma in generale... pondera prima di agire

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occhio giovanni, sbagliando si impara ed è vero ma fai in modo che gli sbagli non siano irreparabili, questo chiaramente non vale solo per il lavoro ma in generale... pondera prima di agire

Ah ah! Pensa che nella mia vita non ho fatto altro che ponderare, giorno e notte, senza mai agire.

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La parola tardi non esiste. Anzi aver rinunciato a certe cose può darti una spinta maggiore, una maggiore sensibilità, a patto che lavori molto di più su te stesso e sulla relazione con l'altro. Il tempo perso potrebbe allora diventare tempo guadagnato: sembra strano, ma penso sia così.

Buon per te se riesci a pensarla così, io non ci riesco. Per me la parola tardi esiste eccome.

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Caro giovanni tutti noi abbiamo paura dell'ignoto e chi non ne ha? Come dice un detto A prendere una strada nuova sai quello che perdi ma non sai quello che trovi. Tanto potresti trovarti meglio tanto peggio ma se non rischi non lo saprai mai,starai sempre fermo lì nella tua sicurezza,nella tua tranquillità,è molto più comodo così in fondo non andare ne avanti nè indietro.. tu ti chiedi cosa possa fare la psicoterapia per te? Io penso ben poco se tu non ti dia una smossa e incominci a spiccare il volo! Anche con le ragazze,sii più spigliato e se non sei il suo tipo pazienza,te ne trovi un'altra più bella che problemi non ha come dice una canzone.

Tu devi osare,essere audace e quando qualcosa ti fa paura falla di più anche se ti cagi sotto,insomma violentati psicologicamente!.

Stammi a sentire che ti troverai bene! Fatti un elenco su un quaderno di tutto ciò che hai paura e ogni giorno corri un rischio vai incontro all'ignoto!

Vai da solo,solo tu verso l'incognito,certo non sarà facile ma vedrai che ti sentirai sempre meglio,aquisirai sempre più sicurezza in te

Tu sei giovane hai tutta la vita davanti non scrivere più quelle cose! devi avere OTTIMISMO e FIDUCIA in te stesso e autoironia,non drammatizzarti troppo ciao

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c'è un pò sempre sta cosa ad attribuire le cause dei propri fallimenti all'ambiente familiare,all'esterno invece che ricercarli in se stessi.

I genitori non sono esseri perfetti e se fanno sbagli non vedo perchè debbano farli anche i figli,insomma basta dare le colpe sempre ai propri familiari poi non parliamo di quelle povere mamme che chissà perchè si dice ogni cosa E' colpa della mamma!

Insomma che i tuoi genitori non hanno corso rischi non deve essere un pretesto dietro al quale tu vuoi nasconderti.

Per il lavoro devi valutare molto bene a lasciarlo anche perchè oggi non è facile da trovare e se sei riuscito a trovare un posto fisso devi ritenerti un miracolato,quindi vedi cosa ti conviene correre il rischio.. ciao

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Per il lavoro devi valutare molto bene a lasciarlo anche perchè oggi non è facile da trovare e se sei riuscito a trovare un posto fisso devi ritenerti un miracolato,quindi vedi cosa ti conviene correre il rischio.. ciao

Nel messaggio di prima mi dici che devo osare, rischiare, eccetera, qui invece mi dici dovrei tenermi ben stretto quello che ho. C'è un po' di contraddizione, mi pare.

Comunque non volevo dare la colpa ai genitori, dicevo soltanto che una delle cause della mia avversione al rischio risiede nell'ambiente familiare in cui sono cresciuto, è inevitabile esserne influenzati.

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Ciao giovanni non sono contraddittoria ti consiglio di valutare bene le tue scelte,quello che più ti conviene fare..

Per quanto riguarda la famiglia,oramai sei un adulto,sei il padrone della tua vita,puoi migliorare ciò che non ti piace,dagli sbagli puoi imparare,insomma la vita è tua,gli altri possono darti dei consigli,ma alla fine sarai solo tu a decidere quello che ne vuoi fare.

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  • 3 weeks later...

Il fatto di avere un lavoro a tempo indeterminato può essere anche una dannazione... nel mio caso lo è. Ho sprecato e sto sprecando la mia vita qui, tutti i giorni e tutto il giorno ormai da qualche anno a fare un lavoro di cui non me ne importa nulla. Non ho bisogno di un lavoro sicuro, non ho un mutuo da pagare, non ho nè avrò mai una famiglia da mantenere. Tuttavia non riesco ad abbandonarlo, non sono capace di prendere queste decisioni forti. Spesso leggo, in libri o biografie, di persone che ad un certo punto hanno mollato tutto, hanno preso un biglietto aereo sola andata per qualche destinazione, senza preoccuparsi di cosa sarebbe successo dopo. Io non ci riesco, sono bloccato. Per me è più facile spostare a mano un tir con rimorchio che fare una cosa del genere. Sono condannato a rimanere qui a marcire per il resto dei miei giorni...

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senti giovanni, io la penso in maniera un po' diversa... qui non si tratta di rischio, si tratta di vita!! Vuoi vivere? Allora fatti forza, prendi i tuoi risparmi, il tfr che ti toccherà e vai ovunque ti viene voglia di andare. Lasciare un lavoro che non ti soddisfa e cambiare una città dove hai poco o niente ti sembra un rischio? A me sembrerebbe un'opportunità... vai giovanni inizia una nuova vita e impara a godertela come non hai fatto finora, non sono questi i rischi, si rischia quando per una scelta sbagliata puoi mandare a rotoli ciò che hai di importante o significativo, il cercare di migliorarsi non è mai un rischio. Inizia a pensare dove vorresti vivere, poi sfoglia gli annunci di lavoro, all'inizio va bene un lavoro qualsiasi che ti permetta di essere autonomo poi vedrai che se saprai cogliere al volo le occasioni che inevitabilmente si presentano nella nostra vita (e un puro calcolo probabilistico!!) allora inizierai a vivere... è un augurio che ti faccio di cuore anche perchè di poter iniziare a vivere è un augurio che faccio anche a me stessa!

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Il problema è che io non so nè dove voglio vivere, nè cosa voglio fare. Ho sempre invidiato quelli che sanno con certezza cosa vogliono fare nella vita. E in una situazione del genere risulta difficile (per me impossibile) abbandonare tutto... per cosa? Mettiamo che scelga un posto a caso tirando la monetina e parta... una volta là il pensiero sarebbe senz'altro "che ci faccio qui?" "chi me l'ha fatto fare?". Questi sono i pensieri che mi bloccano. Un anno di psicoterapia non me li ha fatti passare.

Se almeno venissi licenziato per altri motivi (taglio del personale, crisi della società, ecc.) potrei cogliere l'opportunità per andarmene altrove, anche a caso, ma così, io non ce la farò mai ad andare di là dal mio capo e dirgli "Mi licenzio!" "Perchè?" "Boh! Cosi perchè mi va!". E anche se ci riuscissi, alla fine mi farei senz'altro convincere a restare "ti dò più soldi!" "ti cambio mansioni!",ecc.

Purtroppo bisogna che mi capiti qualcosa di eclatante per riuscire a cambiare la mia vita. Io da solo non ce la faccio.

Comunque grazie per la risposta!

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Se venissi licenziato per altri motivi, più che per cogliere opportunità ti servirebbe per capire quanto eri fortunato prima.

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Il problema è che io non so nè dove voglio vivere, nè cosa voglio fare. Ho sempre invidiato quelli che sanno con certezza cosa vogliono fare nella vita. E in una situazione del genere risulta difficile (per me impossibile) abbandonare tutto... per cosa? Mettiamo che scelga un posto a caso tirando la monetina e parta... una volta là il pensiero sarebbe senz'altro "che ci faccio qui?" "chi me l'ha fatto fare?". Questi sono i pensieri che mi bloccano. Un anno di psicoterapia non me li ha fatti passare.

Se almeno venissi licenziato per altri motivi (taglio del personale, crisi della società, ecc.) potrei cogliere l'opportunità per andarmene altrove, anche a caso, ma così, io non ce la farò mai ad andare di là dal mio capo e dirgli "Mi licenzio!" "Perchè?" "Boh! Cosi perchè mi va!". E anche se ci riuscissi, alla fine mi farei senz'altro convincere a restare "ti dò più soldi!" "ti cambio mansioni!",ecc.

Purtroppo bisogna che mi capiti qualcosa di eclatante per riuscire a cambiare la mia vita. Io da solo non ce la faccio.

Comunque grazie per la risposta!

Non sai che vuoi,non sai che fare....eppure sei qui a chiedere aiuto?Per cosa?Consigli,compassione,fratellanza?Eppure sei andato in terapia(cosa che io farò solo se mi legano ad una sedia.Dici che è tardi?Vedrai tra una quindicina d'anni quanto di più lo sarà e non dubitare tu ci sarai ancora,la vita è lunghissima quando la si vive male,senza scopi,emozioni,delusioni.Hai una vera eternità davanti....

Poi c'è un problema di fondo : vivere è fine a se stesso,perchè devi per forza divertirti o essere felice?Perchè tu proprio tu dovresti fare un lavoro che ti piace?Tutti gli altri xxxxxxx che non ce l'hanno o ne fanno uno peggio del tuo se ne lamentano con te?Quante volte lo hai sentito dire?

Puoi fare un esercizio carinissimo : definisci mentalmente ciò che non vuoi.Vuoi perdere i capelli?Immagino di no.Vuoi restare single per sempre?No.Vuoi perdere la casa?Terrore.Ti interessa lavorare 12 ore al giorno per una paga appena decente?Meglio ancora.Essere disoccupato magari dopo che hai trovato una ragazza e non hai un soldo per andarci insieme a cena o per regalarle un pensiero?Vuoi ammalarti seriamente,avere un incidente grave,diventare impotente?No no no.Io dico che se cancelli tutto quello che sicuramente rifiuti salta fuori una bella fetta di ciò che desideri.Non puoi avere nulla di ciò che non desideri.Non puoi desiderare ciò per cui non sei disposto a muovere un dito.Sappi poi che spesso non ci si riesce lo stesso e alla fine le delusioni sono più delle soddisfazioni ma c'è di buono e su questo concordo che vivere è una condizione assolutamente non necessaria a nessuno e temporanea,quindi la soluzione alla fine arriverà stai sereno.

Concludo dicendoti che qui come in tutta internet non c'è nulla che ti possa veramente aiutare,questo è il regno del NON,ove moltissimo sembra prendere corpo ma in realtà è una scatoletta con tanti bottoni,che ti mette in comunicazione con altri dispersi della vita che cercano risposte ed hanno solo domande.Gente inesistente,perchè per me finchè una PERSONA non la vedi negli occhi e ne annusi l'odore non esiste.

Spero di averti confuso ancora di più le idee,quelle pochissime che parevi avere.

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Eppure sei andato in terapia(cosa che io farò solo se mi legano ad una sedia.

idem

x il signore che ha aperto il topic.

NN LASCIARE IL TUO LAVORO!!

la vita e' strana ,ci sono ogni sorte di cambiamenti,

questo succede quando meno te l'aspetti.

da fanciullo a ragazzo ho avuto piu' mazzate nella testa

di leon spinks ma mai ho imprecato il caso od altri ma ho sempre

tirato avanti senza demordere e con tenacia ...ed ero malato.

percio' se la vita e' cambiata per me che nn sono speciale

perche' nn dovrebbe per te ed altri?

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NN LASCIARE IL TUO LAVORO!!

la vita e' strana ,ci sono ogni sorte di cambiamenti,

questo succede quando meno te l'aspetti.

i cambiamenti vanno cercati, non si può aspettare passivamente che accadano. E' quello che ho fatto finora ed ho buttato nel cesso dieci anni della mia vita.

Riguardo il lavoro, io lo dovrei lasciare perchè non riesco a farlo bene. E' un lavoro concettuale, impegnativo, che richiede sforzo mentale ma mi manca la concentrazione e la determinazione per farlo, è frustrante, stressante, mi mette sempre di cattivo umore. Ma d'altra parte cosa posso fare? Le cose che mi appassionano e a cui mi dedico nel tempo libero (e ci dedico parecchio tempo) non danno da mangiare. Lo so, sembra un discorso da ragazzino viziato che vuole godere e non vuole faticare. Ma ho delle serie difficoltà, non riesco proprio a stare lì con la testa sul lavoro, e allora penso che forse se ne avessi uno che mi piace di più ci riuscirei meglio. Dico forse perchè non lo so, magari invece incontrerei le stesse difficoltà in qualunque lavoro. Boh. E con questi dubbi mi trascino avanti nel tempo senza avere il coraggio di cambiare la mia vita, di produrre un cambiamento che potrebbe essere in meglio (fare un lavoro faticoso ma gratificante) o in peggio (perdere anche il lavoro che ho e ritrovarmi vecchio e disoccupato).

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i cambiamenti vanno cercati, non si può aspettare passivamente che accadano. E' quello che ho fatto finora ed ho buttato nel cesso dieci anni della mia vita.

certo ma nn con l'italia dei precariati.

cmq, se vuoi aggiungere un'altro problema

gia' a quelli che hai nn puoi fare altro che provare.

tanti sinceri auguri.

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